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I documenti esposti in questo percorso provengono dall'Archivio di Stato di Padova, dall'Archivio centrale dello Stato, dalla Biblioteca civica di Padova, dalla Biblioteca universitaria di Padova e dall'Archivio del Comune di Padova. Tutte le autorizzazioni per questo utilizzo sono state richieste e concesse con lettere di cui si riportano gli estremi: Archivio di Stato di Padova: aut. prot. n. 826/X.1 del 16/2/2002 e n. 4662, cl. 28.13.07/1-2 del 16/9/2006 Archivio centrale dello Stato: aut. prot. n. 1345/X 1 C del 9/4/2002 Biblioteca civica: aut. prot. n. 456/a m del 14/2/2002 e prot. n. 2223181 del 25/8/2006 Biblioteca universitaria: aut. prot. n. 3717 del 21/9/2006 Archivio del Comune di Padova, aut. nr. 1 del 28/11/2006, prot. 0315358 I materiali dell'Archivio di Stato di Padova, dell'Archivio centrale dello Stato e della Biblioteca universitaria sono stati utilizzati su gentile concessione del Ministero per i Beni e le Attività culturali. La fotoriproduzione dei documenti provenienti dall'Archivio di Stato di Padova sono state eseguite dalla Sezione di fotoriproduzione dello stesso Archivio. I materiali della Biblioteca civica di Padova e dell'Archivio comunale di Padova sono stati utilizzati su gentile concessione dell'Assessorato ai Musei, Politiche culturali e Spettacolo del Comune di Padova. È vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo dei materiali esposti.
La Camera del lavoro di Padova ha raggiunto nel 2003 i centodieci anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1893 ad opera di pochi volonterosi. Si trattava allora di una struttura fragile, ben presto spazzata via con un provvedimento adottato dal prefetto. Del 1894 è infatti il decreto di scioglimento, motivato con l'accusa di fomentare la lotta di classe. Effettivamente nel giro di breve tempo la Camera del lavoro aveva assunto un indirizzo ben più combattivo di quello presente nelle intenzioni degli iniziali promotori. Se questi puntavano sostanzialmente alla gestione del collocamento della manodopera per arginare la dilagante disoccupazione, la linea che poi prevalse portò invece l'organizzazione su posizioni più vicine a quelle dei socialisti, avviando anche la costituzione di leghe di resistenza. La denuncia di trentanove aderenti e il successivo processo - celebrato nel 1895 - si chiusero con l'assoluzione dei sindacalisti. Occorsero tuttavia alcuni anni per arrivare ad una nuova e definitiva fondazione; essa risale infatti al 1900 e nell'ottobre di quello stesso anno si giunse all'inaugurazione della sede. Segretario fu il socialista Ferruccio Maran. Seguì quindi un lungo periodo in cui la Camera del lavoro padovana tentò di consolidarsi, di radicarsi nel capoluogo e nel territorio circostante. E' evidente in questa fase lo sforzo di conservare un'immagine pubblica rassicurante e moderata. Fa testo in tal senso il notevole impegno profuso dai responsabili camerali per migliorare la situazione morale e culturale - oltre che economica - del proletariato. Di qui l'avvio di scuole legate alla Camera del lavoro e la collaborazione fornita in occasione di numerose iniziative anche esterne. Accanto a questo aumentò l'attività rivendicativa, condotta non di rado col ricorso allo strumento dello sciopero, anche sulla spinta degli elementi più estremisti che, pur essendo l'organizzazione a lungo diretta dai moderati, non mancarono mai di far sentire la loro presenza e che finirono col prevalere alla vigilia della prima guerra mondiale. Nel 1906, con la fondazione della Confederazione generale del lavoro, la Camera del lavoro di Padova entrò a far parte dell'organizzazione, ospitandone nel 1911 il terzo congresso nazionale. L' inizio della guerra segnò poi la chiusura temporanea dell'attività del sindacato che riaprì i battenti una volta concluse le ostilità, contando tra le sue file numerosi caduti; tra essi Fermo Marzetto, il segretario in carica dal 1908 al 1913, morto a causa di una malattia contratta durante il servizio militare. PRESENTAZIONE
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