10.07.2015 Views

sq16 - lo Squaderno - professionaldreamers

sq16 - lo Squaderno - professionaldreamers

sq16 - lo Squaderno - professionaldreamers

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Implicito, visibile, possibileMutazioni dell’immaginario e ipotesidi futuro per la città abusivaFederico Zanfi1. Poche immagini dominanti e una politica implicitaSono in verità poche e sintetiche le immagini che si sono avvicendate, nei primi decennidel dopoguerra, nel dibattito disciplinare e nei canali di informazione del nostro paese,e attraverso le quali si è tentato di dare figura al corpo della città abusiva. A posteriori,possiamo riconoscere che queste immagini non sono mai state realmente aderenti ai fattiurbani concreti, o quantomeno hanno evitato di testimoniare quali fossero i materiali piùcomuni e quantitativamente rilevanti della costruzione abusiva del territorio meridionale,come anche quale fosse il nodo complesso tra società, immaginario e implicita politica diauto-organizzazione che stava alla base di tali anomale forme di urbanizzazione. Piuttosto,hanno funzionato come immagini riduttive, come figure metaforiche e strumentali, prodotteda alcune correnti disciplinari – semplificando: una cultura urbanistica ortodossa, arroccatasu posizioni difensive, e una corrente di architetti post-moderni, entusiasmati dalle “meraviglie”dell’architettura spontanea – per argomentare le proprie posizioni, o per legittimare ilproprio agire, di fronte ad un fenomeno di difficile comprensione e trattabilità. Almeno duedi queste influenti immagini, che si sono fronteggiate nelle riviste e nei testi di quegli anni,possono essere richiamate per dar conto di questa doppia e speculare estremizzazione.Ad Agrigento, nel 1966, la collina dei Girgenti crolla “sotto il peso delle speculazioni più incredibili”,e trascina con sé il prodotto di un intreccio tra imprenditoria edilizia e politica <strong>lo</strong>caleche aveva sistematicamente eluso vincoli e regolamenti innalzando alti palazzi su un pendiofranoso. La vista inquietante – schiacciata dal teleobiettivo – del tempio della Concordia sovrastatodai “grattacieli” diventa la metafora di un abusivismo opulento che distrugge la cittàe il paesaggio 1 , contro cui l’urbanistica può legittimamente continuare la propria battaglia,esimendosi peraltro dal dover giustificare l’appropriatezza dei propri strumenti o l’efficaciadei propri sistemi regolativi, in uno scenario nazionale che vede una condizione urbana inrapida evoluzione rispetto ai suoi quadri interpretativi.Negli stessi anni a Lima, una moltitudine di contadini inurbati dà vita ad un’estesa periferiaabusiva di misere case autocostruite, faticosamente e inutilmente rincorse dai più razionaliquartieri di housing di promozione pubblica. L’immagine di una piccola abitazione in mattonie terra cruda che cresce progressivamente in proporzione ai pochi risparmi, a cui lavoranoFederico Zanfi è architetto e dottoredi ricerca, attualmente ricercatoreal Dipartimento di architettura epianificazione del Politecnico diMilano. Le sue ricerche recentihanno riguardato le realtà urbaneautopromosse nell’Italia contemporanea.È autore di Città latenti(Milano, Bruno Mondadori, 2008).federico.zanfi@polimi.it1 Ministero dei Lavori Pubblici, Commissione d’Indagine sulla situazione urbanistico-edilizia di Agrigento, Relazioneal Ministro On. Giacomo Mancini, Roma, 1966. La relazione è interamente pubblicata nel celebre volumecon la copertina a lutto di Urbanistica n. 48, 1966, pp. 31-160.39

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!