Battista Antero Vaj - Ass. cult. IL CENTRO STORICO
Battista Antero Vaj - Ass. cult. IL CENTRO STORICO
Battista Antero Vaj - Ass. cult. IL CENTRO STORICO
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Condono edilizio<br />
Il costo dell’abuso<br />
di Rodolfo Roselli<br />
<strong>CENTRO</strong><strong>STORICO</strong> GENNAIO<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE <strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong><br />
BIMESTRALE GRATUITO - ANNO SAN FELICE CIRCEO<br />
3 N. 10 - 2004<br />
FEBBRAIO<br />
sotto<br />
la notizia<br />
➟<br />
a pag. 3<br />
Editoriale<br />
Fallacia alia<br />
aliam trudit<br />
(una bugia tira l’altra)<br />
di ALESSANDRO CRESTI<br />
Finanziaria<br />
2005. Incarichi<br />
ad esperti<br />
L’ attuale<br />
maggioranza<br />
del Consiglio comunale<br />
di San Felice Circeo è<br />
proprio un’allegra brigata! Mi<br />
si dice che i “buontemponi”<br />
hanno festeggiato anzitempo<br />
l’approvazione della norma<br />
contenuta nella “Finanziaria<br />
2005” che dichiarava estinti i<br />
procedimenti pendenti relativi<br />
a violazioni, di natura contabile<br />
o amministrativa, commesse<br />
in relazione al conferimento<br />
di incarichi a esperti,<br />
norma che però, per un destino<br />
cinico e baro, è stata bocciata.<br />
In effetti era giusto esprimere<br />
soddisfazione e brindare in<br />
allegria intorno ad un tavolo<br />
imbandito perché, qualora la<br />
sanatoria sugli incarichi esterni<br />
fosse stata approvata, i numerosi<br />
procedimenti pendenti<br />
alla Corte dei conti a carico<br />
dell’attuale Amministrazione<br />
di San Felice Circeo sarebbero<br />
caduti nel nulla e ancora<br />
una volta avremmo dovuto accettare,<br />
nostro malgrado, decisioni<br />
quanto meno leggere<br />
e opportunistiche, con sperpero<br />
di danaro pubblico per<br />
scopi vani e inutili. Dobbiamo<br />
la sospensione e la mancata<br />
approvazione della norma in<br />
questione alla saggezza del<br />
Consiglio di Presidenza della<br />
Corte dei conti, che ha espresso<br />
“perplessità e sconcerto su<br />
un’iniziativa legislativa che<br />
continua a pag. 6<br />
Territorio<br />
San Felice Circeo<br />
“porto delle speranze”<br />
di Luca Magnani<br />
VUOTI DI MEMORIA<br />
Il personaggio<br />
Un signore, originario di Giaveno, corpulento con capelli chiari e disordinati: il Maestro<br />
<strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong><br />
Nei ricordi di Angelo Guattari e …<br />
<strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong><br />
a pag. 5<br />
Prima degli anni sessanta<br />
San Felice<br />
Circeo era un paese<br />
ad economia prevalentemente<br />
agricola, e pochi erano<br />
i “forestieri” che lo frequentavano<br />
come luogo di<br />
riposo e di ispirazione.<br />
Tra i primi a scoprire la<br />
bellezza e la tranquillità di<br />
questo promontorio fu Anna<br />
Magnani, che si fece costruire<br />
una villa sulla scogliera<br />
del Quarto Caldo,<br />
dove si rifugiava nelle pause<br />
di lavoro. Quando era al<br />
Circeo l’attrice si rilassava<br />
ed appariva sempre serena,<br />
girava per il paese come<br />
fosse una di noi, salutando<br />
sempre confidenzialmente<br />
i paesani, che la<br />
trattavano con eguale<br />
semplicità, senza farle pesare<br />
la notorietà.<br />
Anche Giovanni Comisso,<br />
giornalista e importante<br />
scrittore del Novecento<br />
letterario italiano, fu tra i<br />
primi a scoprire il Circeo,<br />
dove si rifugiava al ritorno<br />
Le Idee<br />
Un progetto<br />
per il Circeo<br />
a pagg. 8 - 9<br />
dai suoi frequenti viaggi in<br />
Italia e in Europa (all’epoca<br />
era corrispondente del<br />
“Corriere della Sera”).<br />
Aveva in affitto un appartamentino<br />
in Via Cristoforo<br />
Colombo, “alle scalelle”,<br />
vicino casa mia, ed ogni<br />
volta che veniva, riceveva<br />
l’immancabile visita di un<br />
signore molto corpulento,<br />
con capelli chiari portati<br />
lunghi, sempre disordinati.<br />
VVuuoottii ddii mmeemmoorriiaa B. <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> 11--22<br />
AAttttuuaalliittàà Il costo dell’abuso 33<br />
SSttoorriiaa Il Papa ammiraglio 44<br />
TTeerrrriittoorriioo<br />
Il fatto<br />
L’Università di “Ciaquea”<br />
di E. Dantes<br />
Era il maestro <strong>Antero</strong><br />
<strong>Vaj</strong>, che insegnava<br />
alle scuole elementari<br />
di San Felice,<br />
quando ancora<br />
erano ubicate a San<br />
Rocco, in via della<br />
Vittoria.<br />
Fu così che imparai<br />
a conoscere <strong>Antero</strong><br />
<strong>Vaj</strong>, mentre veniva a<br />
far visita a Giovanni Comisso,<br />
col quale s’intratteneva<br />
per lunghe chiacchierate in<br />
confidenza, senza riuscire<br />
a nascondere, però, una<br />
certa deferenza.<br />
I due erano quasi coetanei<br />
ed entrambi del nord (Comisso<br />
era nato a Treviso<br />
nel 1895), perciò le loro<br />
chiacchierate cominciavano<br />
sempre con qualche ri-<br />
Borgo Montenero<br />
9 giugno 1985. Cinquantenario<br />
di Borgo Montenero<br />
di Paola Gagnatelli Lanzuisi<br />
Per la serie “vuoti di memoria” – i grandi personaggi legati<br />
a San Felice Circeo”, in questo numero parliamo di<br />
<strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong>, un personaggio giunto non si sa come<br />
a San Felice Circeo dal Piemonte. Insegnò alle scuole<br />
elementari del paese, che lo aveva accolto facendone<br />
un riferimento unico soprattutto per la sua cortesia, ma<br />
anche per la sue caratteristiche fisiche e le sue abitudini<br />
di vita. I sanfeliciani ricordano con piacere e nostalgia<br />
lui e il suo inseparabile cagnolino Alì.<br />
S o m m a r i o<br />
San Felice Circeo<br />
“porto delle speranze”<br />
EEddiittoorriiaallee Fallacia alia aliam trudit 66<br />
IIll ffaattttoo ddeell ggiioorrnnoo L’Università di “Ciaquea” 77<br />
LLee IIddeeee Un progetto per il territorio 88--99<br />
ferimento al loro periodo<br />
giovanile, poi, immancabilmente,<br />
<strong>Vaj</strong> portava il discorso<br />
sul lavoro letterario<br />
dell’amico, del quale era<br />
grande lettore ed estimatore.<br />
Quando lo scrittore si trasferì<br />
in una casa più grande,<br />
vicino al mare, <strong>Antero</strong><br />
<strong>Vaj</strong> gli subentrò nell’affitto<br />
dell’appartamentino, e da<br />
allora non ho più rivisto<br />
Giovanni Comisso, che morì<br />
nel 1969.<br />
Non ho mai saputo per<br />
quale sorte <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> fosse<br />
capitato al Circeo, sapevo<br />
ch’era originario di Giaveno,<br />
nel torinese, dov’era<br />
nato il 12 maggio 1894, e<br />
che era stato sposato, ma<br />
Editore: <strong>Ass</strong>ociazione <strong>cult</strong>urale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: centrostorico@sanfelicecirceo.info-www.sanfelicecirceo.info - Reg. Trib. di Latina n.<br />
796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma<br />
55<br />
SSttoorriiaa Le torri del Circeo 1100<br />
AAnnnniivveerrssaarriioo<br />
9 giugno 1985. Cinquantenario<br />
1111<br />
di Borgo Montenero<br />
DDaallllaa CCiittttàà Lettere – Delibere 1122<br />
IInnttrraatttteenniimmeennttoo Personaggi – Oroscopo 1133<br />
SSppoorrtt Calcio – Piste ciclabili 1144<br />
TTeemmppoo lliibbeerroo<br />
a pag. 7 a pag. 11<br />
Cucina – Poesia – Libri –<br />
Ora legale<br />
continua a pag. 2<br />
1155
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 22<br />
VUOTI DI MEMORIA<br />
Il personaggio<br />
segue dalla pag. 1<br />
<strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong><br />
non ho mai sentito da lui alcun riferimento a<br />
questo periodo della sua vita.<br />
Per un solo anno sono stato anche suo alunno,<br />
in seconda o terza elementare.<br />
Ricordo che durante l’insegnamento riusciva a<br />
catturare l’attenzione degli alunni, soprattutto<br />
durante le lezioni di italiano, e coinvolgeva<br />
sempre la classe nel commento di brani o di<br />
iill mmaaeessttrroo AAnntteerroo VVaajj eerraa uunn ssiiggnnoorree mmoollttoo<br />
ccoorrppuulleennttoo,, ccoonn ccaappeellllii cchhiiaarrii ppoorrttaattii<br />
lluunngghhii,, sseemmpprree ddiissoorrddiinnaattii,, oorriiggiinnaarriioo ddii GGiiaavveennoo<br />
nneell ttoorriinneessee<br />
poesie.<br />
A volte era soggetto a repentini cambiamenti<br />
d’umore, quasi sempre per scherzi degli alunni<br />
tra loro, o indirizzati a lui con riferimento al suo<br />
aspetto fisico. Quando questo accadeva, diven-<br />
““<br />
tava paonazzo e cominciava a gridare,<br />
e guai a chi gli capitava sotto,<br />
anche perché all’epoca era ancora<br />
permesso infliggere punizioni corporali<br />
agli alunni, senza che i genitori<br />
ne facessero una tragedia. Se il maestro riusciva<br />
a prendere l’autore dello scherzo, gli afferrava<br />
la testa tra le mani e lo sollevava da terra,<br />
sfregandone le orecchie. Era un trattamento<br />
doloroso, non tanto per la tirata di collo, quanto<br />
per le orecchie che diventavano rosso fuoco,<br />
e bruciavano immensa-<br />
poggiati qua e là, assieme ai tanti libri, alcuni<br />
fumetti di Topolino di Walt Disnej. La cosa era<br />
alquanto inusuale, ma non mi meravigliava più<br />
di tanto, sapendo che divorava ogni tipo di lettura.<br />
Mentre sfogliava i fumetti, abbozzava ogni<br />
tanto una specie di risatina, che mi sembrava innaturale<br />
e per nulla spontanea.<br />
Dopo qualche tempo smise di comprare i fumetti,<br />
e un giorno mi consegnò tutti i numeri che<br />
aveva, dicendomi: ”E’ inutile, non riesco a divertirmi,<br />
per quanto mi sforzi”.<br />
Di colpo ebbi la spiegazione di tutte quelle risatine<br />
finte, forzate: forse nelle favole dei fumetti<br />
cercava di recuperare il senso dell’infanzia<br />
non goduta, senza riuscirci. Vedo ancora la tristezza<br />
del suo volto mentre mi consegnava,<br />
sconsolato, il pacco di fumetti.<br />
Amava soprattutto le poesie, che leggeva a voce<br />
alta, per assaporarne il ritmo. Era patito per<br />
le rime baciate, ed ogni occasione era buona<br />
per sfoggiarne qualcuna.<br />
Quando, nel 1959, il sindaco Gemini realizzò<br />
l’acquedotto, portò l’acqua potabile al Paese e<br />
fece sistemare<br />
eerraa eevviiddeennttee iinn lluuii llaa ppaassssiioonnee ppeerr llaa ssuuaa vicino alla ter-<br />
pprrooffeessssiioonnee ee llaa ccaappaacciittàà ddii ccoommuunniiccaarree razza di piaz-<br />
ccoonn ggllii aalluunnnnii<br />
zale San Francesco<br />
una<br />
fontanella in marmo a forma di “concone” con<br />
lo zampillo, per consentire alla gente di bere<br />
comodamente. La fontanella esiste ancora, spostata<br />
al parco delle rimembranze, dietro il Comune.<br />
Poiché i ragazzi spesso ne interrompevano lo<br />
““<br />
mente.<br />
A parte questi episodi, …ddii TINA DOMENICHELLI<br />
era evidente in lui la<br />
grande passione per la L’arrivo al Circeo del “maestro”<br />
sua professione e la capacità<br />
di comunicare con<br />
gli alunni, molti dei quali<br />
lo ricordano con ricono-<br />
Quando il maestro <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> si è trasferito a San Felice Circeo, se ben ricordo<br />
nel 1952, è venuto a casa nostra, visto che in quel periodo mio marito<br />
era fiduciario delle scuole elementari.<br />
Il maestro <strong>Vaj</strong> era in condizioni pietose, si è presentato indossando solo<br />
scenza. L’insegnamento una canottiera e non sapeva dove andare a dormire. L’abbiamo fatto pran-<br />
era per <strong>Vaj</strong> una missione zare e poi, in attesa di trovargli un appartamento, mio marito lo ha ospita-<br />
più che un mestiere, tanto<br />
che anche nella stagione<br />
estiva, a scuole<br />
chiuse, si teneva occupato<br />
a fare ripetizioni, sempre<br />
gratuite, e quando la<br />
Forestale arredò il parco<br />
del Peretto con panchine<br />
e tavoli, colse l’occasione<br />
per organizzare una<br />
scuola all’aperto, che<br />
funzionò per molti anni,<br />
con la frequenza assidua<br />
anche di tanti adulti.<br />
Era un grande lettore, i<br />
libri erano i suoi amici e<br />
la sua compagnia, nella<br />
lettura affogava la solitudine<br />
che si portava dentro<br />
e di cui si ” lamentava<br />
spesso, anche con me.<br />
to in un’aula delle scuole. Gli abbiamo dato una branda, ma mancava il materasso:<br />
pensammo di sostituirlo con delle coperte da sistemare sulla rete<br />
almeno per una notte e provvedere poi il giorno successivo. <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> però,<br />
non so perché, non le ha usate e al mattino quando è tornato da noi<br />
per la colazione aveva sulle spalle i segni della rete.<br />
Il maestro <strong>Vaj</strong> non ha dato molte notizie di sé. Solo in seguito ci ha detto<br />
di essere separato dalla moglie, che era direttrice didattica di una qualche<br />
scuola in Sicilia.<br />
Portava sempre con sé un cagnolino bianco, un volpino piuttosto aggressivo,<br />
di nome Alì e per questo tutti chiamavano <strong>Vaj</strong>, il maestro Alì.<br />
Quando insegnava, gridava continuamente e gli alunni si mettevano accovacciati<br />
sotto i banchi per paura di prenderle, rassicurati dal fatto che essendo<br />
il maestro di corporatura abbastanza grossa non riusciva ad abbassarsi<br />
per tirarli fuori.<br />
Era completamente solo, non è mai venuto nessun parente a trovarlo.<br />
Quando è andato in pensione io portavo spesso i miei alunni a fargli compagnia<br />
e un anno gli abbiamo confezionato una sciarpa di lana, che ha molto<br />
gradito.<br />
Era ateo ma, verso la fine dei suoi giorni, si è convertito ed ha regalato un<br />
organo alla chiesa di San Felice Circeo, che oggi si trova nella chiesa delle<br />
suore dell’Immacolata.<br />
Leggeva di tutto, le due<br />
stanze in cui viveva erano stracolme di libri d’ogni<br />
autore e d’ogni argomento in scaffali alti fino<br />
al soffitto e su ogni volume c’era l’impronta<br />
della sua mano, dei suoi appunti, dei suoi pensieri,<br />
che annotava a margine delle pagine.<br />
Per un certo tempo mi è capitato di vedere, ap-<br />
zampillo per giocare o fare dispetti, <strong>Vaj</strong> fece<br />
scolpire su una lastra di travertino, a sue spese,<br />
questo messaggio: “Bevi e ribevi al provvido<br />
zampillo, poi, dissetato, lascialo tranquillo”.<br />
Si professava ateo, ma il libro che più spesso<br />
aveva in mano era il Vangelo; proprio sul retro di<br />
<strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> al “Peretto”<br />
una copia del Vangelo aveva scritto di getto, assecondando<br />
l’ispirazione del momento, due poesie<br />
dedicate alla Chiesa dell’Immacolata, quando<br />
Gemini ne iniziò la costruzione, giù a mare.<br />
Con il tempo era diventato un riferimento <strong>cult</strong>urale<br />
per tutto il Paese, che lo elesse Consigliere<br />
Comunale per più di una legislatura, e quando<br />
se ne presentò l’occasione, lo mandò a rappresentare<br />
San Felice Circeo alle trasmissioni televisive<br />
“Campanile sera” e “La fiera dei sogni”,<br />
quando i televisori erano presenti quasi esclusivamente<br />
nei bar e nei cinema, e al momento<br />
delle trasmissioni tutti i giochi si fermavano e si<br />
interrompeva anche la proiezione del film.<br />
Non si può parlare di <strong>Vaj</strong> senza parlare del suo<br />
unico, vero, grande amico e “confidente”,:il suo<br />
cagnolino di nome Alì, una specie di volpino di<br />
colore bianco sporco.<br />
I due erano assolutamente inseparabili, quando<br />
il Maestro era in casa, il cane rimaneva paziente<br />
al suo fianco, quando usciva per prendere il<br />
solito fascio di giornali o per altre rare occasioni,<br />
il cane gli trotterellava vicino senza mai allontanarsi<br />
più di tanto, ed era un’immagine tipica<br />
vedere per San Felice quest’uomo grande e<br />
grosso con il suo cagnolino appresso.<br />
Il cane rappresentava per <strong>Vaj</strong> molto più di una<br />
semplice compagnia, gli parlava come ad una<br />
persona, e talvolta gli confidava le sue pene.<br />
Quando era ora di mangiare, bisognava servire<br />
prima il cane, poi lui.<br />
I ragazzi del paese avevano capito che Alì era il<br />
punto debole del Maestro, e quando gli volevano<br />
fare dispetto aizzavano il cane, che abbaiava<br />
a più non posso, facendolo disperare.<br />
L’obesità impediva ad <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> grandi camminate,<br />
sostituite da lunghe galoppate della sua<br />
“<br />
“<br />
ccoonn iill tteemmppoo eerraa ddiivveennttaattoo uunn rriiffeerriimmeennttoo<br />
ccuullttuurraallee ppeerr ttuuttttoo iill PPaaeessee<br />
fervida fantasia. Seduto sulla sdraio sistemata<br />
fuori la porta di casa, seguiva il continuo mutare<br />
delle nuvole pensando di scorgere, tra le<br />
masse in movimento, i personaggi dell’Odissea,<br />
che non smetteva mai di leggere, immaginandosi<br />
di rivivere, in prima fila, la sosta di Ulisse all’Isola<br />
Eea ancora abitata dalla Maga Circe, di<br />
seguirne i movimenti, d’ascoltarne i colloqui:<br />
nacque così la sua “Circe innamorata”, opera<br />
teatrale da lui scritta e stampata in pochi esemplari<br />
a proprie spese. Egli componeva per il piacere<br />
di cimentarsi con rime ed endecasillabi.<br />
Le sue non erano mai composizioni di getto,<br />
ogni verso era scritto più volte, cancellato, poi<br />
riscritto.<br />
segue a pag. 16
<strong>IL</strong> TERRITORIO<br />
Attualità<br />
Ogni tipo di abuso va punito perché, altrimenti,<br />
non si capirebbe la necessità delle<br />
leggi. Immaginate l’impossibilità di giocare<br />
a scopa, se ciascuno non applicasse le regole del<br />
gioco, ma quelle inventate al momento.<br />
Ma non basta, non ci si rende conto che ogni abuso<br />
ha un costo che, prima o poi, devono pagare tutti,<br />
compresi quelli che l’hanno commesso.<br />
Secondo dati di una ricerca del CRESME – Centro Ricerche<br />
Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e<br />
il Territorio, dal 1994 al 2002 sarebbero stati costruiti<br />
circa 362.676 edifici abusivi, per 23.470 miliardi<br />
di euro.<br />
Questo vuol dire che lo Stato, cioè noi, non ha incassato<br />
almeno 5000 miliardi di euro d’imposte correlate,<br />
locali e non, che, ripartite ottimisticamente su 10 anni,<br />
sono una perdita annua media di 500 miliardi di euro.<br />
Bene, questa somma è cinquanta volte il buco di bilancio,<br />
che l’ex ministro Tremonti intendeva sanare.<br />
Oggi, dalla sanatoria edilizia, il governo spera di ottenere<br />
3,1 miliardi di euro per coprire buona parte<br />
del taglio delle tasse, ma le stime dicono che non<br />
avrebbe incassato più di 2 miliardi di euro, quindi il<br />
taglio delle tasse non avrebbe la copertura.<br />
2 miliardi di euro, inoltre, sono meno dello 0,5% di<br />
ddaall 11999944 aall 22000044 ssoonnoo ssttaattii ccoossttrruuiittii<br />
336622..667766 eeddiiffiiccii aabbuussiivvii<br />
quello che sarebbe spettato allo Stato per gli edifici<br />
abusivi costruiti ogni anno.<br />
Non mi pare un buon affare ed è chiaro che 50 milioni<br />
di italiani in tal modo si trovano di meno in tasca,<br />
ogni anno, 10.000 euro a testa, tutti, compresi i<br />
costruttori abusivi.<br />
Lo Stato non è capace di fare i conti e così, pur di racimolare<br />
soldi da ogni parte e di applicare la riduzione<br />
delle tasse, non bada alle conseguenze della iattura<br />
del condono.<br />
Ad esempio ad Ardea, vicino Roma, negli ultimi dieci<br />
anni la popolazione è cresciuta del 62% e sono state<br />
costruite circa 430 case abusive. Se ognuno degli<br />
abusivi avesse pagato i 55 euro al metro, tetto massimo<br />
della sanatoria, lo Stato avrebbe incassato<br />
6.665.000 euro. Peraltro la sanatoria obbliga lo Stato<br />
a fornire alle abitazioni condonate tutti i servizi,<br />
come fogne, opere viarie, illuminazione pubblica etc.,<br />
per un costo di non meno di 9.460.000 euro. Così,<br />
solo per la cittadina di Ardea, lo Stato ci avrebbe rimesso<br />
circa tre milioni di euro.<br />
Se poi si estendesse questo calcolo a tutta la peni-<br />
sola, poiché, secondo il<br />
Tesoro, il costo minimo dei<br />
servizi per ogni abitazione<br />
abusiva viene stimato in<br />
22.000 euro, per le già<br />
menzionate 362.676 abitazioni<br />
abusive salterebbe<br />
fuori un costo globale di 7<br />
miliardi e 978 milioni di<br />
euro da aggiungere a quelli<br />
sopra detti.<br />
Paradossalmente per tutti<br />
noi è un bene che gli abusivi<br />
non aderiscano al condono.<br />
Ma poi, ammesso che ci San Felice Circeo, - Anno 2005<br />
siano due terzi di domande<br />
di condono e che venga pagata la prima rata, siamo<br />
proprio certi che saranno pagate le altre due? Per<br />
non essere disfattisti, chiediamo soccorso all’esperienza<br />
passata. Il dossier Ecomafia 2003 ci dice che<br />
il 47% degli abusi esiste in Sicilia, Calabria, Puglia e<br />
Campania, ove il pagamento dei precedenti condoni<br />
è stato disastroso. La maggioranza degli abusivi, infatti,<br />
ha pagato la prima rata solo per bloccare inchieste<br />
e demolizioni e poi niente altro.<br />
Anche le demolizioni sono una buffonata. I dati statistici<br />
dicono che, nelle quattro regioni in questione, la<br />
probabilità di demolizione è inferiore all’1%, anche<br />
quando c’è la relativa ordinanza. L’assurdo infine è il<br />
costo delle demolizioni. Infatti ad Eboli, dove le demolizioni<br />
sono state fatte, ogni metro cubo demolito,<br />
è costato 17 euro. Se ipotiziamo che ogni casa è di<br />
300 metri cubi, per i soli 21.000 edifici abusivi in Sicilia<br />
si dovrebbero spendere non meno di 107 milioni<br />
di euro, una somma che i Comuni dovrebbero stan-<br />
iill ggoovveerrnnoo ssppeerraa ddii ootttteenneerree ddaallllaa ssaannaattoorriiaa<br />
eeddiilliizziiaa 33,,11 mmiilliiaarrddii ddii eeuurroo,, mmaa<br />
iinn rreeaallttàà nnoonn nnee aavvrreebbbbee iinnccaassssaattii ppiiùù ddii 22<br />
mmiilliiaarrddii<br />
ziare, ma che, nella maggioranza dei casi, non esiste.<br />
Poi le disposizioni contenute nella legge sono assurde.<br />
All’art.10 comma 5 della legge sul Condono Edilizio<br />
viene rovesciato il principio, vigente in passato,<br />
secondo cui, se si costruiva sul terreno dello Stato, la<br />
casa diventava proprietà pubblica. Ora basta pagare<br />
il condono e si diventa proprietari anche del suolo<br />
pubblico che è stato occupato. Una legge che sembra<br />
costruita da idioti, che non sanno far di conto, e non<br />
valutano le conseguenze di quanto stabilito.<br />
Forse i nostri legislatori sono stati preda degli stessi<br />
filtri usati dalla maga Circe per trasformare in porci i<br />
compagni di Ulisse. Al Circeo, poi, la musica del condono<br />
è ancora peggiore. Qui la legge consente di sanare<br />
costruzioni fatte non solo su terreno demaniale,<br />
ma anche su aree protette. Con la sanatoria edilizia<br />
sono arrivate 800 richieste di condono, parte delle<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 33<br />
Condono edilizio<br />
Il costo dell’abuso<br />
Ogni cittadino perde ogni anno 10.000 euro ddii Rodolfo Roselli<br />
“<br />
“<br />
L’ABUSIVISMO A S. FELICE CIRCEO<br />
2004 2003<br />
Denunce 170* 127**<br />
Nuove costruzioni 110 66<br />
* di cui 23 per violazione sigillo giudiziario<br />
**di cui 26 per violazione sigillo giudiziario<br />
FFoonnttee VViiggiillii UUrrbbaannii ddii SSaann FFeelliiccee CCiirrcceeoo<br />
““<br />
quali su aree protette. Tra il 1997 e il 2002 sono state<br />
emanate 281 ordinanze di demolizione per abusi,<br />
quelle eseguite fino ad oggi sono solo 16.<br />
Queste sono tutte conseguenze della scarsa chiarez-<br />
nneell tteerrrriittoorriioo ddeell CCiirrcceeoo llaa mmuussiiccaa ddeell<br />
ccoonnddoonnoo èè aannccoorraa ppeeggggiioorree:: ppoossssoonnoo<br />
eesssseerree ssaannaattee aanncchhee llee ccoossttrruuzziioonnii ssuu aarreeee<br />
pprrootteettttee<br />
za delle norme legislative, di conflitti di competenze<br />
istituzionali e di manovre clientelari.<br />
Alterare l’ambiente fa anche perdere valore al patrimonio<br />
immobiliare e può trasformare questa incantevole<br />
zona in un supermercato del turismo di massa,<br />
degradato e inquinato. E anche questo diviene un costo<br />
aggiuntivo dell’abuso, che è pagato da tutti.<br />
Ovunque nel mondo la pratica del condono edilizio è<br />
un fallimento ancora maggiore del nostro. In questo<br />
senso ci superano l’Irlanda, il Sud America, l’India e<br />
gli Stati Uniti.<br />
E’ questa la classica situazione nella quale “il cane si<br />
morde la coda”.<br />
L’incompetenza totale dei nostri amministratori pubblici<br />
ridicolizza il rispetto delle regole, lo Stato non<br />
incassa, quindi mancano i soldi per amministrare. E<br />
allora, questi geni dell’amministrazione, non sapendo<br />
come sanare il baratro dei debiti, rinnegano le<br />
precedenti regole, dimostrando che erano solo delle<br />
buffonate, e cominciano ad inventarsi altre vie di fuga,<br />
le più stravaganti, inefficaci ed inapplicabili. Fanno<br />
delle leggi una giostra desolante di trovate da baraccone,<br />
e noi tutti rei o incolpevoli ne paghiamo le<br />
conseguenze. ■<br />
““<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
“<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong>”<br />
Se vuoi aderire all’<strong>Ass</strong>ociazione<br />
telefona al n. 333 1904459<br />
oppure invia una e-mail a:<br />
centrostorico@sanfelicecirceo.info
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 44<br />
TERRITORIO<br />
Storia<br />
Cronache dell’Anno Mille (e d’intorni)<br />
Il Papa ammiraglio che<br />
sbaragliò la flotta araba<br />
La battaglia del Circeo mentre l’Islam invadeva l’Italia - parte seconda ddii Giorgio Ferraresi<br />
Nel precedente articolo (n. 9 - dicembre<br />
2004) abbiamo rievocato la battaglia<br />
del Circeo (anno 847) in cui venne<br />
sgominata la flotta araba che, più di 1100<br />
anni fa, stava invadendo l’Italia. Il nostro Paese<br />
sembrava ormai destinato a divenire un paese<br />
arabo e musulmano, ed era già costellato da<br />
sceiccati islamici fino a ben più a nord di Roma,<br />
come nel caso del Principato di Farfa. L’invasione<br />
araba era arrivata al punto non solo di conquistare<br />
l’intera Sicilia e parte dell’Italia meridionale,<br />
creando l’Emirato di Palermo, ma si era<br />
spinta fino a devastare<br />
e a saccheggiare la Ba-<br />
silica di S. Pietro e quella<br />
di S. Paolo a Roma, di-<br />
struggendo insigni tesori e memorie storiche risalenti<br />
anche all’epoca dell’Imperatore Costantino.<br />
Cosa straordinaria, e mai più ripetuta nella storia,<br />
Ammiraglio della flotta cristiana nelle acque del<br />
Circeo era il Papa in persona, Giovanni VIII, personaggio<br />
intrepido e discusso, ed autore di una<br />
storica offensiva contro gli invasori.<br />
Una delle conseguenze della vittoria della flotta<br />
cristiana fu che Civitavecchia, allora chiamata<br />
“Centumcellae”, cessò di essere una città araba<br />
come era stata dall’anno 829 all’889. L’Emirato di<br />
Bari era già stato distrutto dall’esercito dell’imperatore<br />
carolingio, Ludovico II, l’unico sovrano di<br />
questa dinastia degno del suo grande “Avo”.<br />
La flotta di “dromoni” (navi da guerra di origine<br />
bizantina), che stravinse nella battaglia del<br />
Circeo, segnò anche l’inizio della marina da<br />
guerra dello Stato Pontificio, la cui storia si concluse<br />
quasi mille anni dopo, quando Pio IX benedisse<br />
il varo di una “pirofregata” – cioè di una fregata<br />
a vapore, ultimo grido della tecnica militare<br />
di allora – negli ultimi anni del suo regno temporale.<br />
A quella nave irta di cannoni Pio IX non ebbe<br />
alcun imbarazzo a dare il pio nome di “Immacola-<br />
“<br />
Il peggior tradimento era avvenuto<br />
a Napoli, dove il duca Sergio II,<br />
nipote di quel Sergio I che 37<br />
anni prima aveva assassinato<br />
il duca Contardo per impadronirsi<br />
del potere, aveva<br />
stretto un’alleanza con i<br />
Maomettani che stavano mettendo<br />
a ferro e fuoco il Lazio<br />
e la Tuscia trucidando gli abitanti<br />
e trasformando l’Agro Romano<br />
in un vasto deserto infestato<br />
IIll DDuuccaa ddii NNaappoollii,, SSeerrggiioo IIII,, aavveevvaa ttrraaddiittoo<br />
ppaappaa GGiioovvaannnnii VVIIIIII ssttrriinnggeennddoo uunn’’aalllleeaannzzaa<br />
ccoonn ii MMaaoommeettttaannii<br />
““<br />
ta Concezione”. Ma, a<br />
SSeerrggiioo IIII,, ttrraaddiittoo ddaall ffrraatteelllloo AAttaannaassiioo,, ffuu ccoonnsseedifferenza<br />
dei dromoggnnaattoo aall PPaappaa,, cchhee lloo llaasscciiòò mmoorriirree iinn ccaarrcceerree<br />
ni di Giovanni VIII,<br />
quest’altra nave non ebbe il modo di partecipare<br />
ad alcuna battaglia navale.<br />
L’intrepido papa, che fece strage di Maomettani<br />
al Circeo, non tollerava il tradimento e non ammetteva<br />
quindi, giustamente, che prìncipi cristiani<br />
complottassero contro di lui e contro la<br />
Cristianità per bassi motivi d’interesse, o per<br />
salvare il loro potere politico.<br />
dalle febbri. Lo<br />
stesso Papa se ne era<br />
reso conto personalmente<br />
viaggiando tra Fondi e<br />
Terracina, e gli echi del<br />
suo sgomento e del suo sconforto si possono<br />
leggere ancor oggi nelle sue lettere, che erano<br />
disperate richieste di aiuto, inviate all’imperatore<br />
Carlo il Calvo, all’imperatrice Richilda e ai vescovi<br />
dell’Impero e del mondo intero. “Le città,<br />
i castelli e i villaggi sono scomparsi – scriveva il<br />
Papa – insieme con i loro abitanti; i vescovi sono<br />
stati scacciati e dentro le mura di Roma si<br />
raccolgono i miseri resti<br />
di una popolazione spogliata<br />
di ogni suo avere.<br />
Fuori tutto è devastazione<br />
e deserto”. Gli eserciti<br />
arabi si erano già presentati più volte sotto le<br />
mura di Roma, senza peraltro cingerla d’assedio.<br />
Ma il Papa temeva la caduta della città in<br />
mani arabe.<br />
“La campagna è totalmente disabitata – aggiungeva<br />
Giovanni VIII. – Nulla rimane di ciò che<br />
era nostro, dei conventi e degli altri luoghi di devozione,<br />
nulla di ciò che possedeva il Senato per<br />
il suo sostentamento. I dintorni di Roma sono così<br />
desolati che non si potrebbe scorgervi un solo<br />
“<br />
senza scrupoli come il Duca di Napoli Sergio II si<br />
alleava disinvoltamente con i Mussulmani responsabili<br />
di quel disastro. Mal gliene incolse.<br />
Dopo aver tentato invano di indurre Sergio II a<br />
più miti consigli, Giovanni VIII gli scatenò contro<br />
le soldatesche del Duca di Salerno Guaiferio e,<br />
tanto per dimostrare a Sergio quanto fosse ter-<br />
ribile l’ira del Papa, ordinò a<br />
Guaiferio di decapitare 22<br />
prigionieri napoletani.<br />
Sergio II fu poi vittima di<br />
un tradimento nell’ambito<br />
della sua stessa famiglia.<br />
Suo fratello Atanasio,<br />
vescovo di Napoli,<br />
organizzò una congiura,<br />
catturò Sergio e (secondo<br />
Gregorovius) gli cavò<br />
gli occhi con le sue stesse<br />
mani, lo caricò di catene, lo inviò<br />
in omaggio al Papa, il quale gradì il dono<br />
(cosa che gli è stata poi aspramente rimproverata<br />
dagli storici) e lo lasciò languire in carcere<br />
dove ben presto morì. Ma va anche detto<br />
che in quei tempi oscuri, in cui il Cristianesimo<br />
era spesso ridotto ad un <strong>cult</strong>o di pura facciata,<br />
accecare i nemici e persino i propri fratelli era<br />
considerata una cosa quasi normale.<br />
Fu comunque per il Papa una vittoria di Pirro,<br />
perché ben presto anche il vescovo e duca Atanasio<br />
a sua volta tradì, alleandosi con gli arabi<br />
che si stabilirono ad Agropoli e sul Garigliano,<br />
continuando a predare<br />
e ad uccidere par-<br />
Papa Giovanni VIII<br />
PPaappaa GGiioovvaannnnii VVIIIIII iill 1166 ddiicceemmbbrree 888822,, aallll’’eettàà<br />
ddii 8855 aannnnii,, ffuu aavvvveelleennaattoo ee bbrruuttaallmmeennttee tendo da quelle muni-<br />
ffiinniittoo ccoonn iill ccrraanniioo ffrraaccaassssaattoo aa mmaarrtteellllaattee tissime piazzeforti.<br />
Gli arabi disponevano<br />
di fortezze disseminate un po’ in tutto il Lazio. Per<br />
esempio, il nome di Saracinesco dato ad un paese<br />
vicino a Roma testimonia che quel luogo era<br />
una piazzaforte araba ed infatti le ragazze di Saracinesco<br />
erano molto apprezzate come modelle<br />
nell’Ottocento dagli artisti, tra cui il nonno di Rutelli,<br />
noto s<strong>cult</strong>ore siciliano, proprio per le loro fattezze<br />
esotiche e arabe, da “mille e una notte”.<br />
Giovanni VIII, il Papa di ferro, che aveva dedicato<br />
la vita a salvare i destini del Papato e della<br />
superstite, uomo o bam- Cristianità contro la minaccia musulmana, fu a<br />
bino che fosse”. sua volta vittima di una congiura e della mano<br />
Di fronte a questo qua- omicida, pare, di un suo familiare.<br />
dro desolante, un uomo Il 16 dicembre dell’anno 882, decimo del suo<br />
pontificato, all’età di 85 anni, Giovanni VIII fu<br />
avvelenato; ma siccome grazie alla sua fortissima<br />
fibra non si decideva a morire, fu brutalmente<br />
finito, con il cranio fracassato a martellate.<br />
Così morì assassinato uno dei Papi più affascinanti<br />
e più dimenticati della bimillenaria storia<br />
della Chiesa. ■<br />
““
TERRITORIO<br />
Riprogettare il Circeo<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 55<br />
La Cona e il porto, aree da valorizzare<br />
San Felice Circeo<br />
“porto delle speranze”<br />
Il degrado è notevole, ma il recupero è possibile con una seria progettazione ddii Luca Magnani<br />
Mi è stato chiesto di dare un mio parere<br />
di architetto su La Cona e sul<br />
porto di San Felice Circeo.<br />
Devo dire che non è così facile come mi era<br />
sembrato inizialmente: è difficile parlare di questi<br />
due interventi urbanistici di notevole importanza<br />
per la vita del paese, affrontati in passato<br />
con una superficialità progettuale che trova<br />
assai poche giustificazioni.<br />
La Cona, che io ricordi, già negli anni cinquanta,<br />
si stava sviluppando in maniera abbastanza casuale,<br />
senza un’idea di base che sarebbe dovuta<br />
essere contenuta nel piano regolatore. Al<br />
“<br />
aa llaa CCoonnaa ssii ssvvoollggoonnoo ttuuttttee llee aattttiivviittàà ccoomm-mmeerrcciiaallii<br />
ddeell PPaaeessee<br />
contrario si è sviluppata con la logica del “DO-<br />
MINO”, ogni tanto se ne aggiungeva un pezzo a<br />
seconda delle esigenze del momento.<br />
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, una strada,<br />
V.le Tittoni, dove sono state costruite su entrambi<br />
i lati palazzine di brutta architettura di<br />
due, tre piani. Addirittura le costruzioni più basse<br />
sono state edificate con la copertura piana<br />
(futuro eventuale pavimento) che ripete il profilo<br />
del piano sottostante, compreso i balconi,<br />
perché forse un domani chi sa… (vedi condoni).<br />
Non è che poi negli anni successivi le cose siano<br />
migliorate: sono state realizzate varie lottizzazioni,<br />
la cui logica è stata “massimo profitto e mi-<br />
nimo impegno creativo”.<br />
La Cona sarebbe la picco-<br />
“<br />
la “Champes Elysee” del<br />
Circeo dove si svolgono<br />
tutte le attività commerciali<br />
del paese: ci sono banche, supermercati,<br />
boutique e negozi di vario genere, tant’è che<br />
oramai nel paese vecchio l’attività principale è<br />
diventata quasi esclusivamente quella della ristorazione.<br />
Ciò ha creato una situazione per cui durante il<br />
giorno il paese sembra quasi disabitato, privo di<br />
Il porto - Viale A.Bergamini<br />
La Cona - Viale Tittoni<br />
qualsiasi attività, come se il tempo si fosse fermato,<br />
mentre a La Cona, specialmente nella stagione<br />
estiva, c’è un traffico caotico difficilmente<br />
gestibile; la sera, invece, avviene esattamente<br />
il contrario, il paese si trasforma in una bolgia<br />
infernale, diventa un unico bar – ristorante,<br />
mentre la Cona è deserta.<br />
La Cona e il porto dovrebbero essere dei poli di<br />
richiamo durante la stagione turistica soprattutto<br />
di sera, invece sono luoghi alquanto desolati,<br />
e questo perché sono sorti senza un’idea<br />
progettuale che si inserisse ed integrasse urbanisticamente<br />
con il paese vecchio.<br />
Manca un filo conduttore progettuale che unifichi<br />
il paese, La Cona ed il porto, ognuno vive di<br />
vita propria, in sostanza stando in paese non si<br />
percepisce l’esistenza del porto o de La Cona e<br />
viceversa, questo perché non c’è stato un progetto<br />
urbanistico che coinvolgesse questi tre<br />
luoghi distinti e allo stesso tempo parti di un<br />
tutt’uno.<br />
Il porto ha avuto una vita<br />
difficile già dai suoi<br />
inizi, che se non sbaglio<br />
risalgono al 1952. In<br />
quella data fu dato l’incarico<br />
per la redazione del progetto all’ingegnere<br />
Giuseppe Strangoli, dopodichè negli anni<br />
successivi l’incarico per il completamento dei<br />
lavori fu affidato a vari professionisti. Questo<br />
modo di operare ha fatto sì che il risultato di<br />
quella che poteva essere una grande occasione<br />
per il paese è stato un pasticcio di non progettazione.<br />
Anche per la gestione ci sono stati<br />
diversi problemi che ancora oggi non sono<br />
stati risolti e questo certo non favorisce<br />
le condizioni di lavoro dei vari operatori,<br />
che avrebbero potuto portare idee nuove e<br />
realizzare servizi migliori.<br />
Il porto si sviluppa su due quote, una a livello<br />
più basso dove è stato realizzato un<br />
parcheggio e una costruzione, in cui si trovano<br />
un piccolo supermercato, un bar e un<br />
mmaannccaa uunn ffiilloo ccoonndduuttttoorree pprrooggeettttuuaallee cchhee<br />
uunniiffiicchhii iill PPaaeessee,, llaa CCoonnaa ee iill ppoorrttoo:: ooggnnuu-nnoo<br />
vviivvee ddii vviittaa pprroopprriiaa<br />
““<br />
altro paio di locali, mentre la parte superiore<br />
è separata da quella sottostante da un<br />
“<br />
terreno scosceso, c’è solo una scala che consente<br />
di passare da una parte all’altra.<br />
Nella parte superiore c’è una strada senza<br />
sbocco dove è stata realizzata una lottizzazione<br />
infelice, una tipologia di edilizia che è un misto<br />
tra lo chalet e la palazzina, disposta tutta su un<br />
solo lato della strada dove si trovano una serie<br />
di negozi che dovrebbero essere la zona commerciale<br />
del porto stesso, cosa che di fatto non<br />
è, perchè completamente scollegati con il porto<br />
sottostante.<br />
Arrivando da via Ammiraglio Bergamini ci si trova<br />
di fronte ad un bivio: scendendo si va al porto,<br />
andando dritti si va nella zona commerciale<br />
con una strada senza sbocco, che la rende commercialmente<br />
morta. Ed ecco dove si riscontra la<br />
mancanza di progettazione, lo scollegamento<br />
tra il porto e la sua zona commerciale; questa è<br />
una costante che ritroviamo sempre nello svi-<br />
“<br />
dduurraannttee llaa ssttaaggiioonnee ttuurriissttiiccaa ssoopprraattttuuttttoo ddii sseerraa,,<br />
llaa CCoonnaa ee iill ppoorrttoo ssoonnoo lluuoogghhii ddeessoollaattii<br />
luppo del paese, ogni cosa è fine a sé stessa,<br />
non è pensata e progettata anche in funzione<br />
delle realtà attigue.<br />
Insomma un’altra occasione persa. Se tutto il<br />
complesso portuale fosse stato pensato nel suo<br />
insieme e non in varie fasi, se si fosse dato l’incarico<br />
ad un solo professionista, magari pure<br />
bravo, (al Circeo in quegli anni avevano casa gli<br />
arch. Valente e Busiri Vici e l’ing. Morandi) il risultato<br />
sarebbe stato certamente diverso.<br />
Non so se il raddoppio del porto sarà realizzato,<br />
personalmente spero di no, comunque prima<br />
di qualsiasi intervento sarebbe opportuno risistemare<br />
la situazione attuale realizzando una<br />
serie d’interventi che siano frutto di una logica<br />
e che diano un aspetto piacevole al tutto, evitando<br />
di operare su una realtà già assai compromessa.<br />
Infine un ultimo esempio d’improvvisazione<br />
progettuale che mi viene in mente è la realizzazione,<br />
circa un anno fa, dei bagni pubblici al<br />
porto. Sono stati collocati all’ingresso del porto<br />
e realizzati con dei brutti prefabbricati. Questa<br />
è l’ennesima conferma che il concetto di progettazione<br />
al Circeo è del tutto sconosciuto.<br />
Nonostante tutto sono convinto che molte cose<br />
si possono fare per recuperare una situazione<br />
di degrado come quella attuale. L’essenziale è<br />
avere le idee chiare, verificarle con una progettazione<br />
seria e ubbidire alla logica che tutto ciò che<br />
si realizza serve solo e solamente al Circeo. ■
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 66<br />
SOTTO LA NOTIZIA<br />
Editoriale<br />
segue dalla prima<br />
Editoriale<br />
Fallacia alia aliam trudit<br />
(una bugia tira l’altra)<br />
di ALESSANDRO CRESTI<br />
vulnera l’effettività della giurisdizione contabile,<br />
compromettendone l’azione a tutela delle risorse<br />
finanziarie pubbliche”. Un consiglio per il futuro:<br />
non bisogna dir tre finché la noce non è nel sacco.<br />
Finanziamento regionale per il recupero<br />
dei Centri storici<br />
Il 30 aprile 2004 la Giunta della Regione Lazio ha<br />
approvato, con delibera n. 354, il “bando di concorso<br />
per il recupero e il risanamento delle abitazioni<br />
nei centri storici minori del Lazio”. Sono stati<br />
previsti alcuni finanziamenti che saranno erogati<br />
a certe condizioni. Ottenere i contributi non è<br />
cosa semplice per le richieste specifiche della<br />
Giunta Regionale, la quale subordina l’erogazione<br />
a precisi e complessi vincoli. Senza entrare nei<br />
particolari della Delibera della Giunta regionale è<br />
opportuno passare ad esaminare i contenuti della<br />
Delibera della Giunta Comunale n. 167 del 23 settembre<br />
2004, con la quale è stato dato seguito ed<br />
attuazione alla già menzionata delibera regionale.<br />
Con sorpresa, ma non troppa - perchè ci troviamo<br />
di fronte ad un usuale comportamento degli Amministratori<br />
comunali - l’elenco delle zone destinatarie<br />
dei contributi è stato ampliato in modo inutile<br />
e fuorviante, inserendo alcune “vie” con i loro<br />
immobili, che non rientrano certo nelle aree definite<br />
e caratterizzate dalla Giunta Regionale, vanificando<br />
quindi spirito e scopo di quest’ultima che<br />
vuole il recupero e il risanamento dei centri storici.<br />
Non si può aggirare la disposizione con scelte<br />
strumentali-clientelari, legate più ad opportunismi<br />
politici che al restauro di quelle parti del Paese<br />
che lo rendono unico ed esclusivo … e queste<br />
parti non sono certo via Roma, via Sabaudia e viale<br />
Tittoni! Oltretutto le identificazioni di tali aree è<br />
stata oggetto di un incarico ad esperti (17.656<br />
€), uno dei tanti del 2004, con Delibera di Giunta<br />
n. 199 del 22/11/2004. Non è difficile prevedere<br />
che sarà perduta anche questa opportunità:<br />
l’occasione difficilmente si presenta, mentre facilmente<br />
si perde.<br />
Borgo Montenero, compie 70 anni<br />
È il titolo di un articolato “comunicato stampa” del<br />
16 novembre 2004 del Comune di San Felice Circeo,<br />
nel quale sono elencate, con le parole del<br />
Sindaco, numerose iniziative e manifestazioni che<br />
saranno promosse per l’occasione: mostre fotografiche,<br />
convegni, dibattiti ed incontri pubblici;<br />
diverse opere di costruzione, una fontana, marciapiedi<br />
ed altro. Immediatamente dopo, in data 22<br />
novembre 2004, il neo delegato di Borgo Montenero,<br />
Claudio Petrucci, ha invitato cittadini, associazioni<br />
e gruppi interessati ad un incontro, tenutosi<br />
il 25 novembre 2004, per “raccogliere proposte<br />
di organizzazione dei festeggiamenti”. Eppure<br />
il precedente comunicato stampa era stato preciso<br />
e circostanziato nell’annunciare i programmi come<br />
se fossero già stati definiti. Come mai Petrucci solo<br />
pochi giorni dopo cercava ancora proposte e<br />
suggerimenti? All’incontro del<br />
25 novembre ne sono seguiti altri<br />
che hanno registrato una<br />
sempre minore partecipazione e<br />
quindi un calo d’interesse. Credo<br />
che gli abitanti di Borgo Montenero<br />
debbano prepararsi a vedere<br />
deluse le loro aspettative e<br />
disattese le promesse dell’Amministrazione<br />
comunale.<br />
Ritorno inevitabilmente con il<br />
pensiero a quella inconcludente riunione dell’11 marzo del 2003 presso l’Hotel Maga Circe, quando Sindaco,<br />
<strong>Ass</strong>essori e Consiglieri esortavano bonariamente i presenti (alcuni rappresentanti di associazioni di categoria<br />
e <strong>cult</strong>urali) a dare indicazioni e suggerimenti per la successiva stagione estiva palesando in tal modo<br />
la loro superficialità ed incompetenza a programmare ed organizzare un aspetto della vita del Paese e<br />
del territorio con ricadute di importanza vitale per la sua economia.<br />
Perché ritengo opportuno portare a conoscenza di quanto sopra in particolare i cittadini di Borgo Montenero?<br />
Un breve antefatto: l’estate scorsa l’assessore comunale Salvatore D’Auria, considerato il successo ottenuto<br />
in occasione dei festeggiamenti per la conclusione del concorso “Lo Spazio della Memoria”, mi aveva<br />
chiesto di aiutarlo ad organizzare le celebrazioni per i 70 anni della nascita di Borgo Montenero e a realizzare,<br />
per l’occasione, anche un libro commemorativo analogo a quello distribuito nella cerimonia del 30<br />
aprile 2004 presso l’Hotel Maga Circe. Avevo dato la mia disponibilità programmando alcuni incontri, il primo<br />
dei quali, a settembre, insieme ad altre persone interessate. Da questo incontro si era usciti con un programma<br />
ben definito nelle grandi linee, di cui mi sarei assunto la responsabilità.<br />
All’incontro concordato e fissato per venerdì 12 novembre non è intervenuto S. D’Auria, mentre il 16 novembre<br />
usciva il comunicato stampa del Comune e il 25 novembre si svolgeva una riunione organizzativa alla<br />
presenza di ben tre consiglieri comunali (Petrucci, Ceccato e Cerasoli), nonostante contemporaneamente<br />
fosse in corso una seduta di Consiglio comunale. Se la nostra iniziale presenza, come associazione, è<br />
servita di stimolo, siamo soddisfatti e ci auguriamo di vedere realizzati i programmi annunciati anche se i<br />
nostri avrebbero avuto ben altro spessore, come è già accaduto in passato.<br />
Personalmente continuo ad essere molto scettico e pessimista. A fronte di un’ulteriore delusione e prendendo<br />
a prestito un pensiero di Abramo Lincoln ritengo proprio che costoro:<br />
potranno ingannare tutti per un po’,<br />
potranno ingannare qualcuno per sempre,<br />
ma non potranno ingannare tutti per sempre.<br />
Sui giornali di questi giorni leggiamo le sgradevoli reazioni del Sindaco all’interrogazione parlamentare al<br />
Ministro degli Interni del Senatore della Repubblica Antonello Falomi relativa ad una gestione “disinvolta”<br />
dell’Amministrazione comunale di San Felice Circeo.<br />
Condividiamo le risposte dell’opposizione e ci chiediamo quale sarà il livello della reazione quando inevitabilmente<br />
emergerà la verità dei fatti in merito alle firme falsificate di un assessore in calce ad alcune delibere<br />
di Giunta. ■<br />
LA CORRISPONDENZA CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN FELICE CIRCEO<br />
■ 3300 NNoovveemmbbrree 22000044<br />
Egregio Signor<br />
Dott. Giuseppe Schiboni,<br />
Sindaco di San Felice Circeo (LT)<br />
Oggetto: Richiesta di documentazione<br />
sugli interventi<br />
per il recupero architettonico e<br />
cromatico del Centro Storico di<br />
San Felice Circeo. Legge<br />
241/90. Atto di messa in mora<br />
Ancora una volta constato,<br />
con rammarico, che una richiesta<br />
inoltrata ripetute volte<br />
dal sottoscritto, a nome dell’<strong>Ass</strong>ociazione<br />
Culturale “Il<br />
Centro Storico” di San Felice<br />
Circeo, ottiene solo risposte<br />
parziali ed incomplete da parte<br />
di codesta Amministrazione<br />
insistentemente reticente.<br />
Mi riferisco, in particolare,<br />
alle nostre lettere del 15<br />
maggio, del 10 luglio 2004 e<br />
dell’8 ottobre 2004 e alle vostre<br />
risposte del 9 agosto<br />
2004, del 25 ottobre 2004<br />
nonchè “alla presentazione<br />
del piano del colore e del regolamento<br />
per il rifacimento<br />
delle facciate del Centro Storico<br />
di San Felice Circeo, redatto<br />
dal prof. Paolo Portoghesi”<br />
dell’11 novembre scorso.<br />
Con la presente reitero la<br />
richiesta, specificata in oggetto,<br />
e, a copertura delle spese<br />
per la riproduzione della documentazione,<br />
allego assegno<br />
circolare NT di 11,00 ¤ n. 61-<br />
00007351 09 della Banca<br />
UNIPOL<br />
Trascorsi i termini previsti<br />
dall’art. 2 della legge<br />
241/1990 e dall’art. 10 del<br />
Regolamento di attuazione<br />
della suddetta legge, se persisterà<br />
il silenzio di codesta Amministrazione,<br />
il sottoscritto,<br />
ai sensi dell’art. 328 comma<br />
2° del c.p., provvederà ad adire<br />
l’Autorità Giudiziaria per<br />
omissione di atti d’ufficio.<br />
In attesa di un riscontro<br />
in merito, invio distinti saluti.<br />
AAlleessssaannddrroo CCrreessttii<br />
■ 2222 ddiicceemmbbrree 22000044<br />
Presidente <strong>Ass</strong>ociazione Culturale<br />
“Il Centro Storico”<br />
Dott. A. Cresti<br />
segue a pagina 16
DALLA CITTÀ<br />
Il Fatto<br />
Forse non tutti sanno che le fogne, a San<br />
Felice Circeo, hanno fatto la loro comparsa<br />
solo nel 1957. Prima di allora,<br />
era usanza comune delle famiglie del paese di<br />
svuotare i vasi da notte in un più capiente “cantaro”<br />
che veniva affidato ad una delle figlie più<br />
giovani affinché lo andasse a versare lontano da<br />
casa. Uno dei luoghi deputati a ricevere i liquami<br />
era situato nei pressi del Centro Storico, un<br />
pò più a valle di dove oggi si trovano le scuole<br />
e quella località era conosciuta con il nome di<br />
“Ciaquea”; il perchè di questo appellativo ci è<br />
oscuro (e qui cogliamo l’occasione per chiederne,<br />
a chi dovesse conoscerla, la giusta origine)<br />
ma sta di fatto che se domandate a qualche sanfeliciano<br />
che abbia superato la cinquantina, che<br />
cosa è Ciaquea, questi vi guarderà con un pò di<br />
imbarazzo ma poi, sorridendo, vi descriverà il<br />
posto e l’usanza. Il termine ha anche assunto<br />
un risvolto sarcastico allorquando, volendo indicare<br />
una persona che crede di sapere tante cose<br />
ma che, alla prova dei fatti, dimostra di non<br />
essere all’altezza della situazione, di lui si dice<br />
che “ Chije se sarà laureate all’Univerzetà de<br />
Ciaquea”.<br />
Questo modo di dire viene subito alla mente<br />
quando si va ad esaminare la storia legata al<br />
progetto di edificazione di una decina di ville in<br />
una delle zone più belle di San Felice, a mezza<br />
costa lungo la strada che da La Cona porta in<br />
paese, conosciuta come Tresilene. Il fatto è talmente<br />
intricato che non proviamo neppure a<br />
spiegarlo, diciamo solo che si tratta di una storia<br />
che dura da più di trenta anni e che ha visto<br />
grandi scontri in Consiglio Comunale, svariati ricorsi<br />
al TAR ed al Consiglio di Stato e per la quale,<br />
all’inizio degli anni ’90, si è voluto scomodare<br />
persino un vicepresidente della Commissione<br />
Antimafia; una storia che, comunque, si è<br />
recentemente conclusa con il riconoscimento<br />
del diritto a realizzare una Lottizzazione da parte<br />
dei proprietari dell’area in questione. Ma ecco<br />
che, alla vigilia della firma definitiva, un improvviso<br />
colpo di scena ha nuovamente messo<br />
tutto in discussione dal momento che si è venuto<br />
a scoprire che la zona interessata è un’area<br />
archeologica. Qualcuno potrebbe chiedere: ma<br />
come è possibile che una cosa così grossa non<br />
sia mai venuta a galla? Com’è che nessuno dei<br />
tecnici che si sono interessati al problema non<br />
lo ha mai messo in rilievo? La risposta è difficile<br />
anche perchè quell’area viene indicata come<br />
archeologica nel Piano Territoriale Paesistico<br />
della Regione Lazio e, quindi, sottoposta a vincolo;<br />
ma, d’altra parte, sarebbe bastato dare<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 77<br />
Lottizzazione della zona Tresilene<br />
L’Università di “Ciaquea”<br />
Sicuramente molti sapevano che la zona è un’area archeologica ddii E. Dantes<br />
uno sguardo ad un paio di libri molto conosciuti<br />
come “Forma Italiae” di Giuseppe Lugli o “Il<br />
Circeo nella leggenda e nella storia” del nostro<br />
Tom Lanzuisi per far nascere qualche sospetto.<br />
Immaginiamo che qualcuno dei nostri lettori, più<br />
malizioso degli altri, potrebbe pensare che tutti<br />
erano al corrente del problema ma che hanno<br />
fatto finta di niente ed hanno voluto tentare un<br />
colpo gobbo con la speranza che la cosa non diventasse<br />
di dominio pubblico. Noi, invece, che<br />
non siamo così inclini ad insinuazioni, preferiamo<br />
pensare che gli esperti, gli specialisti ed i<br />
periti che hanno trattato l’argomento siano tutti<br />
dei sapientoni che, in effetti, si sono laureati<br />
presso la rinomata Università di Ciaquea. ■<br />
Ma il tempo non si ferma … ddii E. Dantes<br />
della Torre dei Templari è<br />
davvero particolare e funziona con<br />
L’orologio<br />
un meccanismo estremamente<br />
complicato; voglio dire che non è sufficiente<br />
andare là e dargli la corda ma bisogna mettere<br />
in atto una serie di operazioni molto<br />
macchinose, al punto che gli addetti all’orologio<br />
della Torre si tramandano il segreto di<br />
padre in figlio. E, parimenti, si tramandano<br />
un titolo dalla denominazione misteriosa:<br />
quello di Moderatore.<br />
Da una decina di giorni, però, il suono un po’<br />
sordo e stentoreo che proveniva regolarmente<br />
dalla Piazza, non dà più il ritmo alla vita di<br />
quei pochi sanfeliciani che continuano, eroicamente,<br />
a resistere nel Centro Storico ed il<br />
motivo va ricercato nel fatto che il Comune<br />
non ha i soldi per pagare il Moderatore. Non<br />
sappiamo quale sia il costo per questo lavoro<br />
ma siamo sicuri che si tratti di pochi spiccioli<br />
come pure siamo certi che il Moderatore<br />
non presti la sua opera gratuitamente solo<br />
per una sacrosanta questione di principio.<br />
Veramente restiamo senza parole per il disinteresse<br />
di questa amministrazione nei confronti<br />
di uno dei simboli storici di San Felice<br />
Circeo; ci resta solo la consolazione di pensare<br />
che anche se l’orologio non batte più le<br />
ore, il tempo corre ugualmente e ci avvicina<br />
inesorabilmente al momento in cui, si spera,<br />
verremo governati da qualcuno più sensibile<br />
a certi rintocchi piuttosto che ad altri.<br />
Ci sembra giusto, però, fare due conti per ricordare<br />
che solo negli ultimi due mesi sono<br />
stati spesi in contributi alle più svariate organizzazioni<br />
circa 70.000 €: qualcuno si dovrebbe<br />
vergognare, non trovate? ■<br />
ONORIFICENZA<br />
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Capo dell’Ordine<br />
“Al Merito della Repubblica Italiana”, ha conferito in data 22 novembre 2004, motu proprio,<br />
l’onorificenza di Grande Ufficiale al dott. EUGENIO SAPUTO.<br />
Auguri dai Soci dell’<strong>Ass</strong>ociazione “Il Centro Storico”.<br />
Gioielleria Oreficeria<br />
Maria Grazia Colambrosi<br />
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S. Felice Circeo - Centro storico<br />
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<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 88<br />
TERRITORIO<br />
Le Idee<br />
Un’area di particolare bellezza in continuo degrado<br />
Un progetto per il territorio<br />
di San Felice Circeo<br />
Il marketing territoriale per lo sviluppo sostenibile di un territorio<br />
ddii Matteo G. Caroli *<br />
Il marketing territoriale sintetizza un insieme<br />
di attività finalizzate al rafforzamento<br />
delle condizioni economiche di un’area<br />
geografica più o meno circoscritta, nell’ambito<br />
della realizzazione di un più generale processo<br />
di sviluppo sostenibile. Esso rappresenta una<br />
componente della politica di sviluppo locale,<br />
contribuendo alla sua realizzazione sul piano<br />
sia del metodo che dei contenuti operativi.<br />
Come metodo, il marketing territoriale pone il<br />
principio di centralità della domanda; questo<br />
implica l’opportunità di basare gli interventi volti<br />
al miglioramento delle condizioni (tangibili e<br />
intangibili) di un territorio su una attenta valutazione<br />
delle aspettative dei suoi principali<br />
utenti attuali e potenziali. La concreta adozione<br />
di questo principio deve però tenere conto del<br />
fatto che l’offerta territoriale è normalmente caratterizzata<br />
da un elevato grado di rigidità e di<br />
apertura a diverse categorie di utenti che, in linea<br />
generale, non possono essere discriminate<br />
e che possono avere aspettative anche contrastanti.<br />
Occorre, inoltre tenere conto che in un’area<br />
geografica esiste una domanda “interna”,<br />
costituita da tutti quei soggetti che sono originari<br />
di tale area, e che tali soggetti rappresentano<br />
anche una componente che qualifica l’offerta<br />
territoriale. Da questo<br />
punto di vista, la soddisfazione<br />
della domanda interna può rappresentare<br />
una condizione necessaria,<br />
o addirittura preliminare,<br />
per presentare un’offerta<br />
territoriale competitiva a potenziali<br />
utenti di provenienza<br />
esterna. È essenziale ragionare<br />
con molta cura sulle connessioni<br />
che esistono tra domanda interna e domanda<br />
esterna e sulla diversa valenza che un determinato<br />
soggetto può avere come componente sia<br />
della “domanda” di territorio che della sua offerta.<br />
Diviene allora necessario operare una “selezione”<br />
della domanda. Il territorio sceglie la domanda<br />
cui orientare in via prioritaria la propria<br />
offerta in funzione della misura in cui essa è<br />
fonte di risorse (tangibili e intangibili) utili per<br />
rafforzare il proprio processo di sviluppo fisiologico.<br />
Occorre, quindi, “posizionare” il territorio,<br />
ovvero, identificare lo “spazio” del mercato<br />
dove esso intende eccellere; il posizionamento<br />
di un’area è immediatamente applicabile con riferimento<br />
ad esempio al mercato turistico o alla<br />
competizione tra cluster produttivi.<br />
Il marketing territoriale ha un orientamento al<br />
lungo termine, in considerazione del fatto che<br />
gli interventi su gran parte dei fattori che caratterizzano<br />
l’offerta territoriale richiedono un<br />
orizzonte temporale almeno di medio termine<br />
per produrre effetti concreti e spesso anche solo<br />
per essere compiutamente attuati. Questo<br />
aspetto rinvia alla necessità di costruire una relazione<br />
efficace tra l’organo responsabile sul<br />
piano tecnico degli interventi di sviluppo dell’offerta<br />
territoriale e gli organi di governo politico.<br />
Infine, va sottolineata la necessità del coinvolgimento<br />
nell’azione di marketing territoriale di<br />
tutti gli attori che compongono un sistema locale<br />
e non solo di coloro più direttamente responsabile<br />
di tale tipo di azione. Ne consegue che le<br />
misure di marketing territoriale devono poggiare<br />
su una precisa sensibilità <strong>cult</strong>urale che sia<br />
adeguatamente metabolizzata almeno dalla<br />
maggior parte degli organismi pubblici e privati<br />
che operano in un determinato contesto.<br />
Il marketing territoriale rappresenta anche una<br />
funzione concreta con compiti di natura sia strategica<br />
che operativa.<br />
Sul piano strategico, occorre in primo luogo monitorare<br />
costantemente la struttura economica e<br />
sociale del contesto geografico<br />
cui si riferisce e delle sue linee<br />
di tendenza. Un’analisi che è finalizzata<br />
anche a fornire le conoscenze<br />
necessarie per arrivare<br />
ad esplicitare la “vocazione”<br />
del territorio, sapendo valutare<br />
se questa può essere alla base<br />
di un modello vincente di sviluppo<br />
o se, al contrario, rappresenta<br />
un fattore di debolezza e richiede<br />
un mutamento anche radicale.<br />
L’analisi dell’economia del territorio fornisce<br />
anche le conoscenze necessarie per predisporre<br />
o per rinnovare la sua “vision”. Il marketing<br />
territoriale deve preoccuparsi di elaborare una<br />
proposta a riguardo, che sia saldamente ancorata<br />
alle caratteristiche reali del territorio, alle<br />
aspettative dei suoi stakeholders, ma che risulti,<br />
al tempo stesso, sensibile ad eventuali fattori<br />
d’innovazione.<br />
L’orientamento di marketing influenza la scelta<br />
relativa a quali settori produttivi e attività economiche<br />
devono essere sviluppate nel territorio,<br />
quali semplicemente mantenute e quali possibilmente<br />
ridotte. Enfatizza il coordinamento<br />
tra gli attori, le risorse e le funzioni che com-<br />
pongono il sistema territorio con il fine di aumentare<br />
il valore complessivamente offerto ai<br />
suoi utenti.<br />
Su queste basi, si può procedere all’elaborazione<br />
del percorso strategico attraverso cui il territorio<br />
tende al raggiungimento della vision stabilita<br />
in precedenza. Percorso strategico che deve<br />
rappresentare essenzialmente una piattaforma<br />
utile per coinvolgere e mobilitare i diversi attori<br />
locali su un percorso evolutivo sufficientemente<br />
unitario.<br />
Il progetto strategico che il marketing territoriale<br />
predispone nell’ambito delle sue funzioni si<br />
articola in prima battuta su due questioni primarie:<br />
le modalità di sviluppo del tessuto produttivo<br />
endogeno e le modalità di attrazione di<br />
investimenti dall’esterno. È anche fondamentale<br />
il modo in cui gli investimenti provenienti dall’esterno<br />
si innestano nel sistema produttivo<br />
ospitante, e trovano le condizioni per divenirne<br />
fattore di rafforzamento.<br />
Le funzioni operative del marketing territoriale<br />
sono fondamentalmente cinque: a) l’identificazione<br />
dei “prodotti - territorio”; b) la predisposizione<br />
dei pacchetti localizzativi; c) l’azione<br />
sulle specifiche condizioni che migliorano il “valore<br />
percepito” dei pacchetti localizzativi; d) la<br />
comunicazione; e) la promozione dell’offerta<br />
territoriale. Si tratta di attività che hanno ormai<br />
raggiunto un elevato grado di complessità tecnica<br />
e che richiedono, quindi, livelli di professionalità<br />
specialistica sempre maggiori.<br />
L’evoluzione delle dinamiche economiche e imprenditoriali<br />
di questi anni pongono i sistemi<br />
produttivi locali di fronte ad una sfida molto<br />
complessa il cui esito potrebbe mutare radicalmente,<br />
in un futuro anche non molto lontano, gli<br />
equilibri a cui siamo abituati. L’Italia e i suoi territori<br />
sono pienamente coinvolti in questa sfida,<br />
ma (con alcune eccezioni di rilievo) si trovano<br />
attualmente in una situazione di svantaggio. Le<br />
funzioni e il metodo del marketing territoriale<br />
possono essere decisive per avviare un processo<br />
virtuoso che permetta alle nostre economie<br />
locali di tornare a brillare. Occorre però considerare<br />
che l’efficace applicazione di un orientamento<br />
di marketing alla gestione del territorio<br />
non è semplice e richiede, innanzi tutto, che esso<br />
sia sviluppato nell’ambito di una valido sistema<br />
di governo del territorio e delle relazioni<br />
che esso ha con gli ambiti geografici con cui è<br />
verticalmente collegato. ■<br />
**UUnniivveerrssiittàà LLuuiissss ““GGuuiiddoo CCaarrllii””
TERRITORIO<br />
Le Idee<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 99<br />
L’iniziativa, promossa dall’<strong>Ass</strong>ociazione Culturale “Il Centro Storico” con l’adesione della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma<br />
Tre e della LUISS – Libera Università degli Studi Sociali – Guido Carli, raro esempio di intervento interdisciplinare, è stata già avviata<br />
e alcune fasi di lavoro sono state completate. I risultati ottenuti a conclusione di tutte le attività programmate saranno illustrati<br />
in due distinti incontri, che si svolgeranno presumibilmente nella seconda metà di maggio. In quella occasione, oltre ad un resoconto<br />
di quanto effettuato dai gruppi di studio, saranno anche annunciate ipotesi di strategie di sviluppo del territorio e di incremento del<br />
turismo. Fin da ora invitiamo tutti a partecipare, oltre che a sostenere e condividere quanto sarà esposto.<br />
Città e campagna: spunti di riflessione.<br />
Dispersione edilizia ed abusivismo<br />
connotano fortemente la struttura insediativa<br />
di buona parte del territorio<br />
extraurbano laziale, dove nell’arco degli ultimi<br />
quarant’anni si sono contrapposte e sviluppate<br />
vicende parallele: da un lato la diffusione di un<br />
modello insediativo costituito prevalentemente<br />
da lottizzazioni a bassa densità, previste direttamente<br />
e indirettamente dagli strumenti urbanistici<br />
(tra gli anni Sessanta ed Ottanta), rivolte<br />
prevalentemente ad accogliere quella sempre<br />
più vasta popolazione di pendolari, transfughi<br />
principalmente da Roma e, più di recente, anche<br />
dalle altre città del Lazio, città in cui ancora oggi<br />
lavorano e dalle quale al termine di ogni giornata<br />
si ritirano solo per tornare a dormire; dall’altro<br />
lo sprawl insediativo che, negli stessi anni,<br />
ha investito vaste zone agricole del territorio<br />
regionale (concentrate prevalentemente a meridione<br />
dell’area metropolitana di Roma e lungo<br />
le coste, sia sud che nord) dove, attraverso il<br />
progressivo frazionamento di lotti agricoli, sono<br />
state realizzate migliaia di nuove costruzioni di<br />
piccola e media dimensione, adibite quasi<br />
esclusivamente ad abitazione, senza il rispetto<br />
di alcuna norma urbanistica (con l’avallo dei vari<br />
condoni edilizi) e secondo alcuni criteri essenziali<br />
legati alla morfologia dei luoghi e alla<br />
massimizzazione dello sfruttamento delle risorse<br />
fondiarie.<br />
Il “costo” di tale dinamica insediativa è stato –<br />
ed è tuttora - un consumo di suolo che ha dato<br />
luogo a una “villettopoli”<br />
che ha sottratto<br />
irreversibilmente territorio<br />
all’agricoltura, al<br />
pascolo e ai boschi. Le<br />
recenti vicende dei disastri<br />
idrogeologici che<br />
hanno colpito diverse<br />
parti d’Italia dovrebbero<br />
far riflettere seriamente<br />
sul danno che<br />
un comportamento dissennato<br />
può provocare.<br />
Purtroppo spesso le scelte in materia urbanistica<br />
operate dalle amministrazione comunali in<br />
questi ultimi anni hanno finito per confermare<br />
questa situazione di degrado ambientale diffuso;<br />
pur tuttavia, in alcuni casi sono stati manifestati<br />
interessanti spunti di riflessione che dall’inizio<br />
degli anni Ottanta si incentrano, nello spe-<br />
cifico, sul tema del recupero degli insediamenti<br />
ex-abusivi a bassissima densità.<br />
Da una parte, infatti, ci si trova di fronte alla richiesta<br />
di un modello insediativo – la casa isolata,<br />
di media grandezza, con una pertinenza di<br />
medie dimensioni, in un contesto insediativo<br />
uniformato alla stessa tipologia quasi da poterlo<br />
definire un “tessuto” insediativo, certo non<br />
urbano.<br />
Dall’altra, le amministrazioni comunali, e gli<br />
stessi abitanti insediati, devono continuamente<br />
fare i conti con problemi di non facile risoluzione<br />
quali quelli legati alla realizzazione ma soprattutto<br />
alla gestione di quelle opere e servizi<br />
collettivi che, in un insediamento a bassa densità,<br />
costituiscono una falla nel bilancio comunale<br />
e difficilmente raggiungono livelli prestazionali<br />
accettabili.<br />
La risposta ‘spontanea’ della collettività a tale<br />
istanza insediativa è stata tuttavia tollerata dalle<br />
amministrazioni che si sono succedute nel<br />
corso degli anni, con un atteggiamento altrettanto<br />
miope, in quanto reo di aver compromesso<br />
gravemente vaste porzioni di territorio con<br />
un tipo di insediamento cui non si possono attribuire<br />
qualità urbanistiche.<br />
Il nonsense del fenomeno sta poi nel fatto che<br />
chi ha contribuito a questa trasformazione, realizzando<br />
quel tipo di modello insediativo dispersivo<br />
e a bassissima densità, se da un lato<br />
apprezza i vantaggi che derivano dall’abitare in<br />
edifici isolati e con giardino, d’altro canto quasi<br />
sempre lamenta la<br />
scarsa qualità insediativa<br />
dell’area in cui ha<br />
scelto di abitare, l’assenza<br />
di servizi e di attrezzature<br />
pubbliche e<br />
di uso pubblico, di luoghi<br />
di aggregazione e<br />
di identità locale, al<br />
punto da dover fare<br />
Foto dal satellite<br />
sempre riferimento al<br />
centro urbano principale<br />
(il centro antico,<br />
brani di città consolidata, borghi e frazioni storiche)<br />
per qualsiasi attività non abitativa.<br />
È evidente peraltro che l’erosione territoriale<br />
determinata dagli insediamenti a bassa densità<br />
è un fenomeno che trova facile attecchimento in<br />
quelle aree dove le attività legate all’agricoltura<br />
sono andate lentamente esaurendosi. Ma è altrettanto<br />
evidente che, nell’evoluzione delle<br />
ddii Mario Cerasoli *<br />
Pianta storica del territorio Pontino<br />
tecnologie agrarie, la possibilità di una rinascita<br />
del settore non è una prospettiva utopica,<br />
tutt’altro.<br />
Già oggi possono sicuramente essere citate alcune<br />
situazioni emblematiche (le aree del Brunello<br />
di Montalcino, i meleti del Trentino-Alto<br />
Adige, i pascoli maremmani della Chianina, le<br />
zone del tartufo in Piemonte e in Umbria), dove<br />
il valore dei terreni agricoli è in misura esponenziale<br />
più elevato dei terreni edificabili. Ma si<br />
possono annoverare anche ambiti territoriali<br />
“nuovi”, non contrassegnati da un’eccellenza<br />
paesistica o produttiva, in cui trasformazioni recenti<br />
delle modalità di coltivazione delle terre<br />
agricole hanno portato ad incrementi dei valori<br />
dei suoli coltivabili. In particolare, proprio nel<br />
Lazio è il caso di due tenute viticole, la prima<br />
nei Castelli Romani, la seconda in un’area mediana<br />
della Pianura Pontina, in cui l’apporto di<br />
tecnici agronomi ed enologi ha consentito di<br />
migliorare la qualità della produzione viticola e<br />
di quella vinicola ad essa collegata. Il duplice<br />
caso sta iniziando ad avere un effetto di trascinamento<br />
tanto che aziende vitivinicole di bassa<br />
e media qualità, già operanti nelle stesse aree,<br />
hanno cominciato a diversificare e migliorare la<br />
qualità dei loro prodotti.<br />
La riflessione conclusiva non può che condurre<br />
a un quesito: quando il processo di miglioramento<br />
qualitativo della produzione agricola e di<br />
conseguenza l’aumento di redditività delle attività<br />
ad esse collegate si sarà diffuso, privilegiando<br />
ovviamente le tecniche estensive di qualità,<br />
come sarà possibile recuperare le tante<br />
aree oggi interessate da edificazione a bassa<br />
densità, e spesso di bassa qualità? ■<br />
**FFaaccoollttàà ddii AArrcchhiitteettttuurraa ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà RRoommaa TTrree..
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1100<br />
TERRITORIO<br />
Storia<br />
Come ci si difendeva dai pirati<br />
Le torri del Circeo<br />
I Caetani iniziarono la costruzione delle torri nel 1562 - parte seconda ddii Cinzia Vastarella<br />
Come abbiamo appreso dal precedente<br />
numero della rivista (n. 8 - ottobre<br />
2004), fu Papa Pio IV che l’8 gennaio<br />
1562 con una lettera ordinò a Bonifacio e Nicolò<br />
Caetani la costruzione di quattro torri sul promontorio<br />
del Circeo, indicando loro anche i punti<br />
nei quali costruirle, per difendere le numerose<br />
navi che in quegli anni solcavano il mar Tirreno<br />
trasportando merci dal sud Italia verso Roma<br />
e viceversa e che continuamente venivano<br />
attaccate dai pirati arabi e turchi. I Caetani a loro<br />
spese iniziarono subito i lavori partendo dalle<br />
due estremità del promontorio e già durante<br />
il primo semestre del 1563 Torre Paola e Torre<br />
Fico erano ultimate. Solo nei decenni successivi<br />
anche le altre due torri furono erette sempre a<br />
spese della famiglia Caetani.<br />
Torre Paola e Torre Moresca sono già state descritte,<br />
vediamo ora le altre.<br />
Torre Cervia.<br />
Ricostruita modernamente nel 1947 non conserva<br />
nulla della struttura originaria edificata dai<br />
Caetani su ordine di Pio IV.<br />
Torre Cervia<br />
Una delle prime azioni, a cui torre Cervia dovette<br />
partecipare insieme alle altre, fu nel 1598.<br />
Nel 1607 il soldato Giovannello delle Fratte, già<br />
famoso per essere stato ferito in una rissa scoppiata<br />
a Torre Paola, fu coinvolto in un tragico<br />
fatto di sangue. Dai dettagliati resoconti del<br />
processo apprendiamo che la sera del 14 maggio,<br />
nel paese ci si accorse della scomparsa del<br />
capitano Antonio Cennani, di suo nipote tredicenne<br />
e di un anziano soldato che alloggiavano<br />
nella torre dei Templari. Fu il guardiano di<br />
torre Cervia che diede l’allarme accorgendosi<br />
della loro assenza e della sparizione dalle rastrelliere<br />
di alcuni archibugi e delle alabarde.<br />
Arrivarono da Sermoneta 17 soldati comandati<br />
da un ufficiale che iniziarono subito le ricerche<br />
dei tre sventurati. Il cadavere del vecchio<br />
soldato fu trovato in un cascinale nei pressi<br />
del paese e a non molta distanza, nei pressi<br />
della chiesa del paese, vennero trovati i corpi<br />
del capitano e di suo nipote. Preziosa e decisiva<br />
per smascherare i colpevoli fu la testimonianza<br />
di alcuni boscaioli. Uno di loro riconobbe<br />
tra di essi l’ex soldato di Torre Cervia, Gio-<br />
vannello delle Fratte. I banditi insieme a Giovannello<br />
vennero stanati sotto le rupi di Torre<br />
Fico e dopo lungo interrogatorio confessarono il<br />
delitto. Il piano era stato ordito dal soldato che<br />
già da lungo tempo voleva rapire il capitano per<br />
chiedere un riscatto di 1000 scudi, ma durante<br />
una discussione con gli altri componenti della<br />
banda prevalse la decisione di ucciderlo per impossessarsi<br />
dei guadagni di otto anni di lavoro<br />
come guardiano della rocca di San Felice. Tutti i<br />
banditi furono condannati a morte e pochi giorni<br />
dopo il processo furono impiccati. Nel 1809<br />
gli inglesi con la complicità del guardiano si impossessarono<br />
della torre e la fecero saltare.<br />
Torre Fico. Fu insieme a Torre Paola tra le prime<br />
ad essere edificata dai Caetani per volere di<br />
Pio IV. Anch’essa fu distrutta dai pirati mentre<br />
veniva costruita.<br />
Torre Fico<br />
Ha forma circolare, come tutte le altre poggia su<br />
una base a scarpa, ed è alta poco più di 12 metri<br />
che si sviluppano in due piani più la piazza<br />
d’armi dotata dello scudo rivolto verso il monte.<br />
L’armamento della torre alla fine del XVIII secolo<br />
consisteva in 1 cannone con calibro 6, 15<br />
palle, 15 casse di mitraglia e 70 di polvere.<br />
Anche torre Fico subì gravi danni nell’azione militare<br />
inglese del 1809. Fu restaurata completamente<br />
qualche anno dopo per volere di PioVII.<br />
A poca distanza dalla torre ancora oggi è presente<br />
una scalinata che conduce fino alla riva<br />
del mare; essa probabilmente consentiva il passaggio<br />
sotto il controllo della torre.<br />
Torre Vittoria. Ultima vedetta ad essere costruita<br />
al Circeo deve<br />
probabilmente il<br />
suo nome alla vittoriosa<br />
battaglia<br />
di Lepanto del<br />
1571.<br />
La sua costruzione<br />
deve essere<br />
anteriore al primo<br />
ventennio del XVII<br />
secolo poiché<br />
Torre Vittoria<br />
non è presente in<br />
una cartina del<br />
1624, invece è indicata in un inventario fatto nel<br />
1631 e descritta come di recente fabbricazione.<br />
Nel 1656 fu ispezionata da Francesco Petti.<br />
Ben armata ed in efficienza trovò la torre il Capitano<br />
Leonardo Forlini nella sua ispezione<br />
compiuta nel 1705.<br />
La torre riuscì a resistere a ben due assalti da<br />
parte degli inglesi nel 1808 e nel 1809.<br />
Di forma quadrata, alta 15 metri ha una base a<br />
scarpa e due piani sormontati dalla piazza d’armi.<br />
L’ingresso sopraelevato era raggiungibile<br />
mediante due rampe di scale.<br />
Torre Olevola. Fu molto probabilmente costruita<br />
per volere di PioV a circa 2 km a sud del Circeo<br />
nel quadro di un<br />
rafforzamento<br />
della difesa lungo<br />
il litorale fino a<br />
Terracina.<br />
Nel 1623 La torre<br />
fu visitata dal Capitano<br />
Pompeo<br />
Tracaggia che nel<br />
suo inventario<br />
Torre Olevola<br />
delle armi annotò<br />
.<br />
Dovranno passare circa 80 anni però prima che<br />
venisse riparata; nell’aprile del 1681 la Reverenda<br />
Camera finalmente mandò un ispettore<br />
per controllarne lo stato. Nel 1691 quando la<br />
visitò Giuseppe Miselli non era stata ancora riparata.<br />
Viste le pessime condizioni in cui versava,<br />
fu deciso di ricostruirla completamente.<br />
La torre in ricordo di Papa Clemente XI fu anche<br />
chiamata “Clementina”.<br />
Di forma rettangolare ha un’altezza di 13 metri,<br />
suddivisi tra una piccola base a scarpa e due<br />
piani sormontati dalla piazza d’armi in cui è presente<br />
una moderna guardiola. La muratura è in<br />
laterizio. L’ingresso sopraelevato si trova sul lato<br />
nord. La scala che permetteva di accedere alla<br />
torre è ora crollata. Sull’architrave della porta<br />
è inciso il nome del Tesoriere Generale Lorenzo<br />
Corsini, il futuro Papa Clemente XII, incaricato a<br />
provvedere alla sua costruzione.<br />
Nel 1734 il torriere di Olevola fu accusato di<br />
abuso di potere nei confronti di alcuni commercianti<br />
di legname che caricavano le loro barche<br />
in prossimità della torre. Conosciamo il fatto<br />
grazie ad una lettera scritta dai commercianti alla<br />
Camera Apostolica.<br />
Nel 1802 una nave genovese inseguita si rifugiò<br />
davanti torre Olevola. Il torriere G.<strong>Battista</strong> di<br />
Prospero fece aprire il fuoco contro i pirati che<br />
centrati da un colpo di cannone furono costretti<br />
a ritirarsi. ■
TERRITORIO<br />
Il Borgo del Circeo<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1111<br />
La storia del Borgo sul palcoscenico<br />
9 giugno 1985<br />
Cinquantenario di Borgo Montenero<br />
I piccoli artisti hanno recitato in dialetto veneto e napoletano ddii Paola Gagnatelli Lanzuisi<br />
Quando le cose sono osservate dalla camera<br />
oscura della rimembranza assumono<br />
un rilievo speciale. Mi hanno<br />
chiesto di raccontare la manifestazione<br />
che nel 1985 ebbe luogo a Borgo Montenero<br />
in occasione dei primi cinquant’anni della sua<br />
vita; lo faccio volentieri perché tutto, nel ricordo,<br />
è intatto e gradevole.<br />
Poiché la data di tale ricorrenza coincideva con il<br />
termine dell’anno scolastico, si pensò di affidare<br />
agli alunni della scuola elementare il racconto di<br />
questa bella storia con uno spettacolo teatrale.<br />
Creai una commedia per l’occasione e volli coin-<br />
“<br />
“<br />
NNeell 11998855 ssii ffeesstteeggggiiaarroonnoo ii cciinnqquuaanntt’’aannnnii<br />
ddii BBoorrggoo MMoonntteenneerroo<br />
volgere alla grande le classi con tutti i bambini,<br />
nessuno escluso, nel racconto che non fu inventato,<br />
ma assolutamente fedele alla vera storia<br />
della nascita e dello sviluppo di questo organizzatissimo<br />
Borgo.<br />
La rappresentazione iniziava sul palcoscenico<br />
con la scenografia della palude di ormai settant’anni<br />
fa: una ventina di perfetti gabbiani, genialmente<br />
costruiti con legno finissimo dall’indimenticabile<br />
Terzilio Lanzuisi, erano appesi con<br />
fili invisibili al soffitto sopra gli scenari e si<br />
muovevano delicatamente riproducendo un leggero<br />
volo al suono della musica introduttiva “Le<br />
quattro stagioni “ di Vivaldi. Entravano quindi i<br />
personaggi: la prima coppia di Veneti giunta in<br />
questa località, impersonati da alunni della classe<br />
quinta camuffati egregiamente da adulti che<br />
spingevano con fatica un rudimentale gran carretto<br />
(molto più grande di loro) stracarico di<br />
masserizie e trascinavano anche alcuni figlioletti<br />
(bambini dell’Asilo!). Successivamente s’incontravano<br />
con una seconda coppia napoletana<br />
e tutti e quattro questi piccoli artisti recitavano<br />
in perfetto dialetto veneto e napoletano le loro<br />
nostalgie per aver lasciato il paese nativo, la loro<br />
“stracchezza... fioi “ per il viaggio, i loro timori,<br />
le loro apprensioni per un avvenire incerto<br />
e per doversi sistemare ai piedi del Monte<br />
Circeo, monte niente di meno che “de una maga,<br />
fioi“! … “Maronna santa …”! I protagonisti<br />
del filone principale<br />
“<br />
furono Stefano Pittana<br />
e Katia Menegatti veneti<br />
e una coppia di giovani<br />
napoletani di cui non<br />
ricordo i nomi. L’integrazione fra le due mentalità<br />
e i loro diversi metodi di lavorare la terra<br />
non è stata immediata (nella realtà e nella finzione<br />
scenica), ma la favola nello spettacolo di<br />
un tenero amore nato fra un giovane veneto e<br />
una ragazza napoletana, narrata in chiave tragicomica<br />
si era conclusa alla fine con un’intelligente<br />
convivenza di<br />
tutta la comunità fino<br />
all’idea delle cooperative<br />
che costituiranno<br />
nel tempo l’effettivo<br />
benessere di tutti<br />
gli abitanti del Borgo.<br />
Svolgendosi la storia in una zona agricola, venne<br />
naturale far entrare in scena anche gli animali!<br />
Così arrivarono a piccoli gruppi, in momenti<br />
adatti, insetti, volatili e mammiferi, in particolare<br />
zanzare noiose, galline brontolone, galli<br />
spavaldi, coniglietti e papere (scolaretti più<br />
piccoli e furbetti) e poi mucche, maialini, asinelli<br />
(alunni più grandi e pesanti). Tutti i bambini<br />
hanno gioiosamente recitato, parlando,<br />
muggendo,<br />
starnazzando,<br />
verseggiando<br />
e ballando a<br />
passo di danza<br />
al suono delle<br />
musiche scelte<br />
dai “ tesori<br />
della musica<br />
classica – Il<br />
Carnevale degli<br />
Animali “ eseguitedall’orchestrasinfonica<br />
di Praga,<br />
con gran divertimento<br />
del<br />
pubblico che<br />
gremiva la platea<br />
e la galleria<br />
del Teatro.<br />
Nella rappresentazione appariva anche l’indimenticabile<br />
primo parroco di Borgo Montenero,<br />
Don Giuseppe Capitanio, giunto nella palude dal<br />
Veneto con i suoi concittadini e ad impersonarlo<br />
stupendamente è stato il ragazzo più alto di<br />
tutti, biondo, esile, gentile, Giuseppe Gallozzi,<br />
oggi elegante stilista e brillante creatore d’abiti<br />
da sposa: “caro…caro, che braghe curte che<br />
te gh’è! Quando te vien<br />
AAnnccoorraa ooggggii ssii rriiccoorrddaa ccoonn ppiiaacceerree qquueellllaa<br />
sseemmpplliiccee,, mmaa sseennttiittaa,, cceelleebbrraazziioonnee<br />
“<br />
in cesa, magari con la<br />
stofa de saco, fateli<br />
slongare da to mare….oh,<br />
tosi e tose-<br />
ti….” Non sono stati dimenticati neppure gli altri<br />
parroci, che seguirono a Don Capitanio, specialmente<br />
chi ha lasciato un’impronta particolare<br />
avviando la comunità al senso dell’unità e alla<br />
capacità organizzativa della vita sociale e del<br />
lavoro. Un momento molto serio e commovente<br />
si è avuto al ricordo delle vittime di questo Borgo<br />
fucilate per rap-<br />
presaglia durante la<br />
guerra: quattro piccoli<br />
militari tedeschi,<br />
armati di fuciletti finti,<br />
hanno marciato<br />
con visetti truci e passo fortemente cadenzato,<br />
accompagnati dalla sinfonia di Haydn, con grande<br />
commozione di tutti i presenti. Si è poi tornati<br />
all’allegra conclusione del matrimonio contrastato,<br />
annunciato, rinviato e festeggiato, durante<br />
il quale è stata presa la decisione di costituire<br />
delle cooperative. Il sipario è sceso sulle<br />
note dell’Inno d’Europa. Narratore e conduttore<br />
ufficiale è stato un alunno spigliato, con<br />
una buona dizione, Marco Maiolati, che ha ancheinterpretato<br />
un impiegato<br />
del Comune,<br />
e stavolta in<br />
dialetto sanfeliciano,<br />
alle<br />
prese con una<br />
signora veneta<br />
in bicicletta<br />
(“scioscia<br />
svergognata…“)<br />
la bravissima<br />
Merj<br />
Coloschi, per<br />
le iscrizioni all’anagrafe<br />
dei<br />
nuovi residenti.<br />
Dietro le quinte,<br />
non viste,<br />
ma operosamente<br />
impegnate, le carissime colleghe domatrici<br />
di pulcini, galline, mucche e asini, non certo<br />
quieti e silenziosi! E i due uomini importantissimi<br />
addetti alle luci e ad ogni genere di lavoro<br />
difficile, sempre pronti e disponibili preziosissimi<br />
collaboratori in ogni occasione: Luigi<br />
Ferraioli e Danilo Menegatti. Furono presenti alla<br />
rappresentazione alcuni sindaci dei Comuni<br />
vicini e la gente forse ancora oggi ricorda con<br />
piacere quella semplice, genuina celebrazione<br />
dei primi cinquant’anni di vita del Borgo. ■<br />
UUnnaa ccoommmmeeddiiaa ssccrriittttaa ddaa PPaaoollaa GGaaggnnaatteellllii LLaann--<br />
zzuuiissii ee iinntteerrpprreettaattaa ddaaggllii aalluunnnnii ddeellllee ssccuuoollee<br />
eelleemmeennttaarrii rraapppprreesseennttòò llaa ssttoorriiaa ddeell BBoorrggoo<br />
““<br />
Borgo Montenero
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1122<br />
DALLA CITTÀ<br />
Lettere - Delibere<br />
✉ Marcello Zei<br />
Caro Direttore,<br />
ho letto l’ultimo numero del giornale del<br />
centro storico, in particolare il ricordo di<br />
Marcello Zei, mio amico con cui ho condiviso<br />
battaglie e speranze. Proprio per questo<br />
mi ha lasciato stupito e dispiaciuto la<br />
cancellazione del suo impegno come consigliere<br />
comunale: non ve n’è traccia, come<br />
di cosa che si debba nascondere o tacere.<br />
Me ne dispiace, perché sarebbe fare grave<br />
torto nascondere di Marcello l’impegno<br />
sociale, la voglia di cambiare le cose,<br />
il coraggio di denunciare situazioni, fatti<br />
e persone che di questo paese distruggevano<br />
quanto di più bello (e,nella sua visione<br />
del mondo, oserei dire “sacro” nel<br />
senso più laico possibile di questo termine)<br />
e intangibile vi fosse.<br />
Marcello non si ricandidò nelle elezioni<br />
seguenti: troppo lo aveva deluso, la constatazione<br />
che tentare di far comprendere<br />
l’importanza della salvaguardia del territorio,<br />
del mare, dell’aria stessa ad<br />
“amministrazioni”, sorde e colluse con<br />
interessi solo edilizi, era un tentativo praticamente<br />
irrealizzabile; ma non per questo<br />
smise di stare attivamente dalla nostra<br />
parte, non nascondendosi e senza ritrosie,<br />
come pure avrebbe potuto opportunisticamente<br />
fare. Non ricordare oggi<br />
quella sua passione significa continuare a<br />
trattarlo come allora fecero quegli amministratori<br />
miopi o in malafede. Non lo meritava<br />
allora e non lo merita oggi.<br />
Franco Domenichelli<br />
Considero questa un’integrazione importante<br />
e doverosa al ricordo di Marcello<br />
Zei, pubblicato nel precedente numero,<br />
ricordo affidato al figlio Roberto.<br />
Per quanto mi riguarda condivido totalmente<br />
quanto rappresentato nella lettera<br />
di F. D., al quale mi unisco sinceramente<br />
per la battaglia di difesa di un territorio<br />
“sacro”. Grazie per l’attenzione.<br />
✉ Un’illusione ottica<br />
Caro Direttore,<br />
a completamento di quanto riportato nell’articolo<br />
“L’isola del Circeo” di Stefano<br />
Pagliaroli (ottobre 2004) le segnalo<br />
quanto segue.<br />
Il mare non ha mantenuto sempre lo stesso<br />
livello ed il prof. A. C. Blanc, nelle sue<br />
ricerche, aveva accertato che durante la<br />
quota più bassa (oltre cento metri) il Circeo<br />
era collegato, o quasi, alle isole pontine.<br />
Non era però riuscito ad accertare la<br />
quota massime raggiunta al Circeo.<br />
Un puro colpo di fortuna dette l’opportunità<br />
a mio padre, geom. Andrea D’Andrassi,<br />
di risolvere il mistero. Durante i lavori<br />
di sistemazione del parco della Grotta delle<br />
Capre e di prolungamento dell’omonima<br />
via, rimosse alcune pietre si aprì l’accesso<br />
ad una piccola grotta, che a mio padre, direttore<br />
dei lavori stessi apparve subito di<br />
notevole importanza, non essendo mai<br />
stata segnalata nonostante si trovasse in<br />
una zona piuttosto frequentata.<br />
Avvertito immediatamente il prof. Blanc,<br />
venne effettuato un sopralluogo, cui parteciparono<br />
il prof. Pietro Barocelli, Direttore<br />
del Museo Nazionale Preistorico di<br />
Roma, il dott. Mario Radmilli ed il prof.<br />
Blanc, in seguito al quale fu riconosciuta<br />
l’opportunità di procedere ad uno scavo<br />
esplorativo sistematico della nuova grotta,<br />
cui è stato conferito il nome di “Grotta<br />
D’Andrassi” per ricordarne lo scopritore.<br />
Lo scavo, prontamente iniziato, confermò<br />
pienamente l’alto interesse scientifico<br />
della scoperta. Oltre le testimonianze<br />
della <strong>cult</strong>ura neolitica e della<br />
prima età dei metalli, fu trovata una<br />
formazione di spiaggia marina a quota<br />
34 sopra l’attuale livello del mare.<br />
Pertanto, con il mare che superava di<br />
poco il piazzale del parco della grotta<br />
delle Capre, l’isola Eea descritta da<br />
Omero circa mille anni prima di Cristo è<br />
possibile che non fosse soltanto un’illusione<br />
ottica.<br />
Franco D’Andrassi<br />
DDeelliibbeerree ddeellll’’AAmmmmiinniissttrraazziioonnee CCoommuunnaallee ddii SSaann FFeelliiccee CCiirrcceeoo<br />
NN.. DDaattaa OOggggeettttoo<br />
182/G.C. 29/10/04 Prelievo dal Fondo di Riserva per contributi C.R.A. (500 €).<br />
183/G.C. 29/10/04 Bando di concorso per il recupero ed il risanamento delle abitazioni nei centri minori del Lazio, D.G.R. n. 354/04. Presentazione<br />
domande da parte del Comune.<br />
184/G.C. 29/10/04 Opposizione Decreto Ingiuntivo avv. Michele Perrino. Costituzione in giudizio. Prelievo dal Fondo di Riserva. (1.192,50 €).<br />
185/G.C. 05/11/04 Variazione PEG Settore Amministrazione Generale.<br />
186/G.C. 05/11/04 Esame ed approvazione nuovi profili professionali dell’Ente.<br />
187/G.C. 15/11/04 Patrocinio morale Giornata del Ringraziamento ass.ne La Torre.<br />
188/G.C. 15/11/04 Mostra Ortofrutticola e Bio, 10^ Festa dell’Agricoltura, erogazione contributo (15.000 €).<br />
189/G.C. 15/11/04 Concessione in comodato gratuito locale comunale ass.ne Isola Eea.<br />
190/G.C. 15/11/04 Ulteriore contributo alla Just Eventi per Circeo Mare Moda (10.000 €).<br />
191/G.C. 15/11/04 Risoluzione conciliativa Capponi Felice (10.000 €) controversia di lavoro persa dal Comune.<br />
192/G.C. 15/11/04 Risoluzione conciliativa De Prosperis Massimo (15.000 €) controversia di lavoro persa dal Comune.<br />
193/G.C. 15/11/04 Approvazione avviso pubblico e nomina Commissione esaminatrice n. 6 incarichi a progetto (15.000 €).<br />
194/G.C. 15/11/04 Autorizzazione campagna osteoporosi.<br />
195/G.C. 22/11/04 Modifica al modello organizzatorio per sistemazione competenze.<br />
196/G.C. 22/11/04 Modifica allegato B) deliberazione G.C. n. 166/04.<br />
197/G.C. 22/11/04 Adesione proposte Universita’ “La Sapienza” per svolgimento stage formativo presso Comune di San Felice Circeo.<br />
198/G.C. 22/11/04 <strong>Ass</strong>egnazione compiti introdotti dalla legge 1191/04.<br />
199/G.C. 22/11/04 Incarico tecnico per redazione proposte preliminari di intervento per il recupero dei centri storici di cui al bando di concorso<br />
approvato con D.G.R. n. 354/04 (17.656 €).<br />
200/G.C. 22/11/04 Patrocinio all’AIRC per XVI edizione “Arance della salute”.<br />
201/G.C. 30/11/04 Costituzione in giudizio atto di citazione Pezzano Giancarlo. Nomina legale (796 €).<br />
202/G.C. 01/12/04 Sostituzione segretario verbalizzante comm. sei incarichi a progetto.<br />
203/G.C. 10/12/04 Prelievo Fondo di Riserva per rimborso spese al Nucleo di Valutazione (300 €).<br />
204/G.C. 10/12/04 Prelievo Fondo di Riserva per luminarie natalizie (13.000 €).<br />
206/G.C. 15/12/04 Contributo Coop. Operatori Turistici del Circeo per area spettacolo estate 2004 (13.000 €).<br />
207/G.C. 15/12/04 Concessione contributo Circolo Bocciofilo Montenero (1.000 €).<br />
208/G.C. 15/12/04 Concessione finanziamento alla Pro Loco di S.Felice Circeo (20.000 €).<br />
209/G.C. 15/12/04 Contributo alla “Marcello Gasperoni Comunicazioni” per Circeo Comix Show” (10.000 €).<br />
210/G.C. 15/12/04 Festa Madonna della Mercede, erogazione contributo (3000 €).<br />
211/G.C. 15/12/04 Contributo per manifestazioni natalizie alla Parrocchia Santa Maria degli Angeli (2.000 €).<br />
212/G.C. 15/12/04 Ulteriore contributo alla Just Eventi srl per Circeo Moda Mare 2004 (5.000 €).<br />
213/G.C. 15/12/04 Opposizione ricorso ex art. 29/42 ed 105/57 promosso dall’avv. Perrino. Nomina legale – Prelievo dal Fondo di Riserva<br />
(2.266,54 €).<br />
214/G.C. 15/12/04 Variazione di PEG Settore LL.PP per pagamento utenze elettriche<br />
di competenza.<br />
215/G.C. 15/12/04 Variazione di PEG Settore Amministrazione Generale.<br />
216/G.C. 15/12/04 Rinnovo incarico Nucleo di Valutazione anno 2005 (11.362 €) .<br />
217/G.C. 15/12/04 Presa d’atto verbali commissione esaminatrice per sei incarichi a Progetto..<br />
218/G.C. 23/12/04 Autorizzazione copertura nell’anno in corso a tempo indeterminato di n. 2 posti interamente riservati a categorie protette.<br />
219/G.C. 24/12/04 Opposizione avverso Decreto Ingiuntivo avv. Perrino n. 1573/04. Nomina legale (1.192,50 €).<br />
220/G.C. 24/12/04 Incarico responsabile Settore Tecnico Contabile dr.ssa Monica Ricci (l’impegno di spesa non è indicato ma si aggira attorno<br />
ai 26.000 € per un anno).<br />
221/G.C. 24/12/04 Revoca atto deliberativo n. 39 del 02/02/2001<br />
222/G.C. 24/12/04 Affidamento servizio aggiornamento banca dati ufficio personale. Prelievo Fondo di Riserva (3.600 €).<br />
223/G.C. 30/12/04 Rettifica delibera G.C. n 168 del 23/09/04.<br />
224/G.C. 30/12/04 Contributo associazioni sportive (3.000 €) per manutenzione impianti<br />
225/G.C. 30/12/04 Costituzione in giudizio presso TAR del Lazio contro ricorso promosso da G.B. D’Antrassi per annullamento delibera C.C.<br />
48/04 (3.638,26 €).<br />
226/G.C. 30/12/04 Prelievo dal Fondo di Riserva (1.800 €) per spese di rappresentanza.<br />
98/C.C. 25/11/04 Verbale di seduta deserta.<br />
99/C.C. 25/11/04 Risposta interrogazioni.<br />
100/C.C. 25/11/04 Protocollo d’intesa tra Comuni di San Felice Circeo e Terracina e Provincia di Latina per opere di sicurezza in via Badino.<br />
101/C.C. 25/11/04 Approvazione schema di convenzione gestione associata di funzioni tra Comune di San Felice Circeo e ASL LT/5.<br />
102/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Capponi Maria.<br />
103/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Capponi Rita.<br />
104/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Liccardo Salvatore.<br />
105/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Capponi Bruno.<br />
106/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Magnanti Paola.<br />
107/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Paladini Simonetta.<br />
108/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Zuanelli Annalena.<br />
109/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Antonucci Filippo Cesare.<br />
110/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Bellenchi Alessandro.<br />
111/C.C. 25/11/04 Approvazione perizia di alienazione Fabbri Elio.<br />
112/C.C. 25/11/04 Adozione preliminare piano particolareggiato zona D5- Ritirato.<br />
113/C.C. 25/11/04 <strong>Ass</strong>estamento generale di Bilancio anno 2004.<br />
114/C.C. 25/11/04 Comunicazione prelievi Fondo di Riserva.<br />
115/C.C. 23/12/04 Comunicazioni del Sindaco (nomina di Michele D’Auria ad assessore ai Servizi Tecnologici).<br />
116/C.C. 23/12/04 Risposta ad interrogazioni.<br />
117/C.C. 23/12/04 Approvazione delle proposte preliminari di intervento per il recupero del Centro Storico e del Centro di Montenero. D.G.R.<br />
n. 354/04 (non pubblicata).<br />
118/C.C. 23/12/04 Acquisto immobile località porto turistico<br />
119/C.C. 23/12/04 Servizio centro diurno per minori per persone disagiate; ridefinizione progetto per la gestione
INTRATTENIMENTO<br />
Personaggi Tipici - Oroscopo<br />
Lurenze e Fulumena avevano messo al<br />
mondo undici figli: sei maschi e cinque<br />
femmine. Dopo che le femmine ed un<br />
maschio si erano sposati, in famiglia rimasero<br />
cinque maschi e i genitori.<br />
Se la passavano discretamente. Avevano una<br />
casa grande, vigneti e terreni seminativi. In quei<br />
tempi era una delle famiglie più benestanti di<br />
San Felice Circeo. Negli anni 1950, a causa della<br />
fillossera, incominciarono a cavare la vigna e<br />
ad una “presa” di circa mille metriquadrati piantarono<br />
i piselli. Trattandosi di terreno novale,<br />
cioè di terra nella quale quel tipo di legumi non<br />
era stato mai coltivato, i piselli crebbero rigogliosi<br />
e a primavera emisero una fioritura abbondante<br />
e promettente.<br />
Il padre allora fece ai figli questa proposta: “I<br />
piselli piantati nella terra “nuala” si presentano<br />
belli e precoci. Poiché ai primi possiamo ricavare<br />
qualche soldo, vi chiedo di non toccarli.<br />
Quando poi i prezzi cominceranno a calare, allora<br />
potrete mangiarne quanti ne vorrete, crudi<br />
o cotti”. I figli si dichiararono d’accordo.<br />
Un bel giorno Lurenze andò a tastare i piselli,<br />
per vedere se erano giunti alla piena maturazione,<br />
ma, con suo grande stupore e disappun-<br />
Oroscopo di Febbraio 2005<br />
di Aldebaran<br />
Richetto il dritto<br />
Ariete<br />
L’inizio del mese sarà un po’ incerto e lento, ma nella seconda parte tornerete<br />
a riemergere con tutta la vostra energia. Occorre un atteggiamento nuovo nelle<br />
vicende affettive. Marte vi rende irrequieti e desiderosi di allargare i vostri orizzonti,<br />
sia mentali che geografici. (dal 21/3 al 20/4)<br />
Toro<br />
Febbraio ha una partenza buona con l’aspetto positivo di Marte. Provate a mettere<br />
da parte i soliti schemi mentali e ripetitivi: uscite fuori e mettetevi un po’ in<br />
discussione. Scoprirete alcuni lati di voi stessi che vi entusiasmeranno! Siete<br />
pieni di risorse e non lo sapete! (dal 21/4 al 21/5)<br />
Gemelli<br />
Migliora il vostro rapporto con l’agire, col produrre e con il concludere. Venere<br />
e Giove sono in armonia col vostro segno e quindi l’amore e il denaro saranno<br />
due carte importanti, se le saprete giocare bene. (dal 22/5 al 21/6)<br />
Cancro<br />
Un certo senso di fatica o d’incertezza possono caratterizzare la prima parte di<br />
questo mese, ma poi all’improvviso tutto può cambiare. Urano vi aiuterà a decidere<br />
per il meglio anche in un possibile dubbio in amore. L’attesa sarà breve.<br />
(dal 22/6 al 22/7)<br />
Leone<br />
L’azione di Giove e quella di Plutone può far scaturire una novità che forse state<br />
aspettando. E’ necessario mettersi in movimento cercando bene l’obiettivo<br />
da raggiungere. Amore passionale, ma forse avvolto da una nuvola di pura<br />
idealizzazione. (dal 23/7 al 23/8)<br />
Vergine<br />
Ottimo inizio mese. Lasciatevi andare ai vostri sogni d’amore anche se non sono<br />
proprio come li vorreste. Il vostro cuore è straordinariamente pulsante … in<br />
to, constatò che i baccelli più grossi e appariscenti<br />
erano vuoti. Rivolto ai figli disse: A glie<br />
pesiéglie ce s’addate quà anemale (I piselli sono<br />
stati presi di mira da qualche animale) e tèta<br />
esse pure n’anemale furbe e ‘ntelligente,<br />
perché se magna glie pesiéglie scenecate<br />
(sgranati) ma nò le vaiane (le scorze dei baccelli).<br />
Mò tenameta stà all’erta e sémpe cù gliù<br />
fucile a purtata de mane, pe fa fora chigliu brutte<br />
anemale”.<br />
Era successo che, già da diversi giorni, quando<br />
non c’era nessuno in casa e nei dintorni, Richetto<br />
sgranava i piselli più belli, senza staccarli<br />
dalla pianta, ricomponendo poi i baccelli.<br />
I quattro fratelli intuirono subito che doveva essere<br />
opera di quel drittone di Richetto. In ogni<br />
famiglia, o quasi, c’è sempre un dritto; ma si<br />
astennero dal denunciarlo al padre, perché non<br />
avevano le prove. Comunque la minaccia del fucile<br />
e la sorveglianza dei quattro, allontanarono<br />
“l’animale divoratore”.<br />
Ai primi freddi invernali ammazzarono il maiale.<br />
Le salsicce furono appiccate alle pertiche pendenti<br />
dal soffitto della sala da pranzo ed il padre<br />
fece ai figli questo ragionamento: “per ora<br />
mangiamoci le salsicce di fegato, le quali cotte<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1133<br />
alla brace sono squisite, mentre quelle di carne<br />
lasciamole asciugare. Una volta essiccate, tra<br />
dieci-dodici giorni, saranno più saporite e renderanno<br />
di più”. I figli accettarono la proposta.<br />
Una sera, durante la cena, il padre alzando gli<br />
occhi verso le pertiche, mormorò: “Nen sacce<br />
se me fanne glie uécchie o chélle zazzicchie se<br />
stanne accurcénne! (Non so se è un difetto della<br />
mia vista o quelle salsicce si stanno accorciando!)”<br />
Ma la sua non era una impressione ottica; infatti<br />
l’effettivo accorciamento era opera di quel<br />
dritto di Richetto, il quale, con il temperino,<br />
staccava un capo di zazzicchia da ogni “nzerta”;<br />
poi con il cerino bruciacchiava l’estremità<br />
della pelle, che restringendosi, copriva la ferita,<br />
cosicché nessuno potesse accorgersi dell’operazione<br />
furtiva.<br />
Con questo sistema, ogni volta, prelevava ottodieci<br />
capi, con i quali banchettava con amici.<br />
Questa volta i quattro fratelli lo aggredirono,<br />
diffidandolo di smetterla di fare frittate, che<br />
danneggiavano direttamente loro stessi, diversamente<br />
avrebbero riferito il tutto al padre, che<br />
lo avrebbe punito anche per il fatto dei piselli.<br />
Le minacce ottennero i risultati, almeno per allora.<br />
■<br />
da O’KEA’MUS<br />
ddii Andrea De Sisti<br />
questo momento. Salute e forma sono eccellenti.(dal 24/8 al 22/9)<br />
Bilancia<br />
Giove, nel segno, vi rende euforici e pieni d’entusiasmo, ma fate attenzione<br />
perché la realtà dell’amore potrebbe essere o rivelarsi diversa da come sognate.<br />
Chi sta già vivendo una storia d’amore, la gestisca con prudenza. Guardatevi<br />
dagli eccessi alimentari. (dal 23/9 al 23/10)<br />
Scorpione<br />
Gli effetti del pianeta Saturno, in posizione armonica, aiutano l’equilibrio della<br />
mente e del cuore. Splendida forma fisica. Sarete spinti a fare, ad agire, forse<br />
ad esagerare. Sul versante economico: tutto bene, ma non sottovalutate il possibile<br />
avversario. (dal 23/10 al 22/11)<br />
Sagittario<br />
L’energia di Urano potrebbe darvi un po’ di fastidio, ma tutti gli altri pianeti vi<br />
creeranno una corona dorata che vi proteggerà. Ottime occasioni per migliorare<br />
nel lavoro e nell’economia. Incontri d’amore eccitanti e … forse duraturi.<br />
(dal 23/11 al 21/12)<br />
Capricorno<br />
Qualche difficoltà potrà essere presente, in questo mese, ma voi siete capaci di<br />
mantenere le posizioni e andare avanti comunque e con salda tranquillità. Approfittate<br />
di questo momento per prendere nuovi contatti o per mettere in risalto<br />
le vostre qualità, sarete molto apprezzati. (dal 22/12 al 20/1)<br />
Acquario<br />
La splendida posizione di Giove, nel cielo di febbraio, amplificherà al massimo<br />
la già notevole socialità dei nativi. Nuove conoscenze, incontri interessanti, divertimento:<br />
tutto ciò è assicurato. Sono favorite le iniziative personali e le attività<br />
indipendenti. (dal 21/1 al 19/2)<br />
Pesci<br />
Cresce il desiderio di cambiamenti: non imbrigliate i vostri sogni! Vita sociale<br />
più ricca e appagante. Ora siete pronti a credere di più in voi stessi e ad agire<br />
per il meglio. Saturno amico protegge la vostra salute e la vostra mente. (dal<br />
20/2 al 20/3)
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1144<br />
SPORT<br />
Calcio/Ciclismo<br />
Provaci ancora Circe…<br />
Dopo un inizio di stagione<br />
molto difficile, c’è<br />
stato il ritorno all’ombra<br />
del promontorio di Lauretti<br />
che sta provando a risollevare le<br />
sorti di una squadra invischiata<br />
nei bassifondi della classifica e<br />
costretta ogni domenica a giocare<br />
con l’ansia del risultato, che come<br />
possiamo intuire non permette alla<br />
squadra di esprimere sempre e<br />
comunque un calcio piacevole. In<br />
effetti, la Nuova Circe ha alternato<br />
prestazioni convincenti ad altre<br />
decisamente abuliche e disarmanti,<br />
soprattutto contro formazioni<br />
che erano ampiamente alla sua<br />
portata.<br />
Dopo l’esordio vincente di mister<br />
Lauretti nel match contro il Dil.<br />
Falasche per 1-0, grazie ad un invenzione<br />
di Riesco, imbeccato<br />
magistralmente da Iannitti, c’è<br />
stato il proibitivo incontro sul<br />
campo del Pomezia (1-0 per i padroni<br />
di casa), un’armata del girone<br />
e vera favorita alla vittoria finale,<br />
nel quale la Nuova Circe ha limitato<br />
i danni, pur subendo per<br />
lunghi tratti l’iniziativa degli avversari<br />
e dopo che le è stato negato<br />
un rigore che avrebbe potuto<br />
cambiare le sorti di una partita<br />
già segnata.<br />
Di straordinaria intensità la partita<br />
giocata al Ballarin, contro la<br />
Vis Artena, un’altra formazione<br />
Il capitano Roberto Benetti<br />
ddii Tommaso Di Prospero<br />
ben attrezzata, regolata con due<br />
calci di rigore sacrosanti, realizzati<br />
da Riesco ed Egidi, e schiantata<br />
dal ritmo forsennato impresso<br />
dai ragazzi di Lauretti, sempre<br />
tra le mura amiche; la vittoria<br />
contro il Canarini Rocca di Papa<br />
per 2-0, con reti nella ripresa di<br />
Senesi e del giovane Mancini.<br />
Nell’ultima partita dell’anno, sul<br />
difficile campo del Pontinia e con<br />
molte assenze rispetto all’undici<br />
titolare, un buon pareggio a reti<br />
bianche ma con il rimpianto di<br />
non aver portato a casa l’intera<br />
posta in palio per una rete costruita<br />
e trasformata dal duo formato<br />
da Mancini e Benozzo (arrivato<br />
nel mercato di dicembre) ed<br />
inspiegabilmente annullata dall’arbitro,<br />
e per un rigore calciato<br />
da Iannitti con il portiere spiazzato<br />
ed il pallone a cui la “dea<br />
bendata” decideva di voltare le<br />
spalle, che andava ad impattare<br />
sul palo.<br />
Le note dolenti, nelle partite contro<br />
il Palestrina e nel match giocato<br />
tra le mura amiche, contro la<br />
Sa.Ma.Gor. Nel primo dei due incontri,<br />
contro l’ultima in classifica<br />
che in quel momento aveva totalizzato<br />
appena tre punti, c’è stato<br />
un inatteso stop con una sconfitta<br />
evitabilissima per 1-0. Nella<br />
partita casalinga contro la squadra<br />
del capoluogo pontino (3-2<br />
per la Sa.Ma.Gor),<br />
un primo tempo<br />
molle ed apatico<br />
della Nuova Circe<br />
che si è trovata sotto<br />
di due reti, al<br />
contrario, nella seconda<br />
frazione di<br />
gioco, la reazione<br />
veemente della formazionesanfeliciana<br />
che agguantava<br />
un miracoloso 2-2,<br />
grazie alle reti di<br />
Riesco e Mancini,<br />
per poi capitolare<br />
definitivamente a<br />
partita praticamente<br />
conclusa. Come<br />
l’anno scorso bisognerà<br />
soffrire! ■<br />
L’Amministrazione comunale preannuncia interventi su via di Terracina e via di Sabaudia<br />
Cronaca di due piste ciclabili annunciate<br />
Intanto la situazione rasenta il paradosso<br />
ddii Carlo Saverio Zanni<br />
Firmatari di petizioni per piste<br />
ciclabili non disperate<br />
perché i vostri sforzi e i vostri<br />
desideri saranno presto premiati.<br />
Sembra, infatti, che siano in<br />
dirittura di arrivo gli accordi per dotare<br />
il nostro territorio di ben due<br />
piste riservate alle biciclette con cui<br />
andare fino a Torre Paola e Terracina<br />
senza quel fastidioso brivido in<br />
corpo che non deriva tanto dalla<br />
temperatura rigida del periodo<br />
quanto dal timore di essere, possibile<br />
bersaglio delle automobili che<br />
ci sfrecciano a pochi centimetri dal<br />
manubrio.<br />
Prima di svelarvi i dettagli di tali interventi,<br />
vediamo qual’è la situazione<br />
per i ciclisti “sanfeliciani” partendo<br />
dall’unico tratto ciclabile realizzato,<br />
quello di Mezzomonte. Misurando<br />
non più di 500 metri, per<br />
fare passeggiate di una decina di<br />
chilometri dovete percorrerlo avanti<br />
e indietro almeno 20 volte. Certamente<br />
noioso ma le tante macchine<br />
parcheggiate vi costringeranno ad<br />
una divertente gimcana purtroppo<br />
senza premi. Anche qui il brivido<br />
non manca in quanto la parte riservata<br />
alle biciclette, colorata di verde,<br />
è a ridosso dei passi carrabili e<br />
chiunque, uscendo con la propria<br />
autovettura, può venirvi addosso.<br />
Inoltre, essendo privo di segnaletica,<br />
è da considerare niente di più di<br />
un marciapiede colorato. Viene da<br />
chiedersi come mai il marciapiede<br />
ciclabile posto sul lato di Sabaudia<br />
sia sgombro da autovetture, provvisto<br />
di segnaletica e con un’aiuola di<br />
sicurezza tra i passi carrabili e la pista.<br />
Da pochi mesi sono stati resi agibili<br />
due sentieri ciclabili sul versante<br />
“freddo” della montagna; ne ho<br />
percorso uno, quello che parte circa<br />
50 metri dopo l’area attrezzata<br />
del Peretto ed arriva nei pressi di<br />
Torre Paola. Trovare l’inizio del<br />
sentiero risulta facile per chi conosce<br />
bene i luoghi ma pressoché impossibile<br />
per i “turisti della domenica”.<br />
Non c’è nessun cartello e l’unica<br />
segnalazione consiste in una<br />
bicicletta blu (percorso non facile)<br />
disegnata su una pietra non molto<br />
grande posta ai piedi di un albero<br />
Pista ciclabile<br />
sotto il livello stradale (vedi foto).<br />
Se l’oggi lascia a desiderare come<br />
sarà il futuro prossimo? A venirci in<br />
aiuto è Vincenzo Cerasoli, consigliere<br />
comunale con delega ai Lavori<br />
Pubblici, all’Urbanistica e al Demanio.<br />
Secondo quanto riferito, la<br />
Regione Lazio ha già deliberato il<br />
finanziamento di un progetto preliminare<br />
che prevede la realizzazione<br />
di una pista ciclabile da La Cona<br />
fino a Mezzomonte con la possibile<br />
estensione fino a Torre Paola e<br />
che, da parte sua, il Comune ha<br />
pronte le risorse economiche per la<br />
restante copertura finanziaria. Un<br />
iter comunque ancora agli inizi e<br />
dai tempi sicuramente non brevi. Il<br />
tratto fino a Mezzomonte dovrebbe<br />
occupare il lato destro, opposto alla<br />
montagna, mentre per arrivare a<br />
Torre Paola ci si dovrebbe spostare<br />
su quello sinistro costringendo così<br />
ciclisti e pedoni ad un attraversamento<br />
della carreggiata alquanto<br />
pericoloso.<br />
Per quanto riguarda la via di Terracina,<br />
è già stato stipulato un protocollo<br />
d’intesa tra la Provincia di Latina<br />
e i Comuni di San Felice e Terracina<br />
per la sistemazione della<br />
strada con marciapiedi e pista ciclabile.<br />
In questo caso i tempi dovrebbero<br />
essere brevi soprattutto in<br />
funzione dei minori vincoli. C’è, infine,<br />
l’idea di rendere ciclabili anche<br />
il lungomare e le vie interne per<br />
incentivare l’utilizzo delle biciclette<br />
e decongestionare così l’area soprattutto<br />
nel periodo estivo.<br />
Crediamo che trasformare queste<br />
parole, queste idee, questi progetti<br />
in fatti concreti sia necessario per la<br />
sicurezza dei ciclisti, per la viabilità<br />
stagionale e per dare sempre più<br />
prestigio al nostro amato paese. ■
TEMPO LIBERO<br />
Lo spazio della città<br />
Zuppa di cavolfiore<br />
Incredienti:<br />
• un cavolfiore di medie dimensioni<br />
• 2 spicchi d’aglio<br />
• 2 uova<br />
• pecorino<br />
• mezzo chilo di pane raffermo<br />
• olio • sale • acqua<br />
Fate rosolare l’aglio in 4 cucchiai d’olio, aggiungete il cavolfiore mondato e lavato, salate<br />
e coprite d’acqua. Lasciate cuocere per mezz’ora circa e un minuto prima di spegnere<br />
aggiungere le uova leggermente battute. Adagiate in una terrina il pane affettato sottilmente,<br />
cospargendolo di pecorino, versatevi sopra la zuppa e terminate con una generosa<br />
spolverata di altro pecorino. Lasciate riposare per qualche minuto prima di servire.<br />
da la “LA VISCOTTA Ricette di San Felice Circeo”<br />
ddii Angela Bassani<br />
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1155<br />
Dopo lo strepitoso successo del best seller Io<br />
uccido, in testa alle classifiche tra i libri più<br />
venduti per mesi, torna a sorprenderci Giorgio<br />
Faletti con un nuovo ed accattivante<br />
trhiller, NNiieennttee ddii vveerroo ttrraannnnee ggllii oocccchhii.<br />
Ambientato tra New York e Roma,<br />
tra un susseguirsi di omicidi, brividi e<br />
misteri, al lettore non viene lasciato<br />
un attimo di respiro.<br />
Due persone diverse, vite opposte, a<br />
niente di vero<br />
chilometri di distanza l’uno dall’altra, tranne gli occhi<br />
eppure tra loro un filo che li unisce.<br />
Jordan Marsalis, ex tenente della polizia<br />
di New York, fratello del sindaco,<br />
e Maureen Martini, commissario della polizia di Roma, si<br />
trovano, loro malgrado in una lotta contro il tempo, alla<br />
disperata ricerca del colpevole di macabri omicidi, dove<br />
l’assassino si diverte a comporre i corpi delle sue vittime<br />
come i personaggi dei Peanuts, dopo averle seviziate nei<br />
modi più efferati.<br />
Ancora una volta GGiioorrggiioo FFaalleettttii regala agli amanti del<br />
giallo una lettura che appassiona e sorprende. Grande<br />
tensione, personaggi fortemente caratterizzati, perversioni<br />
e debolezze umane sono gli ingredienti di una trama<br />
ben congeniata che si sviluppa con ritmo serrato sullo<br />
sfondo di una città simbolo del tempo presente, ma anche<br />
delle drammatiche ferite del terrorismo. ■<br />
<br />
ORA LEGALE<br />
ddii Fabio Serrecchia e Antonio di Salvo<br />
■ Ho acquistato, pagando una discreta somma, un elettrodomestico per la<br />
cucina. Presenta alcuni difetti e imperfezioni. Cosa fare?<br />
M.C.<br />
L’art. 1490 cod.civ. prevede che il .<br />
Il successivo art. 1492 cod.civ. prevede che (cfr.<br />
art. ult. rich.). Ancora, l’art. 1494 cod. civ. precisa che .<br />
Al venditore, quindi, in caso di acquisto di bene “viziato”, spetta sia l’opzione<br />
di cui all’art. 1492 c.c. (risoluzione del contratto o riduzione del prezzo)<br />
sia il risarcimento del danno nell’ipotesi di colpa del venditore.<br />
Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che (Cass. 21.07.2004, n. 13593, in Guida al Diritto, n. 43/2004).<br />
8 MARZO ¥ Festa della Donna - 19 MARZO Festa del Papà<br />
Auguri a tutte le donne e a tutti i papà di San Felice Circeo<br />
dall’<strong>Ass</strong>ociazione Culturale “Il Centro Storico” e dalla redazione del giornale.<br />
I libri più letti<br />
Niente di vero<br />
tranne gli occhi<br />
ddii Alessia Bravo<br />
Poesie<br />
A un mandorlo del Circeo<br />
Mandorlo coraggioso<br />
che, sulla soglia dell’anno,<br />
in vista del borgo e del mare,<br />
ridi fidente e gioioso<br />
da’ tuoi mille e mille occhiolini<br />
a tutte le creature,<br />
una parola profonda<br />
tu dici allo stanco mio cuore.<br />
Ed è certo ed è lieto il presagio,<br />
o pianta gentile, sì come<br />
il perlaceo splendore<br />
delle tue innumerevoli stelle.<br />
<strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong>
<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 1166<br />
VUOTI DI MEMORIA<br />
Il personaggio<br />
segue da pag. 2<br />
B. <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong><br />
L’abitudine alla contemplazione portava il Maestro<br />
<strong>Vaj</strong> a vedere il “suo” Circeo anche nei particolari<br />
che sfuggono ai più, e ogni tanto amava<br />
descriverli in forma poetica, che alla fine raccolse<br />
nel volume “Terrazza panoramica al Circeo”,<br />
dove, tra rime ed assonanze, esprime il suo stupore<br />
enfatico per i paesaggi che la bellezza del<br />
Circeo gli proponeva.<br />
Era anche un attento osservatore dei costumi e<br />
della vita del Paese, che sapeva descrivere con<br />
linguaggi diversi dalla poesia.<br />
Molto noti sono i due ritratti fotografici fatti realizzare<br />
per rappresentare con immagini aspetti<br />
diversi di San Felice. Il primo ritratto riproduce<br />
una giovane ragazza, in piedi accanto alla fontana<br />
“<strong>Ass</strong>o di Coppe” di piazzale San Francesco,<br />
che tiene in equilibrio sulla testa, senza<br />
sforzo apparente, un “concone” di rame, tipico<br />
recipiente utilizzato all’epoca per prendere l’acqua<br />
alla fontana pubblica, prima dell’acquedotto.<br />
La “modella” chiamata a rappresentare il vigore<br />
della gioventù paesana era Antonietta Coccia, ripresa<br />
sotto l’arco delle “scalelle”, nel tipico atteggiamento<br />
di vita quotidiana del portare l’acqua.<br />
Il secondo ritratto riproduce il fisico stanco di<br />
una donna anziana, seduta sui gradini della lunga<br />
scalinata, con a fianco, poggiata in terra, una<br />
“cannata”, recipiente in coccio utilizzato per<br />
l’acqua, al pari del concone.<br />
La modella chiamata a rappresentare il tempo<br />
trascorso e le energie consumate era Filomena<br />
Cestra detta “la madonnara”, la donna più anziana,<br />
ultracentenaria, vestita col costume locale, ripresa<br />
sotto l’arco delle “scalelle”, che una volta<br />
era chiuso con il portone, a difesa del paese.<br />
Le immagini furono realizzate dall’unico fotografo<br />
del paese, Maurizio Lanzuisi.<br />
Coltivando questi suoi amori <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> visse abbastanza<br />
sereno a San Felice Circeo, dove morì<br />
all’età di 75 anni, il 31 ottobre 1969, lo stesso<br />
anno in cui morì l’amico Giovanni Comisso!<br />
Le sue spoglie riposano nel cimitero comunale<br />
di San Felice.<br />
Quando <strong>Battista</strong> <strong>Antero</strong> <strong>Vaj</strong> scrisse la “Circe Innamorata”,<br />
certamente non pensava che un<br />
giorno sarebbe stata messa in scena!<br />
Dopo trent’anni dalla sua morte è accaduto il miracolo:<br />
la sua Circe Innamorata è stata rappresentata<br />
dal 20 al 25 agosto 1998 a San Felice Circeo,<br />
il luogo che gliel’aveva ispirata, nel cortile del palazzo<br />
Comunale, che lo vide Consigliere.<br />
A recitare la commedia erano i figli degli alunni<br />
ai quali “il Maestro” aveva dedicato la vita. Il<br />
merito principale dell’iniziativa era di quell’Oscar<br />
Capponi che <strong>Vaj</strong> aveva guidato nei suoi primi<br />
passi nel mondo della <strong>cult</strong>ura e dei versi e<br />
che con questo impegno assolveva ad un voto<br />
personale mai esplicitato, ma interiormente coltivato,<br />
in segno di gratitudine per quanto il Maestro<br />
aveva saputo insegnargli.<br />
Il Maestro <strong>Vaj</strong> non avrebbe gradito regalo migliore!<br />
■<br />
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L a u r e a<br />
• Il 17 novembre 2004 Francesco Tassini ha conseguito presso l’Università degli Studi di Cassino, con il massimo<br />
dei voti, la laurea di primo livello in Ingegneria meccanica. Auguri da papà, mamma fratelli, zii e cugini.<br />
A n n i v e r s a r i<br />
• Il 7 gennaio è stato l’anniversario del matrimonio (16 anni) di Luciano e Claudia. Auguri da Maria Grazia.<br />
C o m p l e a n n i<br />
• Domenico Ceccarelli (detto Memmo) ha festeggiato il 98° compleanno il 17 gennaio scorso (è nato a San<br />
Felice Circeo il 17.1.1907). Un affettuoso abbraccio dai figli Mario e Maria e dai nipoti.<br />
• Il 10 gennaio Antonella Di Prospero ha compiuto 50 anni. Auguri da Graziella.<br />
• Emilio De Stefani il 2 gennaio ha compiuto 25 anni. Auguri da Osvaldo, Alessia e Lia.<br />
• Il 19 febbraio è il compleanno di Annarita Calisi. Auguri dalla sua amica Graziella.<br />
• Il 18 marzo compie 48 anni Maria Grazia. Auguri dai soci dell’<strong>Ass</strong>ociazione “Centro Storico”.<br />
• Il 9 marzo è il compleanno di Enrica Capponi. Auguri dalle “Donne unite di S. Felice Circeo”.<br />
• Lia Di Pinto il 26 marzo compie 28 anni. Auguri da Duilio, Alessia, Osvaldo, mamma e papà, nonna e nonno.<br />
• Il 24 febbraio Riccardo Domenichelli compie 21 anni. Un mare di auguri da Federico, Anna e mamma.<br />
• 18 Marzo 2005: un augurio di cuore a Mariarosaria da tutti i suoi “ragazzi”.<br />
• Auguri a Sandra Capponi per il suo compleanno (16 febbraio) dal marito, dai figli e dai nipoti.<br />
• E’ stata solo una dimenticanza dovuta all’aspetto giovanile. Il 27 dicembre è stato il compleanno di Luciano<br />
Marin. Auguri con ritardo da tua cognata Pinuccia.<br />
• Il 28 gennaio è stato il compleanno di Wanda Rizzardi. Tanti auguri dalle cugine Giuliana e Sandra.<br />
• Nonostante siano passati tanti anni, Fiorella Barbisan se li porta ancora bene. Auguri per il 7 febbraio dalle<br />
sorelle.<br />
• 9 febbraio, buon compleanno a Sergio Florian da Chiara e Samuele.<br />
• Suor Annamaria Guizzon il 16 febbraio festeggia 60 anni. Tanti auguri dalla famiglia e dagli amici.<br />
• 14 febbraio. Buon compleanno Danilo Menegatti e un affettuoso abbraccio dalla moglie e figlie.<br />
• Tanti auguri a Lollo (o Lollino o Lolletto) per il prossimo 16 febbraio da zia Pinuccia.<br />
• Capiamo, comprendiamo, siamo d’accordo … , ma non possiamo tenere nascosto che il 23 marzo compie<br />
gli anni Marilena Barbisan. Auguri dalle sorelle.<br />
• 11 Marzo. Buon compleanno a zia Jenny da Chiara e Samuele.<br />
• Il 14 marzo è il compleanno di Giordana Marin (9 anni). Auguri da mamma e papà.<br />
• Rossana e Giulia non vedono l’ora di festeggiare il compleanno della loro cugina Giordana il prossimo 14<br />
marzo. Tanti auguri.<br />
• Buon compleanno a Serena (14 marzo) e a Marco Coppi (15 marzo) dalla mamma, dalla nonna, dagli zii e<br />
dai cugini.<br />
• 18 marzo. Buon compleanno a papà Gabriele Mestrinaro da Giulia e Rossana.<br />
• Il 16 marzo è il compleanno di Lorenzo Coppi. Tanti auguri dalla mamma e dai fratelli Serena e Marco.<br />
• Luciano, Licia e Giordana augurano buon compleanno (21 Marzo) a Corrado Rizzardi.<br />
• Il 28 marzo Annarita compie 41 anni. Auguri dal marito Paolo e dai figlioletti Juri e Marco.<br />
segue da pagina 6<br />
La corrispondenza con l’Amministrazione<br />
Comunale di San Felice Circeo<br />
Oggetto: Interventi per il recupero<br />
architettonico e cromatico<br />
del Centro Storico di San<br />
Felice Circeo. Richiesta documentazione<br />
– Atto di messa in<br />
mora. Risposta nota prot. n.<br />
24230 del 30/11/2004<br />
Si evidenzia che questo Settore<br />
Urbanistico, è sempre a disposizione<br />
della cittadinanza<br />
per qualunque forma di collaborazione<br />
fattiva a riguardo<br />
delle procedure di programmazione<br />
e gestione del territorio.<br />
Non si comprende pertanto,<br />
l’atteggiamento ostile che codesta<br />
spettabile <strong>Ass</strong>ociazione<br />
Culturale manifesta nei confronti<br />
di questo Settore.<br />
E si ribadisce che le procedure<br />
e le forme corrette per la<br />
partecipazione della cittadinanza<br />
e delle <strong>Ass</strong>ociazioni<br />
portatrici di interessi collettivi,<br />
devono avvenire dopo che la<br />
documentazione tecnica del<br />
progetto preliminare, inoltrata<br />
dai professionisti incaricati, sia<br />
stata esaminata dagli uffici e<br />
dalla Commissione Consiliare<br />
Urbanistica e LL.PP., che possono<br />
chiedere modifiche e integrazioni<br />
ai professionisti stessi.<br />
Ad oggi la documentazione<br />
non è stata ancora esaminata<br />
dalla Commissione Consiliare<br />
Urbanistica e LL.PP..<br />
Comunque, volendo ritenere<br />
che le intenzioni di codesta<br />
<strong>Ass</strong>ociazione siano mosse da<br />
uno spirito di collaborazione<br />
fattivo e costruttivo, si comunica<br />
che tutta la documentazione<br />
è sempre stata a disposizione<br />
per la consultazione e si invita<br />
codesta <strong>Ass</strong>ociazione a recarsi<br />
presso questi Uffici per indicare<br />
per quale parte si richiede<br />
copia ed il tipo di copia che si<br />
vuole, visto che vi sono parti a<br />
colori per le quali necessita effettuare<br />
le copie presso copisterie<br />
esterne con una spesa<br />
che presumibilmente eccede la<br />
somma di € 11,00.<br />
Si resta a disposizione per<br />
qualsiasi indicazione a chiarimento<br />
in merito.<br />
Il Resp. Settore Urbanistico<br />
ing. Domenico Matacchioni<br />
Pasta all’uovo<br />
di Federico Fedeli<br />
V.le T. Tittoni, 113 – S.<br />
Felice Circeo<br />
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Tel. 339.8583110