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Uomini e famiglie - COFACE

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VAESTOLIITTO, hanno ricevuto un ampio sostegno dalle associazioni partner della ricerca. Senza<br />

essere necessariamente originali, le raccomandazioni emerse sottolineano la necessità di mettere<br />

in atto una serie di misure che garantiscano la riuscita di una politica di riconciliazione della vita<br />

professionale e familiare estesa agli uomini.<br />

3.1. Parità professionale<br />

Il primo ambito di intervento è senza dubbio quello del mercato dell’impiego e dell’organizzazione<br />

del lavoro.<br />

- Parità delle remunerazioni<br />

- Parità degli statuti di impiego<br />

- Parità delle condizioni di impiego<br />

La parità dei salari femminili e maschili appare a molti come la condizione sine qua non di una<br />

ridistribuzione più equa dei ruoli parentali e familiari tra uomini e donne e, di conseguenza, di una<br />

più importante partecipazione degli uomini alla vita familiare. Se è vero che la parità salariale è una<br />

condizione necessaria, non sarà tuttavia di per sé sufficiente a raggiungere l'obiettivo di parità<br />

professionale, che dipende prima di tutto della parificazione di tutte le condizioni di impiego e<br />

dall'eliminazione di tutte le discriminazioni tra gli statuti di impiego.<br />

Non bisogna tuttavia credere che la parità professionale, una volta concretizzata, per quanto<br />

emblematica, condurrà automaticamente ad una suddivisione più equa dei compiti domestici e<br />

familiari, all'interno delle coppie considerate singolarmente. La parità professionale e, più<br />

specificatamente, la parità salariale realizzata su scala collettiva, eserciterà pienamente il proprio<br />

ruolo di elemento che incita al cambiamento soltanto nelle coppie in cui i salari dei due partner<br />

sono (all'incirca) equivalenti. Nulla potrà mai impedire che la differenza salariale ponga in una<br />

posizione svantaggiata la persona con il reddito più basso, per quanto riguarda le decisioni della<br />

coppia. Si può tuttavia sperare che, nella situazione in cui lo scarto salariale sia dovuto a ragioni<br />

oggettive, questo cesserà di esercitare quasi automaticamente un effetto sfavorevole nei confronti<br />

delle donne, come accade attualmente.<br />

- Controllo dell’applicazione del principio di uguaglianza professionale nelle imprese<br />

Il controllo dell’applicazione del principio di parità professionale nelle imprese è la principale<br />

mancanza delle politiche, europee e nazionali, intraprese fino ad oggi per porvi termine. I<br />

meccanismi di controllo davvero efficaci sono, in effetti, poco presenti, se si escludono i ricorsi<br />

previsti presso la Corte europea di Giustizia o dei tribunali nazionali in caso di mancato rispetto di<br />

tale principio.<br />

L’idea di sanzioni comminabili alle imprese inadempienti non ottiene tuttavia il consenso generale.<br />

Pur riconoscendo che sarebbero forse più efficaci rispetto ad altre misure, le sanzioni non<br />

convincono, in quanto risultano difficili da concepire e da mettere in atto. Non essendo possibile<br />

stabilirle, sono state indicate alcune misure destinate a favorire l'applicazione della parità<br />

professionale. Tali misure si fondano su:<br />

- La valutazione e la classificazione delle funzioni, al fine di mettere in atto la parità<br />

salariale per un lavoro di pari valore. Tali procedure devono ugualmente essere applicate<br />

alla scala dell’impresa<br />

- La messa in atto di una revisione esterna, in maniera tale da controllare l’applicazione<br />

del principio di parità professionale all’interno dell’impresa. L’impresa che contravvenga a<br />

tale principio dovrà mettersi in regola entro un periodo di tempo stabilito<br />

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