Battista Antero Vaj - Ass. cult. IL CENTRO STORICO
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<strong>IL</strong> <strong>CENTRO</strong> <strong>STORICO</strong> DI SAN FELICE CIRCEO PPAAGG.. 44<br />
TERRITORIO<br />
Storia<br />
Cronache dell’Anno Mille (e d’intorni)<br />
Il Papa ammiraglio che<br />
sbaragliò la flotta araba<br />
La battaglia del Circeo mentre l’Islam invadeva l’Italia - parte seconda ddii Giorgio Ferraresi<br />
Nel precedente articolo (n. 9 - dicembre<br />
2004) abbiamo rievocato la battaglia<br />
del Circeo (anno 847) in cui venne<br />
sgominata la flotta araba che, più di 1100<br />
anni fa, stava invadendo l’Italia. Il nostro Paese<br />
sembrava ormai destinato a divenire un paese<br />
arabo e musulmano, ed era già costellato da<br />
sceiccati islamici fino a ben più a nord di Roma,<br />
come nel caso del Principato di Farfa. L’invasione<br />
araba era arrivata al punto non solo di conquistare<br />
l’intera Sicilia e parte dell’Italia meridionale,<br />
creando l’Emirato di Palermo, ma si era<br />
spinta fino a devastare<br />
e a saccheggiare la Ba-<br />
silica di S. Pietro e quella<br />
di S. Paolo a Roma, di-<br />
struggendo insigni tesori e memorie storiche risalenti<br />
anche all’epoca dell’Imperatore Costantino.<br />
Cosa straordinaria, e mai più ripetuta nella storia,<br />
Ammiraglio della flotta cristiana nelle acque del<br />
Circeo era il Papa in persona, Giovanni VIII, personaggio<br />
intrepido e discusso, ed autore di una<br />
storica offensiva contro gli invasori.<br />
Una delle conseguenze della vittoria della flotta<br />
cristiana fu che Civitavecchia, allora chiamata<br />
“Centumcellae”, cessò di essere una città araba<br />
come era stata dall’anno 829 all’889. L’Emirato di<br />
Bari era già stato distrutto dall’esercito dell’imperatore<br />
carolingio, Ludovico II, l’unico sovrano di<br />
questa dinastia degno del suo grande “Avo”.<br />
La flotta di “dromoni” (navi da guerra di origine<br />
bizantina), che stravinse nella battaglia del<br />
Circeo, segnò anche l’inizio della marina da<br />
guerra dello Stato Pontificio, la cui storia si concluse<br />
quasi mille anni dopo, quando Pio IX benedisse<br />
il varo di una “pirofregata” – cioè di una fregata<br />
a vapore, ultimo grido della tecnica militare<br />
di allora – negli ultimi anni del suo regno temporale.<br />
A quella nave irta di cannoni Pio IX non ebbe<br />
alcun imbarazzo a dare il pio nome di “Immacola-<br />
“<br />
Il peggior tradimento era avvenuto<br />
a Napoli, dove il duca Sergio II,<br />
nipote di quel Sergio I che 37<br />
anni prima aveva assassinato<br />
il duca Contardo per impadronirsi<br />
del potere, aveva<br />
stretto un’alleanza con i<br />
Maomettani che stavano mettendo<br />
a ferro e fuoco il Lazio<br />
e la Tuscia trucidando gli abitanti<br />
e trasformando l’Agro Romano<br />
in un vasto deserto infestato<br />
IIll DDuuccaa ddii NNaappoollii,, SSeerrggiioo IIII,, aavveevvaa ttrraaddiittoo<br />
ppaappaa GGiioovvaannnnii VVIIIIII ssttrriinnggeennddoo uunn’’aalllleeaannzzaa<br />
ccoonn ii MMaaoommeettttaannii<br />
““<br />
ta Concezione”. Ma, a<br />
SSeerrggiioo IIII,, ttrraaddiittoo ddaall ffrraatteelllloo AAttaannaassiioo,, ffuu ccoonnsseedifferenza<br />
dei dromoggnnaattoo aall PPaappaa,, cchhee lloo llaasscciiòò mmoorriirree iinn ccaarrcceerree<br />
ni di Giovanni VIII,<br />
quest’altra nave non ebbe il modo di partecipare<br />
ad alcuna battaglia navale.<br />
L’intrepido papa, che fece strage di Maomettani<br />
al Circeo, non tollerava il tradimento e non ammetteva<br />
quindi, giustamente, che prìncipi cristiani<br />
complottassero contro di lui e contro la<br />
Cristianità per bassi motivi d’interesse, o per<br />
salvare il loro potere politico.<br />
dalle febbri. Lo<br />
stesso Papa se ne era<br />
reso conto personalmente<br />
viaggiando tra Fondi e<br />
Terracina, e gli echi del<br />
suo sgomento e del suo sconforto si possono<br />
leggere ancor oggi nelle sue lettere, che erano<br />
disperate richieste di aiuto, inviate all’imperatore<br />
Carlo il Calvo, all’imperatrice Richilda e ai vescovi<br />
dell’Impero e del mondo intero. “Le città,<br />
i castelli e i villaggi sono scomparsi – scriveva il<br />
Papa – insieme con i loro abitanti; i vescovi sono<br />
stati scacciati e dentro le mura di Roma si<br />
raccolgono i miseri resti<br />
di una popolazione spogliata<br />
di ogni suo avere.<br />
Fuori tutto è devastazione<br />
e deserto”. Gli eserciti<br />
arabi si erano già presentati più volte sotto le<br />
mura di Roma, senza peraltro cingerla d’assedio.<br />
Ma il Papa temeva la caduta della città in<br />
mani arabe.<br />
“La campagna è totalmente disabitata – aggiungeva<br />
Giovanni VIII. – Nulla rimane di ciò che<br />
era nostro, dei conventi e degli altri luoghi di devozione,<br />
nulla di ciò che possedeva il Senato per<br />
il suo sostentamento. I dintorni di Roma sono così<br />
desolati che non si potrebbe scorgervi un solo<br />
“<br />
senza scrupoli come il Duca di Napoli Sergio II si<br />
alleava disinvoltamente con i Mussulmani responsabili<br />
di quel disastro. Mal gliene incolse.<br />
Dopo aver tentato invano di indurre Sergio II a<br />
più miti consigli, Giovanni VIII gli scatenò contro<br />
le soldatesche del Duca di Salerno Guaiferio e,<br />
tanto per dimostrare a Sergio quanto fosse ter-<br />
ribile l’ira del Papa, ordinò a<br />
Guaiferio di decapitare 22<br />
prigionieri napoletani.<br />
Sergio II fu poi vittima di<br />
un tradimento nell’ambito<br />
della sua stessa famiglia.<br />
Suo fratello Atanasio,<br />
vescovo di Napoli,<br />
organizzò una congiura,<br />
catturò Sergio e (secondo<br />
Gregorovius) gli cavò<br />
gli occhi con le sue stesse<br />
mani, lo caricò di catene, lo inviò<br />
in omaggio al Papa, il quale gradì il dono<br />
(cosa che gli è stata poi aspramente rimproverata<br />
dagli storici) e lo lasciò languire in carcere<br />
dove ben presto morì. Ma va anche detto<br />
che in quei tempi oscuri, in cui il Cristianesimo<br />
era spesso ridotto ad un <strong>cult</strong>o di pura facciata,<br />
accecare i nemici e persino i propri fratelli era<br />
considerata una cosa quasi normale.<br />
Fu comunque per il Papa una vittoria di Pirro,<br />
perché ben presto anche il vescovo e duca Atanasio<br />
a sua volta tradì, alleandosi con gli arabi<br />
che si stabilirono ad Agropoli e sul Garigliano,<br />
continuando a predare<br />
e ad uccidere par-<br />
Papa Giovanni VIII<br />
PPaappaa GGiioovvaannnnii VVIIIIII iill 1166 ddiicceemmbbrree 888822,, aallll’’eettàà<br />
ddii 8855 aannnnii,, ffuu aavvvveelleennaattoo ee bbrruuttaallmmeennttee tendo da quelle muni-<br />
ffiinniittoo ccoonn iill ccrraanniioo ffrraaccaassssaattoo aa mmaarrtteellllaattee tissime piazzeforti.<br />
Gli arabi disponevano<br />
di fortezze disseminate un po’ in tutto il Lazio. Per<br />
esempio, il nome di Saracinesco dato ad un paese<br />
vicino a Roma testimonia che quel luogo era<br />
una piazzaforte araba ed infatti le ragazze di Saracinesco<br />
erano molto apprezzate come modelle<br />
nell’Ottocento dagli artisti, tra cui il nonno di Rutelli,<br />
noto s<strong>cult</strong>ore siciliano, proprio per le loro fattezze<br />
esotiche e arabe, da “mille e una notte”.<br />
Giovanni VIII, il Papa di ferro, che aveva dedicato<br />
la vita a salvare i destini del Papato e della<br />
superstite, uomo o bam- Cristianità contro la minaccia musulmana, fu a<br />
bino che fosse”. sua volta vittima di una congiura e della mano<br />
Di fronte a questo qua- omicida, pare, di un suo familiare.<br />
dro desolante, un uomo Il 16 dicembre dell’anno 882, decimo del suo<br />
pontificato, all’età di 85 anni, Giovanni VIII fu<br />
avvelenato; ma siccome grazie alla sua fortissima<br />
fibra non si decideva a morire, fu brutalmente<br />
finito, con il cranio fracassato a martellate.<br />
Così morì assassinato uno dei Papi più affascinanti<br />
e più dimenticati della bimillenaria storia<br />
della Chiesa. ■<br />
““