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Territorio<br />
Consolidare è meglio<br />
che improvvisare<br />
di Giuseppe Cerasoli<br />
a pag. 3<br />
Archeologia<br />
fantastica<br />
Il Seggio della Fortuna<br />
di Stefano Pagliaroli<br />
a pag. 4<br />
Il fatto<br />
Il nido del cuculo<br />
di E. Dantes<br />
a pag. 7<br />
La scuola<br />
Il progetto “Adotta un<br />
monumento”<br />
di Francesco Novelli<br />
a pag. 8-9<br />
Borgo Montenero<br />
Una piscina privata<br />
nel parco pubblico<br />
di Umberto Salvatori<br />
a pag. 11<br />
<strong>CENTRO</strong><strong>STORICO</strong>MAGGIO<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE “<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong>”<br />
BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 18 - GIUGNO<br />
2006<br />
SAN FELICE CIRCEO<br />
sotto<br />
la notizia<br />
➟<br />
Editoriale<br />
Spero meliora<br />
(Spero in cose migliori)<br />
di ALESSANDRO CRESTI<br />
Il 9 maggio<br />
scorso<br />
la FEE, organismo<br />
internazionale<br />
per<br />
l’educazione<br />
ambientale, ha<br />
conferito le “bandiere blu” ai<br />
comuni rivieraschi d’Italia, capaci<br />
di coniugare la pulizia del<br />
mare e delle spiagge con il più<br />
largo concetto di vivibilità. Nel<br />
giudizio si tiene conto non solo<br />
dell’”acqua cristallina”, ma<br />
di tutta una serie di servizi a<br />
terra: perfetta depurazione<br />
delle acque reflue ed efficiente<br />
rete fognaria su tutto il territorio<br />
comunale, raccolte differenziate,<br />
vaste aree pedonali, piste<br />
ciclabili, aree verdi, divieto<br />
assoluto di accesso alle spiagge<br />
per gli autoveicoli, arredo<br />
urbano curato, stabilimenti<br />
balneari ben custoditi e curati,<br />
dotati di tutti i servizi e di personale<br />
addetto al salvamento,<br />
ampio spazio dedicato ai corsi<br />
di educazione ambientale, rivolti<br />
in particolare alle scuole e<br />
ai giovani, agevolazioni per i<br />
portatori di handicap, pubblicità<br />
obbligatoria con affissione<br />
pubblica dei dati sulle acque di<br />
balneazione, strutture alberghiere,<br />
servizi di utilità pubblica<br />
sanitaria, informazioni turistiche,<br />
aree protette, segnaletica<br />
aggiornata, presenza di attività<br />
di pesca ben inserita nel<br />
contesto della località marina.<br />
Tre sono stati i Comuni pontini<br />
destinatari del prestigioso riconoscimento,<br />
Sabaudia, Sperlonga<br />
e Gaeta, mentre è rimasto<br />
escluso San Felice Circeo,<br />
che, oltretutto, ha fatto come i<br />
gamberi e, rispetto all’anno<br />
scorso, è retrocesso.<br />
Questi tre Comuni sono stati<br />
premiati non solo per la pulizia<br />
continua a pag. 6<br />
VUOTI DI MEMORIA<br />
Il personaggio<br />
Fu l’artefice del primo Piano Regolatore<br />
Clemente Busiri Vici<br />
Amava molto il mare del Circeo. Lo ricorda il figlio Saverio<br />
Scrivo volentieri i<br />
miei ricordi del Circeo,<br />
dalla fine degli<br />
anni ‘30 (anni in cui cominciai<br />
a frequentarlo) fino<br />
a pochi anni fa, allorché<br />
abbandonai il luogo, poiché<br />
mi sembrava avesse<br />
perso le sue caratteristiche<br />
più intime naturalistiche,<br />
per troppe auto, traffico,<br />
avvento di popolazione<br />
(non locale) poco corretta<br />
verso la natura e senza<br />
educazione nella convivenza<br />
ecc.<br />
Socializzare certamente<br />
ma con educazione e rispetto<br />
delle regole, non rivelarsi<br />
invadenti e senza<br />
sensibilità alcuna per il luogo.<br />
Parlando degli esordi del Circeo<br />
come luogo di rifugio e fuga<br />
dal caotico vivere cittadino e<br />
distrazione dalla stressante vita<br />
lavorativa, penso inevitabilmente<br />
a mio padre Clemente<br />
Busiri Vici (1887-1965) famoso<br />
architetto in Italia e all’estero<br />
- innumerevoli lavori importanti<br />
a Roma ed in tutta Italia,<br />
inoltre a Londra (Ambasciata<br />
d’Italia), a New York (Padiglione<br />
delle Nazioni ’39), al Cairo<br />
(scuole), in Tunisia (scuole,<br />
Casa d’Italia), in Svizzera (Lugano),<br />
a Rio de Janeiro (Casa<br />
d’Italia – scuole), ecc. - che fu<br />
tra i primi scopritori e valorizzatori<br />
di tale magnifico luogo,<br />
fin dalla fine degli anni ‘30,<br />
quando con i suoi sette figli<br />
(uno dei quali il sottoscritto) si<br />
recava per vacanza alla pensione<br />
Maga Circe, che allora era<br />
un piccolo edificio di poche camere<br />
dove spesso con la barca<br />
a vela del figlio del proprietario<br />
Superti si aveva occasione di<br />
Editoriale<br />
Spero meliora<br />
Vuoti di memoria Clemente Busiri Vici 1<br />
Territorio<br />
Clemente Busiri Vici<br />
Consolidare è meglio<br />
che improvvisare 3<br />
Archeologia Il Seggio della Fortuna 4<br />
Storia Memorie dei percorsi antichi 5<br />
Lettere Lettere al Direttore 6<br />
Il fatto Il nido del cuculo 7<br />
Scuola “Adotta un monumento” 8-9<br />
esplorare e ammirare le meravigliose<br />
scogliere contigue, le<br />
grotte marine misteriose, i precipizi<br />
rocciosi a piombo sul mare,<br />
assolutamente isolati dal<br />
mondo, senza presenza umana<br />
e di notevole suggestione. La<br />
popolazione locale, dedita prevalentemente<br />
alla pesca, era<br />
forte e generosa, tutta gente<br />
onesta e perbene: Maiolati,<br />
Matacchioni, Felicetto, il cacciatore,<br />
il dott. Malandrucco,<br />
sempre pronto ad intervenire;<br />
Luigi, anche lui<br />
disponibile per ogni aiuto,<br />
Biagio il fabbro ecc. ecc..<br />
Mio padre contribuì a<br />
“lanciare” il luogo anche<br />
se in seguito perse l’entusiasmo<br />
iniziale tanto da<br />
desiderare negli ultimi<br />
suoi anni di ritirarsi in una<br />
casetta da costruire sulla<br />
cima della retrostante<br />
montagna. Si era reso<br />
conto che i nuovi arrivati<br />
poco erano sensibili e inclini<br />
verso la natura, l’ambiente,<br />
i silenzi, la vita<br />
semplice e contemplativa.<br />
Comunque agli inizi conobbe<br />
un signore svizzero, naturalizzato<br />
al Circeo, proprietario<br />
di mezza montagna e con<br />
un casale “lussuoso” che aveva<br />
costruito per viverci tutto<br />
l’anno. Aveva importato dal<br />
Centro-America piante esotiche<br />
da trapiantare nella sua proprietà<br />
e commerciava cioccola-<br />
continua a pag. 2<br />
S o m m a r i o<br />
Territorio Erosione costiera 10<br />
Borgo Montenero Nuova piscina privata 11<br />
Delibere 12<br />
Intrattenimento Personaggi – Oroscopo 13<br />
Sport Calcio-Nuoto 14<br />
Tempo libero<br />
Per la serie “Vuoti di memoria”<br />
- i grandi personaggi<br />
legati a San Felice Circeo –<br />
in questo numero parliamo di<br />
Clemente Busiri Vici, architetto<br />
famoso in Italia e all’estero,<br />
che fu tra i primi negli anni<br />
’30 a scoprire, valorizzare,<br />
rispettare ed amare il Circeo.<br />
Di lui ci parla il figlio Saverio<br />
anche lui architetto, che, insieme<br />
agli altri sei fratelli, fu<br />
coinvolto in una vita quasi<br />
primitiva in una casa sul punto<br />
più avanzato del Promontorio,<br />
senza strade, luce, acqua<br />
potabile e telefono, totalmente<br />
immersi in una natura<br />
incontaminata e selvaggia,<br />
ma profumata e colorata.<br />
Clemente Busiri Vici redasse il<br />
Piano Regolatore di San Felice<br />
Circeo, su incarico del Comune<br />
e del barone Aguet.<br />
Realizzò anche le due chiese<br />
del Paese, una vicina al mare<br />
e quella del Patrono al Centro<br />
Storico.<br />
Cucina – Letture<br />
Ora legale – Poesia 15<br />
Editore: <strong>Ass</strong>ociazione <strong>cult</strong>urale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: centrostorico@sanfelicecirceo.info-www.sanfelicecirceo.info - Reg. Trib. di Latina n. 796<br />
del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 2<br />
VUOTI DI MEMORIA<br />
Il personaggio<br />
segue dalla pag. 1<br />
Clemente Busiri Vici<br />
to, il Barone Aguet. Appassionato e molto amante del<br />
luogo, se ne sentiva un poco il fondatore e il padrone.<br />
Avendo stima per mio padre gli affidò, insieme al Comune,<br />
il primo Piano Regolatore del Circeo, che fu redatto<br />
da mio padre in quegli anni lontani, secondo regole<br />
rigorose: edificabilità molto limitata, ampie estensioni<br />
a verde, e rigidi regolamenti riguardo alla contenuta<br />
densità urbanistica ed edilizia, quasi nulla, superfici<br />
ed altezze minime, uso di materiali locali. Furono<br />
gettate le prime basi della viabilità, le prime strade anch’esse<br />
da mantenersi allo stato di campagna (ghiaia,<br />
terra battuta o similari), ampie zone di assoluto rispetto<br />
ambientale. In seguito a questa alacre attività Aguet<br />
pregò papà di scegliersi a costo contenuto, per una<br />
sua dimora, un luogo nei pressi delle scogliere che a<br />
lui soddisfacesse, anche per rimanere in sito e controllarne<br />
lo sviluppo. Così mio padre a metà degli anni<br />
quaranta si costruì la casa alla baia di Torre Cervia, non<br />
lontano dal “rudere” dell’antica Torre di avvistamento,<br />
su un pianoro soprastante.<br />
Per noi giovani figli iniziò una vita nella natura, di fronte<br />
ad un mare azzurro e limpido dirimpetto alle isole<br />
Pontine, una baia adatta alla pesca di ogni genere con<br />
alle spalle siti leggendari: la grotta della maga Circe, la<br />
baia delle sirene, il precipizio, la cava di alabastro, la<br />
torre saracena, la batteria, il picco di Circe.<br />
l’architetto Busiri Vici fu tra i primi scopritori<br />
e valorizzatori del “<br />
Circeo<br />
Tutta la costa e la montagna pervasa da profumi naturali,<br />
ginepro, rosmarino, olivo selvatico, lecci, palmette<br />
mediterranee che si fondevano con l’odore del mare<br />
incontaminato.<br />
Durante l’inverno, in città, mio padre pretendeva da noi<br />
intransigenza verso i doveri della vita, orari rigorosi e<br />
dedizione allo studio ecc., ma d’estate ci lasciava libertà,<br />
offrendoci occasioni irripetibili, sia pure nella<br />
semplicità e direi quasi, nella primitività della situazione.<br />
Mentre mio padre, durante la settimana, si recava a Roma<br />
per dedicarsi al suo pressante lavoro e ci raggiungeva<br />
la domenica con i rifornimenti, noi eravamo in<br />
quel luogo meraviglioso ma privo di strade praticabili<br />
tranne una mulattiera, senza acqua potabile, senza auto,<br />
senza telefono, senza soccorsi di alcun genere e dire<br />
che di pericoli ve n’erano molti. Quei meravigliosi<br />
mari calmi e assolati potevano cambiare improvvisamente<br />
umore e trasformarsi in tempeste, sconvolgendo<br />
la costa. Ci trovavamo, infatti, nel luogo più avanzato<br />
di tutto il promontorio del Circeo, esposto a venti<br />
impetuosi, nei pressi del Faro si facevano tuffi dalle alte<br />
scogliere; a quel tempo ero anche pugile (avevo<br />
come allenatori Stive Klaus e Domenico Rea, allenatori<br />
Clemente Busiri Vici - 1950<br />
“<br />
di Tiberio Mitri campione del mondo) e non avevo paura<br />
di nulla. Si faceva pesca subacquea (sono stato uno<br />
dei primi in tale disciplina) si facevano gite nel circondario<br />
(precipizio, Sperlonga, laghi Fogliano e Paola<br />
ecc.) con barchette rimediate, ma il pericolo del mare<br />
era sempre incombente anche perché la costa era rocciosa.<br />
Eravamo abituati a leggere i venti, le nuvole, i cieli, i<br />
profumi dell’aria per anticipare le tempeste, perché,<br />
avendo una riva non di sabbia ma di aguzze scogliere,<br />
non era difficile rischiare di esservi sbattuti contro ed<br />
uscirne era spesso un problema. Tutto era scuola, finché<br />
imparammo i vari comportamenti del caso. Voglio<br />
ricordare che erano gli anni subito dopo la guerra e<br />
ogni cosa era più complicata e nuova e noi eravamo<br />
giovani.<br />
A proposito delle varie gite in mare mi ritorna in mente<br />
un episodio che può rappresentare il clima di quel<br />
tempo. Ci si presentò la possibilità di recarci alle isole<br />
Pontine (35 chilometri di mare), allora erano poco<br />
usuali tali percorsi, e come mezzo di trasporto fu offerto<br />
un barcone scassatissimo, motorizzato con un<br />
vecchio motore di carro armato abbandonato durante<br />
la guerra.<br />
Tutto bene, sennonché al ritorno ci colse un mare in<br />
tempesta, nuvoloni, lampi, ondate alte come case, la<br />
notte e, soprattutto, sul più bello il motore ci piantò in<br />
asso con la conseguente prospettiva di essere sbattuti<br />
alla deriva sulle scogliere. Solo la fortuna e le correnti<br />
favorevoli ci consentirono di approdare all’alba<br />
sulle lontane spiagge di Terracina.<br />
I ricordi sono tanti e non è possibile enumerarli tutti,<br />
conducevamo comunque un modo di vita che per allora<br />
era abbastanza singolare: non essendovi la spiaggia<br />
ci trasferivamo da un punto all’altro della costa molto<br />
spesso a nuoto, anche per lunghe distanze e spesso ci<br />
si trovava lontani la sera avanzata e si dormiva “alla<br />
serena” sulle spiagge deserte, installando bivacchi con<br />
fuochi accesi; facevamo gare di tuffi dalle alte scogliere,<br />
oppure battute di pesca anche sulle barche dei pescatori<br />
del luogo. Ricordo i loro nomi, brava gente,<br />
il barone Aguet ed il Comune di San Felice<br />
lo incaricarono di redigere il primo Pia-<br />
“<br />
no Regolatore del Circeo<br />
“<br />
Clemente Busiri Vici - 1962<br />
molto abili nel loro mestiere: Venerino, Beppe, Amadei,<br />
che con le loro barche gareggiavano a chi pescava<br />
di più e comunque da loro imparammo a gettare e<br />
ritrarre le reti e i vari tipi di pesca.<br />
A terra invece si organizzavano festicciole notturne e<br />
“Costantino”, singolare personaggio del luogo, suonava<br />
la chitarra per farci ballare, rallegrando le serate con<br />
le giovani amiche del tempo. Ricordo le sorelle Mila e<br />
Isabella Spani, Fiorella Verga (nipote dello scrittore<br />
Giovanni Verga) o le sorelle Morandi, che noi chiamavamo<br />
“Le Morandine”, la Vergé, in seguito tante altre,<br />
la Romano, la Imperlino e cosi via.<br />
Eravamo giovani e ci si divertiva con poco (anni ‘60).<br />
La sera si poteva andare alla trattoria del Faro, prima<br />
molto caratteristica, gestita dal Gualdoni, poi impreziosita<br />
(già meno interessante) con la denominazione di<br />
“Alfonso al Faro”, infine sciupata divenendo pretenziosa<br />
e perdendo completamente le sue peculiari caratteristiche.<br />
Ci si poteva recare al Paese di San Felice<br />
(cinema, gelati ed in seguito un porto caratteristico).<br />
Per la difesa di questo paese vale la pena di spendere<br />
qualche parola, poiché poco si fa per la sua salvaguardia<br />
e tutela mentre il suo valore storico ambientale è<br />
evidente. Anche i miei figli (anni 1960/70) Leonardo,<br />
Sebastiano, Benedetta, sopraggiunti in quegli anni e<br />
mia moglie Mariolina, hanno potuto assaporare il fascino<br />
e la bellezza del luogo.<br />
Comunque in seguito tutto il Circeo cominciò a peggiorare<br />
(anni ‘70/’80) modificando la propria identità.<br />
Arrivarono le strade, arrivò l’acqua, ma arrivarono anche<br />
le “cartacce”, l’inquinamento della costa, ovunque<br />
buste di plastica in mare e a terra, confusione, natura<br />
maltrattata ecc. ecc.<br />
Se da un lato si era offerto giustamente un posto al sole<br />
per tutti, dall’altro lato tra i “tutti” vi erano pure i<br />
non rispettosi della natura, i portatori d’incendi, di<br />
baccano e di abusivismo. Cominciò in un certo senso il<br />
declino. Speriamo che si possa trovare una politica che<br />
salvi “capra e cavoli” altrimenti le cose si metteranno<br />
male. Comunque la nostra vita cominciò a cambiare, si<br />
iniziò ad allontanarsi dalle scogliere, si era invitati a<br />
piccole crociere alle isole Pontine ed io iniziai a lavorare<br />
come s<strong>cult</strong>ore in una officina, verso la Mola, dal<br />
fabbro “Biagio”. La vita selvaggia del Circeo era finita.<br />
Vorrei qui concludere con un ricordo sull’opera svolta<br />
da mio padre, Clemente Busiri Vici, al Circeo.<br />
Oltre ad avere intuito inizialmente il valore del luogo,<br />
quasi ignorato in quel tempo se non come confine tra<br />
mare e paludi, oltre ad aver dotato il Circeo di un primo<br />
Piano Regolatore, oltre ad aver dato con la propria<br />
casa un buon modello per gran parte delle case in seguito<br />
costruite, realizzò anche le due chiese su incarico<br />
dell’amico Gemini: la prima alla spiaggia, la seconda<br />
all’interno del paese. Per quest’ultima in particolare<br />
si può dire quanto segue: mio padre aveva come<br />
suo credo architettonico, il rispetto assoluto di ogni<br />
luogo, che si manifestava con il volersi inserire il più<br />
adeguatamente possibile alle precipue caratteristiche<br />
l’amico Gemini gli chiese di realizzare le<br />
“<br />
due chiese: una alla spiaggia, l’altra all’interno<br />
del Paese<br />
“<br />
ambientali e storiche. Se si osserva con attenzione tale<br />
architettura, si potranno facilmente cogliere i motivi<br />
che l’hanno ispirata.<br />
Le ripetute invasioni saracene dei secoli passati influenzarono<br />
l’architettura costiera e lasciarono il loro<br />
“segno”, come si può notare ad esempio nel Castello-<br />
Fortezza che affaccia sulla piazza ed è contiguo a detta<br />
Chiesa.<br />
Credo di poter affermare che nella creazione della<br />
Chiesa di San Felice sia stato seguito uno stile mediterraneo-saraceno,<br />
con fine di ambientamento, completato<br />
da una impronta di modernità. Soluzione positiva<br />
e nuova.<br />
continua a pag. 16
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 3<br />
<strong>IL</strong> TERRITORIO<br />
Centro Storico<br />
Politiche di sviluppo<br />
Consolidare è meglio che improvvisare<br />
È necessario valorizzare le risorse già esistenti<br />
di Giuseppe Cerasoli<br />
Alla luce delle ultime indicazioni<br />
formulate dalla Amministrazione<br />
comunale in tema di politiche<br />
di sviluppo del territorio, credo<br />
sia opportuno formulare un invito a valorizzare<br />
ciò che di valorizzabile è presente<br />
sul territorio piuttosto che andare a saturarlo inutilmente<br />
con nuove e mirabolanti iniziative.<br />
Per fare ciò ho provato a dare un piccolo contributo su<br />
alcune aree che necessitano di un urgente intervento di<br />
consolidamento.<br />
Centro storico: ad eccezione di alcune valide iniziative<br />
in corso, come ad esempio il restauro del palazzo baronale,<br />
non vi è traccia, di un disegno strutturato di ripensamento<br />
del centro storico finalizzato alla sua definitiva<br />
rivitalizzazione. Ciò, infatti, non può che partire<br />
attraverso una progressiva pedonalizzazione del centro<br />
che garantisca nello stesso tempo la possibilità di poter<br />
parcheggiare comodamente<br />
e con poca spesa.<br />
La pedonalizzazione,<br />
insieme ad un ripensamento<br />
delle categorie<br />
merceologiche che porti<br />
ad una “unicità, specialità<br />
e distinzione” dei negozi<br />
del centro storico,<br />
presenterebbe, infatti, un<br />
vantaggio decisivo: gli<br />
acquirenti che riescono a<br />
trovare vari prodotti in un<br />
posto molto bello, sono,<br />
talvolta, disposti a pagare<br />
di più perché a loro<br />
piace la vivacità di una via<br />
pedonale molto frequentata. È chiaro che i commercianti<br />
e i proprietari delle abitazioni del centro hanno<br />
esigenze diverse, ma questi devono essere riconosciuti<br />
e si deve fare in modo che entrambi vedano soddisfatte<br />
le loro esigenze. Investire in una “buona architettura”,<br />
inoltre, conta: i centri urbani che possiedono<br />
edifici storici o <strong>cult</strong>uralmente significativi, hanno un sicuro<br />
vantaggio se questi edifici vengono adattati per gli<br />
usi attuali. Si devono valorizzare, dunque, le caratteristiche<br />
<strong>cult</strong>urali ma anche l’arredo urbano (alberi, siepi,<br />
panchine, segnaletica, etc.), che ha sicuramente un<br />
ruolo importante.<br />
prima di affrontare nuove iniziative, è<br />
“<br />
meglio valorizzare ciò che è presente sul<br />
territorio<br />
“<br />
Lungomare: il lungomare è il biglietto da visita che una<br />
località balneare turistica offre ai suoi visitatori. Lo si<br />
può paragonare a quando si varca la soglia di un albergo<br />
e si guarda attentamente al portiere che ci viene incontro.<br />
Il primo impatto determina in noi l’idea di positivo<br />
o negativo del posto dove siamo capitati. Il lungomare<br />
deve costituire, dunque, la principale attrazione di<br />
una realtà come il Circeo, un viale ampio e affollato con<br />
locali e ristoranti dove i turisti possano spendere parte<br />
del proprio tempo con soddisfazione. Il Lungomare, oggi,<br />
certamente non rappresenta un fiore all’occhiello del<br />
per il Centro storico è necessario partire<br />
“<br />
con una progressiva pedonalizzazione e<br />
l’istituzione di comodi parcheggi<br />
“<br />
nostro paese e non è nemmeno meta di turisti che amino<br />
passeggiare lontano dai rumori e dal traffico. Per garantire<br />
la fruibilità dello stesso, anche in orari serali, bisognerebbe,<br />
lungo il percorso, che offre da sè la possibilità<br />
di respirare l’aria salubre ricca di iodio e di godere<br />
della vista di un paesaggio marino incantevole, aggiungere<br />
comode panchine, vasi con fiori, eventuali soste<br />
di ristoro, luoghi di incontro con piano bar, etc.<br />
La riqualificazione allo studio dell’Amministrazione, che<br />
seppur in qualche modo potrebbe andare in questa direzione,<br />
dovrebbe essere però svincolata da una decisione<br />
di giunta e portata verso una selezione, fatta mediante<br />
concorso, di<br />
una serie di progetti<br />
che siano valutati da<br />
una commissione<br />
giudicatrice di alto livello.<br />
Porto il Porto del Circeo<br />
non è certamente<br />
noto per essere<br />
uno dei più attrezzati<br />
ed accoglienti attracchi<br />
del Mediterraneo,<br />
seppur incastonato<br />
in una angolo<br />
particolarmente<br />
pregiato. Oltre ad un<br />
ripensamento sulle<br />
modalità di soluzione<br />
delle problematiche legate all’insabbiamento dell’area<br />
di ingresso, credo sia opportuno, ignorando stavolta<br />
l’ipotesi di raddoppio, riflettere su alcune opere che<br />
potrebbero garantire un miglioramento dello status<br />
quo.<br />
Gli interventi dovrebbero essere finalizzati alla riqualificazione<br />
dell’area portuale per consentirne un’adeguata<br />
e più confortevole fruizione a fini turistici e diportistici.<br />
L’ubicazione del porto, però, mette in risalto la necessità<br />
di un intervento integrato di riqualificazione del<br />
Porto e delle aree circostanti. In modo particolare, la<br />
passeggiata che sovrasta il Porto, dove sono concentrati<br />
la maggior parte degli esercizi commerciali, peraltro<br />
in notevole sofferenza negli ultimi anni, rappresenta<br />
la vera area di sviluppo.<br />
L’ area portuale è e deve essere individuata come uno<br />
dei punti nodali del sistema turistico cittadino; deve acquisire,<br />
infatti, una fondamentale centralità nella raccolta<br />
ed indirizzo dei flussi turistici. È opportuno, dunque,<br />
avviare una serie di interventi vuoi per la semplice<br />
valorizzazione degli arredi urbani, vuoi con lavori programmati<br />
e realizzati per il miglioramento dei servizi e<br />
delle infrastrutture di comunicazione.<br />
Spiagge libere il progressivo abbandono delle spiagge<br />
bisogna riqualificare il lungomare, biglietto<br />
da visita di ogni località balneare<br />
“ turistica<br />
“<br />
invece di pensare a raddoppiare il porto,<br />
“<br />
sarebbe più opportuno migliorarne lo<br />
status quo<br />
“<br />
libere, lasciate in<br />
apparente stato<br />
di degrado, dovrebbe<br />
far riflettere<br />
circa una nuova<br />
modalità di fruizione<br />
delle stesse.<br />
L’Amministrazione<br />
non dovrebbe<br />
sottovalutare,<br />
in questa direzione,<br />
anche la<br />
predisposizione<br />
di un progetto di<br />
affidamento in gestione delle spiagge libere del Circeo<br />
ad operatori operanti del settore turistico. Tale affidamento,<br />
peraltro sperimentato in altre realtà, consentirebbe<br />
di lasciare l’ingresso gratuito, concedendo agli<br />
operatori turistici la possibilità di offrire ulteriori servizi<br />
a pagamento, che renderanno queste zone più funzionali<br />
alle esigenze dei bagnanti (bevande, cibi e altro).<br />
A costo zero per il Comune, garantirebbe, inoltre, gratuitamente<br />
la pulizia giornaliera dell’intero tratto di costa,<br />
l’installazione di bagni chimici, l’assistenza sanitaria<br />
di primo soccorso e il servizio di salvataggio. I bagnanti<br />
che non vorranno fruire dei servizi a pagamento<br />
potranno comunque accedere liberamente al tratto di<br />
spiaggia attrezzata.<br />
Prima di pensare, dunque, al raddoppio del porto, alla<br />
creazione di nuove darsene, all’approvazione del nuovo<br />
piano regolatore, credo sia opportuna una pausa di<br />
riflessione, ma soprattutto un’attenta lettura dei fenomeni<br />
emersi negli studi commissionati dall’<strong>Ass</strong>ociazione<br />
a due delle principali Università italiane. Da tale lettura<br />
credo che possa evincersi anche la necessità di un<br />
approccio che porti a consolidare il nostro patrimonio e<br />
non a metterlo a rischio di nuove ed improvvisate scelte<br />
degli Amministratori pro-tempore. ■<br />
La novità<br />
È in vendita la nuova versione,<br />
ampliata e aggiornata<br />
(III edizione), del libro<br />
Il Circeo<br />
nella leggenda e nella storia<br />
a cura del prof.<br />
Tommaso Lanzuisi<br />
Prezzo euro 32,00
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 4<br />
CULTURA<br />
Archeologia fantastica<br />
Storia di una lontana estate<br />
Il Seggio della Fortuna<br />
Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla scena della Fortuna vestita di nero<br />
di Stefano Pagliaroli<br />
Molti anni fa udii al Circeo<br />
una storia. Sapevo bene<br />
che il posto, soprattutto<br />
d’estate, era frequentato da gente importante.<br />
La sera facevo una passeggiata<br />
per il centro e andavo sempre a<br />
sedermi vicino alla Torre dei Templari. Guardavo giù e<br />
pensavo: adesso so perché il Circeo è una meta così<br />
ambita. In realtà la faccenda era più seria di quel che<br />
potrebbe sembrare da come l’ho riportata finora: perché<br />
la storia era certamente una soltanto, ma udii che<br />
la raccontavano anche persone che non si conoscevano<br />
tra di loro.<br />
Insomma dicevano che da qualche parte nei pressi del<br />
paese c’era un posto che chiamavano il Seggio della<br />
Fortuna e che se uno ci si sedeva anche soltanto per un<br />
momento e guardava verso il mare senza distrarsi vedeva<br />
qualcosa che gli cambiava la vita. Riferivano anche<br />
i nomi di alcuni furtanati venuti da fuori, e non ho mai<br />
capito se fosse un’espressione del dialetto locale. Poiché<br />
avevo sentito dire che si trattava di un luogo abbastanza<br />
in alto nel promontorio, i pomeriggi con qualche<br />
amico e più spesso da solo cercai di individuare almeno<br />
la zona. Se avessi trovato il seggio, non so se mi sarei<br />
fidato a sedermici. Solo una volta, dalla parte che si<br />
vedeva Ponza, in un punto molto scosceso che prima<br />
ignoravo completamente, vidi una donna, anzi doveva<br />
essere una ragazza, tutta vestita di nero che salì all’improvviso<br />
dal fondo di un dirupo e si allontanò rapidamente<br />
senza voltarsi. Non pensai che fosse la Fortuna<br />
e nemmeno mi avvicinai per controllare se il seggio fosse<br />
proprio lì (vedi la foto da me scattata il 4 maggio<br />
2006).<br />
Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla<br />
scena della Fortuna vestita di nero, ormai la chiamavo<br />
così tra me e me, che se ne andava, e decisi che sarei<br />
tornato lì tutti i giorni a quell’ora per cercare d’incontrare<br />
un’altra volta. Ma non misi più piede da quelle parti<br />
per settimane. Perché il problema era anche un altro,<br />
a pensarci bene: del seggio non ignoravo soltanto l’u-<br />
La Sfinge e i laghi dal Promontorio<br />
bicazione, ma anche la forma. Lo immaginavo antico e<br />
di pietra: ma va a capire allora quante volte ci sei passato<br />
vicino, mi dicevo, e non te ne sei nemmeno accorto,<br />
soprattutto in un vecchio paese fatto di pietre; o magari<br />
si trova in centro, nella terrazza di qualche bar dove<br />
è pieno di gente, e allora è praticamente impossibile<br />
sapere dove sedersi e chi è quello che sta occupando<br />
il Seggio della Fortuna al posto tuo. E pensavo –<br />
può apparire un po’ sciocco, detto così –: ma se il seggio<br />
è della Fortuna, secondo te ci sta seduta lei o lo lascia<br />
agli altri? In effetti anche questa eventualità era almeno<br />
da mettere in conto. Insomma, alla fine, le combinazioni<br />
possibili erano un’infinità, tante quante sono<br />
quelle della sorte, cioè della Fortuna.<br />
Poi venne settembre e le spiagge erano ormai quasi<br />
tutte deserte. A me del resto è sempre piaciuto rimanere<br />
fino all’inizio di ottobre. Un pomeriggio decisi di risalire<br />
a piedi fino al posto dell’avvistamento, che avevo<br />
completamente rimosso, ma non so come mi era all’improvviso<br />
ritornato in mente, quasi come un presagio. Al<br />
primo tentativo sbagliai e mi ritrovai invece a poca distanza<br />
dalla Sfinge (pressappoco nel punto dove ho<br />
scattato l’altra foto il 4 maggio 2006). Poi finalmente<br />
ritrovai il punto dove la Fortuna si era allontanata senza<br />
voltarsi. Il sole era abbastanza forte e dunque non<br />
avevo assolutamente paura. Guardai verso il mare e vidi<br />
che la parete era ripida e la macchia mediterranea,<br />
tra mirtilli e liquirizie, molto fitta e di colore verde scuro<br />
e limpido, ma proprio giù a meno di dieci metri c’era<br />
come la sagoma – sì, era impossibile definirla una<br />
forma, con tutti i rami che le facevano scudo – di un<br />
seggio di pietra.<br />
L’estate, come ho detto, stava quasi finendo e pensai<br />
che o tentavo adesso o chissà quando o mai più. L’unico<br />
problema è che per vedere se il seggio fosse libero<br />
bisognava che scendessi strisciando lungo la parete di<br />
roccia per più di dieci metri. Via via che mi avvicinavo<br />
quasi tenevo più gli occhi al seggio che le mani agli appigli.<br />
Quando arrivai in fondo, convinto che non ci fosse<br />
nessuno, mi accorsi invece che il seggio era in realtà<br />
molto più<br />
grande di<br />
quanto avessi<br />
immaginato e<br />
che della persona<br />
che vi stava<br />
seduta si vedevano<br />
spuntare<br />
i gomiti e<br />
parte delle<br />
braccia e la<br />
punta di una<br />
scarpa nera lucida,<br />
ma non<br />
saprei dire la<br />
misura, poteva<br />
essere un trentasei<br />
come anche<br />
un quarantotto.<br />
Il mare<br />
davanti rimaneva<br />
coperto quasi<br />
completamente.<br />
Risalire<br />
era impossibile:<br />
avrei fatto<br />
troppo rumore<br />
e qualche sasso<br />
poteva staccarsi<br />
e rotolare,<br />
e non so a quel<br />
punto che piega<br />
avrebbe potuto<br />
prendere<br />
la faccenda e,<br />
se quella si<br />
Isole viste dal Seggio<br />
fosse alzata di<br />
scatto, come avrei potuto fermarla. L’idea di avere contro<br />
la Fortuna, voglio dire, e senza mai averla vista neppure<br />
in faccia, non è che mi piacesse poi tanto. Mi risolsi,<br />
non senza apprensione, ad avanzare.<br />
Ormai ero ad appena un paio di metri e vedevo già anche<br />
i capelli, abbastanza rigidi, che si muovevano, perché<br />
dal mare quel pomeriggio saliva un po’ di brezza e<br />
si sentiva qualche onda lontana contro gli scogli – non<br />
so se avete presente l’atmosfera de Le Cimetière Marin<br />
del Valéry –. Misi meglio a fuoco e vidi che si trattava<br />
di una pietra davvero enorme, cava, dalla parte del mare,<br />
come una conchiglia: sotto c’era il precipizio. Come<br />
alzai gli occhi, dopo essermi abbassato per non rimanere<br />
impigliato tra i rami, notai che il seggio era ridiventato<br />
vuoto. Pensai che, chiunque ne fosse l’occupante<br />
in quel momento, doveva aver ritirato le braccia,<br />
forse perché la brezza era diventata un po’ fredda, e il<br />
pomeriggio era ormai molto inoltrato e il sole si avviava<br />
al tramonto.<br />
Mentre pensavo al modo in cui affacciarmi, se dall’alto<br />
sollevando i rami dei mirtilli o da uno dei lati, decisi, non<br />
chiedetemi perché, di indietreggiare. Dal seggio, naturalmente,<br />
non staccai gli occhi un momento mentre risalivo<br />
la stessa parete di roccia per la quale ero disceso,<br />
ma appariva ormai davvero solo una pietra cava e vuota<br />
che non somigliava forse più nemmeno a una conchiglia.<br />
Ero di nuovo al punto di partenza, quando, benché un<br />
po’ più vicina, la vidi che ancora una volta si allontanava,<br />
vestita di nero. Stavo per chiamarla, ma poi decisi di<br />
lasciar perdere, e che era meglio tornare a casa.<br />
Ho pensato di raccontare solo oggi, dopo tanti anni,<br />
quanto mi accadde allora. Anche perché mi è stato riferito<br />
da fonti sicure che il via vai di personaggi importanti<br />
al Circeo continua in tutte le stagioni. Ormai fanno la fila<br />
per sedersi anche un solo momento sul Seggio della<br />
Fortuna * . ■<br />
* Dopo L’isola del Circeo e Storia di una misteriosa<br />
epigrafe, ho inaugurato, per il numero di novembredicembre<br />
2005 con Il barone Karl von Hellennacht, la<br />
rubrica ‘Archeologia fantastica’, per la quale ho poi<br />
pubblicato Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno<br />
1829 e Storia della vocazione religiosa di Lelio<br />
Lauri.
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 5<br />
TERRITORIO<br />
Storia<br />
Le strade del Circeo<br />
Memorie dei percorsi antichi<br />
Due erano le antiche principali vie di comunicazione con Circeii<br />
Un argomento, sul quale molto<br />
si è detto, ma ancora con<br />
poche certezze, è quello<br />
della viabilità antica a Sud di Roma.<br />
Non è facile ricostruire con esattezza<br />
l’andamento di una strada, tuttavia<br />
una serie di ragionamenti e di constatazioni potrà<br />
aiutarci nel tentativo di comprendere l’antica e complessa<br />
viabilità della piana pontina<br />
La questione, affrontata in passato da diversi<br />
studiosi e riproposta da Giuseppe Lugli nel<br />
1928, non ha sinora sciolto, infatti, la difficile<br />
interpretazione di uno dei due principali<br />
assi stradali che in età romana servirono un<br />
territorio di non facile accesso come quello<br />
del Circeo. E’ certo che due erano le principali<br />
vie di comunicazione con Circeii, dalla<br />
costa e dall’entroterra; della prima ne conosciamo<br />
il percorso, senza però alcuna traccia<br />
rinvenuta, attraverso le indicazioni cartografiche<br />
riportate sul più celebre itinerario stradale<br />
antico. Noto come Tabula Peutingeriana,<br />
( deriva il suo nome da K. Peutinger che<br />
ne entrò in possesso nel 1570) è una copia<br />
medievale di un itinerario del IV s.d.C. realizzata<br />
su una pergamena, lunga sette metri e<br />
divisa in undici parti, che copre l’intero territorio<br />
dell’impero romano. Ideata per scopi pratici,<br />
contiene una grande quantità di informazioni utili a<br />
chi viaggia; un vero e proprio stradario antico con le<br />
vie di comunicazione tracciate in rosso, realizzate da<br />
segmenti uniti tra loro e contrassegnati da distanze,<br />
tra un tratto e l’altro, espresse in miglia con numeri<br />
la Tabula Peutingeriana è una copia medioevale<br />
di un itinerario del IV s.d.C., un<br />
“<br />
vero e proprio stradario antico<br />
“<br />
romani. L’importanza del documento è per noi rappresentata<br />
dal fatto che riporta il tracciato dell’antica<br />
Via Severiana costruita nel 198 d.C. da Settimio Severo.<br />
La strada, concepita per scopi militari, commerciali<br />
e per il trasporto della calce dei Monti Lepini,<br />
congiungeva Portus Ostiensis Augusti (Porto-Ostia),<br />
a Terracina percorrendo perciò anche l’area costiera<br />
del Circeo. Questo articolato sistema di comunicazione<br />
assicurava la fruibilità del nostro territorio, a mezzo<br />
di una fitta rete di diverticoli, che ne ampliava i<br />
traffici e gli scambi significativamente attestati dai<br />
materiali recuperati anche attorno all’area di Torre<br />
Paola. Che detto luogo fosse considerato un nodo<br />
commerciale particolarmente attivo è confermato soprattutto<br />
dal riferimento nella Tabula Peutingeriana a<br />
Circeios come una delle diverse stationes lungo la Via<br />
Severiana. L’individuazione del toponimo antico con<br />
il luogo che noi tutti conosciamo, passata attraverso<br />
varie interpretazioni ed oggi ormai del tutto accertata,<br />
appare rilevante per la comprensione topografica<br />
della Severiana della quale ancora ci sfugge l’esatto<br />
passaggio nella zona. Infatti, nonostante numerosi<br />
studi si siano ampiamente soffermati sull’aspetto della<br />
corrispondenza tra le distanze delle varie stazioni<br />
di posta riportate sulla Tabula Peutingeriana nel tentativo<br />
così di cogliere una identificazione tra i toponimi<br />
antichi e le distanze attuali, mancano ancora chiare<br />
evidenze archeologiche che rendano plausibile<br />
una recuperata viabilità. Resta valida comunque l’affermazione<br />
che la Severiana fosse un percorso di<br />
grande rilevanza come sostiene lo stesso Lugli:<br />
“Questa via, così ben concepita, non poteva avere<br />
uno scopo tanto modesto; è vero che serviva per le<br />
comunicazioni fra la città e il porto, ma i numerosi sepolcri<br />
che si trovano lungo di essa dimostrano un’importanza<br />
assai maggiore”. Delle vestigia di cui riferisce<br />
l’insigne archeologo, rimangono sporadici avanzi<br />
murari in località Selva Piana dove, isolati nella macchia,<br />
appaiono resti di possibili sepolcreti disposti<br />
lungo la direttrice della via che, dopo aver raggiunto<br />
Circeios (Torre Paola), tagliava verosimilmente verso<br />
Est nella macchia di Selva Piana e costeggiando la<br />
Fossa Augusta, giungeva a Turres Albas ( Torre Vittoria<br />
) per riprendere poi il suo andamento rettilineo<br />
verso Anxur ( Terracina ). Così descritto il percorso<br />
viario litoraneo rendeva possibile arginare le paludi e<br />
affrontare un territorio altrimenti inaccessibile.<br />
Del secondo asse viario, invece, si conserva memoria<br />
“<br />
l’antica via Severiana costruita nel 198 d.C.<br />
da Settimio Severo, congiungeva Portus<br />
Ostiensis Augusti (Porto-Ostia) a Terracina,<br />
percorrendo l’area costiera del Circeo<br />
“<br />
nell’osservazione, fatta in passato da emeriti studiosi,<br />
della presenza di selcioni attribuibili ad un antico<br />
asse viario, oggi ormai del tutto invisibile, individuati<br />
in località Piscina Cupa. Si tratta di un asse con andamento<br />
Nord-Sud che in età repubblicana serviva<br />
l’entroterra staccandosi dall’Appia all’altezza di Forum<br />
Appi (Borgo Faiti), proseguino in direzione di S.<br />
“<br />
Ricostruzione dell’antica viabilità che attraversa le terre Pontine (da Lugli 1928)<br />
di Laura Lopopolo<br />
il secondo asse viario, oggi del tutto invisibile,<br />
è testimoniato esclusivamente dalla<br />
presenza di antichi selcioni<br />
“<br />
Donato, attraversava il territorio compreso tra la Lestra<br />
della Cornacchia, la Madonella, la Molina delle<br />
Capre, la Piscina di Campodigrano, la Lestra della Molella<br />
per arrivare al Circeo da ulteriori diramazioni.<br />
La prima, volgendo ad Ovest raggiungeva<br />
la statio di Circeios (Torre Paola)<br />
contestualizzando così in modo più chiaro i<br />
resti dei sepolcri individuati presso Selva<br />
Piana; le altre invece, si dirigevano verso Est<br />
allontanandosi dalla direttrice principale in<br />
punti diversi. Una partiva all’altezza della Lestra<br />
della Molella e proseguiva verso Torre<br />
Olevola, attuale confine con la colonia Elena,<br />
luogo antico di un probabile approdo presso<br />
la foce del Livoli (poi Fosso Olevola oggi<br />
Torre omonima) tratto ultimo di quel corso<br />
d’acqua documentato nel corso del XII s.d.C.<br />
che ormai presenta un’orografia del tutto<br />
mutata. L’altra, proseguiva in direzione dell’attuale<br />
Via della Mola costeggiando la Fossa<br />
Augusta in località La Cona dove, arginan-<br />
Tabula Peutingeriana<br />
do il Pantano delle Vedeghe, si dirigeva verso Torre<br />
Vittoria e si congiungeva con la Severiana che arrivava<br />
a Terracina. I resti di ogni strada antica dunque,<br />
noti o meno, sulla base degli scarsi elementi di solito<br />
in possesso degli studiosi, costituiscono per noi<br />
tutti un bene <strong>cult</strong>urale da tutelare attraverso una conservazione<br />
paesistico-ambientale, architettonico-archeologica,<br />
ma soprattutto storica, così da alimentare<br />
nella memoria collettiva quel ricordo dell’integrità<br />
dei tracciati che rende unico ogni “banale”viaggio<br />
che affrontiamo anche per giungere al Circeo. ■<br />
Gioielleria<br />
Luigina Bartelloni<br />
Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO<br />
Centro Storico<br />
tel. 0773.548292
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 6<br />
SOTTO LA NOTIZIA<br />
Editoriale - Lettere<br />
segue dalla prima<br />
Editoriale<br />
Spero meliora<br />
(Spero in cose migliori)<br />
di ALESSANDRO CRESTI<br />
e la balneabilità delle loro acque, ma anche per la qualità<br />
ambientale dei rispettivi territori. Le Amministrazioni<br />
locali hanno mostrato di comprendere come una sana<br />
politica di miglioramento della qualità ambientale<br />
delle produzioni, dei consumi e degli stili di vita, sia un<br />
elemento fondamentale<br />
in<br />
termini di capacità<br />
di sviluppo,<br />
Colandrea<br />
nonché di competitività<br />
territoriale,<br />
a livello<br />
nazionale e internazionale.<br />
San Felice Circeo,<br />
non meno<br />
di questi tre Comuni<br />
e di tanti<br />
altri Comuni costieri<br />
italiani,<br />
possiede grandi<br />
risorse in termini<br />
di turismo,<br />
con un patrimonio<br />
fatto di beni<br />
ambientali e<br />
<strong>cult</strong>urali, di tradizioni<br />
e di storia,<br />
di saperi e sapori. E’ necessario che l’Amministrazione<br />
si renda conto di quanto siano importanti tutte<br />
queste potenzialità per uno sviluppo dell’economia locale<br />
e per una risposta intelligente e strategica nel segno<br />
dell’identità contro il rischio di un’uniformità piatta<br />
e noiosa. Raggiungere questi scopi significa superare<br />
una preoccupante rarefazione di servizi territoriali e<br />
curare una migliore armonizzazione delle risorse locali<br />
così da impedire ciò che oggi perlopiù avviene e cioè<br />
che ogni imprenditore faccia di testa sua e, magari in<br />
buona fede, pensi di offrire un buon prodotto.<br />
Questo elemento di criticità è stato ben evidenziato nel<br />
“Rapporto sul sistema turistico di San Felice Circeo”,<br />
presentato dalla LUISS - Guido Carli, il 29 ottobre 2005,<br />
che lo poneva come primo dei cinque punti sui quali intervenire<br />
per realizzare un progetto finalizzato allo sviluppo<br />
del Paese, segnatamente in campo turistico. L’Università<br />
rilevava, infatti, una “debolezza del tessuto<br />
relazionale tra gli attori locali, mentre la competitività di<br />
un’area turistica è legata proprio all’intensità delle relazioni<br />
tra le diverse componenti” e “un limitatissimo<br />
orientamento alla cooperazione degli imprenditori turistici<br />
della zona”.<br />
Bisogna fare sistema e creare una solida integrazione<br />
tra gli operatori, che è garanzia di un’offerta in grado<br />
di soddisfare le principali esigenze degli utenti e quindi<br />
è garanzia anche di un’offerta competitiva, che accresce<br />
e produce valore nel territorio. Di contro gli operatori<br />
coinvolti devono essere “realmente disponibili ad<br />
operare in una logica di “sistema”, non dimenticando<br />
che questo implica la necessità di uniformarsi a certe<br />
regole di comportamento e la perdita di un certo grado<br />
di autonomia operativa.”<br />
San Felice Circeo deve considerare la vicina Sabaudia, la<br />
prossima Sperlonga e la più lontana Gaeta come destinazioni<br />
concorrenti anche se i suoi sostenitori continuano<br />
ad affiancarlo<br />
ai nomi<br />
più belli<br />
e più noti<br />
della costa,<br />
Argentario,<br />
riviera<br />
sorrentina,<br />
Sardegna,<br />
Sicilia e<br />
Capri.<br />
San Felice,<br />
evidentemente,<br />
può ancora<br />
contare<br />
su<br />
una immagine,<br />
che, però, sembra messa in discussione dalla mancanza<br />
di riconoscimento delle “bandiere blu” da parte della<br />
Foundation for Environmental Education (FEE) o dall’assegnazione<br />
di solo due vele da Legambiente.<br />
Da questo giornale vorremmo fare un appello affinché<br />
si realizzi al più presto un modello di gestione balneare<br />
che possa competere con quello delle città “cugine<br />
della costa” non dimenticando un’improrogabile valorizzazione<br />
del Parco Nazionale del Circeo, che come<br />
tutti gli altri Parchi e Riserve, è un’espressione straordinaria<br />
di quel “valore aggiunto” che l’Italia può vantare<br />
rispetto ad altri Paesi e che è rappresentato dall’intreccio<br />
di natura, <strong>cult</strong>ura ed arte. E’, infatti, unanimemente<br />
riconosciuto che un Parco, come una città d’arte,<br />
può costituire uno straordinario richiamo in termini<br />
turistici e in generale sul piano degli investimenti.<br />
In caso contrario, se cioè ci si ostini ad ignorare il problema,<br />
oltre alle bandiere continueremo a perdere quel<br />
tipo di turista che, anche di fronte alla crisi economica<br />
incombente, potrà sempre permettersi di venire al Circeo.<br />
Per non parlare del sempre agognato e sempre<br />
più virtuale turismo estero.<br />
Bandiera Blu 2006<br />
Cë sta chi la vò capì e chi nën la vò capì ■<br />
NOTIZIE IN BREVE<br />
La testimonianza<br />
di un sopravvissuto<br />
a Auschwitz<br />
L’<strong>Ass</strong>ociazione “Il Centro Storico” nell’ambito<br />
del progetto “Lo Spazio della<br />
Memoria”, con l’Istituto Comprensivo<br />
“Leonardo da Vinci” ha favorito, in data<br />
4 maggio u.s., un incontro delle<br />
classi di III media con un sopravvissuto<br />
del campo di concentramento di Auschwitz,<br />
anche in considerazione del recente<br />
viaggio di alcuni alunni in questi<br />
luoghi.<br />
Tutela della<br />
salute pubblica<br />
Antenne per la telefonia mobile<br />
Unitamente al “Comitato spontaneo di<br />
Pantano Marino” abbiamo sostenuto e<br />
promosso l’intervento dell’<strong>Ass</strong>essore<br />
Regionale all’Ambiente, Angelo Bonelli,<br />
presso l’Amministrazione di San Felice<br />
Circeo affinché si tenga conto della<br />
normativa, prossimamente in vigore,<br />
che mette ordine nella selva di ripetitori<br />
di telefonia mobile, che proliferano<br />
sul territorio.<br />
Convegno<br />
Il preannunciato convegno sulle illegalità<br />
e le mafie nel Lazio, che prevede la<br />
partecipazione del Procuratore Nazionale<br />
Antimafia, dott. Piero Grasso, è<br />
stato rinviato al prossimo autunno, in<br />
data da definire.<br />
Lettere al Direttore<br />
✉ Parco del Circeo<br />
Egregio Direttore,<br />
non è una leggenda metropolitana il fatto che molti<br />
cittadini di San Felice e molti turisti siano stati<br />
multati dalla Guardia Forestale mentre raccoglievano<br />
asparagi o ciclamini; mentre inenarrabili sono le<br />
odissee di quanti hanno chiesto regolarmente di<br />
realizzare una recinzione o costruire un muro di<br />
contenimento in una zona posta all’interno del<br />
Parco Nazionale del Circeo. Sinceramente ritengo<br />
la cosa, per quanto estremamente severa, anche<br />
giusta; a patto che la norma sia uguale per tutti. Le<br />
dico questo perché enorme è stata la mia sorpresa<br />
nel tornare al Circeo per un fine settimana di maggio<br />
e vedere un buco (non saprei come altro definirlo)<br />
nella vegetazione che costeggia la “via nova”,<br />
alias via XXIV maggio. Infatti, laddove esisteva<br />
una impenetrabile macchia mediterranea, ora si<br />
nota una chiazza di alberi potati drasticamente ed<br />
un disboscamento radicale. Ho assistito a molte<br />
conferenze del compianto dott. Ortese e, più recentemente,<br />
del dott. Priolo, entrambi direttori del<br />
Parco Nazionale, e ricordo perfettamente le loro<br />
raccomandazioni volte al mantenimento più o mecontinua<br />
a pag. 7
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 7<br />
DALLA CITTÀ<br />
Il Fatto<br />
I lavori pubblici a San Felice Circeo<br />
Il nido del cuculo<br />
Il sindaco si fa bello con il lavoro degli altri...<br />
di E. Dantes<br />
Il cuculo è un uccello migratore,<br />
sverna nell’Africa tropicale e meridionale,<br />
ed è diffuso in tutta<br />
Europa. In Italia è estivo, nidificante<br />
e di passo. Ha una lunghezza di 33<br />
cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto<br />
appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le<br />
sue parti inferiori sono bianche con barre; in volo,<br />
qualche volta viene confuso con un uccello rapace, lo<br />
Sparviero.<br />
Questo uccello abita le foreste miste luminose dove<br />
abbonda il sottobosco. Si alimenta di numerose specie<br />
di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli,<br />
nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.<br />
I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di<br />
essere parassiti dei nidi altrui. Infatti, la femmina colloca,<br />
da maggio a luglio, un uovo per volta nei nidi di<br />
altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di<br />
capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte<br />
assomigliano spesso per dimensioni e colore<br />
alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente<br />
15-20 uova che si schiudono dopo 12<br />
giorni e mezzo; i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente<br />
o addirittura prima dei compagni<br />
di nido. Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono<br />
fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi,<br />
sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo<br />
unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno<br />
a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto naturale...<br />
No, no, cari lettori...state tranquilli: non abbiamo<br />
nessun proposito di impartire lezioni di zoologia. Solamente,<br />
nel leggere distrattamente, e quasi sonnecchiando,<br />
una rivista scientifica siamo stati improvvisamente<br />
risvegliati perché colpiti dalla similitudine<br />
tra le abitudini di vita del cuculo con quelle (politiche,<br />
s’intende) del nostro sindaco. E’ lui!, ci siamo<br />
detti, è proprio lui! Ecco a cosa si è ispirato nella gestione<br />
della sua amministrazione! Infatti, come gli<br />
addetti ai lavori ben sanno, Schiboni ha invaso ben<br />
più di un nido di proprietà altrui per poi far fuori i legittimi<br />
occupatori e, proprio come il cuculo, lo fa da<br />
sempre e da sempre le sue vittime non si accorgono<br />
della trappola e, anzi, spesso lo aiutano a proseguire<br />
nelle sue azioni scellerate. A citare le vittime abbiamo<br />
solo l’imbarazzo della scelta cominciando dai<br />
consiglieri di Alleanza Nazionale (Colambrosi, Calisi,<br />
Palombi e Capponi) che pure gli avevano consentito<br />
di essere eletto nel 1996; ma possiamo continuare<br />
con alcuni dei suoi ex fedelissimi consiglieri come<br />
Enrico Morlani, Gianpaolo Ceccarelli e Giovanni Aquino,<br />
oppure possiamo citare alcuni dirigenti locali di<br />
Forza Italia che dopo essersi impegnati per lui fino al<br />
sacrificio nelle ultime tornate elettorali sono stati, di<br />
fatto, costretti a cercarsi un altro “nido”; e questo<br />
solo per citare i casi ufficiali e tralasciando tutti gli altri.<br />
Un atteggiamento costante nel tempo e svolto con<br />
una professionalità ed una disinvoltura meritevoli<br />
dell’Oscar per la Faccia Tosta.<br />
Eppure, mai avremmo potuto immaginare che Cuculo-<br />
Schiboni avrebbe svolto il suo ruolo di parassita nei<br />
confronti di chi si era sempre mostrato grande collaboratore<br />
del sindaco, soprattutto in una delle situazioni<br />
più delicate di ogni amministrazione, vale a dire<br />
la gestione dei lavori pubblici. E’ in questo ambito,<br />
infatti, che si nascondono spesso insidie pericolose,<br />
bocconi avvelenati e brutte figure; ed è proprio<br />
in questo campo minato che si era rivelato prezioso<br />
ed insostituibile l’assessore Luciano Magnanti. Infatti,<br />
tutti i lavori pubblici che si sono realizzati sul territorio<br />
durante l’attuale amministrazione sono stati<br />
frutto o di un lavoro preparato da precedenti sindaci<br />
(ad esempio la rete di distribuzione del gas metano)<br />
oppure hanno visto la luce grazie all’impegno di Magnanti.<br />
Intendiamoci bene: molte delle cose realizzate<br />
non ci piacciono e lo abbiamo già affermato su<br />
queste pagine; soprattutto non ci piacciono i marciapiedi<br />
che, in gran parte, avrebbero dovuto avere un<br />
criterio di progettazione più razionale. Ma non è possibile<br />
ignorare che l’assessore Magnanti è andato<br />
ben oltre il suo ruolo, trasformandosi spesso in una<br />
sorta di capo-cantiere che con la sua assidua presenza<br />
ha certamente ottenuto risultati migliori della media;<br />
e questo è vero per i marciapiedi, per la rete idrica<br />
e la rete fognante, per il teatrino comunale, per la<br />
strada di collegamento tra via del Colle e via Domenichelli<br />
ecc. Un impegno, dobbiamo ritenere, che non<br />
nasconde interessi personali e che, alla fine, ha portato<br />
lustro solamente al sindaco il quale, oggi, si pavoneggia<br />
mostrando, come fosse farina del suo sacco,<br />
quei lavori di cui egli stesso sa molto poco e per<br />
i quali la gente dice: “ Embe’, pore figlie...quaccosa<br />
ha fatte...”; il che, per il sanfeliciano medio, equivale<br />
ad un encomio solenne. Eppure, non appena Magnanti<br />
si è permesso di obiettare sui contenuti di una<br />
deliberazione un pò troppo “spinta” nel senso di una<br />
possibile speculazione edilizia sul territorio, il sindaco<br />
Schiboni, come si dice da queste parti “c’ha fatte<br />
fa’ la fine de Matteotte...” . E così, il povero assessore<br />
ai Lavori Pubblici è stato fatto fuori ed ora milita<br />
tra le file dell’opposizione; e fa notare ai nuovi ed<br />
ai vecchi amici che da quando è stato messo alla porta<br />
non è stata più approntata nessuna nuova opera<br />
pubblica perché, senza di lui, la Giunta di chiacchiere<br />
ne fa tante ma di fatti pochissimi. Speriamo che sia in<br />
grado di farlo capire anche alla gente che, ormai tra<br />
meno di un anno, dovrà andare a votare!<br />
Ma, a proposito di Giunta, che fine hanno fatto le deleghe<br />
tolte agli assessori? Come qualcuno ricorderà,<br />
alcuni mesi or sono, il sindaco, il cui sonno dispotico<br />
era stato turbato da qualche incubo irriverente (forse<br />
il fallimento della manovra di raddoppio del Porto?)<br />
si svegliò e decise di abolire tutti gli assessorati. In<br />
pratica, il comune di San Felice Circeo, da allora non<br />
ha più l’assessore al Bilancio, l’assessore al Turismo,<br />
l’assessore ai Lavori Pubblici e via dicendo. Naturalmente,<br />
le stesse persone continuano a percepire il<br />
loro stipendio anche se non si sa bene a che titolo;<br />
tanto...paga Pantalone. Tutte le funzioni di cui sopra<br />
sono state assunte esclusivamente da Schiboni il<br />
quale, in un delirio di parassitismo, sta cercando di<br />
entrare nei nidi di tutti coloro che gli stanno attorno.<br />
Qualcuno dice che si tratta di una situazione forse<br />
unica in Italia ma, in tutta sincerità, un atteggiamento<br />
del genere non ci meraviglia affatto da parte di chi<br />
ha non solo il comportamento ma anche la faccia come<br />
il cuculo. ■<br />
Lettere<br />
✉ Parco<br />
segue dalla pag. 6<br />
no intransigente dello stato dei luoghi, a meno di<br />
un intervento diretto dagli uomini della Guardia<br />
Forestale. Ebbene, tramite il suo giornale, mi farebbe<br />
piacere sapere se una operazione di “disboscamento”<br />
sia stata guidata dai Forestali e, in<br />
caso contrario, quali sono stati i provvedimenti<br />
presi? In alternativa, avrei piacere di sapere, insieme<br />
con tanti sanfeliciani (di nascita o di adozione)<br />
qual’è la procedura da seguire per dare seguito<br />
ad uno scempio di tali proporzioni in maniera,<br />
diciamo così, legittima. Siccome so che l’area<br />
in questione è stata oggetto già di alcune controversie,<br />
mi affido alle sole immagini, pregandola di<br />
scusarmi se le chiedo l’anonimato.<br />
(lettera firmata)<br />
n.d.r. Gentile lettore, sarà nostra cura girare al più<br />
presto le sue domande alla Direzione del Parco,<br />
sperando di avere una sollecita risposta, che chiarisca<br />
in modo certo ed autorevole il problema da<br />
lei sollevato.<br />
Centro Storico<br />
Caro Direttore,<br />
nel numero 14 de “Il Centro Storico” venne pubblicata<br />
una foto<br />
che mostrava un<br />
sospetto lavoro<br />
abusivo relativo alle<br />
mura perimetrali<br />
del paese. Qualcosa<br />
deve essere<br />
dopo...<br />
del Circeo<br />
successo dopo<br />
quella segnalazione<br />
perché l’apertura<br />
che era stata<br />
praticata nelle mura<br />
venne ridimensionata<br />
con la riapposizione<br />
di alcuni<br />
orribili blocchetti. Ma, evidentemente, c’è stato<br />
un ripensamento perché non solo la breccia è<br />
stata parzialmente riaperta per lasciare il posto ad<br />
una finestra a quattro ante, ma ne è stata aperta<br />
un’altra ancora per un’altra finestra.<br />
Credo che non ci sia nulla di male a volere una casa<br />
luminosa, ma allora bisognava andarla a comprare<br />
altrove. Con un esempio del genere e con i controlli<br />
vigenti, ogni cittadino si sentirà in diritto di fare<br />
quello che vuole; ed allora perché si spendono migliaia<br />
di Euro per il Piano Colore se poi non si ha la<br />
forza o il coraggio di reprime certi abusi?<br />
La ringrazio e La prego di pubblicare le immagini,<br />
che parlano da sole.<br />
(lettera firmata)<br />
prima..<br />
n.d.r. Se si tratta di un abuso, dovrebbero intervenire<br />
le autorità.
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 8<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”<br />
Spazio autogestito<br />
Conoscere il territorio<br />
Il progetto “Adotta un monumento”<br />
Il Faro di San Felice Circeo<br />
di Francesco Novelli<br />
Introduzione.<br />
IIl progetto presentato è una delle<br />
attività pomeridiane dell’Istituto<br />
Comprensivo “Leonardo da<br />
Vinci”. L’obiettivo è la conoscenza<br />
del territorio in maniera approfondita,<br />
per favorire la salvaguardia del patrimonio storico<br />
e ambientale.<br />
Presentazione generale dell’attività.<br />
E’ già il secondo anno che viene svolto il progetto<br />
“Adotta un monumento” e l’anno scorso si è rivelato<br />
uno dei progetti più belli. Gli obiettivi di questo progetto<br />
sono molti; infatti si vogliono far acquisire all’alunno<br />
conoscenze sul monumento prescelto; consolidare<br />
e potenziare le sue capacità informatiche,<br />
soprattutto con l’utilizzo del programma Power Point;<br />
inoltre si vuole migliorare la qualità degli scritti. Gli<br />
alunni che hanno aderito al progetto sono circa 40,<br />
appartenenti alle classi prime, seconde e terze dell’Istituto.<br />
Il progetto si svolge per due ore pomeridiane<br />
settimanali, di venerdì, durante tutto l’anno scolastico.<br />
I docenti che si occupano di questo progetto sono<br />
il Professore Alessandro Mattia docente di Lettere<br />
e il Professor Alessandro Mari, docente di Tecnologia<br />
e Informatica.<br />
Esposizione dei dati.<br />
Il monumento scelto nel progetto è il faro di San Felice.<br />
E’ stata prima effettuata una ricerca sull’origine<br />
dei fari, sulla loro storia e sui fari più importanti,<br />
quindi si è passati ad un approfondimento del faro di<br />
San Felice e di come questo sia nato per volere del<br />
Pontefice Pio IX. Il faro si trova attualmente sul versante<br />
del promontorio del Circeo detto “Quarto Caldo”<br />
e dista dal paese circa 3 Km.<br />
Metodo di lavoro.<br />
Tutti gli alunni del progetto sono stati divisi in tre<br />
gruppi, in base alle competenze specifiche e alle abilità<br />
di ogni alunno. Il “gruppo informatico” si è dedicato<br />
alla ricerca delle notizie sul monumento scelto,<br />
cioè il faro. Queste notizie sono state elaborate e<br />
trascritte dal “gruppo dei grafici” su alcuni cartelloni<br />
dove la scrittura è stata corredata da immagini prodotte<br />
dal “gruppo dei disegnatori”. Per ampliare le<br />
conoscenze sull’argomento sono state organizzate<br />
uscite sul territorio, in occasione delle quali sono state<br />
scattate delle foto al monumento e gli insegnanti<br />
hanno illustrato più da vicino le caratteristiche della<br />
costruzione. E’ intervenuto anche il responsabile del<br />
faro che, servendosi di videocassette, ha illustrato all’interno<br />
e all’esterno il monumento, spiegandone<br />
funzione e finalità.<br />
Materiali e strumenti usati.<br />
Per eseguire il lavoro, il gruppo si è servito di molti<br />
strumenti, tra i quali il più utile è stato certamente il<br />
computer; infatti l’uso di internet o l’utilizzo dell’enciclopedia<br />
Encarta sono stati fondamentali per la realizzazione<br />
del progetto. Altri strumenti altrettanto utili sono<br />
stati il televisore, per la visione delle videocassette,<br />
le macchine fotografiche digitali, le penne USB per salvare<br />
i dati. Non sono mancati colori, cartelloni, forbici,<br />
colla e tutto ciò che poteva servire agli alunni.<br />
Sintesi dei risultati raggiunti.<br />
L’anno scorso non ho partecipato a questo progetto,<br />
poiché non lo ritenevo interessante. Quest’anno, invece,<br />
ho deciso di provare e ho fatto un’ottima scelta. Fin<br />
dal primo giorno ho capito che avrei imparato moltissime<br />
cose e così è stato. Entrambi i professori hanno<br />
svolto un ottimo lavoro e lo hanno reso ancora più leggero,<br />
perché hanno organizzato uscite molto interessanti.<br />
Dunque sono molto soddisfatto e mi dispiace che<br />
l’anno prossimo non potrò prendere parte a questo<br />
progetto, perché sono un alunno di terza media e pertanto<br />
mi aspetta un nuovo cammino. ■<br />
IIIA Plesso S. Rocco<br />
La storia dei fari<br />
Introduzione<br />
Nei tempi antichi, i primi marinai navigavano soltanto<br />
di giorno e si tenevano sempre poco lontani dalle coste.<br />
Poi cominciarono ad affrontare il mare aperto e a<br />
restare in viaggio per molti giorni. Di notte era particolarmente<br />
difficile orientarsi: c’ erano le stelle, la luna,<br />
ma, quando il cielo era coperto, non si riusciva ad<br />
orientarsi. E i pericoli erano tanti: le secche, gli scogli,<br />
le correnti, i fondali infidi …Ecco allora che si<br />
pensò di segnalare i porti e i punti pericolosi vicino<br />
alle coste con dei fuochi. Essi venivano accesi al calar<br />
delle tenebre su delle alture affinché fossero visibili<br />
anche da lontano.<br />
Lo scudo di Achille<br />
È nell’Iliade di Omero il primo accenno a come, nel<br />
mondo antico, i marinai si orientavano di notte.<br />
Il Faro di Alessandria<br />
Le notizie scritte sul più antico segnalamento luminoso<br />
riguardano quello eretto sull’isola di Pharos,<br />
di fronte ad Alessandria, una delle sette meraviglie<br />
del mondo. La costruzione fu iniziata durante il regno<br />
di Tolomeo I Sotere (305 – 283 a.C. ) e fu terminata<br />
sotto il successore Tolomeo II (285-246). L’architetto<br />
fece incidere sui conci che formavano l’architrave<br />
del portale questa iscrizione dedicatoria in greco:<br />
“Sostrato di Cnido, figlio di Dexsifone ciò a favore dei<br />
navigatori agli dei salvatori”.<br />
Questa epigrafe fa pensare che il fuoco acceso sul faro<br />
fosse dedicato, più che a Tolomeo I e alla regina<br />
Berenice, ai Dioscuri, divinità della luce, che, vuole la<br />
tradizione, talvolta risplendono durante la tempesta<br />
sulla cima degli alberi della nave simili ai fuochi di<br />
Sant’Elmo. La fiamma ardente del faro fu accolta come<br />
l’ apparizione di una divinità protettrice.<br />
Il faro di Alessandria servì da modello non solo per<br />
tutte le analoghe costruzioni successive, che appunto<br />
si chiamarono fari dal nome dell’isola in cui fu costruito<br />
il più antico segnalamento marittimo, ma anche<br />
per i minareti e i campanili, tramandando così<br />
inalterato quel primo significato religioso che il progettista<br />
gli aveva attribuito. Sicuramente il faro alessandrino<br />
può essere considerato il più famoso anche<br />
se, secondo alcuni, non il più antico. Intorno al 650<br />
a.C. è provato che ne sorgeva uno sul promontorio Sigeo<br />
nella Toadre sebbene fosse da considerarsi, più<br />
che un vero e proprio faro, un braciere.<br />
Il colosso di Rodi<br />
Un’ altra delle 7 meraviglie del mondo classico che<br />
ebbe funzione di guida alla navigazione fu il cosiddetto<br />
Colosso di Rodi. Era di pietra ricoperta da piastre<br />
di bronzo ed era dedicato a una divinità: Elios,<br />
il sole. Fu innalzato dai cittadini di Rodi per perpetuare<br />
la memoria del glorioso assedio sostenuto nel<br />
304 a.C. contro Demetrio Poliaecrete di Macedonia.<br />
Aveva la forma di un’enorme statua antropomorfa che<br />
poggiava i piedi sulle testate dei due moli che rinserravano<br />
il porto, l’Embricos: sotto di essa passavano<br />
le navi che entravano e uscivano dal bacino. La figura<br />
reggeva, su una mano alzata, un braciere. Rimase<br />
a guardia del porto di Rodi, per più di mezzo secolo,<br />
rovinando nel 226 a.C. a causa di una violenta scossa<br />
di terremoto.<br />
Il Faro di Ostia<br />
Per la costruzione del faro di Ostia viene preso a modello<br />
il Faro d’Alessandria. Questo baluardo oltre ad<br />
assicurare l’uso del porto alla foce del Tevere, sbocco<br />
al mare della città di Roma, servì anche allo sfruttamento<br />
delle circostanti saline. Il Faro ostiense appare<br />
ancora oggi riprodotto in parecchi mosaici che<br />
pavimentano il perimetro del piazzale delle corporazioni,<br />
classico esempio unico nel suo genere della<br />
<strong>cult</strong>ura mercantile della Roma imperiale. L’ampio colonnato,<br />
che circondava il giardino del piazzale del<br />
Tempio, racchiudeva 60 stationes dei vari agenti marittimi<br />
delle più importanti città delle province e il<br />
porticato era pavimentato a mosaico. I motivi presen-
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 9<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”<br />
Spazio autogestito<br />
ti, strettamente legati al commercio, menzionano corporazioni,<br />
ma anche commercianti di ogni parte del<br />
Mediterraneo. Motivo centrale di parecchie opere musive<br />
è il faro, punto d’arrivo di uomini e merci prima<br />
di entrare nel porto, dove si raccoglievano e sistemavano<br />
le merci per la capitale. La tradizione vuole<br />
che il faro del porto di Ostia, una grandiosa costruzione<br />
a quattro piani, tre quadrangolari e uno cilindrico,<br />
sia stato eretto sotto l’imperatore Caligola,<br />
usando come sostruzione lo scafo affondato della<br />
grande nave, che trasportò l’obelisco destinato al Circo<br />
Vaticano, da Alessandria a Roma. I ritrovamenti<br />
fatti durante i lavori per la costruzione dell’aeroporto<br />
di Fiumicino, hanno confermato che il faro fu costruito<br />
in questo modo.<br />
La Lanterna di Genova<br />
Dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C. il<br />
commercio marittimo conobbe una lunga crisi e molti<br />
fari caddero in rovina.<br />
Il Faro di Alessandria, conquistato dagli Arabi nell’<br />
VIII secolo, dopo anni di incuria finì per crollare nel<br />
956 in seguito ad un terremoto. Gli arabi allora lo ricostruirono.<br />
Esso diventò non solo una costruzione<br />
di segnalazione per i marinai, ma anche un modello<br />
per i minareti.<br />
Il commercio marittimo riprese dopo il 1000. Grande<br />
importanza acquistarono in questo periodo le quattro<br />
repubbliche marinare italiane: Venezia, Genova,<br />
Amalfi, Pisa.<br />
La Lanterna di Genova fu costruita nel XII secolo. Inizialmente<br />
fu chiamata “Torre di Capo Faro”. La sua<br />
prima immagine è disegnata a penna sulla copertina<br />
dei “Salvatori del porto e del molo” del 1371. La torre<br />
fu incorporata dai Francesi nella fortezza della Briglia<br />
e durante l’assedio del 1512 ne fu distrutta la<br />
parte superiore; nel 1543 fu ricostruita ancora più<br />
alta. La torre della Lanterna è servita per secoli, oltre<br />
che come segnale notturno, anche come punto di<br />
osservazione e avvistamento a guardia della città. A<br />
tale scopo venivano issati, a particolari aste e pennoni,<br />
dei segnali costituiti da vele e bandiere per indicare<br />
l’approssimarsi al porto dei diversi tipi di naviglio.<br />
La Lanterna era illuminata nel passato dal fuoco<br />
di fascetti di ginestra, che ardeva in apposite griglie<br />
di ferro; in seguito furono usate lampade a olio,<br />
sia di metallo sia di vetro. Nel XVIII sec. furono sperimentate<br />
lampade a olio con riflettore sferico e il 15<br />
gennaio 1841 fu collocato nella lanterna il primo lume<br />
con ottica a lente di Fresnel.<br />
Il Faro di Livorno<br />
Questo faro ha una lunga storia: è uno dei più antichi<br />
d’Italia, secondo solo alla più vetusta Lanterna di<br />
Genova, che, però, nei secoli, ha subito molti cambiamenti,<br />
assumendo la forma definitiva solo nel<br />
1543, mentre il faro di Livorno dalla sua costruzione<br />
è rimasto pressoché invariato. Una prima torre era<br />
stata innalzata dai Pisani nel 1154 a Porto Pisano<br />
con l’intento di segnalare alle navi in arrivo le molte<br />
e pericolose secche che si trovavano nella zona. Questa<br />
torre venne presa molte volte di mira e distrutta<br />
durante le guerre fra le diverse fazioni, che sconvolsero<br />
la regione nel secolo XII. Fu solo quando la città<br />
di Pisa fu ceduta a Firenze che i Medici, Signori di<br />
quella città, si resero conto che Porto Pisano si stava<br />
insabbiando e non era più utilizzabile come scalo. Rivolsero<br />
allora lo sguardo a Livorno, in posizione decisamente<br />
più favorevole, decisero di dare un nuovo<br />
impulso a quella città e fecero innalzare un faro che<br />
segnalasse alle navi l’entrata di quel porto. La torre<br />
fu eretta nel 1304, appoggiata su una basamento<br />
poligonale di 13 lati, costruita in pietra naturale e costituita<br />
da due cilindri merlati, quello inferiore più<br />
largo e quello superiore più stretto, alti 47 metri in<br />
totale, e divisi in 11 piani raggiungibili con una scala<br />
a chiocciola che sale all’interno dello spessore delle<br />
mura. Questo faro superò indenne i secoli, ma fu<br />
durante la seconda guerra mondiale che subì l’oltraggio<br />
più grande: nel 1944 le truppe tedesche in ritirata<br />
lo fecero saltare con una carica di dinamite, distruggendolo.<br />
Per volontà di tutta la cittadinanza Livornese<br />
che lo vedeva come un simbolo della città, fu<br />
ricostruito nel 1956 rispettando per intero la forma<br />
originale e utilizzando, per quanto possibile, tutto il<br />
materiale originale recuperato dalle macerie, soprattutto<br />
per il rivestimento esterno. Questo imponente<br />
signore della notte, ora monumento nazionale, è ancora<br />
funzionante, la sua sagoma inconfondibile si<br />
staglia all’ingresso del porto, esattamente dove fu<br />
costruito tanti secoli fa e proietta la sua luce verso le<br />
navi che entrano ed escono dal porto. L’impianto è<br />
automatizzato e sulla sua lanterna è stata installata<br />
un’ottica rotante che emette 4 lampi ogni 20 secondi<br />
e la sua luce può essere vista fino a 24 miglia marine.<br />
Anche esso, come molti altri fari, può essere<br />
considerato superato dalle moderne tecniche di navigazione,<br />
ma quando si lascia il Porto di Livorno su<br />
una nave, nel buio della sera, il suo fascio di luce che<br />
lambisce il mare è una presenza rassicurante, fa<br />
sentire che niente di male può succederti finché lui<br />
ti indica la via.<br />
Il Faro di Cordouan<br />
Davanti alla foce del fiume Garonna si trova il faro di<br />
Cordouan che fu fatto costruire dal re Enrico III<br />
(1551- 1589) perchè uno scoglio davanti alle coste<br />
faceva spesso affondare le navi che trasportavano il<br />
prezioso vino della zona di Bordeaux. E’ l’unico faro<br />
in stile neoclassico delle coste francesi<br />
ed è il primo faro inserito tra i monumenti<br />
storici del 1862 insieme a<br />
Notre Dame.<br />
Statua della Libertà<br />
Nel 1865 un gruppo di repubblicani francesi decise<br />
di celebrare con un monumento di grandi proporzioni<br />
grandiosa l’amicizia fra i popoli della Francia e degli<br />
Stati Uniti, che poco meno di un secolo prima avevano<br />
combattuto insieme nella guerra d’Indipendenza<br />
Americana. Si decise così di donare agli USA una<br />
grande statua, che doveva rappresentare la libertà<br />
che illuminava il Mondo. Essa fu costruita con i soldi<br />
raccolti con una serie di sottoscrizioni e fu collocata<br />
sull’isoletta di Bedloe davanti a New York. Fu inaugurata<br />
nel 1886 e la fiaccola, che risplende ancora<br />
oggi sul braccio proteso della statua, accolse milioni<br />
di immigrati.<br />
Il Faro di San Felice Circeo<br />
Il faro fu costruito, quasi totalmente con materiale<br />
trovato in situ (rocce sedimentarie misto arenarie),<br />
nel 1866 durante il Pontificato di Pio IX, «Pro salute<br />
navigatium» cioè per la salute dei navigatori ed è dedicato<br />
alla Vergine Immacolata come è scritto nella<br />
lapide posta alla base del faro stesso, su cui è riprodotto<br />
anche lo stemma pontificio. È situato sul versante<br />
del Promontorio chiamato “Quarto Caldo”, a<br />
circa 3 km da San Felice Circeo ed è composto da un<br />
fabbricato bianco ricoperto con formelle di maiolica<br />
bianca. La torre, alta circa 22 m, è abitata dal personale<br />
civile addetto al controllo del Faro amministrato<br />
dalla Marina militare italiana. Il faro funzionava, fino<br />
ad alcuni anni fa, a vapore e a petrolio. Il suo apparato<br />
lenticolare è composto da tre pannelli poggiati<br />
su una struttura ruotante e alloggiati in una lanterna<br />
cilindrica a settori elicoidali, di circa due metri di diametro,<br />
la cui luce, a lampi bianchi, ha una portata<br />
geografica di 17 miglia. Il sistema, oggi completamente<br />
automatizzato, è dotato, per i casi di avaria, di<br />
un piccolo faro di rispetto che si accende in maniera<br />
autonoma. Il faro di emergenza entra in funzione<br />
quando il faro centrale si spegne, perché viene a<br />
mancare la corrente elettrica oppure si fulmina la<br />
lampadina. Un tempo, quando si verificavano tale<br />
emergenze, bisognava aprire le bombole di acetilene<br />
sistemate in un locale alla base del faro. Il gas impiegava<br />
circa 15 minuti prima di arrivare alla sommità del<br />
faro, dove a contatto con la “Vegliosa”, cioè una<br />
fiammella che restava sempre accesa vicino agli ugelli<br />
da cui usciva il gas, dava luogo ad una forte fiamma.<br />
Un ugello, poi, che si apriva e chiudeva a tempo,<br />
provvedeva a garantire la classica intermittenza del<br />
faro. La lampada posta nella lanterna sulla sommità<br />
del Faro, oggi viene fatta ruotare automaticamente,<br />
ma fino a poco tempo fa veniva messa in movimento<br />
grazie ad un congegno manuale che doveva essere<br />
caricato dal responsabile del Faro ogni sette ore. Sulla<br />
scogliera antistante, alcuni gradini tagliati nella<br />
roccia scendono in una piccola insenatura, nella quale<br />
una volta attraccavano le lance della Marina per i<br />
periodici rifornimenti destinati al Faro. ■<br />
“<strong>IL</strong> SISTEMA TURISTICO DI<br />
SAN FELICE CIRCEO”<br />
e<br />
“LIBRO BIANCO SUL CIRCEO”<br />
Coloro che fossero interessati ad avere<br />
gratuitamente una copia<br />
delle pubblicazioni, possono telefonare<br />
al n. 328.6110379
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10<br />
TERRITORIO AMBIENTE<br />
Turismo<br />
In Italia un quarto delle coste è sotto la minaccia del fenomeno erosivo<br />
Erosione costiera. L’UE lancia l’allarme<br />
Gli studi ed i progetti targati UE chiamano in causa l’eccesso di urbanizzazione<br />
di Carlo Saverio Zanni<br />
Non tutti sono convinti che la<br />
cementificazione delle coste<br />
contribuisca in modo decisivo<br />
ad aggravare gli effetti del fenomeno<br />
dell’erosione costiera. Anzi,<br />
c’è chi auspica l’ampliamento di porti<br />
e la costruzione di ristoranti e case sulla spiaggia<br />
per ottenerne benefici di breve termine senza pensare<br />
ai costi che, nel lungo periodo, ricadrebbero prima<br />
sulla natura e quindi sull’uomo. E qualcuno può anche<br />
credere che tutto ciò sia una questione da risolvere<br />
a livello locale. Niente di più sbagliato.<br />
L’erosione costiera è un processo naturale che è<br />
sempre esistito e contribuisce al modellamento della<br />
linea di riva, ma che si accelera con il proliferare di<br />
opere ingegneristiche, con l’intensivo uso dei litorali<br />
a scopo ricreativo e turistico, con l’estrazione dalle<br />
aree costiere di sabbie e ghiaie per usi costruttivi, col<br />
progressivo innalzamento dei mari del pianeta addebitabile<br />
anche all’effetto serra. Questo si traduce con<br />
un degrado progressivo della fascia costiera che in<br />
molte località è stato ulteriormente acuito dai tentativi<br />
per sanare tale situazione, per esempio erigendo<br />
opere di difesa.<br />
L’Unione Europea, già dal 2001, sta cercando di studiare,<br />
monitorare e prevenire il fenomeno, preoccupata<br />
dai dati che evidenziano come le spiagge si stiano<br />
ritirando in qualche caso anche tra il mezzo metro<br />
e i due metri l’anno, e di come spiagge, stabilimenti<br />
balneari, case e villaggi turistici, strade e ferrovie, infrastrutture<br />
varie collocate sui litorali potranno essere<br />
presto inghiottiti dal mare.<br />
In Europa, almeno un quinto delle coste è seriamente<br />
minacciato dall’erosione. I dati cambiano da paese<br />
a paese ma sono comunque nel complesso allarmanti:<br />
la Polonia ha il 55 % delle sue coste soggette ad<br />
erosione, la Finlandia appena lo 0,04 %, grazie ad un<br />
litorale fatto di rocce dure. In mezzo preoccupa il dato<br />
di Cipro (37,8 %), Grecia (28,6), Portogallo<br />
(28,5) e Francia (24,9). Poi arriva l’Italia con il 22,8<br />
% del litorale che sta pian piano disgregandosi; le regioni<br />
più colpite sono Veneto, Puglia, Lazio, Toscana<br />
e Liguria. E il trend erosivo è in così rapida crescita<br />
che il fenomeno è destinato ad aggravarsi in tempi<br />
molto brevi in assenza di contromisure adeguate.<br />
Tutto questo lo rileva uno studio denominato «Vivere<br />
con l’erosione costiera in Europa: spazi e sedimenti<br />
per uno sviluppo duraturo», voluto dalla Commissione<br />
e dal Parlamento Europeo nel 2001 e realizzato negli<br />
ultimi tre anni da Eurosion (consorzio di ricerca<br />
guidato da un istituto olandese per la gestione del litorale<br />
e del mare) che punta il dito contro la pressione<br />
urbanistica e contro il saccheggio dei sedimenti<br />
costieri, il tutto a vantaggio dell’industria dell’edilizia.<br />
Circa 60 siti situati in tutti gli Stati membri sono stati<br />
oggetto di studio e, sulla base dei risultati, sono state<br />
proposte quattro raccomandazioni chiave che dovrebbero<br />
permettere di gestire i problemi dell’erosione<br />
costiera in Europa ed i rischi ad essi associati:<br />
approccio prevalentemente strategico e previsionale<br />
dell’erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di<br />
zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità<br />
costiera;<br />
integrazione dei costi e dei rischi connessi all’erosione<br />
costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento.<br />
Le pubbliche responsabilità per i rischi<br />
derivanti dall’erosione costiera dovrebbero essere limitate<br />
ed una congrua parte dei rischi derivanti dovrebbe<br />
essere trasferita ai diretti beneficiari ed agli<br />
investitori direttamente concernenti (logica del chi inquina<br />
paga), anche tramite l’applicazione degli strumenti<br />
di Valutazione Ambientale;<br />
la gestione dell’erosione costiera dovrebbe spostarsi<br />
da soluzioni frammentarie verso un approccio programmato<br />
basato su principi di responsabilità e ottimizzando<br />
gli investimenti sui beni a rischio, migliorando<br />
l’informazione pubblica e l’accettabilità sociale<br />
delle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzioni<br />
per il futuro;<br />
rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione<br />
ed alla pianificazione dell’erosione costiera attraverso<br />
lo sviluppo di strategie di gestione dell’informazione<br />
che dovrebbero includere la diffusione delle<br />
“migliori pratiche”, privilegiare un approccio preventivo<br />
nella gestione dei dati e delle informazioni e promuovere<br />
una leadership istituzionale a livello regionale.<br />
Risulta comunque chiaro che, per il futuro, bisognerà<br />
adottare delle politiche di tutela preventiva creando<br />
delle carte del rischio costiero che evidenzino, a vantaggio<br />
di investimenti pubblici e privati, dove è possibile<br />
prevedere un eventuale danno da erosione o<br />
da alluvione.<br />
Eurosion ribadisce, inoltre, quanto già ben noto nel<br />
mondo tecnico e scientifico e cioè che la causa dell’erosione<br />
sono gli interventi lungo i bacini idrografici<br />
(dighe e briglie) e la pressione antropica esercitata<br />
mediante strutture aggettanti a mare (barriere<br />
frangiflutti, isole, massicciate e porti). Per migliorare<br />
lo stato di equilibrio della linea di riva, dovranno essere<br />
adottati interventi sempre meno impattanti che<br />
prevedano l’utilizzo di materiali compatibili, diminuendo<br />
radicalmente la realizzazione di strutture rigide.<br />
In tal modo le spiagge diverrebbero delle aree<br />
artificialmente ricaricate e naturalmente gestite.<br />
L’Unione Europea ha, inoltre, messo a punto un progetto<br />
per la “Gestione strategica della difesa dei litorali<br />
per lo sviluppo sostenibile delle zone costiere”<br />
denominato Beachmed con l’obiettivo di perseguire<br />
uno sviluppo economico sostenibile delle aree costiere<br />
attraverso la ricostruzione e la manutenzione<br />
dei litorali, la messa a punto di tecniche innovative<br />
di difesa costiera dall’erosione e per favorire la gestione<br />
integrata di terra e mare. Il turismo, in quest’ambito,<br />
rappresenta il settore più consistente per<br />
addetti ai lavori, valore aggiunto e capacità di creare<br />
una rete di produzione e di consumi nell’economia<br />
della costa. A proposito di turismo, dobbiamo<br />
considerare anche l’aspetto dei costi visto che l’erosione<br />
costiera e la riduzione di spiagge disponibili<br />
incidono verosimilmente anche sui costi di una giornata<br />
al mare.<br />
Il progetto Beachmed della Comunità Europea vede<br />
coinvolte alcune Regioni italiane, tra cui il Lazio,<br />
con un progetto di monitoraggio on-line della linea<br />
di costa mediante una centralina che acquisisce,<br />
elabora e trasmette le immagini della costa sotto<br />
osservazione. Il litorale di San Felice Circeo è tra<br />
quelli costantemente monitorati e le immagini trasmesse<br />
possono essere costantemente visionate<br />
su www.seatech.it/circeo.<br />
Per ulteriori notizie, è possibile consultare anche i siti<br />
www.eurosion.org e www.beachmed.it. ■<br />
<strong>Ass</strong>ociazione Culturale “Il Centro Storico”<br />
Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioni<br />
per il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al<br />
n. 328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217<br />
o inviare una e-mail a: centrostorico@sanfelicecirceo.info
TERRITORIO<br />
Il fatto<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11<br />
Borgo Montenero<br />
Una piscina privata nel parco pubblico<br />
Informare preventivamente i cittadini è obbligo civile e morale<br />
di Umberto Salvatori<br />
comunale<br />
di S. Felice Circeo con<br />
L’Amministrazione<br />
la delibera di consiglio n°<br />
86 del 22-12-2005 ha approvato<br />
una variante urbanistica al piano<br />
regolatore generale che interessa<br />
l’intera zona F3 di P.R.G. con destinazione<br />
Parco Pubblico a Borgo Montenero.<br />
In pratica annulla di fatto il Parco Pubblico e trasforma<br />
il lotto di circa 2 ettari in terreno edificabile<br />
con indice di cubatura dello 0,45 mc/mq.<br />
Questa delibera consentirebbe di costruire, mediante<br />
concessione di lavoro pubblico, ad un privato<br />
una piscina per una spesa prevista di<br />
2.500.000 euro. Inoltre sono consentiti parcheggi<br />
e viabilità per 6.309 mq e una modesta area a verde<br />
di 2.785 mq. Tutto si dovrebbe concludere con<br />
la concessione al privato costruttore dell’intera<br />
area per una durata massima di 30 anni.<br />
Forse è il caso di ricordare l’obbligo civile e morale,<br />
per chi gestisce la cosa Pubblica, di informare<br />
preventivamente i cittadini dei progetti di rilevante<br />
interesse pubblico, che si intendono adottare sul<br />
territorio.<br />
Era facilmente prevedibile che la piscina privata<br />
nel Parco Pubblico avrebbe prodotto animate discussioni.<br />
Ci dispiace, ma ci sono troppe cose poco<br />
chiare e per lo più tutto questo viene interpretato<br />
come una bella idea per la prossima campagna<br />
elettorale. Noi, invece, non vogliamo perdere di vista<br />
il problema principale, salvaguardare il Parco<br />
Pubblico così come è previsto nel P.R.G. di S. Felice<br />
Circeo.<br />
A Borgo Montenero vogliamo la piscina, ma non<br />
condividiamo la scelta dell’area dove costruirla.<br />
L’impianto viene previsto all’interno di un’area di<br />
proprietà del Comune e quindi dei cittadini, di circa<br />
2 ettari, posizionata nel centro Urbano e Storico<br />
di Borgo Montenero e destinata dal P.R.G. a zona<br />
F3, Parco Pubblico. Questo lotto è parte integrante<br />
del centro Storico del Borgo e deve essere<br />
salvaguardato da ogni alterazione che ne modifichi<br />
la sua inconfondibile caratteristica. Per noi dovrebbe<br />
restare Parco Pubblico attrezzato, con libero<br />
accesso diurno, da concedere ad associazione<br />
di volontariato. E’ l’unica destinazione auspicabile<br />
e possibile.<br />
Confidiamo che l’Amministrazione voglia ricercare<br />
altra sede, all’esterno della circonvallazione, dove<br />
collocare questa piscina.<br />
Con la cancellazione del Parco Pubblico e la concessione,<br />
che di fatto vuole dire privatizzazione, si<br />
realizza l’opposto di quanto si afferma nella delibera<br />
n° 86 del 22 dicembre 2005.<br />
Vorremmo fare una osservazione al capitolo n°4<br />
del Progetto Preliminare, là dove sono indicati i<br />
dati principali dell’intervento:<br />
lotto d’intervento<br />
21.880 mq<br />
parcheggi e viabilità<br />
6.309 mq<br />
area a verde<br />
2.785 mq<br />
superficie coperta<br />
3.135 mq<br />
E gli altri 9.651 mq? Di questi non viene indicata<br />
la destinazione d’uso e nessuno sa cosa ci verrà<br />
Parco giochi<br />
realizzato. Ciò che è certo è che su questo ettaro<br />
scarso di terreno avremo:<br />
1) un nuovo monumento come degno ricordo delle<br />
vittime del 1944.<br />
2) un parco giochi per bambini più bello e più funzionale.<br />
3) un nuovo bocciodromo inserito mirabilmente<br />
nell’ambiente.<br />
4) un campo da tennis, uno di pallavolo, uno di<br />
pallacanestro, uno di calcetto, uno di pattinaggio.<br />
Tutto è già nel titolo del progetto: impianto<br />
polisportivo.<br />
Siamo certi che in un prossimo Consiglio comunale,<br />
con apposita delibera, il Signor Sindaco vorrà<br />
garantire tutto questo.<br />
Poiché il “promotore” dell’opera, invece, è interessato<br />
esclusivamente a tutto ciò che riguarda la<br />
piscina: parcheggio, costruzione e gestione, nella<br />
stessa delibera il Signor Sindaco vorrà garantire<br />
anche la concessione per 30 anni, a titolo gratuito,<br />
di questa nuova serie di impianti sportivi a tutti<br />
i cittadini residenti e stagionali.<br />
Il mio personale interessamento per difendere dalla<br />
cementificazione il Campo Sportivo oggi La Torre,<br />
è visto da alcuni come indebita ingerenza nella<br />
vita Pubblica del Borgo.<br />
Ho, negli anni, con merito o demerito, secondo i<br />
punti di vista, partecipato a comitati di feste patronali,alla<br />
gestione della società sportiva, sono<br />
stato eletto consigliere comunale e ho ricoperto la<br />
carica di Sindaco del comune di S. Felice Circeo.<br />
Adesso, personaggi ultimi arrivati si appropriano<br />
del diritto di giudicare, in modo a dir poco arrogante,<br />
le opinioni mie e di tanti altri in merito a<br />
decisioni che determineranno per sempre il futuro<br />
del Centro Storico. Nei giorni scorsi a Borgo<br />
Montenero abbiamo commemorato l’eccidio del<br />
1944 che si consumò all’alba del 4 maggio. Ci siamo<br />
ritrovati in molti, bambini in quegli anni, tra i<br />
quali uno, che per motivi del tutto fortuiti, nonostante<br />
fosse mattino molto presto, nascosto dietro<br />
la porta della Torre e suo malgrado fu testimone<br />
oculare di tutto quello che è successo. Ha<br />
visto il nostro parroco di allora, don Giuseppe Capitanio,<br />
che con insistenza chiedeva di essere fucilato<br />
al posto di quei ragazzi, ma lo scambio non<br />
fu accettato. Ancora oggi ricordi indelebili. Per<br />
nostra fortuna noi siamo ancora qui ed era inevitabile<br />
che i nostri ricordi si allargassero agli anni<br />
successivi. Quel campo ha sempre fatto parte della<br />
nostra vita, siamo diventati grandi giocando in<br />
quel parco, che ancora oggi è nostro, è a disposizione<br />
della gente del Borgo. I giovani lo sanno,<br />
ma per inesperienza, forse per leggerezza e superficialità<br />
non lo comprendono e sono contro coloro<br />
che vogliono salvare il parco, che vogliono<br />
impedire la concessione trentennale a privati, ma<br />
sono certo che, spronati a riflettere, sapranno<br />
scegliere e riconosceranno quanto sia corretta l’idea<br />
della salvaguardia del parco pubblico a Borgo<br />
Montenero.<br />
Ribadiamo chiaramente che in linea di principio restiamo<br />
della nostra idea: nessuna variante! nessuna<br />
concessione a privati! ■<br />
SAI<br />
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<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 12<br />
Delibere di Giunta Comunale<br />
N Data Oggetto<br />
34 01/03/06 Nomina Segretario Premio La Cultura del Mare<br />
35 ” Presa d’atto modifica regolamento per il funzionamento commissione assegnazione<br />
alloggi<br />
36 ” Atto non formalizzato<br />
37 06/03/06 Costituzione in giudizio atto citazione Europa Viaggi + altri contro Comune di<br />
San Felice e Regione Lazio. Nomina legale (avv. F. Altieri - € 5.120,00)<br />
38 ” Corso per la sicurezza e la prevenzione. Concessione contributo e patrocinio (€<br />
500,00)<br />
39 08/03/06 Elezioni Camera Deputati 9/10 aprile 06. Delimitazione spazi propaganda diretta<br />
e indiretta<br />
40 ” Elezione Senato Repubblica 9/10 aprile 2006. Delimitazione spazi elettorali<br />
propaganda diretta e indiretta<br />
41 ” Ricognizione pubblici esercizi tipo A e B di cui alla legge 287/1991 ed individuazione<br />
della priorità nel rilascio delle nuove autorizzazioni.<br />
42 ” Costituzione in giudizio ricorso sig. Rossetto Giovanni. Nomina legale (avv. De<br />
Angelis - € 2942,89)<br />
43 ” Costituzione in giudizio ricorso sig. Minardi Angelo. Nomina Legale (avv. De Angelis<br />
- € 2942,89)<br />
44 10/03/06 Proposizione appello avanti il Consiglio di Stato avverso sentenza n. 1081/05<br />
del TAR Lazio, sez. di Latina: Ricorso sig. Di Prospero Daniele contro comune di<br />
San Felice Circeo. Nomina Legale. (avv. De Angelis - € 6.450,01)<br />
45 ” Elezioni politiche 09/10 aprile 06. <strong>Ass</strong>egnazione spazi propaganda diretta. Senato<br />
della Repubblica<br />
46 ” Elezioni politiche 09/10 aprile 06. <strong>Ass</strong>egnazione spazi propaganda diretta. Camera<br />
dei Deputati<br />
47 15/03/06 Approvazione bilancio di previsione anno 2006. Relazione revisionale e programmatica<br />
e bilancio pluriennale anni 2006/2008<br />
48 ” Determinazione tariffe l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi<br />
urbani anno 2006<br />
49 ” Determinazione tariffe COSAP anno 2006<br />
50 ” Determinazione aliquote compartecipazione addizionale comunale IRPEF anno<br />
2006<br />
51 ” Determinazione proventi sanzioni amministrative per violazione Codice della<br />
strada anno 2006<br />
52 ” Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale anno 2006<br />
53 ” Proventi concessioni edilizie e sanzioni di cui al DPR 380/01. Destinazione anno<br />
2006<br />
54 ” Determinazione per l’applicazione del tributo comunale su pubblicità e pubbliche<br />
affissioni anno 2006<br />
55 ” Determinazione aliquote ICI e le relative detrazionie agevolazioni anno 2006<br />
56 ” Tariffe trasporto e mensa scolastica<br />
57 ” Proroga imposta pubblicità anno 2006<br />
58 ” Presa d’atto decreto sindacale n. 3/06 di conferimento incarico sig. S. D’Auria<br />
59 ” Nomina commissione per l’avvio a selezione di n. 6 unità da utilizzare nel C.S.L.<br />
– L.R. n. 29/96<br />
60 ” Costituzione in giudizio ricorso sigg. Angellotto/i contro comune di San Felice<br />
Circeo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 4.646,47)<br />
61. ” Angellotto/i + 3 contro comune di San Felice Circeo. Ricorso d’urgenza ex art.<br />
700 C.P.C. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 952,00)<br />
62. 20/03/06 Individuazione posizioni apicali e applicazione ammontare indennità di posizione<br />
63 ” Approvazione gettone di presenza commissione Edilizia Residenziale Pubblica<br />
64 ” Rinnovo incarico Nucleo di Valutazione anno 2006 (€ 11.362,05)<br />
65 ” Contributo Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci – P.O.F. (€ 500,00)<br />
66. ” Contributo Circolo Bocciofilo Montenero 04 per gara bocce (€ 500,00)<br />
67 ” Costituzione in giudizio De Iulio Armando. Nomina Legale (avv. Di Prospero €<br />
1.819,13)<br />
68 ” Contributo <strong>Ass</strong>. Poliportiva Circeo per manifestazione sportiva (€ 500,00)<br />
69 24/03/06 Elezioni Politiche. Spazi affissioni Senato<br />
70 ” Elezioni Politiche. Spazi affissioni Camera<br />
71 ” Patrocinio <strong>Ass</strong>. AIRC per distribuzione azalee giorno 14 maggio 06<br />
72 ” Rettifica delicera n. 221 de 23/12/05<br />
73 24/03/06 Manifestazione cieli aperti Porsche. Concessione patrocinio<br />
74 ” Contributo a favore di emigrato reimpatriato<br />
75 ” Patrocinio fiera B.go Montenero denominata “AgrifolKlore” organizzata dalla Casartigiani<br />
di Latina periodo dal 01/04/06 al 30/09/06<br />
76 ” Approvazione progetto integrazione scolastica<br />
77 ” Autorizzazione al ricorso di cosidette formr flessibili di lavoro ed affidamento incarichi<br />
professionali settore urbanistico:<br />
1 unità - Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per esame Dichiarazioni Inizio Attività<br />
Centro Storico (€ 3.370,00 per mesi 6)<br />
1 unità per attività professionali connesse allla determinazione dell’importo dela<br />
sanzione di danno ambientale (€ 1.300,00 + IVA e CPA / MESE)<br />
1 unità di lavoro idonea allo svolgimento di mansioni di Istruttore Tecnico Geometra<br />
(€ 10.800,00 per mesi 6)<br />
1 CO.CO.CO. per svolgimento attività dell’ufficio pianificazione che saranno riassunte<br />
in un progetto (€ 10.000,00 per mesi 6)<br />
2 professionisti nominati dalla regione Lazio per la valutazione e stima dei demani<br />
civici da alienare ai sensi della L. R. 1/86 (€ 516,46 / PRATICA)<br />
6 unità – Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per attività connesse a pratiche di<br />
condono (€ 2.808,00/MESE/CADAUNO)<br />
78 30/03/06 Proroga contratto Agenzia Obiettivo Lavoro per reclutamento Istruttore Direttivo<br />
specialista in attività assistenziali<br />
79 04/04/06 Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 233/06 Perrino Michele. Nomina<br />
Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50)<br />
80 ” Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 235/06 Perrino Michele. Nomina<br />
Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50)<br />
81 14/04/06 Piano Territoriale Paesistico Regionale. Partecipazione dell’Ente ai sensi dell’art.<br />
23 comma 1 L.R. 24/98<br />
82 ” Contributo gara tiro a piattello <strong>Ass</strong>.ne “Italcaccia”. (€ 1.000,00)<br />
83 ” Contributo all’<strong>Ass</strong>.ne Prov.le e Reg.le Musicisti per concerto inaugurazione teatrino<br />
comunale. (€ 3.000,00)<br />
N Data Oggetto<br />
84 ” Criteri procedurali sull’applicazione delle ulteriori detrazioni ai fini ICI sulla I^ casa.<br />
(Rif. delib. G.C. n. 55/06)<br />
85 ” Richiesta pareri di cui alla deliberazione di C.C. n. 11 del 21/03/2006.<br />
86 21/04/06 14° anniversario inabissamento Cristo del Circeo – Patrocinio e contributo<br />
87 ” Pagamento differenza somme sig. Fabrizi Pietro – Restituzione capitale d’affranco<br />
terreno Pantano Marino (€ 2.200,00)<br />
88 27/04/06 Affidamento servizio parcheggi a pagamento non custoditi anno 2006.<br />
89 03/05/06 Patrocinio morale associazione Infinity Car Club<br />
90 ” 47° Congresso Distrettuale Lions – Distretto 108/L. Concessione patrocinio e<br />
contributo (€ 1.000,00)<br />
91 ” Campionato Italiano di Vela- classe Vaurien. Concessione patrocinio e contributo<br />
(€ 500,00)<br />
93 12/05/06 Implementazione cap. 80/8. Prelievo dal fondo di riserva.<br />
94 ” Patrocinio morale D.P. Promotion – Miss Motorissima 2006. Manifestazione del<br />
03 e 04 giugno 2006.<br />
95 ” Adeguamento tariffe spese diritti di segreteria e di istruttoria pratiche settore urbanistico.<br />
96 ” Lavori di realizzazione rotatorie intersezione strade della migliora 58 e della migliora<br />
vecchia. Approvazione progetto definitivo.<br />
97 ” Lavori di realizzazione palestra polifunzionale a servizio del plesso scolastico di<br />
Borgo Montenero. Approvazione progetto definitivo 1° stralcio.<br />
98 ” Patrocinio all’<strong>Ass</strong>.ne <strong>cult</strong>urale “L’Isola di Eea” manifestazione carnevale 2006.<br />
(€ 300,00 – la cifra viene prelevata dal cap. 1440/1 C.B. 1.10.04.05 - Contributi<br />
a famiglie disagiate)<br />
99 ” Affidamento incarico per progettazione tecnica per la sistemazione dell’area antistante<br />
la cava di pietra del Brecciaro. (arch. Cicconi, geom. Montalbano - €<br />
12.360,00)<br />
100 ” Affidamento incarico professionale esterno per la individuazione e progettazione<br />
preliminare e definitiva ed esecutiva di aree da destinarsi a parcheggio ed alla<br />
sosta di veicoli a motore. (arch. Cicconi, geom. Montalbano, arch. De Angelis,<br />
ing. De Micco - € 60.000,00)<br />
101 ” Lavori di messa in sicurezza di Via Terracina (Via Badino) Approvazione progetto<br />
preliminare.<br />
102 ” Piano attuativo di sviluppo e di riqualificazione ambientale del tratto di litorale<br />
definito dal Viale Europa. Determinazione sulla fase A) preliminare.<br />
Delibere Consiglio Comunale<br />
07 16/03/06 Verbale di seduta deserta<br />
08 21/03/06 Interrogazioni<br />
09 ” Approvazione Regolamento sul Procedimento amministrativo<br />
10 ” Concessione alla Coop. Il Fringuello della trasformazione del diritto di superficie<br />
sull’intero lotto di terreni distinto al N.C.T- fg. 21 part 792<br />
11 ” Autorizzazione alla Giunta per l’acquisizione di pareri legali in ordine alla fattibilità<br />
e ai possibili contenuti anche economici di un eventuale accordo transattivo<br />
con la soc. Coop. Circeo 1°<br />
12 ” Modifica art. 5 Regolamento per il Centro Sociale Anziani<br />
13 ” Modifica regolamento comunale per la concessione di contributi ed altri benefici<br />
economici<br />
14 06/04/06 Interrogazioni.<br />
15 ” Verifica qualità e quantità di aree di fabbricati da destinarsi alle residenze, alle<br />
attività produttive e terziarie. Legge 167/62 e Legge 865/71 e s.m.i.<br />
16 ” Schema elenco annuale del piano triennale delle OO.PP. 2006/2008. Approvazione.<br />
17 ” Bilancio annuale di previsione esercizio 2006 relazione revisionale e programmatica<br />
e bilancio pluriennale anni 2006/2008. Allegato al Bilancio: esame ed<br />
approvazione.<br />
18 ” Nomina componenti collegio di revisione economico finanziario periodo<br />
2006/2009 (dal 10/04/2006 al 09/04/2009)<br />
19 ” Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva<br />
di cui all’art.52 della L.R. 38/99 e s.m.i.. Adozione piano di zonizzazione<br />
agricola. Punto ritirato.<br />
20 ” Alienazione relitto di terreno ricadente nell’area di vigna la corte alle sigg.re<br />
M.B. Mazza e G. Parrini. Punto Ritirato<br />
21 ” Regolamento per l’utilizzo delle strutture di proprietà comunale<br />
22 ” Istituzione servizio parcheggio a pagamento senza custodia nel periodo dal<br />
01/05/06/ al 15/09/06<br />
23 28/04/06 Interrogazioni.<br />
24 ” Comunicazione prelievo dal fondo di riserva anno 2006.<br />
25 ” Esame ed approvazione regolamento per il funzionamento del servizio di economato.<br />
26 ” Esame ed approvazione regolamento di contabilità.<br />
27 ” Riconoscimento debiti fuori bilancio. Sentenza Giudice di pace di Terracina c/accertamento<br />
violazioni al c.d.s.<br />
28 ” Idem. Atto di precetto Avv. Pernigotti.<br />
30 ” Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva<br />
di cui all’art.52 della L.R. 38/99. Adozione piano di zonizzazione agricola.<br />
32 ” Adozione nuovo regolamento edilizio comunale.<br />
33 ” Adozione progetto definitivo del piano colore e regolamento per la riqualificazione<br />
del Centro Storico.<br />
34 ” Approvazione perizia di alienazione Sig. Cestra Agostino.<br />
35 ” Idem: Cestra Marina.<br />
36 ” Idem: Nori Enzo.<br />
37 ” Idem: Ventura Alessandro.<br />
38 ” Idem: Olivieri Marco.<br />
39 ” Idem: Olivieri Andrea.<br />
40 ” Idem: Beltramini Davide.<br />
41 ” Modifica al regolamento del premio letterario internazionale “la Cultura del Mare”.
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 13<br />
INTRATTENIMENTO<br />
Personaggi Tipici - Oroscopo<br />
Panarda e Canascionetto<br />
Durante l’anno santo del 1950, un giorno, di prima<br />
mattina, partì da S. Felice Circeo un autopullman<br />
carico di paesani, diretto a Roma. Erano una<br />
quarantina di pellegrini e tra questi c’erano i due<br />
compari Memmo e Peppuccio e Marianna, la furnara.<br />
Dopo aver assistito ad alcune funzioni religiose, aver<br />
visitato la basilica di San Pietro, la piazza ed il colonnato,<br />
appropinquandosi l’ora del pranzo, i due compari<br />
proposero di andare a mangiare in una trattoria<br />
di loro conoscenza.<br />
Vi erano stati già due volte: in occasione della festa<br />
dei lavoratori ed in quella del raduno dei coltivatori<br />
diretti del Lazio. “Lì si mangia bene” - disse Memmo<br />
- e “Non si spende tanto” -aggiunse Peppuccio - .<br />
Una diecina di compaesani li seguirono e tra questi<br />
Marianna. Mentre erano seduti a tavola, in attesa di<br />
essere serviti, Marianna chiese ai compari, che conoscevano<br />
l’ambiente, dove avrebbe potuto trovare un<br />
gabinetto. L’accompagnarono al bagno, situato in un<br />
cortiletto all’esterno della trattoria e poiché quel<br />
giorno la serratura della porta non funzionava, si improvvisarono<br />
guardie: “Marianna! vai tranquilla e fa i<br />
tuoi comodi! noi non permetteremo a nessuno di entrare”<br />
Ad un tratto Marianna uscì fuori dal bagno urlando:<br />
“Ha scuppate la fiumara” (è scoppiata la fiumara).<br />
Era successo che Marianna aveva afferrato,<br />
con la mano destra, la catenella, con l’intenzione di<br />
sollevarsi, ma l’abbassamento di questa aveva causato<br />
lo svuotamento del cassonetto con conseguente<br />
inondazione della tazza.<br />
Memmo e Peppuccio, ridendo,<br />
spiegarono a Marianna<br />
che, nel frattempo si era riassettata,<br />
il “marchingegno”<br />
della catenella con la<br />
vaschetta dell’acqua.<br />
Una volta riavutasi dallo<br />
spavento, Marianna fece loro la seguente proposta:<br />
“Se me prumettate ca nen raccuntate a nesciune chistu<br />
fatte, per recumpenza ve tonghe nu canasciunette<br />
peto (per ciascuno), duie vote la settimana. I due<br />
accettarono volentieri la bella offerta e giurarono di<br />
tenere la bocca cucita.<br />
Così, la mattina, prima di andare al lavoro, i due si<br />
presentavano al forno e Marianna consegnava a ciascuno<br />
un fragrante e gustoso canascionetto, imbottito<br />
di salsiccia, di pancetta o di prosciutto, secondo i<br />
loro desideri.<br />
“Marianna! La prossima volta lo vogliamo imbottito di<br />
pecorino fresco”. - “Va bene! V’accuntente, ma m’arraccumanne<br />
però...” e con il dito indice della mano<br />
destra portato sul naso, li invitava al silenzio, a mantenere<br />
il segreto.<br />
La pacchia dei compari durò alcuni mesi, finché una<br />
sera, durante una passatella, forse perché alticci, rivelarono<br />
il segreto.<br />
II racconto dell’avventura di Marianna, con l’aggiunta<br />
di tinte colorate, fece subito il giro del paese ed in<br />
breve arrivò anche alle orecchie della protagonista.<br />
Quando, il giorno convenuto, i due si presentarono, per<br />
ritirare il solito canascionetto, furono aggrediti dalla<br />
furnara: “Mascalzoni! Delinquenti! nen site state capace<br />
de tene duie cice a mocca!” (non siete stati capaci<br />
di tenere due ceci in bocca). Venate! Ca ve je tonghe<br />
pure jù Ganascione, ma ambuttite de velene!”<br />
“Ma! Vedi Marianna! non siamo stati noi a...” - “Ah<br />
noh! E chi è state allora, ju diavele?! e mò, fora de<br />
qua e subbete!” e afferrato l’arnese che serve ad infornare<br />
e sfornare il pane, “Ca sennò, cu sta pala, ve<br />
rompe la capoccia a tute e duie”.<br />
I compari furono costretti a squagliarsela rapidamente,<br />
rammaricandosi amaramente di aver violato il patto. ■<br />
da O’KEA’MUS<br />
di Andrea De Sisti<br />
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Oroscopo di Giugno 2006<br />
di Aldebaran<br />
Ariete<br />
Le stelle promettono un profondo cambiamento nella vostra vita affettiva e vi aiuteranno<br />
a fare la scelta giusta in amore. Marte, in buon aspetto col vostro sole, vi<br />
renderà più dolci e moderati. Salute: ottima forma. (dal 21/3 al 20/4)<br />
Toro<br />
Una Venere smagliante vi suggerisce la strada della tenerezza e dell’armonia, non<br />
solo in amore, ma anche nei rapporti in generale. Non mescolate interessi e sentimenti.<br />
Ottimo periodo per chi studia. (dal 21/4 al 20/5)<br />
Gemelli<br />
Il favorevole influsso di Saturno e Marte manterrà alto il livello delle vostre azioni<br />
nel consolidare gli affetti e le situazioni lavorative. In amore: i nuovi incontri potrebbero<br />
trasformarsi in legami veri. Siete pronti? (dal 21/5 al 21/6)<br />
Cancro<br />
Le magiche energie di Giove si espandono fuori e dentro di voi rendendovi simpatici,<br />
affascinanti e intriganti. La vita amorosa potrebbe essere rivoluzionata. Le<br />
vostre qualità sono vincenti nel lavoro e nel denaro. (dal 22/6 al 22/7)<br />
Leone<br />
Dopo aver chiarito un malinteso, ritornrrà la magia della seduzione e l’amore sarà<br />
più stabile e sereno. L’aiuto positivo di Saturno vi renderà più costruttivi, ma l’energia<br />
nebulosa di Nettuno vi chiede scelte oculate e chiare nell’ambito del lavoro<br />
e negli affari. (dal 23/7 al 23/8)<br />
Vergine<br />
Sarete animati da uno spiccato ottimismo e dal desiderio di aprirvi di più col vostro<br />
partner, grazie a Giove e a Venere molto favorevoli nel vostro cielo. Fate<br />
attenzione al denaro che entra … ma che purtroppo esce anche! (dal 24/8 al<br />
22/9)<br />
Bilancia<br />
Nel vostro cielo … solo stelle positive che vi promettono realizzazioni importanti:<br />
progetti di lavoro e soluzioni di problemi ancora in sospeso. Atmosfera serena<br />
nel vostro rapporto di coppia. Situazione finanziaria rassicurante. (dal 23/9 al<br />
22/10)<br />
Scorpione<br />
Giove ed Urano, brillanti, vi consigliano di prendere al volo le occasioni fortunate<br />
in amore e nel lavoro. Forse, alcuni del segno si sposeranno … altri dovranno<br />
chiarirsi le idee, ma le storie appassionate non vi mancheranno. (dal 23/10 al<br />
22/11)<br />
Sagittario<br />
La vostra vita sociale sarà ricca d’impegni e d’incontri. Favoriti i viaggi e nuovi<br />
amori. Saturno vi sarà utilissimo per realizzare progetti concreti. Siate solo un po’<br />
più organizzati e non disperdete utili energie. (dal 23/11 al 21/12)<br />
Capricorno<br />
Troverete la formula giusta per coniugare praticità e piacere personale. Venere<br />
raggiante vi inclina ad una vita sociale intensa e brillante. Guadagni soddisfacenti<br />
e successi nel settore professionale. Buona salute col “buonumore”. (dal 22/12<br />
al 20/1)<br />
Acquario<br />
L’intelligenza, spiccata nel nativo acquario, vi aiuterà a superare alcune difficoltà<br />
di questo mese. Momento di crisi in amore dovuta ad una divergenza o a problemi<br />
personali. Provate a parlarne; sarà più facile appianare tutto. (dal 21/1 al 19/2)<br />
Pesci<br />
Sarete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi stimoli per soddisfare una vostra ispirazione.<br />
Urano, nel vostro segno, promette colpi di scena, di fulmine e di fortuna.<br />
Siete pronti ad accoglierli? (dal 20/2 al 20/3)
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 14<br />
SPORT<br />
Calcio/Maratona<br />
Calcio<br />
C’era una volta la Circe<br />
Dopo cinque stagioni in Promozione si torna in Prima Categoria<br />
C’e r a<br />
u n a<br />
volta<br />
la Circe, perché il<br />
“malinconico tramonto”<br />
della<br />
squadra sanfeliciana somiglia<br />
sempre di più alla fine di quell’epopea<br />
raccontata e descritta in<br />
modo magistrale in un famoso<br />
film di Sergio Leone. Il”giocattolo”<br />
si è rotto, ed ora si porta dietro<br />
il suo fardello fatto di rimpianti,<br />
accuse e processi che nulla tolgono<br />
e nulla danno, ma lasciano<br />
tutti coloro che hanno a cuore le<br />
sorti del sodalizio rosso blu in<br />
uno stato di prostrazione e smarrimento.<br />
Dopo cinque stagioni vissute<br />
in Promozione, si torna mestamente<br />
e con la “coda tra le<br />
gambe” in Prima Categoria, un<br />
campionato che alla luce di quanto<br />
programmato l’estate scorsa in<br />
occasione della campagna acquisti<br />
è difficile da accettare. Un girone<br />
di ritorno inguardabile,<br />
un’involuzione tecnica e di mentalità<br />
che hanno fatto sprofondare<br />
la Nuova Circe sempre più giù, la<br />
mancanza della presa di coscienza<br />
di una situazione che andava<br />
degenerando, la convinzione sbagliata<br />
e visionaria di chi, non<br />
aprendo gli occhi, ha continuato a<br />
guardare a quella vetta ormai lontana<br />
ed irraggiungibile perdendo<br />
di vista la realtà delle cose. Come<br />
addetto stampa della Nuova Circe,<br />
riconosco di trovarmi in un certo<br />
imbarazzo, anche perché se non è<br />
mia abitudine salire sul “carro del<br />
vincitore” quando le cose vanno<br />
bene, ancor meno mi piace “sputare<br />
nel piatto” in cui mangio. In<br />
questa squadra ci sono degli amici,<br />
dei ragazzi con cui ho condiviso<br />
tanti momenti e per questo<br />
motivo sento di avere “ la spada<br />
di Damocle” della mia coscienza,<br />
sulla testa. Ritengo però doverosa<br />
una disamina un po’ cruda, dalla<br />
quale non potrò esimermi, perché<br />
la retrocessione maturata in un<br />
modo così assurdo, è difficile da<br />
digerire. Dopo i 21 punti del girone<br />
d’andata, la formazione di mister<br />
Lauretti ha ottenuto appena<br />
12 punti in quello di ritorno, con<br />
poche reti all’attivo, alcune delle<br />
quali come conseguenza dei calci<br />
di rigore trasformati, con le sole<br />
ed uniche vittorie nella trasferta<br />
di Tecchiena e nella gara interna<br />
di Tommaso Di Prospero<br />
Calcio<br />
Il Montenero calcio<br />
spera nel ripescaggio<br />
Dopo un meritato secondo posto<br />
con il Torrice, con le sconfitte indecorose<br />
sui campi delle ultime in<br />
classifica (il Sant’Apollinare e la<br />
Terra di San Benedetto) con i risultati<br />
maturati in conseguenza di<br />
prestazioni disarmanti. Una squadra<br />
che non ha fatto del gruppo la<br />
sua forza, la mancanza d’elementi<br />
di grande personalità e con un<br />
carattere combattivo in grado di<br />
prendere in mano la situazione e<br />
di spronare gli elementi più timorosi<br />
nei momenti difficili. Ci ha<br />
provato Palmieri, con il suo carisma<br />
e la sua voglia di non mollare,<br />
ma ha “predicato nel deserto”<br />
e quasi mai è stato seguito dai<br />
suoi compagni che troppo spesso<br />
hanno subito la maggiore intraprendenza<br />
degli avversari, non<br />
capendo che era arrivato il momento<br />
di riporre il fioretto e di<br />
sfoderare la sciabola. L’anarchia<br />
latente vista in campo, che ha trasformato<br />
la Circe in un’armata<br />
Brancaleone, è stata lo specchio<br />
fedele di quanto espresso nel lavoro<br />
settimanale nel quale è venuta<br />
a galla l’assoluta mancanza<br />
di una “<strong>cult</strong>ura del lavoro”, una<br />
”carenza atavica” insita nei cromosomi<br />
di troppi calciatori. A Dario<br />
(mister Lauretti) per il quale<br />
ho la stima che deriva dalla passione<br />
che ci ha sempre messo,<br />
dall’infinito ottimismo, dal rapporto<br />
fraterno che ha con i ragazzi,<br />
voglio dire che gli errori che a mio<br />
avviso ha commesso, sono nascosti<br />
in modo neanche così velato in<br />
queste poche righe che lo riguardano…Sicuramente,<br />
mantengo<br />
un buon ricordo di tutti, anche se<br />
una parola in più la vorrei spendere<br />
per i più piccoli della compagnia,<br />
che in questa sfortunata avventura<br />
sono quelli che hanno<br />
avuto il merito di accrescere ed<br />
affinare le proprie qualità integrandosi<br />
a meraviglia nell’ambito<br />
del gruppo e facendosi apprezzare<br />
da tutti. I due ragazzi in questione<br />
sono Beltramini e Rossi,<br />
appena 18 anni, i quali hanno<br />
avuto il merito di essere chiamati<br />
dalla Lazio per un provino subito<br />
dopo l’indimenticabile partita giocata<br />
a Formello contro la prima<br />
squadra e sono diventati ben presto<br />
gli elementi più importanti<br />
della rappresentativa giovanile<br />
provinciale. Quello che accadrà<br />
dopo una delusione così cocente,<br />
è presto per dirlo, ma si vive con<br />
la sensazione che un’epoca sia finita<br />
ed il “vento del cambiamento”<br />
che verrà, porterà via mister<br />
Lauretti e con lui, forse, i pochi<br />
superstiti di quella Circe che sfiorò<br />
l’Eccellenza ed allora qualcuno<br />
capirà perché…C’era una volta la<br />
Circe… ■<br />
È<br />
stata una grande stagione quella della matricola del borgo che,<br />
dopo la promozione in Seconda Categoria, ora, grazie al meritato<br />
secondo posto ottenuto, ha delle concrete possibilità di essere ripescata<br />
in Prima Categoria, dove per ironia della sorte potrebbe ritrovarsi<br />
a giocare dopo tanti anni un derby con la Nuova Circe. E’ stata una<br />
“marcia trionfale” quella del Montenero che grazie ad una programmazione<br />
oculata da parte dei suoi dirigenti, con in testa il presidente<br />
Gianfranco Benetti, alla guida di un tecnico capace ed ambizioso come<br />
mister Vinciguerra e ad un gruppo di calciatori validi è riuscita ad ottenere<br />
un secondo posto che potrebbe aprire le porte per la categoria<br />
superiore. Il campionato, vinto dall’Atletico Sabotino, un’altra neopromossa,<br />
ha visto il Montenero duellare per buona parte della stagione<br />
con la Virtus Cisterna che dopo un sonoro 3-0 inflittogli dalla squadra<br />
del borgo, ha dovuto abbandonare ogni velleità e speranza di ottenere<br />
il piazzamento d’onore. Il Montenero ha espresso un calcio gradevole<br />
e si è contraddistinto per la grande vena realizzativa dei suoi attaccanti<br />
ed in particolare del tridente formato da Soukrat, Severini e<br />
Crescenzo. Il Montenero aspetta e sogna… ■<br />
Nuoto<br />
Un campione<br />
in crescita<br />
Emiliano Di Prospero<br />
Per il giovanissimo<br />
ragazzo<br />
sanfeliciano,<br />
appena dodici anni, c’è<br />
stata nell’ultimo anno<br />
una notevole crescita<br />
sia sul piano puramente<br />
tecnico sia su quello<br />
cronometrico. In effetti,<br />
Emiliano si trova in<br />
quale fase della sua vita<br />
nella quale il miglioramento<br />
delle qualità<br />
tecniche è supportato<br />
dall’aumento del volume<br />
dell’allenamento. I<br />
risultati non si sono<br />
fatti attendere, ed ora, il “piccolo campione”<br />
comincia a vedere i frutti di tanta fatica ed a togliersi<br />
molte soddisfazioni. I primi risultati si<br />
sono visti nel primo e secondo Meeting Regionale<br />
Primaverile che si sono svolti nella piscina<br />
comunale di Latina. Nel primo dei due meeting,<br />
Emiliano, nella categoria Esordienti ha ottenuto<br />
sull’impegnativa distanza dei 200 metri a<br />
stile libero un tempo vicino ai 2 minuti e 45 secondi,<br />
mentre nella seconda manifestazione regionale<br />
sempre nello stile libero, ma sulla distanza<br />
più corta dei 100 metri, ha ottenuto un<br />
tempo di 1minuto e 14 secondi con cui ha polverizzato<br />
il suo precedente personale, abbassandolo<br />
di sei secondi, poi, in modo strepitoso,<br />
ha ottenuto un risultato eccellente nei 100<br />
metri dorso, nei quali grazie al tempo di 1 minuto<br />
e 19 secondi si è attestato ai primissimi<br />
posti della sua categoria. Emiliano si è confermato<br />
sui suoi migliori tempi in occasione del<br />
terzo Meeting Regionale Primaverile che si è<br />
svolto nella piscina di Colleferro. Infine, il giovane<br />
campione, ha espresso tutto il suo potenziale<br />
nel Trofeo Giovannini, nel quale, sui 100<br />
metri misti è riuscito a ritoccare sensibilmente<br />
il suo personale, con il cronometro che ha fatto<br />
segnare un tempo di poco inferiore ad 1 minuto<br />
e 24 secondi. La crescita del ragazzo è<br />
evidente e siamo convinti che se Emiliano manterrà<br />
viva la voglia di misurarsi con gli altri ragazzi<br />
della sua età, troverà sempre nuove risorse<br />
per continuare a migliorarsi. ■<br />
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<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 15<br />
TEMPO LIBERO<br />
Lo spazio della città<br />
Zuppa<br />
di verdura<br />
Ingredienti:<br />
300 grammi di patate novelle<br />
2 zucchine<br />
300 grammi di piselli freschi sgranati<br />
200 grammi di fave fresche sgranate<br />
4 carciofi<br />
una cipolla fresca<br />
qualche foglia di bieta<br />
uova<br />
olio<br />
sale<br />
parmigiano<br />
pane<br />
acqua<br />
Riunite in<br />
una pentola<br />
le verdure<br />
mondate, lavate<br />
e tagliate a tocchetti, coprite di<br />
acqua, aggiungete il sale e circa 100<br />
grammi di olio. Lasciate cuocere per<br />
un’ora circa. A cottura ultimata, sgusciate<br />
un uovo per ogni persona lasciandolo<br />
cadere nella zuppa. Coprite,<br />
lasciate sul fuoco ancora un minuto e<br />
spegnete. Versate la zuppa di verdura<br />
in una terrina nella quale avrete adagiato<br />
delle fette di pane raffermo e cospargete<br />
con abbondante parmigiano<br />
grattugiato. ■<br />
da “LA VISCOTTA<br />
Ricette di San Felice Circeo”<br />
di Angela Bassani .<br />
Il libro più letto<br />
Il diavolo veste Prada<br />
di Alessia Bravo<br />
Primo romanzo di questa giovane autrice (Lauren Weisberger),<br />
in poche settimane ha fa fatto il giro del mondo,<br />
diventando il best seller <strong>cult</strong>o in stile Sex and The<br />
City, brillante, ironico, a tratti grottesco, ma fin troppo reale nella<br />
descrizione di un mondo dove la superficialità, l’invidia, la<br />
cattiveria la fanno da padroni.<br />
E’ la sfavillante realtà di Miranda<br />
Priestly, arcigna, egocentrica, prepotente<br />
guru della moda mondiale, direttrice del settimanale<br />
di moda, più venduto in America,<br />
“Runway” .<br />
Quando Andrea Sachs, ventritrè anni, una laurea<br />
e il sogno di diventare scrittrice, bussa alla<br />
porta della Elias – Clark e accetta di lavorare<br />
come assistente di Miranda, non sa che la<br />
sua vita cambierà.<br />
In un vero e proprio inferno. Imparerà a camminare<br />
su vertiginosi tacchi a spillo barcamenandosi<br />
tra un fidanzato amorevole e premuroso,<br />
un’ amica bisognosa di conforto e, allo<br />
stesso tempo, soddisfando gli innumerevoli<br />
capricci del suo capo, a tutte le ore del giorno<br />
e della notte. Fino a scoprire che la sua vita sta<br />
andando a rotoli… ■<br />
ORA LEGALE<br />
<br />
La Denunzia di nuova opera e la Denunzia di danno temuto /4<br />
di Antonio Di Salvo<br />
Dopo avere esaurito le azioni possessorie (di reintegrazione e di manutenzione), ci avviciniamo alle azioni<br />
di nunciazione di cui all’art. 1171 c.c. (denunzia di nuova opera) ed art. 1172 c.c. (denunzia di danno<br />
temuto).<br />
Per ragioni di spazio, divideremo l’analisi in due articoli distinti; cominciamo con la denunzia di nuova opera (art. 1171<br />
c.c.), rinviando al prossimo numero la denunzia di danno temuto (art. 1172 c.c.).<br />
Entrambe le azioni si articolano in due fasi, la prima di natura cautelare che si esaurisce con un provvedimento provvisorio<br />
e la seconda che si svolge secondo le regole del processo ordinario di cognizione.<br />
L’art. 1171 c.c. prevede che: «… Il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o il possessore il quale ha ragione<br />
di temere che da una nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo, sia per derivare danno alla<br />
cosa che forma l’oggetto del suo diritto e del suo possesso, può denunziare all’autorità giudiziaria la nuova opera purchè<br />
questa non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio …» (cfr. art. ult. rich., comma I).<br />
I soggetti legittimati ad esperire l’azione di denunzia di nuova opera sono:<br />
- il proprietario;<br />
- il titolare di un diritto reale di godimento;<br />
- il possessore.<br />
Se taluno di tali soggetti ha ragione di temere che da una nuova opera da terzi intrapresa, sul proprio o sul fondo altrui,<br />
stia per derivare danno alla cosa oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all’autorità giudiziaria<br />
che, previa sommaria cognizione del fatto, può, posto che l’opera sia già iniziata ma non ancora terminata e non sia<br />
trascorso un anno al suo inizio:<br />
- vietare la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando a chi ha promosso l’azione (attore) di depositare, a titola di<br />
cauzione, una somma di denaro;<br />
- consentire la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando al terzo (convenuto) di provvedere a depositare la cauzione.<br />
Per cui in sede di giudizio definitivo, avremo che:<br />
- se risulterà soccombente l’attore, questi è tenuto a risarcire al convenuto il danno causato dalla sospensione dei lavori;<br />
- se risulterà soccombente il convenuto, questi sarà tenuto a farsi carico delle spese di demolizione per ripristino dell’originario<br />
stato dei luoghi e dell’eventuale risarcimento dei danni provocati alla cosa e/o all’attore. ■<br />
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Serenata a nessuno<br />
di Nicola Capurso<br />
È notte fonda,<br />
nel silenzio più assoluto<br />
che tutto circonda,<br />
solo và quasi sperduto:<br />
un uomo cantando …<br />
Davanti a sé,<br />
strade ricche di sassi;<br />
dietro di sé, l’eco dei passi,<br />
disperdersi gradatamente nell’aria.<br />
La sua ombra,<br />
tremula, proiettata dalla timida luna,<br />
svanisce nella penombra.<br />
Lo ascolta per fortuna:<br />
un gatto innamorato.<br />
Poi, piove pure…<br />
Ma cammina cantando, cammina;<br />
senza orchestra, eppure…<br />
La sua voce pellegrina,<br />
echeggia sotto la pioggia.<br />
Non riceva congratulazioni,<br />
l’accarezza il vento;<br />
non cerca affermazioni<br />
e prosegue nell’intento…<br />
Ma, per chi canta?<br />
Serenata a nessuno…<br />
Serenata forse… alla vita! …<br />
Dalla raccolta di poesie: “RIFLESSI DI VITA”
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 16<br />
VARIE<br />
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Anniversario<br />
Il 26 aprile, Antonio Ceci e Loredana Capponi<br />
hanno festeggiato il 25° anniversario del<br />
loro matrimonio. Auguri dai figli Fabio e<br />
Francesca, dai fratelli e dalla sorella, dai cognati<br />
e dalle cognate.<br />
Supermarket<br />
CARLETTO<br />
di Lucci Evasio & C. s.a.s.<br />
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riceve per appuntamento<br />
Compleanni<br />
3 giugno. Auguri a Camilla per i suoi sette anni da Chiara e Samuele.<br />
4 giugno. A Mirko tanti auguri di buon compleanno da Chiara e Samuele<br />
6 giugno Alla mia cara sorellina Valentina, per i suoi 22 anni, Tanti auguri da Matteo.<br />
7 giugno. Auguri ad Alfredo Smith per il compleanno dalla moglie, figli, genero e nipoti.<br />
9 giugno. Auguri di buon compleanno alla dolcissima Chiara da mamma, papà e Samuele<br />
Buon compleanno ad Alessia Ceglia il 10 giugno da zia Annamaria.<br />
All’amore delle nonne, Tanti auguri di compleanno a Jacopo Di Maggio il 10 giugno.<br />
10 giugno. Buon compleanno a Rinaldo Bonavigo dalla sua adorata moglie.<br />
11 giugno. Buon compleanno al nostro supercugino Luca da Chiara e Samuele.<br />
13 giugno. Tantissimi auguri a Claudio Pedrollo per i suoi 70 anni dalla famiglia.<br />
16 giugno. Buon compleanno a Giuliana Loriato dalla cognata Alberica.<br />
20 giugno. Ad Antonella la zia più affascinante, auguroni dai nipoti, sorelle, fratelli, mamma,<br />
figli, marito, ecc. … insomma proprio da tutti.<br />
Buon compleanno ad Annamaria Ceglia dai suoi familiari il 23 giugno.<br />
Maurizio D’Alessandro il 26 giugno compie gli anni. Tanti Auguri dalla famiglia.<br />
Buon compleanno il 9 luglio a Graziella Guerra da tutti coloro che le vogliono bene.<br />
Il 10 luglio compie gli anni il nostro amato papà Felice Ceglia. Tanti auguri dalla famiglia.<br />
A Romano De Carolis, il 15 Luglio, tanti auguri di buon compleanno dal piccolo Felice.<br />
Il 21 luglio. Adele Capponi compie 98 anni, auguri affettuosi da parte dei figli e dei soci dell’<strong>Ass</strong>ociazione<br />
“Il Centro Storico”.<br />
Tanti auguri di buon compleanno il 22 luglio alla simpatica Giulia Casabona da Ilenia e Giulia..<br />
22 Luglio. Augurissimi!! Al mio super-cugino Alessio per i suoi 15 anni, da Sharon.<br />
29 Luglio. Alla piccola peste di casa Marchiotto, tanti auguri di buon compleanno a Jacopo con<br />
la speranza che diventi con il tempo più tranquillo. Le cuginette Giulia, Rossana e Giordana.<br />
segue dalla pag. 2<br />
Clemente Busiri Vici<br />
22 luglio 2006<br />
Mio padre amava molto il mare del Circeo. Spesso al tramonto<br />
usciva con la piccola barca a remi, che in seguito<br />
in una mareggiata si infranse contro gli scogli, seguiva<br />
le scogliere fino a perdersi alla vista d’occhio. Andava<br />
con noi a gettare le reti per belle pescate di triglie,<br />
dentici, polpi, maccarelli. Stavamo attenti a seguire con<br />
le reti i confini subacquei tra scogli e sabbia, perché era<br />
il punto dove si prendeva più pesce. A casa si cucinava<br />
il pesce pescato e mio padre era un maestro in questa<br />
mansione, poi tutti intorno ad un grande tavolo rotondo<br />
di castagno (che oggi si trova nella casa di Tivoli) si<br />
mangiava in allegria spesso con ospiti e amici, personaggi<br />
del luogo e clienti di lavoro, ecc..<br />
Quando era al Circeo amava la vita semplice ed all’aria<br />
aperta, vita di mare.<br />
Gemini lo incaricò anche di eseguire altri lavori che lui<br />
svolgeva sempre per amore del Circeo senza nulla ricevere<br />
di compenso, lo offriva con piacere alla comunità<br />
del luogo. Conosceva e simpatizzava con l’on.le<br />
Andreotti che incontrava in occasione delle tante migliorie<br />
che egli apportava al Circeo: acqua, strade,<br />
scuole, ecc.<br />
Concludo con un auspicio di pronta ripresa del Circeo,<br />
quale meraviglioso luogo nei pressi di Roma, anche<br />
perché le mie nostalgie mi indurranno inevitabilmente<br />
a ritornarci presto.. ■<br />
Auguri<br />
per i tuoi<br />
novanta anni!!!<br />
Vincenzo Capponi<br />
i figli, le nuore, i generi, i nipoti e i pronipoti<br />
R I S T O R A N T E<br />
Al Convento<br />
di Lolita Capponi<br />
Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) - 04017 San Felice Circeo (LT) - Tel. 0773/546167 - 348.9185443