Carte Bollate - Ristretti.it
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In corteo<br />
PACE – In marcia contro la violenza dalla Nuova Zelanda a <strong>Bollate</strong><br />
“Facciamo<br />
colomba ma no falco!”<br />
Il primo passo la marcia mondiale per la pace e la non violenza<br />
– promossa dal Movimento Umanista attraverso l’associazione<br />
Mondo senza Guerre – l’ha fatto in Nuova Zelanda<br />
il 2 ottobre, giorno della nasc<strong>it</strong>a di Gandhi, dichiarato<br />
dall’ONU giornata internazionale della non violenza.<br />
L’ultimo lo farà il 2 gennaio 2010 a Punta de Vacas, in Argentina,<br />
dopo iniziative, festival, conferenze, incontri coi<br />
governi, eventi sportivi culturali e sociali in centinaia di<br />
c<strong>it</strong>tà per “insinuare negli uomini, nelle donne, nei giovani,<br />
nei bambini il ripudio profondo della violenza in tutte<br />
le sue forme, per imparare a riconoscerla e smascherarla<br />
anche quando giunge travest<strong>it</strong>a con false bandiere di<br />
giustizia e libertà, per aprire gli orizzonti chiusi al futuro<br />
e farci intravedere un nuovo paesaggio, i primi raggi<br />
dell’alba di una Storia finalmente umana” come ben dichiara<br />
Giorgio Schultze, portavoce europeo della marcia.<br />
Dal Dalai Lama a Rigoberta Menchù, da Pedro Almodóvar<br />
a Noam Chomsky, da Yoko Ono a Dario Fo, da Ottavia Piccolo<br />
a Moni Ovaia e Luciana L<strong>it</strong>tizzetto, le adesioni sono<br />
fioccate, così come quella di Amnesty, del Gruppo Abele,<br />
di Medici senza Frontiere e cento altri. All’iniziativa ha<br />
ader<strong>it</strong>o anche il Carcere di <strong>Bollate</strong>, con una delegazione<br />
che che il 2 ottobre ha raggiunto piazza del Duomo.<br />
Il 7 novembre la marcia è entrata in Italia da Trieste<br />
e il 10 è passata da Milano. Quel giorno il carcere ha<br />
organizzato la tavola rotonda “Facciamo la Pace”: una<br />
sorta di dialogo tra dentro e fuori, una riflessione che i<br />
detenuti hanno condiviso con Erri De Luca, Alessandra<br />
Naldi, Virginio Colmegna, Eugenio Finardi e un rappresentante<br />
della Marcia.<br />
4 carte<strong>Bollate</strong><br />
Già all’ingresso del carcere<br />
l’aria è diversa, ci accoglie<br />
la direttrice con alcune persone<br />
che issano bandiere<br />
della marcia, nei corridoi tanti detenuti<br />
in attesa, elettrizzati. Saluti, sorrisi,<br />
strette di mano, abbracci, qualche bacio<br />
e parte il corteo interno, lungo la<br />
strada che fiancheggia il muro di cinta.<br />
Quasi tutti con una maglietta fatta in<br />
casa con penne e pennarelli colorati<br />
che in <strong>it</strong>aliano, spagnolo, francese,<br />
romeno, arabo, dicono che in pace è<br />
meglio.<br />
Scelgo Facciamo colomba ma no<br />
falco!; Profondo Altruismo Contro<br />
Egoismo; La pace è l’anima del futuro;<br />
La guerra e la pace hanno inizio<br />
nel cervello dell’uomo; La pace non<br />
si chiede la si costruisce.<br />
Si sfila vociando nei corridoi, poi si<br />
esce all’aperto, un aperto chiuso.<br />
È una manifestazione surreale, si cammina<br />
dietro allo striscione regolamentare<br />
tra muri e grate, in tanti hanno<br />
una bandiera, il carcere sovrasta tutto<br />
impassibile come un palazzo di Edward<br />
Hopper. Dalle finestre sbarrate escono<br />
voci, panni stesi e musiche, detenuti<br />
ammucchiati alle inferriate guardano<br />
e chiamano, cavalli al passeggio si avvicinano,<br />
guardinghi, senza un fiato, in<br />
uno dei quadrati recintati un detenuto<br />
si allena sotto al sole, abbronzato, tonico,<br />
calzoncini bordeaux, torso nudo,<br />
corre elastico e regolare lungo i lati del<br />
quadrato, lo spazio è vuoto, due vasi<br />
asf<strong>it</strong>tici lungo i muri.<br />
Un grappolo di detenute saluta dal riquadro<br />
sbarrato di una finestra, donne<br />
nel matroneo di una chiesa medievale.<br />
Siamo tutti dietro allo striscione di<br />
<strong>Bollate</strong>, i cavalli al passo sfilano per un<br />
tratto con noi in mezzo a detenuti, volontari<br />
e pochi agenti. Fa un caldo che<br />
indebolisce.<br />
Ci si ferma davanti ai reparti per fotografare<br />
gli stendardi preparati dai<br />
detenuti, perdo l’orientamento dentro,<br />
figuriamoci fuori, per questo non<br />
so dire a quale reparto appartiene il<br />
cassonetto dal quale con tempismo<br />
da regista navigato si leva un volo di<br />
piccioni, a <strong>Bollate</strong> non ci si scoraggia,<br />
in mancanza di colombe abbiamo i piccioni<br />
della pace.<br />
Si rientra, le voci rimbombano di nuovo<br />
nei corridoi, ci si disperde, e mentre<br />
comincia la riunione di redazione noi<br />
eserc<strong>it</strong>eremo la pazienza aspettando