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Berlusconi apre sugli otto punti
Ai suoi spiega: niente diktat su squadra e programma, muoviamoci con buonsenso. Elezioni più lontane
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
Una breve telefonata da Dallas.
Trenta secondi. Angelino
Alfano passa il cellulare a Enrico
Letta e dall'altra parte
dell'oceano il Cavaliere gli garantisce
tutto il suo sostegno.
«Vai avanti, stai lavorando
bene. Buon sangue non mente».
Il buon sangue è quello
della famiglia Letta, quello
che hanno in comune Enrico
e zio Gianni che da tanti anni
lavora al fianco di Berlusconi.
Non tutti tasselli sono già a
posto ma l'incontro di ieri tra
il premier incaricato e la delegazione
del Pdl (il segretario
Alfano, i capigruppo Brunetta
e Schifani e il coordinatore
del partito Verdini) è un
vero punto di svolta.
Non si è parlato di mini-
Dal primo contatto
emerge identità
di vedute dell'Unione
europea
stri. Almeno così giurano tutti
. È stato però chiarito che
non ci saranno da parte di
Letta pregiudizi sui nomi che
vorrà proporre Berlusconi.
Sperando che siano in una
chiave di rinnovamento. Pochi
tecnici e molti politici. La
sensazione degli esponenti
del Popolo della libertà è che
il dicastero della Giustizia e
dell'Economia sarà indicato
direttamente dal capo dello
Stato e nessuno potrà dirgli
di no. Saranno nomi autorevolissimi,
ovviamente, nei
confronti dei quali il Cavaliere
si sentirà garantito. In casa
Pdl raccontano che il nome
di Violante in queste ore è
in discesa, mentre cresce
quello del vicepresidente del
Csm Vietti.
In ogni caso, dall'ex premier
del centrodestra c'è
molta fiducia che tutto vada
a posto. Non gli dispiacerebbe
che Enrico Letta lo chiamasse
a far parte del governo
ma non ne farà un problema.
Forse oggi sentirà il presidente
del Consiglio incaricato.
Atterrerà a Ciampino in mattinata
e nel pomeriggio riunirà
lo stato maggiore del suo
partito per cominciare a mettere
nero su bianco i nomi dei
ministri in quota Pdl. Cresce
la possibilità per Schifani di
andare alla Difesa, continua a
circolare il nome di Cicchitto
come sottosegretario alla presidenza
del Consiglio con delega
ai servizi, di Quagliariello
alle Riforme o in un altro ministero
di peso. Tra le donne si
fanno i nomi di Gelmini, Carfagna
e Lorenzin. Se saranno
esclusi tutti gli ex ministri, in
pole position ci sono la Lorenzin
e Maurizio Lupi.
Intanto devono ancora essere
sciolti alcuni nodi programmatici.
Ci saranno altri incontri
nei prossimi giorni, ma Letta
ha detto di non avere alcun
pregiudizio ideologico su tutte
le proposte del Pdl, valutando
pure la possibilità di abolire
l'Imu e restituire quella del
2012. Questo almeno è quello
che dicono i berlusconiani. Vedremo
come andrà a finire. Sicuramente
c'è piena identità
di veduta sull'atteggiamento
da tenere nei confronti dell'Europa,
per spezzare le catene
dell'austerità e del patto di
stabilità per i comuni. Piena
sintonia anche sulle riforme
costituzionali.
Dunque, gli 8 punti del popolo
della libertà sono sul tavolo
di Letta. «Certo - ha detto
Berlusconi - non è che
adesso noi andiamo lì e gli diciamo
tutto o niente. Ci muoveremo
con buonsenso, anche
perché nelle nostre proposte
non c'è nulla che possa
essere interpretato come un
favore a qualcuno, come una
legge "ad personam"».
Le elezioni sono scomparse
dal radar della politica. Dopo
l'incontro con Letta, Alfano ha
detto di essere soddisfatto,
l'incontro è stato molto costruttivo.
«Noi - ha detto il segretario
- non stiamo ponendo
una questione di formule di governo
o di poltrone, cadreghe o
cadreghine». In ogni caso, nel
governo ci dovranno essere
esponenti del Pdl: «Non diamo
in "outsourcing" la nostra rappresentanza,
non la affidiamo
a terzi. Il Pdl ha esponenti che
hanno ben militato in Parlamento
e sono idonei a figurare
nel governo. Non è una cosa da
negoziare».
Politica Nazionale Pagina 45