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FILM - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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è a Napoli, e si è in ritardo <strong>per</strong> l’<strong>Istituto</strong>. Appena sentono quel nome, loro<br />

sanno dove andare: ma non dove, sanno da chi si deve andare. Perché<br />

l’<strong>Istituto</strong>, quest’asilo o santuario della filosofia universale, è innanzi tutto<br />

una casa, è casa sua. Nel tornare indietro col pensiero si procede come<br />

al rallentatore, <strong>per</strong>ciò spesso mi compiaccio di salire lentamente - questa<br />

volta senza taxi - un viale di ricordi. Mi soffermo, mi abbandono al piacere<br />

di analizzare nel detta<strong>gli</strong>o un singolo episodio, depositato in fondo alla<br />

mia immaginazione; oppure analizzo le tappe del mio viaggio <strong>per</strong> Napoli,<br />

quando recarsi in questa città è come andare nel centro del mondo. Allora<br />

scopro il cosmopolitismo, quello di cui parla Kant nell’orizzonte della<br />

“pace universale”, il “diritto cosmopolita”: lo scopro in fondo a un vicolo<br />

inondato da profumi, colorato dalla frutta, gremito di grida, ombre e luci;<br />

e il ricordo va a una strada di Algeri, nella mia infanzia.<br />

Ovunque mi trovi, posso sempre fantasticare di risalire la via Monte di Dio,<br />

mentre mi reco all’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>. Vi sono stato<br />

spesso, ma ricordo bene la prima volta, parecchi anni fa. Non conoscevo<br />

ancora il fascino di Gerardo Marotta, efficacemente protetto dalla virtù<br />

della sua discrezione. Il suo è un nome di risonanza mondiale, lui è un<br />

grande navigatore della cultura: questo è l’audace Gerardo Marotta, ma<br />

nel fondo è un uomo timido, riservato, prudente (il contrario dell’uomo<br />

mondano). Ho sco<strong>per</strong>to il suo fascino poco <strong>per</strong> volta, tutte le volte<br />

che tornavo in cima a quella collina, in quei luoghi di meditazione e<br />

discussione che meriterebbero d’esser rappresentati in un affresco o in<br />

un romanzo d’altri tempi. Ho detto “quei luoghi”, al plurale, <strong>per</strong>ché non<br />

saprei contarli. L’<strong>Istituto</strong> <strong>per</strong> me rappresenta un insieme di cause e di cose:<br />

una dimora abitata da sussurri e cigolii, ma anche un castello dove i lavori<br />

di costruzione e restauro sono sempre in corso, un monumento storico<br />

rivestito da un’impalcatura <strong>per</strong>enne (l’ “impalcatura” rende bene l’idea<br />

dell’attività di quest’intraprendente architetto), un monastero al riparo dal<br />

mondo, un’università su<strong>per</strong>stite del Medioevo e un Collegio internazionale<br />

del XXI secolo «mondializzato», provvidamente già nato. Ecco i navigatori<br />

multimediali, qui sono i fax e la e-mail, lì le telecamere e i sistemi video, si<br />

organizzano conferenze simultanee e poliglotte, i sistemi di archiviazione<br />

sono rigorosamente high-tech.<br />

Il disordine magistralmente organizzato dell’<strong>Istituto</strong> può essere paragonato<br />

a quello di un mercato meridionale dove le merci si trovano tutte <strong>per</strong>ò<br />

al loro posto, e così il mangiare e il bere: l’<strong>Istituto</strong> è insieme una fiera<br />

del libro, un forum, un’agorà, un parlamento di filosofi, dov’è possibile<br />

incontrare in gran numero ascoltatori assorti, studenti d’ogni età, professori<br />

venuti da Napoli, Roma e Milano, ma anche da tutto il mondo, fotografi<br />

con flash impietosi, giornalisti che vi carpiscono un’intervista all’ingresso<br />

di un salone, uomini e donne di cultura che negl’intervalli fra le relazioni<br />

si aggregano in capannelli e continuano a dibattere i temi del seminario,<br />

della presentazione di un libro o di una tavola rotonda.<br />

Gerardo Marotta sta nell’ombra, con una raffinatezza pari alla sua generosità, ma<br />

è lui la sorgente della luce che si diffonde ovunque la filosofia lo reclami. Prima<br />

di tutto e senza dubbio a Napoli, poiché Napoli rende attuale, attraverso lui,<br />

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