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FILM - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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in co<strong>per</strong>tina:<br />

Cao Fei. A Mirage (COSPlayers Series), detail, 2004. Digital C-print, 29 1/4 x 39 1/4 inches.<br />

© Cao Fei, courtesy the artist and Lombard-Freid Projects, New York.


in collaborazione con<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong><br />

con l’adesione del<br />

Presidente della Repubblica<br />

con il contributo di<br />

Regione Campania<br />

Comune di Napoli<br />

con il patrocinio di<br />

Presidenza del Consi<strong>gli</strong>o dei Ministri<br />

Senato della Repubblica<br />

Ministero <strong>per</strong> i Beni e le Attività Culturali<br />

Ministero <strong>per</strong> lo Sviluppo Economico<br />

Soprintendenza Speciale <strong>per</strong> il Patrimonio Storico, Artistico,<br />

Etnoantropologico e <strong>per</strong> il Polo Museale della città di Napoli<br />

Soprintendenza Archivistica <strong>per</strong> la Campania<br />

Consolato Generale de<strong>gli</strong> Stati Uniti d’America<br />

Università de<strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> di Napoli “Federico II”<br />

Accademia di Belle Arti di Napoli<br />

Fondazione <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> Su<strong>per</strong>iori di Architettura<br />

a cura di Laura Trisorio<br />

Coordinamento Lucia Trisorio<br />

Segreteria organizzativa Giulia Licenziati, Helga Sanità, Fabia Lonz, Klara Charlotte Zeitz<br />

Traduzioni catalogo Angela Federico, Goethe-Institut Neapel, Antonio Palomba<br />

Traduzioni simultanee Donatella Baggio, Monica Carbone<br />

Ufficio stampa Novella Mirri e Maria Bonmassar<br />

Progetto grafico Sayrel Silva <strong>per</strong> Ogham<br />

TRISORIO Associazione Culturale | Riviera di Chiaia 215, Napoli | tel/fax 081 414306 | www.artecinema.com


Quindici anni di Artecinema. Un traguardo importante, un punto fermo.<br />

Grazie a<strong>gli</strong> artisti, che ci fanno vedere il mondo con occhi nuovi e grazie a<strong>gli</strong><br />

spettatori, senza i quali l’o<strong>per</strong>a d’arte non è completa.<br />

Grazie a tutti voi che condividete quest’avventura e che, come me, credete<br />

che l’arte ci renda più consapevoli di ciò che ci circonda e ci aiuti a rendere<br />

il mondo mi<strong>gli</strong>ore.<br />

Laura Trisorio<br />

Fifteen years of Artecinema, an important milestone and a mainstay.<br />

Thanks to the artists, who allow us to view the world with new insight, and thanks to the<br />

spectators, without whom no work of art is ever complete.<br />

Thanks to all of you who share in this adventure and who, like me, believe that art makes us<br />

more aware of our surroundings and helps us to make the world a better place.<br />

Laura Trisorio


U<br />

n regista dovrebbe riuscire a trasmettere a un grande artista una<br />

sensazione di profonda fiducia, dovrebbe far<strong>gli</strong> capire che il suo<br />

interessamento alla sua o<strong>per</strong>a è un’assoluta necessità, che e<strong>gli</strong>, in<br />

quanto regista, vive con l’o<strong>per</strong>a d’arte, che non solo la comprende, ma<br />

che la apprezza e la ama.<br />

Ho potuto girare dei film su Max Ernst, Friedensreich Hundertwasser,<br />

Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely. Essi purtroppo non vivono più,<br />

ma quando si accende il proiettore nel buio della sala cinematografica<br />

questo raggio di luce fa rivivere <strong>gli</strong> artisti e la loro aura, il loro linguaggio,<br />

la loro arte.<br />

Ancora oggi <strong>per</strong> me è un segreto meravi<strong>gli</strong>oso il fatto che un film sia in<br />

grado di realizzare il sogno ancestrale dell’umanità di rendere l’uomo<br />

immortale. Mi <strong>per</strong>metto di dire che si sente l’anima dell’artista quando<br />

il regista ha saputo co<strong>gli</strong>ere l’essenza della sua esistenza, della sua<br />

epoca, del suo ambiente sociale, del suo carisma e l’originalità della<br />

sua o<strong>per</strong>a.<br />

Al contrario di tanti reportage televisivi girati in fretta e in cui spesso<br />

commentatori saccenti hanno l’ambizione di voler giudicare e analizzare<br />

<strong>gli</strong> artisti e le loro o<strong>per</strong>e, ho avuto la fortuna di occuparmi <strong>per</strong> anni dei<br />

miei amici-artisti e di lasciarli parlare in maniera autentica nei miei film.<br />

Non volevo girare dei documentari stereotipati sull’arte e su<strong>gli</strong> artisti, al<br />

contrario ho sempre cercato di realizzare – con la materia che mi era<br />

stata affidata - un film singolare con una sua singolare forma artistica<br />

cinematografica. Ogni film è un concentrato, il risultato di tantissime ore<br />

di materiale sonoro e visivo.<br />

Malgrado il fatto che Botero ed io siamo coetanei e amici da 40 anni,<br />

all’inizio delle riprese ha risposto alle mie domande in maniera piuttosto<br />

aggressiva. Ho cercato quindi di far<strong>gli</strong> capire che non doveva dare<br />

spiegazioni didattiche e che avrebbe dovuto parlare alla cinepresa<br />

come al suo mi<strong>gli</strong>ore amico, o ancora me<strong>gli</strong>o, come a una cara amica<br />

con la quale si sta molto bene a letto. In questo modo saremmo riusciti<br />

ad ottenere il mi<strong>gli</strong>ore effetto sullo schermo.<br />

Botero mi rispose che fino a quel momento aveva sempre avuto la<br />

sensazione di doversi giustificare <strong>per</strong> la sua arte. Capii così che il mio<br />

compito più importante era di liberarlo da questa sensazione. È bello<br />

che non soltanto una pop-star, un cantante, ma che anche un grande<br />

artista figurativo possa raggiungere una fama riconosciuta in tutto il<br />

mondo. Quando oggi qualcuno nel mondo interessato all’arte - sia in<br />

Giappone, in Europa o in America - dice “Look, this gentleman - or<br />

this lady looks like a BOTERO” - tutti capiscono subito cosa si vuol<br />

dire. Botero <strong>per</strong>ò non dipinge soltanto dei bei quadri decorativi con le<br />

forme e figure voluminose che conosciamo, “con la sua anarchia delle<br />

proporzioni”.<br />

Ho deciso di fare un film su Botero quando nel 2006 ho visto la sua<br />

serie di disegni e dipinti sulle torture e le atrocità inflitte dai soldati americani<br />

nelle prigioni di Abu Ghraib. Ammiro il fatto che Botero non venda<br />

queste o<strong>per</strong>e in Colombia, il suo paese d’origine, come pure tanti<br />

dei suoi lavori sul terrorismo e sulla sofferenza de<strong>gli</strong> uomini. Preferisce<br />

invece regalarli ai musei o farli girare in mostre internazionali, anche nelle<br />

metropoli de<strong>gli</strong> Stati Uniti. A differenza di tanti artisti contemporanei<br />

Botero non vuole ricavare dei guadagni con le sue o<strong>per</strong>e di impegno<br />

sociale.<br />

Peter Schamoni


A<br />

director should be able to transmit a sense of profound trust to a great artist<br />

and making the artist understand that his or her interest in the work is an<br />

absolute need and that he or she, as a director, lives with this work of art and not<br />

only understands it but admires and loves it.<br />

I had the opportunity of making films about Max Ernst, Friedensreich Hundertwasser,<br />

Niki de Saint Phalle and Jean Tinguely. Unfortunately, they are no longer with<br />

us, but when the projector is turned on in the darkness of a theatre, this ray of light<br />

brings these artists and their atmosphere, language and art back to life.<br />

Still today, I am amazed by the fact that films have the ability of making mankind’s<br />

ancestral dream of immortality come true. If I may, it’s like to say that the very<br />

soul of an artist emerges when filmmakers know how to capture the essence the<br />

artist’s existence, <strong>per</strong>iod, social environment, charisma and the originality of his or<br />

her works.<br />

Unlike many hurriedly filmed television reports in which presumptuous commentators<br />

frequently attempt to judge and analyse artists and their oeuvre, I was fortunate<br />

enough to have spent years with my artist-friends and thus enabling them to speak<br />

in an authentic manner in my films.<br />

I did not want to film stereotyped documentaries on art and artists, to the contrary,<br />

with the material provided I always have tried to create unique films each with its<br />

own unique cinematographic-artistic form. Each film is a concentrate, the result of<br />

countless hours of audio - visual material.<br />

Despite the fact that Botero and I are the same age and have been friends for<br />

40 years, in the beginning of the film, he responded to my questions in a rather<br />

aggressive manner. Therefore, I tried to make him understand that he didn’t have<br />

to give academic explanations; he only needed to speak to the camera as if it were<br />

a friend, or better yet, as a woman with whom he had a good sexual relationship.<br />

This is how we managed to achieve the best effects on the screen.<br />

Botero responded that, until then, he had always had the sensation that he had to<br />

justify himself and his art. That is when I understood that my most important task<br />

was to free him from this sensation. It’s wonderful that international fame can be<br />

gained not only by pop-stars and singers but also by great figurative artists as well.<br />

Today, when someone who is interested in art, anywhere in the world, be it Japan,<br />

Europe or America, says, “Look, this gentleman - or this lady looks like a BOTERO” -<br />

everyone immediately understands exactly what they mean. However, Botero does<br />

not only paint beautiful decorative paintings with the well known voluminous forms<br />

and figures “with his anarchy of proportion”.<br />

I decided to make a film about Botero in 2006 when I saw his series of drawings<br />

and paintings of the torture and atrocities inflicted by American soldiers in the<br />

Abu Ghraib prison. I admire the fact that Botero does not sell these works, as well<br />

as many of his works on terrorism and human suffering in Colombia, his country<br />

of origin. He prefers to give them to museums or place them on exhibit on the<br />

international circuit or even in large US cities. Unlike many contemporary artists,<br />

Botero is not interested in earning a profit from his works which focus on issues<br />

of social concern.<br />

Peter Schamoni


<strong>FILM</strong>INDEX<br />

artecinema<br />

arte e dintorni<br />

About Jenny Holzer<br />

ART:21 - Fantasy<br />

ART:21 - Systems<br />

Botero Born in Medellín<br />

Chine, empire de l’art<br />

David Hockney: A Bigger Picture<br />

Flooded McDonald’s<br />

How to Kill the Artists<br />

Jan Fabre - L’homme qui mesure les nuages<br />

L’art et la manière - Felice Varini: peintre-plasticien<br />

Les vies possibles de Christian Boltanski<br />

Loris Cecchini<br />

Michal Rovner. Makom I - Makom II<br />

Marlene Dumas: One Hundred Models and Endless Rejects<br />

Next: A Primer on Urban Painting<br />

Picasso and Braque Go to the Movies<br />

Thomas Hirschhorn. Utopia, Utopia - One World, One War, One Army, One Dress<br />

Views on Vermeer - 12 Short Stories<br />

architettura<br />

Garrison. A Postcard from Paradise<br />

Learning from Light: The Vision of I.M. Pei<br />

Ray Kappe: California Modern Master - Forty Years of Modular Evolution<br />

fotografia<br />

Deserto Rosa - Luigi Ghirri<br />

Martin Parr. The Magic Moment<br />

Rineke Dijkstra<br />

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fotografia<br />

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artecinema<br />

PROGRAMMA 2010<br />

VENERDÌ 15 OTTOBRE<br />

GIOVEDì 14 OTTOBRE<br />

Ore 20.00<br />

INAUGURAZIONE<br />

ARTE E DINTORNI<br />

HOW TO KILL THE ARTISTS<br />

Episode 3, Episode 5<br />

di Laurina Pa<strong>per</strong>ina, Italia, 2009, 9', inglese<br />

La serie di animazioni How to Kill the Artists<br />

racconta in modo ironico ipotetiche morti di<br />

artisti famosi ormai arrivati all’apice del successo<br />

e osannati dalla critica. Ne<strong>gli</strong> episodi 3 e 5<br />

vengono presi di mira tra <strong>gli</strong> altri: Piero Manzoni,<br />

Gilbert and George, Douglas Gordon, Francis<br />

Bacon, David Hockney, Lucio Fontana.<br />

ARTE E DINTORNI<br />

PICASSO AND BRAQUE GO TO THE MOVIES<br />

di Arne Glimcher, Stati Uniti, 2008, 60’, inglese<br />

Con la narrazione di Martin Scorsese ed interviste<br />

ad artisti come Chuck Close, Julian Schnabel e<br />

Eric Fischl, il film esamina <strong>gli</strong> effetti e l’influenza<br />

che la rivoluzione tecnologica ed in particolare<br />

l’invenzione del cinema hanno avuto sulla nascita<br />

del Cubismo.<br />

Ore 21.45<br />

FOTOGRAFIA<br />

DESERTO ROSA - LUIGI GHIRRI<br />

di Elisabetta Sgarbi, Italia, 2009, 47’, italiano<br />

L’ultimo progetto di Luigi Ghirri doveva<br />

essere una “casa delle stagioni”: acquistare<br />

un casolare dove allestire mostre legate<br />

ciascuna alla stagione corrente, in modo da<br />

creare una stretta relazione tra tempo naturale<br />

e tempo dell’arte. A questo progetto si ispira<br />

Deserto rosa, in cui la telecamera ‘visita’ una<br />

serie di paesaggi fotografati da Ghirri secondo<br />

l’alternarsi delle stagioni, mentre ascoltiamo<br />

le voci di Tony Servillo e Andrea Renzi che<br />

leggono testi di Aleksander Sokurov.<br />

Ore 17.00<br />

ARTE E DINTORNI<br />

MARLENE DUMAS: ONE HUNDRED MODELS<br />

AND ENDLESS REJECTS<br />

di Branka Bogdanov, Stati Uniti, 2001, 10’, inglese<br />

Circondata da pagine di riviste, fotografie e libri<br />

d’arte da cui trae ispirazione, Marlene Dumas<br />

parla con passione ed ironia delle due serie di<br />

dipinti One Hundred Models e Endless Rejects.<br />

FOTOGRAFIA<br />

RINEKE DIJKSTRA<br />

di Branka Bogdanov, Stati Uniti, 2001, 16’, inglese<br />

La cinepresa segue Rineke Dijkstra nel suo<br />

studio di Amsterdam dove l’artista ci mostra<br />

i suoi ritratti di giovani adolescenti, fornisce<br />

aneddoti su alcune delle sue fotografie più<br />

famose e ci parla del suo modo di intendere la<br />

fotografia.<br />

ARTE E DINTORNI<br />

THOMAS HIRSCHHORN: UTOPIA, UTOPIA -<br />

ONE WORLD, ONE WAR, ONE ARMY, ONE DRESS<br />

di Branka Bogdanov, Stati Uniti, 2005, 15’, inglese<br />

Nella mostra Utopia, Utopia Thomas Hirschhorn<br />

riflette sul concetto di mimetizzazione. L’abbi<strong>gli</strong>amento<br />

mimetico militare rappresenta un<br />

emblema di guerra, ma il “camouflage” è anche<br />

una moda nel vestire che accomuna <strong>per</strong>sone in<br />

tutto il mondo. L’artista crea uno spazio utopico<br />

dove il disegno mimetico militare diventa la<br />

metafora dell’ugua<strong>gli</strong>anza.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA |<br />

artecinema<br />

Ore 18.00<br />

ARTE E DINTORNI<br />

CHINE, EMPIRE DE L’ART<br />

di Emma Tassy, Sheng Zhimin, Francia, 2009, 56’,<br />

cinese, s.t. francese<br />

Nell’arco di vent’anni la scena artistica<br />

contemporanea in Cina ha subito una radicale<br />

trasformazione. Gli artisti underground a lungo<br />

ignorati sono diventati oggi tra i più ricercati dal<br />

mercato.<br />

Ore 19.15<br />

ARTE E DINTORNI<br />

LORIS CECCHINI<br />

di Donato Loia, Vincenzo Basso, Italia, 31’, italiano<br />

La ricerca artistica di Loris Cecchini riflette sulla<br />

dialettica tra naturale e artificiale confrontandosi<br />

con materiali eterogenei e problematiche<br />

progettuali sempre diverse.<br />

MICHAL ROVNER<br />

MAKOM I - MAKOM II<br />

di Michal Rovner, Israele, 2007-2008, 8’, ebraico,<br />

s.t. inglese<br />

Michal Rovner ha realizzato le o<strong>per</strong>e Makom I<br />

e Makom II racco<strong>gli</strong>endo le pietre dalle rovine<br />

di case israeliane e palestinesi in luoghi come<br />

Gerusalemme, Galilea, Haifa e Hebron. Una<br />

squadra di muratori israeliani e palestinesi ha<br />

lavorato con l’artista alla costruzione di queste<br />

strutture, numerando ogni pietra affinché le<br />

o<strong>per</strong>e possano essere smontate e ricostruite in<br />

qualsiasi parte del mondo.<br />

Ore 20.15<br />

ARTE E DINTORNI<br />

ART:21 – FANTASY<br />

di Susan Sollins, Stati Uniti, 2009, 55’, inglese<br />

L’episodio Fantasy della serie Art:21 presenta il<br />

lavoro de<strong>gli</strong> artisti Jeff Koons, Mary Heilmann,<br />

Florian Maier-Aichen e Cao Fei accomunati<br />

dall’intento di creare mondi immaginari e a volte<br />

irriverenti.<br />

Ore 21.20<br />

ARCHITETTURA<br />

GARRISON. A POSTCARD FROM PARADISE<br />

di Anton Giulio Onofri, Siretta Onofri, Italia,<br />

Stati Uniti, 2009, 52’, italiano, inglese, spagnolo,<br />

giapponese, francese<br />

Nello scorcio più spettacolare della Hudson<br />

Valley, poco lontano da New York, l’architetto<br />

spagnolo Alberto Campo Baeza ha progettato<br />

<strong>per</strong> Nancy Olnick e Giorgio Spanu una casa di<br />

vetro e cemento che acco<strong>gli</strong>e la loro collezione<br />

di artisti italiani.<br />

Ore 22.30<br />

ARTE E DINTORNI<br />

NEXT: A PRIMER ON URBAN PAINTING<br />

di Pablo Aravena, Canada, Francia, 2005, 95’, inglese,<br />

francese, spagnolo, portoghese, giapponese<br />

Il film analizza il fenomeno della Street Art e la sua<br />

diffusione a livello globale attraverso interviste ad<br />

artisti, giornalisti, collezionisti, sociologi, dj, critici<br />

d’arte ed esponenti della cultura underground.


artecinema<br />

SABATO 16 OTTOBRE<br />

Ore 17.00<br />

ARCHITETTURA<br />

LEARNING FROM LIGHT: THE VISION OF I.M. PEI<br />

di Bo Landin, Sterling Van Wagenen, Stati Uniti,<br />

2009, 60’, inglese<br />

Il film ci mostra uno de<strong>gli</strong> ultimi lavori dell’architetto<br />

I.M. Pei inaugurato nel 2008: il museo di Arte<br />

islamica in Qatar, considerato un capolavoro<br />

di architettura e definito il “Louvre del Medio<br />

Oriente”.<br />

Ore 18.15<br />

ARTE E DINTORNI<br />

BOTERO BORN IN MEDELLÍN<br />

di Peter Schamoni, Germania, 2008, 88’ inglese,<br />

spagnolo<br />

Seguiamo Fernando Botero tra Parigi, New<br />

York e Tokyo e lo ascoltiamo mentre commenta<br />

i suoi dipinti, disegni e sculture, rivelandoci le<br />

sue numerose fonti d’ispirazione, da Gauguin<br />

alle statue barocche delle chiese della nativa<br />

Medellín, in Colombia.<br />

Ore 20.15<br />

ARTE E DINTORNI<br />

FLOODED McDONALD’S<br />

di Tuan Andrew Nguyen & Su<strong>per</strong>flex, Danimarca,<br />

2010, 20’<br />

In Flooded McDonald’s, realizzato dal gruppo di<br />

artisti danesi Su<strong>per</strong>flex, vediamo la ricostruzione<br />

in studio a grandezza naturale dell’interno di<br />

un McDonald’s che gradualmente si allaga:<br />

tavolini, sedie, vassoi, bevande si sollevano e<br />

galleggiano in un’atmosfera surreale.<br />

Ore 20.50<br />

ARTE E DINTORNI<br />

HOW TO KILL THE ARTISTS<br />

Episode 3, Episode 5<br />

di Laurina Pa<strong>per</strong>ina, Italia, 2009, 9’, inglese<br />

La serie di animazioni How to Kill the Artists<br />

racconta in modo ironico ipotetiche morti di artisti<br />

famosi ormai arrivati all’apice del successo e<br />

osannati dalla critica. Ne<strong>gli</strong> episodi 3 e 5 vengono<br />

presi di mira tra <strong>gli</strong> altri: Piero Manzoni, Gilbert<br />

and George, Douglas Gordon, Francis Bacon,<br />

David Hockney, Lucio Fontana.<br />

DAVID HOCKNEY: A BIGGER PICTURE<br />

di Bruno Wollheim, Gran Bretagna, 2009, 51’, inglese<br />

Dopo aver vissuto venticinque anni in California,<br />

David Hockney ritorna in Inghilterra, dove<br />

decide di reinventare la sua pittura lavorando en<br />

plain air in tutte le stagioni ed in tutte le condizioni<br />

atmosferiche. Il film segue la realizzazione del<br />

Bigger Trees Near Waters, il più grande quadro<br />

mai dipinto all’a<strong>per</strong>to composto da 54 tele.<br />

Ore 22.15<br />

FOTOGRAFIA<br />

MARTIN PARR. THE MAGIC MOMENT<br />

di Hank Onrust, Olanda, Gran Bretagna, Francia,<br />

2003, 60’, inglese, olandese<br />

Seguiamo Martin Parr nel suo atelier e ad<br />

Ascott durante il Ladies Day mentre realizza<br />

alcuni scatti delle sue serie più famose.<br />

Attraverso uno sguardo acuto ed ironico, Parr<br />

mette in luce l’ideologia paradossale della<br />

società consumistica contemporanea.<br />

Ore 23.30<br />

ARTE E DINTORNI<br />

ABOUT JENNY HOLZER<br />

di Claudia Müller, Germania, 2009, 52’, inglese<br />

Il film ri<strong>per</strong>corre la carriera dell’artista concettuale<br />

americana Jenny Holzer: da quando attaccava<br />

manifesti sui muri di New York alla fine de<strong>gli</strong><br />

anni ‘70, all’assegnazione del Leone d’Oro alla<br />

Biennale di Venezia nel 1990, fino alle ultime<br />

installazioni in Led.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

DOMENICA 17 OTTOBRE<br />

Ore 17.00<br />

ARTE E DINTORNI<br />

VIEWS ON VERMEER - 12 SHORT STORIES<br />

di Hans Pool, Olanda, 2009, 70’, inglese, olandese<br />

Fotografi, artisti, architetti ed esponenti del<br />

mondo della cultura ci parlano di come l’o<strong>per</strong>a<br />

di Vermeer (1632-1675) abbia influenzato il loro<br />

lavoro. Fra questi, Tracy Chevalier, autrice del<br />

romanzo storico La ragazza dall’orecchino di<br />

<strong>per</strong>la, il fotogiornalista americano Steve McCurry,<br />

autore della famosa istantanea di una giovane<br />

ragazza afghana, l’artista americano Chuck<br />

Close ed il fotografo olandese Erwin Olaf.<br />

Ore 18.20<br />

ARTE E DINTORNI<br />

LES VIES POSSIBLES DE CHRISTIAN BOLTANSKI<br />

di Heinz Peter Schwerfel, Francia, 2009, 52’, francese<br />

Accompagnandoci tra Parigi, Berlino e il<br />

Giappone, Christian Boltanski ci mostra alcuni<br />

suoi lavori poco conosciuti e ci parla delle sue vite,<br />

vere o possibili, di religione e utopia, spiegandoci<br />

il suo più importante progetto, Achives of the<br />

Heart, che metterà insieme la registrazione di<br />

decine di mi<strong>gli</strong>aia di battiti del cuore.<br />

Ore 19.40<br />

ARTE E DINTORNI<br />

L’ART ET LA MANIÈRE -<br />

FELICE VARINI: PEINTRE-PLASTICIEN<br />

di David Teboul, Francia, 2009, 26’, francese<br />

I principali supporti della pittura di Felice Varini<br />

sono lo spazio e l’architettura. Prima di dipingere,<br />

l’artista esamina il luogo prescelto in tutti i suoi<br />

detta<strong>gli</strong> e in seguito stabilisce il punto di vista<br />

attorno al quale prenderà forma il suo intervento.<br />

Nel film l’artista ci mostra i suoi numerosi progetti<br />

in giro <strong>per</strong> il mondo tra cui quello grandioso<br />

realizzato direttamente sulle case del paese di<br />

Vercorin, in Svizzera, nell’estate del 2009.<br />

Ore 20.20<br />

ARCHITETTURA<br />

RAY KAPPE: CALIFORNIA MODERN MASTER -<br />

FORTY YEARS OF MODULAR EVOLUTION<br />

di Muffie Dunn, Stati Uniti, 2009, 27’, inglese<br />

L’architetto californiano Ray Kappe è noto<br />

soprattutto <strong>per</strong> i suoi progetti di abitazioni di<br />

pregio assemblate con elementi modulari e <strong>per</strong><br />

aver “reinventato” la casa prefabbricata.<br />

Ore 21.15<br />

FOTOGRAFIA<br />

JAN FABRE – L’HOMME QUI MESURE LES NUAGES<br />

di Caroline Haertel, Mirjana Momirovic, Germania,<br />

Francia, 2003, 70’, inglese<br />

Un ritratto del poliedrico artista belga Jan Fabre<br />

ripreso nel suo atelier, durante le prove teatrali<br />

e mentre ci illustra il suo capolavoro realizzato<br />

al Palazzo Reale di Bruxelles: un’installazione sul<br />

soffitto composta da oltre un milione di luccicanti<br />

ali di coleottero.<br />

Ore 22.50<br />

ARTE E DINTORNI<br />

ART:21 – SYSTEMS<br />

di Susan Sollins, Stati Uniti, 2009, 54’, inglese<br />

Gli artisti Julie Mehretu, John Baldessari,<br />

Kimsooja, Allan McCollum hanno in comune<br />

l’attenzione verso la società dei consumi, il<br />

capitalismo, la produzione di massa. Ognuno<br />

di essi indaga questi temi in modo <strong>per</strong>sonale e<br />

critico attraverso pitture, video, <strong>per</strong>formance e<br />

installazioni.<br />

HOW TO KILL THE ARTISTS<br />

Episode 3, Episode 5<br />

di Laurina Pa<strong>per</strong>ina, Italia, 2009, 9’, inglese<br />

La serie di animazioni How to Kill the Artists<br />

racconta in modo ironico ipotetiche morti di<br />

artisti famosi ormai arrivati all’apice del successo<br />

e osannati dalla critica. Ne<strong>gli</strong> episodi 3 e 5<br />

vengono presi di mira tra <strong>gli</strong> altri: Piero Manzoni,<br />

Gilbert and George, Douglas Gordon, Francis<br />

Bacon, David Hockney, Lucio Fontana.


ARTE E DINTORNI


ARTE E DINTORNI<br />

ABOUT JENNY HOLZER<br />

Germania, 2009, 52’, inglese<br />

REGIA Claudia Müller<br />

FOTOGRAFIA Christophe Lerch<br />

Helen Tschudi, Edward Lachman<br />

MONTAGGIO Peter Boris Hassmann<br />

MUSICA Sebastian Kirchner<br />

PRODUZIONE Phlox Films - Coproduzione: SF, SWR, ARTE France<br />

Claudia Müller ha studiato lingua e letteratura<br />

tedesca, arte e giornalismo tra Colonia e Berlino. È<br />

regista e giornalista televisiva dal 1991. Ha realizzato<br />

numerosissimi film e trasmissioni televisive, film<br />

<strong>per</strong> bambini e ritratti di vari <strong>per</strong>sonaggi del mondo<br />

delle arti. Ricordiamo tra <strong>gli</strong> altri il ritratto de<strong>gli</strong> attori<br />

Hape Kerkeling e Walter Kreye, delle attrici Susanne<br />

Lothar, Ulrike Kriener e Barbara Schönenberger,<br />

della scrittrice Elke Heidenreich, del fotografo Jim<br />

Rakete, dei cantanti Max Raabe e Christine Schäfer,<br />

dell’artista Cindy Sherman. Nel 2009 ha realizzato il<br />

documentario L’ultimo comunista.<br />

Il film racconta la lunga carriera dell’artista concettuale Jenny Holzer (nata nel 1950),<br />

da quando attaccava manifesti <strong>per</strong> le strade di New York alla fine de<strong>gli</strong> anni ’70, fino<br />

alle recenti installazioni con scritte luminose come quella spettacolare presentata nel<br />

novembre del 2009 alla Fondazione Beyeler di Basilea. Jenny Holzer lavora con le scritte<br />

luminose sin dai primi anni ’80 attraverso proiezioni o installazioni ai Led con frasi e<br />

messaggi specifici. Queste installazioni sono spesso collocate nello spazio urbano, <strong>per</strong><br />

strada o in luoghi inaspettati, in modo da sorprendere, provocare e far riflettere i passanti.<br />

Jenny Holzer ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla<br />

Biennale di Venezia nel 1990 e i suoi lavori si trovano nei maggiori musei del mondo.<br />

The film traces the career of American conceptual artist Jenny Holzer (b. 1950) from the young artist<br />

putting up posters in New York City in the late 1970s to the LED installations of today, like the spectacular<br />

ones presented in November 2009 at the Beyeler Foundation in Basel. The LED signs we know from<br />

advertising are Holzer’s trademark. These text displays, with their rapid blinking and flickering, designed to<br />

captivate and sway passers-by, have been repurposed by the artist since the early 1980s. Programming<br />

them with messages of her own, she surprises, provokes and <strong>per</strong>plexes her public in a place where no<br />

one is expecting art: on the street. The works and projects of Jenny Holzer, who among other distinctions<br />

received a Lion d’Or in Venice in 1990, can be found in all the world’s major museums.<br />

18


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

ART:21 - FANTASY<br />

Stati Uniti, 2009, 55’, inglese<br />

REGIA Susan Sollins<br />

FOTOGRAFIA Robert Elfstrom, Joel Shapiro, Takahisa<br />

Araki, Martial Barrault, Kurt Branstetter, Mark Falstad,<br />

Miguel Sanchez-Martin, Ian Serfontein<br />

MONTAGGIO Mark Sutton<br />

MUSICA Peter Foley<br />

PRODUZIONE Art21, Inc.<br />

Susan Sollins, fondatrice e direttrice di Art21,<br />

nonché curatrice della serie Art:21 - Arte del XXI<br />

secolo è nota <strong>per</strong> le sue innovazioni nel campo<br />

della programmazione televisiva e come curatrice e<br />

consulente di numerose istituzioni museali. È stata<br />

co-fondatrice e direttrice dell’Independent Curators<br />

International (ICI), un’organizzazione no-profit che<br />

organizza e promuove mostre itineranti di arte<br />

contemporanea a livello nazionale ed internazionale<br />

che, durante la sua gestione, ha organizzato ben<br />

settantacinque mostre internazionali con oltre 1700<br />

artisti nei più significativi spazi de<strong>gli</strong> Stati Uniti,<br />

d’Europa, Canada e Messico. Nei primi anni della sua<br />

carriera è stata curatrice dello Smithsonian’s American<br />

Art Museum. Inoltre, come mo<strong>gli</strong>e del compositore<br />

Earle Brown, ha svolto <strong>per</strong> molti anni un ruolo attivo<br />

anche nel mondo della musica contemporanea.<br />

Fantasy presenta quattro artisti che conducono <strong>gli</strong> spettatori in mondi immaginari. Jeff<br />

Koons utilizza icone, simboli e oggetti tratti dalla cultura pop, interrogandosi sui gusti<br />

e i desideri della società moderna. I suoi lavori vengono eseguiti minuziosamente e<br />

<strong>per</strong>fezionati da un piccolo esercito di assistenti in una versione moderna dell’antica<br />

bottega rinascimentale. Mary Heilmann realizza quadri astratti, ceramiche e mobili con<br />

riferimenti che spaziano dalla musica popolare alle proprie radici cattoliche, ai cartoni<br />

animati. Florian Maier-Aichen è un fotografo di paesaggi di origine tedesca che vive<br />

tra Los Angeles e Colonia. I suoi lavori si ispirano al Romanticismo tedesco e ai miti<br />

dell’America dell’Ovest. Cao Fei è una giovane artista cinese che vive a Pechino. Il suo<br />

lavoro, realizzato attraverso la fotografia e il video, esplora i diversi tipi di realtà in luoghi<br />

contrastanti come le fabbriche cinesi e il mondo virtuale della Second Life.<br />

Fantasy presents four artists whose works transport viewers to imaginary worlds. Jeff Koons utilizes<br />

symbolically charged images and objects from popular culture to frame his questions about taste and<br />

pleasure in modern society. His painstakingly crafted artworks, are <strong>per</strong>fected by a small army of studio<br />

assistants in a modern version of a Renaissance atelier. Mary Heilmann filters her inner world through<br />

her work, imbuing abstract paintings, ceramics, and furniture with references to memories and aesthetic<br />

influences ranging from popular music to her own Catholic background to cartoons. Florian Maier-Aichen<br />

is a German-born landscape photographer who lives in both Los Angeles and Cologne. His works question<br />

German Romanticism and myths of the American West. The videos, photos, and new media works by the<br />

young, Beijing-based, Chinese artist, Cao Fei explore <strong>per</strong>ception, reality and inner lives in places as diverse<br />

as a Chinese factory and the virtual world of Second Life.<br />

19


ARTE E DINTORNI<br />

ART:21 - SYSTEMS<br />

Stati Uniti, 2009, 54’, inglese<br />

REGIA Susan Sollins<br />

FOTOGRAFIA Robert Elfstrom, Ian Serfontein, Joel Shapiro,<br />

Martial Barrault, Richard Kane, Richard Numeroff<br />

MONTAGGIO Lizzie Donahue<br />

MUSICA Peter Foley<br />

PRODUZIONE Art21, Inc.<br />

Susan Sollins, fondatrice e direttrice di Art21,<br />

nonché curatrice della serie Art:21 - Arte del XXI<br />

secolo è nota <strong>per</strong> le sue innovazioni nel campo<br />

della programmazione televisiva e come curatrice e<br />

consulente di numerose istituzioni museali. È stata<br />

co-fondatrice e direttrice dell’Independent Curators<br />

International (ICI), un’organizzazione no-profit che<br />

organizza e promuove mostre itineranti di arte<br />

contemporanea a livello nazionale ed internazionale<br />

che, durante la sua gestione, ha organizzato ben<br />

settantacinque mostre internazionali con oltre 1700<br />

artisti nei più significativi spazi de<strong>gli</strong> Stati Uniti,<br />

d’Europa, Canada e Messico. Nei primi anni della sua<br />

carriera è stata curatrice dello Smithsonian’s American<br />

Art Museum. Inoltre, come mo<strong>gli</strong>e del compositore<br />

Earle Brown, ha svolto <strong>per</strong> molti anni un ruolo attivo<br />

anche nel mondo della musica contemporanea.<br />

20<br />

Il film presenta quattro artisti che realizzano complessi progetti attraverso azioni di<br />

appropriazione o di accumulazione. Julie Mehretu è una pittrice etiope-americana. La<br />

telecamera l’ha ripresa a Berlino, dove ha preso temporaneamente uno studio <strong>per</strong> realizzare<br />

un enorme dipinto. Carismatico maestro di numerosi artisti, John Baldessari integra nei suoi<br />

lavori elementi di fotografia, pittura e scrittura. L’artista americano crea giustapposizioni visive<br />

<strong>per</strong> associare immagini e parole e <strong>per</strong> mettere in discussione il loro significato. Kimsooja è<br />

un’artista coreana che vive e lavora tra <strong>gli</strong> Stati Uniti e Parigi. Realizza installazioni, <strong>per</strong>formance<br />

e video ambientati in sovraffollate realtà urbane o in isolati contesti rurali, usando spesso il<br />

proprio corpo. Applicando strategie di produzione di massa ad oggetti fatti a mano, Allan<br />

McCollum si interroga sul significato dell’unicità dell’o<strong>per</strong>a d’arte in contrapposizione ai<br />

prodotti di massa in una società fortemente condizionata dal consumo. L’artista è noto <strong>per</strong> le<br />

sue o<strong>per</strong>e composte da centinaia di oggetti apparentemente identici ma singolarmente unici.<br />

This film features artists who realize complex projects through acts of appropriation or accumulation. Julie<br />

Mehretu is an accomplished Ethiopian-American painter. Art:21 filmed Mehretu in Berlin, where she temporarily<br />

relocated her studio to accommodate an enormous painting. Influential mentor and teacher to several generations<br />

of artists, John Baldessari integrates elements of photomontage, painting, and language in his work. He employs<br />

visual juxtapositions to associate images with words and illuminate, confound, and challenge their meaning.<br />

Kimsooja is a Korean-born artist who now lives in the U.S. She combines the techniques of video, <strong>per</strong>formance<br />

and installation in pieces which feature repetitive actions, practices and forms, often inserting her own body in<br />

dense urban environments, as well as in isolated rural settings. Applying strategies of mass production to handmade<br />

objects, Allan McCollum explores the meaning of the unique work of art versus that of mass-produced<br />

objects for a society in the grips of consumption. He is best known for creating large quantities of nearly identical<br />

- yet still unique - component objects that then constitute a single work of art.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

BOTERO BORN IN MEDELLÍN<br />

Germania, 2008, 88’, inglese, spagnolo<br />

REGIA Peter Schamoni<br />

FOTOGRAFIA Ernst e Konrad Hirsch<br />

MONTAGGIO Carston Dillhöfer<br />

MUSICA Baden Powell, Bernd Steidl, Enigma, Peter Finger<br />

PRODUZIONE Peter Schamoni-Film, Rob Houwer<br />

Il regista Peter Schamoni accompagna Fernando Botero nei suoi viaggi in giro <strong>per</strong> il<br />

mondo, dalla nativa Colombia a Parigi, New York e Tokyo, rimanendo discretamente in<br />

secondo piano e lasciando che l’artista racconti il suo lavoro e la sua vita. Commentando<br />

i suoi dipinti, i disegni e le sculture, Botero rivela le sue numerose fonti d’ispirazione, da<br />

Gauguin alle statue barocche dei santi delle chiese di Medellín, sua città natale, dalle<br />

corride con i toreri in abiti sgargianti al circo con i variopinti costumi di scena. L’artista<br />

ci parla dell’evolversi del suo stile caratterizzato da monumentali figure così come del<br />

suo impegno sociale a favore della pace, come emerge dal ciclo di dipinti ispirato alle<br />

scioccanti foto della prigione di Abu Ghraib a Baghdad.<br />

Peter Schamoni vive e lavora a Monaco. È regista<br />

cinematografico dal 1957 e ha al suo attivo una<br />

trentina di film e documentari. Tra questi ricordiamo:<br />

Bodega Bohemia, 1961; In the Zwinger, 1964;<br />

Closed Season for Foxes, 1966; Maxiliana - The<br />

Illegal Practice of Astronomy, 1966; Hundertwasser’s<br />

Rainy Day, 1972; Dorothea Tanning, 1978; Spring<br />

Symphony, 1983; Camilla Horn 85, 1986; Caspar<br />

David Friedrich - Borders of Time, 1986; Max Ernst -<br />

Mes vagabondages, mes inquiétudes, 1991; Niki de<br />

Saint Phalle - Who is the Monster, You or Me, 1994;<br />

Kaiser Wilhelm II - His Majesty Needs Sunshine, 2000.<br />

Accompanying Fernando Botero (1932) on his travels to various international capitals including Paris,<br />

New York and Tokyo, as well as to his native Colombia, filmmaker Peter Schamoni remains discreetly in the<br />

background, allowing the artist to describe his work and his life. Commenting on his paintings, drawings and<br />

sculptures, Botero reveals the many sources of his inspiration, from Gauguin to the Baroque statues of saints<br />

in the churches of his native Medellín, and from bull-fights, with their dazzlingly dressed toreros to the circus,<br />

with its many colorful costumes. Perhaps his most fascinating stories concern the development of his unique<br />

style, marked above all by radically obese figures of a monumental nature underscored by jarring proportions<br />

and a reduction of details. As to Botero’s social commitment, the artist actively endeavors to make Medellín<br />

known as a city of art, and works intensively towards fostering peace. This emerges, for example, in his moving,<br />

monumental cycle of paintings inspired by the infamous Abu Ghraib photos that shocked the world.<br />

21


ARTE E DINTORNI<br />

CHINE, EMPIRE DE L’ART<br />

Francia, 2009, 56’, cinese, s.t. francese<br />

REGIA Emma Tassy, Sheng Zhimin<br />

FOTOGRAFIA Tian Li<br />

MONTAGGIO Ermanno Corrado<br />

MUSICA Dou Wei<br />

SUONO Tao Yiran<br />

PRODUZIONE Artline Films, Centre Pompidou, Arte France<br />

Emma Tassy è nata nel 1974. Dal 1996 al 1998 ha<br />

soggiornato a Pechino <strong>per</strong> approfondire l’evolversi<br />

della scena artistica contemporanea nella capitale<br />

cinese. Rientrata in Francia ha lavorato nel campo<br />

dell’arte contemporanea con un’attenzione<br />

particolare verso l’arte cinese. È scrittrice e giornalista<br />

indipendente e collabora <strong>per</strong> Les Cahiers du Cinéma,<br />

Ulysse, Air France Magazine, France Ô, France 5.<br />

Sheng Zhimin è nato a Pechino nel 1969. Ha iniziato<br />

la sua carriera come produttore <strong>per</strong> Jia Zhangke:<br />

Platform, 2000 e <strong>per</strong> Fruit Chan: The Longest Summer,<br />

1998, Durian, Durian, 2000, Public Toilet, 2002. In<br />

seguito è passato alla regia dirigendo numerosi film. Tra<br />

questi ricordiamo Two Hearts e Bliss, 1996, premiato<br />

ai Festival di Locarno e di Shangai. Recentemente ha<br />

realizzato Night of an Era che illustra <strong>gli</strong> ultimi vent’anni<br />

della scena del rock in Cina.<br />

22<br />

Nell’arco di vent’anni la scena artistica contemporanea in Cina ha subito una radicale<br />

trasformazione. Gli artisti underground a lungo ignorati sono diventati oggi tra i più<br />

apprezzati dal mercato internazionale. Questo film ci rivela il funzionamento interno di<br />

un sistema dell’arte nell’ambito dei profondi cambiamenti che la Cina ha attraversato<br />

in questi ultimi decenni. Artisti, critici, curatori e galleristi fanno luce su ciò che ha<br />

caratterizzato la scena artistica cinese ne<strong>gli</strong> ultimi anni: la pittura pop de<strong>gli</strong> anni ’80 e il<br />

disprezzo <strong>per</strong> il recente passato politico; le oltraggiose caricature della società cinese da<br />

parte dei fautori del “realismo cinico”, <strong>per</strong>formance ai confini col terrorismo ed infine la<br />

diffusione nell’ultimo decennio della cultura manga, della videoarte e di internet.<br />

In the space of twenty years, the contemporary art scene in China has undergone a radical transformation.<br />

Its long-ignored underground artists have become the darlings of the third largest art market in the world.<br />

This film reveals the inner workings of a system of art in the context of the profound changes that China<br />

has seen over the last few decades. Artists, critics, curators and gallery owners shed light on the various<br />

artistic currents: the political pop canvases of the 1980s and their scorn for the recent political past;<br />

the outrageous caricatures of Chinese society by the proponents of “cynical realism”; <strong>per</strong>formance art<br />

bordering on terrorism; and finally the popularity in the 2000s of manga culture (Japanese cartoons), video<br />

art and the Internet.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

DAVID HOCKNEY:<br />

A BIGGER PICTURE<br />

Gran Bretagna, 2009, 51’, inglese<br />

REGIA Bruno Wollheim<br />

FOTOGRAFIA Bruno Wollheim<br />

MONTAGGIO Christopher Swayne<br />

MUSICA George Taylor<br />

PRODUZIONE Coluga Pictures <strong>per</strong> BBC One Imagine<br />

Con riprese effettuate nel corso di tre anni, questo documentario co<strong>gli</strong>e l’artista britannico<br />

David Hockney in un momento di crisi artistica ed esistenziale con l’avvicinarsi dei suoi<br />

settant’anni. Dopo aver vissuto venticinque anni in California, Hockney ritorna in Inghilterra,<br />

nello Yorkshire, dove decide di reinventare la sua pittura, lavorando en plain air in tutte le<br />

stagioni e in qualsiasi condizione atmosferica. Il film ci mostra la realizzazione del più grande<br />

quadro mai dipinto all’a<strong>per</strong>to, il Bigger Trees Near Waters, composto da cinquantaquattro<br />

tele, poi donato alla Tate Gallery di Londra. Per su<strong>per</strong>are le dificoltà legate al formato<br />

monumentale di questo lavoro, Hockney ha utilizzato la fotografia digitale e le più recenti<br />

tecnologie informatiche. Il film analizza il suo costante ma controverso rapporto con la<br />

fotografia e la ritrovata passione <strong>per</strong> il paesaggio inglese.<br />

Bruno Wollheim vive e lavora a Londra ed è<br />

produttore e regista indipendente. Ha studiato storia<br />

e storia dell’arte all’University College di Londra e<br />

completato <strong>gli</strong> studi in storia dell’arte alla Harvard<br />

Graduate School. Tra i suoi film sull’arte ricordiamo<br />

David Hockney: Double Portrait, 2003, Portrait, 2004<br />

e due serie televisive sulla ritrattistica moderna In Your<br />

Face. Ha inoltre realizzato documentari sulle politiche<br />

sociali ed un documentario sulla sordità.<br />

Filmed over three years, this documentary captures British artist David Hockney (b. 1937) at a crisis point<br />

in his art and life as he approaches the age of seventy. After twenty-five years in California he returns<br />

to Yorkshire, where he decides to reinvent his painting from scratch, working throughout the seasons<br />

and in all weather, and ends with his largest picture ever painted outdoors, Bigger Trees Near Water,<br />

composed of fifty-four separate canvases, which he donated to the Tate Gallery in London. To create this<br />

monumental work, and overcome problems that confronted many 19th-century painters, Hockney used<br />

digital photography and the latest computer technology. The film examines Hockney’s enduring but vexed<br />

love affair with photography and his rediscovered passion for rural England. From this story of homecoming<br />

emerges an intimate portrait of the artist as an older man, and what inspires and motivates Britain’s<br />

favourite living artist as times runs out.<br />

23


ARTE E DINTORNI<br />

FLOODED McDONALD’S<br />

Danimarca, 2010, 20’<br />

AUTORI Su<strong>per</strong>flex<br />

REGIA Tuan Andrew Nguyen & Su<strong>per</strong>flex<br />

FOTOGRAFIA Ha Thuc Phu Nam<br />

MONTAGGIO The Propeller Group<br />

SUONO Alan Hayslip<br />

PRODUZIONE Propeller Group // Matching <strong>Studi</strong>o<br />

Flooded McDonald’s è un filmato dei Su<strong>per</strong>flex nel quale assistiamo al progressivo allagarsi<br />

dell’interno di un McDonald’s riprodotto in studio a grandezza naturale. Tavolini e sedie,<br />

vassoi e bevande cominciano a galleggiare finché lo spazio non viene completamente<br />

sommerso dall’acqua.<br />

I Su<strong>per</strong>flex considerano le loro azioni come “strumenti” <strong>per</strong> influenzare ed in parte modificare<br />

il contesto sociale ed economico. Tra i precedenti progetti ricordiamo la creazione<br />

ed il marketing di una nuova bevanda, la Free Beer e la produzione di un’unità portatile<br />

autosufficiente di bio-gas <strong>per</strong> fornire energia elettrica ad una fami<strong>gli</strong>a in Africa. I loro progetti<br />

sono spesso radicati in particolari contesti locali e richiedono la partecipazione dei visitatori.<br />

I Su<strong>per</strong>flex o<strong>per</strong>ano al di fuori del contesto tradizionale dell’arte e collaborano con architetti,<br />

designer, ingegneri e industriali a progetti che abbiano potenziali benefici socio-economici.<br />

Il gruppo Su<strong>per</strong>flex si è formato nel 1993. Ne fanno<br />

parte <strong>gli</strong> artisti Bjørnstjerne Reuter Christiansen<br />

(1969), Jakob Fenger (1968) e Rasmus Nielsen<br />

(1969) che vivono e lavorano tra Copenhagen e il<br />

Brasile. Hanno studiato alla Royal Art Academy di<br />

Copenhagen. Le loro mostre più recenti includono<br />

Flooded McDonald’s alla South London Gallery,<br />

Blackout (in collaborazione con Simon Starling)<br />

presso Brandts, a Odense e If Value, then Copy<br />

presso Artspace, Auckland. Mostre di gruppo:<br />

Prospect 1, New Orleans, Green Platform,<br />

Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze e Convention,<br />

Moca, Miami.<br />

Flooded McDonald’s is a film work by Su<strong>per</strong>flex in which a convincing life-size replica of the interior of<br />

a McDonald’s burger bar, without any customers or staff present, gradually floods with water. Furniture is<br />

lifted up by the water, trays of food and drinks start to float around, electrics short circuit and eventually<br />

the space becomes completely submerged. Su<strong>per</strong>flex describe their practice as the provision of ‘tools’<br />

which affect or influence their social or economic context. Previous projects include the development<br />

and marketing of a new beverage Free Beer and the production of a self-sufficient, portable biogas unit<br />

to provide energy for a family in Africa. Their projects are often rooted in their particular local context<br />

and invite participation from the visitor. Su<strong>per</strong>flex work outside traditional art contexts collaborating with<br />

architects, designers, engineers, businesses and marketers on projects which have the potential for social<br />

or economic change.<br />

24


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

HOW TO KILL THE ARTISTS<br />

Episode 3 - Episode 5<br />

Italia, 2008-2009, 9’, inglese<br />

GENERE Animazione<br />

DISEGNI E AUDIO Laurina Pa<strong>per</strong>ina<br />

Laurina Pa<strong>per</strong>ina ha studiato all’<strong>Istituto</strong> d’Arte di<br />

Rovereto e all’Accademia di Belle arti di Verona. Vive<br />

tra Mori (Trento) e Duckland. Disegna, dipinge, crea<br />

installazioni e video-animazioni. I suoi lavori sono<br />

impregnati della realtà a cui si ispira giornalmente:<br />

evocazioni e linguaggi che germinano dal mondo di<br />

internet e della televisione (videoclip, cartoons, serie<br />

tv anni ottanta e novanta) e poi dalla “street culture”<br />

de<strong>gli</strong> skaters, dei writers e dell’hip-hop. Ha all’attivo<br />

numerose esposizioni in gallerie pubbliche e private sia<br />

in Italia che all’estero, da New York a Parigi e poi, tra le<br />

altre, a San Francisco, Cape Town, Madrid, Stoccolma,<br />

Los Angeles, Vienna, Tokyo, Dublino, Shangai.<br />

How to Kill the Artists, creata da Laurina Pa<strong>per</strong>ina, è una serie di animazioni che narra<br />

ipotetiche morti di artisti famosi, ormai arrivati all’apice del successo e osannati dalla<br />

critica. Fino al 2010 sono state realizzate cinque serie nelle quali vengono presi di mira<br />

trentotto celebri artisti. Gli episodi 3 e 5 sono dedicati tra <strong>gli</strong> altri a Piero Manzoni, Lucio<br />

Fontana, Gilbert and George, Douglas Gordon, Francis Bacon e David Hockney.<br />

How to Kill the Artists, created by Laurina Pa<strong>per</strong>ina, is a series of animations which narrate the hypothetical<br />

deathes of famous artists who are at the peak of their careers and hailed by the critics. To date, 2010,<br />

five series have been created in which thirty-eight celebrated artists have been targeted, including Piero<br />

Manzoni, Lucio Fontana, Gilbert and George, Douglas Gordon, Francis Bacon and David Hockney.<br />

25


ARTE E DINTORNI<br />

JAN FABRE - L’HOMME<br />

QUI MESURE LES NUAGES<br />

Germania, Francia, 2003, 70’, inglese<br />

REGIA Caroline Haertel, Mirjana Momirovic<br />

FOTOGRAFIA Boris Fromageot, Uli Koehler<br />

MONTAGGIO Mike Guergen<br />

SUONO Thomas Hirschmann<br />

PRODUZIONE SFB, ARTE<br />

Caroline Haertel ha studiato letteratura romana alla<br />

Sorbonne di Parigi, a Bologna e ad Amburgo. Ha<br />

lavorato <strong>per</strong> il Canale televisivo europeo ARTE e ha<br />

seguito vari progetti, tra cui il Wim Wender’s Buena<br />

Vista Social Club.<br />

Mirjana Momirovic ha studiato letteratura tedesca a<br />

Sarajevo e ha lavorato <strong>per</strong> il Sarajevo Film Festival. Ha<br />

lasciato la Bosnia poco prima dell’inizio della guerra<br />

<strong>per</strong> studiare comunicazione e cinema a Berlino. Ha<br />

iniziato la sua carriera dirigendo film e reportage sulla<br />

situazione sociale e culturale della ex Yugoslavia <strong>per</strong> la<br />

televisione pubblica tedesca.<br />

Nel 2004 Mirjana Momirovic e Caroline Haertel<br />

fondano “micafilm” realizzando numerosi film nel<br />

campo dell’arte, della danza, del teatro, della<br />

letteratura, sui problemi connessi al celibato dei preti<br />

cattolici, sui bambini prodigio, sulla medicina, ecc.<br />

26<br />

La carriera artistica e teatrale di Jan Fabre ha avuto inizio nei primi anni ’80 con una serie<br />

di scandali. L’o<strong>per</strong>a teatrale The Power of Theatrical Madness fu accolta da<strong>gli</strong> spettatori a<br />

Tokyo con lanci di pomodori e sedie. A Roma il palco fu preso d’assalto da<strong>gli</strong> spettatori e<br />

a Londra ci fu una zuffa tra sostenitori e contestatori dell’artista fiammingo. Il documentario<br />

riprende Jan Fabre durante alcune prove teatrali, nel suo atelier e mentre ci mostra il suo<br />

capolavoro nel Palazzo Reale di Bruxelles: un’installazione a soffitto composta da più<br />

di un milione di luccicanti ali di coleottero. In tutto il lavoro di Fabre è ricorrente il motivo<br />

della vulnerabilità dell’essere umano e del suo tentativo di opporvisi. Il film mostra anche<br />

la vulnerabilità e solitudine dell’artista: “Sono di fatto morto da 30 anni. Vivo solo grazie<br />

al mio lavoro”. Nel film incontriamo alcuni <strong>per</strong>sonaggi vicini a Fabre invitati ad una cena:<br />

l’artista jugoslava Marina Abramovic, l’attrice belga Els Deceukelier, il regista britannico<br />

Mike Figgis, il ballerino e coreografo italiano Emio Greco e il curatore e precedente direttore<br />

del Museo Smak di Gent, Jan Hoet.<br />

Artist Jan Fabre’s theatre career started in the early ‘80s with a series of scandals. In Tokyo his play The Power of<br />

Theatrical Madness was welcomed by spectators throwing tomatoes and chairs. In Rome the stage was stormed<br />

by people, and in London fans and opponents of the Flemish artist engaged in fierce fights. The portrait depicts the<br />

artist during theatre rehearsals and in his workshop, escorts him through an exhibition of drawings and films and<br />

shows his masterpiece in the Royal Palace of Brussels: a ceiling fresco made of more than a million shimmering<br />

beetle wings. His entire work is characterised by one recurring motif: Man’s vulnerability and his attempt to gain<br />

strength. The film not only draws a portrait of the obsessive and productive artist, it also reveals his vulnerability and<br />

loneliness. ‘I have practically been dead for 30 years. I only live because of my work’. In our film, we meet some<br />

of his friends at a festive meal: Yugoslavian artist Marina Abramovic, Belgian actress Els Deceukelier, British film<br />

director Mike Figgis, Italian dancer and choreographer Emio Greco, who danced in Fabre’s Kompanie for several<br />

years, and Belgian curator and former director of the Museum Smak in Gent, Jan Hoet.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

L’ART ET LA MANIÈRE -<br />

FELICE VARINI:<br />

PEINTRE - PLASTICIEN<br />

Francia, 2009, 26’, francese<br />

REGIA David Teboul<br />

FOTOGRAFIA Antoine Parouty<br />

MONTAGGIO Stéphanie Mahet<br />

MUSICA François-Eudes Chanfrault<br />

PRODUZIONE ARTE France<br />

David Teboul è nato nel 1967 ed è fotografo e<br />

cineasta. Dopo uno stage all’agenzia Magnum, esegue<br />

una serie di servizi fotografici in Europa centrale, nei<br />

Balcani e in Russia. Nel 1997 realizza il suo primo film<br />

Le Bund, una memoria sui canti del movimento o<strong>per</strong>aio<br />

ebraico internazionale. Nel 2001 passa diversi mesi<br />

nell’atelier di Yves Saint Laurent e realizza Yves Saint<br />

Laurent 5, avenue Marceau, uno sguardo intimo sulla<br />

famosa “Maison”, ma anche una riflessione sull’uomo<br />

di genio e sulle sue malinconie. Ne segue il libro<br />

fotografico Yves Saint Laurent 5, avenue Marceau,<br />

75116 Paris France. Nel 2003 realizza Simone Veil, une<br />

histoire française; nel 2004 Bania, una testimonianza<br />

sul rituale dei bagni pubblici in Russia. La vie ailleurs,<br />

del 2007, è una riflessione sulle condizioni di vita<br />

nelle <strong>per</strong>iferie francesi. Dallo stretto rapporto con <strong>gli</strong><br />

artisti nascono nel 2009 i due film Felice Varini e Boris<br />

Mikhailov e la trasmissione radiofonica <strong>per</strong> France<br />

Culture (ACR) A la recherche du grand séparateur<br />

sull’artista-fotografo Jean-Michel Fauquet.<br />

Felice Varini è nato nel 1952 a Locarno e vive a Parigi. Varini è un pittore “sui generis”<br />

<strong>per</strong>ché i principali supporti della sua pittura sono lo spazio e l’architettura. Le sue sono<br />

pitture “da attraversare”. Prima di dipingere, Varini esamina il luogo prescelto in tutti<br />

i suoi detta<strong>gli</strong>, studiandone l’architettura, i materiali, la storia, la funzione e in seguito<br />

stabilisce il punto di vista attorno al quale prenderà forma la sua o<strong>per</strong>a. Nel film l’artista<br />

ci illustra i suoi numerosi lavori tra cui il grandioso intervento realizzato direttamente sulle<br />

case del paese di Vercorin, in Svizzera, nell’estate 2009.<br />

Felice Varini was born in Locarno in 1952 and currently lives in Paris. He defines himself, above all, as a<br />

painter: but unlike other painters as he utilises space and architecture as the basis for his creations. Before<br />

painting, Varini examines the selected site in all of its nuances and observes the architecture, materials,<br />

history and function and only afterwards establishes the viewpoint from which his work will take form. In<br />

the film the artist shows as many of his numerous oeuvres including his imposing work which was realised<br />

directly on the homes of the village of Vercorin in Switzerland in the summer of 2009.<br />

27


ARTE E DINTORNI<br />

LES VIES POSSIBLES<br />

DE CHRISTIAN BOLTANSKI<br />

Francia, 2009, 52’, francese<br />

REGIA Heinz Peter Schwerfel<br />

FOTOGRAFIA Marcel Neumann<br />

MONTAGGIO Philippe La Bruyère<br />

SUONO Gérard Chiron, Ulrich Lask<br />

PRODUZIONE Schuch Conseils & Productions /<br />

ARTE France<br />

Heinz Peter Schwerfel è nato a Colonia nel 1954. Nel<br />

1985 ha fondato la società Artcore Film. È giornalista e<br />

regista cinematografico nonché direttore del festival di<br />

arte e cinema KunstFilmBiennale. Retrospettive dei suoi<br />

film sono state presentate tra l’altro al Centre Pompidou<br />

di Parigi, al MoMa di New York, alla Cineteca di Città del<br />

Messico, all’Ateneum di Helsinki e al Malba di Buenos<br />

Aires. Tra i suoi film ricordiamo: Le grandi manovre,<br />

1985; The Third Dimension, 1987; An American Destiny<br />

- The Artist Jeff Koons, 1989; La finitude de la liberté,<br />

1991; L’écriture du Dieu, 1992; Rebecca Horn. Un<br />

concert érotique, 1993; Frammenti di un diario. Jannis<br />

Kounellis, 1995; Make Me Think: Bruce Nauman,<br />

1997; Contestation, Rébellion, Subversion. L’art critique<br />

depuis Fluxus, 1997; Bertrand Lavier. Cinq pièces<br />

faciles, 1998; Jochen Gerz. Your Art, 1998; Plaisirs/<br />

Déplaisirs: Le Bestiaire amoureux d’Annette Messager,<br />

2001; Alex Katz. Une question de style, 2002; Georg<br />

Baselitz, 2004; Huit tableaux pour réfléchir si on peut<br />

continuer comme ça - La Collection Friedrich Christian<br />

Flick, 2005; Barocco, 2007; Berlin - Pauvre et sexy,<br />

2008; Annette Messager. Tendresse et cruauté, 2010.<br />

Accompagnandoci in giro <strong>per</strong> il mondo tra Parigi, Berlino e il Giappone, Christian<br />

Boltanski parla delle sue vite, vere o possibili, di religione e di utopia e ci spiega il suo<br />

progetto più importante, Archives of the Heart, che metterà insieme la registrazione di<br />

decine di mi<strong>gli</strong>aia di battiti del cuore in un luogo remoto, da qualche parte tra l’isola di<br />

Utopia e l’aldilà. Vediamo anche alcuni suoi lavori monumentali nascosti in seminterrati o<br />

in luoghi lontani e filmati d’archivio inediti. Christian Boltanski ha cominciato ad esporre<br />

in Germania nei primi anni ’70 ed ha ricevuto riconoscimenti come il Goslar Kaiserring e<br />

il giapponese Praemium Im<strong>per</strong>iale.<br />

The film plunges us into a sombre yet humorous universe, around the world in Paris, Berlin and Japan. The<br />

film also contains previously unaired archive footage, confronting the artist with his own past and future.<br />

Christian Boltanski talks of his true and possible lives, of religion and utopia, and explains his major<br />

project Archives of the Heart that will bring together tens of thousands of heartbeats in a remote place,<br />

somewhere between the island of Utopia and the beyond. Christian Boltanski started exhibiting in Germany<br />

in the early 1970s and has now gained worldwide recognition for his art. He has been awarded the Goslar<br />

Kaiserring and the Japanese Praemium Im<strong>per</strong>iale.<br />

28


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

LORIS CECCHINI<br />

Italia, 2010, 31’, italiano<br />

REGIA Vincenzo Basso<br />

FOTOGRAFIA Vincenzo Basso<br />

MONTAGGIO Vincenzo Basso<br />

MUSICA Oren Ambarchi<br />

PRODUZIONE Donato Loia<br />

Vincenzo Basso è nato nel 1988, si è diplomato<br />

in regia alla NUCT di Cinecittà e studia cinema<br />

all’Università Tor Vergata di Roma.<br />

Donato Loia è nato nel 1986, si è laureato in<br />

storia dell’arte all’Università La Sapienza di Roma e<br />

attualmente sta <strong>per</strong> completare <strong>gli</strong> studi specialistici in<br />

Storia dell’Arte Contemporanea.<br />

Uniti da una comune passione <strong>per</strong> il cinema, la musica<br />

e l’arte, hanno già collaborato <strong>per</strong> la realizzazione di<br />

video musicali e making-of. Il loro attuale progetto è<br />

raccontare, attraverso la voce di artisti italiani del XXI<br />

secolo, <strong>gli</strong> ultimi sviluppi dell’arte italiana con particolare<br />

attenzione ai giovani affermatisi a livello internazionale<br />

in quest’ultimo decennio.<br />

L’arte di Loris Cecchini è un “progettare poesia”: la sua ricerca artistica, da<strong>gli</strong> esordi<br />

fino alle ultime o<strong>per</strong>e, ha sempre messo in discussione il reale attraverso una dialettica<br />

tra naturale e artificiale, confrontandosi continuamente con materiali eterogenei e<br />

problematiche progettuali sempre nuove e diverse. Seguendo un cammino che<br />

ri<strong>per</strong>corre le sue due esposizioni, Dotsandloops al Museo di arte moderna di Saint-<br />

Etienne e Solidsky alla Galleria Continua di San Gimignano, questo documentario fa<br />

luce sulle tematiche fondamentali del lavoro di Loris Cecchini attraverso il suo stesso<br />

racconto.<br />

The art of Loris Cecchini is a “design of poetry”: from the start of his career to his latest works, his artistic<br />

quest has always questioned reality by using dialectic between natural and artificial forms and he has<br />

continuously measured himself with heterogeneous materials and new, diverse projectual problems. In<br />

following a course which examines his last two large exhibits, Dotsandloops at the Saint-Etienne Museum<br />

of Modern Art and Solidsky at the Galleria Continua in San Gimignano, this documentary delves into the<br />

fundamental themes of the work of Loris Cecchini.<br />

29


ARTE E DINTORNI<br />

MICHAL ROVNER<br />

MAKOM I - MAKOM II<br />

Israele, 2007-2008, 8’, ebraico, s.t. inglese<br />

REGIA Michal Rovner<br />

FOTOGRAFIA Ardon Bar Hama, Michal Rovner,<br />

Shahar Reznik, Yaron Eini<br />

MONTAGGIO Yael Bedarshi, Michal Rovner<br />

MUSICA Anouar Brahem<br />

PRODUZIONE PaceWildenstein Gallery, Michal Rovner<br />

Michal Rovner è nata nel 1957 e vive tra New York<br />

e Israele. Ha al suo attivo oltre cinquanta mostre<br />

<strong>per</strong>sonali tra cui Fields of Fire (2006) al Jeu de<br />

Paume di Parigi; Against Order Against Disorder<br />

presentato nel 2003 al Padi<strong>gli</strong>one di Israele della<br />

Biennale di Venezia; Michal Rovner: The Space<br />

Between, 2002, una retrospettiva al Whitney Museum<br />

of Art di New York. Nel 2005 ha realizzato una<br />

video installazione <strong>per</strong>manente alta oltre 12 metri in<br />

occasione dell’inaugurazione del nuovo Museo Storico<br />

dell’Olocausto a Yad Vashem, Gerusalemme. Nel 2011<br />

presenterà una mostra <strong>per</strong>sonale al Louvre di Parigi.<br />

Michal Rovner è rappresentata dalla Pace Gallery<br />

di New York. In Italia lavora con lo <strong>Studi</strong>o Stefania<br />

Miscetti di Roma.<br />

Michal Rovner ha realizzato le o<strong>per</strong>e Makom I e Makom II racco<strong>gli</strong>endo le pietre dalle<br />

rovine di case israeliane e palestinesi in luoghi come Gerusalemme, Haifa, Galilea,<br />

Hebron, Nablus. Pur essendo di dimensioni diverse, l’artista ha deciso di non ta<strong>gli</strong>are<br />

le pietre originali ma di trovare il modo <strong>per</strong> farle combaciare tra di loro. Una squadra di<br />

muratori israeliani e palestinesi ha lavorato con Michal Rovner alla formazione di questo<br />

puzzle complesso, un collage di luoghi e tempi diversi del peso di sessanta tonnellate.<br />

Seguendo una classica tecnica archeologica, ogni singola pietra è stata numerata,<br />

affinché le o<strong>per</strong>e possano essere smontate e ricostruite in qualsiasi parte del mondo.<br />

Makom began with collecting stones of dismantled Israeli and Palestinian houses throughout Israel and<br />

the West Bank from places like Jerusalem, Haifa, Galilee, Hebron, Nablus, etc. Despite the different sizes<br />

of the original stones, Michal Rovner decided not to cut the stones to the same size, but to find a way to fit<br />

them together. A team of Israeli and Palestinian stone masons worked with Rovner on the complex puzzle.<br />

The result, a 60-ton collage of places and times. Aware that, in the future, the construction would be moved<br />

to other geographical locations, Rovner used the classical archaeological technique of numbering each<br />

stone thus allowing the work to be deconstructed and re-constructed anywhere in the world.<br />

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15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

MARLENE DUMAS: ONE HUNDRED<br />

MODELS AND ENDLESS REJECTS<br />

Stati Uniti, 2001, 10’, inglese<br />

REGIA Branka Bogdanov<br />

FOTOGRAFIA Aleksandar Jovanovic<br />

MONTAGGIO Robert Kirwan<br />

PRODUZIONE The Institute of Contemporary Art<br />

Branka Bogdanov è regista e sceneggiatrice di<br />

film, documentari e programmi culturali ed è stata<br />

insignita di numerosi premi e riconoscimenti. Ha<br />

iniziato la sua attività a Belgrado, facendosi conoscere<br />

a livello internazionale. Nel 1989 il suo interesse<br />

<strong>per</strong> l’arte contemporanea l’ha portata all’Institute of<br />

Contemporary Art (ICA) di Boston. Da allora ha scritto,<br />

prodotto e diretto oltre cinquanta film sull’arte e su<strong>gli</strong><br />

artisti, fra cui: An Afternoon with William Wegman,<br />

1991; Annie Leibovitz: Words and Images, 1992; The<br />

Bleeding Heart, 1995; Carol Rama: A Portrait, 1998;<br />

<strong>Studi</strong>o: Olafur Eliasson, 2000; Chen Zhen: Inner Body<br />

Landscapes, 2002; The Making of the New ICA, 2008;<br />

Anish Kapoor’s Poetic Laboratory; Damian Ortega:<br />

Do It Yourself, 2009.<br />

Questo documentario è il resoconto di una giornata trascorsa con Marlene Dumas nel<br />

suo studio di Amsterdam. Circondata da pagine di riviste, foto e libri d’arte da cui trae<br />

ispirazione, l’artista ci parla delle ansie e dei piaceri del processo creativo e ci illustra le<br />

due serie di dipinti One Hundred Models e Rejects.<br />

The ICA documentary on Marlene Dumas is a visual record of one day spent with the artist in her studio<br />

in Amsterdam. Dumas reflects humorously and candidly on the pleasures and anxieties of the creative<br />

process. Surrounded by the magazine clips, photos and art books that inspire her, Dumas discusses her<br />

two drawings series One Hundred Models and Rejects with passion and wit.<br />

31


ARTE E DINTORNI<br />

NEXT: A PRIMER<br />

ON URBAN PAINTING<br />

Canada, Francia, 2005, 95’, inglese, francese,<br />

spagnolo, portoghese, giapponese<br />

REGIA Pablo Aravena<br />

FOTOGRAFIA John Barrett Ashmore, Duraid Munajim,<br />

Alain Julfayan and Peter Krieger<br />

MONTAGGIO Christopher Hills-Wright<br />

MUSICA Sixtoo, Moonstarr, Scott C, Quantic, DJ Nuts<br />

SUONO Marco Fania<br />

PRODUZIONE Nadja Romain, Love Streams Production agnès b.<br />

La Street Art è un fenomeno underground entrato gradualmente nel circuito dell’arte<br />

convenzionale. Si è sviluppato come movimento culturale e sociale di massa alla fine de<strong>gli</strong><br />

anni Novanta, diffondendosi nei centri delle grandi metropoli nord-americane, in Europa e<br />

ne<strong>gli</strong> altri continenti. Incorporando e creando una varietà di nuove forme di espressione e<br />

linguaggi nati dalla contaminazione di culture diverse, la Street Art ha fortemente influenzato<br />

l’arte, la musica, la moda, il design, il cinema e la letteratura. I lavori di giovani artisti di<br />

strada hanno ottenuto riconoscimenti da riviste, gallerie d’arte e importanti collezionisti.<br />

Combinando immagini dal vero con interviste a esponenti del mondo dell’arte, giornalisti,<br />

sociologi e DJ, il film trasmette il dinamismo e la brillante creatività di questo movimento<br />

artistico emergente.<br />

Pablo Aravena vive e lavora a Montreal ed è regista,<br />

ricercatore e produttore. Ha studiato produzione<br />

cinematografica alla Concordia University, laureandosi<br />

nel 1997. Lavora come freelance nel campo del<br />

cinema e della televisione e ha diretto documentari,<br />

video e video-reportage nel campo musicale.<br />

Attualmente il suo interesse è volto verso i vari aspetti<br />

della cultura urbana. NEXT: A Primer on Urban<br />

Painting, la cui lavorazione è durata quattro anni, è il<br />

suo primo lungometraggio.<br />

Urban Culture is an underground phenomenon, which is steadily and subtly seeping into the mainstream.<br />

This hybrid culture, originating as a mix of music and new forms of visual expression, was born in the large<br />

metropolitan centers of North America and Western Europe. A dynamic blend of minority and immigrant<br />

cultures, it exploded out of the inner cities in the late 20th century, carrying the underground torch into the 21st<br />

century. Incorporating, appropriating, and creating a variety of forms of expression, it has greatly influenced<br />

new music, fashion, art, design, film, and literature. Painting has been taken in a new direction by a global<br />

group of young artists arising out of Urban Culture. Their work has gained recognition among their peers as<br />

well as by magazines, art galleries, and important collectors. Combining vérité visual moments and interviews<br />

with painters, journalists, collectors, sociologists, DJ’s, art critics and other participants within the subculture,<br />

the film conveys the dynamism and creative brilliance of this important emerging artistic movement.<br />

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15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

PICASSO AND BRAQUE<br />

GO TO THE MOVIES<br />

Stati Uniti, 2008, 60’, inglese<br />

REGIA Arne Glimcher<br />

FOTOGRAFIA Petr Hlinomaz<br />

MONTAGGIO Sabine Krayenbuehl<br />

PRODUZIONE Cubists LLC<br />

Martin Scorsese, Robert Greenhut, Bonnie Hlinomaz<br />

Arne Glimcher ha fondato nel 1960 a Boston la Pace<br />

Gallery che ha ospitato i maggiori esponenti dell’arte<br />

moderna e contemporanea e che ora conta tre sedi<br />

a New York e una a Pechino. È anche produttore e<br />

regista cinematografico. Ricordiamo i film: Just Cause,<br />

1995; The Mambo Kings, 1992; The Good Mother,<br />

1988; Gorillas in the Mist e Legal Eagles, 1986. Nel<br />

2003 ha ricevuto la Legion d’Onore dal Presidente<br />

della Repubblica francese. E’ nel consi<strong>gli</strong>o direttivo<br />

dell’African Environmental Film Foundation e del<br />

Mount Sinai Medical Center di New York. È autore di<br />

numerose pubblicazioni tra cui Agnes Martin, 2000;<br />

Je Suis le Cahier: The Sketchbooks of Picasso, 1986;<br />

Modern Art and Modern Science: The Parallel Analysis<br />

of Vision, 1984; Louise Nevelson, 1972. Insieme con<br />

Milly Glimcher, ha pubblicato nel 2001 Adventures in<br />

Art: 40 Years at Pace.<br />

Questo film ci mostra <strong>gli</strong> effetti e l’influenza della rivoluzione tecnologica ed in particolare<br />

dell’aviazione e del cinema su artisti come Pablo Picasso e Georges Braque. Con la<br />

narrazione di Martin Scorsese e interviste a studiosi d’arte e artisti, tra cui Chuck Close,<br />

Julian Schnabel e Eric Fischl, il film esamina l’incontro tra cinema e arte all’inizio del XX secolo<br />

e ci aiuta a comprendere la continua influenza del cinema sull’arte del nostro tempo.<br />

This film is a cinematic tour through the effects of the technological revolution, specifically the invention of<br />

aviation, the creation of cinema and their interdependent influence on artists Pablo Picasso and Georges<br />

Braque. With narration by Scorsese, and interviews with art scholars and artists including Chuck Close, Julian<br />

Schnabel and Eric Fischl, the film examines the collision course between film and art at the turn of the 20th<br />

Century and helps us to comprehend cinema’s continuing influence on the art of our time.<br />

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ARTE E DINTORNI<br />

THOMAS HIRSCHHORN:<br />

UTOPIA, UTOPIA - ONE WORLD,<br />

ONE WAR, ONE ARMY, ONE DRESS<br />

Stati Uniti, 2005, 15’, inglese<br />

REGIA Branka Bogdanov<br />

FOTOGRAFIA Aleksandar Jovanovic, Dusan Solomun,<br />

Guy DeFeis<br />

MONTAGGIO Randall Martens<br />

PRODUZIONE ICA<br />

Branka Bogdanov è regista e sceneggiatrice di<br />

film, documentari e programmi culturali ed è stata<br />

insignita di numerosi premi e riconoscimenti. Ha<br />

iniziato la sua attività a Belgrado, facendosi conoscere<br />

a livello internazionale. Nel 1989 il suo interesse<br />

<strong>per</strong> l’arte contemporanea l’ha portata all’Institute of<br />

Contemporary Art (ICA) di Boston. Da allora ha scritto,<br />

prodotto e diretto oltre cinquanta film sull’arte e su<strong>gli</strong><br />

artisti, fra cui: An Afternoon with William Wegman,<br />

1991; Annie Leibovitz: Words and Images, 1992; The<br />

Bleeding Heart, 1995; Carol Rama: A Portrait, 1998;<br />

<strong>Studi</strong>o: Olafur Eliasson, 2000; Chen Zhen: Inner Body<br />

Landscapes, 2002; The Making of the New ICA, 2008;<br />

Anish Kapoor’s Poetic Laboratory; Damian Ortega:<br />

Do It Yourself, 2009.<br />

Nella mostra Utopia, Utopia Thomas Hirschhorn riflette sul concetto di mimetizzazione<br />

ricorrente nella cultura contemporanea. L’abbi<strong>gli</strong>amento mimetico militare è un immediato<br />

riferimento simbolico alla guerra: i soldati lo usano <strong>per</strong> mimetizzarsi con l’ambiente, ma<br />

il ‘camouflage’ è anche una moda nel vestire diffusa in tutto il mondo. L’artista porta<br />

questa tendenza alle estreme conseguenze, creando uno spazio utopico nel quale il<br />

disegno mimetico militare diventa una metafora dell’ugua<strong>gli</strong>anza. Nella mostra realizzata<br />

al Wattis Institute for Contemporary Arts di San Francisco, Hirschhorn va oltre i criteri<br />

espositivi tradizionali, creando strutture complesse nelle quali combina illustrazioni,<br />

manichini, vetrine usando materiali eterogenei, come il fo<strong>gli</strong>o di alluminio, il cartone, la<br />

plastica, il compensato e fo<strong>gli</strong> di giornali.<br />

In the exhibit entitled Utopia, Utopia, Thomas Hirschhorn delves into the theme of camouflage which<br />

is so recurrent in contemporary culture. Military camouflage clothing emblemises the conflicts currently<br />

underway in Afghanistan and Iraq and is used by soldiers to blend in with the surrounding area. However,<br />

it is also a fashion style used to draw attention to oneself. The artist takes this tendency to an extreme,<br />

creating a utopian world in which camouflage dress becomes a metaphor for equality in the world. In the<br />

exhibit, realised at the Wattis Institute for Contemporary Arts in San Francisco, Hirschhorn goes beyond his<br />

customary exhibit criteria and creates complex structures which combine signs, illustrations, mannequins<br />

and vitrines using miscellaneous materials such as sheets of aluminium, cardboard, plastic, plywood or<br />

pages torn from magazines.<br />

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15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

VIEWS ON VERMEER -<br />

12 SHORT STORIES<br />

Olanda, 2009, 70’, inglese, olandese<br />

REGIA Hans Pool<br />

AUTORE Koos de Wilt<br />

FOTOGRAFIA Hans Pool<br />

MONTAGGIO Maaik Krijgsman<br />

SUONO Jan Wouter Stam<br />

PRODUZIONE Lagestee Film BV, AVRO<br />

Hans Pool è nato nel 1962. Ha studiato lingua e<br />

letteratura olandese all’Università di Amsterdam<br />

e regia, fotografia e design audiovisivo alla Royal<br />

Academy dell’Aia. È regista e o<strong>per</strong>atore. Ha realizzato<br />

numerosi film, documentari e serie televisive.<br />

Ricordiamo: Polderweg 106, 1992; A New Horizon,<br />

1994; The Wedding, 1994; Single Luck, 1998;<br />

Three Weeks Party, 2000; A Principle Choice, 2001;<br />

Tomorrow I Will Be the Bride, 2001; Boundless Desire,<br />

2003; All About Theatre, 2004; De Genco’s, 2004;<br />

Looking for an Icon, 2005; The Official Tribute to<br />

Senna, 2005; Pain, 2006; Rembrandt Inc., 2006; Van<br />

Dis in Afrika, 2007; From Moscow to Magadan, 2009.<br />

Johannes Vermeer (1632-1675) ci ha lasciato solo trentasei dipinti, ma la sua influenza<br />

è oggi più grande che mai. Mostre di successo, il romanzo La ragazza dall’orecchino di<br />

<strong>per</strong>la e il film che ne è stato tratto, hanno attirato l’attenzione del grande pubblico. Cosa<br />

rende Veermer così attuale Influenti artisti contemporanei, fotografi e opinionisti ci svelano<br />

il misterioso e straordinario impatto di questo maestro del XVII secolo sulla nostra epoca.<br />

Tra questi: Tracy Chevalier, autrice del romanzo storico La ragazza dall’orecchino di <strong>per</strong>la; il<br />

fotoreporter e giornalista Steve Mc Curry che scattò il famoso ritratto della ragazza afghana;<br />

l’artista americano Chuck Close e il fotografo olandese Erwin Olaf. Ognuno di loro focalizza<br />

l’attenzione su una particolare qualità artistica dell’o<strong>per</strong>a di Vermeer, aiutando lo spettatore a<br />

considerarla con occhi diversi: dal modo di dipingere i mattoni alle celate questioni politiche.<br />

Vermeer si configura come un diretto precursore della fotografia e del cinema e come fonte<br />

di ispirazione <strong>per</strong> i pittori contemporanei.<br />

Johannes Vermeer (1632-1675) left us a small oeuvre of only 36 paintings. Internationally, the power of<br />

his work is now more profound than ever. Blockbuster exhibitions, the novel and movie Girl with a Pearl<br />

Earring caught a broad audience. What do we see in Vermeer that makes him so contemporary Influential<br />

contemporary artists, photographers and opinion leaders unravel the extraordinary and mysterious impact<br />

of this 17th century master in our day and age. Among them: Tracy Chevalier, author of the historical<br />

novel Girl with a Pearl Earring; American photojournalist Steve McCurry, who shot the famous Afghan<br />

Girl portrait; American artist Chuck Close and Dutch photographer Erwin Olaf. Each section focuses on<br />

a particular quality of Vermeer’s work, helping the audience to look upon it with new eyes: from the<br />

way he painted bricks to the hidden political subject matter. The artist emerges as a direct precursor of<br />

photography and cinema, and a model of inspiration for today’s painters.<br />

35


ARTE E DINTORNI<br />

36


ARCHITETTURA<br />

37


ARCHITETTURA<br />

GARRISON. A POSTCARD<br />

FROM PARADISE<br />

Italia, Stati Uniti, 2009, 52’, italiano, inglese, spagnolo,<br />

giapponese, francese<br />

AUTORI Anton Giulio Onofri, Siretta Onofri<br />

MUSICA Ludovico Einaudi<br />

PRODUZIONE Actamovie<br />

Anton Giulio Onofri è nato a Roma nel 1959, è regista<br />

e autore di trasmissioni televisive e video dedicati<br />

alla cultura e all’arte. Nel 2001 dirige il suo primo<br />

mediometraggio, Ah già, che tu non c’eri, dedicato<br />

all’attività del gruppo artistico piemontese de<strong>gli</strong> ‘Eredi<br />

Brancusi’. Sempre nel 2001, il suo corto Mele viene<br />

selezionato da Nanni Moretti <strong>per</strong> quella che a tutt’oggi<br />

è l’ultima edizione del Sacher Festival. Nel 2004 realizza<br />

Visioni di Palio, documentario sul Palio di Siena con 17<br />

scrittori italiani contemporanei, da Andrea Camilleri a<br />

Barbara Alberti, da Melania Mazzucco a Tiziano Scarpa,<br />

da Carlo Lucarelli a Erri De Luca. E’ del 2007 The<br />

Sound of Rome, il film con Antonio Pappano che dal<br />

podio dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa<br />

Cecilia illustra i Poemi Sinfonici della Trilogia Romana di<br />

Ottorino Respighi, pubblicato in DVD dalla EMI.<br />

38<br />

Nello scorcio più spettacolare della Hudson Valley, dove nacque la prima scuola di pittura<br />

nordamericana, l’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza ha costruito <strong>per</strong> Nancy<br />

Olnick e Giorgio Spanu una casa di vetro e cemento dalla quale godere la splendida<br />

vista sull’ansa del fiume e dove custodire la loro collezione di artisti rigorosamente<br />

italiani: Michelangelo Pistoletto, Lucio Fontana, Mario Merz, Enrico Castellani, Alighiero<br />

Boetti, Carla Accardi, Gilberto Zorio, Fausto Melotti, Giulio Paolini, Mario Airò, Domenico<br />

Bianchi, Massimo Bartolini e tanti altri.<br />

In the spectacular scenario of the Hudson Valley, where the first school of North American painting<br />

emerged, the Spanish architect Alberto Campo Baeza built a glass and cement home for Nancy Olnick<br />

and Giorgio Spanu from which they could enjoy the splendid view of the river and where they could house<br />

their collection of exclusively Italian art works including those of Michelangelo Pistoletto, Lucio Fontana,<br />

Mario Merz, Enrico Castellani, Alighiero Boetti, Carla Accardi, Gilberto Zorio, Fausto Melotti, Giulio Paolini,<br />

Mario Airò, Domenico Bianchi, Massimo Bartolini and many others.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

LEARNING FROM LIGHT:<br />

THE VISION OF I.M. PEI<br />

Stati Uniti, 2009, 60’, inglese<br />

REGIA Bo Landin, Sterling Van Wagenen<br />

FOTOGRAFIA Jens Jansson<br />

MONTAGGIO Michael Fox<br />

MUSICA Yo-Yo Ma e The Silk Road Project<br />

PRODUZIONE LVL Slickrock Films<br />

in collaborazione con Qatar Museums Authority<br />

Bo Landin è fondatore e produttore esecutivo della Scandinature<br />

Film e presidente della Swedish Company Assorted Nuts<br />

Animation <strong>Studi</strong>os. E’ laureato in Scienze biologiche all’Università<br />

di Gothenburg e da oltre quarant’anni scrive libri e articoli di<br />

scienze, storia naturale ed ecologia. Nel campo ambientale<br />

ha realizzato numerosi documentari e programmi radiofonici e<br />

televisivi di grande successo. Tra questi ricordiamo: The Baltic<br />

Sea, 1986; Cubatao - The Valley of Death, 1987; Arctic Tragedy,<br />

1993; Secrets of the Pharaohs, 1995; The Dead Sea Scrolls<br />

-Voices from the Desert, 1998; Parting Lands, 2005; Ultimate<br />

Cruise Ship, 2006.<br />

Sterling Van Wagenen è professore universitario, produttore<br />

e regista. E’ stato co-fondatore del ‘Sundance Film Festival’<br />

nell’Utah e del ‘Sundance Institute’. Ha realizzato numerosi<br />

film, documentari e serie televisive ottenendo numerosi premi.<br />

Ricordiamo: The Trip to Bountiful; The Witching of Ben Wagner;<br />

la serie shakespeariana Hamlet, Othello, King Lear e Richard II;<br />

Christmas Snows, Christmas Winds; Alan and Naomi; Yosemite:<br />

The Fate of Heaven; Letting God Have His Way; Small Fortunes:<br />

Microcredit and the Future of Poverty che nel 2005 ha inaugurato<br />

l’Anno Internazionale del Microcredito alle Nazioni Unite.<br />

Cultura, natura e luce sono <strong>gli</strong> elementi fondamentali <strong>per</strong> uno dei maestri dell’architettura<br />

mondiale, il cino-americano I.M. Pei (nato nel 1917). Il film pone l’attenzione su uno dei<br />

suoi ultimi lavori: il Museo di Arte Islamica di Doha, in Qatar, inaugurato nel 2008. I.M.Pei<br />

era quasi novantenne quando accettò questo incarico, forse il più impegnativo mai<br />

ricevuto: “Molto francamente, non mi sentivo all’altezza… prima di dare il mio consenso<br />

ad accettare il lavoro dovevo apprendere qualcosa di più sulla storia dell’Islam”. Per<br />

mesi I.M.Pei si è immerso nell’architettura islamica, cercando di catturarne l’essenza;<br />

si è recato in Spagna, a Cordova e all’Alhambra di Granada e in Egitto dove ha trovato<br />

particolare ispirazione nella moschea Ahmed Ibn Tulun del Cairo. Il nuovo Museo di<br />

Arte Islamica è stato definito il “Louvre del Medio Oriente” ed è stato accolto come una<br />

meravi<strong>gli</strong>a mondiale dell’architettura, una splendida vetrina <strong>per</strong> una delle più raffinate<br />

collezioni di arte islamica del mondo.<br />

Culture, nature and light: these three elements provide the structure for this exploration of the mind and<br />

heart of one of the world’s master architects, Chinese-American I. M. Pei (b. 1917). The film focuses on his<br />

latest work: the Museum of Islamic Art in Doha, Qatar. He was nearly 90 years old when he accepted the<br />

commission, <strong>per</strong>haps his toughest yet. “Very frankly, I didn’t feel qualified... my acceptance was conditional,<br />

based on my learning something about the history of Islam”. The film takes us to Cordoba and the Alhambra<br />

in Grenada and then to Cairo, in search of reference points to fully understand Pei’s architecture. For months,<br />

Pei steeped himself in Islamic architecture, hoping to capture its essence, deriving inspiration in particular<br />

from the Ahmed Ibn Tulun Mosque in Cairo. Already, the new Museum of Islamic Art has been dubbed the<br />

“Louvre of the Middle East” and after opening its doors to the public in November 2008, it has been hailed as<br />

an architectural world wonder, a fitting showcase for one of the world’s finest collections of Islamic art.<br />

39


ARCHITETTURA<br />

RAY KAPPE: CALIFORNIA MODERN<br />

MASTER - FORTY YEARS OF<br />

MODULAR EVOLUTION<br />

Stati Uniti, 2009, 27’, inglese<br />

REGIA Muffie Dunn<br />

FOTOGRAFIA Tom Pi<strong>per</strong><br />

MONTAGGIO Chris White<br />

MUSICA Fernwood / Kirsty Hawkshaw<br />

PRODUTTORE Edgar B. Howard<br />

PRODUZIONE Checkerboard Film Foundation<br />

Muffie Dunn è direttore esecutivo della Checkerboard<br />

Film Foundation, un’organizzazione non-profit di<br />

New York volta a documentare attraverso il film e il<br />

video il lavoro di artisti e <strong>per</strong>sonaggi che hanno dato<br />

un importante contributo alla società americana. Ha<br />

realizzato i film di architettura: Daniel Libeskind: Denver Art<br />

Museum, Hamilton Building, 2008; Jean Nouvel: Guthrie<br />

Theater, 2008; Yoshio Taniguchi: The New Museum of<br />

Modern Art, 2008; Rick Joy: Interludes, 2009.<br />

Ray Kappe è una figura rappresentativa della scena dell’architettura di Los Angeles.<br />

Nel 1972 ha fondato il Southern California Institute of Architecture (SCI- ARC), dove<br />

gran parte de<strong>gli</strong> architetti della giovane generazione hanno studiato o insegnato. Le<br />

sue case in vetro e legno dolcemente rettilinee, basate su principi modulari, e realizzate<br />

con tecnologie moderne con una particolare attenzione al clima locale, continuano ad<br />

esplorare i principi del Modernismo di Los Angeles avanzati dal lavoro di Richard Neutra,<br />

Rudolph Schindler ed altri nei primi anni del XX secolo. Ray Kappe, nato nel 1927, è<br />

oggi in prima linea nella progettazione di prefabbricati secondo i criteri di un’architettura<br />

sostenibile. Il film riprende Kappe tra le mura domestiche, cominciando con una visita<br />

nella casa che costruì <strong>per</strong> la sua fami<strong>gli</strong>a nel 1967 a Pacific Palisades e segue le fasi<br />

della sua carriera.<br />

Ray Kappe has long been a cult figure in the Los Angeles architectural scene. In 1972 he founded<br />

the influential, avant-garde Southern California Institute of Architecture (SCI- ARC), where many of the<br />

younger-generation architects have studied or taught. In addition, his smoothly rectilinear wood-and-glass<br />

houses, based on modular principles, modern technology, and a sensitive response to the regional climate,<br />

continue to explore the principles of Los Angeles Modernism put forth in the works of Richard Neutra,<br />

Rudolph Schindler and others in the early 20th Century. Significantly, the architect, born in 1927, is at the<br />

forefront of prefabricated, sustainable design today. The film explores Kappe’s thinking behind his domestic<br />

work, beginning with a tour of the iconic hillside house he built for his family in Pacific Palisades in 1967,<br />

and traces the trajectory of his career that led to his two heralded, sustainable, prefabricated houses<br />

designed for LivingHomes in 2006-2007.<br />

40


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

FOTOGRAFIA<br />

41


FOTOGRAFIA<br />

DESERTO ROSA - LUIGI GHIRRI<br />

Italia, 2009, 47’, italiano<br />

REGIA Elisabetta Sgarbi<br />

FOTOGRAFIA Daniele Baldacci<br />

MUSICA Franco Battiato<br />

ATTORI Sabrina Colle, Andrea Renzi<br />

VOCI Toni Servillo, Andrea Renzi<br />

PRODUZIONE Betty Wrong<br />

Elisabetta Sgarbi è regista e direttore editoriale della<br />

casa editrice Bompiani. Ha diretto, tra <strong>gli</strong> altri: This is<br />

my Chocky Message, 2000; La notte che si sposta -<br />

Gianfranco Ferroni, 2002; Fantasmi di voce - Antonio<br />

Stagnoli, 2003. Notte senza fine. Amore, tradimento,<br />

incesto, è il suo primo lungometraggio; seguono<br />

Palladio, la luce della ragione, 2005; Apparizioni -<br />

Mathias Grünewald, 2006; Tresigallo, dove il marmo<br />

è zucchero, 2006; La bicicletta incantata, 2006; Le<br />

Nozze nascoste o la Primavera di Sandro Botticelli,<br />

2007; Il pianto della statua, 2007; Non chiederci la<br />

parola - Il Gran teatro montano del Sacro Monte di<br />

Varallo, 2008. Nel 2009 dirige L’ultima salita. La Via<br />

Crucis di Beniamino Simoni; Deserto Rosa - Luigi<br />

Ghirri e Raffaello. La stanza della segnatura. Collabora<br />

con il “Il Sole 24 Ore”. Ha ideato, e da undici anni<br />

ne è il Direttore artistico, il festival ‘La Milanesiana<br />

Letteratura Musica Cinema Scienza’.<br />

42<br />

Accostarsi alle fonti dell’emozione, questo è il criterio-guida di tutta l’o<strong>per</strong>a di Luigi<br />

Ghirri ed è anche l’obiettivo del film. L’ultimo progetto di Luigi Ghirri, doveva essere<br />

una ‘casa delle stagioni’: acquistare un casolare, che compare nelle ultime o<strong>per</strong>e del<br />

fotografo, nei pressi della sua casa di Roncocesi, in Emilia Romagna, e allestirvi mostre<br />

legate ciascuna alla stagione corrente, in modo da creare una stretta relazione tra<br />

tempo naturale e tempo dell’arte. A questo progetto interrotto si ispira Deserto Rosa,<br />

in cui la telecamera ‘visita’ una serie di paesaggi fotografati da Ghirri appunto secondo<br />

l’alternarsi delle stagioni: Primavera, Estate, Autunno, Inverno e Primavera notturna.<br />

Aleksandr Sokurov racconta ciascuna stagione rappresentata nel film, focalizzando in<br />

forma narrativa il sentimento della ciclicità del tempo di Luigi Ghirri.<br />

The purpose of this film is to approach the sources of emotion, which are the essential guidelines of the<br />

great photographer Luigi Ghirri’s entire body of work. His ultimate project, was a “house of seasons”: he<br />

planned to buy a cottage - appearing in his last works - near his house in Roncocesi, with the aim of using it<br />

as a venue for staging of a series of exhibitions, each related to a season, in order to establish a relationship<br />

between the time of nature and the time of Art. Deserto Rosa is inspired by this interrupted project: the<br />

camera “pays a visit” to a sequence of landscapes photographed by Ghirri during the seasons of Spring,<br />

Summer, Autumn, Winter and “Nocturnal Spring”. Aleksandr Sokurov describes each season represented in<br />

the movie, and in a narrative form, focuses on Luigi Ghirri’s concept of the cyclic nature of time.


15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI <strong>FILM</strong> SULL’ARTE CONTEMPORANEA | artecinema<br />

MARTIN PARR.<br />

THE MAGIC MOMENT<br />

Olanda, Gran Bretagna, Francia, 2003, 60’, inglese, olandese<br />

REGIA Hank Onrust<br />

FOTOGRAFIA Sander Snnoep (Peter Mariouw Smith, Hank Onrust)<br />

MONTAGGIO Brian Ent (Govert Janse)<br />

SUONO Pieter Guyt<br />

(Frenk van der Sterre, Mark Wessner, Menno Euwe)<br />

PRODUZIONE Pascale de Ruiter<br />

Hank Onrust è nato nel 1941. Ha studiato alla Royal<br />

Academy of Art dell’Aia e al Royal College of Art di<br />

Londra. E’ produttore e regista televisivo. Ha realizzato<br />

vari programmi culturali e di arte <strong>per</strong> la Televisione di<br />

Stato olandese, VPRO, tra cui la serie RAM (Round<br />

About Midnight); inoltre i film The Ivory Tower, Men<br />

Suffering, The Sacred Fire, Atlantis e Northern Lights.<br />

E’ stato membro del comitato Netherlands Architecture<br />

ed ha realizzato documentari su una serie di architetti.<br />

La sua filmografia comprende tra l’altro: The Flying<br />

Man, 2001; Nelly van Doesburg. Get up and Change<br />

the Mess, 2000; Mart Stam - The Architect’s Life and<br />

Work, 1996; Diary of Anne Frank, 1985.<br />

Martin Parr (Surrey, Inghilterra, 1952) è uno dei fotografi più innovativi del nostro tempo.<br />

Inizia la sua carriera ne<strong>gli</strong> anni Settanta, dopo aver studiato fotografia al Manchester<br />

Polytechnic College. Nel 1994 entra a far parte dell’agenzia fotografica Magnum. Fin da<strong>gli</strong><br />

esordi Martin Parr si è interessato ai comportamenti sociali, al modo in cui le <strong>per</strong>sone<br />

arredano le proprie case, ai cibi che scelgono di mangiare, a<strong>gli</strong> abiti che indossano, alle mete<br />

turistiche che prediligono ed ha cominciato a fotografare queste abitudini ordinarie con uno<br />

sguardo acuto ed ironico. Il filo rosso che <strong>per</strong>corre tutti i suoi lavori è un’attenta riflessione<br />

sul consumismo, inteso non solo come stile di vita, ma come ideologia paradossale della<br />

società contemporanea.
La sua è soprattutto una riflessione sulla fotografia come mezzo<br />

di rappresentazione del reale in un mondo in cui il reale e la sua immagine si confondono<br />

sempre di più fra loro. In questo documentario vediamo una carrellata delle sue fotografie<br />

più note, lo ascoltiamo mentre ci parla del suo lavoro e lo seguiamo ad Ascott durante il<br />

Ladies Day mentre realizza alcuni scatti della famosa serie Luxury.<br />

Martin Parr (Surrey, England, 1952) is one of the most innovative photographers of our time. He began his<br />

career in the Sixties, after having obtained his degree in photography at Manchester Polytechnic College. In<br />

1994, he joined Magnum Photos. Since the start of his career, Martin Parr has always been interested in social<br />

behaviour, the manner in which people decorate their own homes, the food they choose to eat, the clothes they<br />

wear and their favourite holiday sites. He began to catalogue these ordinary habits with a keen, cutting sense<br />

of irony. The continuous thread which runs through all of his work is his attentive reflection upon consumerism,<br />

intended not only as a life style but also as a paradoxical ideology of contemporary society. Above all, his work<br />

reflects upon photography as a means expressing reality in a world in which reality and the image of reality have<br />

become increasingly intertwined. In this documentary, produced by the Dutch State Television, the audience is<br />

able to view a conspectus of Parr’s most interesting photos, listen to him speak about his work and follow him<br />

on Ladies Day at Ascott as he takes photographs for his famous Luxury series.<br />

43


FOTOGRAFIA<br />

Rineke Dijkstra<br />

Stati Uniti, 2001, 16’, inglese<br />

REGIA Branka Bogdanov<br />

FOTOGRAFIA Aleksandar Jovanovic<br />

MONTAGGIO Robert Kirwan<br />

PRODUZIONE The Institute of Contemporary Art<br />

Branka Bogdanov è regista e sceneggiatrice di<br />

film, documentari e programmi culturali ed è stata<br />

insignita di numerosi premi e riconoscimenti. Ha<br />

iniziato la sua attività a Belgrado, facendosi conoscere<br />

a livello internazionale. Nel 1989 il suo interesse<br />

<strong>per</strong> l’arte contemporanea l’ha portata all’Institute of<br />

Contemporary Art (ICA) di Boston. Da allora ha scritto,<br />

prodotto e diretto oltre cinquanta film sull’arte e su<strong>gli</strong><br />

artisti, fra cui: An Afternoon with William Wegman,<br />

1991; Annie Leibovitz: Words and Images, 1992; The<br />

Bleeding Heart, 1995; Carol Rama: A Portrait, 1998;<br />

<strong>Studi</strong>o: Olafur Eliasson, 2000; Chen Zhen: Inner Body<br />

Landscapes, 2002; The Making of the New ICA, 2008;<br />

Anish Kapoor’s Poetic Laboratory; Damian Ortega:<br />

Do It Yourself, 2009.<br />

44<br />

La cinepresa segue Rineke Dijkstra nel suo studio di Amsterdam mentre l’artista riflette<br />

sull’idea della transitorietà del tempo nei suoi ritratti di adolescenti e fornisce aneddoti<br />

su alcune delle sue fotografie più famose e sul suo approccio al mezzo fotografico. La<br />

seguiamo durante una visita a un rifugiato bosniaco mentre ci affascina con storie sui<br />

<strong>per</strong>sonaggi che catturano il suo sguardo.<br />

The camera follows Rineke Dijkstra through her studio in Amestrdam, as the artist contemplates the idea<br />

of transition in her portraits of adolescents, provides “behind the scene” stories about some of her most<br />

renowned photographs, and discusses her approach to the medium of photography. Also, the ICA’s film<br />

crew follows Dijkstra on a visit with a young Bosnian refugee, captivating the viewer with stories about the<br />

characters that occupy her visual world.


<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Italiano</strong><br />

<strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong><br />

<strong>Filosofici</strong><br />

Diploma d’onore<br />

del Parlamento Europeo<br />

Via Monte di Dio, 14<br />

Palazzo Serra di Cassano<br />

80132 Napoli<br />

Tel. 081 7642652<br />

Fax 081 764 2654<br />

www.iisf.it<br />

46


JACQUES DERRIDA<br />

École des Hautes Études en Sciences Sociales<br />

Per Gerardo Marotta: dare e ricevere ragione<br />

In occasione del conferimento della laurea honoris causa<br />

in Filosofia dell’Università di Paris III Sorbonne-Nouvelle<br />

Un giorno <strong>gli</strong> si darà ragione e più che mai si capirà che, molto prima<br />

de<strong>gli</strong> altri, ha visto lontano, in anticipo sui tempi. Anche noi, <strong>per</strong>ciò, non<br />

dobbiamo frapporre indugi.<br />

L’homme des Lumières: così s’intitolava un congresso internazionale, tenuto a<br />

San Pietroburgo e a Parigi. Gerardo Marotta ne raccolse <strong>gli</strong> atti in un libro<br />

pubblicato a Napoli nel 1992. Ma questo titolo merita un’attribuzione:<br />

a mio avviso “l’homme des Lumières”, oggi come domani, è lui, Gerardo<br />

Marotta. Se mi si domandasse a bruciapelo di rispondere alla domanda<br />

«qual è il modello <strong>per</strong> l’homme des Lumières nel 1996», non troverei<br />

identificazione mi<strong>gli</strong>ore.<br />

Mi piace pensare all’avvocato e mi accorgo che la mia ammirazione <strong>per</strong><br />

quest’uomo fuori del comune non ha misura: è sorridente, affettuosa, ma<br />

soprattutto grande e singolare. Sì, è dentro di me, ma più grande di me.<br />

Grande come il mondo eppure stretta, penetrante e in salita, come un<br />

vicolo soleggiato di Napoli.<br />

L’ammirazione non è disgiunta dalla gratitudine <strong>per</strong> ciò che ho ricevuto da<br />

quest’ospite incomparabile, io come tanti altri, quando son stato a casa sua,<br />

nel sud dell’Italia. Ma l’ammirazione riguarda soprattutto quel che, prima di<br />

essere un dono di ospitalità, è degno di essere ammirato. Un’ammirazione<br />

che è più grande di me, come ho detto, <strong>per</strong>ché comprende il mondo che<br />

l’avvocato ha fatto suo: la causa dell’universalità, la causa della ragione difesa<br />

appassionatamente, in Europa e nel mondo, nelle aule di quei giganteschi<br />

tribunali che sono le istituzioni internazionali, da Strasburgo a New<br />

York, dal Parlamento europeo alle Nazioni unite. Una causa proclamata<br />

dalle tribune dell’umanità dove Gerardo Marotta ebbe l’inaudita audacia<br />

di chiamarci <strong>per</strong>ché unissimo la nostra voce al suo Appello <strong>per</strong> la filosofia.<br />

Cittadino del mondo e amante della res publica, quest’illuminista ha osato<br />

lanciare al mondo un appello <strong>per</strong> la salvezza, il passato e l’avvenire della<br />

filosofia, <strong>per</strong> il rispetto incondizionato del pensiero, a favore del sa<strong>per</strong>e e dei<br />

libri, <strong>per</strong> la pedagogia e <strong>per</strong> la ricerca, <strong>per</strong> l’umanesimo e <strong>per</strong> la scienza.<br />

La mia ammirazione è singolare <strong>per</strong>ché questa figura esemplare di fede<br />

nell’illuminismo del nostro tempo e di domani è contornata da un’aura di<br />

seduzione irresistibile: è il carisma di un uomo gracile, modesto, sorridente<br />

ed arguto, riservato, anche se sempre presente a tutti, sensibile di volta in<br />

volta ai casi individuali dei suoi amici, dei suoi colleghi e dei suoi studenti. Sì,<br />

sono tutti suoi ospiti, e se nel ricevere le <strong>per</strong>sone e<strong>gli</strong> intende racco<strong>gli</strong>erne<br />

il pensiero, la filosofia, il sa<strong>per</strong>e, l’umanità, <strong>gli</strong> scritti, non dimentichiamo<br />

che, mentre riceve, e<strong>gli</strong> dona: dà la parola all’ospite e <strong>gli</strong> fa dono della sua.<br />

Sempre e<strong>gli</strong> rende visita ai suoi ospiti, anche quando essi sono a casa sua. È<br />

pronto ad ascoltare, suprema cortesia, come se fosse lui l’invitato. È questa<br />

la grande arte, un’arte rispettosa delle leggi dell’ospitalità.<br />

Dirò ancora che la mia ammirazione è singolare, <strong>per</strong>ché vivificata nella<br />

memoria da un insieme di sensazioni: sono sussurri, immagini e profumi.<br />

Per ritrovare Marotta a volte mi basta rievocare un’intonazione: faccio<br />

risuonare il suo nome all’italiana, come i conducenti dei taxi quando si<br />

47


è a Napoli, e si è in ritardo <strong>per</strong> l’<strong>Istituto</strong>. Appena sentono quel nome, loro<br />

sanno dove andare: ma non dove, sanno da chi si deve andare. Perché<br />

l’<strong>Istituto</strong>, quest’asilo o santuario della filosofia universale, è innanzi tutto<br />

una casa, è casa sua. Nel tornare indietro col pensiero si procede come<br />

al rallentatore, <strong>per</strong>ciò spesso mi compiaccio di salire lentamente - questa<br />

volta senza taxi - un viale di ricordi. Mi soffermo, mi abbandono al piacere<br />

di analizzare nel detta<strong>gli</strong>o un singolo episodio, depositato in fondo alla<br />

mia immaginazione; oppure analizzo le tappe del mio viaggio <strong>per</strong> Napoli,<br />

quando recarsi in questa città è come andare nel centro del mondo. Allora<br />

scopro il cosmopolitismo, quello di cui parla Kant nell’orizzonte della<br />

“pace universale”, il “diritto cosmopolita”: lo scopro in fondo a un vicolo<br />

inondato da profumi, colorato dalla frutta, gremito di grida, ombre e luci;<br />

e il ricordo va a una strada di Algeri, nella mia infanzia.<br />

Ovunque mi trovi, posso sempre fantasticare di risalire la via Monte di Dio,<br />

mentre mi reco all’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>. Vi sono stato<br />

spesso, ma ricordo bene la prima volta, parecchi anni fa. Non conoscevo<br />

ancora il fascino di Gerardo Marotta, efficacemente protetto dalla virtù<br />

della sua discrezione. Il suo è un nome di risonanza mondiale, lui è un<br />

grande navigatore della cultura: questo è l’audace Gerardo Marotta, ma<br />

nel fondo è un uomo timido, riservato, prudente (il contrario dell’uomo<br />

mondano). Ho sco<strong>per</strong>to il suo fascino poco <strong>per</strong> volta, tutte le volte<br />

che tornavo in cima a quella collina, in quei luoghi di meditazione e<br />

discussione che meriterebbero d’esser rappresentati in un affresco o in<br />

un romanzo d’altri tempi. Ho detto “quei luoghi”, al plurale, <strong>per</strong>ché non<br />

saprei contarli. L’<strong>Istituto</strong> <strong>per</strong> me rappresenta un insieme di cause e di cose:<br />

una dimora abitata da sussurri e cigolii, ma anche un castello dove i lavori<br />

di costruzione e restauro sono sempre in corso, un monumento storico<br />

rivestito da un’impalcatura <strong>per</strong>enne (l’ “impalcatura” rende bene l’idea<br />

dell’attività di quest’intraprendente architetto), un monastero al riparo dal<br />

mondo, un’università su<strong>per</strong>stite del Medioevo e un Collegio internazionale<br />

del XXI secolo «mondializzato», provvidamente già nato. Ecco i navigatori<br />

multimediali, qui sono i fax e la e-mail, lì le telecamere e i sistemi video, si<br />

organizzano conferenze simultanee e poliglotte, i sistemi di archiviazione<br />

sono rigorosamente high-tech.<br />

Il disordine magistralmente organizzato dell’<strong>Istituto</strong> può essere paragonato<br />

a quello di un mercato meridionale dove le merci si trovano tutte <strong>per</strong>ò<br />

al loro posto, e così il mangiare e il bere: l’<strong>Istituto</strong> è insieme una fiera<br />

del libro, un forum, un’agorà, un parlamento di filosofi, dov’è possibile<br />

incontrare in gran numero ascoltatori assorti, studenti d’ogni età, professori<br />

venuti da Napoli, Roma e Milano, ma anche da tutto il mondo, fotografi<br />

con flash impietosi, giornalisti che vi carpiscono un’intervista all’ingresso<br />

di un salone, uomini e donne di cultura che negl’intervalli fra le relazioni<br />

si aggregano in capannelli e continuano a dibattere i temi del seminario,<br />

della presentazione di un libro o di una tavola rotonda.<br />

Gerardo Marotta sta nell’ombra, con una raffinatezza pari alla sua generosità, ma<br />

è lui la sorgente della luce che si diffonde ovunque la filosofia lo reclami. Prima<br />

di tutto e senza dubbio a Napoli, poiché Napoli rende attuale, attraverso lui,<br />

48


il ricordo del suo passato di grande capitale della filosofia: l’<strong>Istituto</strong> conserva<br />

l’eredità di questo passato senza <strong>per</strong>ò arroccarsi, aprendosi, al contrario, a tutti i<br />

venti della modernità. Ma l’<strong>Istituto</strong> non è presente soltanto a Napoli. (Ricordo<br />

una bella giornata all’isola di Capri, insieme con Ferraris, Gadamer, Gargano,<br />

Trias, Vattimo, Vitiello, <strong>gli</strong> editori Laterza e Marchaisse: ero stato invitato<br />

a parlare della religione, argomento di non poco respiro, tra i Fara<strong>gli</strong>oni e<br />

il Vesuvio). L’<strong>Istituto</strong> è presente in tutta Italia, e poi in Francia e ovunque<br />

in Europa, nell’insegnamento e nella ricerca, in progetti editoriali audaci e<br />

necessari. È presente nei rapporti con le istituzioni pubbliche e private, quando<br />

apre la strada a nuove forme contrattuali fra lo Stato e la società civile, definendo<br />

i ruoli dell’intervento pubblico e delle fondazioni private, prendendo iniziative<br />

locali, nazionali, europee e internazionali.<br />

Non conosco al mondo, oggi, un progetto analogo, e altrettanto esemplare,<br />

attuato con tanta dolce ostinazione, con un tal genio dell’ospitalità. In<br />

nessun altro posto, in nessun’altra istituzione, ho trovato maggiore a<strong>per</strong>tura<br />

e maggiore tolleranza, una così vigile attenzione nel tener presente<br />

contemporaneamente la tradizione culturale e le occasioni dell’avvenire.<br />

Gerardo Marotta si propone, da un lato, di far rivivere le tradizioni<br />

culturali minacciate e i loro tesori, spesso inaccessibili, come testimoniano<br />

le rigorose, sobrie, ma splendide edizioni internazionali di libri realizzati<br />

nel rispetto delle regole dell’arte e con rigore scientifico: sono centinaia di<br />

edizioni, in più lingue, che è possibile ammirare nella mostra organizzata<br />

nella Cappella della Sorbona. Basti <strong>per</strong> tutti l’esempio dell’edizione delle<br />

o<strong>per</strong>e di Giordano Bruno.<br />

D’altro canto <strong>per</strong>ò un eguale interesse <strong>per</strong> la storia, e un uguale coraggio<br />

di scopritore, lo spingono verso altri continenti, altri modi di esprimersi o<br />

comunicare, verso nuovi “supporti” d’informazione, anche molto popolari.<br />

Il fine è quello di mettere alla portata di tutti il pensiero, ma senza inutili<br />

o <strong>per</strong>icolose concessioni. Penso in particolare a quella grande biblioteca<br />

multimediale in via di realizzazione. Essa sarà, secondo il desiderio del<br />

suo propugnatore, universale e televisuale. Io stesso ho avuto l’onore di<br />

esser chiamato a far parte del progetto. Mi è stato chiesto - una terribile<br />

responsabilità, come sempre, quando si tratta di definire delle priorità<br />

-d’indicare le prime dieci o<strong>per</strong>e del pensiero: sarebbero state incluse nella<br />

biblioteca multimediale e poi sarebbero state diffuse. Quindi mi è stato<br />

chiesto di giustificare la mia scelta: questo avveniva nel corso di un’intervista<br />

da registrare in video! Ho provato a fuggire, poi ho accettato di correre<br />

questo rischio. Mi sono rassicurato dicendomi: se lo fa lui…<br />

Mentre mi sforzavo di spiegare davanti ad una telecamera <strong>per</strong>ché, <strong>per</strong><br />

esempio, il Timeo di Platone dovesse figurare accanto a una certa o<strong>per</strong>a di<br />

Marx o di Blanchot, pur soffrendo l’inferno, andavo dicendomi, a mano a<br />

mano, sempre più convinto: questo è tuttavia quel che Marotta, a conti fatti,<br />

ha ragione di fare. Lui corre dei rischi e presta il fianco alle critiche, dal<br />

momento che i nemici, come Dio vuole, non <strong>gli</strong> mancano. Se ha ragione<br />

di far così, ha ragione di chiederci di fare altrettanto e noi dobbiamo<br />

esser<strong>gli</strong>ene grati. Marotta vede chiaro e lontano, precorre i tempi. Si<br />

presenta all’appuntamento in anticipo. Ha ragione. Bisogna dar<strong>gli</strong>ene atto.<br />

Bisogna dar<strong>gli</strong> ragione. Avrà avuto ragione prima di tutti <strong>gli</strong> altri.<br />

49


MARC FUMAROLI<br />

dell’Académie Française<br />

Un punto di vista elevato<br />

<strong>per</strong> fare l’Europa<br />

Nella storia de<strong>gli</strong> alti studi in Europa, l’Università, una delle creazioni più<br />

originali del Medio Evo, costituisce il capitolo centrale e maggiore. Oggi più<br />

che mai, a dispetto delle evoluzioni e rivoluzioni, l’Università resta l’istituzione<br />

madre e la forza portante della ricerca e della trasmissione del sa<strong>per</strong>e.<br />

Forte delle sue tradizioni secolari, del suo immenso prestigio spirituale,<br />

l’Università di Parigi, decidendo di conferire all’avvocato Gerardo Marotta,<br />

presidente e fondatore dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>, la laurea<br />

honoris causa, fa un gesto di consacrazione il cui significato simbolico merita<br />

di essere meditato.<br />

Questo gesto è tanto più carico di significato, in quanto non è un gesto<br />

scontato. L’<strong>Istituto</strong>, che l’Università di Parigi onora, è un’iniziativa privata e il<br />

suo presidente-fondatore, al quale essa conferisce <strong>gli</strong> allori, esercita una libera<br />

professione.<br />

L’Università francese ha spesso mostrato diffidenza - bisogna riconoscere,<br />

con ragione - verso qualsiasi confusione tra la sua vocazione disinteressata<br />

all’insegnamento e alla ricerca e il “mondo” degl’interessi privati. Ma questa<br />

sana prudenza, tanto più giustificata oggi che la moderna economia di<br />

mercato tende a sottomettere la scuola stessa al suo modello pubblicitario e<br />

consumistico, non impedisce di far le necessarie distinzioni. La “società civile”,<br />

fortunatamente, non si riduce, nemmeno oggi, a<strong>gli</strong> affaristi e ai pubblicitari.<br />

Gli onori che l’Università di Parigi ha deciso di tributare all’avvocato Marotta<br />

riconoscono e fanno sa<strong>per</strong>e che, anche nella sfera delle attività private, il<br />

desiderio disinteressato di sa<strong>per</strong>e e la passione messa al suo servizio possono<br />

manifestarsi più generosamente all’esterno dell’Università che intra muros. È<br />

quindi nel mi<strong>gli</strong>or interesse dell’Università il distinguere tali alleati extra muros<br />

e celebrarli tanto più degnamente, in quanto essi propongono un raro esempio,<br />

pongono criteri rigorosi e fanno da contrappeso alla folla dei falsi amici.<br />

In altre epoche della storia de<strong>gli</strong> alti studi, quando le pressioni del “mondo”<br />

pubblicitario e commerciale erano sconosciute, è accaduto che l’Università,<br />

<strong>per</strong> un geloso eccesso di “spirito di corpo”, abbia combattuto i suoi mi<strong>gli</strong>ori<br />

alleati extra muros. Ciò non avveniva <strong>per</strong> una sana diffidenza contro i corruttori,<br />

ma come riflesso dell’egoismo e della pigrizia spirituale contro gl’innovatori<br />

geniali che potessero turbare la routine e i privilegi del mondo accademico.<br />

L’Alma Mater parigina, nel corso della sua lunga storia, non è stata esente da<br />

queste chiusure di casta. Spesso nel passato ha guardato con occhio severo ed<br />

anche geloso <strong>gli</strong> “avventurieri” - potevano anche chia marsi Guillaume Budé<br />

o Ignazio di Loyola - responsabili di creare i Collèges, l’esistenza dei quali<br />

rappresentava <strong>per</strong> essa un attentato ai suoi privilegi e una <strong>per</strong>icolosa concorrenza.<br />

Fu necessaria l’autorità del Re di Francia <strong>per</strong> imporre e poi proteggere nel XVI<br />

secolo il Collegio dei Lettori reali e <strong>per</strong> moltiplicare nel XVII secolo i segni in<br />

favore del Collegio di Clermont, al quale Luigi XIV <strong>per</strong>mise di portare il suo<br />

nome, affinché queste due “accademie” di alti studi potessero sopravvivere ai<br />

processi intentati contro di loro dall’Università di Parigi.<br />

Il tempo ha mostrato che quei sospetti erano i sintomi di una sclerosi, piuttosto<br />

che indizi di prudenza. Gli alti studi, francesi ed europei, hanno largamente<br />

50


eneficiato della moltiplicazione, attorno o ai margini dell’Università, dei<br />

centri di sa<strong>per</strong>e. Pierre Ramus, Jean Dorat, Pierre Gassendi hanno ricevuto<br />

dal Collegio reale un’autorità e una rinomanza che servirono il progresso<br />

dello spirito. Descartes, Voltaire e Diderot appresero nei Collegi dei Gesuiti<br />

francesi una disciplina enciclopedica che diede il primo impulso al loro genio.<br />

Descartes sognò <strong>per</strong>sino e a lungo, <strong>per</strong> porre riparo all’esaurirsi della filosofia<br />

universitaria, di “convertire” al suo metodo l’insegnamento dei Collegi gesuiti,<br />

che <strong>gli</strong> apparivano più a<strong>per</strong>ti e più vivi.<br />

Fu comunque attraverso vie più indirette, ma ugualmente private, che la<br />

filosofia cartesiana s’impose. La scienza e l’insegnamento universitario stessi,<br />

in Francia e altrove in Europa, finirono <strong>per</strong> considerare Descartes, Voltaire e<br />

Diderot come dei “classici”, e la loro o<strong>per</strong>a, dopo aver a lungo vagato <strong>per</strong> vie<br />

im<strong>per</strong>vie, è entrata a far parte del patrimonio universale delle scuole.<br />

Lo spirito europeo non può chiudersi in alcuna istituzione, nemmeno in quelle<br />

più stabili e gloriose: questo spirito soffia dove vuole. L’Università, l’istituzione<br />

dello spirito <strong>per</strong> eccellenza, ha, oggi come un tempo, tutto da guadagnare, nel<br />

lungo termine, dal fiorire delle scuole, degl’istituti, dei collegi, dei centri privati<br />

di ricerca e di incontri “liberi” che non possono né pretendono di sostituirla,<br />

ma che lavorano nella stessa direzione e servono la sua finalità ultima: la crescita<br />

dello spirito.<br />

Questo rigo<strong>gli</strong>o d’istituzioni è in realtà una barriera alle due minacce mortali<br />

che pesano sulla libertà e creatività dell’Università moderna: l’efficientismo al<br />

servizio di interessi economici e sociologici miopi e la burocratizzazione, che,<br />

in fondo, lavora anch’essa <strong>per</strong> soffocare. È costato caro all’Università dell’Ancien<br />

Régime il non sa<strong>per</strong> riconoscere i suoi veri alleati extra muros. Costerebbe ancor<br />

più all’Università moderna, molto più esposta della sua vecchia antenata, il<br />

non rendere giustizia alle iniziative private, quando esse sono, come l’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>, di generosa ispirazione. Contro corrente<br />

rispetto al torrente dell’epoca, questi alleati “esterni” sono i soli capaci di creare<br />

attorno all’Università un ambiente contemporaneamente favorevole, protetto<br />

e fertile. Bisogna dunque rallegrarsi senza riserve <strong>per</strong> il fatto che l’Università<br />

di Parigi mette al rango dei suoi pari l’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong><br />

conferendo il titolo di dottore honoris causa al suo presidente-fondatore.<br />

L’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong> è stato fondato nel 1975 sotto <strong>gli</strong><br />

auspici dell’Accademia dei Lincei, secondo un’ispirazione che risale al XVII<br />

secolo. A Roma, nel 1603, il giovane principe Federico Cesi creò, di sua<br />

iniziativa, un’Accademia enciclopedica di cui Galileo, Cassiano dal Pozzo, il<br />

mecenate di Nicolas Poussin, furono membri. La maggioranza dei professori<br />

dello <strong>Studi</strong>o di quella Roma di un tempo sono stati dimenticati. Ma la breve<br />

e folgorante avventura dei “Lynx” (che terminò nel 1631 con la morte del<br />

principe Cesi) ha lasciato un solco profondo e fertile nella storia dello spirito<br />

europeo.<br />

A quest’ispirazione venuta dal XVII secolo italiano ed europeo, l’avvocato<br />

Gerardo Marotta ha aggiunto un impegno <strong>per</strong>sonale, meditato durante i<br />

trent’anni in cui aveva costituito la sua magnifica biblioteca filo sofica, donata<br />

poi all’<strong>Istituto</strong>: era animato da un sacro fuoco affinché Napoli, la sua città,<br />

si potesse riappropriare del suo passato di capitale dello spirito, affinché<br />

51


scaturissero di nuovo i Lumi. La città di Vico e di Galiani, dei fratelli Spaventa<br />

e di Croce - così decise - avrebbe avuto un organismo libero d’insegnamento<br />

e ricerca, capace di coo<strong>per</strong>are da pari a pari con gl’istituti europei e americani<br />

più rinomati e prestigiosi: il Warburg Institute, il Collège de France, l’<strong>Istituto</strong><br />

Max Planck, l’Institute for Advanced Study di Princeton, la Fondazione Cini.<br />

Luogo d’incontro <strong>per</strong> <strong>gli</strong> studiosi, scuola di <strong>per</strong>fezionamento, centro di ricerca<br />

ed officina editoriale: l’<strong>Istituto</strong> concepì fin dall’inizio progetti molto ambiziosi.<br />

Ma proprio quest’ambizione mobilitò le buone volontà a Napoli, sedusse e<br />

convinse i mi<strong>gli</strong>ori spiriti in Italia e all’estero. L’intellighenzia moderna, volentieri<br />

melanconica, ha nostalgia dell’energia: essa comprese immediatamente che<br />

un’ardente energia l’attendeva a Napoli.<br />

La fi<strong>gli</strong>a di Benedetto Croce, Elena, essa stessa brillante scrittrice, una delle<br />

figure più luminose fra gl’intellettuali italiani del dopoguerra, sostenne<br />

immediatamente l’iniziativa dell’avvocato Marotta. Non vide nessuna<br />

concorrenza con l’<strong>Istituto</strong> Croce, che aveva sede a Napoli nella casa del<br />

padre, dove borsisti e cittadini frequentano la biblioteca del grande filosofo<br />

scomparso.<br />

Dotato di un comitato scientifico di cui fanno parte <strong>per</strong>sonalità universitarie<br />

di grande prestigio internazionale, il nuovo <strong>Istituto</strong>, così come il Collège de<br />

France o l’Institute for Social Thought di Chicago, non conferisce diplomi.<br />

I borsisti che seguono le numerose conferenze e i seminari organizzati<br />

dall’<strong>Istituto</strong>, nello splendido Palazzo Serra di Cassano, ancora carico dei ricordi<br />

della Rivoluzione napoletana del 1799 e della sua sanguinosa repressione,<br />

sono quasi tutti ricercatori e dottorandi delle università italiane o europee.<br />

La maggior parte dei professori e dei ricercatori delle varie discipline,<br />

scientifiche o umanistiche, che l’<strong>Istituto</strong> invita a insegnare e a pubblicare<br />

proviene proprio dall’Università. Nei libri, nelle collane editoriali e nelle<br />

riviste pubblicate con il sostegno dell’<strong>Istituto</strong> essi trovano l’occasione <strong>per</strong> far<br />

conoscere il loro lavoro nelle Università italiane ed europee.<br />

Significa questo forse che un <strong>Istituto</strong> come quello di Napoli sia il doppione<br />

di qualcosa che già esiste A che può servire, quando Napoli conta più<br />

di un’Università e quando nell’Europa d’oggi <strong>gli</strong> scambi dei professori e<br />

studenti, gl’inviti e le borse di studio formano una rete di comunicazione<br />

pedagogica e scientifica pressoché capillare Questa domanda - non importa<br />

se ingenua o malevola - ha il merito di porre un problema più generale, che<br />

suscita vivo interesse nello storico e nel sociologo attenti alle questioni dello<br />

spirito. C’è una ragione <strong>per</strong> cui l’Università, da sola, e nonostante il carattere<br />

portante che nessuno nega, non è in grado di comprendere tutta la vita dello<br />

spirito Qual è il motivo <strong>per</strong> cui l’Università ha avuto un tempo ed oggi più<br />

che mai ha bisogno di coadiutori più agili, di pensiero e stile anche molto<br />

diversi Il fatto è che questi elementi aggiunti possono essere insieme un<br />

vivaio, un terreno di coltura e una zona di scambio.<br />

Bisognerebbe fare un inventario delle varie associazioni che promuovono la<br />

coo<strong>per</strong>azione culturale: pur esercitando esse stesse una funzione pedagogica,<br />

sono soprattutto, <strong>per</strong> i loro promotori e i loro beneficiari, ambienti di lavoro<br />

comune tra maestri e studenti già competenti nelle loro discipline, occasioni<br />

d’incontro tra i maestri stessi e nodi d’interscambio tra il mondo del sa<strong>per</strong>e<br />

e il grande pubblico.<br />

52


Ho ricordato il Collège Royal e il Collège de Clermont in quella Parigi<br />

del XVII secolo che non avrebbe mai esercitato un magistero dello spirito<br />

così universalmente riconosciuto se avesse potuto contare sul solo Quartiere<br />

Latino. Bisognerebbe anche ricordare i cercles savants che si sono in quell’epoca<br />

moltiplicati nelle biblioteche e nelle case private, e che hanno creato a Parigi<br />

un campo magnetico di eccezionale intensità. Ciò che si osserva allora a Parigi<br />

è la costituzione di una République des Lettres che ha bisogno, <strong>per</strong> dar corpo ad<br />

una società de<strong>gli</strong> spiriti, non solo del ceppo dell’Università ma dell’apporto<br />

differenziato di organismi minori, più mobili e più vivaci, come l’Euforione<br />

del secondo Faust.<br />

Il Rinascimento italiano è stato vivificato da cenacoli privati dove, al margine<br />

de<strong>gli</strong> <strong>Studi</strong>a pubblici, alcuni studiosi, riuniti dalle loro affinità e secondo lo stile<br />

delle loro ricerche, esploravano insieme le nuove strade de<strong>gli</strong> studia humanitatis,<br />

creando da sé <strong>gli</strong> strumenti di lavoro, le bibliote che e le raccolte tematiche, e<br />

dotandosi di una notevole rete di comunicazione tra città e città, attraverso<br />

lo scambio epistolare, o i viaggi. Il circolo di Coluccio Salutati, l’Accademia<br />

platonica di Marsilio Ficino, l’Accademia filellena di Aldo Manuzio nel XV<br />

secolo, l’Accademia di Vitruvio a Roma, il circolo di Gian Vincenzo Pinelli<br />

a Padova nel XVI secolo, l’Accademia di Federico Cesi a Roma nel XVII<br />

secolo, sono stati i centri nervosi dell’intellighenzia italiana: la loro forza vitale ha<br />

animato tutto il corpo della società europea dell’ingegno.<br />

Questi circoli di dotti non avrebbero potuto formarsi, né o<strong>per</strong>are con tanta<br />

creatività, se non avessero potuto, direttamente o indirettamente, appoggiarsi<br />

alle Università: lo <strong>Studi</strong>o di Firenze e quello di Padova, soprattutto - con i loro<br />

professori, il loro insegnamento e tutto ciò che se n’irradiava - erano il tronco<br />

comune sul quale questi centri di intelligenza e di sa<strong>per</strong>e s’innestavano. Ma,<br />

inversamente, senza l’apporto di questi organismi sensibili e curiosi, i corpi<br />

universitari, più lenti e inerti, non avrebbero potuto manifestare quell’ardita<br />

inventiva e quella loro vitalità. La Repubblica delle Lettere, allora e più ancora<br />

oggi, ha bisogno di numerosi quartieri generali, di dimensione, ispirazione<br />

e orientamento diversi, ma che tutti concorrano, come voleva Francesco<br />

Bacone, ad augmentandas et promovendas scientias.<br />

L’<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong> dimostra, attraverso i suoi frutti, di<br />

non aver deluso la promessa delle sue origini. Il ritmo, il numero, l’estensione<br />

geografica delle sue attività e delle sue pubblicazioni lo hanno fatto conoscere<br />

nel mondo intero. Questa cornucopia ha fortemente contribuito, nella<br />

stessa Napoli, al risve<strong>gli</strong>o della coscienza civile collettiva, comportando una<br />

metamorfosi, sotto i nostri occhi e in pochi anni, della grande capitale del<br />

Sud italiano.<br />

Nel cuore di quest’attività, che alcuni definiscono pantagruelica, il sacro<br />

fuoco e la preveggenza dell’avvocato Marotta, contagiosi <strong>per</strong> le giovani<br />

generazioni, sono un principio veramente vulcanico. Raramente l’unione<br />

della contemplazione e dell’azione, della generosità eroica e dell’ingegnosità<br />

pratica, della fede umana e dell’impegno civile, si sarà incarnata con tanto<br />

vigore e pros<strong>per</strong>a fortuna. Bisogna aver subìto, ed io posso esserne sincero<br />

testimone, l’incantesimo di quest’uomo fragile, dallo sguardo di fanciullo, e<br />

della sua parola fervente, <strong>per</strong> comprendere quale contrafforte, nella <strong>per</strong>sona<br />

di Gerardo Marotta e della sua o<strong>per</strong>a, Napoli ha saputo far sorgere dalle sue<br />

viscere <strong>per</strong> contrastare il nichilismo moderno.<br />

53


serie di seminari<br />

2010/2011<br />

13 - 15 settembre 2010<br />

Pietro Di Vona (Università di Napoli «Federico II»):<br />

LA SCOLASTICA NELL’ETÀ MODERNA<br />

Lunedì 13: Francisco Suarez.<br />

Martedì 14: L’ontologia dell’età moderna.<br />

Mercoledì 15: Dall’ontologia a Kant.<br />

27 - 30 settembre 2010<br />

Bruno Moroncini (Università di Salerno):<br />

«TUTTO FUORCHÉ LE NUVOLE»: BAUDELAIRE E<br />

LA QUESTIONE DEL DESIDERIO<br />

Lunedì 27: Le immagini come simboli del desiderio:<br />

W. Benjamin e il Passagen Werk.<br />

Martedì 28: La teoria delle nuvole: da John Ruskin a<br />

Hubert Damisch.<br />

Mercoledì 29: Le nuvole come immagini del desiderio:<br />

dall’azzurro di Mallarmé al cielo nuvoloso di Baudelaire.<br />

Giovedì 30: Baudelaire e Benjamin: dandismo e<br />

rivoluzione.<br />

4 - 7 ottobre 2010<br />

Dietrich von Engelhardt (Università di Lubecca):<br />

SALUTE - MALATTIA – TERAPIA NEL PENSIERO<br />

FILOSOFICO E MEDICO<br />

Lunedì 4: Paracelso - il concetto della malattia e la<br />

virtù del medico.<br />

Martedì 5: G. F. W. Hegel - la metafisica di salute,<br />

malattia e morte. Mercoledì 6: Claude Bernard -<br />

teoria e metodologia della medicina.<br />

Giovedì 7: Karl Jas<strong>per</strong>s - spiegare e comprendere in<br />

medicina e psichiatria.<br />

54<br />

8 ottobre 2010<br />

GIORNATA IN MEMORIA DI JACQUES DERRIDA.<br />

Interverranno: Carola Barbero, Giovanna<br />

Borradori, Peter Bojanic, Gaetano Chiurazzi,<br />

Vincenzo Costa, Maurizio Ferraris, Bruno<br />

Moroncini, Francesco Vitale.<br />

11 - 15 ottobre 2010<br />

Ernst Nolte (Università di Berlino):<br />

STORIOGRAFIA E ANTROPOLOGIA<br />

Lunedì 11: Introduzione. Erodoto e Tucidide.<br />

Martedì 12: Aurelio Agostino, Bossuet, Voltaire.<br />

Mercoledì 13: Edward Gibbon.<br />

Giovedì 14: Jacob Burkhardt, Heinrich von<br />

Treitschke.<br />

Venerdì 15: Benedetto Croce e François Furet.<br />

Conclusioni.<br />

18 - 22 ottobre 2010<br />

Yves Charles Zarka (Università di Parigi V):<br />

POLITICA E ANTIPOLITICA<br />

Lunedì 18: Le verità nascoste del politico.<br />

Martedì 19: Hobbes: la guerra e la pace.<br />

Mercoledì 20: Tocqueville: libertà e democrazia.<br />

Giovedì 21: Kant: la pace <strong>per</strong>petua.<br />

Venerdì 22: L’antipolitica.<br />

25 - 28 ottobre 2010<br />

Girolamo Cotroneo (Università di Messina):<br />

LE RAGIONI DELL’AUTORITÀ<br />

Lunedì 25: Che cos’è l’autorità.<br />

Martedì 26: Autorità e libertà.<br />

Mercoledì 27: La politica e l’autorità.<br />

Giovedì 28: L’autorità «riconosciuta».<br />

25 - 28 ottobre 2010<br />

Sergej Androsov (Museo dell’Ermitage, San<br />

Pietroburgo):<br />

ITALIA E RUSSIA NELLA<br />

STORIA DELL’ARTE MODERNA: MANUFATTI,<br />

COLLEZIONISTI, VIAGGIATORI<br />

Lunedì 25: La scultura del Rinascimento italiano nella<br />

collezione dell’Ermitage.<br />

Martedì 26: I modelli e i bozzetti del barocco romano<br />

della collezione Farsetti nell’Ermitage.<br />

Mercoledì 27: Pietro il Grande come collezionista<br />

dell’arte italiana.<br />

Giovedì 28: Viaggiatori russi e artisti romani nella<br />

seconda metà del Settecento.<br />

3 - 5 novembre 2010<br />

Giacomo Marramao (Università di Roma Tre):<br />

METAMORFOSI E CATASTROFI<br />

DELLA TEOLOGIA POLITICA<br />

Mercoledì 3: Sguardo genealogico: theologia<br />

mythica, theologia naturalis, theologia civilis.<br />

Giovedì 4: Auctoritas e potestas: tra Im<strong>per</strong>o e Stato.<br />

Venerdì 5: Dalla modernità-nazione alla modernitàmondo;<br />

declino del teologico-politico e ascesa del<br />

teologico-economico<br />

8 - 11 novembre 2010<br />

Giuseppe Tortora (Università di Napoli «Federico II»):<br />

L’IMPATTO ANTROPOLOGICO DELLE<br />

TECNOLOGIE DIGITALI<br />

Lunedì 8: Tecnologie digitali: una rivoluzione<br />

co<strong>per</strong>nicana:<br />

1. Novità nella gestione dell’informazione e della<br />

comunicazione;<br />

2. Informazione e conoscenza;<br />

3. Riformulazione del rapporto scrittura - oralità -<br />

iconicità; 4. Testo, contesto e i<strong>per</strong>testo;<br />

5. Intelligenza collettiva e intelligenza connettiva;<br />

6. Necessità di una metanoia.


Martedì 9: Tecnologie dell’informazione e della<br />

comunicazione: prospettive e problemi <strong>per</strong> la<br />

comunicazione:<br />

1. I<strong>per</strong>testualità: <strong>per</strong>sonalizzazione dei <strong>per</strong>corsi<br />

cognitivi; 2. Valore cognitivo della multimedialità;<br />

3. Comunicazione “uno - uno” e comunicazione<br />

“uno - molti” - Diversità di obiettivi e di modalità;<br />

4. Comunicazione verbale e comunicazione<br />

non verbale; 5. Comunicazione non - mediata<br />

e comunicazione mediata; 6. Comunicazione,<br />

significazione e <strong>per</strong>suasione; 7. Comunicazione<br />

e formazione; 8. Comunicazione e globalizzazione;<br />

9. Nuovi dispositivi digitali e creatività artistico -<br />

letteraria; 10. Tecnologie digitali e accesso alle<br />

risorse culturali.<br />

Mercoledì 10: Tecnologie digitali: virtuale e reale:<br />

1. Impatto delle tecnologie informatiche sui rapporti<br />

dell’individuo con <strong>gli</strong> altri e con se stesso;<br />

2. Ruolo e limiti dei media digitali sulla formazione del<br />

sé; 3. Nuove prospettive nella rappresentazione del<br />

rapporto uomo - realtà; 4. Realtà virtuale;<br />

5. Comunità virtuali; 6. Tecnologia digitale e<br />

globalizzazione; 7. Mondializzazione della<br />

cittadinanza: nuovi problemi e nuove soluzioni;<br />

8. Corresponsabilità planetaria: nuovi diritti e nuovi<br />

doveri.<br />

Giovedì 11: Tecnologie digitali e biotecnologie nel<br />

futuro dell’uomo:<br />

1. Impianti di dispositivi tecnologici nell’organismo<br />

umano: integrazione, riparazione, sostituzione,<br />

potenziamento di organi e funzioni. Il simbionte;<br />

2. Trasformazione della condizione umana. Novità<br />

nella <strong>per</strong>cezione del corpo organico; 3. Il cyborg: tra<br />

letteratura, cinema e filosofia; 4. Prospettive “postumane”;<br />

5. Tecno - profeti e bio - catastrofisti;<br />

6. Argomenti teoretici contro la “cyberculture”;<br />

7. Il nuovo “uomo nuovo” e l’ultra - uomo;<br />

8. Prospettive e problematiche etiche, giuridiche,<br />

politiche e teoretiche del “tecnofuturo”.<br />

11-12 novembre 2010<br />

IL NIHILISMO NELL’IDEALISMO TEDESCO<br />

Giovedì 11: Marco Ivaldo (Università di Napoli<br />

«Federico II»): Lettera a Fichte, Destinazione<br />

dell’uomo, Fede e sa<strong>per</strong>e. Nihilismo e filosofia a<strong>gli</strong><br />

inizi del cosiddetto “idealismo tedesco”.<br />

Fiorinda Li Vigni (<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong><br />

<strong>Filosofici</strong>): Hegel: la libertà assoluta e il Terrore.<br />

Venerdì 12: Massimiliano Biscuso (<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong><br />

<strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>): Hegel e le filosofie orientali<br />

del nulla. Paolo Vinci (Università di Roma «La<br />

Sapienza»): Dal nulla al nulla: considerazioni sul<br />

negativo nella logica di Hegel. Giovanni Stelli (<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>): Può Hegel essere<br />

considerato nihilista<br />

15 - 17 novembre 2010<br />

Vera Dazhina (Università Lomonosov, Mosca):<br />

TEMI DI STORIA DELL’ARTE RUSSA<br />

Lunedì 15: Tracce di Leonardo in Russia: progetti e<br />

obiettivi di Alessandro Ponomarev.<br />

Martedì 16: Tatyana Badanina: «Io faccio il cielo»:<br />

il concetto di «arte sacra» nell’arte contemporanea<br />

russa.<br />

Mercoledì 17: Il dialogo con il classico: art-gruppo<br />

AES.<br />

15 - 18 novembre 2010<br />

Aldo Trione (Università di Napoli «Federico II»): UNA<br />

POETICA DELLE COSE<br />

Lunedì 15: Poiesis: fondamento e destino.<br />

Martedì 16: Percezione e mondo sensibile.<br />

Mercoledì 17: Perdita senza morte.<br />

Giovedì 18: Il silenzio delle cose.<br />

22 - 25 novembre 2010<br />

Giuseppe Riconda (Università di Torino):<br />

SCHOPENHAUER E PLATONE<br />

Lunedì 22: La statua di Memnone: Platone, Kant e<br />

Upanishad.<br />

Martedì 23: Cosmologia e limiti del mondo.<br />

Mercoledì 24: Il «criticismo compiuto».<br />

Giovedì 25: Il platonismo di Schopenhauer e il<br />

problema religioso.<br />

22 - 25 novembre 2010<br />

Francesco Solinas (Collège de France):<br />

IL RITRATTO DI CORTE TRA<br />

CONTRORIFORMA E BAROCCO<br />

Lunedì 22: La genesi del ritratto di corte, modelli<br />

italiani ed esigenze europee.<br />

Martedì 23: L’eleganza del Principe: il ritratto come<br />

specchio dello stile di corte.<br />

Mercoledì 24: Idealizzazione e naturalismo nel<br />

ritratto romano.<br />

Giovedì 25: Le serie delle «Belle donne»,<br />

dall’affermazione dinastica alla celebrazione<br />

dell’eleganza.<br />

29 novembre - 2 dicembre 2010<br />

Remo Bodei (Università della California, Los<br />

Angeles), Geminello Preterossi (Università<br />

di Salerno), Davide Tarizzo (Università di Salerno):<br />

UN VIAGGIO DI SCOPERTA: LA<br />

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO<br />

Lunedì 29: Remo Bodei: Servitù e libertà.<br />

Martedì 30: Remo Bodei: Il Monte de<strong>gli</strong> ulivi e il<br />

Golgota: la nascita del soggetto moderno.<br />

Mercoledì 1: Geminello Preterossi: La lotta <strong>per</strong> il<br />

riconoscimento: antropogenesi e politica.<br />

Giovedì 2: Davide Tarizzo: Vita e lavoro.<br />

55


6 - 10 dicembre 2010<br />

Nadia Barrella (Museo Filangieri, Napoli): LA<br />

FORMA DELLE IDEE. STORIA, ARTE E MEMORIA<br />

FAMILIARE NEL PROGETTO ESPOSITIVO DEL<br />

MUSEO FILANGIERI DI NAPOLI<br />

Lunedì 6: Gaetano Filangieri collezionista, amatore,<br />

conoscitore.<br />

Martedì 7: Il Museo Filangieri: la costruzione del sogno.<br />

Mercoledì 9: Modelli francesi e riflessioni napoletane:<br />

Le Duc e Filangieri.<br />

Giovedì 10: L’allestimento del Museo. La forma<br />

giuridica, l’attività ne<strong>gli</strong> anni, l’attualità dell’istituto.<br />

13 - 15 dicembre 2010<br />

Andrea Amatucci (Università di Napoli «Federico<br />

II»): EVOLUZIONE DEL PENSIERO GIURIDICO<br />

FINANZIARIO NELL’ITALIA MERIDIONALE<br />

Lunedì 13: Da Antonio Genovesi a<strong>gli</strong> studiosi del<br />

sec. XX.<br />

Martedì 14: Raffronto con il realismo e con il<br />

movimento dell’analisi economica del diritto.<br />

Mercoledì 15: L’interpretazione teleologicoeconomica<br />

della Scuola napoletana e la metodologia<br />

in Germania e in Spagna: elementi comuni.<br />

13 - 17 dicembre 2010<br />

Carola Barbero (LabOnt, Università di Torino):<br />

FILOSOFIA DELLA LETTERATURA<br />

Lunedì 13: Per una definizione di «letteratura».<br />

Martedì 14: Filosofia, letteratura e critica letteraria.<br />

Mercoledì 15: Metafisica e ontologia delle o<strong>per</strong>e<br />

letterarie.<br />

Giovedì 16: I paradossi della letteratura.<br />

Venerdì 17: Il valore cognitivo e morale della<br />

letteratura.<br />

10 - 13 gennaio 2011<br />

Peter Carravetta (Stony Brook University):<br />

METODO CRITICO E RETORICA<br />

DELL’INTERPRETAZIONE IPOTESI DI UNA NUOVA<br />

ERMENEUTICA DA PROTAGORA A FEYERABEND<br />

E FOUCAULT<br />

Lunedì 10: Platone e Aristotele.<br />

Martedì 11: Il passaggio nel Rinascimento dalla<br />

retorica al metodo.<br />

Mercoledì 12: La dissoluzione delle ontologie forti.<br />

Giovedì 13: La riapparizione della possibilità della<br />

retorica come metodo delle scienze dell’interpretare.<br />

10 - 14 gennaio 2011<br />

Patrizia Castelli (Università di Ferrara):<br />

MISURA E MOVIMENTO NEL RINASCIMENTO:<br />

TESTI ED IMMAGINI<br />

Lunedì 10: L’ombra di Euclide: l’educazione<br />

scientifica nel Quattrocento.<br />

Martedì 11: Leon Battista Alberti ed il concetto di<br />

moto nella trattatistica d’arte.<br />

Mercoledì 12: Gu<strong>gli</strong>elmo Ebreo e la trattatistica della<br />

danza.<br />

Giovedì 13: Le Grazie e le Veneri di Botticelli:<br />

l’armonia universale.<br />

Venerdì 14: Warburg e la Duncan: il movimento e le<br />

riprese dell’antico tra ’800 e ’900.<br />

17 - 20 gennaio 2011<br />

Dante Della Terza (Università di Harvard):<br />

MANZONI DAL TEATRO AL ROMANZO<br />

Lunedì 17: Manzoni e il mondo de<strong>gli</strong> affetti: la madre<br />

Giulia Beccaria, le donne della sua vita: Enrichetta<br />

Blondel e Teresa Borri.<br />

Martedì 18: Il Manzoni poeta e scrittore. Le<br />

opzioni tragico idilliche: Adelchi ed Ermengarda.<br />

Mercoledì 19: La svolta mediatica verso il romanzo:<br />

la Storia della colonna infame.<br />

Giovedì 20: Istanze religiose e libero impatto<br />

creativo: come nascono i Promessi Sposi.<br />

24 - 27 gennaio 2011<br />

Massimiliano Rossi (Università del Salento):<br />

LA LETTERATURA DEGLI ARTISTI A FIRENZE DAL<br />

BRONZINO A LORENZO LIPPI<br />

Lunedì 24: Bronzino «umile» e «grave»: un atto di<br />

fondazione.<br />

Martedì 25: Giovanni da San Giovanni, Francesco<br />

Furini, Lorenzo Lippi e l’eroicomico.<br />

Mercoledì 26: Sebastiano Mazzoni e la pittura «au<br />

second degré».<br />

Giovedì 27: Gli artisti poeti nelle Notizie di Filippo<br />

Baldinucci.<br />

24 - 28 gennaio 2011<br />

Vincenzo Vitiello (Università S. Raffaele, Milano):<br />

HEIDEGGER E LA TRADIZIONE NEOPLATONICA<br />

RELIGIONE E FILOSOFIA<br />

Lunedì 24: «L’es<strong>per</strong>ienza effettiva della vita»:<br />

interpretazione di Paolo.<br />

Martedì 25: «Aristotele pensa più grecamente<br />

(griechischer) di Platone».<br />

Mercoledì 26: Nietzsche e il «rovesciamento del<br />

platonismo».<br />

Giovedì 27: Abgeschiedenheit e Gelassenheit:<br />

Eckhart e Heidegger.<br />

Venerdì 28: «Cosa resta da dire Solo questo:<br />

Das Ereignis ereignet».<br />

31 gennaio - 3 febbraio 2011<br />

Maurizio Viroli (Università di Princeton):<br />

EMANCIPAZIONE RELIGIOSA ED MANCIPAZIONE<br />

POLITICA NEL RISORGIMENTO ITALIANO<br />

Lunedì 31: Da una religione ad un’altra.<br />

56


Martedì 1: L’idea di un nuovo cristianesimo<br />

nell’Ottocento europeo.<br />

Mercoledì 2: Giuseppe Mazzini.<br />

Giovedì 3: Risorgimento e socialismo.<br />

7 - 11 febbraio 2011<br />

Maurizio Ferraris (LabOnt, Università di Torino):<br />

DOCUMENTALITÀ VS INTENZIONALITÀ. UN<br />

CONFRONTO CON SEARLE<br />

Lunedì 7: X conta come Y in C<br />

Martedì 8: Dov’è l’intenzionalità collettiva.<br />

Mercoledì 9: Intenzionalità: un rimedio peggiore<br />

del male.<br />

Giovedì 10: Oggetto = Atto iscritto.<br />

Venerdì 11: Dalla intenzionalità alla documentalità.<br />

7 - 11 febbraio 2011<br />

Giuseppe Girgenti (Università S. Raffaele, Milano):<br />

IL NEOPLATONISMO Di LINGUA LATINA<br />

Lunedì 7: Falcidio.<br />

Martedì 8: Mario Vittorino.<br />

Mercoledì 9: Microbio.<br />

Giovedì 10: Agostino.<br />

Venerdì 11: Marziano Capella.<br />

14 - 17 febbraio 2011<br />

Nicola Russo (Università di Napoli «Federico II»):<br />

L’IPOTESI ONTOLOGICA: ONTOLOGIA E<br />

NICHILISMO<br />

Lunedì 14: Le radici antiche: essenza e<br />

generazione in Platone.<br />

Martedì 15: Entità e identità: da Platone a Hegel.<br />

Mercoledì 16: La differenza cosa/ente: verità e<br />

manifestazione.<br />

Giovedì 17: La deduzione logico-antropologica dei<br />

categoriali.<br />

21 - 24 febbraio 2011<br />

Gianni Carlo Sciolla (Università di Torino):<br />

LE RIVISTE D’ARTE IN ITALIA TRA FINE<br />

OTTOCENTO E INIZI DEL NOVECENTO<br />

Lunedì 21: L’«Archivio storico dell’arte» e l’«Arte» di<br />

Adolfo Venturi.<br />

Martedì 22: «Emporium».<br />

Mercoledì 23: «Vita artistica» e «Pinacoteca», 1926-<br />

1929.<br />

Giovedì 24: «La critica d’arte» di Ranuccio Bianchi<br />

Bandinelli e Carlo Ludovico Ragghianti, 1935- 1939.<br />

21 - 25 febbraio 2011<br />

Giovanna Borradori (Vassar College, Poughkeepsie,<br />

New York):<br />

L’ARCHITETTURA IN RETE . OLTRE LA PIRAMIDE,<br />

IL MONUMENTO E LA PRIGIONE<br />

Lunedì 21: Il ruolo-chiave della tradizione hegeliana<br />

nella formazione del «progetto totale».<br />

Martedì 22: La storia come soggetto architettonico.<br />

Mercoledì 23: Gli spazi del terrore.<br />

Giovedì 24: Il muro e la memoria.<br />

Venerdì 25: Architettura e cyberdemocrazia.<br />

28 febbraio - 3 marzo 2011<br />

Bianca Maria d’Ippolito (Università di Salerno):<br />

IL CORPO TRA STORIA E NATURA<br />

Lunedì 28: Corpo e fenomenicità. La mano tra<br />

Aristotele e Heidegger.<br />

Martedì 1: L’enigma di Cartesio.<br />

Mercoledì 2: L’eloquenza del corpo: Freud.<br />

Giovedì 3: ‘Costituzione’ e storicità del corpo.<br />

28 febbraio - 4 marzo 2011<br />

Jean-Pierre Jessenne (Université de Lille 3) :<br />

LES RURALITÉ EUROPÉENNE DANS LES<br />

RÉVOLUTIONS ET LES ÉMERGENCES<br />

DES ÉTATS-NATIONS (18E-19ES)<br />

Lunedì 28: Servitude, subsistances, accès à la terre:<br />

des enjeux sociaux en Europe au 18e siècle et au<br />

temps de la Révolution française.<br />

Martedì 1: Les voies du développement rural en<br />

Europe aux 18e et 19e siècles: convergences et<br />

originalités nationales.<br />

Mercoledì 2 :Terre, hégémonies et dépendances en<br />

Angleterre, France et Italie.<br />

Giovedì 3: Mouvements villageois, états-Nations et<br />

politisation de la Guerre des Farines au Printemps des<br />

peuples.<br />

Venerdì 4: La ruralité de la France: des caractères<br />

originaux d’une histoire aux mythologies sociopolitiques.<br />

7 - 11 marzo 2011<br />

Eleonora De Conciliis (<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong><br />

<strong>Studi</strong> <strong>Filosofici</strong>): JEAN BAUDRILLARD FILOSOFO<br />

DELL’OCCIDENTE<br />

Lunedì 7: Lo scambio simbolico e la morte.<br />

Mercoledì 9: «America»: l’obesità dell’Occidente.<br />

Giovedì 10: L’intelligenza del male e lo spirito del<br />

terrorismo.<br />

Venerdì 11: L’eredità di Baudrillard.<br />

14 - 17 marzo 2011<br />

Aldo Masullo (Università di Napoli «Federico II»):<br />

LA LIBERTÀ E LE OCCASIONI<br />

Lunedì 14: G. B. Vico: la libertà rivelata dall’occasione.<br />

Martedì 15: M. Heidegger: l’inganno battuto dalla<br />

libertà.<br />

Mercoledì 16: La “società stretta” di Leopardi e il<br />

“sistema tecnico” di Ellul.<br />

Giovedì 17: La tecnicizzazione della libertà. La volta<br />

che <strong>per</strong>dere l’occasione è <strong>per</strong>dersi.<br />

57


14 - 17 marzo 2011<br />

Nicolao Merker (Università di Roma «La Sapienza»):<br />

MARX, IL SUO PENSIERO E L’EREDITÀ<br />

Lunedì 14: Marx, il filosofo.<br />

Martedì 15: Marx, l’economista.<br />

Mercoledì 16: Marx, il politico.<br />

Giovedì 17: I tempi della storia.<br />

15 - 17 marzo 2011<br />

Romeo De Maio (Università di Napoli «Federico II»):<br />

INDECENZA E CANDORE NELLA ESPERIENZA<br />

EUROPEA<br />

Martedì 15: Indecenza umanistica e candore<br />

cristiano. Lessico dommatico e lessico etico.<br />

S. Francesco si denuda. Angelo Azzurro e altri testi<br />

nella storia del cinema.<br />

Mercoledì 16: Bellezza come tentazione e candore<br />

come luce etica dell’essere. Bellezza come vocazione<br />

e candore come esigenza di libertà. Bellezza come<br />

parresia e candore come profondità dell’essere.<br />

Giovedì 17: Crociata promossa dall’Aretino contro<br />

“l’eretico e immorale”<br />

Michelangelo (1534-1564). S. Caterina di Alessandria.<br />

Colloqui fra l’Artista, i papi e i curiali.<br />

21 - 24 marzo<br />

Pasquale Pasquino (New York University e CNRS,<br />

Parigi):<br />

TEORIA POLITICA DELLA DEMOCRAZIA<br />

COSTITUZIONALE<br />

Lunedì 21: Democrazia: antica e moderna, valori e<br />

limiti.<br />

Martedì 22: Il potere giudiziario nella struttura<br />

costituzionale della separazione dei poteri.<br />

Mercoledì 23: Genealogia, morfologia e legittimità del<br />

controllo di costituzionalità in Europa.<br />

Giovedì 24: Come decidono le corti costituzionali.<br />

58<br />

21 - 24 marzo<br />

Alberto Posti<strong>gli</strong>ola (Università di Napoli «L’Orientale»):<br />

FILOSOFIA MODERNA E COMPARATISMO<br />

Lunedì 21: Dall’universitas studiorum alla république<br />

des lettres.<br />

Martedì 22: Forme e livelli della produzione e della<br />

circolazione filosofica in età moderna.<br />

Mercoledì 23: La lunga coesistenza del latino e del<br />

volgare.<br />

Giovedì 24: Si può parlare di filosofie moderne<br />

comparate<br />

28 - 31 marzo<br />

André Jacob (Université de Paris - Nanterre):<br />

RACISME ET ANTI-RACISME<br />

Lunedì 28: Ambiguité historiques et théoriques.<br />

Martedì 29: Situation de l’antisémitisme.<br />

Mercoledì 30: Des croyances dogmatiques à un<br />

éclairage critique.<br />

Giovedì 31: Les vicissitudes du rapport à l’Autre.<br />

28 marzo - 1 aprile 2011<br />

Francisco Jarauta (Università di Murcia):<br />

DALLA CITTÀ IDEALE ALLA COSMOPOLIS<br />

Lunedì 28: Il mito della Città ideale.<br />

Martedì 29: L’ombra della Torre de Babele.<br />

Mercoledì 30: L’emergere della metropoli: Parigi e le<br />

forme del moderno.<br />

Giovedì 31: Berlino come Weltstadt.<br />

Venerdì 1: Scenari meta-metropolitani.<br />

4 - 7 aprile 2011<br />

Alessandro Rovetta (Università Cattolica, Milano):<br />

LA PINACOTECA AMBROSIANA DALLA<br />

FONDAZIONE AI NOSTRI GIORNI<br />

Lunedì 4: La fondazione: Federico Borromeo<br />

collezionista e teorico d’arte tra Roma e Milano<br />

al passaggio dal XVI al XVII secolo.<br />

Martedì 5: Il Seicento all’Ambrosiana: l’accademia,<br />

<strong>gli</strong> inventari, i rapporti con il collezionismo cittadino.<br />

Mercoledì 6: L’Ambrosiana in età napoleonica: <strong>gli</strong><br />

studi su Leonardo, <strong>gli</strong> scambi tra eruditi, le vicende<br />

delle requisizioni.<br />

Giovedì 7: L’Ottocento e il primo Novecento:<br />

l’Ambrosiana tra connoisseurship e Kulturgeschichte.<br />

4 - 8 aprile 2011<br />

Giuseppe Limone (Seconda Università di Napoli),<br />

Armando Savignano (Università di Trieste):<br />

I RAPPORTI TRA BIOETICA E DIRITTO<br />

Lunedì 4: Le questioni di inizio vita: aspetti bioetici e<br />

biogiuridici.<br />

Martedì 5: Le questioni di fine vita: aspetti etici e<br />

giuridici.<br />

Mercoledì 6: Ambiente e generazioni future: tra etica<br />

e diritto.<br />

Giovedì 7: Quale politica e legislazione <strong>per</strong> la bioetica.<br />

Venerdì 8: Etica e diritto in bioetica: la <strong>per</strong>sona.<br />

11 - 13 aprile 2011<br />

Marino Niola (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli):<br />

QUEL CHE RESTA DEL RITO<br />

Lunedì 11: Riti di passaggio.<br />

Martedì 12: Liturgie del corpo.<br />

Mercoledì 13: Fi<strong>gli</strong> dei propri fi<strong>gli</strong>.<br />

11 - 14 aprile 2011<br />

Eugenio Canone (<strong>Istituto</strong> del Lessico Intellettuale<br />

Europeo e Storia delle Idee, CNR):<br />

HEGEL, DILTHEY E GENTILE INTERPRETI DELLA<br />

FILOSOFIA DEL RINASCIMENTO<br />

Lunedì 11: Il Rinascimento nelle lezioni di Hegel sulla<br />

storia della filosofia. Il testo pubblicato da Karl Ludwig<br />

Michelet e l’edizione critica delle lezioni.


Mercoledì 12: Bruno, Spinoza e il panteismo<br />

nell’interpretazione di Wilhelm Dilthey.<br />

Giovedì 13: Giovanni Gentile e la filosofia del<br />

Rinascimento: da Hegel a Spaventa e Fiorentino.<br />

Venerdì 14: La discussa identità della filosofia del<br />

Rinascimento. Natura e storia. Il tema delle “grandi<br />

individualità”.<br />

18 - 21 aprile 2011<br />

Vittorio De Cesare (<strong>Istituto</strong> <strong>Italiano</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Studi</strong><br />

<strong>Filosofici</strong>):<br />

MAX WEBER: SCIENZA E VALORI<br />

Lunedì 18: Il problema dell’oggettività delle scienze<br />

storico-sociali.<br />

Martedì 19: Metodo e struttura delle scienze<br />

storico-sociali.<br />

Mercoledì 20: Avalutatività della scienza e decisione<br />

pratica.<br />

Giovedì 21: Senso della scienza e ituazione umana:<br />

il destino dell’epoca.<br />

18 - 21 aprile 2011<br />

Sebastian Schütze (Università di<br />

Vienna): SCULTURA E FOTOGRAFIA:<br />

DIALOGHI,CONFRONTI, SINERGIE<br />

Lunedì 18: Scultura antica.<br />

Martedì 19: Michelangelo.<br />

Mercoledì 20: Rodin.<br />

Giovedì 21: Brancusi.<br />

27 - 29 aprile 2011<br />

Ernesto Paolozzi (Università Suor Orsola Benincasa,<br />

Napoli): ETICA E POLITICA<br />

Mercoledì 27: Realismo politico e utopia.<br />

Giovedì 28: Benedetto Croce fra Machiavelli e<br />

Marx. Venerdì 29: Puri come le colombe, prudenti<br />

come i serpenti.<br />

27 - 29 aprile 2011<br />

Tiziana Provvidera (University College, Londra):<br />

GIUSTO LIPSIO: PAGANESIMO, CRISTIANESIMO,<br />

ANTIUMANESIMO<br />

Mercoledì 27: Lipsio e Aristotele: le cautelae tyrannicae.<br />

Giovedì 28: Lipsio ed Erasmo da Rotterdam.<br />

Venerdì 29: Lipsio e Machiavelli.<br />

2 - 5 maggio 2011<br />

Aldo A. Mola (Libera Università di Bruxelles):<br />

LA CRISI DELL’ITALIA LIBERALE (1921-1924)<br />

Lunedì 2: L’azione dei governi Facta.<br />

Martedì 3: Le Forze Armate di fronte all’ascesa del<br />

Fascismo.<br />

Mercoledì 4: L’intervento del Re e della Corona.<br />

Giovedì 5: La legge elettorale Acerbo - Giolitti e le<br />

sue ri<strong>per</strong>cussioni (1923-24).<br />

2 - 6 maggio 2011<br />

Gaetano Chiurazzi (Università di Torino)<br />

DISECONOMIA POLITICA: A PARTIRE DA<br />

JACQUES DERRIDA<br />

Lunedì 2: Ontologia vs economia.<br />

Martedì 3: Sociale vs politico.<br />

Mercoledì 4: L’eccedenza del dono.<br />

Giovedì 5: L’ossessione del reddito.<br />

Venerdì 6: L’asimmetria della giustizia.<br />

9 - 12 maggio 2011<br />

Salvatore Natoli (Università di Milano «Bicocca»):<br />

BIOPOTERE E COMPLESSITÀ SOCIALE<br />

FOUCAULT-LUHMANN<br />

Lunedì 9: Governare la società: disciplina dei corpi e<br />

corpi disciplinari.<br />

Martedì 10: Il potere, i poteri: differenziazione<br />

funzionale e complessità sociale.<br />

Mercoledì 11: L’io multiplo: relazioni sociali e sorti<br />

<strong>per</strong>sonali.<br />

Giovedì 12: Autarchia e philia: il potere su di sé e le<br />

relazioni con <strong>gli</strong> altri.<br />

16 - 18 maggio 2011<br />

Francesco Tomatis (Università di Salerno):<br />

SCHELLING E I PRINCIPI PRIMI<br />

Lunedì 16: Dialettica o stupore.<br />

Martedì 17: L’Uno, il che.<br />

Mercoledì 18: Principi e potenze.<br />

16 - 20 maggio 2011<br />

Petar Bojanic (University of Aberdeen e Institute of<br />

Philosophy and Social Theory, Belgrado):<br />

THE NEGATIVE AND NON SOCIAL ACTS HOW TO<br />

DELETE/ERASE TRACES<br />

Lunedì 16: What are, if there are any, non social - acts<br />

Martedì 17: What is the trace<br />

Mercoledì 18: What is considered as a negative<br />

Giovedì 19: What forms of deleting/erasing exist<br />

Venerdì 20: Is it possible to «inscribe» the negative and<br />

how to preserve and classify it<br />

17 - 26 maggio 2011<br />

Iain Chambers (Università di Napoli «L’Orientale»):<br />

IL MEDITERRANEO POSTCOLONIALE<br />

Martedì 17: La questione ‘meridionale’: dal<br />

Mezzogiorno al sud del pianeta.<br />

Giovedì 19: La migrazione e la modernità.<br />

Martedì 24: I suoni del Sud.<br />

Giovedì 26: La città postcoloniale.<br />

23 - 27 maggio 2011<br />

Franco Ferrari (Università di Salerno):<br />

PLOTINO E IL NEOPLATONISMO:<br />

PROBLEMI STORIOGRAFICI E FILOSOFICI<br />

Lunedì 23: Die Vorbereitung des Neuplatonismus:<br />

59


questioni storiografiche.<br />

Martedì 24 : Plotino: tradizione - esegesi - innovazione.<br />

Mercoledì 25: Plotino: <strong>per</strong>ché l’essere anziché il nulla<br />

Giovedì 26: Plotino: l’intelletto, paradosso e delirio<br />

della ragione.<br />

Venerdì 27: Plotino: al di là del pensiero: un altro<br />

modo di vedere.<br />

25 - 27 maggio 2011<br />

Luisella Batta<strong>gli</strong>a (Università di Genova):<br />

BIOETICA SENZA DOGMI<br />

Mercoledì 25: La grammatica di una bioetica<br />

liberale. Il contributo di John Stuart Mill.<br />

Giovedì 26: Per una bioetica di genere. ‘Voci di donne’.<br />

Venerdì 27: Oltre la dicotomia sacralità/qualità della<br />

vita. L’idea di ‘vita buona’ in bioetica.<br />

30 maggio - 3 giugno 2011<br />

John Davis (Università del Connecticut):<br />

LA QUESTIONE MERIDIONALE A 150 ANNI<br />

DALL’UNITÀ ITALIANA<br />

Lunedì 30: L’Italia Unita e la Questione Meridionale:<br />

un caso unico nell’Europa occidentale<br />

Martedì 31: La Questione Meridionale come<br />

questione economica.<br />

Mercoledì 1: La Questione Meridionale come<br />

questione culturale.<br />

Venerdì 3: La Questione Meridionale come questione<br />

politica.<br />

6 - 8 giugno 2011<br />

Salvatore Veca (<strong>Istituto</strong> Universitario di <strong>Studi</strong><br />

Su<strong>per</strong>iori, Pavia):<br />

PARADIGMI FILOSOFICI ALLA PROVA<br />

Lunedì 6: Il paradigma dell’incertezza.<br />

Martedì 7: Il paradigma dell’incompletezza.<br />

Mercoledì 8: Una lettura del Simposio di Platone.<br />

6 - 9 giugno 2011<br />

Nelson Moe (Barnard College, Columbia University):<br />

TRA NORD E SUD. VIAGGI NEL CINEMA ITALIANO<br />

Lunedì 6: Il viaggio patriottico in «1860» di<br />

Alessandro Blasetti (1934). I viaggi in Italia di Roberto<br />

Rossellini: «Paisà» (1946), «Stromboli» (1950),<br />

«Viaggio in Italia» (1954).<br />

Martedì 7: I viaggi di Totò: «Totò a colori» (1952),<br />

«Siamo uomini o caporali» (1955), «Totò, Peppino e<br />

la malafemmina» (1956). Luchino Visconti: «La terra<br />

trema» (1948), «Rocco e i suoi fratelli» (1960), «Il<br />

Gattopardo» (1963).<br />

Mercoledì 8: «L’Avventura» (1960) di Michelangelo<br />

Antonioni; «Il Mafioso» (1962) di Alberto Lattuada;<br />

«Pane e cioccolata» (1974) di Franco Brusati; «Cristo<br />

si è fermato a Eboli» (1979) e «Tre fratelli» (1981) di<br />

Francesco Rosi.<br />

Giovedì 9: La trilogia meridionale di Gianni Amelio:<br />

«Il ladro di bambini» (1992), «Lamerica» (1994), «Così<br />

ridevano» (1998).<br />

13 - 16 giugno 2011<br />

Marcelo Sánchez Sorondo (Pontificia Academia<br />

Scientiarum): LA VERITÀ DELLA SCIENZA PER LA<br />

GIUSTIZIA E LA PACE<br />

Lunedì 13: La verità della scienza.<br />

Martedì 14: Dalla verità alla giustizia.<br />

Mercoledì 15: Dalla giustizia alla verità.<br />

Giovedì 16: Conclusioni.<br />

20 - 22 giugno 2011<br />

Umberto Curi (Università di Padova):<br />

IMPARARE A MORIRE<br />

Lunedì 20: Due modelli di catabasi: Alcesti e Orfeo.<br />

Martedì 21: Dimenticare la morte. Prometeo e la<br />

techne alypias.<br />

Mercoledì 22: Esercitarsi a morire.<br />

20 - 24 giugno 2011<br />

Remo Bodei (Università della California, Los Angeles):<br />

VITE PARALLELE, MODELLI PER LA FORMAZIONE<br />

DELLE IDENTITÀ INDIVIDUALI E COLLETTIVE<br />

Lunedì 20: Il ruolo dell’immaginazione e delle istituzioni.<br />

Martedì 21: L’eroe.<br />

Mercoledì 22: Il saggio.<br />

Giovedì 23: Il cittadino, il compagno, il camerata.<br />

Venerdì 24: Eroi moderni: di carta (romanzi), di<br />

celluloide (cinema), de<strong>gli</strong> schermi (televisione, internet).<br />

20 - 24 giugno 2011<br />

Irving Lavin (Institute for Advanced Study, Princeton):<br />

CARAVAGGIO’S ROMAN MADONNAS<br />

Lunedì 20: Riposo.<br />

Martedì 2: Pellegrinaggio.<br />

Mercoledì 22: Serpe.<br />

Giovedì 23: Morte – I.<br />

Venerdì 24: Morte – II.<br />

27 giugno - 1 lu<strong>gli</strong>o 2011<br />

Markus Gabriel (Università di Bonn):<br />

FONDAMENTI DELLA ONTOLOGIA DEI DOMINI<br />

Lunedì 27: Il ritorno della ontologia I: ontologia e<br />

teoria de<strong>gli</strong> insiemi (Badiou).<br />

Martedì 28: Il ritorno della ontologia II: la necessità<br />

della contingenza (Meillassoux).<br />

Mercoledì 29: Domini e insiemi: il nuovo trasfinito<br />

(contro Badiou e Meillassoux).<br />

Giovedì 30: La contingenza della necessità.<br />

Venerdì 1: Il fallimento della filosofia analitica.<br />

60


27 giugno - 1 lu<strong>gli</strong>o 2011<br />

Domenico Losurdo (Università di Urbino):<br />

IL MARXISMO E LE SFIDE DEL XXI SECOLO<br />

Lunedì 27: Sviluppo delle forze produttive o<br />

decrescita<br />

Martedì 28: La globalizzazione come fine dello Stato<br />

nazionale<br />

Mercoledì 29: L’analisi della storia e della società<br />

cinese: una sfida <strong>per</strong> il materialismo storico.<br />

Giovedì 30: Ritorno a Marx o sviluppo del marxismo<br />

Venerdì 1: Per una ricostruzione hegeliana del<br />

materialismo storico.<br />

4 - 7 lu<strong>gli</strong>o 2011<br />

Alberto Burgio (Università di Bologna):<br />

NONOSTANTE AUSCHWITZ. PER LA STORIA<br />

DEL RAZZISMO EUROPEO<br />

Lunedì 4: Un’invenzione moderna.<br />

Martedì 5: Strategie di rimozione del razzismo italiano.<br />

Mercoledì 6: Le lingue del nazismo.<br />

Giovedì 7: Stigma, devianza e immigrazione.<br />

61


Finito di stampare nell’ottobre 2010 presso Grafica Metelliana S.p.a., Cava de’ Tirreni, Salerno<br />

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