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Almanacco Summer italiano 2015

Catalogo immagine Summer 2015 ALMANACCO Alta Pusteria Alto Adige

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Le località di Sesto & San Vito<br />

completamente distrutte<br />

Nell’estate del 1915, la località San Vito di<br />

Sesto viene bombardata in maniera spietata<br />

e completamente distrutta. Le truppe italiane<br />

avevano voluto togliere in tal modo a<br />

quelle austriache alloggiamenti e possibilità<br />

di copertura. Fortunatamente, la stragrande<br />

maggioranza della popolazione civile era stata<br />

già precedentemente evacuata. Lo stesso<br />

vale per San Candido e Dobbiaco, colpite da<br />

ripetuti, anche se sporadici bombardamenti:<br />

in tali casi il vero obiettivo era rappresentato<br />

in realtà dalla linea ferroviaria, di importanza<br />

strategica per il rifornimento di materiale e<br />

munizioni del fronte sud nei pressi di Trento.<br />

Anche San Candido fu colpita da granate italiane.<br />

Ripresa effettuata attorno al 1917<br />

Fotografo: Anton Trixl<br />

Collezione Werkmeister Anton Trixl – TAP<br />

Fotografo sconosciuto<br />

Collezione Karl Webhofer – TAP<br />

Fotografia pubblicitaria di una postazione austriaca<br />

con vista sulle Tre Cime, attorno al 1916<br />

Come Sepp Innerkofler, solo nella nostra<br />

zona tra il 1915 e il 1917 troveranno la<br />

morte circa 20.000 soldati, la maggior parte<br />

dei quali vittima delle avverse condizioni<br />

atmosferiche, delle malattie e della carente<br />

alimentazione. Più che contro il nemico,<br />

i soldati di ambedue i fronti si trovavano<br />

infatti a dovere combattere contro gli elementi.<br />

In una guerra, in cui per la prima<br />

volta la linea del fronte correva anche su<br />

creste e vette alpine, si contrapponevano<br />

da un lato le truppe di montagna scelte,<br />

Kaiserjäger e Kaiserschützen imperialregi,<br />

e dall’altro gli Alpini italiani. Tutto il<br />

necessario per sopravvivere e combattere<br />

doveva venire trasportato in alta montagna<br />

in maniera estremamente difficoltosa. Le<br />

cime, in parte anche alte fino a 3.000 metri,<br />

dovevano rimanere occupate anno dopo<br />

anno per evitare che venissero prese dal<br />

nemico. La situazione si sbloccherà però<br />

solamente due anni e mezzo dopo, quando<br />

in seguito allo sfondamento austriaco<br />

nei pressi di Caporetto nel corso della 12ª<br />

battaglia dell’Isonzo le truppe italiane si<br />

vedranno costrette a sgomberare il fronte<br />

dolomitico e a ritirarsi nella pianura veneta<br />

oltre il Piave. La guerra continuerà<br />

invece ancora per un intero anno, fino<br />

al tracollo dell’esercito imperialregio<br />

nel novembre del 1918. Per la storia<br />

del nostro territorio inizia ora un<br />

nuovo capitolo.<br />

20.000 vittime<br />

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