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094 - Monaco 2011 (original) - Tuttomclaren.it

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Da metà anni Novanta<br />

fino ad oggi<br />

Dagli anni ’90 si assiste<br />

all’esplosione della tecnologia.<br />

Le comunicazioni tra<br />

box e pilota avvengono via<br />

radio, compare la telemetria,<br />

il cambio diventa semiautomatico<br />

e la guida della<br />

monoposto ripete quella “a<br />

due pedali” dei kart dove si<br />

accelera con il destro e si<br />

frena con il sinistro. Sul<br />

volante e sul cruscotto si<br />

assiste alla moltiplicazione<br />

di comandi, pulsanti, manette<br />

e manettini che il pilota<br />

deve saper far funzionare<br />

al meglio per adattare il<br />

comportamento della macchina<br />

alle diverse condizioni<br />

di carico e al mutare delle<br />

condizioni di aderenza. Il<br />

pilota è assist<strong>it</strong>o nella guida<br />

da una serie di controlli<br />

elettronici, anche se è vero<br />

che il migliore resta tale,<br />

elettronica o non elettronica.<br />

Ma i margini si riducono.<br />

La sicurezza, con<br />

l’introduzione negli anni<br />

Ottanta delle scocche in<br />

materiale compos<strong>it</strong>o e fibra<br />

di carbonio, fa un passo<br />

avanti gigantesco. La Federazione<br />

impone il superamento<br />

dei crash-test, stabilisce<br />

precise regole in materia<br />

di protezione del pilota e<br />

le piste vengono ridisegnate<br />

con vie di fuga sicure. Tutto<br />

questo fa bene allo sport,<br />

ma, in un certo senso, fa<br />

cambiare l’approccio alla<br />

gara e alla carriera da parte<br />

del pilota che diventa sempre<br />

più uno specialista. Chi<br />

oggi intende indirizzare la<br />

propria carriera verso macchine<br />

di formula inizia con<br />

i kart, raramente proviene<br />

da una vettura turismo o da<br />

una sport. Il numero dei<br />

gran premi aumenta: oggi si<br />

è arrivati a venti con auto<br />

che ormai non si rompono<br />

quasi più. E la possibil<strong>it</strong>à di<br />

vincere o di cumulare piazzamenti<br />

importanti e punti<br />

in classifica è di molto superiore.<br />

Aggiungiamo inoltre un<br />

altro aspetto: ieri il pilota<br />

era completo quando dimostrava<br />

anche la capac<strong>it</strong>à di<br />

mettere a punto la monoposto<br />

contribuendo in maniera<br />

a volte decisiva alla sua<br />

evoluzione attraverso i collaudi<br />

e il colloquio con i<br />

tecnici. Oggi questo apporto,<br />

complice il divieto di<br />

condurre sessioni di prove<br />

private, è stato ridimensionato.<br />

Dagli anni Ottanta alla<br />

seconda metà dei Novanta<br />

Il terzo periodo considerato<br />

coincide con l’avvento delle minigonne<br />

e del turbocompressore.<br />

Nel frattempo il numero dei gran<br />

premi è considerevolmente aumentato.<br />

Se nel 1971 il calendario<br />

prevedeva undici appuntamenti,<br />

già qualche anno più tardi<br />

diventano quindici, sedici. E tale<br />

numero resterà invariato per lungo<br />

tempo. Il livello di affidabil<strong>it</strong>à<br />

non è elevato: i motori turbo<br />

“esplodono” spesso in grandi<br />

nuvole di fumo grigio-biancastro<br />

generato dall’olio bruciato, tanto<br />

che ci si ricorda di una vecchia<br />

massima di Enzo Ferrari che<br />

rec<strong>it</strong>a: “la macchina da corsa<br />

ideale è quella che si rompe un<br />

metro dopo aver varcato il traguardo”.<br />

Cambia la strategia di gara: vengono<br />

introdotti i p<strong>it</strong>-stop per il<br />

rifornimento, poi quelli per il<br />

cambio gomme e lentamente ci<br />

si avvia verso una condotta di<br />

gara dove bisogna essere veloci<br />

tra uno “stint” e l’altro. Il pilota<br />

sa che un sorpasso può essere<br />

effettuato anche uscendo dai box<br />

prima che l’avversario giunga<br />

sulla linea del traguardo, in virtù<br />

del vantaggio accumulato avendo<br />

avuto pista libera davanti a sé<br />

essendosi fermato per il p<strong>it</strong>-stop<br />

l’avversario da superare. Hakkinen,<br />

Schumacher, Raikkonen e<br />

Alonso spingeranno al massimo<br />

quest’approccio. E questo fa<br />

mutare la mental<strong>it</strong>à stessa del<br />

pilota nell’affrontare un gran<br />

premio. Se il sorpasso non riesce<br />

in pista, si tenta la carta della<br />

strategia. L’ingegnere di pista<br />

viene così ad affiancare il pilota<br />

in una delle problematiche che<br />

prima doveva sbrigare da solo:<br />

studiare l’avversario giro dopo<br />

giro per capire dove e come potrà<br />

tentare il sorpasso. La forma<br />

fisica acquista maggiore importanza<br />

perché il pilota, che prima<br />

doveva comunque possedere un<br />

fisico allenato a resistere alle<br />

molte ore di gara, ora deve sviluppare<br />

una muscolatura, specie<br />

del collo, in grado di reggere gli<br />

elevati picchi di forza centrifuga<br />

generata in curva dalle monoposto<br />

ad effetto suolo.<br />

© Sutton Images<br />

La McLaren MP4/1. Oltre ad essere la prima della serie MP4,<br />

rappresentò una vera rivoluzione nella massima Formula.<br />

La MP4/1 fu infatti la prima monoposto con telaio in fibra di<br />

carbonio a prendere parte ad un Gran Premio di Formula 1.<br />

Classica vettura ad effetto suolo, dotata di minigonne e fondo<br />

incurvato per incrementare l'effetto suolo.

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