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1 Abstract La prima parte dell'articolo discute criticamente il concetto ...

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di un unico fattore, quello (qualsiasi esso sia) che coincide con la capacità intellettiva<br />

di un individuo. Se esista un’unitaria capacità intellettiva (per un’aggiornata teoria che<br />

sostiene questo, vedere Cornoldi, 2007; 2011), se <strong>il</strong> funzionamento umano e<br />

l’adattamento degli individui all’ambiente possa essere meglio concettualizzato<br />

dall’idea di differenti tipi di “intelligenze” sono anch’esse questioni tutt’altro che risolte<br />

nella ricerca psicologica (Gardner, 1983; Sternberg, 1985).<br />

Cervello, Intelligenza e QI<br />

Alcuni recenti studi di neuroscienze sembrano aver fornito evidenze all’ipotesi che a<br />

variazioni nel QI corrispondano variazioni dell’intelligenza a cui a loro volta<br />

corrispondono variazioni di tipo neurobiologico. Jung e Haier (2007) hanno preso in<br />

rassegna circa 37 studi che ut<strong>il</strong>izzano la risonanza magnetica e una morfometria<br />

basata sui voxel per misurare <strong>il</strong> volume della materia grigia e della materia bianca in<br />

specifiche aree della corteccia. Sulla base delle correlazioni tra QI e volume di<br />

specifiche aree corticali, i due studiosi propongono un modello di integrazione “frontoparietale”<br />

caratterizzato dall’interazione tra aree che elaborano l’input sensoriale<br />

visivo e uditivo (aree di Brodman 18, 19, 21, 37), alcune aree della corteccia parietale<br />

(aree di Brodman 7, 39, 40), alcune aree frontali (aree di Brodman 6, 9, 10, 45–47)<br />

e <strong>il</strong> cingolato anteriore. Il volume della materia bianca nella comunicazione tra queste<br />

aree è un altro elemento del circuito “fronto-parietale” che correla con <strong>il</strong> QI.<br />

Apparentemente la correlazione tra QI e volume delle aree di una rete fronto-parietale<br />

sembra confermare l’idea che l’intelligenza sia proprio <strong>il</strong> fattore valutato attraverso <strong>il</strong><br />

QI, un fattore a cui corrispondono precise condizioni neurobiologiche. Tuttavia anche<br />

<strong>il</strong> modello fronto-parietale non è esente da difficoltà di interpretazione teorica. Quali<br />

processi cognitivi sono supportati dalla rete “fronto-parietale” Sono tutti processi che<br />

hanno a che fare con <strong>il</strong> pensiero astratto, <strong>il</strong> ragionamento, la metacognizione, dunque<br />

con l’essenza di ciò che si può definire “intelligenza” Naghavi e Nyberg (2007)<br />

sottolineano la difficoltà di stab<strong>il</strong>ire un rapporto di corrispondenza biunivoca tra area<br />

corticale e funzione cognitiva. Le aree corticali coinvolte nella rete “fronto-parietale”<br />

<strong>parte</strong>cipano in realtà a diverse funzioni cognitive; ad esempio, la corteccia parietale è<br />

coinvolta sia in funzioni esecutive sia in una vasta gamma di processi senso-motori<br />

(Collette & Van der Linden 2002; Culham & Kanwisher 2001); <strong>il</strong> cingolato anteriore<br />

contribuisce alla regolazione emotiva e al consolidamento a lungo termine delle<br />

memorie. L’interazione tra aree frontali, parietali, e di processing visivo e acustico<br />

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