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Casa, dolce casa … A proposito di emergenza abitativa di E. Dantes ...

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<strong>Casa</strong>, <strong>dolce</strong> <strong>casa</strong> …<br />

A <strong>proposito</strong> <strong>di</strong> <strong>emergenza</strong> <strong>abitativa</strong><br />

<strong>di</strong> E. <strong>Dantes</strong><br />

Ci capita spesso <strong>di</strong> assistere ad accese <strong>di</strong>scussioni tra citta<strong>di</strong>ni<br />

sanfeliciani durante le quali viene fuori il concetto che il loro paese<br />

non è sottoposto alle stesse leggi che valgono, invece, per il resto<br />

d’Italia. E, ad onor del vero, dobbiamo ammettere che alcuni<br />

episo<strong>di</strong>, relativi a situazioni importanti e delicate, fanno davvero<br />

pensare a una epidemia simile a quella <strong>di</strong> cui si narra nel<br />

recentissimo film “Blindness”, una epidemia che rende ciechi, con<br />

particolare pre<strong>di</strong>lezione per coloro che dovrebbero vigilare sul<br />

territorio. Siamo certamente propensi a credere che, soprattutto<br />

<strong>di</strong>etro alcuni interessi strategici stia prevalendo (ma è storia<br />

vecchia) la filosofia dell’”occhio non vede, cuore non duole, e<br />

ricordatelo quando andrai a votare”; ma non è <strong>di</strong> fatti così gravi che<br />

vogliamo parlare, anche perché le cose strane <strong>di</strong> questa citta<strong>di</strong>na si<br />

ritrovano a qualsiasi livello e <strong>di</strong>mostrano che gli amministratori che<br />

non sanno programmare sono, poi, incapaci <strong>di</strong> affrontare anche<br />

situazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria amministrazione, e possono dare origine a<br />

effetti davvero tragicomici.<br />

Inten<strong>di</strong>amo riferirci ad alcuni episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> cosiddetta “<strong>emergenza</strong><br />

<strong>abitativa</strong>” che sono venuti alla ribalta negli ultimi tempi: dagli inviti a<br />

creare accampamenti per in<strong>di</strong>ani nelle nostre campagne, alla<br />

famiglia asse<strong>di</strong>ata che, come i troiani, tiene testa da mesi alle ruspe<br />

che vorrebbero buttare giù la loro <strong>casa</strong> abusiva; dalla donna che ha<br />

occupato, quasi militarmente, un’abitazione del centro storico, alla<br />

coppia <strong>di</strong> sposini che, terminata la festa nuziale, ha avuto l’amara<br />

sorpresa <strong>di</strong> trovare il loro agognato nido d’amore sigillato da<br />

un’or<strong>di</strong>nanza del sindaco per un (inesistente) pericolo <strong>di</strong> crollo! Ma<br />

quello che ci ha veramente lasciati perplessi è quanto hanno<br />

raccontato i giornali circa la “sistemazione” <strong>di</strong> due sanfeliciani<br />

appartenenti alla categoria del <strong>di</strong>sagio sociale.<br />

Chi ha la bontà <strong>di</strong> seguirci su questo giornale sa che ci piace<br />

comparare la quoti<strong>di</strong>anità con qualche vecchio film e sa anche che<br />

spesso deduciamo che la realtà supera la fantasia. Questa volta il<br />

pensiero è volato automaticamente a “Totò cerca <strong>casa</strong>” e alle<br />

peripezie che portavano Beniamino Lomacchio a trascinare la


propria famiglia alla ricerca <strong>di</strong> un tetto che assumeva, <strong>di</strong> volta in<br />

volta, le sembianze <strong>di</strong> una scuola, <strong>di</strong> un cimitero, dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un<br />

pittore e, ad<strong>di</strong>rittura, del Colosseo… Eppure, neanche Totò avrebbe<br />

potuto immaginare la storia dei nostri concitta<strong>di</strong>ni che sono passati<br />

– rigorosamente a spese dei contribuenti – da una sontuosa villa<br />

(già sequestrata alla malavita organizzata) a un albergo, a un<br />

agriturismo e infine ad un container a testa che, però, da uno dei<br />

due è stato giu<strong>di</strong>cato troppo piccolo e che, <strong>di</strong> conseguenza, è stato<br />

imme<strong>di</strong>atamente sostituito dal “sindaco buono” il quale ha<br />

provveduto – sempre a spese dei contribuenti – a comprarne uno<br />

più grande. Naturalmente, episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo genere si commentano<br />

da soli e mostrano tutta la inettitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> chi governa pensando <strong>di</strong><br />

risolvere problemi così gravi come il <strong>di</strong>sagio sociale, comprando dei<br />

container.<br />

E se domani tutti i <strong>di</strong>sagiati, veri o falsi<br />

che siano, dovessero fare richiesta <strong>di</strong> un container, il sindaco che<br />

farà? Darà vita ad una Baraccopoli del Disagio? O concederà ai<br />

loro parenti <strong>di</strong> costruire nei propri terreni un volume tecnico ad uso<br />

“assistenza sociale”? Vedremo come andrà a finire, ma in un<br />

Comune dove chi vince un concorso come funzionario del Settore<br />

Bilancio viene poi retrocesso a <strong>di</strong>rigere l’Anagrafe, dove chi<br />

percepisce lauti incentivi per <strong>di</strong>rigere altri settori viene autorizzato a<br />

non marcare il cartellino e dove succedono altre cose strane, ci<br />

possiamo aspettare <strong>di</strong> tutto. Perciò, ci permettiamo <strong>di</strong> suggerire ai<br />

nostri concitta<strong>di</strong>ni colpiti da <strong>emergenza</strong> <strong>abitativa</strong> (che, peraltro,<br />

hanno tutta la nostra simpatia) <strong>di</strong> fare velocemente richiesta anche<br />

<strong>di</strong> una bella piscina… Hai visto mai?

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