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Da Rivoli alla Sacra di San Michele.pdf - Geologia e Turismo

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Fig. 17.4 – Fasi <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> 3 <strong>di</strong>fferenti cerchie moreniche (Mercalli et al., 2009)valle del T. <strong>San</strong>gone me<strong>di</strong>ante un rilievomodesto, sia per estensione che per <strong>di</strong>slivello,definito “stretta” <strong>di</strong> Trana.L’evoluzione geologica recente e il modellamentogeomorfologico dello sboccovallivo sono connessi prevalentemente aiFig. 17.6 –Rappresentazionetri<strong>di</strong>mensionaledell’AMRA in ambienteGISFig. 17.7 –Rappresentazioneplanimetrica (c) etri<strong>di</strong>mensionale (b) deirapporti fra le cerchiemoreniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versefasi glaciali (Carraro &Petrucci 1977,mo<strong>di</strong>ficato)<strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> <strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>Fig. 17.5 –Rappresentazionetri<strong>di</strong>mensionaledel contestogeomorfologicodell’AMRA in ambienteGIS. In primo pianola collina <strong>di</strong> Torino e ilconoide fluvioglacialedel T.Stura <strong>di</strong> Lanzo,sullo sfondo l’arcoalpino occidentalee la valle <strong>di</strong> Susa.fenomeni glaciali avvenuti durante ilQuaternario, a partire da circa 750.000anni fa (Pleistocene inferiore).Il clima del Pleistocene, caratterizzatoda fasi con temperature più rigide delleattuali e da intense precipitazioni nevose,ha determinato il succedersi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verseespansioni del ghiacciaio dellaValle <strong>di</strong> Susa. Alle fasi <strong>di</strong> espansione corrispondonola deposizione dei se<strong>di</strong>mentiglaciali (till) e la formazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versiargini e cerchie moreniche (fig. 17.4).I corsi d’acqua sviluppati ai margini dellamassa glaciale (scaricatori glaciali), alimentatidall’acqua <strong>di</strong> fusione del ghiacciaio,sono stati responsabili dell’erosione277


dei till, del loro trasporto e della deposizione<strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti fluvioglaciali. Si sonocosì formati terrazzi e conoi<strong>di</strong>, accresciutisiparticolarmente all’esterno dell’anfiteatromorenico, a costituire un vero eproprio grembiule attorno alle cerchie.Attualmente l’Anfiteatro Morenico <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong>-Avigliana(AMRA) é formato da un complessoaffiorante <strong>di</strong> depositi glaciali efluvio-glaciali con estensione in pianta <strong>di</strong>circa 52 kmq. Altri depositi risultano sepoltio erosi all’esterno dell’Anfiteatro (fig.17.5).L’AMRA è costituito da un insieme <strong>di</strong>dolci e modesti rilievi collinari per lo piùcon forma rettilinea o debolmente arcuata,tra loro paralleli e <strong>di</strong>sposti a formare,in pianta, un anfiteatro. L’AMRArappresenta uno degli esempi più significativi<strong>di</strong> anfiteatro morenico nelle v<strong>alla</strong>tealpine italiane, sia per le sue<strong>di</strong>mensioni che per il buon grado <strong>di</strong> conservazionedelle forme (figg. 17.6, 17.7).Fig. 17.8 - Incisionirupestri a spiralenel Comune<strong>di</strong> Mompantero,quota 710 m.Sembra sianolegate al ciclosolare e risalgonoprobabilmenteal Neolitico, etàdel rame.(Gruppo RicercheCultura Montana,www.rupestre.net)Contesto storico - economico - socialeLa valle della Dora Riparia e la limitrofaVal <strong>San</strong>gone si collocano nel settore dell’Italiaoccidentale ai pie<strong>di</strong> dell’arco alpinoe confluiscono nella pianura piemontese.Iin quest’area, i primi inse<strong>di</strong>amenti stabilidell'uomo risalgono circa al quintomillennio a.C., ma le prime evidenti testimonianzerisalgono ai secoli V e VIa.C., sotto forma <strong>di</strong> coppelle scavatenella roccia, incisioni e iscrizioni rupestripresenti in gran numero in tutta la v<strong>alla</strong>ta(fig. 17.8).Già fin dal tempo della Roma Repubblicanai valichi alpini della Valle <strong>di</strong> Susaebbero un'importanza strategica a caratteremilitare: nei secoli <strong>di</strong>edero infattiorigine al susseguirsi <strong>di</strong> numerose invasionie domini da parte delle popolazionivicine (Goti, Bizantini, Longobar<strong>di</strong>, Carolingi,Ungari) fino a <strong>di</strong>ventare parte deldominio francese con i Savoia (1349). Nel1814 con la Restaurazione e la figura delre Vittorio Emanuele I questo territoriotornò definitivamente in mano ai piemontesi.La sua posizione, oltre che strategica dalpunto <strong>di</strong> vista militare, lo è anche per icollegamenti stradali e ferroviari: nel1854 fu inaugurata la prima tratta dellaFerrovia del Frejus, da Torino a Susa, enel 1870 fu completato il Traforo ferroviariodel Frejus, che permise <strong>di</strong> collegarela ferrovia Torino-Bardonecchia conla Francia (fig. 17.9). La ferrovia valsusinaassunse così rilevanza internazionale,collegando la Pianura Padana conl'Europa occidentale.Attualmente, l’ubicazione della Valle <strong>di</strong>Susa pressoché in continuità urbanisticaFig. 17.9 – Inaugurazione della ferroviaTorino-Bardonecchia nel 1870(www.storia<strong>di</strong>milano.it)con l’area urbana <strong>di</strong> Torino, ne determinanoun forte con<strong>di</strong>zionamento per losviluppo economico e sociale.In passato l'economia della Valle si erasempre basata sull'agricoltura e sulla pastorizia,ma a partire dal secondo dopoguerra,con l’espansione industrialedell’area torinese, queste attività sonostate progressivamente soppiantate dall'industriapesante (siderurgia) e dal terziarioavanzato.Nel corso dell’ultimo decennio, oltre altra<strong>di</strong>zionale turismo estivo ed invernale,si sta assistendo al tentativo <strong>di</strong> recuperareun’attenzione verso gli aspetti naturalisticie ambientali della zonaattraverso la realizzazione <strong>di</strong> aree protettee parchi naturalistici.Descrizione della tappa N° 1:Castello <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong> – <strong>San</strong>ganoLa prima tappa ha inizio al Castello <strong>di</strong><strong>Rivoli</strong> (NE), percorre le cerchie interme<strong>di</strong>edell’anfiteatro ed esterne dell’anfiteatro(Cresta Grande, TrucMonsagnasco, Cresta dell’Indrit),scende lungo le pen<strong>di</strong>ci del versante sinistrodella valle del T. <strong>San</strong>gone (Villarbasse,Reano) dove si osservano alcuneforme connesse a fenomeni fluvio-glacialie giunge infine all’abitato <strong>di</strong> <strong>San</strong>ganosviluppato in corrispondenzaall’attuale fondovalle del T. <strong>San</strong>gone.278


AccessoPartendo da Torino si percorre CorsoFrancia fino a <strong>Rivoli</strong>, oppure d<strong>alla</strong> tangenzialeSud attraverso l’uscita <strong>Rivoli</strong> -IV Novembre. <strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> si seguono le in<strong>di</strong>cazioniper il Castello.Partenza: Castello <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong> (445 m):Lat. N 45° 04’ 11,15’’ -Long. E 7° 30’ 37,37’’Arrivo: <strong>San</strong>gano (345 m):Lat. N 45°01'49.07 - Long. E 7°26'56.24Base topografica: Carta della RegionePiemonte, scala 1:50.000Quota minima: <strong>San</strong>gano, 340 mQuota massima:Castello <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong>, 445 mDislivello totale in salita: 265 mDislivello totale in <strong>di</strong>scesa: 340 mDurata: 3 hLunghezza percorso: 11 KmLivello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà: ESosta N° 1 – <strong>Rivoli</strong>, il Castello (445 m)La sosta iniziale è ubicata presso il piazzaledel Castello <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong> che sorge acirca 420 m sulla dorsale detta CrestaGrande. Oltre ad essere un luogo d’interessedal punto <strong>di</strong> vista storico, architettonicoe artistico (sede del famoso Museo<strong>di</strong> Arte Contemporanea), si presta comepunto <strong>di</strong> vista panoramico verso losbocco vallivo del F. Dora Riparia, sulquale si sviluppa la città <strong>di</strong> Torino; in particolareè ben visibile, se la giornata èsufficientemente limpida, Corso Franciache collega la città <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong> a Torino percorrendoin senso assiale (E-W) granparte del conoide della Dora (fig. 17.10).Sullo sfondo si intravede la Collina <strong>di</strong> Torinoai pie<strong>di</strong> della quale il F. Dora Ripariaconfluisce nel F. Po. Il conoide si trova inposizione esterna rispetto ai rilievi morenicied è costituito dai depositi <strong>di</strong> originefluvioglaciale trasportati dalleacque <strong>di</strong> fusione del ghiacciaio.<strong>Da</strong>ndo uno sguardo d’insieme è possibilevisualizzare i <strong>di</strong>versi rilievi allungati checircondano la dorsale <strong>di</strong> Cresta Grande,essa fa parte delle cerchie interme<strong>di</strong>e riferibilialle fasi interme<strong>di</strong>e dell’espansioneglaciale. Sono quin<strong>di</strong> più recenti <strong>di</strong>quelle ubicate in posizione esterna (TrucMonsagnasco, Cresta dell’Indrit).Verso monte invece è possibile osservarei rilievi della catena alpina e dell’altavalle. Sul profilo del versante in destraorografica della valle si staglia il MontePirchiriano su cui è costruito l’imponentecomplesso della <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Michele</strong>(tappa facoltativa del percorso N°2).Sosta N° 2 – Cresta Grande (480 m)Lungo il sentiero (segnato come “Via deipellegrini”) che collega <strong>Rivoli</strong> a Villarbassesi attraversa la fitta vegetazioneche ricopre la Cresta Grande. Localmentesi possono osservare alcuni massie blocchi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni (1-4 m) in<strong>di</strong>catividella passaggio del ghiacciaio e,in alcuni spaccati lungo il sentiero, affioranodepositi piuttosto addensati formatida ciottoli più o meno angolosi,localmente sfaccettati, levigati e striati<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni comprese tra 2 cm e 50 cmmescolati ad una matrice sabbioso-argillosa<strong>di</strong> colore bruno (10 YR 4/4 ÷ 7.5 YR)che ne suggerisce un riferimento cronologicoal tardo Pleistocene superiore.Sulla superficie del rilievo spesso si osservauna copertura <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti fini <strong>di</strong>colore variabile da gi<strong>alla</strong>stro a bruno-rossastro,chiamato loess. Si sono formatiquando i depositi glaciali superficiali, allorascarsamente coperti <strong>di</strong> vegetazione,venivano prelevati, trasportati dal ventoFig. 17.10 – Vista <strong>di</strong> Corso Francia dalCastello <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong>. Sullo sfondo la Collina<strong>di</strong> Torino (www.territorioscuola.com)e depositati in ambiente periglaciale sottoforma<strong>di</strong> una coltre omogenea.Proseguendo il sentiero si incontrano <strong>di</strong>versipunti <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentiglaciali parzialmente alterati e ossidatie il caratteristico paesaggio collinare: sipuò avere una vista panoramica dellaforma del Truc Monsagnasco, una dorsalemorenica con lunghezza <strong>di</strong> 1500 m, larghezza<strong>di</strong> 750 m e <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> circa 60 mrispetto <strong>alla</strong> pianura circostante <strong>di</strong> originefluvioglaciale (fig. 17.11).Sosta N° 3 – Roncagliae Truc Castellazzo (379 m)Raggiunto il fondovalle si attraversa laS.P. 184 per risalire verso la frazione Roncaglia.Lungo il percorso e in particolarepresso l’abitato <strong>di</strong> Corbiglia si osservanose<strong>di</strong>menti fini <strong>di</strong> colorazione rossastra(2.5 YR) legati all’intensa alterazione deisuoli. Questi in<strong>di</strong>cano che ci si trova incorrispondenza alle cerchie più antichee pertanto più esterne dell’anfiteatro.Lungo l’incisione del Rio S. Quirico inprossimità <strong>di</strong> Roncaglia è possibile osservarealcuni importanti affioramenti <strong>di</strong>till e depositi torbosi interposti tra duecerchie moreniche a<strong>di</strong>acenti (Truc Monsagnascoe Truc Castellazzo).In prossimità della sommità del Truc, seminascostid<strong>alla</strong> vegetazione, si trovanoalcuni massi <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni a composizionemicascistico-quarzosa, recantinumerosi incavi circolari conosciuti come<strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> <strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>279


“coppelle” che rappresentano una delleprincipali testimonianze dell’inse<strong>di</strong>amentodell’uomo neolitico nella regione.Alcuni <strong>di</strong> essi sono visibili lungo la strada,a Ovest <strong>di</strong> C.na Malpensata. In tutta lav<strong>alla</strong>ta sono stati trovati un gran numero<strong>di</strong> segni scolpiti sulle rocce: rappresentanoincisioni rupestri a cielo aperto,ascrivibili al periodo post-paleolitico che,secondo alcune interpretazioni, avrebberoavuto una funzione astronomica osarebbero serviti per consacrare armi outensili vari (fig. 17.12).Sosta N° 4 – Villarbasse e Pera Majana(364 m)Scendendo nuovamente verso la piana <strong>di</strong>Villarbasse si svolta a destra in <strong>di</strong>rezionedel cimitero e al termine della strada sisvolta a sinistra per raggiungere, dopo uncentinaio <strong>di</strong> metri, i due massi erratici <strong>di</strong>Pera Majana (fig. 17.13). Sono blocchirocciosi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, generalmenteprelevati lungo i versanti rocciosidella valle glaciale per effetto dell’azioneerosiva e/o per fenomeni franosi,quin<strong>di</strong> trasportati per <strong>di</strong>versichilometri più a valle e depositati durantele fasi <strong>di</strong> ritiro del ghiaccio.I due massi <strong>di</strong> Pera Majana sono tra i piùnoti e meglio conservati dell’Anfiteatro<strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong>-Avigliana. Il maggiore ha <strong>di</strong>mensioni<strong>di</strong> circa 1800 m 3 con altezza variabiletra 5-6 m, una lunghezza <strong>di</strong> 25 m elarghezza <strong>di</strong> 13 m; il più piccolo è <strong>di</strong> 300m <strong>di</strong> volume e meno <strong>di</strong> 3 m <strong>di</strong> altezza.<strong>Da</strong>l punto <strong>di</strong> vista litologico questi massisono costituiti da rocce serpentinitichele cui caratteristiche consentono <strong>di</strong> valutarela loro provenienza e <strong>di</strong> calcolarel’estensione raggiunta in passato d<strong>alla</strong>massa glaciale che li ha trasportati.Sulle pareti del masso si è sviluppato unfitto boschetto <strong>di</strong> bagolaro, le cui robustera<strong>di</strong>ci penetrano nelle fessure dellaroccia fino a provocarne un’estrema <strong>di</strong>sarticolazioneche potrebbe causare, neltempo, il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> frammenti rocciosi.Sosta N° 5 – Villarbasse (340 m)Si prosegue il cammino percorrendo ilfianco meri<strong>di</strong>onale della dorsale <strong>di</strong> TrucMonsagnacsco fino a giungere ai suoipie<strong>di</strong> lungo l’attuale fondovalle del T.<strong>San</strong>gone.Al <strong>di</strong> sotto della superficie che costituiscela piana alluvionale del T. <strong>San</strong>gone sisviluppa una fitta rete <strong>di</strong> prese d’acquache alimentano l’acquedottto <strong>di</strong> Torino.Questo risalente al 1860 ed unico nel suogenere poiché caratterizzato da unaserie <strong>di</strong> gallerie filtranti situate ad unaprofon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 10 – 15 metri dentro unafalda acquifera.Morfologicamente si tratta <strong>di</strong> una depressioneallungata concava formatasi adopera dei corsi d’acqua durante il ritirodella massa glaciale. La presenza <strong>di</strong> limoe loess rielaborati, argilla e humus, fa siche il manto <strong>di</strong> copertura sia costantementeumido durante l’anno e quin<strong>di</strong> caratterizzatoda un manto erboso.Durante i mesi invernali, la presenza prolungatadella neve nei settori non espostial sole, provoca localmente unedegradazione della copertura erbosa.La forma dello scaricatore glaciale delPrato Perosino (fig. 17.14) prende origined<strong>alla</strong> sovrapposizione <strong>di</strong> fenomeni glaciali,fluvioglaciali e fluvio-torrentizi nelsettore marginale destro dell’AMRA.In particolare si sarebbe formata adopera delle acque <strong>di</strong> fusione del ghiacciaioincanalate tra due successive pulsazioniglaciali.In un secondo momento, a seguito <strong>di</strong> fenomenierosivi da parte del T. <strong>San</strong>gone,lo scaricatore glaciale ha subito una catturafluviale fino a raggiungere l’attualeconfigurazione che vede la vallecola che280Fig. 17.11 –Veduta d<strong>alla</strong>Cresta Grande <strong>di</strong><strong>Rivoli</strong> (in primopiano il TrucMonsagnasco) Fig. 17.12 - Massi erratici del Truc <strong>di</strong> Monsagnasco (www.rupestre.net e G.Piolti, 1881)


Fig. 17.13 -Massi erratici<strong>di</strong> PeraMajanalo ospitava confluire, al <strong>di</strong> fuori dellecerchie moreniche, nella pianura alluvionaledel <strong>San</strong>gone.Sulla destra della strada principale si osservail ripido versante della Cresta dell’Indritin cui affiorano per un’altezza <strong>di</strong>quasi 50 m i depositi glaciali della cerchiapiù esterna conservata dell’AMRA. Talecerchia oltre ad essere rimodellata dall’azionedegli agenti esogeni è stata erosae in parte asportata dal corso del T. <strong>San</strong>goneche ne ha messo in luce i se<strong>di</strong>menti.*Scendendo verso valle un centinaio <strong>di</strong>metri prima <strong>di</strong> intersecare la S.P., sulla sinistra,si incontra lo stabilimento dell’acquedottoche è possibile visitare (fig.17.15).Sosta N° 6 – <strong>San</strong>gano (345 m)Come già accennato il corso del T. <strong>San</strong>goneha mo<strong>di</strong>ficato il suo andamento neltempo. Durante la costruzione del settorelaterale destro dell’apparato morenicoha iniziato ad interferire con il deflussodel corso d’acqua, creando unlivello <strong>di</strong> base locale che per lungotempo ha controllato l’evoluzione geomorfologicadella valle fino probabilmentea sbarrarne il deflusso.A monte <strong>di</strong> tale punto si sarebbe quin<strong>di</strong>formato un bacino lacustre, come testimoniatodal rinvenimento <strong>di</strong> depositi lacustri.Nelle fasi post-glaciali ilprogressivo approfon<strong>di</strong>mento erosionaledei corsi d’acqua connessi a fattori climatici,tettonici e morfologici e l’abbassamentodel livello <strong>di</strong> base della vallehanno determinato il superamento della“stretta <strong>di</strong> Trana” da parte del T. <strong>San</strong>goneche è venuto quin<strong>di</strong> ad assumere unandamento circa confrontabile all’attuale(fig. 17.16).<strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> <strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>Fig. 17.14 – Scaricatore glaciale del Prato Perosino e sua rappresentazione tri<strong>di</strong>mensionaleFig. 17.15 - Impianto <strong>di</strong> acqua sorgiva<strong>di</strong> <strong>San</strong>gano - Regione Moresco(www.smatorino.it)Fig. 17.16 – Alveo attuale del T. <strong>San</strong>gonepresso <strong>San</strong>gano281


Descrizione della tappa N° 2:Trana – Castello <strong>di</strong> AviglianaLa seconda tappa ha inizio a Trana,dove si colloca la soglia che attualmentecostituisce la linea <strong>di</strong> separazionetra il bacino del T. <strong>San</strong>gone e ilramo laterale destro della Valle <strong>di</strong>Susa. Percorre longitu<strong>di</strong>nalmente lazona dei Laghi <strong>di</strong> Avigliana, fiancheggiandoil Lago Piccolo e del LagoGrande; interseca quin<strong>di</strong> le cerchie piùinterne del settore laterale destro dell’anfiteatro,infine raggiunge il rilievoroccioso del castello <strong>di</strong> Avigliana.AccessoPartendo da <strong>San</strong>gano si raggiunge Tranacon i mezzi pubblici.Provenendo da Torino si prende la tangenzialeOvest, usciti a Beinasco, si proseguelungo la strada statale perOrbassano-Bruino-<strong>San</strong>gano-Trana.Partenza: Trana (376 m): Lat. N45°02’12,18’’ - Long. E 7° 25’ 10,69’’Arrivo: Castello <strong>di</strong> Avigliana (466 m):Lat. N 45°04'50.89 - Long. E 7°23'35.68Base topografica: Carta della RegionePiemonte, scala 1:50.000Altezza minima:sponda del Lago Grande, 353 mAltezza massima:Castello <strong>di</strong> Avigliana, 427 mDislivello totale in salita: 330 mDislivello totale in <strong>di</strong>scesa: 258 mDurata: 2 h ½Lunghezza percorso: 10,6 KmLivello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà: ESosta N °7 – Trana (376 m)Seguendo la SS. 589 che da <strong>San</strong>ganoporta a Trana e superato il ponte sul T.<strong>San</strong>gone, si raggiunge il centro <strong>di</strong> Trana.Poco dopo il ponte si prosegue per ViaMolino e Via Mollar fino al cimitero <strong>di</strong>Trana (450 m) costruito in corrispondenzaa una delle creste della cerchia interme<strong>di</strong>adell’AMRA (parte inferiore delPleistocene sup.). <strong>Da</strong> qui si può osservarela morfologia della “stretta” che separaFig. 17.17 – Rappresentazionetri<strong>di</strong>mensionale della stretta <strong>di</strong> Tranadurante e dopo lo sbarramento glaciale(Baggio et al., 2003, mo<strong>di</strong>ficato)il bacino della Dora Riparia da quello del<strong>San</strong>gone (fig. 17.7).Morfologicamente tale morena, come ingenere i rilievi delle cerchie più interne,hanno <strong>di</strong>slivelli più modesti (tra 10-20 m)e forme più dolci legate ad una minore<strong>di</strong>mensione della massa glaciale che leha modellate. I se<strong>di</strong>menti glaciali che lacostituiscono mostrano le tipiche caratteristichedei depositi glaciali (eterogenei,presenza <strong>di</strong> massi scarsamentearrotondati e abbondante matrice fine).Sosta N° 8 – Torbiera <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bernar<strong>di</strong>no(402 m)Più a N, oltre tali modesti rilievi, visibiliin primo piano, si estende l’ampia pianadella torbiera <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bernar<strong>di</strong>no.Proseguendo il sentiero si attraversa laborgata Cordero e si scende in <strong>di</strong>rezioneFig. 17.18 -Laghi <strong>di</strong>Aviglianadel Lago Piccolo fino <strong>alla</strong> borgata <strong>San</strong> Bernar<strong>di</strong>noche giace su una delle cerchie chedelimita esternamente, verso S, il lago.Man mano che ci si addentra nella valle idepositi glaciali hanno età via via più recente,le forme appaiono più continue,seppure con <strong>di</strong>slivelli minori, e i depositiglaciali sono caratterizzati da minoregrado <strong>di</strong> alterazione evidenziata da unacolorazione grigiastra della matrice.Sosta N° 9 – Lago Piccolo, Avigliana(360 m)Prima del punto <strong>di</strong> ristoro sul Lago Piccoloinizia il “sentiero della torbiera”che percorre tutta la sponda occidentaledel lago. Proseguendo ci si trova immersinella vegetazione <strong>di</strong> ambiente palustre elacustre caratteristica del luogo mentre,verso la sponda orientale del lago, si può282


Fig. 17.19- LagoPiccolo <strong>di</strong>Aviglianaosservare la morfologia glaciale dei rilievicircostanti (figg. 17.8, 17.9).Sosta N° 10 – Lago Grande (369 m)Al termine del sentiero che fiancheggia illago Piccolo si attraversa la cerchia che siinterpone tra i due laghi. Essa rappresentail prodotto <strong>di</strong> uno degli ultimi episo<strong>di</strong><strong>di</strong> espansione glaciale della bassavalle ascrivibile verosimilmente <strong>alla</strong> partesuperiore del Pleistocene superiore.Inoltre d<strong>alla</strong> cresta della morena, incorrispondenza a C.na Merlo sono presentialcuni massi erratici <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<strong>di</strong> circa 3-4 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro; dallostesso luogo si ha un buon punto <strong>di</strong> osservazionesul Lago Grande e sulla Paludedei Mareschi imme<strong>di</strong>atamente piùa monte (fig. 17.20).Sosta N° 11 – Palude dei Mareschi -(360 m)Dopo avere percorso un tratto <strong>di</strong> stradalungo il lago Grande, presso Grignetto, sipuò osservare la morfologia delle cerchiepiù interne dell’AMRA attualmente conservate.Anch’esse, come le precedenti,sono riconoscibili per la caratteristicaforma rettilinea, debolmente arcuataverso Sud e d<strong>alla</strong> presenza <strong>di</strong> ciottoliscarsamente arrotondati che subaffioranoin corrispondenza <strong>alla</strong> superficie.<strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> <strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>Fig. 17.20 – Lago Grande <strong>di</strong> AviglianaFig. 17.21 – Rocce levigate e striate nei pressi del castello <strong>di</strong> Avigliana283


* Lungo la strada è possibile fare unasosta per visitare l’Ente Parco dei Laghi<strong>di</strong> Avigliana (fig. 17.20).Sosta N° 12 – Castello <strong>di</strong> Avigliana(466 m)Proseguendo il percorso si iniziano ad incontrareaffioramenti <strong>di</strong> roccia serpentiniticae prasinitica: questi fanno parte delrilievo roccioso su cui è in parte sviluppatoil Borgo Vecchio <strong>di</strong> Avigliana e il castello.Durante le prime fasi <strong>di</strong> espansione,quando la massa era sufficientementeestesa e <strong>di</strong> notevole spessore, il rilievo rocciosoera completamente sommerso dalghiaccio mentre, durante le fasi successive,quando si è ridotto <strong>di</strong> volume, tale rilievoha costituito un importante ostacoloper la massa glaciale proveniente d<strong>alla</strong>valle <strong>di</strong> Susa che in corrispondenza ad essosi è biforcata in due rami, uno principale incorrispondenza all’attuale corso del F.Dora Riparia e uno secondario nell’area depressache attualmente ospita i laghi.Tracce del passaggio del ghiacciaio sonorappresentate d<strong>alla</strong> forma montonatadelle rocce, dal loro aspetto levigato elocalmente striato (fig. 17.21).Ai pie<strong>di</strong> del rilievo inoltre si osservano alcuniaffioramenti <strong>di</strong> depositi glaciali riferibilialle ultime fase <strong>di</strong> espansione.Seguendo le in<strong>di</strong>cazioni si raggiunge il castellosituato su uno sperone roccioso <strong>di</strong>prasiniti a 466 m <strong>di</strong> quota dal quale si dominatutta la città <strong>di</strong> Avigliana e i suoi laghi.Descrizione della tappa N° 3:Avigliana – <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>La terza tappa consente <strong>di</strong> proseguire ilcammino fino al contrafforte del MontePirchiriano, su cui è costruita la suggestiva<strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong> (936 m)dall’alto della quale si domina tutta lav<strong>alla</strong>ta e l’anfiteatro morenico.AccessoPartendo da Avigliana si seguono le in<strong>di</strong>cazioniper la <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>.Partenza: Castello <strong>di</strong> Avigliana (466 m):Lat. N 45°4’1,67’’ - Long. E 7°23’37,49’’Arrivo: <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong> (936 m):Lat. N 45°05'52.40 - Long. E 7°20'35.79Base topografica: Carta della RegionePiemonte, scala 1:50.000Quota minima: Bertassi, 347 mQuota massima:<strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>, 936 mDislivello totale in salita: 880 mDislivello totale in <strong>di</strong>scesa: 330 mDurata: 3 hLunghezza percorso: 11 KmLivello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà: ESosta N°13 – <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>(936 m)Ritornando verso il fondovalle si riprendela strada principale per Bertassi attraversandoparte della torbiera si risale il versantedel monte Pirchiriano per giungere<strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>, tappa finale delpercorso N° 2 (fig. 17.22). Lungo il percorso,oltre che a numerosi affioramenti<strong>di</strong> rocce serpentinitiche e prasinitiche,s’incontrano alcuni affioramenti <strong>di</strong> depositiglaciali, ad esempio presso la localitàS. Pietro. Man mano che ci si alza <strong>di</strong> quotail versante è prevalentemente modellatoin roccia e appaiono meno evidente letracce del passaggio del ghiacciaio.Nell’ultimo tratto <strong>di</strong> strada che precedela <strong>Sacra</strong>, a partire dal cimitero antico, lamorfologia della cresta descrive unasella con un tratto pianeggiante <strong>di</strong> alcunecentinaia <strong>di</strong> metri. Tale forma rappresentala traccia <strong>di</strong> modellamento <strong>di</strong>un antico scaricatore glaciale che defluivaa tale altezza quando il volumedella massa glaciale era notevolmentemaggiore.Fig. 17.22 - <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong><strong>Da</strong>l piazzale della <strong>Sacra</strong> si ha un eccezionalepunto <strong>di</strong> vista su tutto l’AMRA esu tutta l’area precedentemente attraversata:da valle verso monte si osservanola città <strong>di</strong> Torino, le valli della DoraRiparia e del T. <strong>San</strong>gone, i Laghi e la città<strong>di</strong> Avigliana e i rilievi alpini.284


Elenco numeri utili e serviziPolizia: (<strong>Rivoli</strong>) 011.9511865,(Avigliana) 011.9367638Guar<strong>di</strong>a forestale:011.9350126 (Almese),011.9378926 (Giaveno)SACRA DI SAN MICHELE:www.sacra<strong>di</strong>sanmichele.comGIARDINO BOTANICO “REA”:http://www.horti.unimore.it/CD/Rea/Reahome.htmlAutori:Marco GIARDINO, Stefania LUCCHESIe Luigi PEROTTIDipartimento Scienze della TerraGeoSitLabUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> TorinoVia Valperga Caluso, 35 - Torinoluigi.perotti@unito.it<strong>Da</strong> <strong>Rivoli</strong> <strong>alla</strong> <strong>Sacra</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>PARCO NATURALE DEI LAGHIDI AVIGLIANA:www.parks.it/parco.laghi.avigliana/Link utili:Comune <strong>di</strong> <strong>Rivoli</strong>: www.comune.rivoli.to.it/Comune <strong>di</strong> Villarbasse:www.comune.rivoli.to.it/Comune <strong>di</strong> <strong>San</strong>gano:www.comune.sangano.to.it/Comune <strong>di</strong> Trana:www.comune.trana.to.it/Comune <strong>di</strong> Avigliana:www.comune.avigliana.to.it/285

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