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SECONDA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI ... - CO.RI.STA

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1.3 - I chirp RADAR 13αϕ(t)= 2πf0t+ 2πt2ϕ&f ( t)= = f0+ αt2π2dove la costante α è detta chirp rate.Eseguendo la Trasformata di Fourier del segnale e con l’ausilio del principio difase stazionaria, si vede come lo spettro di un chirp è un chirp in frequenza didurata αT il cui chirp rate si inverte e la banda è direttamente proporzionale alladurata nel tempo del chirp:(1.6) B = α T,α = rate del chirpQuindi, un RADAR ad impulsi chirp permette di disporre di ottime risoluzioni inrange (ordine del m) con impulsi di durata dell’ordine dei millisecondi e, quindi,con potenze di picco basse. Praticamente,non potendo trasmettereistantaneamente tutta la banda, in quanto occorrerebbe un impulso troppo stretto,si trasmettono le frequenze sfasate nel tempo. Occorrerà quindi in fase diricezione un ricevitore, che comprima le fasi in modo che, alla sua uscita, lefrequenze saranno tutte sovrapposte ad un certo istante di tempo, cioè si avrà unimpulso stretto focalizzato in un istante di tempo. Tali ricevitori sono dei filtriadattati che, in pratica, una volta ricevuto il chirp e convertito in banda base,esso è soggetto all’operazione di compressione, la quale consiste nel filtrare ilsegnale s(t-t 0 ) mediante un filtro la cui risposta impulsiva è data da:

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