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dossier<br />

I <strong>Missionari</strong><br />

<strong>Saveriani</strong> di<br />

Parma hanno<br />

dimostrato<br />

un’attenzione<br />

duratura nel<br />

tempo per <strong>il</strong><br />

cinematografo.<br />

È sufficiente<br />

dire che <strong>il</strong><br />

primo lavoro da<br />

essi realizzato<br />

risale al 1924<br />

zione della colonia italiana e della missione cappuccina<br />

in loco. È necessario sottolineare come<br />

i religiosi non avessero una preparazione professionale,<br />

dunque i lavori di questo periodo risentono<br />

di un certo d<strong>il</strong>ettantismo (riprese incerte,<br />

pellicole e macchinari di fortuna, scarsa originalità<br />

rispetto agli argomenti trattati), ma nonostante<br />

questo è encomiab<strong>il</strong>e la sensib<strong>il</strong>ità fotografica,<br />

<strong>il</strong> desiderio di sperimentazione, la fiducia<br />

riposta nelle capacità comunicative del cinematografo,<br />

cosa insolita visto <strong>il</strong> contemporaneo<br />

scetticismo espresso dalla Chiesa di Roma.<br />

La fase per così dire “pionieristica” ha termine<br />

con la seconda guerra mondiale: dalla fine degli<br />

anni Quaranta si assiste alla proliferazione di<br />

iniziative (come festival e concorsi), di case di<br />

produzione promosse dagli Istituti missionari, di<br />

dibattiti ospitati all’interno delle riviste missionarie<br />

circa <strong>il</strong> corretto ut<strong>il</strong>izzo del cinema nell’attività<br />

evangelica. L’insieme di questi fenomeni sta a<br />

testimoniare come <strong>il</strong> cinematografo avesse ormai<br />

conquistato un posto importante nell’attività missionaria;<br />

sempre come aus<strong>il</strong>io della parola, ma<br />

non necessariamente in forma d<strong>il</strong>ettantistica.<br />

Questi dati si confermano nei decenni successivi,<br />

caratterizzati da un incremento esponenziale<br />

della produzione audiovisiva. Tuttavia,<br />

mentre alcuni missionari continuarono ad<br />

impegnarsi in prima persona nella realizzazione<br />

di f<strong>il</strong>m e documentari, la maggior parte degli<br />

Istituti preferì dare vita a realtà produttive gestite<br />

da laici, professionisti del settore. L’avvento<br />

della tecnologia digitale e l’ampliarsi del<br />

mercato dell’audiovisivo a partire dagli anni<br />

Ottanta, infatti, hanno portato alla nascita di numerose<br />

case di produzione nel mondo, mentre<br />

la concorrenza della televisione e di Internet ha<br />

avuto come conseguenza l’ut<strong>il</strong>izzo del cinema<br />

quale strumento di approfondimento e informazione,<br />

piuttosto che didattico o di cronaca.<br />

Quale parte hanno avuto i <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong><br />

nella storia del cinema missionario<br />

Può indicare un caso significativo<br />

I <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong> di Parma hanno dimostrato<br />

un’attenzione duratura nel tempo per<br />

<strong>il</strong> cinematografo. È sufficiente dire che <strong>il</strong> primo<br />

lavoro da essi realizzato risale al 1924 (Il nido<br />

degli aqu<strong>il</strong>otti, un f<strong>il</strong>m purtroppo perduto, ma<br />

che doveva servire a suscitare nuove vocazioni<br />

tra i suoi spettatori) e ancora è operativa Videomission,<br />

nata nel 1987 per iniziativa di padre<br />

Ottorino Maule, con sede a Brescia. In qualche<br />

modo, insomma, <strong>il</strong> rapporto tra <strong>Saveriani</strong> e cinema<br />

potrebbe essere assunto come esempio<br />

del percorso di tutto <strong>il</strong> cinema missionario italiano<br />

lungo <strong>il</strong> XX secolo: da amatori a professionisti<br />

del settore. Oltre, poi, che registi e produttori,<br />

tra i <strong>Saveriani</strong> si possono annoverare alcune<br />

delle figure che più hanno animato e approfondito<br />

la discussione in merito al rapporto<br />

tra cinema e attività missionaria: a titolo di<br />

esempio ricordo i nomi dei padri Vittorino C.<br />

Vanzin e Francesco De Zen, di cui è possib<strong>il</strong>e<br />

ancora oggi constatare la passione degli interventi<br />

espressi in varie occasioni.<br />

Il caso certamente più emblematico del cinema<br />

missionario saveriano è dato da un f<strong>il</strong>m<br />

realizzato nel 1929 e dal titolo Fiamme, regia di<br />

padre Mario Frassinetti. Numerose le particolarità<br />

di questo prodotto, a partire dalla scelta di<br />

girare un’opera di finzione e non un documentario<br />

come era stato abituale fino ad allora. La<br />

vicenda raccontata, inoltre, costruisce uno<br />

schema narrativo imitato da molte opere successive:<br />

la figura del missionario – in opposizione<br />

a quella dello stregone – si pone quale difensore<br />

degli indigeni messi in pericolo dalla<br />

loro stessa ignoranza, fino al compiersi della<br />

conversione alla religione cristiana. In più<br />

Fiamme decide di ambientare la vicenda in<br />

America, mettendo in scena uno scontro tra indiani<br />

e rangers, cioè adatta alcune caratteristiche<br />

del genere cinematografico western ai valori<br />

e alle esigenze dell’attività missionaria. Questo<br />

dimostra non solo un’apertura e un apprezzamento<br />

per <strong>il</strong> linguaggio cinematografico che<br />

sono assolutamente atipici per <strong>il</strong> periodo, ma<br />

anche una profonda conoscenza dell’immaginario<br />

popolare, amante delle storie avventurose<br />

ed esotiche. Il f<strong>il</strong>m viene realizzato in brevissimo<br />

tempo, da d<strong>il</strong>ettanti, che così trascorrono le<br />

vacanze estive sugli Appennini intorno a Parma,<br />

tra inseguimenti a cavallo e benedizioni<br />

della macchina da presa; dunque non possiede<br />

velleità artistiche e tuttavia ancora oggi stupisce<br />

per l’originalità di concezione e di realizzazione.<br />

Il valore di Fiamme, inoltre, è dato dal<br />

fatto che resta a tutt’oggi <strong>il</strong> primo f<strong>il</strong>m missionario<br />

di cui possediamo le immagini, <strong>il</strong> cui apprezzamento,<br />

insomma, non si costruisce unicamente<br />

tramite fonti indirette (per esempio, la<br />

stampa del periodo). Con queste premesse, sembra<br />

quasi naturale che i <strong>Saveriani</strong> abbiano continuato<br />

nella produzione cinematografica, aggiornando<br />

ovviamente tecniche e linguaggi fino ai<br />

nostri giorni (a cura di m.m.).<br />

MISSIONE OGGI - N. 5/2009 - CSAM - VIA PIAMARTA 9 - 25121 BRESCIA - missioneoggi@saveriani.bs.it<br />

32 Missione Oggi | maggio 2009

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