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FAMIGLIA GIALLI<br />
MUTAZIONE Gly13stop<br />
1193G>T<br />
Probando<br />
wild type<br />
(padre)<br />
I<br />
1 2<br />
esone 2, FGA<br />
II<br />
1 2 3 4*<br />
5*<br />
III<br />
1 2<br />
3 4<br />
5* 6 7<br />
IV<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4 5<br />
6<br />
Nel probando della famiglia Gialli (III-5) è stata identificata una transversione G>T in eterozigosi,<br />
localizzata nell'esone 2 del gene per la catena A! del fibrinogeno. Questa alterazione causa una<br />
mutazione nonsense, mediante l’introduzione di un codone di stop prematuro in posizione 13. <strong>La</strong><br />
proteina derivante risulterebbe quindi gravemente troncata alla sua estremità C-terminale (13<br />
aminoacidi anziché 610); e per questa ragione il fibrinogeno esamerico potrebbe non essere in grado di<br />
assemblarsi correttamente, con conseguente blocco a livello secretivo.<br />
Il ruolo patogenetico di questa mutazione deve comunque essere dimostrato mediante opportuni<br />
esperimenti.<br />
Il fatto che il probando risulti essere eterozigote per questa mutazione, e tenuto conto che la malattia è<br />
a trasmissione autosomica recessiva, implica l’esistenza di una seconda mutazione, sempre localizzata<br />
nel gene FGA e anch’essa in eterozigosi, in grado di spiegare il fenotipo clinico grave del probando.<br />
Occorrerà quindi, in questo caso, proseguire con il sequenziamento del gene FGA.<br />
Il padre del probando (II-4) non reca la stessa mutazione del probando, ma è risultato essere<br />
omozigote wild type (vedi elettroferogrammi); quindi è presumibile che risulti eterozigote per la<br />
seconda mutazione, quella non ancora identificata. Viceversa, la madre del probando (II-3) è risultata<br />
essere portatrice (eterozigote) della stessa mutazione riscontrata nel probando.<br />
In questo caso, dove pochi individui sono stati collaborativi, si può verificare l’importanza della<br />
collaboratività delle famiglie sia per il ricercatore (per studiare la malattia), sia per la famiglia stessa,<br />
per poter individuare il genotipo degli individui omozigote o eterozigote, portatore sano della<br />
malattia.<br />
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