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Antonella Kubler - Comune di Modena

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particolare <strong>di</strong> quelli cosiddetti “longitu<strong>di</strong>nali” che segnalano la <strong>di</strong>fferenza incrementale degliappren<strong>di</strong>menti nel tempo per ogni alunno (e la loro sintesi per scuola e classe), richiedeper la sua complessità un sistema istituzionalmente con<strong>di</strong>viso.I <strong>di</strong>rigenti prima e i docenti poi sono chiamati dunque ad acquisire sensibilità neiconfronti dei dati e dei modelli per far funzionare questa, che si può ben definire una verae propria “infrastruttura immateriale”: una grande opera, insomma, a vantaggio <strong>di</strong> unpaese che deve riguadagnare in crescita anche nel campo dell’istruzione.Verrebbero da segnalare in proposito le contrad<strong>di</strong>zioni con cui si è proceduto finora nellariorganizzazione della scuola superiore, in cui la logica dei tagli ha prevalso sul buonfunzionamento del sistema: si pensi al tetto obbligatorio delle 18 ore <strong>di</strong> cattedra a scapitodella continuità <strong>di</strong>dattica, un esempio fra i tanti.Noi insegnanti siamo <strong>di</strong>ffidenti verso le novità anche per amara esperienza. La scuolasuperiore non è per noi oggi, nel complesso, quel luogo <strong>di</strong> “valore aggiunto”, cioè <strong>di</strong>crescita umana e professionale, che si auspicava al Convegno; è troppo spesso luogo <strong>di</strong>adempimenti burocratici e <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>dattica, <strong>di</strong> corse contro il tempo per conquistarespazi <strong>di</strong> confronto professionale e per svolgere i programmi in classi sempre più numerosee problematiche che richiederebbero supporti specifici.Da qui credo che occorra ripartire, da un problema che non nasce dentro le scuole ma vi siè riversato in questi decenni, e ha cause istituzionali che vanno rimandate comeinformazione al Ministero.Per una valutazione complessiva del sistema, se si vogliono prendere in considerazionetutte le variabili; per una riflessione costruttiva su ciò che si chiede e ciò che si toglie a chivi opera; per riprogettare la scuola pubblica come spazio aperto <strong>di</strong> costruzione culturaleper il paese, occorre che chi si occupa del Sistema scuola tenga conto anche <strong>di</strong> ciò.In questo caso sarebbe più facile cooperare: se nel concetto ampio <strong>di</strong> “valore aggiunto”fossero compresi anche il tempo riconosciuto per la formazione professionale e lo spaziolavoroper con<strong>di</strong>viderla, allora potremmo riappropriarci <strong>di</strong> categorie come la fiducia el’appartenenza verso il sistema <strong>di</strong> cui facciamo parte, e collaborare per una crescita nellacre<strong>di</strong>bilità sociale anche attraverso una sana cultura della valutazione.*<strong>Antonella</strong> <strong>Kubler</strong> è docente <strong>di</strong> Italiano e Latino al Liceo scientifico “Wiligelmo” <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>;coinvolta da anni nella ricerca OPPI, si interessa in particolare per la scuola superioredegli strumenti e delle pratiche recentemente introdotti, quali la <strong>di</strong>dattica per competenze,la certificazione per livelli, il sistema nazionale <strong>di</strong> valutazione.4

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