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Layout 3 - Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa

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28n. De carlo, v. castaldoTuttavia si notò una maggiore concentrazione di materiale medievalenell’area dove 25 anni dopo fu messa in luce la chiesa epresso cui fu individuata una sepoltura a cassa di tufo (a est dellachiesa, non indicata in pianta), violata già in antico ma con ancorapresenti i resti di due individui. lungo la stessa dorsale, a circa200 metri più a valle, si notava una concentrazione maggiore diresti di età romana, che furono interpretati come indizi di unavilla rustica.nel 2003 un tentativo di scavo clandestino fornì l’occasioneper una nuova indagine nell’area della sepoltura già individuata.Furono così scoperte altre due sepolture a lato della precedente,entrambe in cassa di tufo ed orientate ovest-est . le lastre di tufoutilizzate per la copertura di una di esse recano segni di riutilizzoed una modanatura; ciò lascia supporre che il loro uso primariofosse per la decorazione architettonica ed è verosimile che l’edificiodi pertinenza originaria si trovasse nelle vicinanze. le tombeerano prive di corredo, fatta eccezione per un pendaglio in pastavitrea blu di forma troncoconica allungata, ritrovato in una di esse.in tempi più recenti, l’area è stata oggetto di altre ricognizionia cura di Paola carfora 7 , di cui non sono però ancora disponibilidati dettagliati.l’ultimo intervento sul sito è avvenuto nel 2007, nell’ambitodi un progetto cofinanziato da Regione campania ed unione europea8 . non essendo stati resi noti i risultati dell’indagine, è difficiledarne una valutazione. ciò che si evince dal campo mostratuttavia una singolare pianificazione della ricerca; sono stati rea-G. vecchio, Op. cit., nota 3.7Per una sintesi dei ritrovamenti sporadici effettuati nel corso degli anni sullacollina di cammarano vedi P. cARFoRA, La valle di Ad Novas e i monti soprastanti,in l. Quilici, S. Quilici GiGli, (a cura di), Carta archeologica e ricerche in Campania,Fascicolo 3, Roma, pp. 333-335.8l’intervento, finanziato con ben € 250.000, era mirato allo scavo e recuperodel sito ed alla sua integrazione col Parco del Partenio (numero identificativo del progetto:i035Rcn). vicende poco chiare portarono a contrasti fra la ditta operante, ilcomune, ed i proprietari dei terreni. Sperando che in futuro il denaro pubblico siaspeso in modo più efficiente, abbiamo voluto dare un segnale diverso, non chiedendocompenso per il nostro operato.

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