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Almanacco Summer italiano 2015

Catalogo immagine Summer 2015 ALMANACCO Alta Pusteria Alto Adige

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Numero 42 | Estate <strong>2015</strong><br />

I<br />

Alta Pusteria<br />

<strong>Almanacco</strong><br />

Estate . Natura . Dolomiti<br />

Gratuito presso le Associazioni Turistiche 1 e gli esercizi membri dell’Alta Pusteria


L’Alto Adige vi invita<br />

a seguire le vostre<br />

inclinazioni<br />

Natura, enogastronomia, benessere, sport:<br />

scegliete la vacanza più invitante per voi.<br />

www.suedtirol.info<br />

2


09.07.<br />

23.07.<br />

30.07.<br />

13.08.<br />

20.08.<br />

27.08.<br />

SHOPPING, PIACERE E MUSICA<br />

Giovedì sera i negozi in zona pedonale saranno<br />

aperti dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Gli albergatori<br />

di San Candido dalle ore 17 offrono una vasta scelta<br />

di specialitá tirolesi, tutto circondato da musica dal<br />

vivo fino alle ore 23.<br />

17.07. – 19.07.15<br />

TUTTO IL PAESE IN FESTA<br />

Gustose specialità locali circondate da un<br />

ampio e vario programma di musica (musica<br />

bandistica, folk, jazz e soul,...) e una varietà<br />

di programmi per bambini promettono un<br />

fine settimana meraviglioso.<br />

www.sancandido.info<br />

Mercatino di Natale<br />

27.11.15 – 06.01.16<br />

ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE E DELLA NATURALEZZA<br />

A San Candido il Natale è come ormai è difficile trovarlo: valori antichi, usi e<br />

tradizioni ancora vive e sentite. Le vetrine dei negozi, bar, caffè e ristoranti di San<br />

Candido propongono artigianato locale originale e specialità tipiche. La ristorazione<br />

offre piatti natalizi particolari, tè selezionati, cioccolate calde in tante versioni,<br />

serate con vin brulè e punch diversi.<br />

3


foto: M. Lafogler<br />

Cari ospiti,<br />

divertimento sui prati di Prato Piazza<br />

DOLOMITEN<br />

Alta Pusteria<br />

“La natura è una lettera di Dio all’umanità”, disse il filosofo greco Platone.<br />

Come dargli torto? Il contatto tra uomo e natura costituisce un ristoro<br />

per il corpo e la mente, e la nostra amata Alta Pusteria, con le sue formazioni<br />

rocciose uniche al mondo e i paesaggi mozzafiato, può essere<br />

considerata il nostro paradiso personale. Siamo felici di condividere con<br />

voi questo luogo idilliaco e vi diamo il nostro più caloroso benvenuto!<br />

Anche quest’anno abbiamo in serbo per voi una vasta gamma di entusiasmanti<br />

attività al fine di esaudire tutti i vostri desideri: dallo sport al<br />

wellness e alle opportunità di relax, fino ai luoghi di interesse culturale<br />

e alle specialità culinarie.<br />

dott. Erwin Lanzinger<br />

Presidente del<br />

Consorzio Turistico<br />

Alta Pusteria<br />

L’edizione estiva dell’<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria è pensata per accompagnarvi<br />

al meglio nelle vostre giornate di vacanza, e anche al di là di esse.<br />

Oltre alle novità interessanti in termini di offerte per il tempo libero e di<br />

programmi per l’estate, i nostri autori hanno raccolto per voi i temi più<br />

avvincenti. Vi aspetta innanzitutto un tuffo nel passato grazie alle informazioni<br />

relative agli scavi romani, al centenario dallo scoppio della Prima<br />

Guerra Mondiale e al villaggio alberghiero di Landro. La conversazione<br />

con il celebre producer Georg Tschurtschenthaler e la storia del castello<br />

di Dobbiaco vi faranno immergere invece nel mondo della cultura. A ciò<br />

si vanno naturalmente ad aggiungere altri articoli sui più disparati temi<br />

collegati alla natura. Vi parleremo ad esempio di cavalli, di gufi e civette,<br />

i cosiddetti predatori della notte, dell’acqua in Alta Pusteria, degli effetti<br />

e impieghi del fieno o delle piante con proprietà benefiche per la salute<br />

che crescono in queste zone.<br />

Non ci resta quindi che augurarvi buona lettura e un soggiorno indimenticabile<br />

nella nostra Alta Pusteria!<br />

www.alterpusteria.info<br />

A nome del Consorzio Turistico Alta Pusteria<br />

dott. Erwin Lanzinger «<br />

4


01 07<br />

<strong>2015</strong><br />

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coming<br />

liVing –<br />

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Sempre più in alto.<br />

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il nuovo wellbeing hotel monika.<br />

Di luSSo – benessere all‘aperto con la<br />

piscina esterna‚ sky infinity‘ e la sauna<br />

esterna panoramica<br />

elegante – nuove camere Deluxe<br />

con design individuale<br />

rilaSSante – due spaziose sale relax<br />

liberatorio – invitanti sale per lo yoga<br />

Confortevole – ampio parcheggio<br />

sotterraneo con 35 posti auto<br />

il wellbeing hotel monika è unico come le caratteristiche<br />

vette dolomitiche. traendo ispirazione dalla bellezza<br />

naturale delle Alpi, la parola d‘ordine al monika è<br />

“spazio per anima e corpo”. gli amanti dello stile e<br />

dell‘estetica rimarranno entusiasti degli spazi per il<br />

relax nelle suite esclusive, tutte caratterizzate da un<br />

design individuale ispirato alla natura. sia all‘interno<br />

che all‘esterno, inoltre, gli ospiti possono assaporare<br />

momenti di benessere da dedicare solo a sé stessi. Le<br />

tentazioni culinarie del già ricco buffet di prima colazione<br />

vengono addirittura superate alla sera, nel ristorante<br />

di alto livello.<br />

il programma annuale di attività e gusto, frutto della<br />

creatività e della passione dei collaboratori, è il giusto<br />

mix di attività, equilibrio e ore da trascorrere insieme.<br />

Direttamente sulla soglia del monika, infine, anche la<br />

natura circostante offre il suo spazio.<br />

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Hotel Monika<br />

Via del Parco 2<br />

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Alto Adige<br />

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N 46°41’37.04”<br />

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40–43<br />

14–16<br />

8–13<br />

Estate <strong>2015</strong><br />

In questa<br />

edizione<br />

Il cavallo ieri e oggi<br />

Il ruolo del cavallo in Alta Pusteria<br />

........................................................ 8–13<br />

L’acqua, fonte di salute<br />

e di divertimento<br />

..................................................... 14–16<br />

Misterioso incontro nel<br />

buio della notte<br />

..................................................... 18–21<br />

Fieno: virtù benefiche ed<br />

effluvio celestiale<br />

..................................................... 22–25<br />

La Farmacia Naturale<br />

...................................................... 26-28<br />

Storia del turismo<br />

dell’Alta Pusteria<br />

..................................................... 30–34<br />

Ritrovamenti di rilievo<br />

di insediamenti preistorici<br />

Gli antichi romani a San Candido<br />

..................................................... 36–38<br />

Il fronte dolomitico<br />

dal 1915 al 1917<br />

..................................................... 40–43<br />

Il piacere di una pedalata<br />

da Monaco a Venezia<br />

..................................................... 46–47<br />

Un pastore in Alto Adige<br />

Johann Ausserdorfer<br />

...................................................... 48–49<br />

LA “HERBSTENBURG” –<br />

IL CASTELLO DI DOBBIACO<br />

...................................................... 50-56<br />

Georg Tschurtschenthaler<br />

L’Alta Pusteria sulla scena<br />

cinematografica internazionale<br />

..................................................... 58–59<br />

A stretto contatto con la natura<br />

La nuova cabinovia a 8 posti<br />

.......................................................60–61<br />

Ricetta:<br />

Kaiserschmarrn<br />

............................................................. 63<br />

L’arrampicata sportiva<br />

nella terra delle Tre Cime,<br />

anche a suono di rock!<br />

...................................................... 64–68<br />

Concorso fotografico inverno<br />

2014/<strong>2015</strong><br />

Tradizioni e usanze (1a parte)<br />

in Alta Pusteria<br />

............................................................. 70<br />

Concorso fotografico estate<br />

<strong>2015</strong><br />

Tradizioni e usanze (2a parte)<br />

............................................................. 71<br />

Previsione inverno<br />

.......................................................72–73<br />

Editorial<br />

..............................................................74<br />

6


NEL PAESE<br />

DELLE TRE CIME<br />

I-39030 Sesto (BZ)<br />

Via Europa, 6<br />

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posizione centrale e tranquilla<br />

150 m dalla funivia Monte Elmo e fermata autobus<br />

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7


Il cavallo<br />

ieri e oggi<br />

Negli ultimi decenni, il ruolo del cavallo<br />

in Alta Pusteria è andato cambiando.<br />

Un tempo allevato e utilizzato solamente<br />

come animale da lavoro, trova oggi<br />

impiego soprattutto nelle attività del<br />

tempo libero.<br />

Martina Pfeifhofer<br />

Autrice<br />

foto: Ivo Trenker<br />

di Sesto interessata a tutto<br />

ciò che ha a che fare con il<br />

movimento e lo sport, ne ha<br />

fatto la sua professione<br />

studiando ad Innsbruck<br />

scienza dello sport.<br />

L’Alta Pusteria, dove vive,<br />

è il luogo ideale sia in estate<br />

che in inverno per praticare<br />

varie attività sportive outdoor.<br />

8


Il fabbro ferraio Ivo Trenker<br />

Prima dell’introduzione delle moderne<br />

macchine agricole, per i lavori nei<br />

campi e nei boschi qui si impiegavano<br />

soprattutto robusti norici a sangue<br />

freddo e avelignesi dal passo sicuro e<br />

adatti a ogni tipo di terreno. Il fabbro<br />

ferraio Ivo Trenker oggi ha oltre 80<br />

anni e ricorda ancora bene i suoi primi<br />

anni a Villabassa come fabbro ferraio<br />

e carraio. “A quei tempi i contadini venivano<br />

a ferrare i cavalli 4 volte l’anno.<br />

Negli anni ‘50 e ‘60, solo a Villabassa<br />

e dintorni c’erano 53 cavalli”. Racconta<br />

di come il mestiere di fabbro ferraio<br />

fosse spesso pericoloso, quando il cavallo<br />

non voleva sollevare lo zoccolo<br />

e poteva diventare incontrollabile. Con<br />

gli anni, il fabbro è andato accumulando<br />

esperienza ed ha imparato a capire<br />

subito com’è lo zoccolo di un certo<br />

cavallo e qual è l’andatura di ogni singolo<br />

animale. “Proprio come le scarpe<br />

per noi umani, anche nel caso del<br />

cavallo il ferro deve venire adattato<br />

correttamente e “calzare” bene”, dice<br />

Ivo, e racconta con un sorriso furbo di<br />

quella volta che, davanti a un cavallo<br />

zoppicante, aveva anticipato diagnosi<br />

e terapia del veterinario. Un ortopedico<br />

per cavalli, insomma. Con gli anni, i<br />

cavalli sono stati sostituiti dalle macchine,<br />

e per un fabbro ferraio e carraio<br />

non c’era quindi più abbastanza<br />

lavoro. Il figlio di Ivo, Günther, ha così<br />

foto: Ivo Trenker<br />

rilevato l’officina del padre per lavori in<br />

ferro battuto e l’ha ampliata. A Günther<br />

piacerebbe seguire le orme paterne,<br />

anche perché il numero dei cavalli in<br />

zona sta nuovamente aumentando, ma<br />

per il momento gli manca l’esperienza<br />

e una formazione specifica. “Da noi<br />

non ci sono più corsi di formazione<br />

per fabbri ferrai e carrai”, si rammarica<br />

Günther, “solo in Germania c’è un corso<br />

che dura alcuni mesi, ma per il momento<br />

non mi posso permettere di lasciare<br />

l’officina per così tanto tempo”.<br />

Anche se gli ordinativi di lavori in ferro<br />

battuto non gli mancano, sono chiaramente<br />

tangibili il suo grande interesse<br />

e il suo entusiasmo per il mestiere di<br />

fabbro ferraio.<br />

9


Toni Lanz, del maso Altmessnerhof di Dobbiaco<br />

Anche Toni Lanz, del maso Altmessnerhof<br />

di Dobbiaco, ama raccontare<br />

di quando era bambino e i cavalli venivano<br />

ancora utilizzati per i lavori agricoli.<br />

In passato, il papà e lo zio trasportavano<br />

con il cavallo generi alimentari<br />

e legna fino al Rifugio Bonner, dove<br />

erano ancora di stanza i finanzieri. Il<br />

piacere di lavorare con i cavalli è però<br />

rimasto invariato, e così oggi Lanz in<br />

inverno propone gite in slitta trainata<br />

da una coppia di pura razza norica,<br />

dallo stadio per lo sci di fondo Nordic<br />

Arena fino al Lago di Dobbiaco. Lanz<br />

e i suoi cavalli sono diventati una presenza<br />

costante nella vita del paese:<br />

difficile immaginare un funerale o una<br />

sfilata senza di loro.<br />

Erwin Lanzinger<br />

Neanche il dott. Erwin Lanzinger potrebbe<br />

immaginarsi una vita senza cavalli.<br />

Nelle sue stalle alleva diverse razze, di<br />

alcune delle quali non si supporrebbe la<br />

presenza in Val Pusteria: arabi Shagya,<br />

i cavalli dell’imperatore austroungarico,<br />

lipizzani e frisoni. Tanto per citarne solo<br />

alcune. Gli Shagya e i lipizzani nascono<br />

con mantello di colore scuro, e diventano<br />

poi bianchi. Sono cavalli sia da sella<br />

che da tiro, anche se per il tiro pesante<br />

Lanzinger ama utilizzare i suoi frisoni.<br />

Lanzinger è proprietario di un albergo, e<br />

quella che era nata come una passione<br />

personale è ora condivisa con gli ospiti,<br />

che possono godere di gite in carrozza<br />

e in slitta trainate dai cavalli. A disposizione<br />

ci sono circa 20 carrozze e slitte<br />

d’epoca, che questo appassionato ha<br />

collezionato nel corso degli anni e spesso<br />

restaurato, e con le quali partecipa<br />

volentieri a sfilate e manifestazioni in<br />

tutta la provincia. Ad esempio, ha avuto<br />

l’onore di trasportare la “Reginetta della<br />

mela” di Naz-Sciaves, vicino a Bressanone.<br />

“Con i cavalli, ogni giorno si impara<br />

qualcosa di nuovo”, spiega l’esperto<br />

cavaliere, “ed è questo che rende tanto<br />

particolare e tanto interessante lavorare<br />

con loro”.<br />

foto: Erwin Lanzinger<br />

10


Il centro termale nel<br />

Patrimonio Mondiale Dolomiti<br />

. Lady Sauna<br />

. Godetevi 2.350 m²<br />

di Wellness & SPA<br />

› Sauna finlandese 90°<br />

› Biosauna alle erbe 60°<br />

› “Vapor“ bagno turco con oli essenziali 45°<br />

› Cabina infrarossi<br />

› “Cold-Sulfur“ vasca ad immersione 6,1°<br />

› Percorso Kneipp con acqua sulfurea<br />

› Grotta Relax provvista di lettini ad acqua<br />

. Sala relax „stube tradizionale“<br />

. NUOVO <strong>2015</strong>:<br />

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› Lady Sauna, la sauna dedicata alle donne<br />

› Textil-Sauna con obbligo di costume da bagno<br />

› Panorama-Sauna con tradizionale Stube<br />

come sala relax<br />

› Due docce a pioggia con acqua sulfurea<br />

› Sala relax con caminetto<br />

Ingresso SAUNARIUM da Lun. a Gio. 35,00 €<br />

Weekend Ven., Sab., Dom. e giorni festivi 40,00 €<br />

Set da bagno, tisane della salute e succhi inclusi<br />

. Textil Sauna Larix<br />

Pacchetti individuali per<br />

salute e benessere da 75,00 €<br />

Orario d’apertura:<br />

ore 09:00–20:00: bagni termali e bagni di fieno,<br />

beauty e massaggi<br />

ore 14:00–20:00: SAUNARIUM<br />

Sport & Kurhotel Bad Moos ****s . Sesto<br />

T +39 0474 71 31 00 . info@badmoos.it<br />

Contatto diretto<br />

T +39 0474 71 34 44 . info@spabadmoos.it<br />

. Sala relax con caminetto<br />

www.badmoos.it<br />

11


Karl Hans Baur, Walter Baur e Roman Troger<br />

Al „Pintas Appaloosa Ranch“ di Dobbiaco<br />

si possono ammirare cavalli di pura razza<br />

appaloosa, piuttosto inconsueti per la<br />

zona. Il nome “Appaloosa” deriva dal fiume<br />

Palouse, lungo le cui sponde avevano un<br />

tempo i loro pascoli gli indiani Nez Perce.<br />

Caratteristici della razza sono il mantello<br />

maculato, l’iride circondata da fondo oculare<br />

bianco, la pelle chiazzata nella zona<br />

della bocca e degli occhi e gli zoccoli con<br />

strisce verticali. Nel 1995 Karl Hans Baur,<br />

Walter Baur e Roman Troger hanno acquistato<br />

la loro prima giumenta appaloosa e<br />

hanno iniziato l’allevamento a Dobbiaco. Il<br />

nome del ranch, “Pinta”, deriva dal nome<br />

del maso dei Baur. Negli ultimi decenni<br />

l’allevamento ha prodotto cavalli versatili,<br />

dal carattere eccellente e di temperamento<br />

mite, che grazie a buona costituzione e<br />

resistenza risultano egualmente adatti sia<br />

alle attività del tempo libero che alla competizione.<br />

I loro cavalli e i puledri hanno<br />

infatti vinto numerosi premi nazionali e<br />

internazionali. Ma non sono solamente la<br />

selezione e l’allevamento ad appassionare<br />

i tre. Anche lavorare con questi animali è<br />

fonte di grande soddisfazione, e così attraversano<br />

gli angoli più belli della terra<br />

delle Tre Cime a dorso di cavallo organizzando<br />

percorsi di trekking.<br />

foto: Ivo Trenker<br />

Biatleta Nathalie Santer<br />

Nathalie Santer ha invece scelto un<br />

approccio molto professionale e decisamente<br />

sportivo. Con i suoi 3 cavalli<br />

da salto, con i quali partecipa a gare di<br />

salto ostacoli locali e regionali, questa<br />

ex biatleta mette a frutto la sua grande<br />

esperienza in fatto di sport agonistico<br />

e preparazione atletica. “Come per noi,<br />

anche per i cavalli valgono determinati<br />

principi: carico e compensazione<br />

nel giusto rapporto, alimentazione bilanciata<br />

e tutta una serie di condizioni<br />

adeguate alle necessità del cavallo<br />

contribuiscono non poco a innalzare il<br />

livello di prestazione dell’animale”, dice<br />

Nathalie. Il suo amore per i cavalli è<br />

nato fin da bambina, quando cavalcava i<br />

pony in Belgio, il paese di origine di sua<br />

madre. Oggi, l’ambiziosa cavallerizza<br />

gestisce l’agriturismo Steinwandterhof<br />

in Val di Braies, e con stalle adeguate,<br />

un maneggio, recinto esterno e pascolo<br />

ha realizzato il suo sogno di un centro<br />

equestre che le consente anche di<br />

trasmettere tutta la sua passione e le<br />

sue conoscenze sui cavalli.<br />

12


foto: Ivo Trenker<br />

N<br />

on è facile riassumere perché sia tanto affascinante lavorare con questi<br />

animali. Certo, si tratta di esseri che nonostante la loro forza sono estremamente<br />

sensibili, e condividere dei momenti con loro dimenticando i ritmi frenetici<br />

della vita regala a noi uomini un’esperienza assolutamente speciale.<br />

Indirizzi utili per gli amanti del cavallo in Alta Pusteria:<br />

LANZ TONI<br />

Dobbiaco Altmessnerhof<br />

- Gite in slitta al Lago di Dobbiaco<br />

PINTA`S APPALOOSA RANCH<br />

Dobbiaco<br />

- In vacanza con il proprio cavallo<br />

- Trekking tour a cavallo con guida<br />

MANEGGIO TSCHURTSCHENTHALER<br />

Sesto Kramerhof<br />

- Uscite a cavallo in Val Fiscalina (principianti-avanzati)<br />

- Gite in carrozza e con la slitta<br />

SPORT- & KURHOTEL BAD MOOS<br />

Sesto<br />

- In vacanza con il proprio cavallo<br />

- Gite in carrozza e con la slitta<br />

- Uscite a cavallo (solo per cavalieri allenati ed esperti)<br />

STEINWANDTERHOF<br />

Nathalie Santer Braies<br />

- In vacanza con il proprio cavallo<br />

- Lezioni di equitazione e di salto ostacoli<br />

- Stage e seminari su cavallo ed equitazione<br />

www.dobbiaco.info<br />

info@dobbiaco.info<br />

(+39) 0474 972 132<br />

(+39) 0474 972 276<br />

www.reitstall.bz.it<br />

(+39) 0474 710 620<br />

www.badmoos.it<br />

info@badmoos.it<br />

(+39) 0474 713 100<br />

www.steinwandterhof.it<br />

info@steinwandterhof.it<br />

(+39) 0474 749 009<br />

13


L’acqua,<br />

fonte di<br />

salute e di<br />

divertimento<br />

Georg Weindl<br />

Autore<br />

Giornalista free lance, vive in Baviera,<br />

nel Chiemgau, e gira molto l’Alto Adige realizzando<br />

reportage per quotidiani, riviste e guide di viaggio.<br />

L’acqua dell’Alta Pusteria emana un<br />

fascino del tutto speciale. In questa<br />

terra, dove in passato i contadini<br />

sfruttavano sapientemente il potenziale<br />

delle sorgenti termali e dove<br />

i nobili e gli industriali giungevano<br />

in ferrovia per i soggiorni di cura,<br />

l’ospite attento alla salute può oggi<br />

sperimentare in svariate forme i<br />

pregi dell’acqua. Il modo più classico<br />

è rappresentato dal percorso<br />

Kneipp oppure da una passeggiata<br />

rilassante per raggiungere isolate<br />

sorgenti sparse nel Parco Naturale.<br />

Ma è vero che l’acqua, oltre a giovare<br />

alla salute dell’uomo, ha anche<br />

la capacità di farlo divertire? Certo!<br />

In Alta Pusteria potrete scoprirlo voi<br />

stessi.<br />

Il leggendario abate Kneipp, che, attorno<br />

alla metà del XVIV secolo, curò la<br />

sua tubercolosi con frequenti bagni in<br />

acqua gelida, non fu l’unico a rendersi<br />

conto delle proprietà benefiche – e in<br />

certi casi anche curative – dell’acqua.<br />

Ben presto infatti molte persone iniziarono<br />

a ricercare gli effetti benefici<br />

dell’acqua, non solo in Baviera, terra<br />

madre del celebre presbitero e idroterapeuta,<br />

ma anche presso altri luoghi<br />

termali, indipendentemente dalla<br />

loro distanza geografica. Già nel XVII<br />

e XVIII secolo l’Alta Pusteria divenne<br />

meta di una precoce corrente di turismo<br />

attento alla salute. Le acque termali di<br />

Bagni di Moso, una frazione di Sesto,<br />

sono note ormai da quasi 400 anni.<br />

A partire dal 1765 luogo di cura, vi si<br />

costruì la prima stazione termale attorno<br />

al 1800. La combinazione tra una<br />

meravigliosa natura incontaminata ed<br />

un numero crescente di stabilimenti di<br />

cura portò allo sviluppo di un turismo<br />

dal successo inaspettato e di altissimo<br />

livello. Non si può tralasciare di menzionare<br />

i famosi Bagni di San Candido:<br />

il solitario hotel di lusso sorge in mezzo<br />

al bosco, nelle immediate vicinanze<br />

delle sorgenti, e vanta tra i suoi ospiti<br />

personalità di spicco provenienti da<br />

diversi paesi. Ancora oggi si tratta di<br />

una meta popolare, grazie al suo carattere<br />

inusuale e all’aura magica che<br />

emana. Anche i Bagni Pian di Maia e<br />

di Braies Vecchia contribuirono significativamente<br />

a forgiare lo sviluppo della<br />

singolare storia dell’acqua in Alta Pusteria.<br />

Già tra il 1830 e il 1870, Braies Vecchia<br />

contava dai 600 ai 1000 ospiti, i quali<br />

non si fecero mancare ripetute visite<br />

alle sorgenti “Hirschbrunnen” (sorgente<br />

del cervo), “Augen” (per gli occhi) e alla<br />

sorgente potabile.<br />

>><br />

15


L’acqua e le<br />

sue proprietà<br />

benefiche<br />

vantano …<br />

… in queste zone una lunga tradizione<br />

che al giorno d’oggi sembra aver<br />

raggiunto il suo apice: mai prima d’ora<br />

l’argomento “Vivere sani grazie all’acqua”<br />

era risultato così sfaccettato e interessante.<br />

Un ruolo primario nell’ambito<br />

dell’acqua in Alta Pusteria è svolto<br />

specialmente dal paese di Villabassa.<br />

Il primo Parco del benessere Kneipp<br />

für mich ® Raiffeisen in Italia propone<br />

un perfetto abbinamento di esperienze<br />

naturali e impieghi dell’acqua a scopo<br />

curativo. Nel “Kurpark”, il parco pubblico<br />

di Villabassa, infatti vi aspetta il<br />

Parco del benessere Kneipp für mich ®<br />

Raiffeisen, uno dei più belli impianti<br />

all’aperto Kneipp d’Italia. È il luogo ideale<br />

per riattivare le proprie difese naturali<br />

nelle vasche ad acqua fredda con<br />

azione specifica sui piedi, le braccia o<br />

il viso oppure lungo il sentiero da percorrere<br />

a piedi nudi. Una proposta per<br />

una giornata ideale: innanzitutto una<br />

passeggiata a piedi nudi sul prato di<br />

piante officinali coperte di rugiada, seguita<br />

da una sosta alla vasca d’argilla e<br />

alla fontana di acqua potabile e infine,<br />

a conclusione dei vari trattamenti, una<br />

sessione di riposo nelle aree relax del<br />

parco. Anche nel paese vicino, Dobbiaco,<br />

l’acqua riveste un ruolo primario.<br />

Ai piedi delle Tre Cime, nel comune di<br />

Dobbiaco, nasce la Rienza, che dopo<br />

80 km si immette nell’Isarco all’altezza<br />

di Bressanone. Sono addirittura due<br />

le pregiate sorgenti che riforniscono il<br />

paese di purissima acqua, proveniente<br />

dalle rocce calcaree delle Dolomiti<br />

e dalle primitive formazioni ricche di<br />

ferro delle Alpi Centrali. Una fontana<br />

di acqua potabile situata ai margini<br />

del paese permette di assaporare direttamente<br />

l’acqua delle sorgenti. Due<br />

bellezze mozzafiato sono rappresentate<br />

dal Lago di Dobbiaco e dal Lago<br />

di Landro, ubicati nell’omonima Val di<br />

Landro, che collega Dobbiaco con Cortina<br />

d’Ampezzo. Costituiscono un’attrazione<br />

molto apprezzata dagli amanti di<br />

paesaggi naturali autentici e variegati.<br />

La crescente attenzione ad uno stile<br />

di vita naturale e alle vacanze all’insegna<br />

della salute ha portato ad un vero<br />

e proprio revival delle acque dell’Alta<br />

Pusteria. Fu creato un parco attorno ai<br />

mistici Bagni di San Candido e furono<br />

riattivate tre sorgenti batteriologicamente<br />

pure. Recentemente fu inoltre aggiunto<br />

un nuovo sentiero per l’idroterapia da<br />

percorrere a piedi nudi. La sorgente sulfurea<br />

di Bagni di Moso, in passato molto<br />

rinomata, è oggi celebre per l’acqua<br />

minerale. L’acqua proveniente dalla sorgente<br />

di Bagni Pian di Maia viene messa<br />

a disposizione come acqua potabile<br />

nell’impianto Kneipp a Villabassa.<br />

Anche il sentiero delle sorgenti di Braies<br />

offre spunti interessanti. Si tratta di<br />

un itinerario variegato e adatto alle famiglie<br />

che conduce ad un’affascinante<br />

distesa di sorgenti nel Parco Naturale<br />

di Fanes-Senes-Braies. Il motto “Vivere<br />

bene e in salute grazie all’acqua” assume<br />

un significato molto forte in Alta Pusteria.<br />

Per chi non volesse fare tappa all’impianto<br />

Kneipp sono disponibili numerose<br />

16<br />

alternative. Ad esempio, il parco acquatico<br />

Acquafun di San Candido, che offre<br />

agli ospiti una vasta gamma di attrazioni:<br />

piscina coperta, scivolo, vasca idromassaggio,<br />

fontana d’acqua, sauna, massaggi,<br />

trattamenti beauty e l’immancabile<br />

impianto Kneipp. Molto più semplicemente,<br />

però, ci si può anche solo distendere<br />

sul prato e godersi la vista sulle montagne<br />

circostanti, proprio come in passato.<br />

Oggi lo si definisce “relax” e non è per<br />

nulla una cattiva idea. A prova del fatto<br />

che l’acqua non passa mai di moda.<br />

l’acqua non<br />

passa mai<br />

di moda.


Gerente<br />

una vacanza all'insegna<br />

del benessere e del movimento<br />

sostenibile e a impatto ambientale nullo<br />

Leitlhof - San Candido:<br />

il 2° albergo in Alto Adige a impatto ambientale nullo<br />

****S Leitlhof – Dolomiten Living<br />

Via Pusteria 29<br />

I-39038 San Candido<br />

Tel: +39 0474 913440<br />

La Famiglia Mühlmann ha adottato innovative soluzioni per contribuire<br />

attivamente alla tutela e alla salvaguardia dell'ambiente. Oltre a iniziative<br />

quali l'impiego di prodotti regionali e coltivati nel proprio orto, la centrale<br />

termoelettrica alimentata a legna di proprietà dell'albergo produce<br />

corrente elettrica sostenibile ed energia termica per il fabbisogno dell'intera<br />

struttura. Il cippato necessario proviene dalle immediate vicinanze.<br />

www.leitlhof.com<br />

info@leitlhof.com<br />

C = 100<br />

M = 40<br />

Y = 85<br />

K = 40<br />

90 %<br />

Moritz Lehmkuhl<br />

ClimatePartner GmbH<br />

climaticamente neutrale<br />

Qui si alloggia<br />

climaticamente<br />

neutrale!<br />

R = 0<br />

G = 78<br />

B = 52<br />

Dal 1 gennaio si alloggia climaticamente neutrale<br />

Hotel Leitlhof ­ Dolomiten Living.<br />

Monaco, 10 luglio 2014<br />

Pantone<br />

3435 U<br />

RAL 6005<br />

"Volevamo individuare delle soluzioni che ci consentissero di raggiungere<br />

l'autosufficienza energetica", afferma Stephan Mühlmann, junior chef<br />

all'Hotel Leitlhof e "cervello" promotore della svolta energetica dell'albergo.<br />

"Il fatto che ad oggi siamo il secondo albergo in tutto l'Alto Adige a<br />

impatto ambientale nullo, e ciò anche con un bilancio di emissioni CO2<br />

100 %<br />

C = 5<br />

R = 218<br />

Pantone<br />

esemplare, ci dà molta M = fiducia. 10 G = 202 Nonostante 4535 U gli interventi di ampliamento<br />

Y = 45 B = 143<br />

K = 15<br />

RAL 1000<br />

del nostro albergo, le emissioni di CO2 si sono ridotte di un terzo." «<br />

Vacanze sostenibili nella "verde" Alta Pusteria<br />

10 %<br />

90 %<br />

100 %<br />

10 %<br />

17


Misterioso incontro nel<br />

buio della notte<br />

Una passeggiata nel bosco durante le ore notturne<br />

può rivelarsi un’esperienza intensa e indimenticabile.<br />

Il buio della notte viene rischiarato solo dal<br />

pallido chiarore lunare e il silenzio viene interrotto<br />

solo da richiami cupi e attutiti. Si tratta di lamenti<br />

gravi e profondi che svelano la presenza di creature<br />

notturne.<br />

Ruth Mutschlechner<br />

Autrice<br />

Perita agraria di Dobbiaco,<br />

dal luglio 2014 responsabile del<br />

Centro visite Tre Cime, guida<br />

escursionistica diplomata.<br />

Passa molto del suo tempo<br />

libero tra le montagne.<br />

Le piace trasmettere la sua<br />

gioia e il suo apprezzamento per<br />

la nostra straordinaria natura.<br />

Siamo a inizio marzo. L’inverno, insolitamente mite e<br />

povero di neve, comincia piano piano a volgere al termine.<br />

L’odore fresco e rinvigorente del bosco induce<br />

tipi mattinieri, come me, ad abbandonare il calore del<br />

piumone già alle prime luci dell’alba. Solitaria, mi addentro<br />

nel bosco di abeti, appena rischiarato dall’aurora,<br />

a sud di Dobbiaco. Tutto tace. Sento solo il rumore<br />

dei miei passi. All’improvviso mi sorprende un richiamo<br />

cupo e sinistro. I battiti del mio cuore accelerano. Per<br />

un attimo rimango completamente immobilizzata dallo<br />

spavento. Poi, cautamente, mi avvicino senza fare rumore<br />

a questo suono che continua a ripetersi in maniera<br />

monotona djühb... djühb... djühb... Chi potrà mai<br />

essere??<br />

“djühb… djühb… djühb…“<br />

Proseguo lungo il sentiero e continuo ad udire il richiamo.<br />

Ora il ritmo pare essersi velocizzato, si percepisce<br />

come un concitato gügügügü. Pensierosa e parecchio<br />

incuriosita me ne torno a casa, faccio colazione, indosso<br />

la mia divisa da lavoro e in sella alla bicicletta raggiungo<br />

il mio posto di lavoro: il Centro visite Tre Cime.<br />

Tra un incarico e l’altro trovo presto un po’ di tempo<br />

per consultare il famoso “Atlante dell’avifauna dell’Alto<br />

Adige“. Nella mia ricerca mi imbatto in un uccello della<br />

grandezza di uno storno e con le piume di una tonalità<br />

tra il marrone e il bianco, poco appariscente. Si tratta<br />

della civetta nana (Glaucidium passerinum). Assieme<br />

ad altre sei specie autoctone dell’ Alto Adige, rientra<br />

nell’ordine degli Strigiformi – gufi e civette. Una loro<br />

caratteristica è il precoce inizio della stagione degli<br />

amori, già al termine dell’inverno – questa la spiegazione<br />

del suono concitato. Solitamente sono i maschi<br />

a emettere richiami per cercare di entrare in contatto<br />

con le femmine e accoppiarsi con loro nel giro di breve<br />

tempo.<br />

18


“I predatori della notte – gufi e civette“<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .(Grand Hotel) a Dobbiaco<br />

Esposizione permanente<br />

Le Dolomiti: Patrimonio<br />

dell’Umanità UNESCO<br />

nel Centro Visite<br />

Misteriosi predatori notturni<br />

Gufi e civette sono uccelli rapaci, da sempre noti come<br />

misteriosi predatori notturni. Fin dall’antichità hanno<br />

scatenato la fantasia umana, nutrendo e rafforzando<br />

paure e superstizioni. Da un lato ammirati e venerati,<br />

dall’altro temuti in quanto pericolosi predatori dell’oscurità,<br />

furono talvolta crudelmente perseguitati e uccisi.<br />

Nell’antica Grecia, il gufo era considerato l’uccello della<br />

saggezza. La civetta (Athene noctua) era invece il simbolo<br />

della dea Atena e veniva di frequente raffigurata<br />

su stemmi e monete – ancora oggi infatti la si può trovare<br />

sulla moneta greca del valore di 1 Euro.<br />

Ogni tanto le civette vengono rappresentate con gli occhiali.<br />

In questo caso simboleggiano lo studio e l’erudizione.<br />

Sarà questa particolarità degli occhi delle civette<br />

a indurre noi umani ad ornarci con la loro saggezza e<br />

intelligenza.<br />

Con i loro occhi fissi rivolti in avanti, dalle palpebre che<br />

si chiudono sopra il bulbo oculare con riflessi simili a<br />

quelli dell’uomo, le civette ci paiono simili a noi.<br />

Nelle culture occidentali, le civette, a causa della loro<br />

vita notturna, dei loro richiami inquietanti e del loro<br />

volo silenzioso, facevano emergere le paure ancestrali<br />

dell’uomo riguardanti la notte e le sue misteriose creature.<br />

La civetta fu considerata anche annunciatrice di<br />

morte. In questo senso, il suo tipico verso “kuwitt“ fu<br />

interpretato come “komm mit“ ovvero “vieni con me“ e<br />

dunque associato ad un segno soprannaturale che preannunciava<br />

la morte imminente.<br />

Mostra temporanea<br />

Quando:.. . . . . . . . . . . . .dal 2 maggio al<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26 luglio <strong>2015</strong><br />

da martedì. . . . . . . .orari 9:30–12:30 e<br />

a sabato: . . . . . . . . . . .14:30–18:00<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .apertura domenicale nei<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .mesi di luglio e agosto<br />

Dove:.. . . . . . . . . . . . . . . . . . .Centro visite Tre Cime<br />

Ingresso gratuito!<br />

19


Equilibrio ecologico<br />

Al giorno d’oggi questi inconfondibili grifoni notturni popolano<br />

gli ambienti più diversi: dalla macchia mediterranea<br />

alla foresta di conifere e alla tundra artica. Alcune<br />

varietà, come il barbagianni (Tyto alba) e la civetta,<br />

hanno osato avvicinarsi a insediamenti umani, ma si registra<br />

una continua riduzione delle specie, dovuta agli<br />

incessanti cambiamenti di natura antropica.<br />

I paesaggi antropizzati vengono ormai sfruttati in modo<br />

sempre più intensivo e unilaterale, tanto da privare le<br />

civette della possibilità di riprodursi e procurarsi il cibo.<br />

Sarebbe invece importante rendersi conto che esse, in<br />

quanto rapaci, rivestono un ruolo fondamentale nell’equilibrio<br />

ecologico.<br />

Tra i provvedimenti che portano i maggiori benefici alla<br />

fauna figurano ad esempio la limitazione dell’uso di pesticidi,<br />

la creazione di paesaggi strutturati con alberi<br />

marci e siepi e la posa di linee elettriche sotterranee.<br />

Spetta ora a noi mettere in pratica tali misure volte al<br />

miglioramento dell’ambiente in cui viviamo. Solo questo<br />

ci permetterà di vivere straordinari e memorabili incontri<br />

notturni, come quello riportato all’inizio dell’articolo.<br />

20


… i gufi possono ruotare il capo fino a 270°?<br />

Sapevate che …<br />

… il gufo reale (Bubo bubo), il cosiddetto “re della notte“, è il più grande<br />

tra i gufi, cresce come specie autoctona anche in Alta Pusteria e,<br />

vivendo in libertà, può raggiungere un’età di 20 anni?<br />

… le orecchie ricoperte di piume sono solo apparenti.<br />

In realtà i veri organi uditivi si trovano spostati vicino agli occhi sotto<br />

il morbido piumaggio?<br />

... gli avanzi di cibo non digeriti vengono rigurgitati e definiti “pellet“?<br />

… il volo risulta così silenzioso a causa delle ali sproporzionatamente<br />

grandi se rapportate alla dimensione del corpo e a causa della<br />

particolare conformazione delle piume alari?<br />

… piccole prede, come ad esempio topi, vengono talvolta divorati<br />

in un solo boccone?<br />

… l’allocco (Strix aluco) e il barbagianni si distinguono per i loro<br />

inconfondibili occhi neri?<br />

… l’assiolo (Otus scopus) è presente solo nella parte meridionale della<br />

provincia ed è il solo a trascorrere l’inverno in Africa?<br />

… la civetta capogrosso (Aegolius funereus) nidifica prevalentemente<br />

nelle cavità abbandonate dai picchi neri?<br />

… la locuzione greca “portare civette ad Atene” significa<br />

“compiere un’azione superflua”?<br />

Cucina puristica & alpina<br />

con chef di cucina<br />

Rudy Leiter<br />

Prenotazione<br />

Hotel Passo Monte Croce<br />

3333<br />

Sesto<br />

Tel. +39 0474 710 328<br />

hotel@passomontecroce.com<br />

www.passomontecroce.com<br />

La passione per la cucina di Rudy, la sua esperienza<br />

internazionale in ristoranti di alta qualita' e la sua<br />

attenzione ai prodotti nostrani e biologici garantiscono<br />

una cucina unica nel Ristorante Reh:angl -<br />

Hotel Passo Monte Croce.<br />

Nessun piacere e' temporaneo, perche' l'impressione<br />

che lascia rimane vivo.<br />

Cantina con ottimi vini, vantando oltre 230 etichette<br />

nazionali ed internazionali.<br />

21


Fieno: virtù benefiche<br />

ed effluvio celestiale<br />

Non esiste nulla di più bello che coricarsi sul fieno in una<br />

malga di alta montagna. Chi ha avuto la fortuna di sperimentarlo<br />

sicuramente ricorderà il profumo del fieno, caratterizzato dal<br />

contenuto di varie erbe e utilizzato come principale nutrimento<br />

per animali domestici e da allevamento. Anche il fieno dell’Alta<br />

Pusteria viene infatti impiegato come foraggio negli allevamenti<br />

di bovini da latte. Ma c’è dell’altro: di seguito scoprirete tutte le<br />

ulteriori proprietà benefiche contenute nel fieno!<br />

Il nutrimento a base di fieno riveste un ruolo fondamentale nella produzione<br />

di formaggi preparati a partire da latte crudo e nella produzione<br />

di latte da fieno. Sui prati dell’Alta Pusteria crescono in media<br />

tra le 30 e le 50 varietà diverse di erbe alpine. Di conseguenza, nel<br />

corso dell’anno le mucche possono beneficiare di un menu estremamente<br />

variegato. Tale ricchezza di erbe ha effetti positivi anche<br />

sulle caratteristiche organolettiche e sulla qualità del latte crudo: i<br />

prodotti a base di latte da fieno che provengono dall’Alta Pusteria,<br />

come ad esempio lo yoghurt e il formaggio “Fenum”, risultano particolarmente<br />

genuini e puri.<br />

Fieno e benessere<br />

“Covoni” di fieno a Sesto<br />

Da secoli ormai vengono comunemente riconosciute le virtù benefiche<br />

proprie del fieno delle Alpi, che vanno ad aggiungersi alla sua caratteristica<br />

di costituire la base ideale per la produzione di latticini. Si contano<br />

infatti innumerevoli impieghi del fieno nel campo del wellness e della<br />

salute.<br />

Durante l’immagazzinamento del fieno, sul suolo si deposita del materiale<br />

fine, costituito da frammenti di foglie, lolla e semi, i cosiddetti fiori di<br />

fieno. I fiori di fieno dei prati d’alta quota sono eccezionalmente ricchi<br />

di specie e contengono oli essenziali, che contribuiscono a renderli più<br />

efficaci. La pregiata qualità dei fiori di fieno si riconosce anche dal gradevole<br />

profumo aromatico, dal bel colore e dal contenuto di frammenti di<br />

fiori in essi contenuti. Una manciata di fiori di fieno contiene all’incirca<br />

40-60 varietà di piante con quasi 1000 sostanze naturali attive, benefiche<br />

per la salute.<br />

A causa del contenuto di oli essenziali, come ad esempio la cumarina o<br />

l’olio di valeriana, i fiori di fieno risultano leggermente irritanti per la cute<br />

e di conseguenza stimolano la circolazione sanguigna e l’escrezione.<br />

Tale effetto risulta ancora più pronunciato se impiegati a caldo.<br />

L’utilizzo dei fiori di fieno risulta particolarmente adatto anche in caso di<br />

muscolatura contratta, necessità di aumentare le naturali difese dell’organismo<br />

e di attivare il tessuto connettivo. I fiori di fieno hanno inoltre un<br />

effetto lenitivo sul dolore e sono indicati per combattere dolori reumatici,<br />

disturbi legati alla menopausa nonché disturbi renali e della vescica.<br />

L’applicazione dei fiori di fieno può avvenire in svariate forme: impacchi,<br />

cuscini, applicazioni o bagni.<br />

impacco di fiori di fieno fai da te, vedi pagina 25 >><br />

22


foto: Christian Brecheis<br />

Relax nel bagno di fieno<br />

Bagno di fieno - atmosfera rilassante<br />

Nel campo del wellness, il bagno di fieno è un trattamento molto richiesto<br />

in quanto favorisce rilassamento, benessere, cura della pelle e sollievo<br />

dal dolore. Durante un bagno di fieno ci si ritrova completamente<br />

ricoperti di fieno, fino all’altezza delle spalle. Proprio come l’impacco al<br />

fieno, anche il bagno di fieno è utile per rilassarsi, sciogliere le tensioni,<br />

eliminare le tossine e favorire la circolazione. L’atmosfera rilassata<br />

e il particolare aroma sprigionato dal fieno contribuiscono a calmare<br />

i nervi, mentre il calore induce il corpo a sudare e di conseguenza a<br />

disintossicarsi.<br />

In Alto Adige la “cultura dei bagni” vanta una secolare tradizione,<br />

che raggiunse il suo apice attorno al 1900. Fu in questo periodo che<br />

numerosi bagni contadini e stazioni termali riuscirono ad attirare in<br />

Alto Adige un gran numero di ospiti illustri provenienti sia dal resto<br />

dell’Italia che dall’estero. Nell’ambito di questo fenomeno le potenzialità<br />

delle risorse naturali, quali fieno e acqua minerale, furono sfruttate in<br />

maniera mirata. Il sapere acquisito relativamente alle proprietà curative<br />

dei bagni, tuttavia, finì a poco a poco nel dimenticatoio.<br />

È solo da qualche anno che il bagno di fieno viene regolarmente riproposto<br />

come trattamento wellness. Il fieno impiegato nei bagni deve<br />

essere del tutto naturale e provenire da prati di alta montagna situati<br />

a oltre 1700 metri di altitudine e distanti da strade pubbliche. Inoltre,<br />

per garantire la varietà degli oli essenziali, devono crescere oltre 40<br />

diverse tipologie di piante su una superficie di 50 metri quadrati. L’effetto<br />

benefico di una cura a base di bagni di fieno distribuita nell’arco<br />

di più mesi è indiscusso. In particolare, tale cura risulta efficace in caso<br />

di artrosi, sciatica, problemi di digestione e condizioni di esaurimento<br />

fisico e psichico.<br />

Un consiglio per il bagno<br />

di fieno fai da te:<br />

riempite la vasca da bagno<br />

o da pediluvio con acqua<br />

calda, immergete i sacchetti<br />

di fieno come se fossero<br />

bustine del tè e lasciateli<br />

agire, poi strizzateli e godetevi<br />

il meritato relax!<br />

Marion Mair<br />

Autrice<br />

… di Dobbiaco, si interessa<br />

di musica e cultura. Ama i<br />

buoni concerti e i libri e si<br />

diletta a scrivere testi.<br />

23


foto: Max Lautenschläger<br />

Il fieno,un autentico multitalento<br />

Incredibile quante proprietà possieda il fieno! Oltre ai suoi svariati<br />

pregi da un punto di vista curativo, lo si può usare anche in cucina. I<br />

cuochi creativi sfornano continuamente nuove ricette: sono già state<br />

inventate pietanze quali la zuppa di fieno, il tè al fieno o la grappa<br />

al fieno. Altri possibili utilizzi del fieno si estendono al campo dei<br />

cosmetici, in quanto componente di creme e oli, e del bricolage.<br />

Ma per la serie “le cose semplici sono sempre le più belle”… è con<br />

il tradizionale “Heu-Hupfn” (saltare nel fieno) e l’usanza di dormire<br />

in mezzo al fieno che il miscuglio di erbe può venire apprezzato allo<br />

stato più puro.<br />

Fonti:<br />

www.badlkultur.it/heubad-suedtirol/<br />

www.fitgesundschoen.de/beauty/heuwickel-und-heubaeder-das-tut-gut.html<br />

www.wellness.info<br />

www.heu-heinrich.de/info/heubad-gesundheit-geschenkidee-weihnachten-geburtstag/<br />

„Die Kräuter in meinem Garten“, Sigrid Hirsch und Felix Grünberger, Freya Verlag 2006<br />

„Wohltuende Wickel“, Maya Thüler, Maya Thüler Verlag 1990<br />

24


L’IMPACCO DI FIORI DI FIENO<br />

I sacchetti di fiori di fieno vengono definiti<br />

anche „morfina della naturopatia“.<br />

Vengono utilizzati in caso di:<br />

• contratture muscolari • colpo della strega<br />

• artrosi • cistite • mal di schiena<br />

• alterazioni del ciclo mestruale<br />

Composizione:<br />

Riempire un sacchetto di lino o, in alternativa, di<br />

pile con fiori di fieno essiccati e un po’ di fieno<br />

tagliato.<br />

Impiego:<br />

Per preparare l’impacco caldo riempire un pentolone<br />

per un terzo di acqua e appoggiarvi un<br />

colino. Adagiare il sacchetto di fiori di fieno sul<br />

colino, coprire il pentolone e lasciare che si scaldi<br />

per circa 20 minuti nel vapore. Il sacchetto<br />

umido verrà applicato il più caldo possibile sulla<br />

zona interessata e rimosso solo quando non verrà<br />

più percepito come caldo. In seguito rimanere<br />

a riposo nel letto per mezz’ora.<br />

L’impacco caldo ha un effetto rilassante e antidolorifico<br />

sia sulla zona direttamente interessata<br />

sia, di riflesso, sugli organi interni.<br />

>><br />

Mairhofer Egarter Maria<br />

operatore termale<br />

acqua e fieno<br />

25


La Farmacia Naturale<br />

Botanica: un fiore giallo<br />

che arricchisce i nostri prati<br />

L’arnica montana è un’erba medicinale perenne<br />

appartenente alla famiglia delle Asteraceae<br />

(Compositae). Alta dai 20 ai 60 cm, è caratterizzata<br />

da un fusto eretto, mediamente robusto,<br />

e da fiori di colore giallo-arancio. Cresce in<br />

prevalenza al di sopra dei 1000 m, in prati non<br />

concimati, paludosi ed acidi. La fioritura parte<br />

da maggio ed arriva fino a luglio inoltrato.<br />

Raccolta: tipica delle<br />

montagne, ma è protetta<br />

Fiore tipico di montagna, l’arnica viene utilizzata<br />

sia come rimedio fitoterapico che omeopatico.<br />

Viene raccolto durante il periodo della fioritura,<br />

scegliendo i fiori appena aperti, intorno alle ore<br />

12, quando il sole è più forte. A causa dell’aumento<br />

delle coltivazioni intensive e della raccolta<br />

incontrollata, la sua presenza sta diventando<br />

sempre più rara, motivo per cui è stata inserita<br />

tra la flora protetta.<br />

Storia e curiosità:<br />

tabacco e “grappa”<br />

Descritta per la prima volta nel XVI secolo, conosciuta<br />

e studiata da molto tempo, l’arnica<br />

montana viene anche chiamata “starnutina”, per<br />

la capacità che ha il suo odore di provocare<br />

starnuti. Dalle sue foglie si ricavava il cosiddetto<br />

“tabacco di montagna”, usato per la pipa.<br />

Una tradizione tipica delle comunità montane,<br />

ancora oggi, è la preparazione in casa dell’ “Arnika<br />

Schnaps”: il nome farebbe pensare ad una<br />

buona grappa, ma in realtà viene utilizzata solo<br />

per uso esterno, in quanto se assunta per via<br />

orale ha effetti tossici.<br />

dott. Sandro Barbierato<br />

Farmacista di Dobbiaco<br />

Autore<br />

26


Dolori?<br />

Crema all‘Arnica<br />

alta concentrazione<br />

L‘arnica é uno<br />

dei rimedi naturali<br />

piú potenti ed efficaci.<br />

27


Caratteristica dell’arnica:<br />

la sua estrema rapidità d’azione<br />

L’effetto rubefacente che stimola la circolazione,<br />

permette il riassorbimento delle ecchimosi,<br />

così come l’ossigenazione dei tessuti e l’eliminazione<br />

delle scorie.<br />

Proprietà terapeutiche: una<br />

soluzione per tutte le necessità<br />

Come spesso accade per le piante curative, anche gli<br />

effetti globali dell’arnica sono la sintesi di complessi<br />

meccanismi, in cui le varie componenti agiscono<br />

in sinergia. Facilmente associabile a qualsiasi attività,<br />

con i vari problemi a cui si può andare incontro<br />

(disturbi muscolari, traumi, lividi ed ematomi), migliora<br />

la circolazione del sangue, ha proprietà antidolorifiche<br />

ed antinfiammatorio, e per questo viene<br />

usata in caso di edemi post-traumatici (fratture,<br />

distorsioni, ecchimosi, contusioni, strappi muscolari),<br />

artralgie, disturbi articolari a carattere reumatico,<br />

versamenti articolari e flebiti non ulcerative.<br />

Ottimo risulta il suo utilizzo sulla muscolatura anche<br />

prima di un’attività fisica, per prevenire l’insorgenza<br />

di dolori e rigidità muscolare, cosi come nel<br />

massaggio sportivo post-gara. Sorprendenti risultati<br />

si sono riscontrati anche nell’alleviare i disturbi<br />

non legati all’attività fisica come: dolori reumatici,<br />

crampi notturni, gambe pesanti e mal di schiena<br />

(colpo della strega).<br />

Preparati a base di arnica<br />

I preparati tradizionali, caratteristici della Val<br />

Pusteria, a base di arnica sono, ad oggi, molteplici:<br />

si va dalle tinture alle pomate, dai gel<br />

agli oli per il massaggio; impossibile non trovare<br />

tra questi il rimedio più efficace alle proprie<br />

necessità.<br />

Avvertenze: non va ingerita<br />

o applicata sulle mucose<br />

E’ importante sapere che l’arnica non deve<br />

essere utilizzata per via interna se non in diluizione<br />

omeopatica; il suo uso é sconsigliato<br />

anche in caso di allergia alle compositae;<br />

per via topica va applicata solo su cute integra<br />

e non sulle mucose. Il suo utilizzo è<br />

controindicato in gravidanza.<br />

Regalo prezioso<br />

della natura<br />

La si può considerare non solo il rimedio traumatico<br />

per eccellenza, ma anche la soluzione<br />

pronta ed efficace per tutti coloro che necessitano<br />

di sollievo immediato a muscoli ed articolazioni.<br />

È, quindi, una preziosa opportunità<br />

che la natura ci offre per prenderci cura di noi<br />

rispettando il nostro organismo.<br />

28


Benvenuti da Schäfer<br />

3 piani dove si trova di tutto. In centro a San Candido<br />

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potete apprezzare una vista meravigliosa sulle<br />

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29


Storia del turismo<br />

dell'Alta Pusteria<br />

Il villaggio alberghiero di Landro e il tramonto di una leggenda<br />

Il villaggio alberghiero di Landro, considerato ai suoi tempi il gioiello<br />

turistico delle Alpi per antonomasia, fu raso al suolo esattamente<br />

cento anni fa. Ben poco è rimasto a ricordare lo splendore<br />

delle visioni di Josef Baur, pioniere del turismo nell’Alta Pusteria,<br />

letteralmente spazzate via con le mine durante la Prima<br />

Guerra mondiale per ragioni di strategia militare. L’<strong>Almanacco</strong><br />

dell’Alta Pusteria si è incontrato con Andreas Walder, tour operator<br />

e storico per hobby di Dobbiaco, per ripercorrere le sorti del<br />

leggendario villaggio alberghiero…<br />

foto: Andreas Trenker/ Dobbiaco<br />

Dobbiaco Nuova, Hotel Ampezzo<br />

30


Un'importante via commerciale<br />

Il borgo di Landro (Höhlenstein in<br />

tedesco) è ubicato nel comune di<br />

Dobbiaco, a circa dodici chilometri<br />

dal paese lungo la strada per Cortina<br />

d‘Ampezzo, ed è molto conosciuto<br />

sia dai locali che dai turisti<br />

per lo stupendo panorama sulle famose<br />

Tre Cime che da qui si può<br />

godere. In pochi conoscono invece<br />

quella che un tempo fu l’importanza<br />

di questa tranquilla piccola località<br />

della Val di Landro.<br />

L’itinerario che passa da Dobbiaco<br />

per raggiungere Cortina e Venezia<br />

è stato da sempre un’asse importante.<br />

Pur se modesta carrareccia<br />

fin dal tempo delle Crociate, nel<br />

Medioevo la tratta è un’importante<br />

via commerciale, che verrà ampliata<br />

solamente nel XVII secolo e che potenzierà<br />

ulteriormente il suo ruolo di<br />

strada di transito con l’apertura della<br />

Strada Alemagna nel 1832.<br />

Inizialmente a Landro si trovava<br />

solamente una piccola stazione di<br />

posta, unico punto di cambio dei<br />

cavalli lungo ”l’imperialregia strada<br />

postale” tra Dobbiaco e Cortina. A<br />

partire dal 1860, con l’inizio della<br />

fioritura dell’alpinismo nelle Dolomiti<br />

si ha anche un rapido sviluppo<br />

del turismo in Alta Pusteria, con la<br />

Valle di Landro in primo piano. Qui,<br />

Josef Baur inizia con rimarchevole<br />

lungimiranza ad ampliare la stazione<br />

di posta. Verso il 1880, Dobbiaco<br />

aveva fama di “luogo di cura e villeggiatura<br />

in alta montagna” ed era<br />

una delle località turistiche più rinomate<br />

delle Alpi. Landro, unico punto<br />

della valle da cui si gode la vista<br />

delle pareti nord delle Tre Cime, diviene<br />

presto meta prediletta dei villeggianti<br />

estivi. Entro la fine del XIX<br />

secolo, l’albergatore realizza dodici<br />

complessi, comprendenti non solo<br />

alberghi e ville, ma anche stalle per<br />

i cavalli, un proprio birrificio con<br />

una birra speciale molto apprezzata,<br />

campi da tennis, un pianobar,<br />

una biblioteca e anche una cappella<br />

con tanto di cappellano.<br />

Judith Steinmair<br />

Autrice<br />

Laurea in giurisprudenza; dal<br />

2002 libera professionista di<br />

project management; nell’ambito<br />

di questa attività vari lavori di<br />

pubblicistica; fino al 2010<br />

coordinatrice e responsabile<br />

di redazione dell’<strong>Almanacco</strong><br />

Alta Pusteria.<br />

31


Il villaggio alberghiero gode<br />

di grande popolarita<br />

Il villaggio alberghiero era pensato<br />

per un vasto pubblico, dal semplice<br />

vetturino agli illustri ospiti internazionali.<br />

Furono soprattutto gli inglesi,<br />

pionieri dell’alpinismo, a vedere nella<br />

collocazione di Carbonin un punto di<br />

partenza ideale per le loro ascensioni.<br />

La leggendaria ascensione della<br />

Cima Grande a opera di Paul Grohmann,<br />

ad esempio, è partita proprio<br />

da qui. Landro era poi un apprezzato<br />

luogo di vacanza di molti cronisti di<br />

viaggi, che con i loro resoconti contribuivano<br />

a divulgarne la conoscenza<br />

e la fama. Ma anche numerosi artisti,<br />

come Gustav Mahler, e famiglie nobili<br />

come ad esempio i Rothschild, solevano<br />

soggiornare a Landro. L’esempio<br />

più famoso è quello dell’allora re<br />

del Belgio Leopoldo II, che risiedette<br />

più volte nel lussuoso hotel inaugurato<br />

nel 1902. Nel 1880 la struttura<br />

alberghiera contava ancora 150<br />

letti, che entro il 1905 risulteranno<br />

raddoppiati. E negli anni precedenti<br />

lo scoppio della Prima Guerra Mondiale<br />

si stima che si arrivasse a circa<br />

3.500 pernottamenti a stagione. Alla<br />

guida di questa eccellenza vi era Josef<br />

Baur. O, meglio, i due Josef Baur!<br />

foto: Andreas Trenker/ Dobbiaco<br />

Hotel Baur a Landro<br />

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07.09.– 18.09.<strong>2015</strong>: LUN – VEN ore 15.00 – 17.00<br />

Nel corso dell’estate avranno luogo diversi concerti e mostre d’arte contemporanea.<br />

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Schloss Welsperg INS. ALMANACH <strong>2015</strong>.indd 2 15.08.2010 09:25


Ma chi erano<br />

costoro?<br />

I Baur sono considerati una delle<br />

più vecchie famiglie di albergatori<br />

del Tirolo, citate per la<br />

prima volta già nel 1660 in relazione<br />

a Landro. A Josef Baur<br />

Sen., classe 1822, e dopo la<br />

sua morte nel 1879 al figlio Josef<br />

Baur Jun. – nominato nel 1901<br />

cittadino onorario di Dobbiaco<br />

“a riconoscimento della sua lunga<br />

opera umanitaria” – si deve<br />

molto dello sviluppo del turismo<br />

in Alta Pusteria. Accanto al lavoro<br />

pionieristico dell’albergatrice<br />

Emma Hellenstainer di Villabassa<br />

e a strutture allora turisticamente<br />

rinomate come i Bagni di San<br />

Candido o Bagni Pian di Maia a<br />

Villabassa, la realizzazione del villaggio<br />

alberghiero di Landro da<br />

parte di Josef Baur e l’apertura<br />

del Grand Hotel di Dobbiaco rappresentano<br />

pietre miliari importanti<br />

nell’ambito del turismo.<br />

Nel 1871, quando si realizzano<br />

la linea ferroviaria e, poco dopo,<br />

il Grand Hotel Dobbiaco, Baur<br />

comprende i vantaggi che ciò<br />

comporterà e il tornaconto economico<br />

che ne può derivare. Si<br />

adopera con determinazione a<br />

favore della creazione di una stazione<br />

ferroviaria a Dobbiaco e nel<br />

1873 insieme<br />

all’albergatore<br />

cortinese<br />

Romeo Manaigo<br />

apre anche<br />

”l’Hotel Ampezzo”,<br />

creando le<br />

premesse per la<br />

nascita di Dobbiaco<br />

Nuova.<br />

Successivamente<br />

alla morte prematura<br />

del padre, Josef<br />

Baur punta sempre più sull’avanzare<br />

della modernità e del progresso<br />

tecnico, e fa scalpore con<br />

la prima illuminazione elettrica di<br />

Landro con oltre 300 lampadine.<br />

Anche la realizzazione di una<br />

centrale elettrica a Dobbiaco, ad<br />

esempio, si deve al suo impulso.<br />

Nonostante queste prospettive<br />

e gli sforzi profusi, il divenire<br />

della storia non può tuttavia venire<br />

arrestato, e le impietose ripercussioni<br />

della Prima Guerra<br />

Mondiale non si fermano neppure<br />

davanti a Landro, questo luogo<br />

di vacanza tanto apprezzato.<br />

Il 20 e il 21 maggio 1915, poco<br />

prima dell’inizio della guerra con<br />

l’Italia, l’esercito austriaco fa saltare<br />

il villaggio alberghiero per<br />

Guida turistica di Dobbiaco,<br />

di Jos. A. Rohracher<br />

motivi di strategia militare, cioè<br />

per garantire in caso di attacco<br />

alla retrostante fortezza una<br />

linea di tiro libera verso sud,<br />

dove la linea del fronte correva<br />

a poche centinaia di metri. Naturalmente,<br />

ciò rappresentò una<br />

sorta di condanna a morte per il<br />

villaggio alberghiero di Landro<br />

e il tramonto dell’impero della<br />

famiglia Baur. I discendenti dei<br />

Baur sono rimasti tuttavia fedeli<br />

alla tradizione di famiglia, proseguendo<br />

sulle orme di una leggenda<br />

del turismo. Delle ampie<br />

e apprezzate strutture di un tempo,<br />

invece, non rimangono che<br />

pochi ruderi e la cappella allora<br />

risparmiata dall’artiglieria in un<br />

boschetto di abeti.<br />

foto: Andreas Trenker/ Dobbiaco<br />

La struttura Baur e sullo sfondo il Monte Cristallo<br />

34


foto: Archivio Michael Wachtler<br />

Durante la realizzazione del parcheggio sotterraneo Wachtler gli archeologi<br />

scoprono i resti di un edificio. Che si tratti di una chiesa caduta nell‘oblio?<br />

Ritrovamenti di rilievo<br />

di insediamenti preistorici<br />

Gli antichi romani a San Candido<br />

Pare certo che la prima popolazione ad insediarsi<br />

in Alta Pusteria fu quella dei Reti,<br />

di derivazione celtica. Successivamente<br />

giunsero i romani che fondarono Littamum,<br />

quella che oggi è S. Candido. La loro attività<br />

prevalente era il commercio, ma si dedicavano<br />

anche alle cure termali. La popolazione<br />

autoctona di origine celtica tuttavia<br />

tenne a lungo strette le proprie tradizioni.<br />

Ancora oggi San Candido risulta essere un<br />

importante luogo di ritrovamento di reperti<br />

della storia europea.<br />

Michael Wachtler<br />

Autore<br />

è ritenuto uno dei migliori<br />

conoscitori delle Dolomiti.<br />

Numerosissimi suoi libri e<br />

documentari sono diventati<br />

dei classici. Nelle Dolomiti<br />

di Braies ha scoperto una<br />

fauna e flora primitivi, con<br />

tante nuove specie. Gli è stato<br />

intitolato il fossile di un sauro,<br />

il Megachirella wachtleri.<br />

Lo splendore dei tempi passati<br />

Fu soprattutto ad est di San Candido che gli<br />

scavi riportarono alla luce lo splendore dei<br />

tempi passati: le terme di Littamum risalenti al<br />

II e III secolo dopo Cristo, composte da sette<br />

vani dal pavimento originale, al di sotto del<br />

quale è stato rinvenuto un impianto di riscaldamento.<br />

Dagli scavi emersero inoltre un’area del<br />

freddo con vasca per un bagno rinfrescante, un<br />

patio interno dedicato al riposo e a una breve<br />

passeggiata e addirittura degli spogliatoi.<br />

36


Dove ritorna il passato<br />

Museo provinciale degli usi e costumi<br />

Teodone-Brunico<br />

www.museo-etnografico.it<br />

Orario d’apertura: Lunedì di Pasqua – 31 ottobre<br />

Da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00<br />

(luglio e agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.00)<br />

domenica e festivi dalle ore 14.00 alle ore 18.00<br />

chiuso lunedì (eccetto agosto)<br />

Ins_Dietenheim_HochpAlman_it_14.indd 1<br />

37<br />

05.02.2014 17:30:21 Uhr


foto: Archivio Hotel Villa Stefania<br />

Il riscaldamento ad ipocausto sotto il pavimento<br />

Uno sguardo al passato. Nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’hotel Villa Stefania<br />

venne riportato alla luce lo stabilimento termale romano in tutto il suo splendore<br />

foto: Archivio Michael Wachtler<br />

foto: Archivio Hotel Villa Stefania<br />

Viene ritrovata perfino una fibula romana<br />

Che si trattasse di un luogo d’attrazione accessibile a tutti,<br />

lo testimoniano sia la precisa esecuzione tecnica che i resti dei<br />

dipinti murali rinvenuti. Nell’area adiacente, gli scavi portarono<br />

alla luce case ad uso abitativo, con fibule e monili, ceramiche<br />

provenienti da diversi luoghi di fabbricazione, bicchieri in<br />

vetro, addirittura una foglia di palma in lamina d’oro. E anche<br />

qualche moneta, forse persa o nascosta nella fretta. Già nei<br />

precedenti decenni erano state rinvenute altrove statue di<br />

bronzo di Ercole e Giove, nonché pietre miliari. Tutti questi<br />

reperti a riconferma della presenza in Alta Pusteria di<br />

persone di varia provenienza, non solo oggi, ma già da ben<br />

due millenni. Le montagne erano ricche di risorse minerarie e,<br />

poco distante, negli Alti Tauri erano stati scoperti abbondanti<br />

giacimenti d’oro.<br />

Chi oggi alloggia in un hotel di S. Candido forse non è consapevole<br />

del fatto che qui si sentivano a proprio agio già i romani,<br />

siano stati essi condottieri, commercianti, soldati o scrivani.<br />

38


I due hotel da sogno della famiglia Wachtler<br />

Wellness<br />

direttamente sulle piste<br />

Suite Gourmet<br />

Armonia<br />

Lusso<br />

ChaletVillaggio alpino<br />

Paradiso dei bimbi Famiglia<br />

Aperitivi<br />

nel cuore di San Candido<br />

Batticuore<br />

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Lounge<br />

Design<br />

Gourmet<br />

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Romanticismo<br />

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San Candido<br />

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39<br />

post_inserat_pustertaler_almanach_0215.indd 2 04.03.15 17:01


Il fronte dolomitico<br />

1915–1917<br />

Mag. Curti Covi<br />

Autore<br />

abita a San Candido, è<br />

storico e politologo. Oltre<br />

a operare nell’ambito del<br />

consulting e della ricerca,<br />

concepisce a livello<br />

altoatesino progetti di<br />

sviluppo turistico in<br />

un’ottica di storia e<br />

cultura locale.<br />

Lo scorso anno ricorreva il centesimo<br />

anniversario dello scoppio della<br />

Prima Guerra Mondiale, iniziatasi il<br />

28 luglio 1914 con la dichiarazione<br />

di guerra dell’Austria-Ungheria alla<br />

Serbia. Successivamente, il meccanismo<br />

delle varie alleanze esistenti<br />

aveva scatenato una reazione a<br />

catena e trascinato in guerra quasi<br />

tutti i paesi europei.<br />

Meno di un anno dopo, il 23 maggio<br />

1915, anche l’Italia entrava in guerra<br />

contro l’Austria-Ungheria. L’allora<br />

Kronland Tirol, la signoria dei conti del<br />

Tirolo, era parte integrante della monarchia<br />

danubiana, e così anche nelle<br />

nostre valli ci si trovò improvvisamente<br />

in guerra contro l’Italia. Per quanto riguarda<br />

il nostro territorio, l’anniversario<br />

della Prima Guerra mondiale cade<br />

quindi in realtà solo quest’anno.<br />

Le ragioni dell’entrata in guerra dell’Italia<br />

erano riconducibili al concetto di far<br />

appartenere tutte le zone abitate da<br />

italiani al regno d’Italia. Il motto dei<br />

fautori della guerra era infatti “Trento<br />

e Trieste!”, due città e due province<br />

che si trovavano ancora sotto il dominio<br />

della monarchia austro-ungarica.<br />

Il movimento irredentista <strong>italiano</strong> aveva<br />

così raggiunto il proprio scopo, e<br />

il secolare stato plurinazionale della<br />

monarchia danubiana si scontrava inevitabilmente<br />

con la nuova teoria di uno<br />

stato nazionale <strong>italiano</strong>.<br />

Al momento della dichiarazione di<br />

guerra dell’Italia, le unità regolari<br />

dell’armata imperialregia erano impegnate<br />

sul fronte orientale in una<br />

dura lotta di difesa, quindi il confine<br />

era sorvegliato solamente da unità<br />

di gendarmeria e guardie di confine.<br />

I forti costruiti negli anni 80 del XIX<br />

secolo a protezione del confine nella<br />

Valle di Sesto e in Val Fiscalina erano<br />

in realtà obsoleti, ma possedevano<br />

tuttavia un certo effetto dissuasivo.<br />

Per poter guarnire il confine, ora divenuto<br />

linea del fronte, già alla metà di<br />

maggio si era avuta l’ultima chiamata<br />

alle armi dei cosiddetti Standschützen,<br />

giovani tra i 16 e i 18 anni e classi<br />

oltre i 40 anni.<br />

40


Estate 1915<br />

L’estate del 1915 vide tutta una serie di sanguinose<br />

battaglie sul fronte dolomitico. Si<br />

ricordano in particolare gli assalti di truppe<br />

italiane, rimaste tutte su terreno estremamente<br />

impervio sotto il fuoco della difesa<br />

imperialregia sul Monte Rosso (2.390 m.) e<br />

sul Monte Covolo (1.908 m.) a Sesto, nonché<br />

le battaglie sull’altopiano delle Tre Cime<br />

(2.500 m.), sul Monte Piano e sul massiccio<br />

del Cristallo (fino a 3.221 m.). Il 28 luglio<br />

1915, un attacco imperialregio sul Monte<br />

Paterno provocò una delle vittime più insigni<br />

di quei mesi: in circostanze mai del<br />

tutto chiarite, all’età di 50 anni vi trova<br />

infatti la morte Sepp Innerkofler, famoso<br />

pioniere delle Alpi, guida alpina e gestore<br />

di rifugio.<br />

Gli anni successivi alle grandi offensive<br />

del 1915 non vedono più altri attacchi<br />

di vasta portata, mentre rimangono<br />

all’ordine del giorno azioni di truppe<br />

d’assalto e piccoli attacchi e battaglie<br />

per la conquista di singole vette o posizioni.<br />

Anch’essi si svolgevano tuttavia<br />

per la stragrande maggioranza<br />

durante i mesi estivi, dal momento<br />

che il precoce arrivo dell’inverno sulle<br />

montagne e il tardo scioglimento<br />

della neve rendevano in genere impossibili<br />

azioni militari attive.<br />

Fortezza a Landro, luglio 1916<br />

Il Museo DoloMythos<br />

racconta la pace<br />

in tempo di guerra<br />

Fotografo: Karl Dornach<br />

Collezione Manfred Haun – TAP<br />

Martin Kofler, Grenzgang.<br />

La Val Pusteria e la guerra 1914–1918<br />

(Ricerche TAP, vol. 2)<br />

Casa editrice: Haymon Verlag,<br />

Innsbruck-Wien 2014.<br />

41<br />

DoloMythos,<br />

il Museo delle Dolomiti<br />

di San Candido, quest’anno<br />

dedica una mostra a tutte<br />

quelle persone comuni che,<br />

sulle montagne, durante la<br />

Prima Guerra Mondiale hanno<br />

fatto di tutto per arginare<br />

la violenza del conflitto. Una<br />

mostra che racconta la pace<br />

in tempo di guerra.<br />

Aperto tutti i giorni<br />

dalle ore 8 alle 19.<br />

www.dolomythos.com


Le località di Sesto & San Vito<br />

completamente distrutte<br />

Nell’estate del 1915, la località San Vito di<br />

Sesto viene bombardata in maniera spietata<br />

e completamente distrutta. Le truppe italiane<br />

avevano voluto togliere in tal modo a<br />

quelle austriache alloggiamenti e possibilità<br />

di copertura. Fortunatamente, la stragrande<br />

maggioranza della popolazione civile era stata<br />

già precedentemente evacuata. Lo stesso<br />

vale per San Candido e Dobbiaco, colpite da<br />

ripetuti, anche se sporadici bombardamenti:<br />

in tali casi il vero obiettivo era rappresentato<br />

in realtà dalla linea ferroviaria, di importanza<br />

strategica per il rifornimento di materiale e<br />

munizioni del fronte sud nei pressi di Trento.<br />

Anche San Candido fu colpita da granate italiane.<br />

Ripresa effettuata attorno al 1917<br />

Fotografo: Anton Trixl<br />

Collezione Werkmeister Anton Trixl – TAP<br />

Fotografo sconosciuto<br />

Collezione Karl Webhofer – TAP<br />

Fotografia pubblicitaria di una postazione austriaca<br />

con vista sulle Tre Cime, attorno al 1916<br />

Come Sepp Innerkofler, solo nella nostra<br />

zona tra il 1915 e il 1917 troveranno la<br />

morte circa 20.000 soldati, la maggior parte<br />

dei quali vittima delle avverse condizioni<br />

atmosferiche, delle malattie e della carente<br />

alimentazione. Più che contro il nemico,<br />

i soldati di ambedue i fronti si trovavano<br />

infatti a dovere combattere contro gli elementi.<br />

In una guerra, in cui per la prima<br />

volta la linea del fronte correva anche su<br />

creste e vette alpine, si contrapponevano<br />

da un lato le truppe di montagna scelte,<br />

Kaiserjäger e Kaiserschützen imperialregi,<br />

e dall’altro gli Alpini italiani. Tutto il<br />

necessario per sopravvivere e combattere<br />

doveva venire trasportato in alta montagna<br />

in maniera estremamente difficoltosa. Le<br />

cime, in parte anche alte fino a 3.000 metri,<br />

dovevano rimanere occupate anno dopo<br />

anno per evitare che venissero prese dal<br />

nemico. La situazione si sbloccherà però<br />

solamente due anni e mezzo dopo, quando<br />

in seguito allo sfondamento austriaco<br />

nei pressi di Caporetto nel corso della 12ª<br />

battaglia dell’Isonzo le truppe italiane si<br />

vedranno costrette a sgomberare il fronte<br />

dolomitico e a ritirarsi nella pianura veneta<br />

oltre il Piave. La guerra continuerà<br />

invece ancora per un intero anno, fino<br />

al tracollo dell’esercito imperialregio<br />

nel novembre del 1918. Per la storia<br />

del nostro territorio inizia ora un<br />

nuovo capitolo.<br />

20.000 vittime<br />

42


Monte Piano<br />

Teatro di violente battaglie<br />

Uno dei punti centrali del fronte si<br />

trovava allora sul Monte Piano (2.324<br />

metri s.l.m.). La sommità pianeggiante<br />

della montagna, occupata per metà dalle<br />

truppe austroungariche e per metà<br />

da quelle italiane, era teatro di violenti<br />

scontri e di continui attacchi da ambedue<br />

le parti. In alcuni punti, le rispettive<br />

trincee distavano solo pochi metri. Le<br />

postazioni scavate nella roccia si sono<br />

conservate molto bene, tanto più che,<br />

all’inizio degli anni 80, con la sua associazione<br />

“Dolomitenfreunde” il<br />

colonnello austriaco Walter Schaumann<br />

vi ha allestito un museo all’aperto<br />

unico nel suo genere, sempre<br />

liberamente visitabile durante i<br />

mesi estivi.<br />

Un museo all’aperto simile si trova<br />

anche a Sesto, attorno alla Croda<br />

Rossa (2.965 m.) nella zona di Forcella<br />

Undici (2.520 m.) e di Malga<br />

Anderter (2.200 m.). Viene gestito<br />

dall’associazione “Bellum Aquilarum”<br />

(www.bellumaquilarum.it),<br />

che vi organizza regolarmente<br />

visite guidate in lingua tedesca<br />

e italiana. Una delle vecchie<br />

fortezze dell’Alta Pusteria,<br />

quella di Prato Piazza, è stata<br />

restaurata dal proprietario<br />

Reinhold Prugger.<br />

Durante i mesi estivi, presso la scuola<br />

elementare di Sesto e il Centro visite<br />

Tre Cime di Dobbiaco si tengono mostre<br />

permanenti sul tema. Dall’inizio di luglio<br />

alla fine di agosto <strong>2015</strong>, negli spazi del<br />

Museo della Collegiata del Convento<br />

dei Francescani di San Candido si propone<br />

una mostra storico-artistica sulla<br />

vita – e la morte – nei paesi direttamente<br />

a ridosso del fronte.<br />

Il paese di Sesto distrutto nel 1915 dall’artiglieria italiana<br />

Ripresa del 1918<br />

Fotografo: Anton Trixl<br />

Collezione Werkmeister Anton Trixl – TAP<br />

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lo stile di vita nelle Dolomiti Patrimonio<br />

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di vita e tradizioni nelle Dolomiti, nel<br />

paesaggio maestoso delle Dolomiti Patrimonio<br />

Mondiale UNESCO.<br />

L’Archivio Fotografico del Tirolo (TAP) è stato creato nel 2011<br />

nell’ambito di un progetto Interreg tra l’Alto Adige e il Tirolo Orientale.<br />

Esso si pone come obiettivo la raccolta, la catalogazione e la proposta<br />

di fondi fotografici storici provenienti da tutta l’area del Tirolo. Ha un<br />

ufficio a Lienz e uno a Brunico. Le immagini storiche del presente<br />

articolo sono state gentilmente messe a disposizione dall’Archivio.<br />

Vedasi al sito http://http://www.tiroler-photoarchiv.eu<br />

date<br />

• martedì, 07/07/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 14/07/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 21/07/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 11/08/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 08/09/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 15/09/<strong>2015</strong><br />

• martedì, 22/09/<strong>2015</strong><br />

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Monaco<br />

Il piacere<br />

di una pedalata<br />

DA MONACO<br />

A VENEZIA<br />

Innsbruck<br />

Brennero<br />

Dobbiaco<br />

Cortina<br />

d‘Ampezzo<br />

Treviso<br />

Venezia<br />

Dal <strong>2015</strong> nuova<br />

pista ciclabile a lunga percorrenza:<br />

su due ruote da Monaco a Venezia<br />

Arriva la Monaco – Venezia! La nuova<br />

pista ciclabile collegherà dal <strong>2015</strong> il<br />

territorio a nord delle Alpi con la parte<br />

orientale dell’arco alpino. Ben 560<br />

km di percorrenza e 3.000 m di dislivello<br />

nonché un continuo susseguirsi<br />

di paesaggi spettacolari, dalle Prealpi<br />

bavaresi passando per le Dolomiti<br />

fino ad arrivare nella perla italiana<br />

della laguna veneta. Questo è ciò che<br />

attende l’amante delle due ruote, che<br />

potrà decidere se affrontare l’intero<br />

percorso in sella o proseguire a tratti<br />

in treno e/o in autobus. Certo è che<br />

ognuno troverà la soluzione commisurata<br />

alle proprie capacità. E non<br />

è tutto: lungo il percorso non mancheranno<br />

punti di assistenza per le<br />

biciclette e sarà possibile scegliere<br />

tra i migliori servizi in termini di gastronomia<br />

regionale, informazioni su tutto<br />

quanto sia indispensabile sapere durante<br />

un’impresa su due ruote nonché<br />

alloggi adeguati.<br />

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Percorso della pista ciclabile<br />

In Baviera e in Tirolo l’itinerario si snoda lungo la già<br />

esistente Via Bavarica Tyrolensis. A partire da Jenbach<br />

si passa alla pista ciclabile lungo l’Inn, per poi attraversare<br />

Innsbruck e risalire la Valle Wipptal. Dopo Patsch,<br />

le strette curve a gomito portano a Steinach am Brenner,<br />

da dove è possibile proseguire con il treno fino al confine<br />

del Brennero. Coloro che invece decidono di continuare<br />

in sella per la vecchia strada statale del Brennero,<br />

devono spartirsela con il traffico automobilistico. Arrivati<br />

in Alto Adige, il percorso scende lungo la Valle Isarco,<br />

passando per Vipiteno, e a Fortezza si dirige a est imboccando<br />

la Val Pusteria, che da Brunico diventa Alta<br />

Pusteria. E’ possibile anche deviare per Bressanone. A<br />

Dobbiaco si prosegue in direzione sud nel cuore delle<br />

Dolomiti, attraversando il Passo Cimabanche e passando<br />

per Cortina d´Ampezzo fino a raggiungere il Cadore incorniciato<br />

dalle Dolomiti. Le tappe successive sono Valle<br />

di Cadore, Ponte nelle Alpi e il lago di Santa Croce,<br />

dopodichè, all’altezza di Vittorio Veneto, la pista ciclabile<br />

si lascia alle spalle le Alpi e comincia a snodarsi tra le<br />

colline della pianura veneta.<br />

Dopo Conegliano e Susegana si attraversa il Piave per<br />

giungere a Treviso. A questo punto esistono due diverse<br />

possibilità per arrivare a Venezia, città lagunare e patrimonio<br />

dell’umanità UNESCO: via terra passando per la<br />

città portuale di Mestre, da dove si proseguirà in treno<br />

verso la meta, oppure costeggiando il litorale adriatico<br />

nei pressi di Jesolo e Punta Sabbioni per approdare con<br />

il vaporetto direttamente in Piazza San Marco!<br />

47


Un pastore<br />

in Alto Adige<br />

In realtà si chiama Johann Ausserdorfer,<br />

ma è noto a tutti come<br />

“Flodige Hons”, poiché ormai da<br />

18 anni pascola il bestiame di 20<br />

contadini presso la Malga Flodige,<br />

sopra Dobbiaco. È lì, a circa 2200<br />

m di altitudine, che l’ottantaduenne<br />

trascorre i mesi estivi, senza elettricità<br />

né acqua corrente. Durante<br />

il resto dell’anno il vedovo risiede<br />

a Sesto, il paese delle Tre Cime.<br />

Johann Ausserdorfer, un tempo<br />

macellaio, ora predilige gli animali<br />

vivi a quelli morti. Tuttavia, l’estate<br />

<strong>2015</strong> sarà l’ultima che egli trascorrerà<br />

alla malga.<br />

Reddito, spese e pensione<br />

Johann Ausserdorfer è in pensione<br />

da 24 anni e da altrettanti anni lavora<br />

come pastore. Guadagna € 68 al giorno,<br />

lavora 100 giorni in tutto. A inizio<br />

estate acquista alimenti di base e bevande<br />

per un costo complessivo di<br />

€ 300. Visitatori provenienti dal paese<br />

lo riforniscono regolarmente di pane<br />

fresco. Il mutuo della sua casa in paese<br />

è stato saldato per intero, l’appartamento<br />

al primo piano viene affittato<br />

per € 400 mensili. Spende circa € 25<br />

ogni mese per elettricità e acqua. Ausserdorfer<br />

è assicurato presso il CAI<br />

Alto Adige, la cui quota annuale ammonta<br />

a € 35. Ogni due mesi riscuote<br />

la pensione, incassando € 800. Circa<br />

€ 1000 vengono complessivamente<br />

detratti dal suo stipendio di pastore<br />

sotto forma di tasse.<br />

Che cosa significa per Lei<br />

il Suo lavoro?<br />

Mi mantiene in forma, sia fisicamente<br />

che psicologicamente. In quanto pensionato,<br />

potrei starmene spaparanzato<br />

tutto il giorno a prendere il sole. Invece,<br />

corro su e giù per i monti per<br />

badare alle mie mucche. Pascolare il<br />

bestiame è per me più uno stile di vita<br />

che un lavoro. Su alla malga mi sento a<br />

mio agio, sono distante dalla confusione.<br />

La radio l’ho portata per le mucche,<br />

amano molto la musica.<br />

Qual è la cosa più importante<br />

nella Sua vita?<br />

Probabilmente le mie due cagne Alma e<br />

Zilly. Le considero mie amiche, parlo con<br />

loro come parlerei con esseri umani. Capiscono<br />

ogni parola: se chiedo loro il favore<br />

di tenere d’occhio le mucche, lo fanno.<br />

Cosa vorrebbe cambiare?<br />

Ormai sono troppo vecchio, non posso<br />

più cambiare molto. Fino all’età di 60<br />

anni mi ubriacavo spesso. Una volta il<br />

mio cane si coprì gli occhi con le zampe,<br />

come se si vergognasse per me.<br />

Allora pensai, se questa era la reazione<br />

del mio cane, chissà come doveva<br />

sentirsi la mia famiglia. Da quel momento<br />

non ho più bevuto un goccio di<br />

alcool.<br />

Qual è il lusso che ogni tanto<br />

si concede?<br />

Il lusso per me è poter trascorrere i<br />

mesi estivi presso la malga. Ogni tanto<br />

di sera mangio un po’ di cioccolata.<br />

Quali sono le Sue principali<br />

difficoltà e come le affronta?<br />

La scarsità d’acqua spesso costituisce<br />

un serio problema. Se non piove<br />

per molto tempo le riserve si esauriscono<br />

e gli animali diventano irrequieti.<br />

A questa altitudine talvolta nevica<br />

anche in estate. Se la neve non si<br />

scioglie entro due giorni le mucche<br />

non trovano più nulla di cui cibarsi. In<br />

tal caso le devo condurre velocemente<br />

verso la valle.<br />

48


Quali sono le qualità che<br />

contraddistinguono un buon pastore?<br />

Il pastore non è una professione che si<br />

può imparare. È un dono. Un buon pastore<br />

è paziente e soddisfatto di sé stesso. Deve<br />

saper instaurare un rapporto con le bestie<br />

e guadagnarsi la loro fiducia. Io le riconosco<br />

tutte dal suono dei loro campanacci.<br />

Non si sente solo ogni tanto?<br />

Non saprei proprio perché dovrei sentirmi<br />

solo. Quale altro 82enne vive assieme<br />

a 100 fanciulle vergini? Pochi possono<br />

dirsi fortunati come me.<br />

Testo e foto:<br />

Barbara Bachmann<br />

Fonte:<br />

Rivista economica brand eins,<br />

numero 07/2014<br />

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Valle Aurina<br />

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49


LA“HERBSTENBURG”–<br />

IL<br />

CASTELLO<br />

DI<br />

DOBBIACO<br />

Angela De Simine<br />

Autrice<br />

Giornalista free lance e<br />

naturopata. Ha scritto libri<br />

di medicina naturale ed<br />

è intervenuta a svariati<br />

convegni con relazioni su<br />

fitoterapia, aromaterapia,<br />

terapia con i fiori di Bach<br />

e medicina tradizionale<br />

cinese. E’ appassionata di<br />

natura, bambini, animali,<br />

libri, storia e tradizioni.<br />

Vive a Dobbiaco, proprio ai<br />

margini del bosco.<br />

Nessun turista dovrebbe allontanarsi<br />

da Dobbiaco senza aver prima visto<br />

l’antico castello degli Herbst. Situato<br />

in pieno centro, un po’ più<br />

in alto della chiesa parrocchiale<br />

e prospiciente al cimitero, con<br />

la sua imponente mole pare<br />

voler proteggere gli abitanti<br />

del paese.<br />

La storia del castello<br />

di Dobbiaco è strettamente<br />

collegata ad<br />

uno dei più importanti<br />

casati della<br />

storia dell’Europa<br />

medievale:<br />

gli Asburgo.<br />

foto: Angela De Simine<br />

50


GLI ASBURGO E LA SERENISSIMA<br />

REPUBBLICA DI VENEZIA –<br />

DUE POTENZE CONFINANTI<br />

Corre l’anno 1493. L’imperatore Massimiliano I d’Asburgo<br />

sale al trono imperiale dopo la morte del padre, Federico<br />

III, riunendo sotto il suo controllo enormi territori: il Ducato<br />

di Borgogna - ottenuto grazie al matrimonio con Maria<br />

di Borgogna avvenuto nel 1477 – che includeva gran parte<br />

dell’attuale Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) e ampie<br />

aree della Francia settentrionale e orientale; l’Austria inferiore,<br />

acquisita per eredità; i territori della Val Pusteria – compresi<br />

Monguelfo, Dobbiaco, San Candido, Heinfels e Lienz<br />

- insieme a Gorizia, Gradisca, Idria e i piccoli territori settentrionali<br />

della Contea di Gorizia – ottenuti in seguito alla<br />

morte del Conte di Gorizia Leonardo V, passato a miglior vita<br />

senza lasciare eredi diretti. Direttamente dal padre eredita<br />

il Tirolo, i territori di Lucerna, Zug, Unterwalden, Freiburg, la<br />

Boemia, l’Austria superiore, il ducato di Carinzia e la contea<br />

della Kraina - o Craina - e l’Istria.<br />

Nel 1504 Massimiliano I conquista i distretti bavaresi di Kufstein,<br />

Kitzbühel e Rattenberg. Un impero vastissimo, i cui<br />

confini si intersecavano con quelli della Serenissima Repubblica<br />

di Venezia.<br />

Mentre i veneziani cercavano di aumentare la loro potenza<br />

espandendosi verso l’entroterra, Massimiliano aveva due<br />

obiettivi strategici:<br />

• impossessarsi della “Via regia” – l’odierna Via<br />

Alemagna - che partendo dal centro Europa dei<br />

territori asburgici portava verso il mare, attraverso<br />

la Val Pusteria e il Cadore (si trattava di una via<br />

strategica per i collegamenti commerciali con<br />

l’Oriente e verso la Terra Santa);<br />

• rafforzare l’impero espandendolo a sud,<br />

verso Verona, Milano e la Pianura Padana.<br />

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Il pretesto per muovere guerra alla Repubblica di Venezia<br />

fu il rifiuto di questa ultima di acconsentire al passaggio<br />

dell’Imperatore e di una parte del suo esercito, sui suoi<br />

territori, per permettergli di recarsi a Roma per farsi incoronare<br />

“Sacro Romano Imperatore” dal Papa, com’era avvenuto<br />

per i suoi predecessori.<br />

Massimiliano dovette<br />

accontentarsi<br />

di ricevere il crisma<br />

di Sacro Imperatore<br />

dal vescovo di<br />

Gurk nella cattedrale<br />

di Trento. Era<br />

il 4 febbraio del<br />

1508. Pochi giorni<br />

più tardi, contemporaneamente<br />

su due fronti, da<br />

sud, da Rovereto<br />

e dalla Valsugana,<br />

e da est, partendo<br />

da Dobbiaco e attraverso<br />

il Cadore,<br />

Massimiliano attaccava<br />

Venezia.<br />

Massimiliano I<br />

51<br />

Kfoto: Angela De Simine<br />

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foto: Angela De Simine<br />

LA FORTEZZA DEGLI HERBST<br />

LA GUERRA CONTRO VENEZIA<br />

L’attuale castello, la “Herbstenburg”<br />

– la fortezza degli Herbst – fu costruito<br />

agli inizi del 1500 dai fratelli<br />

Caspar e Christoph Herbst. Si trattava<br />

in realtà di una ricostruzione,<br />

partendo dalla base di un vecchio<br />

torrione di guardia goriziano. I nuovi<br />

proprietari, originari del Ducato di<br />

Kraina – oggi Slovenia – eressero<br />

nuovi edifici guarnendoli di massicci<br />

torrioni angolari e di merlatura perimetrale.<br />

I torrioni a forma circolare<br />

risentono anche dell’influsso veneziano,<br />

così che nel suo complesso,<br />

il castello di Dobbiaco rappresenta<br />

una caratteristica costruzione dei<br />

tempi di Massimiliano I. Sotto le volte<br />

a botte delle cantine del castello<br />

si trovavano le prigioni. La sua ricostruzione<br />

si concluse nei primi anni<br />

del 1500 e da quel momento esso<br />

costituì il punto centrale di una parziale<br />

fortificazione, che raggiungeva<br />

sul lato nord occidentale del paese<br />

una torre di guardia, la “Torre Rossa”.<br />

Quest’ultima era collegata col<br />

castello da un corridoio sotterraneo,<br />

abbastanza ampio per permettere il<br />

passaggio di uomini e cavalli.<br />

Per molti mesi il castello di Dobbiaco<br />

ospitò Massimiliano I e la sua<br />

corte, a partire dal 1508 e sino a<br />

tutto il 1511.<br />

52<br />

Già nel gennaio del 1508 le truppe<br />

imperiale si andavano concentrando<br />

a Dobbiaco e nell’Alta<br />

Pusteria e immediatamente dopo<br />

la sua incoronazione arrivò l’Imperatore.<br />

Il 22 febbraio i tirolesi<br />

iniziarono l’assedio alla Fortezza<br />

di Botestagno, l’ultimo avamposto<br />

veneziano prima dei territori<br />

asburgici, situato su un’altura a<br />

strapiombo sul rio Boite, lungo la<br />

“Via regia” – oggi Via Alemagna<br />

- a poca distanza da Cortina. La<br />

fortezza cadde nel 1511, da quel<br />

momento Cortina e la Valle d’Ampezzo<br />

divennero territorio governato<br />

dagli Asburgo e lo rimasero<br />

sino al termine della Prima Guerra<br />

mondiale, con alcune fasi alterne.<br />

Proprio dal castello degli Herbst,<br />

l’8 ottobre 1508, Massimiliano I<br />

convocò la Dieta di Augusta, per<br />

invitare i Principi Elettori germanici<br />

alla sua causa bellica. Nel 1511<br />

Massimiliano soggiornò a lungo<br />

nella “Hebstenburg”, ricevendo<br />

messi e ambasciatori, discutendo le<br />

strategie di guerra con i suoi capi<br />

militari, gestendo il potere imperiale<br />

da questo remoto angolo del suo<br />

impero, per riprendere la guerra<br />

contro Venezia.


foto: Angela De Simine<br />

LA DINASTIA HERBST<br />

VON HERBSTENBURG<br />

IL CASTELLO<br />

NEI SECOLI<br />

Caspar Herbst era al servizio dell’Imperatore<br />

fin dal 1477. Uomo di cultura e di affari,<br />

venne a Dobbiaco proprio per preparare<br />

l’arrivo dell’Imperatore.<br />

Si sposò nel 1512 con Helena Frangipani<br />

- o Frankenpan – una nobildonna della<br />

Kraina, sua terra d’origine. Ella era vedova<br />

del nobile Giorgio Thurn-Valsassina ma soprattutto<br />

sorella del conte croato Christoph<br />

Frangipani – Kristo Frankenpan – nobile<br />

condottiero di ventura. Dal loro matrimonio<br />

non nacquero figli e alla sua morte,<br />

nel 1523, Caspar Herbst fu sepolto nella<br />

chiesa parrocchiale di Dobbiaco, che a quel<br />

tempo viveva appieno la sua splendida forma<br />

gotica, eliminata oltre due secoli dopo<br />

dalla ristrutturazione nell’attuale stile tardo<br />

barocco.<br />

Un’unica testimonianza rimane nella chiesa<br />

odierna: un bassorilievo raffigurante i nobili<br />

Caspar ed Helena in atteggiamento di<br />

preghiera.<br />

Suo fratello Christoph era invece un rude<br />

uomo d’armi, dal carattere collerico e violento,<br />

e giunse a Dobbiaco col compito di<br />

organizzare le truppe imperiali in vista della<br />

guerra contro Venezia. Abituato a comandare<br />

le sue truppe, nel 1508 combatteva a<br />

fianco dell’Imperatore per la conquista del<br />

Cadore.<br />

Nel 1515 fu nominato comandante di Botestagno<br />

e di tutto l’Ampezzano, carica che<br />

mantenne sino alla sua morte, avvenuta nel<br />

1538. Egli ebbe anche il compito di governare<br />

la giurisdizione di Dobbiaco-Monguelfo,<br />

che assolse con pugno di ferro. Si<br />

sposò con Regina Gruber, figlia di un noto<br />

commerciante brissinese, Christoph Gruber.<br />

Anche lui non ebbe figli, sicchè alla<br />

sua morte la dinastia degli Herbst von Herbstenburg<br />

si esaurì.<br />

54<br />

Esaurita la stirpe degli Herbst, il castello<br />

passò attraverso diversi proprietari: ai fratelli<br />

Gössl di San Candido; ad Hans Karl<br />

von Frak; nel 1605 alla casata dei Walter,<br />

che presero il titolo di Walter von Herbstenburg;<br />

nel 1747 ai signori Klebersberg<br />

di Brunico; successivamente ai Baroni<br />

Bossi Fedrigotti del ramo Belmonte e all’inizio<br />

del 20° secolo, ai Conti Bossi Fedrigotti<br />

del ramo Ochsenfeld. Prima dell’inizio<br />

della seconda guerra mondiale il castello<br />

fu acquistato dalla contessa Sayn-Wittgestein<br />

passando poi in proprietà ai nipoti, i<br />

baroni Goldegg-Lindenburg. Agli inizi degli<br />

anni’60 venne acquistato e rinnovato<br />

da una nobile famiglia romana, i Marchesi<br />

Cavalcabò Misuracchi Fratta, attuali proprietari.<br />

L’attuale ingresso del castello si trova sopra<br />

le volte dell’antica entrata e non lo si<br />

può visitare all’interno, essendo proprietà<br />

privata.<br />

foto: Angela De Simine


UNA VENTATA<br />

DI ARIA FRESCA…<br />

rendere la nostra casa a San Candido più<br />

funzionale ed accogliente: questo è il pensiero<br />

che ispira il nostro nuovo progetto. Un albergo a<br />

4stelle con un tocco nuovo, che però preserva<br />

del passato il buono: calore, intimità, familiarità,<br />

rispetto per Voi, insieme a Voi.<br />

Un carissimo saluto,<br />

Vi aspettiamo!<br />

di più... www.sporthoteltyrol.it<br />

55


foto: Angela De Simine<br />

LA STATUA DI MASSIMILIANO I<br />

Ai piedi del castello di Dobbiaco il<br />

Comune di Dobbiaco ha posto una<br />

statua bronzea raffigurante l’Imperatore<br />

Massimiliano I d’Asburgo,<br />

inaugurata il 2 agosto 2009, a ricordo<br />

della sua presenza a Dobbiaco e<br />

nel castello. Il monumento è stato<br />

realizzato dallo scultore gardenese<br />

Filip Moroder Dass, a dimensioni<br />

poco più grandi del naturale (Massimiliano<br />

era per la sua epoca un<br />

gigante, la sua statura superava il<br />

metro e novanta). L’Imperatore tiene<br />

la spada con due mani, a testimonianza<br />

del suo appellativo “l’ultimo<br />

dei cavalieri”. Ma sotto il braccio ha<br />

un libro, per non dimenticare che<br />

egli fu anche e soprattutto un letterato,<br />

un musicista e un monarca<br />

illuminato, che promosse nelle sue<br />

corti di Vienna e di Innsbruck l’arte<br />

in ogni sua forma.<br />

foto: Angela De Simine<br />

56


Hotel Villa Stefania****<br />

Via al Ponte dei Corrieri / An der Botenbrücke, 1<br />

I-39038 San Candido / Innichen<br />

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Parkhotel Sole Paradiso****<br />

Via Sesto / Sextnerstr. 13<br />

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57


L’Alta Pusteria<br />

sulla scena<br />

cinematografica<br />

internazionale<br />

Lo scorso anno Georg Tschurtschenthaler venne<br />

nominato per l’International Emmy Award 2014 –<br />

l’ennesimo riconoscimento per il produttore altoatesino<br />

che, vincitore del premio Grimme, è ormai<br />

entrato a far parte della “Serie A” del settore cinematografico.<br />

Nonostante lo “stress da Berlinale”,<br />

Georg Tschurtschenthaler, nativo di San Candido,<br />

è riuscito a raccontare all’<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria<br />

del suo lavoro, degli inizi di questa sua grande<br />

passione, delle sfide che affronta nel suo mestiere<br />

e dei suoi futuri progetti.<br />

Un altoatesino nominato per l’International<br />

Emmy Award, un premio televisivo conferito<br />

dall’International Academy of Television Arts<br />

& Sciences nell’ambito degli Emmy Awards.<br />

La notizia fece il giro di tutti i media altoatesini.<br />

Dopotutto, tale prestigioso riconoscimento<br />

internazionale viene assegnato ogni anno<br />

solo ai migliori tra tutti i programmi televisivi<br />

prodotti e messi in onda al di fuori degli Stati<br />

Uniti. Georg Tschurtschenthaler fu nominato<br />

nella categoria “arts programming” assieme<br />

ad altri 3 progetti provenienti da Argentina,<br />

Canada e Giappone. Il suo lavoro “Wagnerwahn”,<br />

della durata di 90 minuti, consiste<br />

in un documentario investigativo sul celebre<br />

compositore tedesco Richard Wagner. In particolare,<br />

si propone di far luce sulla sua vita<br />

e la sua morte, avvenuta il 13 febbraio 1883<br />

a Venezia, in occasione del bicentenario della<br />

sua nascita. Un’app e una graphic novel<br />

sono gli ulteriori elementi di questo insolito<br />

cross-media project della casa di produzione<br />

Gebrüder Beetz, realizzato sotto la direzione<br />

di Georg Tschurtschenthaler. Nato a San<br />

Candido nel 1974, dopo la maturità all’Istituto<br />

Tecnico Commerciale di Bolzano Tschurtschenthaler<br />

si trasferì a Vienna per studiare economia<br />

e comunicazione. Il produttore, ormai<br />

stabilmente residente a Berlino, risponde<br />

così alla domanda sui suoi primi contatti con<br />

il mondo del cinema:<br />

Georg Tschurtschenthaler:<br />

“Durante la mia infanzia e adolescenza in realtà<br />

ho avuto poco a che fare con il mondo del cinema.<br />

A San Candido non esisteva alcun cinema,<br />

ogni tanto andavo a Brunico, Lienz e Bolzano, ma<br />

non avrei mai immaginato di lavorare un giorno<br />

in questo settore. La mia passione per il cinema<br />

si sviluppò durante il periodo di studio a Vienna,<br />

dove frequentavo amici che provenivano dal<br />

settore cinematografico e del teatro. In quel periodo<br />

andavo al cinema più volte alla settimana<br />

e iniziai a collaborare nei progetti di amici. Era<br />

però ancora tutto mosso da semplice curiosità<br />

e non concepivo ancora la possibilità di lavorare<br />

un giorno nel settore cinematografico”.<br />

Terminati gli studi, iniziò dapprima a lavorare<br />

come consulente aziendale.<br />

<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria:<br />

“Ma come è approdato alla fine al mondo del cinema?”<br />

Georg Tschurtschenthaler:<br />

“A dire il vero è stato un insieme di coincidenze.<br />

Nel 2003 mi sono licenziato dal mio impiego<br />

di allora con l’intento di trovare una nuova occupazione<br />

in un campo a me congeniale. Tra le<br />

altre cose, aiutai un amico a realizzare un documentario.<br />

Scrissi per lui domande e tracce, poi<br />

vendemmo il film alla televisione – il mio primo<br />

incarico pagato! Negli anni successivi tentai di<br />

affermarmi come libero professionista: Producer,<br />

Creative Producer e autore. Posso dire di<br />

essere arrivato a questo tipo di lavoro un po’ da<br />

neofita, come succede tutto sommato a molti.”<br />

Dal 2009 Tschurtschenthaler lavora come produttore<br />

di documentari e progetti interattivi<br />

presso la casa di produzione Gebrüder Beetz a<br />

Berlino. Si tratta di una delle più grandi case di<br />

produzione di documentari in Germania che, a<br />

partire dalla sua fondazione nel 2000, ha pro-<br />

58


dotto ormai più di 120 documentari di altissimo<br />

livello per il mercato internazionale e, secondo<br />

il parere di “Realscreen”, la pubblicazione di riferimento<br />

nel settore, appartiene alle 100 case<br />

di produzione indipendenti più influenti a livello<br />

mondiale. I documentari della Gebrüder Beetz<br />

competono regolarmente nei grandi festival internazionali<br />

e nel corso degli anni si sono spesso<br />

guadagnati prestigiosi riconoscimenti, tra cui<br />

anche una nomina per il premio Oscar. Parallelamente,<br />

Tschurtschenthaler insegna come tutor o<br />

lettore presso CAST/ Istituto Superiore d’Arte di<br />

Zurigo, East Doc Platform, Dragon Forum, IDFA<br />

ecc. È inoltre cofondatore e socio dell’azienda di<br />

produzione bolzanina ECHO FILM, fondata nel<br />

gennaio 2012 e destinata alla realizzazione di<br />

lungometraggi per il mercato internazionale. Un<br />

uomo decisamente molto occupato.<br />

<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria:<br />

“Ma come si svolge in fin dei conti la vita<br />

quotidiana di un Producer?”<br />

Georg Tschurtschenthaler:<br />

“Metà della mia attività è di natura creativa e consiste<br />

nella scrittura di tracce e nello sviluppo di<br />

nuove idee per i film. L’altra metà è invece di natura<br />

organizzativa: gestire il finanziamento dei film,<br />

riunioni di redazione, formazione di team e simili.<br />

La sfida più grande nel mio lavoro è avere la capacità<br />

di portare avanti parallelamente tutti i vari<br />

progetti, prevedere le eventuali difficoltà e risolvere<br />

i problemi. Nonostante io abbia ormai portato<br />

a termine oltre 30 progetti, ogni giorno mi trovo<br />

confrontato con nuovi ostacoli e nuove prove. I<br />

film sono tutti diversi tra loro, nel bene e nel male.<br />

La noia derivante dalla routine quotidiana è una<br />

condizione che non mi appartiene; lavoro con persone<br />

interessanti e ad ogni film arricchisco il mio<br />

bagaglio culturale. Tutto ciò è fantastico. Trovo invece<br />

spiacevole la notevole pressione alla quale si<br />

viene sottoposti nel settore cinematografico. Nella<br />

maggior parte dei casi i finanziamenti sono insufficienti<br />

e siamo costretti a rispettare scadenze<br />

sempre troppo brevi. La produzione di un film è un<br />

processo complicato, durante il quale molte cose<br />

rischiano di andare storte”.<br />

<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria:<br />

“Riesce a rimanere in contatto con il suo paese d’origine<br />

nonostante la sua agenda fitta di impegni?”<br />

Georg Tschurtschenthaler:<br />

“Certamente. Il principale motivo che mi ha spinto a<br />

contribuire alla fondazione di Echo Film è la possibilità<br />

di rimanere legato all’Alto Adige anche da un punto di<br />

vista professionale. Trovo divertentissimo collaborare<br />

con altri altoatesini, inserendo storie su questa terra<br />

all’interno dei film, in modo che tutti ne possano venire<br />

a conoscenza, anche al di fuori dei confini della<br />

provincia. Finora ciò era stato molto, molto difficile,<br />

ma da quando sono stati introdotti in Alto Adige nuovi<br />

finanziamenti nel settore cinematografico, abbiamo finalmente<br />

la possibilità di realizzare dei film anche qui.”<br />

<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria:<br />

“Cosa ci dice riguardo ai suoi prossimi progetti?”<br />

Georg Tschurtschenthaler:<br />

“I progetti di cui mi occupo presso la Gebrüder Beetz e<br />

la Echo Film procedono su binari praticamente paralleli.<br />

Alla Beetz al momento lavoriamo ad un entusiasmante<br />

documentario incentrato sul tema della sorveglianza<br />

digitale, all’interno del quale abbiamo condotto interviste<br />

con celebri “whistleblower” come Julian Assange.<br />

Il film verrà mandato in onda in televisione a maggio.<br />

Durante l’estate gireremo una serie di dieci puntate<br />

con Friedrich Liechtenstein, star di internet ed entertainer,<br />

che sta attraversando l’Europa in cerca dei distributori<br />

di benzina più interessanti. Alla Echo Film<br />

quest’anno andrà in produzione il primo film realizzato<br />

interamente da noi: “Di uomini e padri” del rinomato<br />

regista altoatesino Andreas Pichler. Il prossimo anno<br />

vogliamo girare il lungometraggio “Zweitland”, una<br />

storia ambientata durante gli anni dei bombardamenti,<br />

di Michael Kofler, nativo di Teodone, che ora vive a<br />

Londra. Già non vedo l’ora! In due anni di lavoro abbiamo<br />

messo assieme un bellissimo copione. Il film verrà<br />

girato interamente in Alto Adige e ha buone probabilità<br />

di ottenere un riconoscimento nel settore cinematografico<br />

e televisivo a livello internazionale.”<br />

<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria:<br />

“La ringrazio della conversazione e le auguro tanta<br />

fortuna per il suo futuro!”<br />

Judith Steinmair<br />

59


A stretto contatto<br />

con la natura<br />

La nuova cabinovia Tre Cime, a 8 posti,<br />

va incontro alla sua prima estate.<br />

A 2.100 m s.l.m., sull’Orto del Toro,<br />

vi aspetta un paradiso escursionistico<br />

straordinario con vista mozzafiato.<br />

Da qui potete raggiungere la cresta<br />

carnica, le malghe di Sesto oppure il<br />

Monte Elmo.<br />

foto: Markus Tschurtschenthaler<br />

60


foto: Christian Tschurtschenthaler


Toccare la storia con mano!<br />

foto G. Bandion<br />

foto Stefano Zardini<br />

MUSEI ALL’APERTO DELLA GRANDE GUERRA<br />

LAGAZUOI, 5 TORRI, SASSO DI STRIA<br />

GRATUITI E ACCESSIBILI<br />

ANCHE CON IMPIANTI A FUNE.<br />

Funivia Falzarego Lagazuoi<br />

Tel./Fax: (+39) 0436 867301<br />

Apertura: Maggio - Ottobre<br />

Seggiovia 5 Torri<br />

Tel./Fax: (+39) 0436 4010<br />

Apertura: Giugno - Settembre<br />

Gli impianti sono gratuiti per i bambini fino a 7 anni.<br />

Passo<br />

Giau<br />

Per informazioni:<br />

Lagazuoi 5 Torri Turismo<br />

Tel. (+39) 0436 2863<br />

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62


3 tuorli 1/2 bustina di vanillina<br />

- Montare gli albumi con un pizzico di sale, poi aggiungere lo<br />

Il<br />

rifugio Vallandro a<br />

Prato Piazza<br />

Kaiserschmarrn ricetta<br />

Ingredienti:<br />

Il Rifugio Vallandro<br />

a Prato Piazza nella<br />

Valle di Braies è per<br />

tutti, escursionisti<br />

e ciclisti, un ideale<br />

luogo di ristoro.<br />

E’ facilmente<br />

raggiungibile dal<br />

parcheggio di Prato<br />

Piazza (1/2 h) oppure<br />

da Carbonin in 2<br />

ore ca. di cammino.<br />

Il Rifugio è punto di<br />

partenza per salire<br />

sul Monte Specie<br />

(2.307 m), da dove<br />

si gode di una meravigliosa<br />

vista sulle<br />

Tre Cime.<br />

Al termine di una<br />

fantastica camminata<br />

potrete gustare al<br />

Rifugio Vallandro un<br />

succulento Kaiserschmarren.<br />

70 g farina 100 ml latte<br />

3 albumi 1 pizzico di sale<br />

20 g zucchero 30 g uvetta<br />

Preparazione:<br />

- Lavorare la farina con il latte, i tuorli e la vanillina fino ad<br />

ottenere una pastella omogenea e liscia<br />

zucchero e procedere fino ad ottenere una spuma ben ferma<br />

- unire delicatamente gli albumi al composto<br />

.<br />

- Riscaldare dell’olio in una padella, versarvi il composto<br />

e farlo dorare da ambe le parti.<br />

Ridurre la frittata a pezzi con l’aiuto di<br />

2 forchette, trasferirla sui piatti caldi e<br />

cospargerla di zucchero a velo.<br />

Buon appetito!<br />

63


foto: Benedikt Trojer<br />

DOLOROCK,<br />

l’arrampicata sportiva<br />

nella terra delle Tre Cime,<br />

anche a suono di rock!<br />

Certo anche grazie alle straordinarie<br />

e molteplici possibilità che offre, l’Alta<br />

Pusteria è e rimane sempre più la patria<br />

di scalatori e alpinisti di grande talento.<br />

Alcuni utilizzano le pareti rocciose della<br />

valle non solo per assecondare la loro<br />

passione “verticale”, ma anche per<br />

organizzare palestre naturali ed eventi<br />

che contribuiscano a promuovere in<br />

una maniera nuova il trend<br />

dell’arrampicata sportiva.<br />

64


foto: Dolorock<br />

Arrampicata sportiva<br />

Per „arrampicata sportiva“ si intende quella variante dell’arrampicata<br />

che vede soprattutto percorsi assicurati di una lunghezza<br />

di corda o comunque di poche lunghezze di corda. Viene<br />

praticata in cosiddette palestre di roccia naturale, ovvero pareti in<br />

cui si sono realizzati diversi precorsi di arrampicata sportiva, in genere<br />

di diverso grado di difficoltà. In caso di cattivo tempo o in inverno,<br />

una buona alternativa sono le palestre di arrampicata<br />

indoor, come ad esempio quelle di Sesto o di<br />

Dobbiaco. A differenza dell’alpinismo, nel caso<br />

dell’arrampicata sportiva l’obiettivo non è la conquista<br />

di una cima, quanto piuttosto la valenza<br />

sportiva, come denota già il termine in sé. Importante<br />

è perfezionare la sequenza dei movimenti e la<br />

tecnica di avanzamento e di presa, nonché esercitare<br />

e migliorare capacità specifiche di questa disciplina<br />

come forza e resistenza.<br />

Oggi pratica sportiva di tendenza, come idea l’arrampicata<br />

sportiva non è tuttavia recentissima.<br />

Nasce infatti già nel 1900, praticata soprattutto<br />

nella Svizzera sassone e boema, sui monti di Elbsandstein. Nelle due<br />

tipologie di arrampicata, alpina e sportiva, si va alla ricerca di determinati<br />

livelli di difficoltà in parete. Oggi l’arrampicata sportiva è una disciplina<br />

autonoma sempre più apprezzata e seguita. Ma come mai? Forse per il<br />

fascino del rischio? Anche, certo, anche se non principalmente, dal momento<br />

che l’arrampicata sportiva, se praticata adeguatamente, non è<br />

una disciplina estrema. I percorsi sono infatti dotati di punti di assicurazione<br />

intermedia e per la discesa in corda doppia e vengono sottoposti<br />

a regolare controllo e manutenzione. Il materiale adeguato e la scelta<br />

del giusto percorso consentono di limitare al massimo il pericolo e<br />

l’eventualità di infortuni.<br />

Käserei<br />

Sexten<br />

Caseificio Sesto<br />

65<br />

Ka serei Sexten Almanach April it <strong>2015</strong>.indd 2 24.03.15 16:40


foto: M. Schoenegger<br />

Più che il rischio, sono comunque altri aspetti di questa disciplina<br />

sportiva ad attirare tanti appassionati. Imparare a conoscere<br />

e sperimentare i propri limiti e lavorare sulle proprie capacità<br />

fisiche e mentali rendono l’arrampicata particolarmente interessante,<br />

così come il suo aspetto più prettamente sociale.<br />

Non è infatti solamente una disciplina sportiva, ma in un certo<br />

qual modo anche una filosofia di vita. Calma e concentrazione<br />

sono due caratteristiche importanti, come anche il legame<br />

con la natura. Il viaggio e la vacanza sono occasioni ideali per<br />

arrampicare: in tutto il mondo ci sono palestre di roccia e, nonostante<br />

caratteri e impostazioni diverse,<br />

chi le frequenta vi trova<br />

sempre anche<br />

un momento di<br />

condivisione in<br />

amicizia.<br />

Per far sì che arrampicare<br />

possa<br />

essere tutto<br />

questo, ci vogliono<br />

persone che creino<br />

le palestre di roccia<br />

e provvedano alla<br />

loro manutenzione. In<br />

Alta Pusteria ci sono<br />

diverse di queste palestre<br />

di roccia. La<br />

maggior parte si trova<br />

in Val di Landro, la valle<br />

che da Dobbiaco va in direzione sud verso Cortina. Tra gli<br />

altri, in questa valle la guida alpina Kurt Stauder di Dobbiaco<br />

ha fatto un lavoro pionieristico in fatto di creazione di percorsi<br />

di arrampicata. Hannes Pfeifhofer, un giovane di Sesto, ha<br />

seguito le sue orme, e non c’è parete che abbia segreti per<br />

lui, e in cui non abbia trovato e attrezzato qualche bella linea.<br />

Così, molte delle nuove palestre di roccia si devono a lui e<br />

all’opera del suo “perforatore”. Trascorre ore e giorni interi<br />

appeso alle pareti munito di martello perforatore, chiodi a<br />

espansione e viti, creando percorsi di arrampicata sportiva<br />

di ogni grado di difficoltà. Come guida alpinistica, Hannes<br />

pratica il suo hobby anche come professione e sfrutta ogni<br />

minuto libero per salire in alto, sia qui a casa che in giro per<br />

il mondo.<br />

È presidente dell’associazione „Gamazn“. I fondatori e i soci<br />

di questa associazione che prende il nome dal termine dialettale<br />

locale per designare il camoscio (n.d.t.: Gämse = camoscio)<br />

sono un gruppo di alpinisti, guide alpine e appassionati<br />

di sport di montagna, giovani anagraficamente o comunque<br />

nello spirito. Tutti scalano, e si sono dati il compito e l’obiettivo<br />

di divulgare l’arrampicata sportiva all’interno della valle.<br />

Nel settembre del <strong>2015</strong> organizzano la terza edizione del<br />

Climbingfestival „Dolorock“, proponendo a tutti gli appassionati<br />

un evento veramente unico. Per due o tre giorni, la passione<br />

per il “mondo in verticale” occupa la scena. Lo scorso<br />

anno il festival è partito con una serata di proiezioni, durante<br />

la quale gli slackliner Armin Holzer e Reinhard Kleindl e gli<br />

scalatori Peter Ortner e Jacopo Larcher hanno introdotto il<br />

festival con alcune relazioni e splendide immagini.<br />

66


ARTHOTEL<br />

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67


Il sabato, nel corso della Redpointfight, 80 tra professionisti e<br />

dilettanti si sono affrontati su 6 palestre di roccia della Val di<br />

Landro per conquistare punti e coppe. I punti venivano assegnati<br />

in base al grado di difficoltà del percorso, ma mentre per<br />

la categoria dei professionisti il vincitore era come di consueto<br />

quello che aveva accumulato il maggior numero di punti, nel<br />

caso dei dilettanti veniva designato in modo un po’ diverso.<br />

Cioè, conquistava la coppa chi più si avvicinava alla media di<br />

tutti i precorsi. Sbaglia però chi pensa che si tratti di una gara<br />

durissima. In realtà, l’importate è trascorrere una giornata tra<br />

amici, e risultati e piazzamenti passano quindi in secondo piano.<br />

Nel 2014, questa gara decisamente easy ha avuto il suo epilogo<br />

in un Climberparty organizzato dai Gamazn in collaborazione<br />

con l’associazione „Circolo Culturale“ di Dobbiaco. La terza<br />

giornata del festival, quella conclusiva, è stata poi tutta dedicata<br />

a bambini e famiglie. Alcune guide della Scuola di alpinismo<br />

Sesto – Tre Cime di Lavaredo, la guida alpina Ewald Beikircher<br />

e gli Alpini del 6° reggimento si sono messi a disposizione di<br />

piccoli e piccolissimi decisi a cimentarsi per la prima volta con<br />

l’arrampicata.<br />

La manifestazione si realizza sempre grazie al prezioso contributo<br />

di tanti volontari, che anche nel settembre di quest’anno<br />

daranno tutto il loro apporto. Il successo della manifestazione<br />

dello scorso anno dà infatti ai Gamazn tutta l’energia e l’entusiasmo<br />

necessari per dedicarsi a preparare la „Dolorock Edition<br />

<strong>2015</strong>“. Per info, consultate anche la pagina facebook di Dolorock.<br />

Tutti quanti, vuoi in prima persona che come semplici spettatori,<br />

possono quindi già iniziare a pregustare queste giornate!<br />

>> Martina Pfeifhofer<br />

foto: Dolorock<br />

Neu bei Loacker!<br />

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che novità!<br />

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68


Concorso fotografico inverno 2014 / <strong>2015</strong><br />

Tradizioni e usanze (1a parte)<br />

in Alta Pusteria<br />

L’Alta Pusteria vanta tutta una serie<br />

di antiche usanze e tradizioni.<br />

I partecipanti al nostro concorso<br />

fotografico hanno colto nei loro<br />

scatti proprio queste particolarità<br />

della cultura locale. Tra le numerose<br />

foto inviate vi presentiamo i<br />

tre scatti più riusciti:<br />

1° premio<br />

Canarini Maria Cristina<br />

Un ringraziamento di cuore va a<br />

tutti gli ospiti che hanno aderito<br />

all’iniziativa.<br />

Ci congratuliamo vivamente con<br />

i vincitori e invitiamo tutti gli altri<br />

a prendere parte al nuovo concorso<br />

fotografico. Partecipate<br />

numerosi!<br />

2° premio<br />

La Paglia Davide<br />

Premi inverno<br />

2014/<strong>2015</strong><br />

Primo premio:<br />

Soggiorno di un fine settimana<br />

per 2 persone al Glinzhof<br />

a San Candido<br />

www.glinzhof.com<br />

Secondo premio:<br />

Cena per 2 persone<br />

Hotel Adler a Villabassa<br />

www.hoteladler.com<br />

Terzo premio:<br />

Un regalo sorpresa<br />

dell’Alta Pusteria<br />

3° premio<br />

Armin Bodner<br />

70


foto v.l.n.r.: Schönegger, Santini<br />

Concorso fotografico estate <strong>2015</strong><br />

Tradizioni e usanze (2a parte)<br />

in Alta Pusteria<br />

Potete inviare le foto<br />

via e-mail (max. 2 MB) al seguente<br />

indirizzo:<br />

» Consorzio Turistico<br />

Alta Pusteria<br />

info@altapusteria.info<br />

Inviare entro:<br />

30/09/<strong>2015</strong><br />

Questa volta vi riproponiamo lo stesso tema dell’edizione invernale<br />

dell‘<strong>Almanacco</strong> Alta Pusteria, per dare l’opportunità a tutti i nostri ospiti<br />

di catturare con l’obiettivo anche le tradizioni e le usanze dell’estate.<br />

Quali sono le tradizioni che caratterizzano l’Alta Pusteria in estate?<br />

Rispondeteci sotto forma di immagini.<br />

Date dunque libero sfogo alla vostra fantasia,<br />

noi non vediamo l’ora di ammirare i vostri meravigliosi scatti!<br />

Il vostro Consorzio Turistico Alta Pusteria<br />

Regolamento:<br />

Sono ammesse al massimo tre foto per famiglia. Partecipando al concorso,<br />

il fotografo dà il proprio consenso affinché il Consorzio Turistico<br />

Alta Pusteria utilizzi tutte le foto inviate per scopi pubblicitari<br />

indicandone l’autore, e le pubblichi sull’<strong>Almanacco</strong> dell’Alta Pusteria.<br />

Le foto devono essere state scattate in Alta Pusteria, con l’obbligo<br />

di indicare, al momento dell’invio, il luogo in cui sono state riprese.<br />

La giuria, composta da rappresentanti del Consorzio Turistico, delle<br />

singole associazioni turistiche e della redazione della rivista valuterà<br />

e premierà le vostre foto.<br />

71


Inverno<br />

in Alta Pusteria …<br />

foto: photogruener<br />

72


73<br />

… lascia il<br />

segno


Editorial<br />

Pubblicazione:<br />

giugno e dicembre<br />

(2 volte all’anno: estate & inverno)<br />

Editore:<br />

Consorzio Turistico Alta Pusteria<br />

Direttore responsabile:<br />

Michael Wachtler<br />

Grafica e impaginazione:<br />

Agenzia Pubblicitaria Rotwild (Bressanone) –<br />

www.rotwild.it<br />

Redazione e coordinazione:<br />

Consorzio Turistico Alta Pusteria /<br />

Patrizia Hörmann<br />

Testi:<br />

Judith Steinmair, Martina Pfeifhofer, Georg<br />

Weindl, Ruth Mutschlechner, Marion Mair, Sandro<br />

Barbierato, Michael Wachtler, Curti Covi, Barbara<br />

Bachmann, Angela De Simine, Patrizia Hörmann<br />

Traduzioni:<br />

Maria Luisa Schäfer, Daniela Spanu<br />

Foto di copertina:<br />

shutterstock.com<br />

Pubblicità:<br />

Consorzio Turistico Alta Pusteria /<br />

Patrizia Hörmann<br />

Stampa:<br />

Athesia Druck<br />

Tutte le informazioni sono riportate senza garanzia!<br />

I nostri partner:<br />

74


Imboccare la Val di Braies,<br />

dopo ca. 600 m svoltare a destra<br />

e seguire la strada<br />

per altri 400 m.<br />

Dobbiaco<br />

Villabassa<br />

BRAIES<br />

SS49<br />

Pista ciclismo<br />

Lago di Braies<br />

Monguelfo<br />

Brunico<br />

Orari d‘apertura:<br />

Lu - Ve 08:00 - 12:00<br />

13:00 - 18:00<br />

Sabato 09:00 - 12:30<br />

13:30 - 18:00<br />

Orari d‘apertura 01 luglio - 20 settembre:<br />

Lu - Ve 08:00 - 19:00<br />

Sa - Do 09:00 - 19:00<br />

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& ART<br />

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