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S&F_n. 4_2010<br />

perfezione i singoli elementi e le leggi che governano le loro<br />

interazioni» (p. 44). Tale modello ha la virtù di essere rigoroso<br />

ma non riduzionista; i modelli evolutivi, nati in biologia con la<br />

teoria della selezione naturale di Darwin e con la genetica,<br />

possono tuttavia essere applicati anche all’evoluzione culturale e<br />

tecnologica dell’homo sapiens; i modelli a rete «un insieme di<br />

nodi che si influenzano l’uno con l’altro attraverso i<br />

collegamenti. Il risultato è che l’intero sistema viene ad avere<br />

proprietà che dipendono dal numero totale dei nodi, dalla quantità<br />

complessiva dei collegamenti […] si dimostrano utili e applicabili<br />

a una grande quantità di fenomeni diversi. I nodi di una rete<br />

possono essere molecole, cellule, individui, organizzazioni di<br />

individui» (pp. 46‐47).<br />

Se tutto si può simulare, allora cade di conseguenza la<br />

tradizionale barriera che oppone le diverse discipline. Attraverso<br />

questi modelli interpretativi in effetti non solo evaporano le<br />

barriere disciplinari ma anche una serie di quesiti che ha<br />

travagliato la coscienza umanistica occidentale: è la società che<br />

crea l’individuo o l’individuo che crea la società L’io precede<br />

il noi o viceversa Queste domande infatti avrebbero senso solo<br />

nell’ambito di un’ottica binaria e dicotomica che non prevede la<br />

complessità.<br />

Le nuove soglie di conoscenza porteranno secondo l’autore a<br />

liberarsi dai limiti imposti dal linguaggio: la tradizione<br />

metafisica occidentale concede all’umano un posto d’onore fra gli<br />

enti, in quanto animale linguistico: è la parola che rende l’uomo<br />

il dominatore dell’ente. Eppure secondo Parisi il linguaggio è<br />

solo un aspetto della realtà e talvolta un ostacolo al<br />

conseguimento della conoscenza. Perché Perché il linguaggio crea<br />

idoli, scompone la realtà «in cose ben definite, ben separate le<br />

une dalle altre […] che hanno una loro essenza e non cambiano nel<br />

tempo. La realtà è proprio l’opposto. La realtà è fatta di cose<br />

non ben definite, non ben separate le une dalle altre […] prive di<br />

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