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sq16 - lo Squaderno - professionaldreamers

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costituito un Comitato di quartiere per promuoverne la qualità della vita, le relazioni sociali,i servizi e l’ambiente. È la <strong>lo</strong>ro risposta alla presa d’atto del<strong>lo</strong> stato di dissesto del territorio,causato da un’edificazione abusiva che dagli anni Settanta ha trasformato una pianurastraordinariamente fertile in una periferia di sole case, senza infrastrutture né servizi. Che halasciato decadere le antiche masserie e vi ha addossato nuove palazzine, che ha usato i canalidi irrigazione come fognature e ha scavato pozzi privati, inquinando e compromettendo ilsistema idrico delle colture. Oggi Serrazeta non ha una piazza, non uno spazio di aggregazione,e per i figli di Antonio, Carmine e Giuseppe questa mancanza di spazio pubblico stadiventando mancanza di ossigeno: dicono che non resteranno a vivere nel quartiere. Moltedelle addizioni alle palazzine dei genitori destinate ai figli, già oggi, restano desolatamentevuote, non occupate, e questo difficile ricambio generazionale rende esplicita la crisi di quelnesso tra casa e famiglia sul quale questa città abusiva era inizialmente sorta.Claudia vive con due figli e il compagno ad Ardea, nelle campagne in provincia di Latina,in un villino di villeggiatura costruito abusivamente negli anni Settanta, e successivamentecondonato. I primi proprietari, una volta anziani, hanno deciso di vender<strong>lo</strong>: il contestoagreste limitrofo si è degradato in questi ultimi decenni – troppe case sorte disordinatamente,cronica l’assenza di infrastrutture e servizi – e nessuno in famiglia <strong>lo</strong> usava più perle vacanze. Come Claudia, oggi tanti giovani riabitano stabilmente un patrimonio diffusoex-abusivo di case stagionali, che costano meno per l’assenza di tutti quei servizi di basegarantiti in città. Per molti di <strong>lo</strong>ro, tale assenza di infrastrutture è stata <strong>lo</strong> stimo<strong>lo</strong> a trovarealternative individuali: dagli orti per l’autoconsumo irrigati coi pozzi (manca la rete idrica),alle vasche di fitodepurazione per i reflui domestici (manca la rete fognaria), agli impiantisolari-fotovoltaici che alimentano anche le cucine (manca la rete del gas) sono soluzioni chetestimoniano una diversa sensibilità, un’attenzione a nuove convenienze, ma soprattuttouna definitiva mutazione del rapporto clientelare con la politica <strong>lo</strong>cale, che ad ogni tornataelettorale continua a promettere fogne e lampioni nelle strade.Enzo è separato dalla moglie, e da anni vive so<strong>lo</strong> in quella che era la sua casa al mare aMarina di Acate, un picco<strong>lo</strong> centro costiero tra Gela e Ragusa: poche centinaia di case abusivecostruite negli anni Settanta, di cui diverse mai condonate né condonabili, perché troppovicine alla battigia. La Marina con gli anni è decaduta, i servizi e le infrastrutture promessedalle autorità <strong>lo</strong>cali tardano ad arrivare, gli scarichi privati hanno compromesso la faldaacquifera, l’edificazione della duna litoranea ha innescato processi di desertificazione dei terreni,e molte case sono ormai invecchiate e abbandonate. Enzo, durante gran parte dell’anno,è ormai l’unico abitante di un villaggio fantasma in cui sempre più spesso trovano rifugio ibraccianti clandestini che lavorano nel più grande distretto italiano di agricoltura serricola,a cui i proprietari delle ex-case estive affittano gli appartamenti da <strong>lo</strong>ro non più occupati.Se è difficile pensare che il Comune investa a breve termine in progetti di riqualificazione, èaltrettanto difficile immaginare un futuro per un luogo ove pare in esaurimento l’immaginariooriginario, procedendo verso una progressiva marginalizzazione.3. Visioni per il futuro, direzioni per il progettoCosa ci consente di immaginare questa variegata condizione presente? Se allarghiamo ilcampo di osservazione a più luoghi, tentando di abbracciare tutti i principali ambienti insediatividel territorio meridionale, riconosciamo alcune condizioni ricorrenti che ci consentonodi tratteggiare un numero limitato di dinamiche di trasformazione che interessano oggi lacittà abusiva. Sono le storie emergenti di responsabilità e di radicamento, le diffuse pratichespontanee di “aggiustamento” e i fenomeni di abbandono ormai espliciti che pongono tre41

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