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dicembre 2012 anno XXII n° 2 - Parrocchiasanfrancescolecco.it

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25Francesco, che quandoscriveva il Cantico sapevabene cosa vuol dire«infirm<strong>it</strong>ate» e (2 Cant24-26) «tribulazione».Possiamo dunque pensareche, secondo Francesco, ipacifici della beat<strong>it</strong>udinenon sono gente beata perchénon ha problemi, mapersone che riescono agodere di una misteriosapace che nasce nelledifficoltà.Continua poi, ma appenaaccennati, gli altri atteggiamenti.Il mio prepararmi nascedal DESIDERIO, desideriodi un incontro, di incontrareColui che puòdare pienezza alla miav<strong>it</strong>a, che può realizzareveramente la mia v<strong>it</strong>a.È il desiderio dei profeti,dei patriarchi, di Giovanniil battista che desideravail compimento dellepromesse e per questo sipreparava e preparavacoloro che venivano a luiad accogliere il Messia; èlo stesso desiderio diFrancesco che nel Natalea Greggio vuol vedere,sperimentare quello cheaveva vissuto Gesù allasua nasc<strong>it</strong>a, al suo incontrocon l’uman<strong>it</strong>à.Come Giovanni, questodesiderio che si realizza,anche per Francesco diventamissione, motivo diannuncio … leggiamo nelleAmmonizioni: (5)“Considera, o uomo, inquale sublime condizioneti ha posto il Signore Dio,poiché ti ha creato e formatoa immagine del suoFiglio diletto secondo ilcorpo e a simil<strong>it</strong>udine(Gen 1,26) di lui secondolo spir<strong>it</strong>o”.E sappiamo, dalle FontiFrancescane, che Francesco,il suo desiderio locomunica e lo vuol comunicarea tutti, ancheagli infedeli.Un altro atteggiamento èquello della SPERANZAe come figura esemplareprendo Giuseppe, uomogiusto, che significa“santo”, un personaggioche non parla ma agisce;un uomo capace di sperareperché fonda la suasperanza sulla fiducia diDio.Giuseppe spera nella realizzazionedelle promessedi Dio, anche quandoquesta passa per modal<strong>it</strong>àe progetti diversi da quelliche lui aveva sempresognato e che non è ingrado di comprendere.E questo lo porta ad azioniconcrete nella sua v<strong>it</strong>a:decide di tenere Mariaincinta, fugge in Eg<strong>it</strong>to,riprende la via per Nazareth,alleva Gesù.Il “sì” che ha saputo direal Signore permetterà aldisegno di Dio di realizzarsi.Anche per Francesco lastessa cosa, come leggiamonella sua v<strong>it</strong>a: unavolta risposto il suo“eccomi” nella concretezzadella v<strong>it</strong>a, nulla lo puòfermare anche di frontealle molte difficoltà, difficoltà,fatiche, incomprensioni,anche dentro lasua stessa fratern<strong>it</strong>à.E tutto si riassume nellaGIOIA, una gioia conquistata,una gioia vera, autentica.È la gioia di Maria:“l’anima mia magnificail Signore”, la gioia portataprima ancora dall’angelo:“rallegrati”; lagioia di Elisabetta quandoil bambino esulta nel suoseno alla vis<strong>it</strong>a, la gioiaannunciata dagli angeli:“vi porto una grandegioia”. Ecco abbiamobisogno di armarci diquesti elementi, atteggiamentiper vivere bene ilnostro Natale, come figlie seguaci di san Francesco… abbiamo bisognodi entrare nel mistero delNatale per esserne poimissionari non tanto aparole quanto nella v<strong>it</strong>a.Ma anz<strong>it</strong>utto dobbiamofar pace, vivere la pace,essere operatori, seminatoridi pace, quella pacedi Dio offerta e comunicatadagli Angeli: “agliuomini che Egli ama”.Ecco perché mi sono soffermatomolto sulla pace,perché solo nella paceoffertaci da Gesù, la suapace, che noi possiamovivere questi, ormai pochi,giorni che ci separanodal Natale.

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