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L'UMBRIA NEL BICCHIERE - Geologia e Turismo

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L’enografia che generalmente viene intesa come distribuzione geografica dei vini e deivitigni si relaziona alla distribuzione degli ambienti deposizionali e alle vicendepaleogeografiche e diventa zonazione dei suoli.Il presente elaborato vuole, quindi, rappresentare lo sforzo congiunto tra ambitidisciplinari e lavorativi molto lontani, in realtà, solo apparentemente, per comprenderele “ragioni del vino”.L’approccio geomorfologico è passato attraverso un percorso da neo-sommelier cheha permesso di intravedere le insospettate e sconosciute relazioni geologicogeomorfologichetra il vino e il territorio umbro. Le conoscenze e i risultati di una ricercaaccademica del terroir umbro, pertanto, si integrano al percorso degustativo delsommelier e vogliono spiegare al geologo e anche al sommelier le sorprendenti “radici”del vino.Nasce, quindi, da questo input la volontà di integrare le conoscenze accademiche dicarattere geologico con l’ esperienza di settore, offerta dalle competenze delSommelier.Colore, odore, sapore e altre “sfumature” interpretative nella lettura del vino sono moltocondizionate e collegate non solo al suolo, ma alle morfosculture e ai processi che nehanno permesso l’ evoluzione.In Umbria sono presenti 11 aree DOC e 2 DOCG con un loro Disciplinarecaratterizzato da limiti e confini stabiliti dagli Enti istituzionalmente preposti, all’internodei quali il vino avrà determinate e riconoscibili caratteristiche chimico-fisiche eorganolettiche. I limiti fisici sono dettati da varie esigenze e, grossomodo, seguonolimiti idrografici, altimetrici o pedologici, ma la sorprendente scoperta del geomorfologoè la quasi totale sovrapponibilità tra le superfici DOC e aree ben identificategeologicamente e talora anche tettonicamente: nella DOC Montefalco e dei ColliPerugini, per esempio, i limiti tecnico-enografici sono anche fisiografici, litologici etettonici.La storia dei vini in Umbria è stata condizionata dal grande lago Tiberino che, a partiredal Pliocene occupava una vasta area depressa dall’alta valle del F.Tevere fino aSpoleto verso E e Todi verso W; verso questa area si dirigevano i corsi d’acqua e, incorrispondenza del loro raccordo con lo specchio d’acqua, edificavano estesi deltaconoidi, mentre i fenomeni di alterazione superficiale permettevano la genesi di ampiefasce di depositi pedemontani. Tali corpi sedimentari si aggradano e la migrazionedelle diverse facies deposizionali realizzava una sequenza sedimentaria che risulteràparticolarmente vocata alla viticultura. Questa dinamica morfologica è nota ai geologi,non del tutto nota al mondo del vino e, solo quando una disciplina dei due diversiambiti disciplinari divenga trasversale, emergono chiari i collegamenti.Si vuole quindi, e per la prima volta, evidenziare come i vini dell’Umbria sianodipendenti dai processi morfogenetici dei luoghi e come questi parametri possanoessere “letti” e interpretati dai Sommeliers.L’evoluzione paleogeografica del “bacino di Bastardo” (DOC e DOCG) a Montefalco(Gregori,1988) permette, oggi, una sua nuova chiave di lettura in funzione enografica ein virtù dei suoli, evolutisi in quel contesto morfologico, Questi suoli conferiscono ai viniprofumi molto intensi con ampio spettro aromatico, struttura molto importante conelevata ricchezza gustativa; il gusto morbido si affianca alla robustezza, ricchezzaalcolica e buona sapidità mentre i tannini “possenti”, ma morbidi, identificano vini digrande longevità.Nell’ altra area DOC/DOCG umbra di Torgiano, dove i vigneti sono impiantati sudepositi fluvio-lacustri, i vini presentano colori meno profondi, al “naso” risultano menopossenti, ma più eleganti e raffinati, mentre al gusto dominano ricche note alcoliche,buona presenza tannica, sapidità, elevata persistenza gustativa e una ottima longevità.


I vini dei Colli del Trasimeno si impostano in una area DOC molto estesa ecaratterizzata dall’affioramento di rocce arenacee a media permeabilità e da materialincoerenti marini e/o lacustri; ogni tipologia di vini che provenga de queste zone ha unamedia robustezza generale : un “corpo” non particolarmente importante, profumi dibuona intensità e media longevità sono caratteristiche che li accomunano.La parte sud-occidentale dell’Umbria è interessata da litotipi vulcanici legatiall’apparato di Bolsena che insieme ai depositi fluviali del sistema Paglia/Tevere, aquelli marini della paleo costa pliocenica e alle strutture calcaree del M. Pegliadeterminano una marcata complessità lito-pedologica che insieme alle più antichetradizioni viticole, rendono la DOC Orvieto particolarmente interessante (Gregori &Poggioni, 2005; Gregori, 2006). I vini che provengono da questa DOC di conseguenzasono profondamente diversi l’uno dall’altro. Questi vini, sia bianchi che rossi, sonoaccomunati da una fresca acidità, accompagnata da sapidità marcata e buon tenorealcolico. Il valore olfattivo è caratterizzato da profumi sempre ricchi con buonacomplessità e persistenza. In questi ultimi anni è stato adottato un drasticoabbassamento delle rese per ettaro e i vini dimostrano di sopportare mediinvecchiamenti. Un particolare importante è il fatto che questo territorio, da semprefamoso per i vini bianchi, risulta particolarmente vocato per vitigni, consideratiinternazionali (Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon) che esprimono,nelle produzioni dei vini IGT, caratteri olfattivi particolarmente raffinati, ottima strutturae buona longevità (Ricci Alunni, 2005).Questa considerazione permette una deduzione: quanto più è omogeneo o menocaratterizzato il terroir quanto più è disponibile a impianti diversi e meno specializzati,mentre una netta differenziazione pedologica costituisce di per sé un terroir specifico.In Appendice al volume viene elaborato, per la prima volta, e rivolto una utenzaenologica da un lato e geologica dall’altro, un glossario con linguaggio tecnico deisommeliers o in uso nel mondo del vino e quello scientifico dei geologi/geomorfologi, alfine di e una maggiore trasversalità e apertura linguistica.Si vuole, in definitiva, fornire un accattivante scenario nell’ ambito “geomorfoenologico”umbro, coniugando le caratteristiche geomorfologiche della regione e il“valore” enologico dei vini prodotti nei terroirs dell’Umbria. Un percorso dedicato ancheal nuovo indotto economico-culturale Geo-Eno-Turistico che si arricchisce, così, diinteressanti e turisticamente trainanti valori aggiunti.Il volume, quindi, analizza attraverso una nuova “lettura” morfo-enologica” le microzonedel “cuore d’Italia”, attraverso un iter complesso per un contributo rivolto ad“appassionati e studiosi, scienziati e turisti, addetti ai lavori e non”.L’ “Umbria nel bicchiere” permette, quindi, una nuova identificazione del territorioumbro, attraverso una nuova e coraggiosa sinergia disciplinare tra il geomorfologo e ilsommelier.GREGORI L. (1988) - Il Bacino di Bastardo : genesi ed evoluzione nel quadro dellatettonica recente Boll. Soc. Geol. It., 107, pp 141-151Gregori Lucilia (2006) - La “geologia” del vino (in Umbria). Convegno “Suolo e Vino”Associazione Italiana Pedologi - Imola, 11-12 Ottobre 2006Gregori Lucilia & Francesca Poggioni (2005) - I paesaggi del vino. Atti 1° ConvegnoNazionale “I paesaggi del vino: i vini raccontano le caratteristiche geologicogeomorfologichedei loro territori”, Edizioni Prhomos-Città di Castello,69-99Ricci Alunni Gabriele (2005) - Uno degli autori della qualità del vino: il terreno. Atti 1°Convegno Nazionale “I paesaggi del vino:in vini raccontano le caratteristichegeologico-geomorfologiche dei lori territorio”, Edizioni Prhomos Città di Castello, 151-162

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