Madrugada numero 74 - Associazione Macondo
Madrugada numero 74 - Associazione Macondo
Madrugada numero 74 - Associazione Macondo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Danny l’eletto<br />
> LIBRI<<br />
Nel 1967 Chaim Potok pubblicò il suo primo<br />
romanzo, The Chosen. Già nel 1969 il<br />
libro venne tradotto in italiano con il titolo<br />
Danny l’eletto. La traduzione italiana conta<br />
molte riedizioni, alcune anche recenti.<br />
Quindi, a rigor di logica, questa non è una<br />
recensione. Non nel senso usuale di un<br />
commento di un testo “nuovo”.<br />
Danny l’eletto racconta la storia dell’amicizia<br />
tra Reuven e Danny. Ma è anche la<br />
storia dell’ebraismo newyorkese alla metà<br />
del Novecento e un racconto dell’eterna<br />
lotta di emancipazione dei figli rispetto ai<br />
padre, lotta durissima, perché si costruisce<br />
su una base di amore. È un romanzo di<br />
formazione che tiene sullo sfondo la vicenda<br />
della seconda guerra<br />
mondiale che consacra la<br />
potenza degli Stati Uniti,<br />
ma che porta alla luce<br />
anche il dolore senza fondo<br />
dello sterminio degli<br />
ebrei in Europa. Il tema<br />
dell’ebraismo è dominante,<br />
e risalta lo scontro tra<br />
l’interpretazione razionalista-emancipata<br />
e quella<br />
fideista-ortodossa, tra un<br />
conservatorismo spinto e<br />
pulsioni di apertura. Le<br />
storie dei personaggi si<br />
intersecano con la storia<br />
del mondo contemporaneo<br />
e con la storia<br />
millenaria del popolo<br />
ebraico. Le parole fanno<br />
a pugni con il silenzio e<br />
incrociano le armi con<br />
la Parola. Di fondo, una<br />
convinzione attraversa<br />
tutto il libro: la cultura<br />
non è vana, lo studio e<br />
la lettura sono elementi<br />
che fanno di un uomo un<br />
uomo. Non perché il sapere<br />
renda migliori o più<br />
bravi, ma perché non si<br />
può parlare di umanità<br />
senza cultura.<br />
Mentre ne scrivo mi<br />
Chaim Potok,<br />
Danny l’eletto,<br />
Garzanti, Milano 2007<br />
pp. 357, Eur 16,60.<br />
rendo conto che Danny l’eletto fa resistenza<br />
al mio tentativo di farne una sintesi. Qui<br />
tutto sembra accavallarsi, mentre la penna<br />
di Potok scorre morbida e fluida trascinando<br />
il lettore in una storia che si dipana senza<br />
salti, senza colpi di scena a voler stupire.<br />
Tutto si svolge in un quartiere e coinvolge<br />
poche persone, un paio di nuclei familiari<br />
e pochi altri comprimari. La storia ha un<br />
ritmo placido, la scrittura è piana. Ma la<br />
forza del romanzo sta nel lasciare la scena<br />
alla vicenda che sta raccontando, nascondendo<br />
lampi di saggezza in discorsi che si<br />
fanno intorno al tavolo di cucina dopo cena.<br />
Danny l’eletto è una bella avventura dello<br />
spirito e ci riporta ad alcuni elementi primi<br />
della nostra esperienza<br />
di uomini: le nostre più<br />
grandi fortune sono trovare<br />
un maestro e trovare<br />
un amico.<br />
Tutto questo accade<br />
nel semplice intreccio<br />
di un’amicizia nata tra<br />
due ragazzi che inizialmente<br />
pensano di odiarsi<br />
(meglio: sanno che si<br />
dovrebbero odiare). Se<br />
cercate una storia densa<br />
scritta in modo eccellente,<br />
il libro fa per voi.<br />
Vi troverete a pensare a<br />
qualcosa che da tempo<br />
non si affacciava alla vostra<br />
mente. E se è vero<br />
che l’uomo contemporaneo<br />
ha perso i propri<br />
riferimenti e il proprio<br />
equilibrio, il libro di Potok<br />
è un antidoto all’anestesia.<br />
Un sassolino sul<br />
quale fare leva per muovere<br />
qualcosa. Magari<br />
non si muoverà granché,<br />
almeno in apparenza. Ma<br />
almeno abbiamo cominciato<br />
a pensare qualcosa<br />
di nuovo.<br />
Alberto Gaiani<br />
17