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1 Abstract La prima parte dell'articolo discute criticamente il concetto ...

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D.: non lo so ((sorride))<br />

ADULTO: ma tu spiegami una cosa, non c’è una cosa in cui ti senti intelligente<br />

D.: quando faccio le cose da solo mi sento intelligente.<br />

ADULTO: ah…e come mai allora<br />

D.: quando non so le cose non mi sento.<br />

ADULTO: ah, quando non sai le cose pensi “non sono intelligente”. Invece non è che<br />

pensi “non so le cose perché le devo ancora imparare”. Non è che pensi che puoi<br />

imparare, non lo pensi mai questo, che puoi imparare<br />

D.: non l’ho mai pensato ((sorride))<br />

ADULTO: non l’hai mai pensato E allora qui come mai vieni<br />

D.: forse xxxx<br />

ADULTO: dimmi un po’ una cosa, tu qui perché ci vieni<br />

D.: per imparare.<br />

E’ molto faticoso convincere D. delle sue capacità di apprendimento. Abbiamo spiegato<br />

che non si può recuperare in breve tempo tutte le conoscenze che i suoi compagni<br />

hanno acquisito più fac<strong>il</strong>mente perché non hanno avuto quei problemi di attenzione, di<br />

memoria, di linguaggio, e quell’isolamento sociale che lui ha avuto. E abbiamo<br />

proposto l’idea che l’intelligenza è una qualità dell’essere umano presente in tutti noi,<br />

un tesoro che per manifestarsi ha bisogno dell’aiuto di tante altre ab<strong>il</strong>ità. Ab<strong>il</strong>ità che<br />

non c’entrano con l’intelligenza, ma che le permettono di operare bene. Soltanto da<br />

poco tempo D. comincia a dare nuovi nomi ai suoi sbagli. Ad esempio, raccontando di<br />

aver preso la metro nella direzione sbagliata non dice più “perché sono stupido” come<br />

diceva spesso all’inizio del nostro intervento ma “ero nervoso perché ero in ritardo e<br />

mi sono distratto”.<br />

Conclusioni<br />

L’intervento con D. suggerisce che attraverso un trattamento si può modificare<br />

sostanzialmente la capacità di ragionamento di un individuo che ha ricevuto una<br />

diagnosi di “disab<strong>il</strong>ità intellettiva” lieve. Questo risultato suggerisce che <strong>il</strong> QI – rimasto<br />

in D. della fascia tipica della disab<strong>il</strong>ità intellettiva lieve anche nella valutazione più<br />

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