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Agosto 2010

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CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 2Personaggidi Carlo Arli*Ha saputo creare un’opera di alto significato moralePadre Domenico AcquaroHo sempre considerato la permanenza in questo territorio la più bella e proficua della mia vitasegue da pag. 1Mario Febi, P. D. Acquaro e Carlo Arlifini e poi sviluppato, ampliato e direi resoanche “famoso” da Padre Acquaro, che, inquel contesto, giovane frate appena laureato,si caricò di un fardello molto pesante,che accettò quasi come una sfida.Doveva proseguire nella ristrutturazione, ampliamentoe rifacimento di una vecchia strutturarurale già di proprietà dell’Opera NazionaleCombattenti, sita nella località “ColoniaElena” del Comune di San Felice Circeo inprovincia di Latina a poche centinaia di metridal mare Tirreno, dove, dal 15 novembre1950, vivevano una decina di minori compresii primi quattro fondatori che Padre Serafiniaveva prelevato dall’Istituto CelestinoZini retto dalle Suore Calasanziane a Montemarioin Roma e che rispondevano ai nomidi: Mario Febbi, Ettore Pettirossi, AmerigoPandolfi e Carlo Arli, il sottoscritto.Con questi ragazzi Padre Acquaro ha sempremantenuto un rapporto di particolare affetto.Sotto la sua direzione, il Villaggio si è ampliatoe sviluppato divenendo ben presto un centrodi formazione professionale apprezzato estimato oltre i confini della provincia. L’intraprendenzae la fiducia nella Provvidenza permiseroa Padre Domenico di far fronte a tuttigli ostacoli, che si presentavano, facendo sìche giovani con disagi familiari divenissero poiuomini in grado di affrontare a testa alta la vitae la società. Molti, grazie alle sue capacitàeducative e “manageriali” hanno raggiuntomete ambiziose, facendo onore a quell’ambientesorto tra le macerie.Non si risparmiava. Quando non era impegnatoa Roma o in altri luoghi alla ricerca di soluzioniatte a far sempre meglio funzionare l’Istituzione,era al fianco di noi ragazzi a maneggiarela zappa, la pala, il piccone per realizzareaiuole e orto, a cucinare quei frugali pastiche i tempi permettevano, a base di erbedi campagna e sardine, che compravamo almercato di Terracina.Nel tempo gli ospiti sono diventati oltre cento.Ero particolarmente affezionato a Padre Acquaro,che era stato nominato mio “tutore”.Sono stato al Villaggio della Mercede dal 1950al 1957 anno in cui il 15 marzo fui arruolato nell’Armadei Carabinieri.Padre Domenico mi seguiva in ogni trasferimentoe mi spronava sempre a migliorare. Nonl’ho deluso perché ho trascorso nell’Arma benquarantadue anni, facendo anche una buonacarriera, di cui lui era molto soddisfatto e nonperdeva occasione di parlarne, citandomi adesempio dei buoni risultati raccolti nell’operasvolta al Villaggio della Mercede.E’ venuto a trovarmi quando da Capitano eroal Comando della Compagnia di Gardone ValTrompia (BS).L’ho rivisto a Roma in occasione del suo 50°di Sacerdozio unitamente al confratello PadreAntonio Rubino, una cerimonia bellissima edemozionante. Venivano festeggiati due pilastridell’Ordine Mercedario. Ci siamo sentiti tantevolte al telefono e per ultimo per gli auguri dellaSanta Pasqua nell’aprile di quest’anno.I suoi meriti di convinto Mercedario si leggononella sua vita attiva e impegnata. Lasciatoil Villaggio della Mercede che nel tempo avevaavuto la presenza di Padre Luigi Belfiori, PadreVelIa, Padre Catalucci, Padre SalvatorePolo e tanti altri, fu nominato “Maestro Generale”,carica che ricoprì per ben dodici anni.Ci sarebbe tanto da scrivere su questo amatodiscepolo di San Pietro Nolasco.Mancherà tanto a tutti noi “ragazzi”di un tempo,mancherà all’Ordine Mercedario, mancherà,ne sono certo, anche ai sanfeliciani.Lo ricordano...Certamente qualcuno lo ricorderà ancora perchélui è rimasto molto affezionato a quel paesedov’è il Villaggio della Mercede e lo dimostranello scritto pubblicato sul bimestrale“Centro Storico” sul n. 21 del Novembre-Dicembre2006.Così scriveva: “La mia permanenza in questopaese non è stata lunga: solo otto anni, mamolto intensi; li ho sempre considerati i più bellie proficui della mia vita”. E continuava terminandocon frasi toccanti: “Non sono comunqueindifferente verso questo paese dalquale ho avuto molto e col quale ho contrattoun debito non giuridico ma morale, quindipiù obbligante. Lo posso pagare solo con lariconoscenza. Posso quindi solo riconoscereil mio debito, ma estinguerlo: No!”.Lo ricorderemo nelle nostre preghiere e gli parleremorivedendo le numerose foto ricordo deltempo passato.Grazie Padre Acquaro, grazie al Signore peraverti messo sulla nostra, sulla mia strada, diaverti potuto conoscere e di aver percorso assiemea te i primi passi della nostra vita, dellamia vita. Hai preso il volo come il “QUATRI-MOTORE” del quale tu con altri tre confratellifacevi parte e hai raggiunto la meta dei Giusti.Riposa in pace. Ti ricorderemo con profondoaffetto. ■*Maggiore dei CarabinieriFigura di spicco dell’ordine, sia per la preparazione, sia per i ruoli ricoperti e le attivitàintraprese come Maestro Generale, Provinciale della Provincia romana o comeDirettore della Mercede in San Felice Circeo. È proprio a quest’ultima sede eall’opera svoltavi a favore dei figli dei carcerati (per la scuola e per l’accoglienza)che il suo nome è particolarmente legato, soprattutto tra chi lo ha conosciuto direttamenteo indirettamente, come la sottoscritta, per anni prima docente e poi DirigenteScolastico dell’Istituto comprensivo L. Da Vinci di San Felice Circeo. ConPadre Acquaro non ho avuto contatti diretti, ma di richiamo, di riporto, comunquesempre di riferimento come figura di valore, impegnata nel rispetto e nel perseguimentodelle finalità dell’ordine.Lo spirito, il ricordo di Padre Acquaro potrebbe tornare ad aleggiare tra le mura enegli spazi del Villaggio della Mercede e allora, ciò che egli aveva avviato riprenderebbela giusta dimensione e il cerchio si chiuderebbe con “il ritorno a casa” di PadreDomenico Acquaro. Perché lui da lassù ci assistaGiuseppina SimeoneHo avuto modo di conoscere Padre Acquaro, con il quale avevo parlato a lungo diun progetto di valenza sociale, che aveva condiviso e caldeggiato.Ne ricorderò le indubbie doti culturali e umane oltre alla figura distinta e signorile.Alessandro CrestiI tanti ricordi che porto nel cuore sono troppo privati per essere raccontati su questogiornale. L’incontro che abbiamo avuto due anni fa a Cagliari mi ha convintosempre di più, qualora ce ne fosse stato bisogno, del Tuo grande amore per SanFelice Circeo e il Tuo dispiacere per la trasformazione del Villaggio della Mercedein albergo. Mi chiedesti cosa ne pensavo del Villaggio - casa di riposo per anziani…L’idea Ti piaceva molto… e avevi pensato di terminare la Tua vita nella strutturache avevi realizzato e nel luogo dove avevi iniziato il Tuo ministero. E invece latelefonata del primo maggio in cui mi raccontavi della Tua salute….. Cercai di bofonchiarequalcosa per sdrammatizzare… ma Tu mi ringraziasti per la bugia pietosache Ti stavo raccontando. Eri perfettamente conscio della gravità della situazione…e Ti affidavi nelle mani della Madre Celeste di Bonaria in attesa dell’incontrocon Dio. Grazie Padre Acquaro per la tanta serenità che ci hai donato. Ciao PadreAcquaro, Chi Ti ha conosciuto non potrà mai dimenticarti.Eugenio Saputo


di Maurizio PaoliniL’acqua è un bene vitale e non va sprecatasegue da pag. 1sarebbe difficile immaginarlo, ma le abitazionidel paese, fino a qualche decennio fa,non erano provviste di acqua e servizi igienici.I canteri, una sorta di contenitori metallicidove venivano espletati i bisogni fisiologici,si svuotavano a Ciaquea, zona oggidestinata a uno scopo più nobile, infatti,vi sono poi state edificate le scuole del CentroStorico. Il bucato si lavava a mano, pressofonti lontane dal centro abitato, la Vagnara,la Mola e Fontana Copella, con lunghecamminate e le bacinelle di metallo sullatesta. La via del ritorno era faticosa, in salita,e la biancheria intrisa d’acqua notevolmenteaumentata di peso. Insomma, non sitrattava di una passeggiata di piacere.Per le necessità domestiche si riempivanoconconi e cannate nella piazza principale,dove c’era una splendida fontana, visibilesolo in qualche vecchia fotografia. Le donnesi mettevano in fila sin dalle prime lucidell’alba. C’è ancora chi ha memoria di furioseaccapigliate per mantenere il proprioturno. Verso la fine degli anni ’30 la fontanaè stata tolta, non si sa dove sia finita, eper lo stesso scopo sono rimaste due piccolefontane, al Convento e Piazza Dante,attualmente ancora in uso.“Esclamazione di un simpatico personaggio quando non piovevaAcqua Madonna!per le necessità domestiche si riempivanoconconi e cannate nellapiazza principale, dove c’era unasplendida fontana“Durante i lavori di ripavimentazione, in passateoccasioni su questo giornale già ampiamenteapprezzati, è stata collocata unanuova fontana. Forse si sono voluti testimoniareproprio i tempi in cui San Felicenon era fornito di un acquedotto, realizzatosoltanto poco prima del boom economico.Certo lo stile non è stato accolto conparticolare entusiasmo, tanto da far sbizzarrirela fantasia popolare nell’attribuire nomignolialla nuova fontana: si va dal “meteorite”ad altri epiteti che per decenza èbene solo immaginare e non pronunciare.Tuttavia, non è questo il punto: discussionidi carattere estetico vale la pena lasciarle apersone più competenti, critici d’arte, conlinguaggio forbito, potrebbero magari divertirsie scrivere un trattato, non privo diqualche riferimento psicanalitico, sull’enormemasso da cui sbocciano, come d’incanto,generose anfore.Ciò che invece merita una decisa disapprovazioneè il costante spreco d’acqua. Lanuova fontana non ha un sistema di riciclaggiofunzionante, pur essendo dotata diuna pompa a tale scopo allestita.Il risultato è, in ogni stagione dell’anno, di giornoe di notte, il costante sperpero di risorseidriche. La questione è stata sollevata, attraversola stampa locale, dal Consigliere Comunaledi minoranza Giuseppe Bianchi, di cui,in ogni stagione dell’anno, di giornoe di notte, si può costatare un“costante sperpero di acquaconsiderate le citazioni, potrei proclamarmisponsor ufficiale. L’Amministrazione Comunalesi giustifica e rende noto che l’attivazionedella pompa di riciclo determinerebbe un aumentodella produzione di alghe e mucillaginie per evitare che la fontana si trasformi in unaspecie di stagno verde e maleodorante, sarebbenecessaria una pulizia molto frequente.Viene da chiedersi: come si comportano tuttiquei comuni che esercitano una gestione oculatadell’acqua? Quale formula, quale stranaalchimia avranno mai inventato? Esisterannocasi analoghi dove attingere metodi e soluzioni?Intanto, mentre i rubinetti sono aperti,i cittadini, con i loro contributi, continuanoa rimpinguare le tasche di AcquaLatina,Società nota alle cronache nazionali perFontana Piazza Vittorio VenetoCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 3“Donne al lavatoioTerritorio - Circeo“l’acqua non è una risorsa inesauribilee si deve considerare unbene comune“aver vertiginosamente aumentato le bollettein cambio di servizi inefficienti. Fazzoneringrazia commosso.Una scoperta di questi giorni confermaquanto il problema sia culturale e non dovutoa impedimenti tecnici.In queste calde serate, passeggiando per levie del paese in cerca di un po’ di refrigerio,ho notato il ripristino di una vecchia fontana,proprio in prossimità del nuovo ascensoredel Palazzo Baronale. Anche in questocaso di un sistema di riciclo non sembra cisia traccia. Senza cadere nel facile catastrofismo,più in generale, dovremmo ormaiaver acquisito da tempo alcune consapevolezze,ma purtroppo le scelte amministrativedi chi ci governa testimoniano ilcontrario. Nel 1995 Ismail Sarageldin, inqualità di vicepresidente della Banca Mondiale,fece una previsione sulle guerre delfuturo: “se le guerre del Ventesimo secolosono state combattute per il petrolio, quelledel ventunesimo avranno come oggettodel contendere l’acqua”.Prime pagine di quotidiani, riviste e pubblicazioniaccademiche parlano di insufficienzaidrica in molti paesi, incluse molte aree dell’Occidente.A farci comprendere quanto l’acquanon sia una risorsa inesauribile e perchèsi debba considerare un bene comune, unimportante contributo ci proviene da VandanaShiva, direttrice della Research Foundationfor Science, Technologyand Natural ResourcePolicy. In un suo interessantissimo libricino,appunto intitolato “Le guerre dell’acqua”,ci spiega come oggi ci si trovi di frontea una crisi planetaria dell’acqua,che minaccia di aggravarsi neiprossimi decenni.Il peggioramento della crisi sarebbeaccompagnato da nuoveiniziative per ridefinire i diritti sull’acqua.Inoltre, ci ricorda chel’acqua, più di ogni altra risorsa,deve rimanere un bene pubblicoe necessita di una gestione comune.Tali concetti sono riportatianche in alcuni testi antichi, tracui le “Institutiones” di Giustiniano:“per legge di natura questielementi sono comuni a tutta l’umanità:l’aria, l’acqua dolce, ilmare e quindi le sponde del mare”.Quanto bisognerebbe apprenderedalla storia! Accontentiamoci,per il momento, di circaun milione e mezzo di firme raccolteper promuovere il referendumcontro la privatizzazione dell’acquavoluta dal governo Berlusconi.■


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 4Territorio - SabaudiaL’interessante articolo di Valeria DiMarco sul n°42 del Centro Storico fariferimento a un’importante svolta(“primi anni ‘70”) nella pianificazione del territoriodi Sabaudia che presenta delle analogiecon l’attuale condizione di contrapposizionetra Amministrazione comunale eParco Nazionale del Circeo in ordine all’elaborazionedel Piano del Parco.“di Nello IalongoPianificazione a SabaudiaSviluppo e tutelaIl P.R.G. adottato nel 1972 può essere considerato un vero modello di sviluppo compatibile del territoriola critica più forte riguardava laprevisione nel P.R.G. (primi anni’70) di assoluta inedificabilità dellecoste del mare, dei laghi e la larghezzadelle fasce di tutela di questiultimi“A quei tempi oggetto di forti polemiche econtestazioni fu l’Amministrazione comunalenella fase di presentazione del PianoRegolatore Generale, redatto da Piccinato,Montuori e Traviano. La critica più forte riguardavala previsione nel P.R.G. di assolutainedificabilità delle coste del mare (le dunecostiere) e dei laghi, e la larghezza dellefasce di tutela di questi ultimi. Ci furono raccoltedi firme contro lo strumento urbanisticogenerale e addirittura una partecipatae rumorosa manifestazione in piazza del comunecon camion, ruspe, escavatorie altri mezzi di cantiere. Lamotivazione dello scontro era lapreoccupazione di molti che unP.R.G. di tal fatta avrebbe impeditoper sempre lo sviluppo turisticodi Sabaudia. Allora, anchetra i cittadini in sicura buona fede,si faceva principale riferimentoal modello delle coste romagnole(Rimini, Cesenatico,Milano marittima ecc.), le cuispiagge da maggio a ottobrepullulavano di turisti italiani e soprattuttostranieri.L’amministrazione comunale andòavanti con fermezza e decisione,non mancando tuttavia disvolgere in varie sedi opera diconvinzione basata soprattuttosu una proposta allora molto coraggiosa (inquanto giudicata del tutto velleitaria), quelladi puntare a un turismo di più elevataqualità, mediante un uso compatibile deiluoghi (spiagge e dune) frequentati da turistie cittadini, e la valorizzazione attenta ecorretta dell’inestimabile patrimonio di beniambientali, paesaggistici, archeologici, estorico-architettonici, evitando nel contempoche questo immenso capitale fosse depauperatoe svilito da scelte sbagliate e irreversibili.Le compensazioni allo sviluppo,ora non più riproponibili (edificazione privata),erano indicate nel P.R.G. di Piccinato inaree molto distanti dal mare e dai laghi.Il 17 gennaio 1972 il P.R.G. fu adottato edè stato il primo vero modello di sviluppo nel“a distanza di quasi quarant’anni ilcomune sta raschiando il fondodel barile, cioè l’attuale P.R.G., utilizzandoil residuo volume edificabile perle sole seconde case, senza provvedereall’adeguamento dei servizi“territorio, la cui attuazione in pochi anni hafatto diventare Sabaudia, allora semisconosciuta,una delle località balneari più prestigiosein Italia (pur con alcune storturecausate dalla irrefrenabile corsa alla casaper le vacanze, assolutamente imprevistanei primi anni settanta), avendo sostanzialmentemantenuto integro il “capitale fissoiniziale”.Ora a distanza di quasi quarant’anni il comunesta raschiando il fondo del barile, cioèl’attuale P.R.G., utilizzando il residuo volumeedificabile per le sole seconde case,senza provvedere all’adeguamentodeiservizi (fognature,acquedotti, ecc.), rischiandouna perditacrescente dellaqualità della vita euna dequalificazionedella città, sempreAutolinea a Piazza OberdanChiesa SS. Annunziata“più caratterizzata da preoccupanti fenomenidi un turismo di massa.La svolta e un salto di qualità possono essereassicurati dal Piano del Parco, ma il criteriodi base non può che essere (ovviamentein forme ancora più adeguate) sostanzialmentequello di allora: nel perimetrodell’area protetta devono prevalere le misuredi tutela, gli interventi di recupero naturalistico,di riqualificazione degli insediamentiesistenti e di risanamento idrobiologico(il lago e la rete idrografica), di valorizzazionedel paesaggio rurale (creando nuoveopportunità per gli agricoltori e le aziendezootecniche). Le attività economiche, legittimamentein corso, possono esseremantenute ma devono possibilmente esseremigliorate nella qualità e, ove occorra, inun più adeguato inserimento ambientale epaesaggistico.Le iniziative di sviluppo, che al giorno d’oggidovranno essere certamente più rispondentialle forme moderne di turismo e allepiù autentiche vocazioni del territorio, possonotrovar posto (come prevalentementeavvenne allora) a monte del perimetro delParco; in presenza di un comprensorio,quello della “duna antica” (retrostante i laghicostieri) che ha potenzialità e valori ambientalie paesaggistici di grande validità inogni dove. Ovviamente si tratterà di attivitàdi preminente, o esclusivo, interesse pubblico(forme sostenibili di ricettività, servizial turismo, sistema integrato di parcheggi,ecc…).E’ atteso per questa estate il preliminare diPiano del Parco (in corso di redazione daparte dell’equipe dell’Università di Latina,guidata dall’ing. Alberto Budoni)in cui saranno contenutele sintesi degli studi di base,i risultati delle consultazionicon le categorie, associazionie cittadini interessati,e saranno illustrate le lineedi pianificazione del territoriocon le proposte di tutela e disviluppo. Sul preliminare dipiano sarà avviata una nuovafase di consultazione, percui vi sarà una concreta e realepossibilità, da parte di associazioniproduttive e culturali, di cittadinisingoli o in gruppi, diesprimere idee e obiettivi, chepotranno diventare elementi realidella pianificazione in atto, oveprevalentemente mirati a imprimereun vero e duraturo impulsoeconomico al territorio senzaalterare, come si fa nelle aziendepiù oculate, “il patrimonio fissoiniziale”.Si devono però accantonare allarmismiartatamente diffusi ediffidenze, che producono soltantosterili polemiche e dannoseremore in ordine all’elaborazionedel P.d.P.. Va sottolineato ancora unavolta quanto ha già detto il Presidente del-la svolta e un salto di qualità possonoessere assicurati dal Piano“del Parcol’Ente Parco Gaetano Benedetto: dettostrumento di pianificazione è indispensabileper rendere attuabili destinazioni di sviluppo,in zone a maggiore vocazione turistica,all’interno e all’esterno del Parco (areecontigue), che altrimenti resterebbero in unlibro dei sogni chiuso a chiave nel cassettoblindato dei vincoli esistenti. ■


di Alessandro PettiIeri e oggiDalla Loggia “P2” al Comitato “P3”CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 5“Autobiografia di una Nazione”Politicasegue da pag. 1lista dell’Argentina degli anni ‘50 e poi ‘70 – sitrova ancora più chiaramente scritto: “ Dissolverela Rai-tv in nome della libertà di antenna,impiantare tv via cavo a catena in modo dacontrollare la pubblica opinione media nel vivodel paese”. E, quanto ai tempi e alla possibilitàdi realizzo di quel piano: “Qualora le circostanzepermettessero di contare sull’ascesadi un uomo politico (o di una equipe) già inl’uomo politico tanto atteso è SilvioBerlusconi, affiliato alla Loggia“P2““l’“uomo del fare” che amministrail paese col più alto debito pubblicod’Europa ed è tra quelli chemeno investono nell’istruzione e nellaricerca“sintonia con lo spirito del club e con le sue ideedi “ripresa democratica” è chiaro che i tempidei procedimenti riceverebbero una forte accelerazione”.Viene la pelle d’oca. Quell’accelerazione nefastasi è, infatti, verificata e chi ha condiviso quelprogetto è oggi alla guida del paese. Quell’uomopolitico tanto atteso è Silvio Berlusconi,affiliato alla Loggia P2, e nessuno delle centinaiadi affiliati alla sua corte - o equipe comela definisce Gelli - si è mai pentito (vedi tra itanti Fabrizio Cicchitto, attuale Presidente delgruppo PDL alla Camera dei Deputati. Unicaeccezione: Maurizio Costanzo).“Berlusconi è un uomo al di fuori del comune– sottolinea nell’intervista Gelli -. Ricordo beneche già allora, ai tempi dei nostri primi incontri,aveva questa caratteristica: sapeva realizzarei suoi progetti. Un uomo del fare. Diquesto c’è bisogno in Italia: non di parole, diazioni”.Tanto “uomo del fare” da aver realizzato in tremandati di governo – e nell’ultimo con unatrionfale maggioranza, di cui parlerò tra breve– un abuso dello Stato e del Parlamento, perportare avanti interessi personali, che non hapari nelle democrazie del mondo. Un “uomodel fare” che amministra il paese col più altodebito pubblico d’Europa ed è tra quelli chemeno investono nell’istruzione e nella ricerca,costringendo i suoi giovani e i suoi talenti aespatriare. Un primo cittadino che, facendo tesorodegli insegnamenti appunto di Gelli, controllal’80% dei media televisivi nazionali: un indicenon certo né di modernità, né di democrazia,ma di arretratezza.Che “imprenditore” può essere mai e comepuò parlare di mercato e competitività un “uomodel fare” la cui Azienda, pagando solo 30milioni di euro di diritti per le concessioni tv, beneficiadi utili per 4 miliardi di euro?Ma si illude – scrive Curzio Maltese in “La bolla.La pericolosa fine del sogno berlusconiano”,Feltrinelli – chi pensa che tutto si risolveràcon la fine di Berlusconi, magari acceleratadagli scandali e perfino dallo sfrontato, esperiamo non impunito, aggiornamento dellaP2 in una più “moderna” P3, cioè in un nuovoComitato segreto d’affari, vietato dalla Costituzioneitaliana.Come chi si illudeva che bastasse mandare ingalera o ad Hammamet qualche leader corrottoper sanare la nostra Repubblica.L’egemonia berlusconiana – scrive ancoraMaltese – ha agito in questi anni profondamentenella società, svuotando a poco a pocole istituzioni democratiche e attaccando sistematicamentegli organi di garanzia prepostialla compensazione dei poteri e alla vitastessa dello stato di diritto, dei diritti cioè di tuttinoi cittadini. Ha snervato il parlamento, lamagistratura, l’informazione e la scuola. “Unvero collasso culturale”, lo definisce acutamenteMaltese.L’egemonia berlusconiana ha significato iltrionfo del populismo, che è base di ogni fascismo,e il populismo abolisce la complessità,vive di certezze, di controllo dell’informazione.“E’ una sequela infinita di pogrom control’ebreo di turno: … gli immigrati, i magistrati,i giornalisti disfattisti, gli insegnanti, i ‘fannulloni’,i cattolici dissidenti e così via… ed è questoche colpisce all’estero: non tanto le vicendedi Berlusconi, quanto la regressione dell’Italiaintera in una visione premoderna”.Ma, oltre alla debolezza delle nostre istituzioni,che hanno consentito che ciò avvenisse,sono gli italiani, i veri protagonisti di ciò che èaccaduto e ci sta ancora accadendo. Se, infatti,per far carriera in qualunque campo lastrada principale mostrata non è quella delmerito e delle competenze ma quella della corruzione,non c’è da stupirsi allora se gli italianieleggono alla guida del loro paese il maestrodi questa “arte”.Il berlusconismo cioè siamo noi, riprendendoil celebre paradigma di Piero Gobetti, secondoil quale il fascismo era l’“autobiografia diuna nazione”. Una nazione che non riesce aliberarsi da patologie, inclinazioni, comportamentiche partono da lontano e verso i qualidimostra di non trovare più anticorpi, come sostenevaSylos Labini. Un certo modo di essereitaliani che attraversa costantemente la storiadel nostro paese. E chiama in causa anchel’incapacità delle opposizioni di costruire e promuoveremodelli alternativi e una vera e propria“resistenza” culturale.Ieri e oggi. Ieri, il Piano di Rinascita di Gelli, oggi,la nuova P2 (la P3) guidata da “Cesare” –nome ancora in codice del suo capo – e dallasua equipe, parte della quale dimissionariadal governo o finita in galera.Cominciò in un clima argentino circa quarant’annifa. Mi auguro che non finisca con un disastroargentino. Come quello, ad esempio, checi ha mostrato Nanni Moretti nel finale del suobellissimo film “Il Caimano”. ■SOMMARIOEditorialeIl ballettodi una transenna 1Personaggi Padre Domenico Acquaro 2Territorio Acqua Madonna! 3Territorio Sviluppo e tutela 4Politica “Autobiografiadi una Nazione” 5Lettere Lettere al Direttore 6Territorio Dalla partecipazioneall’indifferenza…? 7Il fattoTerritorioCronacaProgetto restylingdella Piazza 8“nësiè… ma bëvetësta cosa…” 9Auguri e fìgli maschi!Cartoline dal Circeo10-11Creare un“Parco dello Sport” 12L’Amministrazionecomunale contro il Parco 13Parco Il Piano del Parco rappresenta… 14PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO 15-18Cultura Elogio del darwinismo 19Cronaca “Sabaudia città aperta” 20L’attivismo cittadinoa Sabaudia 21Cultura La Maga Circe?… 22Aleardo Aleardipoeta dell’800 23Cultura La Duna del cinemaIn giarDino 24Cronaca Dialogo sul futuroPersonaggio 25Libri Canali pieni di storie 26SportCorsi di vela, canottaggioe canoa per i giovani 27Una tradizione lungapiù di 40 anni 28Nuova Circe e “Il Capriccio” 29Personaggi/ Lippe e la chiaveOroscopo imprendibile 30Tempo libero Cucina – Cinema –Ora legale – Poesia 31


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 6Letteresegue dalla primaEditorialedi ALESSANDRO CRESTIIl baletto di una transennato e parcheggiare; le multe fioccheranno!”Mi aspetterei, invece, dal funzionario con questoruolo un’azione d’intermediazione, nonchédi proposizione, tra le problematiche della realtàche viviamo e gli Amministratori che la devonogestire, piuttosto che una fredda applicazionedi regole che quelle problematichesemmai le aggravano.Parcheggio fuori e mi reco al Comando dei vigiliche trovo però chiuso. Medito sulla situazioneche ha più di un elemento d’incongruenzae al tempo stesso di comicità.L’ordinanza sindacale n. 3 del 16 gennaio del2009, cui si fa riferimento, emessa per una situazionecontingente (lavori in Corso VittorioEmanuele) che doveva esaurirsi nella primaveradello stesso anno, è invece ancora in vigoree la si vuole far rispettare. Quali sono oggi i lavoriin corso Vittorio Emanuele che, al contrario,viene rinnovato nell’arredo urbano, rimanendoimmutato? Non si hanno altre idee perrisolvere il problema delle macchine al Centrostorico, se non rifarsi a un’ordinanza, oggi immotivatae già disattesa dal momento dellachiusura del cantiere, chiusura non ufficiale comesi vuole evidenziare?La carenza di parcheggi fuori del Paese, problemaalmeno trentennale, che continua a essereignorato.La farsa di abbonamenti per parcheggi a pagamentoche non ci sono.Uno sbandierato rigore nell’osservanza delle disposizioniche urta con una realtà diversa: in Paeseentra chi vuole, parcheggia chi vuole … insommaognuno fa come gli pare a fronte di regoleincerte anche per chi le deve fare osservare.E poi l’ordinanza di cui trattasi è del gennaio2009 e da allora a oggi si è entrati e usciti liberamente,potendo anche parcheggiare tranneche nei giorni festivi, che prevedono processioni,bancarelle e spettacoli. Ma questo è sempreMarco VuchichQui lo dico e qui lo negoaccaduto. Metà luglio, cambiano le regole.Esce l’ordinanza sindacale n. 29 con oggetto“Limitazioni di transito e sosta nel Centro Storico,che annulla quanto caparbiamente applicatoper i primi quindici giorni dello stesso mese!Però con alcuni limiti, che si commentanoda soli e che hanno già scatenato veementi reazionida quanti ne hanno evidenziato incongruenzee illegalità.Penso e ripenso a tutto questo e alle altre tantestranezze di questo Paese, mentre sorseggioun aperitivo fresco seduto su una comodapoltrona che riapro tutte le estati sul balconcinodella mia “casa piccola”, come la chiamamio nipote. In queste condizioni spesso mi capitadi godere di veri e propri momenti di felicitàe benessere per la visione di uno scorciodi mare azzurro percorso da piccole e grandiimbarcazioni, per i fiori colorati nei vasi, per ilsuono delle campane, per i tanti ricordi legati aquesta casa, per gli odori di buone pietanzeprovenienti anche dalle abitazioni vicine, per ilpassaggio e lo scambio di saluti con conoscentie amici, per il sapore e il profumo del sigarocubano che ogni tanto accendo. Mi sentoin paradiso! Ma non devo guardare troppointorno o anche solo di fronte (una casa “sgarrupata”fa brutta mostra di sé da tantissimi annie sotto di lei un gigantesco cartello con scritterosse avverte i passanti che quel palazzoprobabilmente è pericolante)!La bellezza di San Felice Circeo insomma m’illudeancora e m’isola a tratti dai cocci che mi circondano,dalle tante pochezze umane e soprattuttodai soprusi sociali dilaganti e dominantiper colpa di Amministratori troppo presi dalle lorofaccende personali e dalla cura dei propri interessi.Purtroppo viviamo nella mediocrità chedilaga in tutti i settori. Dobbiamo smetterla disperare nei colpi di fortuna, negli eventi favorevolie improvvisi. Bisogna riconoscere i nostri limitie “… la percezione della decadenza, piuttostoche eccitare gli animi e offendere la suscettibilità,dovrebbe spingere a prenderne atto,e rimboccarsi umilmente le maniche” (M. Serra.)La Zampana 1Mentre leggevo l’urtimo volumede la Storia d’Italia, una Zampanasonava la trombetta intorno ar lume.Io, sur principio, nun ce feci caso:ma quanno m’è venuta sotto ar musope’ pizzicamme er naso,ho preso er libbre e, paffete, l’ho chiuso.Poi l’ho riaperto subbito, e in coscenzam’è dispiaciuto de vedella sfrantaa paggina novanta,fra le campagne de l’Indipendenza.M’è dispiaciuto tanto che sur bordoder fojo indove s’era appiccicataciò scritto ‘st’epitaffio pe’ ricordo:« Qui giace una Zanzarache morì senza gloria,ma suonò la fanfaraper restar nella Storia. »In Italia, a un dipresso,se pô diventà celebri lo stesso.(Trilussa)1 ZanzaraSABAUDIAUNA CITTÀ IN DECLINOCaro Direttore,cosa non succede a Sabaudia? Se di giornoc’è una lotta impari contro il mare sporcoe mucillagginoso, la sera si spera di recuperareandando a vedere uno spettacolo,ma la delusione è forte.Perché tutti gli “eventi” (nulla a che fare coneventidieci ?) sono stati rinviati e addiritturadomenica sera 11 luglio la mitica Piazza delComune era al buio causa rottura della retedell’illuminazione stradale?Ma c’è anche la risorsa del Cinema che haconosciuto tempi migliori, oggi trasformatoin una squallida multisala priva di manutenzionee con vistosi problemi di sicurezza.L’unica cosa che regge, nonostante gli attacchia suon di ordinanze che l’hanno spostato piùvolte, è il mercato settimanale che offre un momentodi svago a turisti e cittadini, ma i cui problemiigienici destano preoccupazione.(Lettera firmata)SABAUDIAIL COMUNE FA CASSACaro Direttore,qualche giorno fa sono stato multato per eccessodi velocità nel tratto della Litoraneaantistante il comprensorio “Le quattro stagioni”.Avevo le mie ragioni per “correre” apoco più di settanta chilometri all’ora, ma hoinfranto il Codice ed giusto che paghi. Devodire, però, che per il comune di Sabaudiaquella postazione di autovelox non è un belbiglietto da visita perchè si ha proprio la nettasensazione che la pattuglia dei vigili si posizionistrategicamente in quel luogo nontanto perché sia particolarmente pericoloso,ma perché in quel posto ci si può nasconderemeglio. Infatti, le auto multate sonosempre quelle che provengono da San Felicein quanto se l’autovelox venisse posizionatosull’altro lato della carreggiata sarebbeben visibile e non otterrebbe il suo scopo chenon è quello di indurre gli automobilisti a rallentare,ma bensì quello di “fare cassa” a favoredi una amministrazione che dovrebbefare ben altro per i suoi cittadini e per chi,non si capisce perché, continua a scegliereancora Sabaudia per le proprie vacanze(Lettera firmata)CIRCEOSEMAFORI INESISTENTICaro Direttore,ancora un’altra vittima della strada a via Molella,ancora una giovane vita stroncata da unincidente. E questa volta non c’entrano la velocitào la spericolatezza. Molto più semplicemente,accanto alla negligenza di un autista,ha fatto la sua parte uno di quegli incrociche, nonostante il segnale di stop eduna luce lampeggiante, se non lo conoscinon lo vedi. Di questi incroci, dalle nostreparti, ce ne sono troppi e certo non contribuisconoad una buona visuale le erbacceche le amministrazioni competenti lascianocrescere nelle vicinanze. Ma perchè, allora,non installare in maniera stabile un semaforo?O si deve pensare che un intervento delgenere non valga il prezzo di una vita?(Lettera firmata)


di Gabriele LanzuisiDa un eroico sacrificio del passato, alle omertà del presenteDa una riflessione, a una speranza di possibile cambiamentoSe ti si propone di scrivere un articoloe ti si lascia libertà assoluta di svilupparnei contenuti senza subire censure,nasce spontaneo l’obbligo di essere ilpiù chiaro possibile, nel rispetto proprio ditale fiducia. Dopo questa considerazione,mi risulta ancora più difficile trovare l’approcciogiusto. In un primo momento avevopensato di rivolgermi a un ipotetico concittadino,nel maldestro tentativo dicatturare la sua attenzione di lettoredistratto e indifferente ai problemi delpaese, iniziando in modo provocatorio:“Stupido, codardo, coglione …, credo sia meglio fermarci qui pernon rischiare volgarità eccessive eper non essere tacciati d’ingiurie amezzo stampa, ma c’è la necessità dicapire, per chi scrive, se chi legge siaveramente indifferente ai vari argomentisviluppati su questo bimestrale.Bisognerebbe comprendere sevale ancora la pena e soprattutto sesia giusto continuare a godere dellagratuita opportunità offertaci, di averein dono questa pubblicazione. Chila sostiene lo fa nel tentativo di fornireuno strumento utile alle comunitàdi San Felice e, perché no, anchedi Sabaudia, con identiche “sensibilità” sullosviluppo del proprio territorio. La piùgrande frustrazione per chi provi a comunicarequalcosa con la parola scritta, è avvertirel’inutilità o peggio l’indifferenza per“quanto si tenta di condividere ...”.E’ facile immaginare come nel prosieguodell’articolo avrei potuto dimostrare, con uninsieme di argomenti, la tesi di conformitàcon gli epiteti utilizzati, capaci di descriveresinteticamente le attuali caratteristichedelle nostre comunità, protese a sottoporrequesta zona del sud pontino a uno sfruttamentosenza limiti. Però, con questa pessimisticaimpostazione ho avvertito un grandedisagio, determinato dal fatto che non sipercepiva più una possibile via di uscita,una speranza di cambiamento. Rinunciandoa questo presuntuoso inizio ho preferitoindagare nella mia personale esperienza disanfeliciano, tentando di capire i motivi all’originedelle nostre indifferenze per ciò checi accade intorno. Ho un ricordo indelebiledi quando ero bambino: allo scoppiare di unincendio, la caserma dei Carabinieri attivavauna sirena per chiamare a raccolta tuttigli abitanti del paese che accorrevano, animatida tanta buona volontà e scarsi mezzi,per un primo intervento nell’attesa chearrivassero i Vigili del Fuoco.Il 23 luglio del 1967 accadde che uno deivolontari vi perse la vita, lasciando la giovanemoglie con una bimba di soli nove mesie un maschietto di poco più di tre anni (il“Centro Storico” lo ha ricordato a quarant’annidalla sua scomparsa: n.26 - settembre/ottobredel 2007).Questa generosa persona era Luigi Lanzuisi(mi onora essere suo nipote) e ricordo ancoral’amarezza della cittadinanza quandovi fu l’inutile tentativo di ottenere un possibilericonoscimento per la vedova. Vi bastipensare che per una piccola pensione di reversibilitàdel defunto marito, impiegato delloStato, dovette passare più di un decennio,durante il quale si sentì dire più volte:“ ... e chi aveva chiesto a suo marito di andarea spegnere l’incendio?”.Questa vicenda determinò che, nel tempo,l’allarme sonoro non fosse più dato, perchépiù nessun uomo del paese volle attivarsi.In seguito, chiunque non conosceva questatragedia vissuta dalla comunità di San Felice,non capiva l’apparente noncuranza deipaesani che, da quel giorno, osservavanoinermi gli alberi del promontorio che andavanoin cenere. Viva è ancora la mia mortificazionedi ragazzo quando, durante gli incendi,sentivo qualche villeggiante, soprattuttonella zona di Quarto Caldo, che inveivaall’indirizzo dei sanfeliciani che, con suppostosprezzante disamore per la loro terra,guardavano indifferenti ciò che accadeva.Tale elaborazione a distanza, di questodrammatico evento, è servita a far sì che io,oggi, non commettessi lo stesso errore diquei villeggianti di allora attribuendo ai mieiconcittadini l’indifferenza per la “propria cosapubblica”. Con questo doloroso esempionon ho inteso fornire un alibi alle nostreassenze di comunità civica, ma ho volutosolo suggerire un possibile percorso a ritrosonella nostra memoria, affinché ognunodi noi possa tentare, in una individualeriflessione, di rimuovere vecchie amarezze,delusioni, rancori e provi invece a scoprireCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 7Dalla partecipazione all’indifferenza…?la più grande frustrazione per chiprovi a comunicare qualcosa con laparola scritta, è avvertire l’inutilità“Litorale di San Felice Circeo - 22 giugno <strong>2010</strong> ore 11,30“allo scoppiare di un incendio, lacaserma dei Carabinieri attivavauna sirena“Territorio - Circeoscoprire in sé la voglia per unapartecipazione attenta al proprio“territorio“in sé la voglia per una partecipazione attentaal proprio territorio, anche se questosignificasse rinunciare a un piccolo tornacontopersonale. Ho letto da qualche parteuna cosa che potrebbe farci coglierepiù chiaramente l’altra faccia dellamedaglia del nostro disinteresseche, più o meno, recitava così: “Hosaputo che hanno tentato di bruciarela macchina del Maresciallo e nondissi niente, perché non sono un Carabiniere.Poi, ho visto scaricare deirifiuti per strada e non dissi niente,perché non è il vicino a casa mia. Ancora:ho visto pubblici accessi al marechiusi e non dissi niente, perchévado a mare da un’altra parte. Hoassistito in pieno giorno a una palameccanica che movimentava sabbiasul bagnasciuga fra i bagnanti e nondissi niente, perché non intendo inimicarmiil parente di un noto politicolocale. Ho affittato una casa a uncamorrista in attività e non dissiniente, perché ha pagato in contanti senzapretendere ricevuta. Ho visto giovani coppienell’impossibilità di mettere su famigliain assenza di una casa e non dissi niente,perché io ne ho costruite un paio dove hovoluto. Ho visto assumere in un posto pubblicoamici e parenti e non dissi niente, perchéavevano promesso un impiego anche aimiei familiari. Un bel giorno, però, i miei figlisono dovuti andare via da qui, perchéper loro non c’era più un possibile dignitosofuturo e non è rimasto nessuno a protestareper me …” Fine. ■EUGENIOSAPUTONOMINATOCAVALIEREDI GRAN CROCEAl dott. Eugenio Saputo, socio dell’Associazione“Il Centro Storico”, con decretodel Presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, del 2 giugno <strong>2010</strong>,è stata conferita l’onorificenza dell’Ordinedei Medici e degli Odontoiatri.Il riconoscimento al dott. Saputo è il fruttodel suo impegno professionale anchesociale sul territorio, che lo ha visto protagonistadi attività ed eventi importanti,quale il premio letterario “La Culturadel Mare”.Congratulazioni e auguri.


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 8Territorio - Sabaudiadi Michele MarangonSabaudia ha dimenticato i suoi momenti miglioriProgetto restyling della PiazzaUna Piazza conosciuta nelle facoltà di Architettura del mondoSabaudia, la città sospesa. Sospesa tra iltornare a essere, e il diventare ciò chenon è mai stata. Indecisa tra il conservarele sue architetture, i suoi spazi e le prospettiveche la rendono unica e forse invidiata,e l’abbracciare il futuro di città dal respirointernazionale, in grado di cullare la cultura esfruttare la splendida natura che la circonda.Ad oggi nulla di tutto questo appare predisposto,progettato, ideato.E quel poco che si produce, o non tiene contodelle regole, oppure viene fatto in spregioalla tradizione e all’estetica. Tutto soggettivo,si dirà, ma prendiamo il caso della piazza diSabaudia.Intorno al ventilato progetto di restyling si eracreato, nei giorni scorsi, un vero e proprio movimentocittadino e intellettuale che pare averriportato l’amministrazione a più miti consigli.Ma forse a smuovere più di tutto il cuore delSindaco ci ha pensato una interrogazione par-“intorno al ventilato progetto direstyling della Piazza si era creatoun vero e proprio movimento cittadinoe intellettuale““il Sindaco rassicura tutti sull’esitodi un progetto ancora in fase preliminare.A breve diventerà patrimoniodei cittadini per essere valutato“Piazza del Municipiola Piazza di Sabaudia è conosciutae studiata in tutte le facoltàdi Architettura del“mondolamentare bipartisan al ministro dei Beni culturaliSandro Bondi, al quale una trentina disenatori hanno chiesto se “ritenga opportunointervenire con urgenza attraverso appropriatiinterventi interdittivi, come reclamato da piùparti e in particolare dalle associazioni di tutelae di categoria nonché da insigni studiosi,al fine di garantire il rispetto della disciplina urbanistico- edilizia e paesistica e la salvaguardiadi un bene culturale particolarmentequalificato, che non merita certo di esseremodernizzato”. Dal canto suo il sindacoMaurizio Lucci, pur rassicurando tutti sull’esitodi un progetto ancora in fase preliminare eche a breve diventerà patrimonio di tutti peressere valutato (enti, istituzioni, associazioni eordini professionali), rimanda le critiche al mittente.“Tutti - dice Lucci - invocano il ripristinodel progetto originale ideato dai progettistidel centro storico di Sabaudia 76 anni fa.Si conoscono questi progetti originari? Perchéin quei fogli storici la piazza non è come oggila vediamo, ma vi sono stati immessi, neglianni, elementi aggiuntivi, quali, per esempio,l’asfalto, gli alberi che la delimitano e lepalme nelle aiuole, aiuole che non erano stateconcepite come tali dai progettisti, ma comesemplici spartitraffico lastricati di mattonelle.Ora, siamo tutti d’accordo che gli alberi sianonecessari, anche per rendere più fruibile lapiazza nei periodi di maggior caldo, ma, allaluce di tutto questo, qual è l’elemento del nuovoprogetto che causa tanto disturbo? Il rialzamentodella sede per offrire continuità coni marciapiedi? L’uniformità del mattonato - sichiede ancora il sindaco - con gli stessi marciapiedi?È preferibile l’asfalto? Mi permettodi fare una constatazione poco confortante:non molti anni fa è stato completamente abbattutoil mercato coperto, anch’esso facenteparte del progetto originario del centro storicodi Sabaudia, per realizzare l’odierna PiazzaS. Barbara! Non certo un gioiello di architetturasul solco della tradizione razionalista,come affermano i più illustri nomi del mondoscientifico-culturale. Allora non ci fu nessunasollevazione popolare, nessuna interrogazioneministeriale! Eppure moltissimi cittadini furonoscontenti di quanto realizzato”.Non ha usato mezzi termini Giorgio Muratore,uno dei principali oppositori del progetto,titolare della cattedra di Storia dell’arte e dell’architetturacontemporanea alla Sapienza diRoma, che se la prende con la scarsa sensibilitàdi progettisti e amministratori: “Fa addiritturaimpressione parlarne, questo non èneanche un progetto di restauro, è una porcheria.La fotografia di quella piazza sta in Cina,in Germania,negli Stati Uniti etutti gli studenti diarchitettura la conoscono.Farcimettere le mani dapersone poco attente- conclude -direi che è unaoperazione criminale”.“Questa piccolagrande rivoluzioneha portato a unarivisitazione delprogetto che pareaver convinto persinol’associazione‘Italia Nostra’,la prima ad armarela protesta. Male cronache Sabaudianeparlanoanche di una certaallergia alle regole:è il caso del sequestro del palco allestitosotto la torre municipale destinato a ospitareil calendario degli eventi estivi. Mancavanoalcune autorizzazioni, ed ecco fatto: èstato sequestrato ... Questo è solo un piccolissimoesempio del caos amministrativo, politico,ma verrebbe da dire “identitario”, chelentamente sta uccidendo la città che ha sostituitogli intellettuali con calciatori e le lorobelle mogliettine. E non resta che tuffarsi neiricordi, come quelli sciorinati da Dacia Marainiin una bella intervista pubblicata dal quotidiano‘La provincia’, che riporta ai tempi diuna città vivace, ma allo stesso tempo piùnormale di quella attuale.“Pasolini e Moravia li vedevi al bar Italia achiacchierare con gli amici, amici di Sabaudia,non solo romani. E poi si cercava sempre didialogare con l’amministrazione, di mettere incampo iniziative. Noi eravamo parte della città.E quel clima, quella vitalità intellettuale nonci sarebbe stata se Sabaudia fosse stata soloturismo. Per fortuna non lo era, perché eraanche agricoltura, per esempio, e c’erano tantealtre piccole realtà produttive che le conferivanoconcretezza. Era quello a dare agli artistila possibilità di creare”. E quando le sichiede di un ricordo legato a Sabaudia, emergel’eterna figura di Pasolini “Più che un ricordoè un sogno ricorrente - riportato anchene “La ragazza di via Maqueda” -”.Quando abitavo a Sabaudia la camera di PierPaolo si trovava proprio sopra il mio studio.Lui indossava sempre gli stivaletti da gauchoe lo sentivo ogni volta che muoveva il passocon quel suono inconfondibile dei suoi tacchi.Un troc troc rapido, su e giù per la stanza, conla sua andatura veloce e disinvolta. Ora è passatotanto tempo ma, lo giuro, tante volte miè capitato di risentire quei passi, nel sonno.Ma qui a Roma nessuno abita sopra il miostudio, c’è solo una terrazza condominiale cosìdeserta che ci vengono solo i gabbiani”. ■UN MAESTRO DEL COLOREA SAN FELICE CIRCEODal 27 agosto al 2 settembre, presso la “Portadel Parco” in piazza Lanzuisi di San Felice Circeo,esporrà i suoi lavori il pittore Mario Armocidaassiduo frequentatore del nostro paese.La mostra è un assaggio della foltissima produzionedi questo maestro del colore e delle forme che ipnotizzalo spettatore con le sue tele poliformiche in un’armonia cromaticae segnica davvero emozionante.Trovandosi di fronte a opere non ingabbiate da leggi di prospettivacentrale si mette a nudo l’interiorità dell’artista che non si accontentadi rappresentare ciò che vede, ma ciò che lui conoscedel soggetto che rappresenta.Mario Armocida si esprime mediante linee e campi rapidi perchéla voglia di comunicare il nuovo e il bello con una propria scritturaè urgente e improrogabile, elaborando lavori freschi e immediatiche sono, liberi da aspirazioni avanguardistiche, a proprio agio conle contraddizioni della realtà di oggi. (sito web: www.marioarmocida.it)


All’inizio dello sviluppo turistico del Circeo,siamo intorno ai primi anni sessanta,gran parte della popolazionesanfeliciana avvertì la grande opportunitàeconomica che offriva il turismo. Senzanessuna esperienza, né preparazione, moltis’improvvisarono operatori turistici per risponderea una domanda sempre più pressanteed esigente.Sono tanti gli aneddoti curiosi legati a quelperiodo epico, dove è iniziata la trasformazionedi un’economia plurisecolare, essenzialmentecontadina e artigiana, in una economiacentrata sul turismo. Tra questi c’èuno diventato ormai mitico ed emblematicodell’improvvisazione e mancanza diesperienza che caratterizzava l’offerta turisticadi allora.In uno dei primi bar aperti fuori dal centrostorico, durante la pausa del primo pomeriggio,il titolare, per non chiudere il locale,“nei primi anni sessanta ha iniziola domanda turistica a San FeliceCirceo“di Fausto Luigi LanzuisiL’economia sanfeliciana da contadina a turistica“molti aneddoti rappresentano l’inesperienzae l’impreparazionedei primi improvvisati operatori turistici“si fece sostituire al bancone dall’anzianamadre, che fino allora aveva fatto la contadina.Un avventore accaldato e soprattuttoassetato, entrato nel bar, chiese all’anzianasignora una famosa bevanda analcolicaamericana. La “barista” improvvisata, ignaracompletamente della bevanda richiesta,prese, dal frigorifero sotto il bancone, la primabottiglietta che le capitava tra le mani.Il cliente, stupefatto protestò perché le erastata servita un’aranciata al posto della bevandadesiderata. L’anziana signora risposea quella protesta con una espressionefulminante, tipicamente popolare: “nësiè…ma bëvetë stà cosa… fino a mò te se bëvutësolo l’acqua de fossera” (traduco perchi non conoscesse il dialetto sanfeliciano:“ma senti un po’-che pretese… ma beviquesta cosa… che fino adesso hai bevutosempre e solo l’acqua di fosso e adessopretendi di scegliere tra una bibita e l’altra”).Al malcapitato cliente non rimase che assecondarela signora e bere l’aranciata senzapretendere il cambio della bevanda.Da questi inizi un po’ “casarecci” e improvvisati,ma giustificati dalla mancanza diesperienza, uno si aspetterebbe, oggi,un’evoluzione di mentalità più rispondentealle esigenze degli ospiti e soprattutto dellavocazione turistica del paese. Invece pocoè cambiato, certo non siamo “all’acquade fossera”, ma siamo ancora lontani dauna offerta turistica matura e professionale.Molto appare ancora affidato all’improvvisazionee a un certo dilettantismo. Nonc’è un progetto di sviluppo complessivo nés’intravedono segnali virtuosi di un radicalecambiamento di mentalità.Eppure il turismo a San Felice Circeo è, daalmeno 50 anni, una delle voci più importantie strategiche dell’economia locale. Direttamenteo indirettamente (attraverso l’indotto)gran parte della popolazione localevive con e sul turismo. Quindi, vista l’importanzache esso rappresenta per la vitadel Circeo, dovrebbe essere la prima dellepreoccupazioni nella politica, nella promozioneimprenditoriale e nella vita sociale eculturale di questo paese e dei suoi abitanti.Tutta la realtà sociale e civile dovrebbe, infatti,contribuire, sostenere e formare unamentalità adeguata e matura a gestire questastraordinaria risorsa economica. Invece,i segnali che si registrano non sono incoraggianti.Esiste ancora oggi una certa riluttanza-da parte di molti operatori- ad agirein una logica di sistema; non c’è qualcuno(ad esempio la classe politica) che si facciacarico di immaginare e predisporre sulpiano operativo un’offerta turistica attentaalle nuove esigenze, anche se da molte partici sono stati contributi autorevoli per suggerirestrategie e scelte.A questo proposito mi viene in mente unostudio recente del Dipartimento di studieconomici e aziendali dell’università Luissche, per conto dell’Associazione culturale“Il centro storico”, si occupò del “Sistemaancora oggi siamo lontani daun’offerta turistica matura e professionale““CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 9Territorio - San Felice Circeo“nësiè… ma bëvetë stà cosa… fino a mò te se bëvutë l’acqua de fossera”Ancora oggi impreparazione e inefficienzaturistico di San Felice Circeo”. In questostudio, oltre a un’analisi attenta della situazioneattuale, ci sono suggerimenti concretiper realizzare un progetto per lo sviluppofuturo dell’economia turistica del Circeo. Glistrumenti ci sono, ora occorre la buona volontàdi coloro, che a vario titolo, si occupanodello sviluppo di questo paese. Paradossalmenteun’occasione, per innescareun circuito virtuoso e ripensare al modo incui si fa turismo, può essere l’attuale crisieconomica che ha visto un sensibile calodelle presenze dei turisti con inevitabili ripercussioninegative sull’economia dell’interopaese. Mi auguro che, a partire da questacrisi, ci sia in molti l’esigenza di progettareun nuovo modo di fare turismo, più moderno,professionale, “sistemico” (come sidice oggi), sostenibile e soprattutto compatibilecon il nostro territorio, vera e unicaricchezza, volano reale per consolidare i turistiabituali e attirarne di nuovi. ■I lettori di questo giornale, che fosserointeressati a contribuirvi con articolie notizie, sono invitati a contattare laredazione ai seguenti numeri:328.6110379fax 06.51985217e-mail:centrostorico@sanfelicecirceo.info


IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10Il fatto - San Felice Circeodi E. DantesAuguri e figli maschi!Ah, il matrimonio! Non c’è niente da fare,resta l’evento più atteso della vita.Più di quello di un figlio che, tantoper cominciare non si sa se verrà e nonsi sa quali e quante preoccupazioni potràdare. E’ quella cerimonia che vede gli sposie le loro famiglie impegnati in una organizzazionepiù complessa di quella del G 8a La Maddalena, in una estenuante maratonadiplomatica volta a cercare un puntodi equilibrio tra chi, nelle famiglie, sostienela necessità dello sfarzo principesco conpranzo luculliano seguito da serata a bordopiscina e chi, invece, si orienterebbe per unbuffet freddo pomeridiano. Spesso constrascichi peggiori di quelli già visti tra iMontecchi e i Capuleti. E a proposito distrascichi... anche sull’argomento abiti peril matrimonio non si trova pace. Lei e luivengono fatalmente attratti da quei negozisproporzionati nelle dimensioni e nei prezziche propongono vestiti non solo per glisposi, ma anche per i testimoni, i parentistretti, gli invitati e magari anche per chi nonparteciperà alla cerimonia, ma si ostina anon volersi sentire escluso.Da questi posti vengono fuori spose constrascichi come quello dell’abito nuziale diGrace di Monaco che necessitano di esseresorretti da uno stuolo di damigelle e dipaggetti che, a loro volta, fin da piccoli, comincianoa desiderare cerimonie altrettantosontuose. Ma gli sposi, gli uomini, nonsono da meno e vengono facilmente convintiad acquistare un tight o un mezzo tight,con le code più o meno lunghe, pantalonigrigi a righe, cravatta a plastron chiusa dauno spillone con perla, finendo inevitabilmentecon il somigliare al manichino che,nel negozio, indossava lo stesso completo;con la differenza che l’espressione del manichinorisulta essere di gran lunga più intelligente.E vogliamo parlare della lista di nozze? Dellefedi? Del numero degli invitati? Del menù?Del fotografo? Della torta? Della marcianuziale? Della musica? Dell’auto su cuiarriverà la sposa? Del viaggio di nozze? Coseda far tremare i polsi a chiunque ma nonalle famiglie medie italiane disposte a sacrificarequalche anno di stipendio e ad accendereun mutuo pur di uscire vittoriose daquesta battaglia, e pronte ad affrontarneun’altra uguale da lì a qualche anno quando,cioè, sarà pronta un’altra figlia (o un altrofiglio) da maritare.A chi non avesse ancora riflettuto sull’argomentoo non avesse ancora preso unadecisione, consigliamo la visione di “Totò,Fabrizi e i giovani d’oggi” un film di MarioMattioli del 1960 che narra delle disavventuredel cavalier Antonio Cocozza e del ragionierGiuseppe D’Amore i quali si trovanoa dover organizzare, loro malgrado, lenozze dei propri figlioli. Il film, in cui compaionoanche una decina di attori caratteristidi prim’ordine, presenta una serie diepisodi imperdibili per chi avvertisse proprioBorgo MonteneroLA VETRINADELLA CARNEdi Carmela e Alessandro CasabonaVia Monte Circeo - Borgo Montenerol’irrefrenabile necessità di convolare a giustenozze. In alternativa, ci corre l’obbligodi consigliare uno stratagemma messo inopera grazie all’intervento straordinario dellanostra Amministrazione Comunale: il matrimoniosubacqueo! Infatti, pochi giorni fa,nei fondali delle acque antistanti al promontoriodel Circeo, dove si trova la statuadel Cristo, si è svolta la cerimonia nuzialeche ha visto come protagonisti tre coppie disub unite in matrimonio dall’assessore allaCultura.La cosa è stata passata come una grandenovità che avrebbe lanciato il Circeo nelGuinness dei primati, anche se, dopo unasommaria indagine, risulta che il nostro Comuneè arrivato buon ultimo, preceduto dainiziative analoghe già svoltesi alle Tremiti,a Riccione, all’isola d’Elba, a Otranto e viadicendo. Ma non importa. La trovata èugualmente lodevole e la segnaliamo a tuttiquelli che volessero fare un’esperienzanuova e anche risparmiare un po’ di soldini.Eh sì, perché il nostro Comune, oltre afornire lo scenario naturale e l’assessore officiante,ci mette anche: il patrocinio per l’iniziativa,la presenzadella motovedettae delgommone dellaGuardia Costiera, della motovedetta dei Carabinierie della motovedetta dei Vigili delFuoco. E, come se non bastasse, un belcontributo in denaro (si sa, la “busta”, aimatrimoni, è sempre gradita), l’esenzionedal pagamento del canone COSAP, l’esenzionedal pagamento del canone sulla pubblicità,l’ospitalità per una notte per 15 persone,una cena per 20 invitati, la disponibilitàgratuita di una piazza e di una sala conferenzeper pubblicizzare l’evento. Il tuttoper una spesa presunta di 10.000 Euro (mastate certi che, prima o poi - magari con l’interventostraordinario della Pro Loco – ci saràun accomodamento dei conti perché ainostri amministratori potete dirgli tutto, macertamente non sono persone che siespongono a critiche mondane e quandobisogna comparire non badano a spese).Naturalmente, al porto, ad attendere i novellisposi non mancherà uno striscione dastadio con il tradizionale “auguri e figli maschi”offerto direttamente dai quei cittadinisanfeliciani i quali, con i loro guadagni, magarinon arrivano alla fine del mese, ma chenon vogliono far mancare il sostegno alleiniziative di quel sindaco e di quegli assessoriche continuano a eleggere con masochisticadeterminazione.Ci sono state anche le riprese dell’avvenimentoe dobbiamo dire che di quel filmatoci ha colpito un’immagine e cioè quella delCristo del Circeo, incorniciato da una ghirlandadi fiori nuziali che, con le braccia disperatamenterivolte verso la superficie delmare, sembra rassegnato ad assistere impotentea quest’altra, diciamolo alla toscana,bischerata. E che pare stia dicendo:“Padre, va bene che la nostra missione èquella di perdonare, ma siamo sicuri chequesti non sanno quello che fanno? Non sipotrebbe fare come quella volta dei mercantial Tempio?”.Qualcuno dice che il Padre ci stia riflettendoseriamente. ■Associazione Culturale“Il Centro Storico”Coloro che fossero interessati alle nostre iniziativee vogliono iscriversi alla nostra Associazione,possono telefonare al 328.6110379,inviare un fax al n. 06.5198 5217o inviare una e-mail a:centrostorico@sanfelicecirceo.info


sIL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11Il fatto - San Felice Circeodi RoderigoCartoline dal CirceoPer questo numero estivo del giornaleabbiamo pensato di raccontarvi unpo’ di fatterelli in ordine sparso: saràcosì possibile leggere le cose che vi racconteremoalternandole con un bagno euna pennichella. Divertimento assicurato,mal di fegato pure.DELIRI ALCOLICI. Molti abitantidel Centro Storico (e non solo)si saranno rallegrati sapendoche il sindaco ha firmato un’ordinanzache vieta di bere alcolicisulle pubbliche vie e piazze.“Finalmente – avranno considerato- si metterà fine alle baraondenotturne, al lancio dellebottiglie, ai vetri disseminatiovunque”. Illusi. Ci ha pensatolo stesso primo cittadino a spiegare il veroobiettivo del provvedimento: il problemasono in massima parte gli extracomunitariche, dice, “smettendo di lavorare alle quattro,alle cinque, vanno a comprare la classicabottiglia di birra o whisky e la bevononei giardini pubblici, nei bagni pubblici”(sic!). Che magari quegli ubriaconi di indianisiano costretti a lavorare senza diritti eper ore sotto il sole, che non abbiano nessunluogo d’incontro e integrazione (da cuispesso derivano problemi di alcolismo), perCerasoli conta poco. Lavoro remunerativoquello degli extracomunitari, perché percomprarsi “la classica bottiglia di whisky”(pare lo pretendano invecchiato almeno setteanni) di soldini ce ne vogliono parecchi.Se vogliono ubriacarsi in santa pace, però,vadano a cena in uno dei nostri eleganti ristoranti:lì potranno bere a dismisura, traun’aragosta e un bucatino allo scoglio. Mastiano attenti all’uscita: potrebbero incontrareuna banda di minorenni stracotti di liquori,che continueranno a imperversare,impuniti, per le nostre strade. Anche perchéquelli non li tocca nessuno.ALCATRAZCENTRO STO-RICO. Altra bottadi genio delsindaco: dalle22 alle 2 non sientra nè si escein macchina dal paese vecchio. Revocatoil permesso d’ingresso ai residenti (che, purdovendo andare a lavorare il giorno seguente,dovranno fare ore di via crucis perparcheggiare l’auto), ora è loro interdettaanche la possibilità di uscire per fare unapasseggiata a Sabaudia, o recarsi presso lafarmacia di turno a La Cona. Chiusi dentro,come quando da bambini si stava in punizione.Il primo cittadino avrà avuto questabella pensata per rilanciare il commercio delCentro Storico? Sarà una vendetta sui residentie sui commercianti della zona, chetroppo spesso ne contestano le scelte econtinuano a mostrare l’inconsistenza deiprovvedimenti di questa amministrazione?Forse tra un po’ i geniali componenti dellagiunta faranno un’ordinanza per interdire lalettura di questo giornale.NECROPOLI.Mezzanotte di unmesetto fa, piazzaVittorio Veneto. Uncamion con un caricosospetto riescea varcare l’invalicabilelimite del“ponte”. Come congiurati, lo aspettano alcuniassessori, la consorte del primo cittadino,due o tre operai del comune. Inizia loscarico di strani oggetti rettangolari. Sguardida intenditori indicano l’allineamento, rapidicenni mostrano come posizionare lecassette. Il paese viene disseminato così dicubicoli di pietra scalpellati alla meglio.Dentro c’è terra e fiori, ma sulla vera naturadegli oggetti il dibattito si accende: sonosarcofaghi, vecchie sepolture? Qualcuno,più prosaico, ipotizza trattarsi di unamangiatoia (“è ‘nu scife”, ove questo termineindica il truogolo o mangiatoia permaiali). Alla fine, è proprio questa la versionevincente: secondo il comune si tratta diantiche mangiatoie, che la ditta produttriceassicura risalire alla fine dell’800 e comunquenon oltre il 1930. Qualche malpensanteafferma che le righe sui fianchi mostranoi chiari segni di martelli pneumatici all’epocainesistenti. Il risultato finale, comunque,è una desolata fila di rettangolinidi pietra, intervallati da vasi contenenti bouganvilleetagliate a baobab e da un paio dipanchine marronastre di stile cimiteriale.Costo dell’operazione, 19680 euro dei contribuenti.“’Stavota ju scife era beji pine!”(“Questa volta la mangiatoia era bella piena!”)è il commento dei soliti sfaccendatidella piazza.REGALI PELOSI.Immaginate che unvostro amico vichieda un regalo eche per ottenerlo viproponga di pagarlolui al vostroposto. Avreste senza dubbio qualche riservasulla sua sanità mentale. Ebbene, sentitequesta: lo scorso anno la Pro Loco (presiedutadall’inossidabile architetto di corte)compra una bella barchetta dotata di tutti icomfort e la regala al comune. Il comune,a sua volta, la fornisce in uso alla locale Capitaneriadi Porto (hai visto mai, cominciassea dare un’occhiata agli innumerevoliabusi sulla nostra costa..). Belle foto, tuttisul piazzale del porto, col natante a fareda sfondo e contorno di comunicati stampa.A distanza di qualche mese, l’amministrazionecomunale decide che quel regaloche ha ricevuto vuole pagarselo da sola(“aridamme la robba mia, che domani tiporto la tua...”): lite tra fidanzati? Restituzionedei regali? Mah... fatto sta che la ProLoco si cucca un assegnino (sempre soldidei contribuenti, per carità) da trentamilaeuro e la barca diventa di proprietà del comune,che la regala alla Capitaneria (ricordate“Alla fiera dell’est”?). L’unica cosa certa,è che così il comune ha potuto fare unacquisto tramite l’associazione turisticasfuggendo agli obblighi di richiesta di preventivi,ecc...Qualcuno di voi ha qualcosada vendere? Ora sa achi rivolgersi.APPARIZIONI, SPARI-ZIONI... Siamo ormaiabituati alle fughe e allesparizioni eccellenti:Scajola, Brancher, Cosentinosono stati fulgidi esempi. Ma oraanche da noi, qualcuno ogni tanto viene amancare. L’ingegner Landolfi, che ha legatoil suo nome a disinvolte procedure sui lavoripubblici (e si è fatto pure beccare a costruireun piano abusivo a Sermoneta) tempofa ha deciso che l’aria del Circeo non eraper lui particolarmente salubre e ha fatto levaligie in fretta e furia verso altri lidi (ancorainseguito dai controlli attivati sul suo contodal consigliere Giuseppe Bianchi). Ora,un altro funzionario è scomparso dai corridoidel Palazzo. Si tratta del dottor Bottoniche, proveniente dalla Prefettura, si era resotalmente indispensabile da occuparecontemporaneamente ben tre posti diversi.Anche lui noto per il fastidio che provava neiconfronti dei consiglieri d’opposizione (indovinatedi chi, in particolare?), ha subito lenefaste conseguenze dei miasmi che sisprigionano dalle mura municipali ed è datempo in malattia (sembra si stia preparandoa tornare ai più ariosi palazzi littori di Latina).Gli auguriamo ovviamente prontaguarigione, ma dovrebbe già stare meglio,se ha trovato le forze per rientrare in Comunee revocare un’ordinanza di chiusuraper un locale pubblico. Poi, subito a letto dinuovo. ■i monceotticaviale tittoni, 68tel. 0773/540459san felice circeolli


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 12Territorio - Sabaudiadi Valeria Di MarcoTurismo sportivo a SabaudiaCreare un “Parco dello Sport”Un territorio naturalmente predispostoDa ormai 60 anni Sabaudia conservail suo ruolo di località turistica balneare.Eppure c’è una forma di turismo,quello sportivo, non ancora del tuttosviluppata.Per turismo sportivo si intende il movimentodi persone che si spostano e scelgonola propria destinazione in base alla partecipazionea fenomeni della cultura sportiva,che possono essere la pratica sportiva o lemanifestazioni sportive. In Italia il settore èin forte crescita: a differenza del turismo ingenerale, che attraversa uno sviluppo a fasialterne, il turismo sportivo viaggia da undecennio a ritmi di crescita superiori al 10%annuo, con punte del 15%.Un italiano su quattro sceglie le proprie metedi vacanza anche in base all’offerta di attivitàsportive. Oltre 17 milioni di italiani (pari al 30%della popolazione) dichiarano di praticare unoo più sport. A questi si aggiungono oltre 16milioni di persone (il 28,4%) che, pur non praticandouno sport, svolgono un’attività fisicacome fare passeggiate, andare in bicicletta,nuotare, o altro.L’indotto economico dello sport si aggira intornoal 2,5% del PIL, con un giro di affaridi oltre 30 miliardi di euro l’anno. Tra glisport che attirano i turisti in vacanza si poneai primissimi posti il golf (25 milioni di turistigolfisti nel 2008) e subito dopo il cicloturismo(2milioni solo in Italia).Esistono due forme di turismo sportivo: loSport Turismo e il Turismo sportivo propriamentedetto.Il primo rappresenta quella forma di turismoin cui si sceglie la meta di relax sulla basedella possibilità o meno di praticare deglisport, valutando quindi le caratteristiche naturalidel luogo, se consentano o meno lapratica di sport all’aria aperta.Il secondo invece è rappresentato dal movimentodi persone che si spostano persvolgere allenamenti a livello agonistico oamatoriale, o per partecipare a manifestazionisportive in maniera attiva e non (atletio spettatori).Sulla base di queste definizioni si comprendecome le potenzialità di Sabaudiaquale città dello sport siano molteplici. Ilsuo territorio si presta perfettamente ad accogliereentrambi i tipi di turismo sportivo.Il primo si potrà servire dei beni naturali perla pratica degli sport all’aria aperta comefonte di relax, favorito inoltre da un climamite tutto l’anno. Parliamo di attività sportivequali ciclismo, equitazione, podismo,surf, attività subacquea, nuoto, pesca sportiva,trekking, canoa, vela, volo a motore ealtro.Il secondo potrà svilupparsi ulteriormentesolo intensificando l’organizzazione dieventi e manifestazioni, migliorando la qualitàdei servizi sportivi esistenti, ma soprattuttodotando la città di nuovi impianti sportivi.Il turismo sportivo si può qualificare comeil volano per un rinnovato sviluppo turisticodella città. Un grande attrattore tale da rilanciarela promozione e la fruizione di tuttele risorse e capace di innescare un veroe proprio processo di rigenerazione dellacittà e del suo territorio.Lo sport a Sabaudia può effettivamenterappresentare:– il consolidamento di una tradizione riconosciutanegli anni Sessanta quando Sabaudiaospitò le gare di canottaggio delleOlimpiadi di Roma;– un presidio per la conservazione e conoscenzadel bene naturale: se lo sport sirealizza attraverso il bene naturale l’obiettivoprincipale sarà la sua salvaguardia;– uno strumento di destagionalizzazione: sipossono attrarre flussi turistici tutto l’annoattraverso un calendario di eventi emanifestazioni sportive distribuiti nei 365giorni;– un motore di sviluppo economico perchéstimola la domanda di investimenti privatie istituzionali;Il rilancio di Sabaudia quale città dello sportsi potrebbe concretizzare attraverso la suapromozione in un polo sportivo di livello territoriale,realizzando unitamente a nuovi impiantisportivi un’Università dello Sport, capacedi radicare la pratica sportiva nella città.L’idea dell’Università dello Sport, suggeritaormai da tempo, rappresenta una validaproposta dalle grandi potenzialità. Attrarrenon solo turisti, ma insegnanti e studentia Sabaudia potrebbe rappresentareun modo per occupare il patrimonio edilizioresidenziale vuoto durante la stagione invernale,ridando così vita a parti di città.Sarà quindi necessario localizzare un’areadove inserire i nuovi servizi sportivi e l’Università,inserendoli in un sistema di verdeurbano (sportivo e non) attraverso percorsidi fruizione sostenibile, consentendo così ilrilancio, la valorizzazione e l’integrazionedi molte aree libere per la maggior parte destinateda Piano Regolatore Generale (PRG)a verde pubblico.Se si osserva la configurazione delle areevuote attorno al centro urbano si nota comequeste individuino un “ring” (anello) diverde che, a seconda delle peculiarità delleparti che lo compongono, potrebbe esserecaratterizzato in maniera differente.All’interno del ring troverebbe sicuramenteposto quello che si può definire il “parcodello sport”.Il PRG già destina l’area adiacente al boscopresso la direzione del Parco a verde sportivoattrezzato, ma tale uso potrebbe estendersianche ad altre aree che sono oggiverde privato. Ciò nasce dall’esigenza direalizzare un intervento di dimensione territoriale,che possa realmente qualificareSabaudia come città dello sport. Così facendoil parco dello sport si collocherebbein una posizione strategica tra i due assi diaccesso al centro urbano e ai margini di untessuto di espansione, fortemente compromessodalla speculazione edilizia. Esso rappresenterebbel’elemento di filtro e mediazionetra il verde naturale della foresta(PNC) e il centro urbano, così da svolgereuna funzione di freno all’ulteriore espansionedell’edificato.L’ipotesi progettuale da me realizzata nellatesi di laurea presso la facoltà di Architetturaè una delle tante simulazioni possibili,che cerca di restituire dei principi e delleidee su cui poter riflettere. Il progetto prevedela realizzazione di impianti sportivi alcoperto, grandi contenitori collocati nellaparte più prossima all’edificato, orientati inmaniera tale da assicurare visuali aperteverso la montagna del Circeo e la foresta eattestati su un asse secondario da riqualificare,con l’obiettivo di riordinare il tessutourbano adiacente.Gli impianti sportivi all’aperto, invece, occupanole aree più vicine al bosco assicurandoun filtro rispetto alla foresta. L’Universitàè volutamente collocata in adiacenzaalla Direzione del PNC, in modo tale chesi possano attivare opportune sinergie tra idue enti. Ultima caratteristica del progettoè la realizzazione di un campo da golf a 9buche, inserito tra i due assi di accesso allacittà. Dovrà essere di tipo ecologico, prevedendocioè l’impiego di nuove tecnologiedi bio architettura, con la realizzazione di unmanto erboso che non necessiti l’uso didiserbanti o il dispendio di grandi quantitàdi risorse idriche. ■


di Marco OmizzoloIl difficile rapporto tra Sabaudia e il Parco Nazionale del CirceoSi ritiene che i nuovi vincoli e quelli esistenti bloccheranno lo sviluppo“La nota mozione presentata in consigliocomunale dal gruppo politico ForzaSabaudia e firmata da vari altriesponenti della maggioranza, che tantaparte del dibattito pubblico cittadino e nonsolo ha occupato nel corso degli ultimi mesi,mirava a far decadere dal loro incarico ilPresidente e il Direttore del Parco nazionaledel Circeo.Un’iniziativa decisamente politica, priva diogni requisito giuridico, finalizzata a rimuoverei vertici di Via Carlo Alberto e acreare artificialmente confusione nella popolazione.Gli stessi argomenti adottati dai relatori dellamozione in consiglio comunale, depuratida una buona dose di retorica, sono risultatipiuttosto deboli e centrati tutti sull’ideaper cui il Parco nazionale, per via dellasua stessa ineliminabile natura, costituirebbesempre e comunque un limite a unmodello di sviluppo mai adeguatamente coniugatadai baldanzosi consiglieri e la ragionedi ogni immobilismo della città.L’area protetta, e ovviamente coloro che diquesta hanno la maggiore responsabilitàamministrativa e politica, secondo gli innocentiamministratori, con le sue norme, alcunedelle quali ci si dimentica sempre diricordare sono di pertinenza regionale, europeao anche internazionale e quindi slegatedalla presenza del Parco stesso,avrebbe bloccato l’edilizia, l’urbanistica, l’agricoltura,il turismo, la nautica, l’allevamento,il diportismo, la mitilicoltura.Un giorno, chissà, ci diranno che al Parconazionale del Circeo è imputabile anche lacrisi della cinematografia italiana, l’aumentodel costo della benzina, il calo demografico,il buco dell’ozono e, perché no, l’estinzionedel pinguino delle Galapagos. Inrealtà, la strategia adottata è praticata, anchese con diversi accenti e stili, da diversianni.Si tratta di uno strumento retorico e di bassoprofilo culturale utilizzato per scaricaresul Parco nazionale responsabilità e fallimentiche invece sono imputabili in via prevalentead amministratori evidentementepoco capaci di proporre politiche di sviluppo.Uno sviluppo che non è credibile né sostenibilese non in grado di rispettare in manierarigorosa le norme vigenti (si chiama legalità,concetto al quale chiaramente alcunimembri della maggioranza sembrano allergicistando ad alcune indagini e procedimentipenali in corso), che in un Parco nazionalenon possono che essere in primabattuta di tutela e preservazione e legate aprogetto armonico di rilancio del territorio,delle sue varie economie, valorizzando lesue eccellenze artigianali, agricole, storicoarcheologichee, cosa assai importante,elevando i suoi livelli occupazionali.I contenuti della bozza di Piano sono in corsodi discussione. Nella bozza di Piano delParco presentata pubblicamente e autorevolmentedal prof. Budoni vi sono proposteche toccano i pilastri economici e socialidella città di Sabaudia. Proprio per questaragione sarebbe stato opportuno, anzichécalare come “Unni” inferociti sul Parco nazionale,affrontare nel dettaglio, con la necessariacompetenza, pacatezza e doverosorispetto istituzionale, le questioni postelavorando nelle sedi opportune, evitandoquel confuso armamentario retorico utilizzatoinvece in questa occasione.Per altro, vi è stata una manifesta strumentaleottusità da parte di alcuni esponentidella maggioranza, e anche del Sindaco,che non hanno voluto tenere in alcun contole puntuali precisazioni dell’Ente Parco,che nel dettaglio, con competenza e garboistituzionale, facevano notare i grossolanierrori di fondo della mozione e una sua certascorrettezza nella ricostruzione deglieventi e loro interpretazione.Insomma, mentre il Parco, con un approcciodialogante con le forze produttive e associativedella città tenta di affrontare i nodistrutturali dell’economia cittadina finalmenteattraverso un’ottica di ampio respiro,capace di disegnare un futuro modernoe condiviso inserendo Sabaudia in un sistemadi rete comprendente anche le altrecittà del Parco, così da poter realizzare opere,infrastrutture, progetti, politiche, aventimaggiori possibilità di successo e quindigarantire alla cittadinanza un futuro adeguatoalla modernità che essa merita e a livellidi benessere sinora non garantiti, partedell’amministrazione ha proposto unamozione che è una sorta di spedizione punitivavolta a impedire la discussione e ilCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 13Cronaca - SabaudiaL’Amministrazione comunale contro il Parcouna mozione mirava a far decaderedal loro incarico il Presidentee il Direttore del Parco““sarebbe stato opportuno affrontarenel dettaglio, con la necessariacompetenza, pacatezza e doverosorispetto istituzionale, le questioniposte nella bozza di Piano delParco““il Ministro dell’Ambiente, StefaniaPrestigiacomo, ha pubblicamentericonosciuto fiducia nella dirigenza,Presidente e Direttore, dell’EnteParco“confronto.L’evidente inconsistenza della mozione è risultatatanto palese che lo stesso Ministrodell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, hapubblicamente riconosciuto tutta la suaanomalia legata alla presunzione di sfiduciarela dirigenza di un organo istituzionale,a nomina ministeriale e regionale, comel’Ente Parco.La difesa della dirigenza del Parco da partedel Ministro, la quale è imprenditrice edesponente di rilievo del centrodestra, ossiadello stesso partito della maggioranza consiliaredi Sabaudia, ha rappresentato la piùclamorosa smentita delle intenzioni dei firmatari.Insomma, lo stesso Ministro ha fattocapire che non solo condivide il lavoro sinorasvolto dall’Ente Parco ma ha inviato unmessaggio chiaro al Sindaco Lucci invitandoload essere collaborativo e a ristabilireun dibattito sereno evitando mozioni tantoardite.Ma come è andata a finire questa triste storia?Il finale era scontato. La mozione chedoveva intimidire il Parco nazionale, anzisecondo alcuni addirittura commissariarlo,è stata, in sede di consiglio, ritirata e votatauna mozione più equilibrata.Ha vinto quindi il Parco, il suo Direttore e ilsuo Presidente, le associazioni ambientaliste,l’opposizione consiliare e alcuni consiglieridi maggioranza che hanno saputo concoraggio prendere le distanze dalla mozionedei loro colleghi, il prof. Budoni, il MinistroPrestigiacomo, la legalità e la città diSabaudia.Ha perso, ancora una volta, l’Amministrazionecomunale, sempre più incerottata,sempre più oggetto delle contraddizioni edei conflitti di interesse che ne caratterizzanola composizione e l’azione politica.Sabaudia oggi è governata così. ■Pasta all’uovodi Federico FedeliV.le T. Tittoni, 113 - S. Felice Circeo - La ConaTUTTI I TIPI DI PASTA DELLA MIGLIORE QUALITÀTel. 0773.540608PAOLAParrucchieraVia XXIV Maggio, 18 - S. Felice Circeotel. 0773.549010 riceve per appuntamento


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 14Parcodi Franco BrugnolaIl rapporto tra cittadini e Parco Nazionale del CirceoIl Piano del Parco rappresenta una occasione di sviluppoDobbiamo cambiare il tipo di approccio tra cittadini e ParcoIl Parco del Circeo deve dotarsi di unPiano e per farlo ha affidato l’incarico allaFacoltà d’ingegneria di Latina dell’Universitàdegli studi “La Sapienza” di Roma,la quale ha prodotto un primo documento;il Circolo del Partito Democratico di Sabaudiaha ritenuto di fornire un contributoalla stesura definitiva del Piano del quale riportoi tratti essenziali.Il Parco del Circeo rappresenta la principalerisorsa per il nostro territorio, in gran parteincompresa; la maggioranza dei cittadinipercepisce, infatti, il Parco come una seriedi vincoli invece di vedernei vantaggi. Il Pianodel Parco è un’occasioneunica e irripetibiledi sviluppo, per convogliaresul nostro territoriocospicui finanziamentianche europei e percreare nuovi posti di lavoro.La proposta del PDdi Sabaudia mira a cambiaresostanzialmentel’approccio tra i cittadinie il Parco, creando unanuova consapevolezzaverso l’ambiente, riorientandole attività agricole,rilanciando la pesca el’acquicoltura, potenziandoil turismo ambientale,sportivo e archeologico.E’ indispensabileche nel Piano siaprevista una maggioreintegrazione della cittànel Parco, per far beneficiaretangibilmente tuttala popolazione di questarisorsa, anche quale compensazione deivincoli posti ad alcune attività.Proponiamo di non alterare l’attuale perimetrazionema di individuare delle areecontigue, in cui possa essere autorizzato losviluppo di attività, non consentite all’internodel Parco, ma importanti per lo sviluppodelle attività produttive.E’ fondamentale la salvaguardia delle coste,e il blocco dei porti di Anzio e di Foceverde,che avrebbero effetti devastanti; è indifferibileuna revisione del Piano dei Porti.Lo scenario delle dune, con il promontorioCirceo, il mar Tirreno, i laghi costieri in generalee in particolare il lago di Paola, costituisconoun unicum d’incomparabile bellezza;qualsiasi minima turbativa, recherebbeun danno inaccettabile all’assetto deiluoghi.La falda idrica è sfruttata per usi agricoli ecivili senza considerare che si tratta di unarisorsa delicata. Oggi la falda è inquinata inmolti punti; anche la situazione delle acquedel lago di Paola è preoccupante. Occorreintervenire per introdurre sistemi di coltivazionebiodinamica che prevedano un consumocontenuto dell’acqua riducendo l’inquinamentodella falda. Per quanto riguardail lago di Paola è necessario studiare,unitamente all’ARPA un processo di disinquinamento,coinvolgendotutti i soggettie utilizzando le zoneumide, anche artificialiper un sistema difitodepurazione diffusa.In merito alla viabilità,per il momento, nonappare possibile acconsentirealla chiusura della migliara 53,mentre per quanto riguarda la strada lungomare,la limitazione del traffico in alcunitratti durante il periodo estivo può rappresentareun intervento da sperimentare, previarealizzazione di parcheggi alternativi,con un limitato consumo di territorio.L’area archeologica della Villa imperiale diDomiziano costituisce un patrimonio chemerita tutela e un’adeguata valorizzazione.Occorre prevedere una fascia di rispetto,nella quale consentire strutture quali un parcheggio,un’edicola, l’infopoint, etc. L’areaarcheologica del canale di epoca neroniana,a sua volta, è un luogo di straordinariointeresse archeologico e paesaggistico.L’abbattimento del “ponte della memoria”,ha determinato processi di erosione, inquanto lo stesso costituiva la difesa dallemareggiate; sono ormai minacciati direttamentei muraglioni in opus reticulatum.Per quanto riguarda l’agricoltura è necessarioutilizzare il Piano regionale di SviluppoRurale per sostenerne la trasformazioneriducendo progressivamente l’impiego disostanze chimiche, orientandola verso colturebiologiche e prevedendo adeguati sostegnieconomici. E’ necessario fare un progettoper dare agli agricoltori un marchiodel Parco e per realizzare la filiera corta cheagevoli la venditadei loro prodottisia con il farmer’smarket sia nellagrande distribuzione.Per le serre,d’intesa con gli interessati,dovrannoessere trovatesoluzioni appropriate.In aree contigueal Parco saràpossibile realizzarestalle consortili perl’allevamento dellebufale e per la trasformazionedei prodotti nelrispetto delle norme europee.Si deve garantireanche la tracciabilità deiprodotti sia per quantoriguarda la distribuzioneche per quanto concernela ristorazione.Occorre ripristinare l’attivitàdi itticoltura e di molluschicoltura;i prodottidi tale attività potrannogiovarsi anch’essi delmarchio del Parco. Il Re-Lago di Paolagolamento (CE)n.1967/2006 impediscela raccolta e la pesca inmare di moltissime speciesulle quali si basa laristorazione locale; poterleallevare nel lago diPaola, consentirà lacreazione di molti posti di lavoro. Per i pescatoridilettanti sarà possibile realizzareuna darsena destinata a imbarcazioni aenergia elettrica che potrebbero, tramite ilcanale, recarsi a pescare in mare aperto.Per il Turismo è urgente definire, unitamenteagli operatori, una strategia comune al finedi fare sistema e creare le necessarie sinergie,incentivando la creazione di eventinel corso dell’anno, studiando dei tour rivoltial turismo ambientale, archeologico,sportivo, etc. e favorendo la produzione artigianaledi oggetti ricordo in cui forte sia illegame con il Parco.Per la nautica occorre sostenere la riconversionedegli impianti verso la produzioned’imbarcazioni mosse da energie alternative,acquisendo finanziamenti per la ricerca.Occorre infine individuare un’area per larealizzazione di una darsena interna nellearee contigue al Parco.Per coprire i costi necessari per la realizzazionedel Piano del Parco si può utilizzareil progetto Life+. Si tratta di un’opportunitàche non possiamo perdere. Il Comune el’Ente Parco devono unire le forze per predisporreun progetto comune. ■


di Gaetano Benedetto*Le dune del CirceoDifendere il sistema dunale del Circeoè un imperativo categorico non soloper chi vuol salvaguardare una deipatrimoni ambientali e paesaggistici piùbelli d’Italia, ma anche per chi vuole garantireun futuro florido all’economia locale. Ledune del Circeo, infatti, sono un vero patrimoniosu cui si fonda buona parte del turismodella zona poiché costituiscono laprincipale attrattiva per quanti vengono alCirceo.Le nostre dune non stanno bene. Mancatemanutenzioni e interventi sbagliati hannocompromesso la loro consistenza aprendoferite profonde che, con l’andare del tempo,si sono sempre più aggravate; oltre aqueste altri fenomeni, ben più complessi legatial mare, ne attaccano la struttura. Daun alto dunque ci sono situazioni puntuali,che potrebbero essere gestite e risolte, daun altro ci sono problematiche globali (inlarga misura legate al fenomeno dei cambiamenticlimatici) su cui è ben più complessointervenire. Se dunque è vero chepoco possiamo fare su modifica delle mareee innalzamento del livello del mare, seè vero che ben altra sede occorre per affrontareil problema dei fiumi che portano amare meno materiale solido per alimentarele nostre coste, è altrettanto vero che pocoo nulla si fa a livello locale per fare quantopotremmo sia in termini di prevenzione siadi interventi veri e propri.L’ampliamento del porto di Anzio, l’ipotesidel porto di Foce Verde a Latina, i desideridi realizzare strutture portuali anche nei comunidi Ardea e Pomezia, costituiscono unvero e proprio attentato alle dune del Circeo.Il flusso di “materiale litoide”, cioè disabbia e ghiaia, che le maree da Nord versoSud portano dalla foce del Tevere sinsulle nostre spiagge sarebbe, infatti, fermatoda queste nuove strutture.E’ cosa nota che i porti debbano essere periodicamentedragati, quest’appunto perchéle strutture portuali sono definite “trappoleper sabbia”: il mare entrando nei portideposita lì la sabbia che non trova piùmodo per muoversi essendo i porti ovviamenteprotetti dalle maree. Il primo puntodunque è quello di non aggiungere problemia quelli che già abbiamo.Oltre due milioni e mezzo di persone ognianno attraversano le dune e va in spiaggia.Nei giorni di punta estivi, con frequenzagiornaliera, migliaia di macchine e decine dimiglia di persone invadono le dune e mettonoa dura prova la loro resistenza.E’ possibile trovare una soluzione per cuitutto ciò avvenga in modo più ordinato emeno problematico? Certamente sì. E’ banale,ma l’uso obbligatorio delle passerelleè determinante per la conservazione delledune.Occorre, dunque, che le passerelle sianomantenute in efficienza, occorre indirizzarepiù chiaramente le persone verso questeimpedendo che scendano creando varchiche poi con le piogge diventano veri e propricanaloni, occorre ripristinare le staccionatedi protezione e i picchetti di delimitazioneche rendano ancora più evidente il limiteche non dev’essere varcato.Opere di manutenzione insomma, che gliEnti pubblici sempre più fanno fatica a eseguiree che (come il Parco ha proposto) potrebberoessere date in affidamento ai privaticontestualmente alle autorizzazioni peri chioschi della strada lungomare. Se ognichiosco “adottasse” 500 metri di duna, tuttosarebbe più efficiente.Ci sono poi i progetti a lunga scadenza, chevanno testati e sperimentati, come quelli relativiall’allontanamento dei posteggi dallungomare creando aree di scambio serviteda un servizio pubblico di navette. Diminuirela “pressione antropica” che c’è sulledune, non significa necessariamente diminuireil numero dei visitatori e dei bagnanti,ma organizzare e gestire le cose in mododiverso.Sempre nell’ambito della manutenzione cisono poi interventi importantissimi chepossono ridurre i fenomeni erosivi. Adesempio la realizzazione di piccole barrierefrangivento con incannucciate ha consentito,a bassissimo costo, di recuperare trattiche si stavano rapidamente consumando.La barriera impedisce alla sabbia di scivolarevia e, trattenendole, consente la nascitadi piante pioniere che rinsaldano il terreno.C’è poi il problema della pulizia dellaspiaggia che se non fosse fatto con mezzimeccanici certamente aiuterebbe. I sistemioggi utilizzati non solo rompono la compattezzadella sabbia esponendola a ventie maree, ma tendono a ridurre la naturaleinclinazione della spiaggia e a creare un innaturale“gradino” tra questa e il piede delladuna creando una situazione che impediscealla marea di smorzarsi in modo naturale.Anche in questo caso agire in altromodo è possibile, basta volerlo.Fenomeno poco considerato ma di estremaimportanza per la tutela delle dune è quellodelle praterie di poseidonia, cioè delleCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 15Un tesoro in pericolo sotto gli occhi di tuttiLa situazione delle dune richiede un piano speciale di azioneDune litoraneeParcopiante sott’acqua che crescono sui fondalisabbiosi prospicienti le coste del Parcodel Circeo.La poseidonia, infatti, diminuisce la forzadelle maree e trattiene la perdita di sabbia,costituisce un vero e proprio presidio per ledune. Intaccare queste zone vegetali marine,soprattutto con la pesca a strascico (peraltro vietata) o con ancoraggi sbagliati, significaindebolire un sistema di protezionenaturale. Le praterie di poseidonia negli ultimidecenni si sono ridotte di molte e quelleche sono sopravvissuto andrebberomaggiormente protette e il tutto dovrebbeavvenire in modo coerente e logico con latutela delle dune visto che entrambi questiambienti sono considerati dall’Unione Europeacome Siti d’Importanza Comunitariarispetto ai quali, indipendentemente dallapresenza del parco, c’è un obbligo internazionaledi salvaguardia.Al di là del Piano del Parco inteso comestrumento complessivo di gestione dell’areaprotetta, la situazione delle dune renderebbenecessario un piano speciale diazione e un protocollo d’intesa istituzionale.Il piano d’azione dovrebbe coordinaretutte quelle forme d’intervento, pubbliche eprivate che sin da subito sono possibili eche potrebbero essere predisposte anchenella stagione invernale; il protocollo d’intesadovrebbe impegnare tutti, a ogni livello,a tenere la salvaguardia delle dune inconsiderazione primaria quando si prevedononuovi enti o concessioni che portanoalla realizzazione di opere problematiche senon dannose per il sistema naturale dellacosta del Circeo.Sui temi dell’ambiente la miopia si pagasempre cara e pensare che la natura nonpresenti il conto equivale a un suicidio. Forseal Circeo, per la difesa delle dune, un’alleanzatrasversale si potrebbe trovare: ètroppo evidente a tutti quanto queste sonoimportanti. ■* Presidente Ente Parco Nazionale del Circeo


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 16Parcodi Giuliano Tallone*Nuovi mezzi navaliIl Parco guarda verso il mareSi vuole dare al Parco anche una “dimensione marina”La vocazione marina del Parco Nazionaledel Circeo è sempre stata pocosviluppata. Gli ambienti di elezione,per un parco sorto dalla Grande BonificaPontina, sono sempre stati quelli delle terreemerse, che erano l’oggetto principale“positivo” nell’immaginario di chi ha colonizzatoqueste aree; e tra l’altro gli abitantistorici del territorio, quelli di San Felice Circeo,ben preesistenti alla bonifica, non avevanograndi vocazioni marinare e non eranoprincipalmente pescatori ma contadini.Solo con l’inclusione nel parco dell’Isola diZannone esso si è aperto verso le aree marine:e poi l’istituzione dei SIC (Siti di ImportanzaComunitaria) sui posidonieti che siaffacciano sul litorale che lo interessa, e l’estensionea mare della ZPS (Zona di ProtezioneSpeciale) che include tutto il Parco ele aree adiacenti terrestri, per ben oltre unmiglio marino, hanno completato la definizioneamministrativa dell’importanza costieradi questa zona. Anche il Piano TerritorialePaesistico n. 13, quello che interessail Promontorio, ha previsto una zona di500 metri a mare di protezione, che includetra l’altro un divieto di navigazione, mairispettato come chiunque frequenti il “QuartoCaldo” in periodo estivo può facilmentetestimoniare.In questa direzione si sviluppano interessantiprogetti come quello del Comune diSan Felice Circeo indirizzato alla tutela egestione delle aree marine suddette con laposa di boe di attracco e dissuasori alla pescaa strascico, o iniziative storiche comela posa del Cristo degli Abissi nelle acqueantistanti al Promontorio.Nel redigendo Piano del Parco si dà una rilevanteimportanza a una dimensione “marina”del Parco (tutta da costruire, d’intesacon gli Enti Locali e con i soggetti interessatidalle attività diportistiche, nautiche, disub, ecc…), proprio perché si tratta di unapossibile dimensione di sviluppo, non necessariamenteterritoriale ma piuttosto gestionale,delle attività dell’area protetta.Ed è così che il Ministero dell’Ambiente inanni passati, all’epoca della gestione Commissarialedel Gen. Armando Bellassai, hadeciso di consegnare all’Ente Parco uno dei“battelli spazzamare” dei Cantieri Le Donnedi Gaeta, un mezzo di 8,90 metri di lunghezzafuori tutto, circa 10 tonnellate distazza e due motori entrobordo da 115 cavalliciascuno, al fine di contribuire al mantenimentodella pulizia della costa che fronteggiail Parco, attraverso la raccolta dei rifiutisolidi galleggianti.Dopo alcuni anni di rodaggio sperimentaledel servizio, gestito in collaborazione con ilpersonale OTI (Operaio Tempo Indeterminato)del Corpo Forestale dello Stato, UTBdi Fogliano, si è deciso quest’anno di implementarel’uso del mezzo, utilizzato finoad ora al di sotto delle sue potenzialità – ecomunque con rilevanti costi di manutenzionea carico dell’Ente Parco. Dopo unaenergica cura ricostituente con una profondarevisione effettuata dai Cantieri Rizzardidi Borgo Montenero che l’ha rimessoa nuovo, l’Ente sta valutando la stipula diuna convenzione con la Cooperativa Circeo1° che gestisce i servizi del Porto Turisticodi San Felice Circeo, al fine di un più continuativoutilizzo del natante per le finalitàistitutive del Parco e del Ministero dell’Ambiente.Questa sinergia positiva mette a fuoco lepotenzialità delle collaborazioni tra pubblicoe privato, per finalità d’interesse collettivo,in un periodo come questo di estremascarsità di risorse economiche.Ma questo non è l’unico mezzo navale adisposizione dell’Ente Parco. La Motovedetta“Circe 2”, che per anni ha servito colpersonale CFS sulle coste tra Circeo e Zannone,è stata restituita dall’Ente Parco alCorpo Forestale, che nel frattempo ha istituitoa Sabaudia un gruppo navale.Ma l’Ente – grazie a uno specifico finanziamentodel Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio e del Mare in seguito all’interessamentodel dott. AldoCosentino e conil supporto deldott. AntonioMaturani - si èdotato di unmezzo nuovo dizecca, un gommoned’alturacabinato Heaven34’ chiamato“Zannone”, cheil cantiere di Anziosi è aggiudicatodopo unagara pubblicanazionale. Ilmezzo, che definiregommone èriduttivo, è lungo10 metri fuoritutta e motorizzatocon due Yamaha da 300 CV ciascuno,supera i 50 nodi, e sarà utilizzato per la gestionee sorveglianza dell’Isola di Zannonee la costa del Parco, e per altri utilizzi d’interessepubblico.Il mezzo è stato inaugurato allo scorso“MedYachtFest” di Gaeta dal Ministro StefaniaPrestigiacomo, che ha anche avutol’occasione di salire in coperta, apprezzandonele dotazioni che includono tra l’altroGPS, sonar e radar.Recentemente l’Ente Parco ha anche dotato– sempre su finanziamento MATTM – ilComando Territoriale Ambiente del Parcodel CFS, competente per la sorveglianza, diun veloce gommone da 5,90 metri con motoreda 150 cavalli della ditta pugliese GruppoMare (anche qui in seguito a regolare gara)che verrà utilizzato sui laghi e lungo costaper le attività di vigilanza del territorio.Infine, è previsto l’ulteriore acquisto, ancorada realizzare nell’ambito dello stesso finanziamentodel MATTM, di altri due mezziper uso turistico o da consegnare ad altriorgani di polizia per le attività di vigilanzadi propria competenza lungo il demaniomarittimo del Parco. In quest’occasione sista studiando la possibilità di adottare sperimentalmentela propulsione ibrida per almenouno dei mezzi, magari supportata dapannelli solari, per dare un segno di forte attenzionedel Parco verso la sostenibilità ambientalein senso più generale.In questo senso l’Ente Parco evidentementesupporta l’idea, che il Comune di Sabaudiasta portando avanti, di svilupparemezzi per il turismo sostenibile alimentati apannelli solari, che possano sottolineare laqualità dell’approccio ambientale entro ilterritorio dell’area protetta.Insomma, il Parco guarda verso il mare, persviluppare la propria vocazione di conservazionedella natura, di rispetto della legalità edi promozione del turismo sostenibile. ■* Direttore Ente Parco Nazionale del Circeo


di Giuliano Tallone*Lotta agli incendiNuove autobotti per il ParcoUna nuova stagione si apre nel sistemadi lotta agli incendi boschivi e diprotezione civile sul territorio delParco Nazionale del Circeo. Lo sforzo congiuntodel Ministero Ambiente e Tutela delTerritorio e del Mare insieme alla RegioneLazio, ha, infatti, permesso di dotare l’EnteParco Nazionale del Circeo di nuove attrezzatureche permetteranno una più efficaceazione di prevenzione e spegnimento.Dal punto di vista amministrativo l’attualeorganizzazione è delineata nel Piano AntincendiBoschivi dell’Ente Parco, deliberatodal Consiglio Direttivo sulla base di uno studiodell’Università La Sapienza di Roma, eapprovato recentemente dal Ministro dell’AmbienteStefania Prestigiacomo con ilD.M. 2 aprile <strong>2010</strong>, pubblicato sulla GazzettaUfficiale della Repubblica Italiana n.125 del 31.5.<strong>2010</strong>.La Regione Lazio ha finanziato all’Ente Parcol’acquisto di due automezzi pick-up 4x4Tata con modulo Anti Incendi Boschivi da400 litri, che già dal 2008 sono stati utilizzatidal Corpo Forestale dello Stato e cheda quest’estate verranno consegnati aigruppi di protezione civile comunali di SanFelice Circeo e Sabaudia, che fanno partedel dispositivo organizzativo della ProtezioneCivile Regionale.Il Ministero dell’Ambiente – in particolare conil sostanziale impegno del dott. Aldo Cosentinoe del dott. Antonio Maturani - ha invecefinanziato all’Ente Parco l’acquisto ditre autobotti per un importo di mezzo milionedi Euro. Terminate le lunghe procedure digara e di acquisto da parte degli Uffici dell’Ente,le prime due autobotti sono state consegnateal CFS in queste settimane, e andrannoa sostituire le obsolete – ma ancoraefficienti – attrezzature già in uso al NOS (NucleoOperazioni Speciali) situato a Sabaudiain località Cerasella, in piena Foresta Demanialedel Parco. E’ stato proprio l’arrivo diquesti mezzi che consentirà di dare in uso aivolontari della protezione civile i pick-up giàin dotazione all’Ente Parco.Si tratta di due autocarri 4x4 Mercedes Unimog,all’avanguardia come mezzi fuoristrada,modello UHN 5000 (quello di punta dellacasa bavarese), con 4.350 litri di serbatoioe allestimento ABS (Anti Incendi Boschivi)della ditta Assaloni della provincia diBologna, nonché di un modello U20, il piùpiccolo della serie, con serbatoio di 2.400litri e lo stesso allestimento ABS. Entrambigli autocarri sono dotati di due pompe di cuiuna ad alta pressione, cannoncino-idrantesuperiore, verricello, due lance di spegnimentoed altre dotazioni specifiche antincendi.L’UHN 5000 in particolare è al verticenelle prestazioni fuoristrada, avendo tral’altro in dotazione sistemi sofisticati comelo sgonfiaggio e rigonfiaggio automatico deipneumatici al fine di massimizzare la trazioneanche su fondi inconsistenti comefango o sabbia. Entrambi i camion hannotra l’altro le quattro sospensioni indipendenti,con amplissima escursione, permettendodi raggiungere in pratica ogni puntodel territorio dell’area protetta.Le due grandi autobotti, che sono di proprietàdell’Ente, sono state consegnate incomodato d’uso gratuito per dieci anni alComando Regionale del CFS per il tramitedel Comando Provinciale, e verranno utilizzatedurante la stagione di massima allertaantincendi (in genere da giugno a settembre)sul territorio del Parco e nelle aree limitrofeper servizi di prevenzione e spegnimento.Per il resto dell’anno verranno usate,grazie alla loro struttura di mezzi portattrezzipiuttosto che di semplici camion, perattività di gestione della Foresta Demanialema anche, qualora sia necessario, comesupporto alle attività di protezione civile. Difatto le due autobotti vanno a sostituirequelle attualmente in dotazione al NOS pertutta la provincia di Latina, la più vecchiadelle quali risale addirittura al 1976! Il CFSdispone comunque a Cerasella anche di altrimezzi antincendio più recenti, come l’I-VECO-Magirus del 2005 con allestimentoantincendio da 1.000 litri. Il CFS-NOS disponeinoltre di un sistema di telerilevamentoad alta risoluzione, con telecamere sulPromontorio del Circeo, a Cerasella e pressoil Centro Visitatori di Sabaudia. I mezzidella Forestale vengono utilizzati da personalein divisa del NOS, ma anche da unaCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 17Aumenta la sorveglianza e la sicurezza da possibili danni alle bellezze naturaliParcoquindicina di Operai aTempo Indeterminato(OTI) dell’Ufficio TerritorialeBiodiversità diFogliano, che durantela stagione estivavengono distaccati aprestare la loro operanell’ambito della prevenzionee spegnimentoincendi boschivi.Tutto il personaledeve essere specificamenteformato eaddestrato, e dotatodei dispositivi di protezioneindividualeper prevenire eventualiincidenti sul lavoronell’ambito di questedelicate attività. Ilcoordinamento delleoperazioni di spegnimentodegli eventualiincendi che dovesseroverificarsi sul territoriodel Parco dovràinvece essere garantitoda un altro ufficiodel CFS, il CTA (ComandoTerritorialeAmbiente), che èquello specificamentecompetente per ilsupporto all’Ente Parco,dal quale dipendefunzionalmente.L’Ente Parco intendeperò collaborare non solo con il CFS in questogenere di attività, ma anche con il volontariatoorganizzato nell’ambito della ProtezioneCivile Regionale, e con le Amministrazionilocali. Per questo, tramite apposite convenzioni,come si è detto sono stati dati in uso aiGruppi Comunali di Sabaudia e San Felice duepick-up con modulo antincendi, ed è previstala collaborazione anche degli altri gruppi diProtezione Civile operanti sul territorio, in particolarel’Associazione Nazionale Carabinierisezione di Sabaudia, nonché il gruppo di BorgoVodice. Non appena sarà possibile anchecon questi gruppi verranno stese convenzionidi collaborazione, e magari saranno dotatidi nuovi mezzi acquistati dall’Ente Parco comeil terzo camion Unimog, in arrivo il prossimoinverno.Un sistema complesso quindi, che vede lacollaborazione tra l’Ente Parco, il CFS, leAmministrazioni locali, i gruppi di volontariato,la Protezione Civile Regionale e il Ministerodell’Ambiente e Tutela del Territorioe del Mare, per fare in modo che il territoriosia costantemente sorvegliato e tenutoin sicurezza, a evitare danni alle notevolissimebellezze naturali ed ecosistemi presenti,ma anche alle persone. ■* Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 18Parcodi Riccardo Copiz*Un’area di grande importanza per la conservazione della biodiversitàGli habitat di interesse comunitario nel Parco del CirceoSono sette i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) del ParcoQuarto caldo- Riparo BlancHabitat di scogliera - di gariga - di macchiamediterranea e di lecetaIl Parco Nazionale del Circeo, oltre adessere uno dei cosiddetti parchi storicid’Italia, riveste un importantissimo ruoloanche a livello europeo e mondiale. E’, infatti,un nodo fondamentale della Rete Natura2000, cioè la rete dei Siti di ImportanzaComunitaria (SIC) e delle Zone di ProtezioneSpeciale (ZPS), istituiti, rispettivamente,ai sensi delle Direttive Europee “Habitat”e “Uccelli”. Inoltre, racchiude al propriointerno ben quattro Zone Ramsar, areeumide di notevole importanza per la conservazionedegli ecosistemi acquatici e, inparticolare, degli uccelli migratori, istituite inapplicazione della Convenzione internazionaledi Ramsar (1971).Per essere definito SIC un territorio devepresentare uno o più habitat definiti “di interessecomunitario” ed elencati nell’AllegatoI della suddetta Direttiva Habitat. IlParco del Circeo ne comprende ben settedi SIC: IT6040012 “Laghi Fogliano, Monaci,Caprolace e Pantani dell’Inferno”,IT6040013 “Lago di Sabaudia”, IT6040014“Foresta Demaniale del Circeo”, IT6040016“Promontorio del Circeo (Quarto Caldo)”,IT6040017 “Promontorio del Circeo (QuartoFreddo)”, IT6040018 “Dune del Circeo”,IT6040020 “Isole di Palmarola e Zannone”.Complessivamente, nei suddetti Siti, sonoventotto gli habitat di interesse comunitariosegnalati ufficialmente, i quali sono identificatida uno specifico codice e da un titolopiù o meno breve. In pratica, sono: le lagunecostiere, le scogliere, la vegetazionedelle spiagge e dune, la vegetazione dellezone palustri presenti intorno ai laghi, lamacchia mediterranea dunale, la vegetazioneerbacea, arbustiva e forestale del Promontorio,le grotte sommerse o parzialmentesommerse, le foreste della duna antica(sia i querceti a cerro, farnetto e farniache le sugherete) e, infine, i boschi igrofili aontano nero e frassino meridionale.Recentemente, la Società Botanica Italiana,per conto del Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio e del Mare, ha redattoil “Manuale italiano di interpretazione deglihabitat della Direttiva” (consultabile al sitointernet http://vnr.unipg.it/habitat/), definendoscientificamente, e per la prima voltaa livello nazionale, quali habitat sianorealmente presenti nel nostro Paese e inquali ambienti specifici si trovino. Questo hadeterminato la necessità di rivedere alcunesegnalazioni precedentemente indicate neiSIC, un processo che in alcune regioni èstato già effettuato o avviato e che dovràessere sviluppato il prima possibile anchenel Lazio, al fine di omogeneizzare la bancadati nazionale e operare verso il concretoraggiungimento dell’applicazione dellaDirettiva europea.Per quanto riguarda i SIC del Parco Nazionaledel Circeo le modifiche riguardano sicuramentedue habitat forestali e uno dellezone umide. Nel frattempo, però, sono statisegnalati altri due nuovi habitat per il Circeo,grazie all’incremento continuo delle ri-Ammophila arenaria cerche edelle conoscenzescientifiche.N e iprossiminumeridi “CentroStorico”verrannoillustratele principalicaratteristicheecologicheela distribuzionedei singolihabitat,alfine difavorirneil riconoscimentoda parte di tutti e, quindi, la loroprotezione o il loro corretto utilizzo.Al di là delle revisioni scientifiche e di alcunepeculiarità riconoscibili solo agli specialisti diflora e vegetazione, è evidente come tuttoquanto suddetto confermi la grande importanzadel Parco del Circeo in termini di conservazionedella biodiversità, vocabolo ormaientrato nel linguaggio di tutti, anche perchél’anno in corso, il <strong>2010</strong>, è celebrato a livellomondiale quale Anno Internazionale della Biodiversità.E tutti questi habitat rappresentanoovviamente i luoghi di vita per moltissime speciedi animali, piante, funghi, licheni e alghe.Considerando che molti habitat sono ormaiscomparsi altrove, o sono piuttosto distanti dalCirceo e separati da vasti territori urbanizzatio agricoli, che rappresentano barriere insuperabili(o quasi)per moltissimiorganismi, ilParco Nazionaledel Circeoè una sortadi metaforica“Arca diNoè” che, serispettata eben governata,potrà traghettaretuttaquesta biodiversitàversoun futuro checi si augurameno ostile.■* ConsulenteLIFE dell’EnteParco


di Stefano RaimondiInizio della laicizzazione del mondo occidentaleElogio del darwinismoSono pochi i casi in cui, nella lunga ecomplessa strada intrapresa dal pensieroumano nel suo dipanarsi nel corsodei millenni, alcune scoperte scientifichehanno costituito non solo un passo importantenella ricerca diventando poi punti fermidelle nostre conoscenze attuali in determinaticampi di indagine, ma anche unarivoluzione nel modo di vedere la realtà checi circonda e di riflettere su di essa, rappresentandocosì il simbolo di una visionedel mondo che modifica radicalmente lacoscienza collettiva, l’etica tradizionale e,come tale, spesso vista come una minacciacontro tutto ciò che è considerato dogmaticamentegiusto e inviolabile.Così è stato per Albert Einstein che ci harivelato le sconcertanti verità dello spaziotemponel quale tutti noi ci muoviamo e nelcui ambito il tempo, considerato fino a quelmomento assoluto in base ai fondamentidella fisica newtoniana, appare nella suarealtà di elemento relativo, in grado di scorrerein maniera differente per i diversi osservatoriche si muovano fra loro con velocitàdiversenello spazio.Oppure proprioil nuovoruolo di questi“osservatori”del nostrom o n d o(chiunque equalunquecosa essi siano)messo inluce dalle recentiscoperteDarwinnel campodella fisicaquantistica attraverso le quali fa la sua comparsaun nuovo terreno di indagine in cui lascienza delle leggi fisiche classiche, chedominano la realtà macroscopica, sembrano,nell’universo del microscopico, prenderecontatto con il trascendente e funzionarein maniera del tutto sorprendente ed apparentementein violazione della logica edelle leggi di natura. O, ancora in altri settori,le importanti riflessioni di Karl Marxpiuttosto che di Sigmund Freud, rivoluzionariper le loro idee di allora e che oggi sembranoessere abbondantemente metabolizzatedalla società odierna dopo le numerosecontroversie che hanno entrambi generatofino alla seconda metà del ventesimosecolo.Forse però, nessuna rivoluzione del pensieroumano è stata tanto grande e dirompentecome quella messa in luce, attraversoanni di osservazioni e di riflessioni, da unnaturalista inglese nato esattamente 201anni fa, di nome Charles Robert Darwin (12febbraio 1809). Con la sua opera, frutto dianni di elaborazione anche e soprattutto ditravaglio interiore per le verità che egli andavascoprendo e che contrastavano con leproprie convinzioni di allora che erano poianche le convinzioni maggiormente diffusein tutti gli ambienti accademici e non, Darwinseparò il mondo scientifico dal mondoreligioso divenendo colui che contribuì, piùdi ogni altro singolo pensatore della storia,alla laicizzazione del mondo occidentale.Così come Galileo Galilei, sulla base delleidee Copernicane, ha tolto il Mondo dalcentro dell’universo, Charles Darwin ha toltol’uomo dal centro dell’evoluzione; così sidisse per sottolineare la portata della rivoluzionescientifica e culturale apportata dallasua opera, ed è proprio attraverso i segni,le evidenze della realtà che ci circondae le nuove scoperte in campo biomolecolare,genetico e geologico che oggi troviamoinfinite conferme alla sua teoria a 150anni dalla sua pubblicazione.E non bisogna poi andare molto lontano percercare tali conferme, basta guardarci attorno,i segni sono ovunque. Quello scrignounico di biodiversità che si chiama Parcodel Circeo che abbiamo la fortuna di ospitarea casa nostra (o meglio, nel quale noiabbiamo la fortuna di essere ospiti) ce neoffre in abbondanza.Si prenda ad esempio una delle cinque diversesituazioni ambientali che lo caratterizzanoinsieme alla foresta planiziaria, all’isoladi Zannone, al promontorio, ai laghi ezone umide e cioè l’ambiente forse più notoin quanto quello maggiormente frequentatosoprattutto durante il periodo estivo,l’ambiente dunale.L’ipotesi dell’evoluzione formulata da Darwin(o, come dovremmo dire in maniera piùcompleta, di evoluzione per selezione naturale)parte da una constatazione, e cioè dalfatto che ogni singolo individuo, appartenentead una qualsiasi specie, più vivere piùo meno a lungo a seconda del modo in cuiCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 19Come gli ambienti del Parco ci insegnano a leggere i segni dell’evoluzione in atto - 1ª parteFioritura di ZannoneCulturasi adatta all’ambiente in cui si trova a viverecosì come vivrà di più se disporrà di caratteristichefisiche più vantaggiose.Spesso, per far comprendere tale discorso,gli esempi che si portano sono quasi sempredi carattere zoologico (il famoso casodel collo della giraffa citato per l’alternativaDarwin-Lamarck, animali più abili di altrinella ricerca del cibo o nell’eludere i predatori,vista, olfatto, sensi in generale più sviluppatirispetto ad altri ecc…), ma il mondovegetale ci offre esempi altrettanto concretie convincenti che vale la pena sottolineare.Ed è proprio da questo punto che riprenderemola trattazione di questi affascinantiadattamenti nella prossima puntata,quando ci addentreremo ancor più nel sorprendentemondo della duna. ■BAR DELLA PIAZZApizza inF.lli AvaglianoP.zza IV Ottobre Tel. 0773 59717504017 B.go Montenero LT


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 20Cronaca - Sabaudiadi Graziano LanzideiSu www.anonimascrittori.it nasce una rubrica di racconti dedicata a Sabaudia“Sabaudia città aperta”Scoprire l’essenza del Parco nazionale del CirceoSabaudia è una città “raccontata” dapiù voci e attraverso tutti i mezzi di comunicazione.Dalla sua Fondazione ad oggi si sono alternatifilm, documentari, romanzi e saggiper testimoniare la bellezza di una città dall’architettura“fascista”. Fino a diventare, almenonell’immaginario collettivo, niente piùche una scenografia. Poi, per fortuna, il processodi ‘testimonianza’ o ‘memoria’ si è viavia allargato.Su YouTube è possibile vedere decine e decinedi filmati di ogni genere, dal matto localealla testimonianza di un turista toscano,ripresi con un semplice cellulare. L’occhioe l’orecchio, anche in quel marasma divideo, si soffermano su Pier Paolo Pasoliniche della versione “scenografica” della cittàforse è stato il maggior teorico.Si tratta di un filmato trasmesso il 7 Febbraio1974 all’interno della trasmissione“Pasolini e... la forma della città”. “Quantoabbiamo riso, noi intellettuali sull’architetturadi regime - racconta Pasolini, nonostantericonoscesse che Sabaudia - è unacittà a misura d’uomo”. Perché “Sabaudiaè stata creata dal regime, ma non ha nientedi fascista”. E’ il frutto della “realtà dell’Italiaprovinciale, rustica, paleoindustriale”.Quella che, secondo sempre lo stesso Pasolini,si contrappone “a quell’acculturazioneche il fascismo non è riuscito ad ottenerema che ha ottenuto il regime democratico”.“Quest’acculturazione che sta distruggendol’Italia. Il vero fascismo è il potere dellasocietà dei consumi […]”.L’Anonima Scrittori è uno dei miliardi di fruttidell’acculturazione prodotta dalla societàdei consumi di cui parla Pasolini. E oggi Sabaudia,diventata proprio negli anni ‘60 e‘70 città a vocazione turistica, sembra nonavere più quelle caratteristiche di cui parlaPasolini in quel video. Anzi, a guardarla oggi,Sabaudia sembra non aver avuto mai lecaratteristiche di cui parla Pasolini, o perlomenosembra non averle avute tutte. Sarebbebello che la Sabaudia di oggi, ma anchequella di ieri, venisse raccontata da chila vive e/o l’ha vissuta tutti i giorni o da chiha avuto modo di passarci almeno un giorno.Solo così potrà emergere il reale: gioiee dolori, rischi e vantaggi.Dietro la scenografia, insomma, c’è tantotanto altro. Ci sono le storie di Sabaudia.E’ solo attraverso la memoria collettiva –che passa spesso attraverso i racconti, oralio scritti – che si riesce ad avere un quadrocompleto, sfaccettato e complesso dellarealtà. Ed è quello che si prefigge questarubrica: Sabaudia città aperta.Aperta al confronto, al mescolarsi di esperienze,alle critiche, agli elogi, al cambiamento,alla conservazione.C’era un concorso molto partecipato, Raccontidi Sabaudia, che sfociava ogni estatein una pubblicazione della Baldini & Castoldi.Si divideva in due parti, in una c’eranoi VIP a raccontare le loro esperienze,Chiunque voglia può inviare ilproprio racconto tramite mailall’indirizzo racconti@anonimascrittori.it. Le storie più belleverranno selezionate e pubblicatesui prossimi numeri delCentro Storico.Speak OutEnglish LanguageVia del Quartiere, 2804019 Terracina (LT)PHONE/FAX 0773-709074dall’altra i perfetti sconosciuti, gli autoriemergenti.Chissà perché la parte che ci è sempresembrata più interessante è stata la seconda,meno celebrata ma più autentica.Perché Sabaudia Città Aperta, significa ancheuna Sabaudia che finalmente si riuscissea liberare dei luoghi comuni, dellevulgate e dei facili ricordi di una vita che nonc’è più. Per fortuna.frullateriainsalateriayogurteriavitaminaS. Felice CirceoP.zza Mazzini, 2tel. 366.4253798fruangela@yahoo.it■


di Veronica TecchioVirtuale e realeNon sai dove dirlo? Dillo su Facebook.Il celebre social network da qualchetempo sembra essere diventato puntodi riferimento principale delle lamentele,delle osservazioni e opinioni dei cittadini diSabaudia.Se le occasioni di confronto pubblico in cittàscarseggiano ecco che sul web la parolad’ordine diviene “partecipare”, nelle formee nei modi che il mezzo di comunicazionepermette. Taggare, commentare, postare,linkare, diventare fan e condivideresono termini che fanno parte di un vocabolarioincomprensibile o addirittura buffoagli occhi di chi non ha confidenza con larete sociale più frequentata al mondo; nonai Sabaudiani però.Negli ultimi anni si sono moltiplicate le paginededicate alla cittadina pontina: 534iscritti al gruppo che si denota come “Sabaudianisu Facebook”, ben 1251 al gruppo“Sabaudia … che passione”, cui aderiscono“tutti quelli che amano Sabaudia ...che la vivono da sempre ... che l’hanno vissutaper un anno ... un mese ... una settimana... o anche solo un giorno”. Da segnalarei “nostalgico-romantici” del gruppo“Sabaudia anni 70”, cui fa eco il gruppo“Sabaudia 1972-1983” il cui fondatore, talLallo, fa appello ai suoi coetanei: “ero militare,giocavo a calcio tornei estivi in parrocchiae altro … chi si ricorda?”.Più di 600 utenti si scambiano opinioni sulpiù frequentato e attivo dei gruppi: “Sabaudiaconsigli per l’uso”. Quest’ultimo èun forum “nato con l’intento di riunire tuttele persone che amano la città di Sabaudiae che vogliono in qualche modo parteciparea migliorarla, non necessariamente impegnandosiin prima persona nella vita politicae amministrativa, ma semplicementeesprimendo la propria opinione in discussionipubbliche” come riporta la descrizione.“…Mettendo a disposizione qualche conoscenzao capacità personale, facendoconoscere agli altri questo gruppo, discutendoe documentando siamo certi di poterdare un contributo positivo”. Simili gliobiettivi di “Quelli che vorrebbero una Sabaudiamigliore” che s’impegna nel “darevoce a tutti i giovani di Sabaudia che vorrebberouna Sabaudia migliore, una cittàche diventi fucina d’idee e progetti volta allosviluppo del tessuto socio-economicodel territorio”.Si discute su Facebook o almeno ci si prova.Si aderisce, si clicca sul “mi piace”, sifa circolare consenso e sostegno alle cause,si pubblicano foto e video di denuncia.Insomma ci si aggrega virtualmente intornoa un argomento di comune interesse. E’uno strumento di sensibilizzazione che arriva,grazie all’informalità e alla facilità concui si possono far girare le informazioni, anchea chi normalmente non si cura di temid’importanza collettiva.Nel complesso gruppi più o meno ampi affrontanoin modo più o meno serio que-CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 21Cronaca - SabaudiaL’attivismo cittadino a Sabaudia tra web e realtàUn invito a visitare e iscriversi al gruppo “Sabaudia su Facebook”stioni di vitaleimportanza peril territorio. C’èogni genere dipresenza,sfaccettatura osfumatura diSabaudia chesi confermacosì una cittàdai mille volti:c’è chi la apprezzacometurista, chi lafrequenta perlavoro o vi hafatto il militare,chi ci vive; ci sono le pagine degli esercizicommerciali, degli studenti, dei partiti politicie delle associazioni. Ci sono gruppi dicomitati che avanzano istanze insieme agliamici dei falò estivi che si ritrovano dopotanti anni; il tutto per un totale di ben 475risultati di ricerca nella sezione Facebookdedicata ai gruppi.Anche le tematiche relative al Parco Nazionaledel Circeo non sono esenti, anzi sembraproprio che il sostegno all’area protettasi serva del passaparola telematico perradunare i suoi estimatori.L’ultimo nato in ordine cronologico, il gruppodegli “Amici del Parco Nazionale del Circeo”nei primi due giorni di vita ha raccoltopiù di mille iscrizioni e si attesta, mentrescrivo, a quasi 2000 sostenitori. Già in 1130supportavano il gruppo orientato alla difesadel Lago di Paola dalla “connivenza trapolitici locali e imprenditori senza scrupoli”che, sotto l’ombra della criminalità organizzatapresente sul territorio, mirano a trasformarein un porto un bacino lacustre atutela integrale.La facilità con cui si accede a internet e ilprogressivo venir meno del digital divided,permette di far sentire tramite i social networksla propriavoce in modosemplice e - perché no - divertente.Non è mia intenzione analizzarequi le peculiarità delle comunitàvirtuali rispetto a quelle incarne e ossa; ciò che mi premeevidenziare è come questa vitalitàche passa per il web sia comunqueun segnale di fermentoche non andrebbe ignorato specialmentequando, nella vita realedella città, le occasioni di veroe costruttivo dibattito languono.L’associazionismo, ad esempio,tradizionale canale di promozionesociale, vive a Sabaudiagrazie all’iniziativa gratuita dipochi “romantici”. E di certonon aiuta la scarsa attenzione che la giuntapone nei riguardi delle poche iniziativevolte a dare impulso alla discussione pubblicasui problemi della città (forum, coordinamenticittadini e comitati).A Sabaudia è spesso accaduto che interessimolto grandi e legati a pochi ma potentipersonaggi abbiano viziato gli orientamentidella discussione intorno ai problemidel territorio, diffondendo disinformazionee favorendo pregiudizi di fondonei confronti di tematiche complesse e delicate.Ciò non è accaduto e sembra nonaccadere sul web, luogo per antonomasiain cui prolifera l’informazione libera e alternativa.Mi chiedo se il passaggio dalla mobilitazionesu Facebook a quella reale esista. Inalcuni casi (vedasi il No B Day) i bloggerhanno saputo dare prova delle potenzialitàdel buzz (letteralmente “ronzio, passaparola”).A Sabaudia chi ha voglia di parlare e di“dissentire” c’è. Mi domando se l’I carevirtuale non riesca in un futuro prossimo amaterializzarsi fisicamente in nomi, volti evoci di una cittadinanza concretamentepiù attiva. ■


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 22Culturadi Rubino CinquegranelliCosì scriveva OmeroLa Maga Circe? Una escort di lusso al servizio di Dei e NavigatoriDov’è la spiaggia sulla quale approdaronoUlisse e i suoi compagni? Edove la “vedetta di rupi” dalla qualeil navigatore greco scorse “il fumo levarsidalla dimora di Circe”? Dove “i sacri burroni”?Le risposte a queste ed altre domandedel mito omerico sono in un raggio dipoche centinaia di metri. L’approdo è laspiaggetta di Torre Paola riparata dall’estremitàoccidentale del promontorio,mentre la dimora di Circe, dove vennero accoltiUlisse e i suoi compagni, è a una mezz’oradi cammino, sul picco più alto delmonte e a pochi passi dal mare varie radure,da una delle quali Ulisse abbracciò la visionedell’isola Eéa “ dopo aver cacciato ilcervo e attraversato l’alta macchia mediterraneainebriato dagli aromi del mirto, delrosmarino e del ginepro marino. O erano gliincantesimi della maga Circe che cominciavanoa produrre i primi effetti? Leggiamodall’Odissea i punti salienti dello sbarco diUlisse e dei suoi compagni (vedi riquadroaccanto).Una natura selvaggia ed un mare che possiamoimmaginare fecero dunque da corniceall’incontro di Ulisse con la maga Circe;difficile pensare ad uno scenario miglioreper una storia d’amore antica quanto ilmondo, simbolo di uno slancio irrefrenabiletra un errabondo marinaio di Itaca e unaEcco, ed all’isola Eéa giungemmo, ove Circe abitava,Circe dai riccioli belli, la Diva possente canora,ch’era sorella d’Eeta, signore di mente feroce.Erano entrambi nati dal Sole che illumina il mondo,fu madre loro Perse, di Perse fu Oceano padre.Qui, su la spiaggia del mare, spingemmo in silenzio la nave,dentro un sicuro porto, che un Dio sopraggiunse a guidarci:qui, dalla nave usciti, due giorni giacemmo e due notti,che ci rodeva il cuore stanchezza commista a cordoglio.Quando la terza giornata, però, l’alba ricciola schiuse,io, la zagaglia presa con me, preso il ferro affilato,velocemente mossi dal legno, a scoprire d’intorno,se mai tracce vedessi di campi, se udissi una voce.E sopra un’alta asceso vedetta di rupi, ivi stetti:ed ampie strade scorsi di là, vidi un fumo levarsidalla dimora di Circe, tra dense boscaglie e tra selve.Subito ch’ebbi visto quel fumo con quelle faville,prima l’idea mi venne d’andare, di chieder novelle:ma, ripensandoci poi, mi parve che meglio sarebbeeh ‘io prima andassi al legno veloce e ala riva del mare,cibassi i miei compagni, li mandassi a chieder novelle.l35 -155)Or, quando giunto ero già vicino alla rapida nave,solo coi tristi pensieri, di me compassione ebbe un Nume,che sulla stessa mia strada sospinse un cornigero cervo,grande, che al fiume scendeva, dai paschi silvestri, per bere,come l’aveva sospinto la furia cocente del sole.Proprio mentre egli usciva, nel mezzo del dorso, alla spinaIo lo colpii: lo passò la zagaglia di bronzo fuor fuori.Giù nella polvere cadde mugghiando, volò via lo spirto...(Odissea X, 157 -164)splendida, immortaledonnagiunta finoalle rive delpromontoriosul cocchiodel padre Elio,dio del Sole.Ulisse e Circe,amanti pereccellenza.Lei regina dellearti magiche,colei cheincantò perfinoZeus rimanestregata dall’amore per Ulisse, un uomoche tutto ha visto e subito, lacerato tra unimmenso desiderio di avventura e una bruciantenostalgia per la moglie lontana e lapatria perduta. L’incontro con la donna avvieneil giorno dopo che Ulisse scorge il fumolevarsi dalla sommità del monte. Di primomattino l’astuto navigatore greco divideil suo equipaggio in due gruppi, uno guidatoda lui stesso e il secondo, di ventidueuomini, da Euriloco e toccherà a lui e ai suoicompagni mettersi in marcia per primi allavolta della dimora di Circe. ■(continua nel prossimo numero)L’uso della canoa per visitare le grotteIl 30 agosto 2009è venuto inaspettatamenteamancare il socio eamico Pier VincenzoMarinelli.Volendolo ricordareai lettori tutti, ma soprattuttoa quelli chelo hanno conosciuto,apprezzandone, comeme, la bonomia la cordialità la signorilitàe la passione per lo sport e in genere perla vita sana a contatto della natura, pubblicovolentieri una sua lettera, consegnatamia mano solo pochi giorni prima del decesso.Rileggendola ho trovato la sua idea e propostaancora estremamente valida e realizzabile.(Alessandro Cresti)Caro Direttore,voglio innanzi tutto congratularmi per la faticanel ricordare nel tuo giornale le originie le bellezze antiche del Circeo, che altrimentirischiano di finire sotto cumuli d’interessipersonali o di menefreghismo.Tra queste bellezze voglio ricordarne unache mi lasciò senza fiato, cinquanta anni faquando per la prima volta, partendo con uncanottino di gomma dalla zona del porto(allora inesistente), mi addentrai verso il promontorioe le prime grotte che vi s’incontrano(grotta Azzuzza, delle Capre, dell’Impiccatoe del Fossellone) la mattina presto,quando spesso il mare è una tavola e i richiamidelle rondini dentro le grotte suscitavanoun senso di grande ammirazione.Questa indelebile sensazione mi spinse, dopoventicinque anni, ad acquistare una canoacon la quale, insieme con uno dei mieifigli, a turno, ho potuto prolungare molto ilraggio di azione fino ad arrivare, talvolta,addirittura a Torre Paola, scoprendo tantealtre grotte e in alcuni casi, entrando doveera impossibile con altre imbarcazioni (naturalmenteaccertandoci che le condizionidel mare non potessero riservarci bruttesorprese).Alla luce di queste esperienze, che duranotuttora nonostante io abbia raggiunto la settantina,insieme con un amico che sopperisceall’inevitabile riduzione delle mie forze,vengo a proporre un’iniziativa che speropossa rilanciare, in un ambiente ancoracosì incantevole, un agevole uso della canoa,qui assai poco conosciuta e praticatanella falsa opinione che il suo uso sia faticoso,mentre pagaiando in modo lungo elento si ha solo un beneficio per la salute,senza fatica.L’iniziativa, che potrebbe essere portataavanti ad esempio attraverso la Pro Loco,data la sua indubbia portata promozionale,consiste in un noleggio di canoe, di usomolto sicuro, presso la spiaggetta del porto,punto di partenza più vicino al promontorio,che potrebbe essere affidato, insiemealla loro guardiania e alle decisioni di affidarele canoe in base allo stato del mare, apersonale del luogo, sottraendolo in partealla funzione di esattore dei parcheggi a pagamento,spesso causa di avversione daparte degli utenti estivi.Le canoe, inoltre, dato il loro numero ridotto,potrebbero essere impilate all’inizio delladiga frangiflutti, nella parte prospicientealla spiaggetta del porto.Naturalmente l’iniziativa dovrebbe esseresupportata da una campagna promozionale,data la scarsa familiarità del pubblicocon l’argomento. Tale campagna potrebbeiniziare con una raccolta di firme daparte del tuo giornale, visto anche il successoconseguito con la raccolta di firmeper le piste ciclabili, che ha contribuito alconcreto inizio della pista da La Cona aMezzomonte.Cari salutiPier Vincenzo Marinelli


di Tiziano CoatiPersonaggio al quale è dedicata una piazza a San Felice CirceoNei pressi della terrazza del centrostorico esiste una piazzetta-parcheggiointitolata ad Aleardo Aleardi.Nei miei soggiorni ricorrenti, mi chiesicosa legasse il Circeo al poeta, molto notoa Verona (gli è dedicato un ponte sull’Adige,e un monumento di buon pregionel cuore cittadino, a lato del decumanoche attraversa Porta Borsari).Intervistando informalmente diversi sanfelicianiho cercato di scoprire cosa suscitasseper loro tale nome, realizzando cosìche un numero assai limitato ne avevaun’idea corretta: “Aleardi, chi era costui ?”E’ presto detto: battezzato col nome diGaetano Maria, analogamente a Foscolo,preferì chiamarsi Aleardo, fu poeta e patriotarisorgimentale (Verona 1812-1878) escrisse nei “Canti” (Firenze 1856) una celebrelirica: “Il Monte Circello”.In verità si tratta di un poeta minore, le cuiopere sono reperibili con difficoltà nelle bibliotechedi oggi (l’opera omnia é alla BibliotecaNazionale di Roma e naturalmentein diverse altre di Verona), ma, contrariamenteal detto latino, riuscì a essereprofeta in patria, acquisendo in vita un discretosuccesso sia locale che nazionale.In un secolo schizofrenico nei cambiamentipolitico-amministrativi, senza far unpasso dalla casa natale, si ritrovò inizialmentecittadino francese, poi della RepubblicaSerenissima, dell’Impero Austro-Ungarico e infine del Regno d’Italia. Appassionatofautore della rivolta anti-austriaca,partecipò ai moti risorgimentali del1848, e ricoprì la carica di inviato da Manina Parigi per la Repubblica di Venezia;arrestato nel 1852 subì ripetute condannepenali (prima a Mantova nello stesso anno,e una successiva nel giugno 1859, chelo condusse alla detenzione nel carcere diJosephstadt - Boemia) da ascrivere allasua attività patriottica durante le vicendedella guerra tra Austria e Piemonte. Nel1864 divenne insegnante di estetica e storiadell’arte a Firenze (lo ricorda una lapidedel 1919 in Piazza Indipendenza) e fueletto prima deputato, poi senatore, stabilendosia Roma. Come detto godette diuna certa notorietà, soprattutto con lapubblicazione di “Lettere a Maria” del1846, ottenendo recensioni pregevoli alternatepoi a fatali stroncature (Imbriani,Carducci, Ciampoli) ove ricorre l’accusa diplagio delle tradizioni latine.In un periodo di transizione romantica, BenedettoCroce ne rivalutò l’opera almenoin parte nonostante risultasse costellatada evidenti incertezze tra classicismo erealismo.Roma e la sua campagna costituivanometa obbligata per la gioventù nobile eborghese del settentrione e Aleardi ne rimaseaffascinato nel suo primo viaggio nel1840.Più che una Roma delle rovine, modestacittà papale, l’interesse si concentrò sullaCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 23Aleardo Aleardi poeta dell’800Autore della celebre lirica “Il Monte Circello”Aleardo AleardiCulturacampagna romana, ove Circeo, picco trale paludi pontine, svettava come isolaomerica.Il paesaggio tra Tivoli e Terracina era disseminatoda imponenti vestigia della gloriapassata di Roma, in un territorio poveroe scarsamente abitato. Era una sicurafonte ispiratrice importante, tra torri e castelli,avvolti in orribili storie, macchia mediterranea,palude, fauna selvaggia, bufalie cinghiali su cui aleggiava una permeantearia di morte.Il poema “La campagna di Roma” è compostodi sette sezioni, elaborate dal poetain tempi successivi più volte, fino a diventarenel 1856 “Il Monte Circello” e nel1863 “Accanto a Roma”.La lirica incontra una Circe, figlia del Sole,più ovidiana che omerica con tratti dellanipote Medea, figlia del fratello di CirceEèta, e caratteristici nelle dame di Petronioe Giovenale.Aleardi si rifugia nella grotta della magaper ripararsi da un’improvvisa tempestamarina. Nell’antro viene rapito dalla bellezzae maestosità dell’opera di Dio e dellanatura e, assistendo allo spettacolo dellatempesta, si lancia verso dimensioni perennipur consapevole della propria fragilitàmortale: “Finirà il mondo, ma non avràfine la mia vita. Da tutto ciò, grandiosità eviolenza e meraviglia, tristezza e orgoglio,spirito immortale in corpo mortale, nasce,nelle anime disposte a tale grazia, la poesia.”Sulla vetta incontra Omero, sulle vestigiadel tempio arcaico, che esorta “Fuggite daCirce”. E’ un gioco dell’inconscio: la schiavitùdei sensi eccita il peggio dell’umano,bramosie, compromessi e viltà con conseguentedecadenza e caduta dei popoli.Aleardi non si riferisce qui a Roma ma allanascente Italia repressa nel 1821 e 1831con esilii, prigionie e morti.Dalla vetta il poeta vede con gli occhi diUlisse, tremila anni prima: la grande pianura,l’ampio arco di costa fino ad Anzioe quello minore verso Terracina, luoghi alloraprivi di storia all’approdo di Odisseoe ora invece ricolmi.Terre che appaiono ancora spopolate,tranne i butteri con le loro mandrie di bufalee la transumanza dei mietitori chescendono d’estate nella palude e ne risalgonoin autunno, assottigliati dalla malariaverso Ausoni e Lepini.Le paludi della Morte, che arricchisce padroniignoti, il castello del Tradimento(Corradino in Torre Astura), i pescatori diTerracina, Caligola e Nerone in Anzio: storietragiche, faticose e umili vite in terra latina,un tempo degli Eroi e ora della Croce.E dagli eroi discende questa virile stirpe dimandriani, chissà se ne rinasceranno degliEroi? Per il poeta, irredentista, è unaconcreta speranza nonostante la minacciaquotidiana della forca.E’ indubbio il fatto che abbia potuto scorgerePomezia dal Circeo, dopo l’aria tersadella tempesta o l’abbia invece vistadurante la navigazione lungo il Tirreno.L’impressione è che l’Aleardi abbia avutoun contatto col Circeo mediato dalla distanzadella palude e che lo abbia descrittosu basi ideali. Non si hanno notizieche il poeta abbia raggiunto il paese di allora;i collegamenti non erano certo agevolima è altresì un’ipotesi da non escludere.Anzi, sarebbe forse bello immaginarseloassorto nel Centro Storico, a ridosso dellaPiazza che gli sarà dedicata, a scrutarel’orizzonte verso Anxur e Gaeta.Di sconcertante attualità, al verso 432Aleardo recita:“Ma il Dio di Paolo, di mia madre e mio,non fuggirà mai dalla terra. Bada,O Vaticano, che da te non fugga!”Certamente non si tratta di un autore facileoggi, soprattutto per i nostri ragazzi“tecnologici” ma, data l’impronta storicalasciata, sarebbe auspicabile che le bibliotechelocali avessero a catalogo almenoalcune sue opere da poter consultare.A Latina, capoluogo, che vanta una scuolaintitolata al poeta, la biblioteca comunalenon dispone di alcun testo collegatodirettamente o indirettamente all’Aleardi.D’altronde, visto che il prestito è consentitoin ambito ristretto ai soli residenti nelcomune, chi volesse approfondire dovràcercare altrove.Potrebbe essere qualificante per la disattentaAmministrazione sanfeliciana, promuovereopportune iniziative per valorizzaree ricordare un comunque illustre visitatoredel passato.■


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 24Culturadi Alessandra LombardiOrme cinematografiche nella provincia di LatinaSabaudia “la duna” del cinema“Scipione l’Africano” primo film girato a Sabaudia nel 1937Sembra surreale pensare che mitici filmcome “Ben Hur” o “Per grazia ricevuta”siano stati girati a due passi dal nostroportone di casa. Si pensa subito che questecose possono accadere, o meglio accadono,in città come Roma, Milano, Napoli, pullulantidi artisti e scenografie naturali e si rimanemeravigliati quando si apprende che ciò avvieneanche in una città giovanissima storicamentee culturalmente come Latina, nata nel1932. I suoi comuni limitrofi spesso sono sceltidalle produzioni cinematografiche italiane estraniere e Sabaudia è la meta preferita.E’ cosa risaputa che intorno agli anni ’60 Sabaudiadivenne meta di soggiorno per artisti eintellettuali e ancor più oggi sulle sue spiaggesi possono incontrare i famosi volti del cinemae della televisione; ma forse non tutti sannoche Sabaudia solo tre anni dopo la sua nascita,avvenuta nel 1934 per opera del regimefascista, fu scelta come set cinematografico;il primo film fu “Scipione l’Africano” di C. Gallonenel 1937.Le riprese furono effettuate a Sabaudia e a Itrie fu un kolossal fortemente voluto da Mussolini,che però, non ne fu entusiasta. Comunqueil film vinse il festival di Venezia.Durante la seconda guerra mondiale venne giratonel 1941, a Sabaudia e sul Monte Circeo,“I pirati della Malesia” di E. Guazzoni.Finita la guerra, l’Italia si aprì al cinema americanoe il primo film straniero girato in Italia eprecisamente a Terracina fu “Il principe delleVolpi” con Orson Wells e Tyron Power.Poi seguirono: “Prince of Foxes” di H. King,anch’esso girato nel 1949 a Terracina; “Il tirannodi Siracusa” di Bernhardt girato nel 1962a Gaeta e a Terracina e nel 1959 le truppehollywoodiane decisero di produrre il kolossal“Ben Hur” di W. Wyler, ovvero la pellicola piùcostosa del dopoguerra. Proprio sotto le palmedi Fogliano Charlton Heston girò una lungasequenza di questo mitico film vincitore diben 11 oscar. Nel frattempo i più famosi registiitaliani seguirono l’esempio americano eSabaudia divenne nel 1961 il set di “Divorzioall’italiana” di P. Germi mentre Formia e Minturnodivennero il set di “Totò terzo uomo” diM. Mattoli nel 1951 e di “Totò truffa” di Mastrocinquenel 1962. Itri fu il set cinematograficodi uno dei film italiani più sensazionali “Laciociara” di V. De Sica nel 1960 e sempre a Itrifu girato, nel 1962, “I due nemici” di G. Hamilton.Avvicinandoci alla cinematografia contemporaneapossiamo vedere, nel 1973, loStadio Domenico Francioni si trasforma, comeper magia, in un campo nazista della 2°guerra mondiale per una sequenza del film“Polvere di stelle” di A. Sordi, protagonista nel1969 a Sabaudia di “Amore mio aiutami”.Sempre nel 1969 Ponza fece da scenario al famosofilm “Satyricon” di F. Fellini mentre N.Manfredi, per girare “Per grazia ricevuta” scelseScauri, dove aveva una villa.Più ci avviciniamo al nostro decennio più ci sipuò rendere conto che tutto il territorio di Latina,e soprattutto Sabaudia, diventa una verae propria location cinematografica e i set sulnostro territorio si moltiplicano.Infatti, nel 1983 M. Ferreri gira a Latina, Pontiniae Sabaudia il suo film “La storia di Piera”;nel 1988 C. Verdone “Compagni di scuola”; M.Bolognini “La villa del venerdì” tratto da un raccontodi A. Moravia del 1990 e nel 1997 P. Weilama Latina e Sermoneta il film “Roseanna’sGrove”. Dal 2000 a oggi inoltre nell’agro pontinosi è intensificato il fiorire di set cinematograficicon “Non ti muovere” di S. Castellittogirato a Sabaudia nel 2004; “Orgoglio” di Serafinigirato a Terracina e a Fogliano nel 2004;“Commediasexy” di A. D’Alatri girato a Latinanel 2006; “Romanzo criminale” di M. Placidogirato nel 2005 a San Felice Circeo, dove vennegirato anche “Rino Gaetano ... ma il cielo èsempre più blu” di M. Turco nel 2006.Sabaudia fu set anche di: “L’amico di famiglia”di Sorrentino, girato anche a Latina, nel 2006;“Il Caimano” di N. Moretti nel 2006; “Il mio migliornemico” di C. Verdone nel 2006 e il recentissimofilm di M. Filiberti “Il compleanno”,che racconta storie intrecciate di verità nascostecon A. Gasmann. Certo in alcuni filmle ambientazioni pontine sono riconoscibili e inaltri no ma Latina e il suo territorio circostantesono da sempre stati un set cinematografico.In particolar modo Sabaudia è degna diun centro artistico mitteleuropeo e internazionaleperché l’arte cinematografica si è intersecatanella storia della città fin dalla sua nascita,determinando il suo legame con il doratomondo onirico del cinema, lasciando ormedi sé anche a Hollywood. ■di Veronica TecchioIn giarDinoIn giardino, da Dino ovviamente.Il gioco di parole non accosta solo unasimpatica assonanza ma mescola lesensazioni tattili della brezza estiva, dei profumie dei suoni di un bellissimo giardinocon i colori delle tele dell’artista che lo apreal pubblico. Giunge al suo secondo anno larassegna culturale che dà la possibilità adartisti di ogni provenienza di intrecciare leloro esperienze in libere e originali performance.Percorsi culturali vicini e lontani siincrociano e dialogano nel fresco prato diDino Catalano, originale pittore nonché autenticomecenate sabaudiano.Uno spazio per viver l’arte del racconto intutte le sue forme, recita la locandina dell’eventoe le forme che prenderanno vitanella calura di agosto saranno frutto dellacontaminazione di teatro, letteratura, architettura,fotografia, cinema, poesia, pittura,scultura e perfino filosofia.Dopo il successo degli appuntamenti di luglio,ad agosto ilgiardino Catalano saràaperto il 7, 14, 21 e 28. La piccolaoasi culturale, frutto anche dell’organizzazionedell’associazione “La zattera”, si trovaa Sabaudia in via Principessa Ludovica10 a pochi passi dalla traversa che porta alsantuario di Santa Maria della Sorresca.L’ingresso è libero, l’ambiente cordiale e informale;il fresco e la possibilità di trascorrereuna piacevole serata lontana dal trambustodel centro sono assicurati per tutti ipartecipanti. ■“Il Centro Storico” vi dà il benvenutopresso www.sanfelicecirceo.infoil nuovo Sito web dell’Associazioneculturale. In linea con i più modernisistemi di informazione, il sitovuole essere punto d’incontro ancheon-line su cronaca, storia, leggendee curiosità del territorio del Circeo.Il sito è attualmente in corso di allestimentoe vogliamo scusarci perqualsiasi disagio si possa avere nellasua fruizione.


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 25Cronaca - Personaggi tipicidi Micol TuadiScambio di idee tra due giovani diplomatiDialogo sul futuroProprio adesso che si è finito il liceo, ci siritrova a pensare e a progettare l’intero restodella propria vita. Si conclude un cicloe ne inizia uno nuovo completamente diversoche condizionerà tutti gli eventi futuri. Cisi inizia a porre significativi interrogativi: Qualesarà la mia professione? Qual è la mia verapassione? Cosa scelgo tra la passione e il lavorosicuro? Dovrò andare a vivere fuori dall’Italiaper riuscire a lavorare? Principalmentesono queste le domande che si pongono i giovaniappena diplomati, nessuno escluso. Sicerca di conciliare infatti la “felicità” e la soddisfazionedello studio, con la prospettiva di unlavoro sicuro. Ma questo è molto difficile, perchéspesso le passioni non garantiscono unimpiego, rischiando di rimanere disoccupatinonostante gli anni di studio e di sacrificio. Inpiù c’è la preoccupazione di non pesare, almenoeconomicamente, sulle spalle dei genitorie dei familiari, ed essere più indipendentipossibili, ma sembrano tutte idee e sogni con“le ali tagliate”, perciò ho deciso di intervistareun mio amico P., mio coetaneo, che condividei miei stessi interrogativi, ha i miei stessidubbi, ma come me ha ancora voglia di sognare,anche se adesso sembra impossibile estupido. Ho voluto porgli delle domande dirette,così come vengono a me quando riflettosul mio futuro.“Adesso che ti sei diplomato hai intenzionedi proseguire gli studi o pensi di cercarelavoro?”“Penso di proseguire gli studi, anche se saràmolto difficile perché a casa siamo più fratellie per i miei genitori mantenerci tutti è un gransacrificio, nonostante abbiano due stipendi.Quindi cercherò di fare del mio meglio e diprendere la borsa di studio per contribuire almenoun po’ alla spesa delle tasse universitarie,e soprattutto cercherò di non perdere tempoed esami,più mi sbrigo meglio è. Se voglioIl luogo dove abitavo si chiamava Cisternola,prendeva invece il nome di Cisterninavicino all’attuale scuola Artiglieria. La capannadi mattone era tutta intorno recintata,con un grande spazio verde e piante di gelso;dodici “rovazzoli” (letti) occupavano all’internoquasi tutto lo spazio. Iniziai la scuola a Cocuzza,“ievo ogni mattina a cavallo dello «ciuccio»e ritornavo nel pomeriggio. Il maestro venivada Sezze e si chiamava Benda; soremanon veniva a scuola perché attraversare il boscoper lei poteva essere pericoloso. Ogni giorno,all’uscita da scuola, passavo vicino alla casadella famiglia Maria Spagnoli, e quando sopraggiungevanoi temporali, dormivo nella lorocapanna perché i viottoli diventavanosdrucciolevoli per il troppo fango. Spessomangiavo il pane che Maria impastava, mettevanel “panistello” e andava a cuocere nellavorare adesso, con il diploma non ci faccionulla.. Non si fa niente con la laurea, figurati solocon il diploma!”“Cosa pensi di studiare all’università?”“In realtà la mia passione sarebbe filosofia..““Ma?”“Ma non posso… Cosa faccio dopo? Sì inrealtà potrei lavorare nelle aziende, o potreiscrivere libri, ma mi sembra una prospettivamolto vaga, soprattutto ora.”“Perché?”“Perché non c’è lavoro per nessuno. Stannofacendo tagli ovunque, la gente non mangia,che se ne fanno di un filosofo?”“Quindi abbandoni la tua passione?”“Sì. Provo a entrare a Farmacia.. Poi si vedrà.”“Poi si vedrà significa che ad oggi non hainessun progetto sul futuro?”“E’ rischioso fare progetti sul futuro e ionon voglio vivere di stenti, a costo di abbandonareuna cosa che in realtà mi piacedavvero tanto.”“E questo ti sembra giusto?”“Non so se è giusto o sbagliato, so solo chesono costretto a fare questa scelta.”“Secondo te, la società in genere da il giustospazio alla gioventù di oggi che ha intenzionedi entrare nel mondo del lavoro?”“Assolutamente no. In quanto nessuno si curaDAVVERO del nostro futuro, dei nostri progetti,dei nostri sogni. Siamo voci mute… Tuttii nostri progetti rimangono a stagnare, o comunquea nessuno interessa quello che vogliofare REALMENTE, capito? Per questo la ricercanon viene finanziata, si fanno i tagli allescuole, alle università.. A nessuno interessadella nostra educazione e della nostra formazione,anche se noi siamo i cittadini futuri, coloroche decideranno le sorti del Paese. Almeno“formalmente” . Ecco perché la maggiorparte dei giovani va via dalle proprie città. ““Perché all’estero vengono ascoltati?”di Maria Pia MambroC’era la mia capanna…poi… la scuola artiglieria“Perché all’estero vengono ascoltati e valutatiper le loro competenze, come magari nonfanno qui, perdendo molta gente valida.”“Paura del futuro quindi?”“Sì. Paura di essere infelice. Paura di sbagliarescelta. Già decidere è difficile.. In una società“in decadenza” come la nostra la pauraè ancora maggiore. ““Grazie.”“E di che.” Questa è una semplice conversazioneriportata su carta fra due giovani italianiqualsiasi. Noi giovani, quindi, dobbiamo rimboccarcile maniche e darci da fare, facendoanche la difficile scelta tra passione e lavoropiù o meno sicuro. Ma quello che mi auguromaggiormente è che questi giovani di oggi, invisibilie pieni di energia, vengano “guardati” enon solo “visti”, e “ascoltati” e non solo “sentiti”perché sono la colonna portante sulla qualel’intera società dovrebbe contare. In particolarevorrei sottolineare la situazione di Sabaudia.La difficoltà della scelta aumenta, inquanto nel nostro comune forse c’è pocoascolto; chi ci rappresenta dà poco peso all’educazionee alla formazione culturale, e siamocostretti necessariamente a spostarci percontinuare gli studi. Ma la cosa più grave nonè tanto l’assenza di strutture universitarie mala mancanza di stimoli. Sarebbe interessante,per esempio, se ci fosse un centro culturaleadibito alla preparazione specifica di ogni ragazzocon delle persone a disposizione perfarci crescere e arricchire e colmare le nostrecuriosità e passioni al di fuori dell’ambito scolastico.Un centro di ritrovo che vada al di là di ludotechee iniziative di tipo politico. Bisognerebbeavere più cura della mente dei giovani e nonsolo della loro immagine di plastica di pseudocittadini. La nostra mente deve essere attiva epreparata per essere cittadini attivi e non passivi.■forno a Cocuzza. L’acqua da bere veniva presanel pozzo che affaccia sul lago, di fronte alponte che porta alla Scuola Artiglieria; le acquedel lago arrivavano fino all’attuale casadella famiglia Anelli. Il cibo non era cattivo perchési mangiava la carne di maiale e di bufala;con il latte si preparava la ricotta nel grande“callarone” di rame. Non avevamo soldi percomprare i vestiti e ricorrevamo allo scambiodei nostri prodotti: formaggio, latte, uova, caciocavallo, palombelle (piccioni), con pantalonialla zuava, stivali con speroni, gonne che gliambulanti con il carretto e il somaro portavanodi casa in casa. Per illuminare la capanna costruivamole candele usando il grasso deglianimali. I mercanti venivano da Terracina e daPriverno a comprare i bufali e i vannini (cavalligiovani) oppure mio padre andava a venderlialla fiera di questi paesi. I cavalli pascolavanoliberamente e se ne trovavano in quantità.Il latte veniva portato a Fossanova al caseificio“Di Nora” e trasportato sulla vignarola, uncarretto di dimensioni grandi rispetto a quelloche usavamo quando andavamo a messa allachiesetta di S. Andrea. Ogni Domenica infattiveniva un sacerdote da Terracina a celebraree ricordo l’altare col crocefisso e i dipintisulle pareti. Tutte le mattine un certo Masi,lontano parente, portava le pillole gialle, il chinino,che dovevamo prendere regolarmentespecie in estate quando la mia famiglia, al contrariodi molte altre, non lasciava la palude pertornare a Priverno. Spesso veniva CostanzoCiano per andare a caccia nei tumuleti; io loaccompagnavo ma un giorno scoprii che il fucileche davano a me aveva le cartuccie senzapiombo. Avevo costruito da solo la radio eascoltavo Rabagliati che cantava “Giovinezza”.Poi partii per la guerra d’Africa, fui presoprigioniero a Tunisi e rimasi per tre anni neicampi di prigionia con gli inglesi ad Algeri.Quando tornai feci il meccanico da Capodilupoe ricordo che spesso aggiustavo la macchinadel Dott. Giuseppe Manno che viaggiavasu una “14”. ■da: SABAUDIAimmagini della memoria


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 26Libridi AndreaLetture estiveCanali pieni di storieDue libri da non perdereCome annunciatovi quattro mesi fa, ilfamigerato premio “Strega” quest’anno,per la quarta volta di fila se lo èaggiudicato Mondadori con l’opera di quel“cispadano” eretico che risponde al nomedi Antonio Pennacchi. Vittoria sul filo del rasoio,cinque voti di distacco dall’“Acciaio”della Vallone e conseguente pletora di giudizie voci sul reale valore del libro.Questa volta però il Pennacchi vince a manibasse contro un’opera prima direi abbastanzaacerba, trita e l’inquietante “Hannotutti ragione” di Sorrentino, l’apprezzato registadel “Divo”.Per rinnovare la tradizione dello “Strega”,chi il critico lo fa di mestiere ha dato all’operaun giudizio prettamente politico edeventualmente letterario attribuendone ilsuccesso a un intervento del premier.Anche qui qualcosa di vero forse c’è ma rimaneil fatto che Mondadori ha creduto pocoin Antonio che è riuscito comunque avincere. E ora avanti con il “Campiello” chesi gioca in casa!Nel frattempo se n’è andato anche don JoséSaramago lasciando nella letteratura unvuoto che il suo flusso costante di parole eidee non colmeranno più. Caino è stato ilsuo congedo dal mondo affrontato e analizzatonella precedente recensione.Veniamo finalmente a noi, iniziando a parlaredei libri che in questo inizio d’estate miè capitato di leggere tra i molti che sonousciti collaterali a premi, manifestazioni osemplicemente per saziare un pubblicosempre più cannibale com’è diventato quellodei consumatori dei “Moccia-vampiri”.Lo sapete, ormai avrete capito che nutro unpiacere a volte sadico per la letteraturaamericana per come ne scrivo e per comene parlo e anche questo mese mi sono imbattutoin un paio di cosette niente male.La prima, “Progetto Lazarus”di Alexandar Hemon(Einaudi) è la storiadi Lazarus Averbuch diciannovenneebreo immigratoa Chicago dall’Europaorientale cheuna fredda mattina delmarzo 1908 si reca incasa del capo della poliziacon una busta, nonc’è nulla di minacciosoin lui, vuole solo consegnare quella lettera:ma quando il capo della polizia lo vede,spaventato dalla “fisionomia straniera” delragazzo, afferra la pistola e lo uccide.Immediatamente le autorità costruiscono ilcaso del sanguinoso anarchico che volevaattentare alla vita del poliziotto, una motivazionepiù che sufficiente per dare il via amisure ulteriormente repressive nei confrontidegli immigrati e degli anarchici in costantema sterile fermento nella città di Chicago.Questa una parte della storia, ora parallelamentes’inserisce quella di Vladimir Brikquasi giornalista, quasi corrispondente,quasi scrittore, anche lui come Lazarus immigratonegli Stati Uniti da Sarajevo primache la guerra distruggesse tutto. Vladimirincontra Lazarus in una di quelle tipiche ricorrenzeamericane che vogliono celebrarequalsiasi conquista la società civile abbiafatto, seppur minima.Così, appunto, Vladimir viene a conoscenzadella storia di Lazarus e grazie a unapseudo “borsa di studio” per favorire l’integrazionedegli immigrati come lui, lasciala moglie americana “upperclass” e insiemea Rora suo ideale alter ego inizia un viaggioche dall’Ucraina lo riporterà ai suoi Balcaniper placare i fantasmi di una vita.Alternati a foto in bianco e nero, si succedonoi capitoli delle due storie parallele inun viaggio che li porterà nel cuore dell’Europadei Pogrom e dei cimiteri dei perseguitati,in un crescendo di avventure in cuila frontiera più attraversata è quella tra realtàe immaginazione fino al tragico epilogodove Rora farà i conti definitivamente conil suo paradossale passato fatto di sanguinaricomandanti bosniaci e spie americanetravestite da osservatori ONU mentre Vladimirforse capirà qual’è la cosa più giustada fare. Una nota prima di finire sulle figuredelle sorelle, di Lazarus e Rora, personaggiinseriti nella trama in maniera semprecostruttiva e mai passiva.SAIParliamo ora dell’ultimo librodi Edgar L. Doctorow“Homer e Langley”(Mondadori) finalmentetradotto anche in italiano.Ispirata a un fatto di cronacadella New York delprimo Novecento e destinataad avere risvolti anchenella moderna psicologia,la storia dei fratelliLucci FrancescoConsulente Assicurativo e FinanziarioVia Montenero, 50/b - 04017 San Felice Circeo (LT)Tel./Fax 0773/545555 Cell. 333.2690119e-mail: lucci.francesco@liberto.itHomer e Langley Collyer assume nella rivisitazionedi Doctorow i contorni del mito. Homer,il fratello cieco, e Langley, tornato invalidoe mezzo matto dalla Grande Guerra, sonoi due rampolli di una famiglia benestantedi Harlem, quando questo era ancora unquartiere rispettabile e borghese della città.Rimasti orfani e unici eredi di una consistentefortuna, il padre era uno dei ginecologi più invista di New York, nel corso dei decenni trasformerannoil loro palazzo in un delirante ricettacolodi ciarpame, dove vivranno reclusifino a essere sepolti sotto le tonnellate dispazzatura da loro stessi accumulata.Hanno iniziato con l’accumulare giornali, anziLangley ha iniziato, nella delirante intenzionedi realizzare un quotidiano unico e perpetuospecchio di tutte le storie, Homer ciecosuonava il piano e il fratello non mancòdi fornirgliene una quantità sterminata.Poi arrivarono i grammofoni, gli amplificatori,i dischi in vinile per riconvertire il saloneavito in sala da ballo. Poi arrivarono musicistijazz e gangster, quindi libri di diritto e codiciper tirarsi fuori dalle complicazioni checerte situazioni comportano. Poi arrivò una“Ford Model T” ormai inutilizzabile ma chedal centro del salone, dove troneggiava, sarebbetornata utile, previe adeguate modifiche,come generatore di corrente elettrica.E infine arrivò l’entropia e con questa la follia,sua indivisibile compagna e infine la morte ela dissoluzione. Da leggere per capire dove rimanela letteratura e cosa ne rimane in un “orto”dove si raccolgono per lo più rovine. ■E D I L I M M O B I L I A R EVia Terracina Km 11.700 n. 126tel. 0773.542053 – fax 0773.542053cell. 338.958602304010 Borgo Montenero – Circeo (LT)www.edilimmobiliare - ermacora@edilimmobiliare.itVendite-Affitti-Valutazioni-ManutenzioniAssociazione Culturale “Il Centro Storico”Coloro che fossero interessati alle nostre iniziative e vogliono iscriversi alla nostra Associazione, possonotelefonare al 328.6110379,inviare un fax al n. 06.5198 5217 o inviare una e-mail a: centrostorico@sanfelicecirceo.infoR I S T O R A N T EAl Conventodi Lolita CapponiPiazza Mazzini, 4 (Centro Storico)04017 San Felice Circeo (LT)Tel. 0773/546167 - 348.9185443


di Ascanio ForleoAndare per il mareFra le differenti realtà che fioriscono inSabaudia durante i mesi estivi, rivesteun ruolo di tutto rispetto l’attività (corsidi vela, canottaggio e canoa per giovanissimi)che la Lega Navale Italiana organizza, ormaida numerosi anni, presso il DistaccamentoSportivo della Marina Militare sulle acquedel lago di Paola all’ombra della MagaCirce. La Lega Navale Italiana, che ha celebratonel 1997 il suo primo secolo di vita (fondataa La Spezia nel 1897 ad opera di pochiamanti del mare uniti dal comune ideale di risvegliarenel Paese la coscienza marinara) èun Ente pubblico che opera sotto la vigilanzadei ministeri della Difesa e dei Trasporti/Navigazionee sotto l’alto patronato del Presidentedella Repubblica. Riunisce in Associazionecittadini che volontariamente operanoper diffondere nel popolo italiano, in particolaretra i giovani, l’amore per il mare e laconoscenza dei problemi marittimi. Essa promuovee sostiene anche la pratica del diportoe delle altre attività nautiche e sviluppa corsidi formazione professionale, di concertocon le Amministrazioni pubbliche e le Federazionisportive del CONI. In particolare laPresidenza Nazionale gestisce tre CentriNautici (fra cui quello di Sabaudia) ove, durantela stagione estiva, sono allestiti, a condizioniparticolarmente vantaggiose, corsi divela, canottaggio e canoa per i giovani tra gli11 e i 14 anni con il concorso della Marina Militaree delle Federazioni Italiane Vela e canottaggio.Il Centro Nautico di Sabaudia è, ormai da alcunianni, sotto la guida dell’Ammiraglio PieroGiunchiglia, già presente in Sabaudia neglianni ‘80 quale Comandante del Centro Remierodella M.M.. La parte logistica del Centro,situata nell’ambito del DistaccamentoSportivo della Marina Militare è idonea perfornire supporto a un numero massimo di 85frequentatori per turno, comprendendo un localemensa e undici moduli abitativi più treper i servizi igienici (due per i maschi e unoper le femmine).Il parco imbarcazioni è costituito da: canoe,natanti a motore per il supporto e quindiciimbarcazioni a vela (Trident e Caravel).“Dai 310 frequentatori del 2006 si è passatiai 535 del 2008 - spiega il Direttore - cui vannosommati altri 150 che avevano fatto domandama non era stato possibile accontentare.Nel <strong>2010</strong> sono state presentate, connostra grande soddisfazione, oltre un migliaiodi domande ma di queste sarà possibile accogliernesolo circa 500 (infatti, il numeromassimo è di 95 frequentatori per turno). Lacurva delle domande ha un carattere esponenzialee conferma che non sussiste, al momento,“ crisi di vocazioni” nel settore.I frequentatori di Sabaudia provengono perun 70% dal bacino romano e per il resto davarie città dell’Italia Meridionale e il segretodel successo è che il Centro si presentacome un “College” sportivo genuino che,orientando i giovani frequentatori, li invogliaad amare il mare e le attività sportive connesse.I corsi svolti, corsi “basici”, sarebberola “Scuola Elementare” per vela, canoa ecanottaggio ma è pur vero che, non esisten-CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 27Sport - SabaudiaCorsi di vela, canottaggio e canoa per i giovaniOccasioni di attività sportiva e di socializzazionedo una “media superiore” per tali discipline,molti allievi tornano presso la stessa strutturadi Sabaudia una seconda, una terza e avolte anche una quarta volta,per frequentare i “corsi basici””.A conferma di quantodetto, l’Associazione NazionaleMarinai d’Italia, d’intesa conla Marina Militare e la stessaLega Navale Italiana, ha concordatodi estendere ai figli deiSoci ANMI, di entrambi i sessi,di età compresa tra 11 e 14 anni,le stesse condizioni in vigoreper i figli del personale M.M.in servizio (sconto del 40% sullaquota di partecipazione), perla partecipazione ai “Corsi diVela, Canottaggio e Canoa”,organizzati presso i Centri Nauticidi Sabaudia e di Taranto eha effettuato nell’agosto del2009 presso il CentroNautico di Sabaudia ilCampo di Vela Internazionaledella C.M.I.(Confederazione MarittimaInternazionale),che viene organizzatoannualmente pressouno dei Paesi Partecipantied è una delle iniziativepiù importantirivolte ai giovani, perchéoccasione unica disocializzazione e discambio culturale, oltreche di attività sportiva.La C.M.I. di cui sonomembri le AssociazioniNazionali dei Marinaiin congedo di Austria,Belgio, Croazia, Francia,Germania, Italia,Olanda e Regno Unito,conta complessivamenteoltre200.000 iscritti eha lo scopo, unitamentealle Associazionicostituenti,di promuoverein ambitonazionale einternazionale icomuni valoridella cultura etradizione marinareincentratisul mare, l’ambientemarino, lasalvaguardiadella vita umanain mare, l’educazionedei giovaniai mestieri e alleattività marinare.■


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 28Sport - Sabaudiadi Iunia Valeria SaggesePallavolo a SabaudiaUna tradizione lunga più di 40 anniAndrea Giani è cresciuto alla scuola di volley di SabaudiaLa prima squadra agonistica affiliata allaFederazione Italiana Pallavolo (FI-PAV) nacque nella stagione 1967-1968.ll gruppo fu messo insieme due anni primadal prof. Salvatore Mambro, allora insegnantedella Scuola Media “Giulio Cesare”di Sabaudia, il quale ebbe la volontà e l’intuizionedi avviare i suoi giovani studenti auna nuova disciplina.In breve tempo, oltre alla squadra agonistica,si formarono i settori giovanile e femminile,l’uno perché fungesse da vivaio allaprima squadra, l’altro fu la prima attivitàsportiva della città per le donne.Gli allenamenti, non esistendo un regolarecampo di gioco all’aperto, sisvolsero prima nel campo messo adisposizione dalla Scuola Forestale(campo adiacente al Brigantino dell’exCollegio Caracciolo), poi nelcampo della Parrocchia, vicino allaChiesa della SS. Annunziata, poi nelprato del cortile dell’I.T.I.S, adiacenteil Comune.Negli anni 80 arrivarono i primi importantirisultati. Con la squadra maschilein serie A2 e la femminile in B2,la Pallavolo Sabaudia divenne la primasocietà in assoluto della provinciadi Latina e una delle prime nellaclassifica nazionale delle società affiliatealla FIPAV. E nei primi anni 90,l’Amministrazione comunale costruìl’attuale palestra delle Scuole Medieper gli allenamenti e le partite.La nostra Pallavolo ha coltivato atleti chenel tempo sono diventati grandi Campioni,ricordiamo Claudio Di Coste, vice campionedel mondo 1978 e più volte campioned’Italia; Alessandro Bianchini e GiancarloVassallo, campioni d’Italia con l’Ariccia;Marco Solustri, allenatore della nazionale diBeach Volley, e naturalmente Andrea Giani,considerato uno dei più forti atleti del volleymondiale di ogni epoca.Diamo uno sguardo al suo curriculum: 4Olimpiadi (Seul, Barcellona, Atlanta eSydney) con una medaglia d’argento e unamedaglia di bronzo; tre volte CampioneMondiale, e in più eletto miglior giocatoredel mondo nel ruolo di centrale; tre titoli diCampione d’Europa con la nazionale; settevolte vincitore della Worid League riservataalle migliori 10 formazioni mondiali; untitolo nella World Cup destinata ai 4 Paesileader della disciplina nel mondo; due voltevincitore della Coppa Campioni per club;tre volte vincitore della Coppa delle Coppeper club; due volte vincitore della CoppaCEV (Coppa Europa); due edizioni della SupercoppaEuropea; cinque volte Campioned’Italia; quattro Coppe Italia; una Supercoppaitaliana.Ricordiamo anche, in ambito locale: WalterBERTIE’, primo allenatore e capitano dellasquadra di Sabaudia, con lui la squadra arrivòin serie B, raggiungendo un traguardoLa prima squadra di pallavolo di SabaudiaB1 Femminile; stagione 2009-<strong>2010</strong>mai toccato prima da nessun club pontino;Luciano BERTIE’, uno dei pionieri della PallavoloSabaudia, certamente il migliore atletadella prima generazione; Nicola AVER-SANO, giudicato il miglior centrale delcampionato durante la permanenza dellasquadra maschile in serie A2.Diversi club della serie A1 gli davano la cacciaper farlo maturare e lanciarlo al vertice,ma la sua ritrosia ad abbandonare Sabaudiae il suo attaccamento alla famiglia e aicolori della squadra non gli hanno datoquella notorietà che le sue possibilità tecnichemeritavano.Attualmente, la squadra maschile è in serieD mentre la sezione femminile ha chiusocon successo la stagione 2009-<strong>2010</strong>, salvandoil posto in serie B1 con un mese dianticipo sulla fine del campionato.Soddisfatto Alessandro Pozzuoli, Presidentedella Caffè Circi Sabaudia, che ha affermato:“Siamo anche riusciti a centrare lanona posizione e questo per noi che siamola squadra più giovane del girone è motivodi grande vanto.Gli sponsor hanno contribuito, così come ilComune di Sabaudia, e tutte le realtà checi sono state vicine. Dobbiamo continuarea crescere come qualità di organico tenendoin grande considerazione il settoregiovanile”.Successi in rosa, dunque, per la PallavoloSabaudia <strong>2010</strong>; ecco le protagoniste:RobertaLiguori (schiacciatrice),Angelita Centi (centrale), MelaniaBlunda (centrale), Emanuela Fiore(opposto), Valeria Cimoli (Cap., palleggiatrice),Gabriella Agola (schiacciatrice),Martina Vaccarella (palleggiatrice),Chiara Carminati (centrale),Chiara Marinelli (libero), Chiara Motolese(centrale/opp.), Eliana Di Pierro(schiacciatrice), Valentina Scognamillo(libero).A oggi la società è impegnata nel ridisegnarela squadra (sono fuori legiocatrici Liguori, Blunda e Di Pierro),e a fare nuovi acquisti.Uno di questi, appena concluso, èquello della palleggiatrice Morena Marazza,che approda a Sabaudia dopo due anni diA2.Il Pres. Pozzuoli ha commentato: “Sonosoddisfatto per la scelta di Morena e conme tutto lo staff è consapevole del valoredella giocatrice. Il nostro impegno è quellodi migliorare il piazzamento dello scorsotorneo, giocando allo stesso tempo uncampionato che ci possa vedere protagonistiil più possibile: Morena ha sposato lanostra idea e s’è messa a totale disposizione.Sono certo che il suo carisma e la suaesperienza saranno decisivi per aiutare lacrescita delle giocatrici più giovani del nostrogruppo, a partire da Martina Vaccarella,che con lei continuerà a crescere comeha fatto finora”.Le atlete, allenate da Daniela Casalvieri, sonogià al lavoro per la stagione <strong>2010</strong>-2011.Fanno parte dello staff tecnico, oltre allaCasalvieri, Simone Rossi, secondo allenatore,gli assistenti Emanuela Papallo e MarcoSaccucci, Maurizio Cibba, Scoutman,Fabrizio Maiero, Videoman, Elisabetta Introini,preparatore, Umberto Colli, metodologodell’allenamento.Non ci resta che fare “in bocca al lupo” perla prossima stagione a queste promettentiragazze, degne discendenti di una stirpe digrandi atleti in maglia giallo blu.■


di Tommaso Di ProsperoCalcioPer la prossima stagioneagonistica,l’obiettivo per laCirce sarà quello di unasalvezza da raggiungeresenza troppi patemid’animo. Le partenzeormai certe di Monforte,Di Giorgio, Bracciale,Caputi e Sampaolo ridimensionanole ambizioni di una societàche, comunque, era rimasta perplessa peril rendimento non proprio eccelso di alcunigiocatori nella parte finale della scorsa stagione.Dobbiamo inoltre segnalare che anche Sorrentino,il forte attaccante che in più occasioniha risolto le partite nella scorsa stagione,potrebbe cambiare aria per accasarsinel Venafro, formazione che milita nel campionatodi serie D.Il fantasista di Fondi ha dimostrato anchenel campionato appena concluso di meritareben altre categorie e, sicuramente, invirtù della sua esperienza maturata tra i professionistinell’Arezzo di mister Somma, dipoter ben figurare al cospetto di platee piùIl Capriccio si aggiudica il “Memorial Cavalieri”La kermesse ai campi della Baia d’Argento in grande spolveroIl Memorial Cavalieri, arrivatoormai alla sua terzaedizione, ha visto “ IlCapriccio” trionfare ai calcidi rigore dopo una finalemolto incerta e combattutacon l’ASM Masala. Al di làdel risultato prettamentetecnico, dobbiamo sottolinearecome il Memorial Cavalierisia cresciuto in modoevidente in quest’ultima edizione,sia come numero disquadre che hanno partecipato,sia come livello tecnicocomplessivo. In effetti,sono state ben dodici lesquadre che si sono datebattaglia nel torneo deicampi della Baia d’argento.Il Memorial, intitolato a GiulioCavalieri, ha visto lesquadre partecipanti divisein due gironi da sei. Le primequattro di ogni singolo girone hanno dato vita ai play off conpartita secca a eliminazione diretta. Sono arrivate in semifinale l’EdilLegge, Il Capriccio, l’ASM Masala e le Costruzioni Edili Coppola.Le due semifinali sono state molto avvincenti ed equilibrate, tant’èche l’ASM Masala ha regolato con il risultato di 5-3 le CostruzioniEdili Coppola mentre, nell’altra semifinale, ci sono volutiuna serie interminabile di rigori prima che Il Capriccio facesseimportanti.E’ ovvio che se alla partenza del bomberSampaolo si dovesse aggiungere ancheSorrentino, per la Nuova Circe verrebbe amancare un duo d’attacco che ha prodottooltre 30 reti nell’ultimo campionato diPromozione. Cambiano quindi gli obiettiviper la società del presidente Vittori, anchese il direttore sportivo Bruno Federico si stamuovendo celermente sul mercato perconsegnare a mister Marzella una squadrain grado di centrare la salvezza.Pur tenendo d’occhio il budget a disposizionee senza spendere cifre proibitive, sonogià stati definiti alcuni colpi di mercato.Dal Bassiano sono arrivati l’esperto portiereCorsi che dovrebbe colmare alcune importantilacune palesate dagli estremi difensorisanfeliciani nell’ultimo campionato eil centrocampista Bernardo, già avvicinatodalla Circe nello scorso mercato di riparazionedel mese di dicembre.C’è stato anche l’arrivo dell’esterno Onoratodal Pontinia. Quello della Circe resta uncantiere ancora aperto, in cui ci sarà la necessitàdi trovare almeno un difensore all’altezzain grado di sostituire Monforte e unCENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 29La Circe punta alla salvezzaAlcune partenze importanti per la formazione sanfelicianaSport - Circeoattaccante che completi la rosa di unasquadra orfana di Sampaolo e che ancoranon ha la certezza di poter tenere Sorrentino.Da ricordare le riconferme dei giovani Monetti,Berti e Fedeli del difensore Garofalo,dei centrocampisti Falso, Omizzolo (ormairecuperato dal brutto infortunio ai legamenti)e Monti e dell’attaccante Ciccarelli.E’ probabile, che per ammortizzare i costidi gestione, la società sanfeliciana continuia scandagliare il mercato dei giovani nellasperanza che siano in grado di misurarsi inun campionato di Promozione esprimendosisugli stessi livelli dei ragazzi lanciati damister Marzella nello scorso campionato.Siamo certi che le sapienti mani di misterMarzella, riusciranno a plasmare una squadraall’altezza della situazione in cui i giovanidi lega avranno un ruolo di primo piano.Sarà quindi un anno di transizione perla società sanfeliciana che, dopo l’onerosastagione appena conclusa, si appresta adaffrontare il prossimo campionato con minoriaspettative ma con l’intenzione di benfigurare e di mantenere la categoria.■sua la partita contro l’EdilAlcuni giocatori de “Il Capriccio”Legge.La finale ha rispecchiato fedelmentel’andamento di untorneo nel quale c’è stato ungrande equilibrio e in cui piùsquadre avrebbero meritatola vittoria del Terzo MemorialCavalieri.Alla fine la vittoria è andataa Il Capriccio che, dopo l’inizialevantaggio per 3-1, siera trovato sotto di due reticontro l’ASM Masala, perpoi riequilibrare a pochi minutidal termine un matchche sembrava segnato. Anchela finale quindi, è statadecisa con la lotteria dei rigoriche ha premiato lasquadra che per caparbietàe tenuta mentale si è dimostratapiù forte.Ricordiamo, che il premiocome miglior giocatore è andato ad Alessandro Smith, quello dicapocannoniere a Paolo Panetta, miglior portiere Casabona e laCoppa Disciplina alla squadra di Molella.Molto felice Marzio Cavalieri che insieme alla sua famiglia ha offertoun ricco buffet a tutti i partecipanti, sottolineando come iltorneo in questi anni sia cresciuto e abbia acquistato visibilità diventandoun punto di riferimento per molti giovani sanfeliciani.■


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 30Personaggi tipici - Oroscopodi Andrea De SistiRacconti ineditiLippe e la chiave imprendibileLippe, diminutivo, vezzeggiativo di Filippo,era un tipo piuttosto piccolo distatura e di salute cagionevole. Nonricordo il cognome, comunque Lippe, oltread essere il suo nome, fungeva anche comesoprannome.Da non confondersi con “Lippe Nire” (LippoNero), il tellinaro. Nero, perché, alla suacarnagione bruna, aggiungeva l’abbronzatura,dovendo passare diverse ore al giornosul mare, per pescare le telline (le tunninnele).Il nostro Lippe svolgeva l’attività di bidellodella locale banda musicale. Inoltre facevaparte della “Confraternita della buona morte”.Detta confraternita aveva il compitospecifico di provvedere al funerale e alla sepolturadei diseredati. Quando moriva unpoveraccio, la confraternita gli procurava labara e quattro volontari, che fungevano dabecchini. Questi indossavano il camice nerocon il cappuccio. Anche Lippe, qualeconfratello della “Buona Morte”, indossavail camice nero. Il suo compito specifico eraquello di portare lo stendardo (jù stannardìne).Precedeva il piccolo corteo funebre,formato dal parroco, un chierichetto equalche anima pia dietro la bara. Superatol’arco del Ponte, Lippe si fermava, poggiandolo stendardo sulla parete esterna asinistra, mentre il piccolo corteo proseguivaverso il cimitero. Quando ritornava il sacerdotecon il chierichetto, Lippe riprendevalo stendardo e li accompagnava in sacrestia.La cosa era talmente nota, che, daragazzi, quando si doveva fissare un appuntamento,si diceva: se vedame fora a jùPonte, oppure andò se ferma Lippe.Quale inserviente della banda, aveva ilcompito di spazzare e pulire la sala di musica,che si trovava e si trova tuttora a jù“Cummiénte”. Tenere in ordine e lustrare ileggii ed essere sempre disponibile perogni evenienza. Poiché la chiave della portad’ingresso era piuttosto grandina e pesante,direi ingombrante, Lippe, quandousciva, l’appiccava a un chiodo, sulla destra,in alto, della parete esterna.Una sera d’inverno, era già buio, Lippe si stavadirigendo verso la sala, per mettere un po’d’ordine. Più tardi sarebbero venuti i suonatorie il Direttore per le prove musicali. Giuntosul pianerottolo antistante all’ingresso dellasala, allungò la mano destra, per prenderela chiave. Ma con grande meraviglia, lachiave era inafferrabile. La scalinata era scarsamenteilluminata e nonostante la sua miopia,la chiave riusciva a vederla, a individuarla,era lì attaccata al chiodo ma imprendibile.Frastornato, si portò le mani alla testa,spremendo le meningi. Poi si dava pizzichi allebraccia e alle gambe. Stava sognando oera sveglio. No, non stava sognando, era desto.Ritornò alla carica, usando anche le ditadella mano sinistra, ma inutilmente. Il chiodolo sentiva, lo tastava, ma la chiave era impalpabile.Si era volatizzata, si era polverizzata.Ma cosa era successo? Lo scherzettoglie lo aveva combinato proprio il Direttoredella banda, Alfonso Di Cosimo. Alfonso avevastaccato la chiave dal chiodo, infilandoselanella tasca del cappotto. Poi, da buonpittore autodidatta l’aveva disegnata con unpennello, nello stesso formato e nella stessaposizione, rendendola così “imprendibile” alpovero Lippe.da O’KEA’MUSdi Andrea De SistiOroscopo di <strong>Agosto</strong> <strong>2010</strong>Arietedal 21/3 al 19/4Giove e Urano vi ispirerannonuove strategie di rinnovatoentusiasmo. Un mese all’insegnadell’intraprendenza, ma anchedell’emotività. Progetti fortunati.Torodal 20/4 al 20/5Periodo favorevole a una ripresaeconomica. In amore avreteottimi auspici: vi attendono seratemagiche. Conquisteretesimpatie e cuori in luoghi insoliti.Gemellidal 21/5 al 21/6Un <strong>Agosto</strong> favorevole, conl’aiuto di Saturno, per dedicarvia nuovi interessi culturali osportivi e rendere più allegre levacanze. Il clima che vivrete vifarà diventare seduttivi e irresistibili.di AldebaranCancrodal 22/6 al 22/7Organizzatevi per fronteggiarecontrarietà senza farvi coinvolgeretroppo. Saturno vi mettealla prova anche in famiglia. Faterispettare i vostri spazi, neavete un sacrosanto bisogno!Leonedal 23/7 al 22/8Un sottile influsso di Urano vispingerà a cercare insoliti luoghiper le vostre vacanze. Le stelleformano aspetti favorevoli all’amore,all’arte e al denaro, macontrollate gli impulsi ribelli.Verginedal 23/8 al 22/9Mercurio e Venere nel segnopromettono di moltiplicare leoccasioni positive. Quindi fateattenzione alle decisioni importantie alle buone opportunità.In amore tornano momenti dibatticuore rimasti sospesi neltempo.Bilanciadal 23/9 al 23/10Scorpionedal 24/10 al 22/11Le stelle vi suggeriscono un po’di autocritica che vi aiuterà asuperare un confronto con lapersona che amate. Periodobuono per la forma fisica e peril lavoro. All’orizzonte nuovi interessi.Venere, il vostro pianeta, vi donafascino ed equilibrio interioree con la presenza di Saturnodarà un taglio netto con il passato.Brillerete per il vostro stileed eleganza … conquiste assicurate!!Sagittariodal 23/11 al 21/12Scalpitanti e insofferenti alle limitazioni,darete filo da torcereai vostri cari. In amore dimostratemeno fragilità, ma gliastri placheranno l’inquietudine.Capricornodal 22/12 al 20/1Periodo decisamente favorevoleai viaggi; cercate di approfittarne.L’amore è il vostro elementovincente esprimetelo almeglio con chi condivide la vitacon voi.Acquariodal 21/1 al 19/2Con l’energia di Saturno poteteavere possibilità di dare unasvolta nuova alla vostra vita, mapensate di più a voi stessi. Andatein vacanza e scegliete unameta poco convenzionale.Pescidal 20/2 al 20/3Gli aspetti planetari suggerisconoprudenza in tutti i campi.La situazione economica richiedemaggior attenzione. Rimandatele decisioni importantiin altro periodo dell’anno.


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 31Tempo liberodi ALESSIA BRAVOBietaal pomodoroIngredienti:un chilo di bietamezzo chilo di pomodori pelatimezza cipollaoliosaleMettete dell’olio in una padella e fate appassire la cipolla, quindiversate i pomodori pelati, salate e lasciate cuocere per circa 15minuti. Lasciate cadere nella salsa la bieta precedentemente mondata,lavata e lessata. coprite e fate cuocere a fuoco dolce peraltri 10 minuti.ORA LEGALEDemanio marittimoe concessionida “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeodi Angela BassaniAvv. Antonio Di SalvoSi ritiene interessante per i ns. lettori, riportare una serie di pronunce giurisprudenzialirecentissime in materia di demanio marittimo e concessioni.Tali sentenze appaiono particolarmente innovative e illuminanti nell’esamedei sempre difficili rapporti tra soggetti privati e Pubblica Amministrazione. Percomprensibili ragioni di spazio siamo costretti, però, a dividere l’approfondimentoin due diversi numeri del Ns. giornale. Una recentissima sentenza della CorteSuprema di Cassazione appare particolarmente innovativa e meritevole di attenzione.La fattispecie esaminata dai supremi giudici atteneva all’azione propostada un privato il quale, prima di ottenere la concessione dalla P.A., otteneval’autorizzazione, ai sensi dell’art. 38 cod. nav., all’occupazione anticipatadi area demaniale. Ebbene, in ragione del successivo diniego della concessione,il privato provvedeva alla rimozione delle opere inamovibili realizzate nel frattempo.La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22441 del 22 ottobre 2009,ha affermato l’illeicità di tale rimozione in quanto l’art. 38 del cod.nav., pur nondisciplinando espressamente la sorte delle opere inamovibili, prevede - a differenzadi quanto disposto dall’art. 49 per la diversa ipotesi di realizzazione successivaal provvedimento concessorio - che l’occupazione è ad esclusivo rischioe pericolo dell’occupante (comma 1), il quale, se la concessione è negata, “devedemolire le opere eseguite e rimettere i beni nel pristino stato” (comma 2).L’apparente contrasto tra le due ipotesi, deriva dalla loro radicale diversità. Inverol’art. 38 cod.nav. si applica alle ipotesi di opere realizzate con la sola autorizzazionementre l’art. 49 cod.nav. norma le ipotesi di opere realizzate con ladefinitiva concessione. Invero, nella prima ipotesi il privato realizza le opere –inamovibili e/o amovibili – a proprio rischio e pericolo con la conseguenza che,in caso di diniego della concessione, non può avanzare né una pretesa risarcitoria,né procedere alla rimozione delle opere soprattutto laddove detta rimozioneincidesse negativamente sullo stato dei luoghi. La seconda ipotesi (art.49 cod.nav.), invece, disciplina espressamente le sorti delle opere realizzate prevedendoche – all’estinzione della concessione – tali opere vengono acquisiti didiritto dallo Stato (cfr. TAR Puglia Lecce, Sez. I, 24 settembre 2009 n. 2188) fattasalva la facoltà di questi di ordinare – a cura e spese dell’ex concessionario– la demolizione delle opere realizzate. Nel prossimo numero si affronteranno lerecenti pronunce in materia di competenza del G.O. e del G.A.. ■e-mail: avv.antoniodisalvo@libero.it e-mail: stasiscala@gmail.comIl film più vistoECLIPSEdi DAVID SLADENel terzo capitolo della sagadella Meyers, Bella sitrova nuovamente in pericolo.Un esercito di vampirineonati sta terrorizzando lestrade di Seattle, avvicinandosisempre più ai Cullen. Ma dietrola crezione dei neonati c’è solosete di vendetta nei confronti diEdward. Il bersaglio di sempreè lei , l’umana Bella( Kristen Stewart).Mentre infuria la lotta traneonati e il clan dei Cullen, coalizzatiin questa impresa con ilicantropi, Bella si trova finalmentedavanti alla sua sceltache mai come ora è così pienadi consapevolezza e determinazione. Si troverà a dovere sceglieretra l’amore immortale e dannato di Edward(Robert Pattinson) equello caldo e confortante dell’amico Jacob( Taylor Lautner). L’attesaper questo terzo capitolo non è stata lunga; il film è uscitoa soli sei mesi di distanza da New Moon, ma nonostante il brevetempo il regista è riuscito a portare sullo schermo non solo leschermaglie amorose del mitico trio (Edward, Bella e Jacob), maè riuscito a dare spazio anche ad altri personaggi, come Rosaliee Jasper. II regista promette azione, brivido, batticuore, al passocon un terzo capitolo denso, che sul fronte cartaceo ha fattoincetta di consensi e che illumina il lato umano, non quello dellecreature che si risvegliano col buio ma quello dell’addio al caloredel sole, l’ unica scelta possibile per Bella. E se nel libro il temutissimoarrivo dei Volturi crea suspense, in questa trasposizionecinematografica è paragonabile a un piccolo cameo chenon sortisce lo stesso effetto. Sicuramente la migliore interpretazioneva a Taylor Lautner ( Jacob Black), che non solo è cresciutofisicamente dal primo capitolo della saga ad oggi ma è anchematurato artisticamente, rendendo la sua interpretazione degnadi nota. Indubbiamente il fim è rivolto ad un pubblico giovane, anchese il fenomeno Twilight continua a mietere vittime non soltantonei giovanissimi. ■ANGOLO DELLA POESIAdi Iunia Valeria SaggeseAlle radici del troncoIl sale corrode la corteccia e poi…Seguo un rigolo d’acquaAttraverso il blu delle pelli d’orso,le zampe del lupo,gli occhi gialli di un’aquila,lungo le rotaie del treno tra le montagnee poi lontano dal freddoil bianco dei crini di una puledra ferma,le gobbe di un cammello,le rocce e gli scogli che tuffano a marela sabbia si bagna sott’acqual’ombra si allungaiodi spalle…Ascolto.


CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 32Annunci• ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI •Compleanni19 luglio. Chiara Fanzon compie 26 anni. Auguri al nostromozzo preferito. Le tue amiche.6 <strong>Agosto</strong>. Buon compleanno alla mamma migliore del mondo… Emanuela Baglioni da Giulia, Pierluigi e tutta la famiglia.<strong>Agosto</strong>. Mese da “leoni”: Auguri di buon compleanno a nonnoMaiolo – 16 agosto - per i suoi 80 anni, a sua figlia Simonetta– 18 agosto - per i suoi 50 anni e a suo nipote Alessio –7 agosto - per i suoi 20 anni.8 agosto. Emanuele Somma compie 31 anni. Auguri da partedi tutta la comitiva dell’Incis.9 agosto. E’ il compleanno di Micol Touadì. Tanti auguri e inbocca al lupo per l’università. Gli amici.18 <strong>Agosto</strong>. Auguri di buon compleanno a Rossella Vitali dallesorelle.25 <strong>Agosto</strong>. Tantissimi auguri per i suoi 90 anni a Maria RinaGuarda da tutta la famiglia.30 agosto. Gianluca Venettoni compie 36 anni - HerzlichenGlückwunsch zum Geburtstag...da tutto il circolo Larus.1 Settembre. Tantissimi auguri di buon compleanno a CarloBaglioni per i suoi 62 anni da tutta la famiglia.7 settembre. Salvatore Coccoluto compie 32 anni. Ovviamenteauguri dalla Redazione del “Centro Storico”.13 Settembre. Ad Angelo Pivotto tanti auguri per i suoi 70 annida tutta la famiglia.14 settembre. Ylenia Cante e Veronica Tecchio ... si scambianogli auguri visto che sono nate lo stesso giorno.15 Settembre. Buon compleanno al cognato più antipatico cheesista….Ermanno Lanzuisi da Emanuela e famiglia.19 Settembre. Tanti auguri di buon compleanno a Maria OnorinaPetrucci da Elisabetta e Fulvio.21 Settembre. Alla sempre sorridente, spontanea e simpatica… Elisa Rizzardi …tanti auguri per i suoi 21 anni dagli amici edalla famiglia.Matrimonio21 agosto. Un augurio di una lunga e felice unione agli sposiStefano Maniero ed Emanuela Malandrin da tutta la numerosaparentela.RingraziamentiAdele Capponi, che in occasione del suo 102° compleanno ha ricevuto tante affettuosepartecipazioni, attraverso questo giornale vuole ringraziare tutti per il commoventepensiero, in modo particolare i Soci dell’Associazione “Il Centro Storico”, che nonhanno mai dimenticato questa data.L’11 agosto <strong>2010</strong> alle ore 18.00,si terrà l’assemblea ordinaria annuale dei Soci dell’Associazione culturale“Il Centro Storico” di San Felice Circeo.L’assemblea si svolgerà presso la sala “La Porta del Parco” – Piazza Lanzuisi (Centro Storico).ORDINE DEL GIORNOConsuntivo attività 2009/<strong>2010</strong>Dimissioni / nomina Presidente e DirettivoAttività <strong>2010</strong>/2011Campagna Soci <strong>2010</strong>/2011VarieIl presente comunicato vale come avviso di convocazione per tutti i Soci.L’assemblea è aperta anche ai cittadini simpatizzanti.GioielleriaLuigina BartelloniIl PresidenteAlessandro CrestiPiazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEOCentro Storico - tel. 0773.548292Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: centrostorico@sanfelicecirceo.info-www.sanfelicecirceo.info- Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Alessia Bravo, Salvatore Coccoluto, FrancescaFaccini, Valeria Di Marco, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Stefano Raimondi, Sabrina Scapi, Veronica Tecchio - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma

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