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Madrugada numero 74 - Associazione Macondo

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CONTROCORRENTE<<br />

6<br />

Le persone alla Chiesa chiedono più testimonianza che<br />

comandi dal pulpito, come scrive Mauro Laconi «invece di<br />

pretendere che il mondo ascolti la Chiesa, questa dovrebbe, prima<br />

di tutto, rimettersi in ascolto della parola di Gesù». Più che<br />

il dilemma politico di una Chiesa orientata ad appoggiare<br />

chi opportunisticamente la sostiene, si avverte spesso nei<br />

cattolici di base il senso quasi di uno smarrimento, di un<br />

abbandono. È come se fra la Chiesa di vertice e l’Ecclesia<br />

dei fedeli che s’interrogano, dei preti impegnati in prima<br />

linea, di chi vive in prossimità con la sofferenza, ci sia ormai<br />

un’incomunicabilità, che trova scampo soltanto in rari<br />

momenti di comprensione umana, fra gerarchie e poveri<br />

sacerdoti di periferia a contatto col dolore, con la mutevolezza<br />

dei rapporti sociali e il peccato (che è l’iniquità e<br />

l’ingiustizia). Ci s’ignora, non ci si capisce. C’è chi paventa,<br />

addirittura, un tipo di scisma sommerso.<br />

La stessa gerarchia ecclesiastica ammette esplicitamente<br />

che «il cristianesimo ha difficoltà a farsi capire nel mondo<br />

odierno», ma contemporaneamente si ripresenta con<br />

l’intransigenza dei “principi non negoziabili” e con il suo<br />

sistema concettuale, lontano dal linguaggio e dal dialogo<br />

col mondo moderno.<br />

Libertà e resistenza<br />

Cosa si può fare?<br />

Non lasciarsi espropriare della libertà del cristiano intesa<br />

in senso alto. Ora non credo possibile una mediazione.<br />

Almeno in Italia. Per dirla con il cardinal Martini: questo<br />

è il tempo di resistere. Ciò significa che non dobbiamo lasciarci<br />

espropriare da altri. Si tratta di un lato difensivo ma<br />

fondamentale. Dall’altra parte la prospettiva non è poi così<br />

tanto oscura: l’attuale posizione (politico/pastorale) della<br />

Chiesa non reggerà a lungo e si sgretolerà lentamente, visto<br />

che la storia sta andando in altra direzione.<br />

Subire il cambiamento per la forza dei fatti, è ben altra<br />

cosa che governarlo in virtù della propria libertà spirituale.<br />

Quest’ultima, però, sembra ridotta al lumicino.<br />

L’avvenire di Dio<br />

Se dalle mie parole dovesse apparire un sospetto di amarezza,<br />

è l’amarezza di chi dice a se stesso: noi cristiani non<br />

possiamo non ascoltare il mondo, non ascoltare l’umanità e<br />

non rispondere loro.<br />

La speranza, intesa nel suo senso più alto, è rivolta all’avvenire<br />

di Dio; essa non riguarda la riforma delle istituzioni,<br />

neppure di quelle ecclesiali. Le istituzioni hanno delle logiche<br />

- come diceva Ivan Illich - che sono insuperabili. Per<br />

questo è impossibile liberarcene del tutto senza provocare<br />

conseguenze gravi.<br />

Il vangelo sine glossa è leggibile nella vita di Francesco<br />

di Assisi, non in quella di un politico, di un medico, di<br />

un professore, di un vescovo o di un papa. Può essere che<br />

esistano medici santi, o vescovi e papi santi, ma nessuno<br />

di essi lo è in ragione della carica che ricopre.<br />

Pove del Grappa, maggio 2009<br />

Giuseppe Stoppiglia

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