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La Professione di Psicologo n. 1/2006 - Ordine Nazionale Psicologi

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Nuove aree professionali<strong>La</strong> <strong>Psicologi</strong>a verso lapace e la cooperazione:nuovi approcciper nuove pratiche<strong>di</strong> Antonella SapioDocente <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a della pace Università <strong>di</strong> FirenzeDi relazioni pacifiche e comportamenti cooperativi la psicologiasi è da sempre occupata…tanto che forse possiamo<strong>di</strong>re che essa sia nata proprio dall’intento <strong>di</strong> poter rendereal genere umano meno conflittuale, e quin<strong>di</strong> sofferta,l’esperienza <strong>di</strong> vita.Purtuttavia, si è andata configurando nel tempo, grazieanche al perfezionarsi degli stu<strong>di</strong> sociologici e politicoantropologici,una parte <strong>di</strong> interesse delle scienze psicologichesquisitamente rivolta alla conflittologia(interpersonale e collettiva), e quin<strong>di</strong> agli Stu<strong>di</strong> per la Pace,e alle pratiche cooperative inter e trans-culturali, con particolareriferimento ai contesti violenti e multitraumatici<strong>di</strong> altri paesi.<strong>La</strong> <strong>Psicologi</strong>a, come ben noto, ha prodotto in tale <strong>di</strong>rezioneuna ricca letteratura e un <strong>di</strong>screto novero <strong>di</strong> ambiti <strong>di</strong>sciplinari(<strong>Psicologi</strong>a <strong>di</strong> comunità, psicologiainterculturale, psicologia della emergenza ecc.) che hannocontribuito <strong>di</strong> recente a delineare uno specifico patrimonio<strong>di</strong> conoscenze e <strong>di</strong> pratiche metodologiche che vasotto il nome <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a della Pace (“Peace Psychology”negli U.S.A.) e che orienta il proprio sguardo sia al territoriolocale che internazionale.Proviamo ad articolare ora il <strong>di</strong>scorso a partire da alcuniquesiti che possono aiutarci a <strong>di</strong>panare la materia bencomplessa.Dove si colloca la <strong>Psicologi</strong>a impegnata nel lavoroper la pace e la cooperazione?Il luogo elettivo <strong>di</strong> attribuzione è dato dal territorio rappresentatodalle comunità locali; così come per la <strong>Psicologi</strong>a<strong>di</strong> comunità, la <strong>Psicologi</strong>a che guarda alla vita dellacollettività locale articola il proprio pensiero e il propriointervento a partire dalla analisi del contesto <strong>di</strong> vita e dellaconflittualità che anima le relazioni tra persone e gruppisociali.Le pratiche <strong>di</strong> lavoro psicologico e psicosociale sono, pertanto,con<strong>di</strong>vise dalla comunità e squisitamente non-istituzionaliin quanto collocate presso la comunità stessa enon all’interno <strong>di</strong> istituzioni esterne ed estranee all’ambienteabituale <strong>di</strong> vita.<strong>La</strong> “pace” è da intendersi, dunque, come relativa a con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> vita pienamente rispettose dei bisogni della persona,in contesti sociali e culturali attraversati dainterazioni orizzontali in cui il soggetto portatore <strong>di</strong> unbisogno attivi esso stesso i processi <strong>di</strong> cambiamentofunzionali alla evoluzione sia propria che collettiva.<strong>La</strong> conflittualità con cui lo psicologo lavora viene attraversatada pratiche <strong>di</strong> lavoro “dal basso”, secondo criteripartecipativi che coinvolgono pienamente la figura professionaleimpegnata “su campo”; viene <strong>di</strong>sconosciuto,in tal senso, valore alla “neutralità” dell’operatore e vieneal contrario affermata l’esigenza <strong>di</strong> una pienacon<strong>di</strong>visione dell’esperienza <strong>di</strong> lavoro.<strong>La</strong> figura professionale non acquisisce cre<strong>di</strong>bilità a partiredalla assunzione <strong>di</strong> estraneità al contesto ma, al contrario,in funzione del proprio coinvolgimento in quantoparte attiva <strong>di</strong> una realtà con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong> cui viene sollecitatauna qualche trasformazione; la “pensabilità” dell’esperienzanon è acquisita attraverso operazioni professionalimentali oggettivizzanti e passivizzanti l’alterità ma alcontrario è recepita come qualità naturalmente indotta dainterazioni autenticamente con<strong>di</strong>vise.Il <strong>di</strong>sagio e la sofferenza <strong>di</strong> cui ci si occupa hanno a chefare con il terreno tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> impegno del lavoropsicosociale, con la profonda <strong>di</strong>fferenza che la lettura del<strong>di</strong>sagio abbraccia inevitabilmente la comunità <strong>di</strong> appartenenzae coinvolge tutti i soggetti impegnati per un cambiamento.E’ possibile, dunque, a partire da queste premesse, immaginarepratiche <strong>di</strong> lavoro profondamente iscritte nellereti <strong>di</strong> relazioni sociali locali, rivolte non a “persone-problema”ma a gruppi attivi, non finalizzate alla “cura” delproblema ma alla sua inclusione sociale, non orientate alla“guarigione o al benessere in<strong>di</strong>viduale” ma al cambiamentodell’esperienza <strong>di</strong> vita, personale e collettiva.18<strong>La</strong> professione <strong>di</strong> psicologo n. 01/06

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