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il bacino idrografico del torrente mela - Geologia e Turismo

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grotte. Dette cavità hanno apertura esternavariab<strong>il</strong>e da 2 a 3 m di diametro e sono posti in tredifferenti livelli rispetto all’attuale alveo. Quelle piùin basso sono ancora lambite dalle acque <strong>del</strong>laFiumara.Paesaggio. La paesaggistica nell’intera Vallerisulta essere pregevole e fortemente variegata.Peculiari per le loro caratteristiche morfologiche eper i suggestivi panorami che offrono sono i siti diColle Makkarruna (370 m), su cui sorgono <strong>il</strong>Castello e <strong>il</strong> Borgo medievale di Santa Lucia <strong>del</strong>Mela; Rocca Timogna, che, secondo la posizionedi osservazione, presenta <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o di una testa diun primate o di un leone; Rocca di Vernava, consembianze umane; Pizzo Acqua Bianca, da cuinasce <strong>il</strong> T.te Mela; Pizzo Croce, posto sullospartiacque orientale <strong>del</strong> <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong>.Unico elemento di impatto negativo nell’intero<strong>bacino</strong> è la presenza di sei cave nei potenti livellidi marmi, per la produzione di cemento e asfalto.CLIMATOLOGIAIl territorio è interessato da un clima asciuttosubumidonella fascia altimetrica compresa tra <strong>il</strong>livello <strong>del</strong> mare e 450 m s.l.m., subumido-umidotra 450 e 850 m, umido a quota superiore a 850 m.La piovosità media annua è di circa 854 mm (per <strong>il</strong>periodo di osservazione 1965-1994). Tale dato siinquadra nella media dei valori pluviometriciregistrati nel versante tirrenico dei M. Peloritani.Nonostante questi valori non molto elevati <strong>il</strong> T.teMela, deviato dal corso principale nel periodo1581-1640 per evitare i r<strong>il</strong>evanti danni provocaticon l’interramento <strong>del</strong> porto di M<strong>il</strong>azzo ovesfociava, ha fatto registrare nel corso dei secolinumerosi eventi alluvionali tra i quali si segnalanoquelli <strong>del</strong> 30 settembre 1846, <strong>del</strong> 18-19 ottobre1951 e <strong>del</strong> periodo iniziato <strong>il</strong> 23 dicembre 1972 econcluso <strong>il</strong> 2 gennaio 1973.GEOLOGIAIl Territorio rientra nel complesso orogene<strong>del</strong>l’Arco Calabro-Peloritano e risulta costituito darocce metamorfiche, plutoniche e sedimentarieche raccontano una lunga e affascinante storiaevolutiva, dal Proterozoico all’Attuale.Precisamente, <strong>il</strong> <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong> in oggettoincide i basamenti cristallini <strong>del</strong>le quattro unitàgeometricamente più elevate <strong>del</strong>l’Edificio AlpinoPeloritano, le quali, dall’alto verso <strong>il</strong> basso e da Nverso S, risultano essere le Unità <strong>del</strong>l’Aspromonte,Mela, Piraino e Mandanici (Bonardi et al., 1976,2004; Messina et al., 1997, 2004; Carbone, 2008;Servizio Geologico d’Italia, F° 587 M<strong>il</strong>azzo - F° 600Barcellona Pozzo di Gotto, in press).L’Unità <strong>del</strong>l’Aspromonte, affiora solo vicino alborgo di Santa Lucia <strong>del</strong> Mela e mostra la piùcomplessa storia <strong>del</strong>l’Arco Calabro-Peloritano.Essa risulta costituita da un basamento Paleo-Proterozoico (1700 Ma) di crosta profonda, chedocumenta tre eventi plutonici (Paleo-Proterozoico, Tardo Pan-Africano e TardoVarisico) e tre metamorfici (Pan-Africano, Varisicoe Alpino). Tra i litotipi affioranti prevalgono corpi digneiss occhiadini varisici con localizzatasovrimpronta alpina (plutoniti <strong>del</strong> Neo-Proterozoico-Cambriano).L’Unità <strong>del</strong> Mela, di recente riconoscimento, affioraper tutta la Valle, costituita da un basamentoPaleozoico di crosta intermedia, interessato da unmetamorfismo Eo-Varisico (Carbonifero medio) infacies eclogitica, unico in tutto l’Arco Calabro-Peloritano, e da una riequ<strong>il</strong>ibrazione Varisica infacies anfibolitica (Carbonifero sup.). Il basamentoè formato a tetto da potenti livelli di marmi, ricchi infenomeni carsici, alternati a corpi eclogitici e, allabase, da gneiss e scisti.L’Unità di Piraino, anch’essa di recentericonoscimento, affiora nella porzionegeometricamente più profonda <strong>del</strong>la partemediana <strong>del</strong>la Valle, con piccoli spessori, formatada un basamento Paleozoico di crosta intermediosuperficiale,interessato da una zoneografiametamorfica dalla facies a scisti verdi fino a quellaanfibolitica (Carbonifero sup.). Prevalgono nellaValle f<strong>il</strong>ladi grigio-scure a granato e biotite.L’Unità di Mandanici affiora nella partegeometricamente più profonda <strong>del</strong> tratto iniziale<strong>del</strong>la Valle, formata da un basamento Paleozoicodi crosta superficiale interessato da unmetamorfismo Varisico in facies a scisti verdi(Carbonifero sup.). I litotipi prevalenti sono f<strong>il</strong>ladi emetareniti argentee e verdastre.Mineralizzazioni polimetalliche a Pb, Zn, Cu, Sn,Sb, As, W, Ag, Au, sono presenti in tutte le quattrounità ascritti a depositi primari legati a processiplutonici Proterozoici e Paleozoici nell’Unità<strong>del</strong>l’Aspromonte, a depositi sedimentario-vulcanicinelle rimanenti Unità, nonché a rimob<strong>il</strong>izzazionimetamorfiche successive e a fenomeni idrotermalioriginatesi dal Miocene inf. all’Attuale.Per tale ricchezza di depositi metallici, sononumerose le testimonianze di antiche minierepresenti soprattutto nel tratto medio-inferiore <strong>del</strong><strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong> <strong>del</strong> T.te Mela (Fig. 2).Sopra le unità alpine suddette affiorano, inmaniera discordante, sedimenti post-orogeni ditipo continentale e marino, di varia genesi ecomposizione, depositatisi dal Mioceneall’Olocene.FLORA E FAUNANel <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong>, oltre alla ricca presenza dispecie floristiche comuni nel bioma mediterraneo,si registrano specie endemiche, inserite nelle ListeRosse, come la Frit<strong>il</strong>laria messanensis,l’Adenocarpus commutatus e <strong>il</strong> Trifolium savianumdiffusi a Sud <strong>del</strong> Colle Makkarruna e nell’area di116


Figura 2 - I resti <strong>del</strong>le gallerie minerarie a pirrotinae galena nel Vallone Malonato.Pizzo Mualio. Sono, inoltre, degni di nota boschiripali ad Ontano nero e distese di Erica arborea.Il Territorio costituisce un’area preferenziale perdiverse specie animali, di cui le più vulnerab<strong>il</strong>iperquest’area sono: Vulpes vulpes, Mustelanivalis, Felis s<strong>il</strong>vestris, Glis glis, Muscardinusavellanarius,Oryctolagus cuniculus, Sus scrofa, Erinaceuseuropaeus, Hystrix cristata, Potamon fluviat<strong>il</strong>e,Alectoris graeca whitakeri, Garrulus glandarius,Cettia cetti, Corvus corax, Sylvia cant<strong>il</strong>lans,Scolopax rusticola, Gallinago gallinago, Carduelischloris, Strix brachyotus, Falco columbarius, Falcoperegrinus, Lacerta b<strong>il</strong>ineata, Testudo hermanni.All’interno <strong>del</strong> <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong> esistono le zoneprotette <strong>del</strong> “Demanio Forestale Mela” e <strong>del</strong>l’AreaSIC (Sito di Interesse Comunitario) “ITA030007 -Affluenti <strong>del</strong> Torrente Mela”.Il Demanio Mela occupa una superficie di 18,27km 2 ed è compreso tra i bacini montani deiTorrenti Idria, Longano e Mela. Esso è ricco diboschi di Pino Mediterraneo e Castagno e diestese aree di Macchia Mediterranea ad Erica(Erica arborea), Ginestra dei carbonai (Cytisusscoparius), Ginestra di Spagna (SpartiumJunceum), Corbezzolo (Arbutus unedo) e Cisto(Cistus salvifolius, Cistus creticus e Cistusmonspeliensis).L’area SIC si sv<strong>il</strong>uppa su una superficie di 15,29km 2 ed è caratterizzata dalla presenza di una riccaavifauna migratoria, <strong>del</strong>la quale segnaliamo, tra lespecie a rischio, <strong>il</strong> martin pescatore (Alcedoatthis). Sono sempre specie a rischio insetti comel’Hydropsyche doehleri e <strong>il</strong> Neurorthus iridipennis.Tra le specie botaniche si segnala la presenza diWoodwardia radicans e di Frit<strong>il</strong>laria messanensis,lungo ristrette valli, ultime stazioni (ValloneMandrazza e Vallone <strong>del</strong> Lacino) per Woodwardiapresenti in Sic<strong>il</strong>ia (Fig. 3).ASPETTI STORICO-CULTURALILe caratteristiche morfologiche <strong>del</strong> <strong>bacino</strong> hannofortemente influenzato nel passato l’evoluzionestessa degli insediamenti umani. Le tracce piùFigura 3 - La cascata <strong>del</strong>lo “Schiccio a Saitta” nel V.ne<strong>del</strong> Lacino e la stazione a Woodwardia radicans.antiche rinvenute in quest’area sono localizzatenella zona <strong>del</strong>l’alveo mediano <strong>del</strong> T.te Mela(Contrada Cattera), dove sono emersi i resti ditombe romane <strong>del</strong> II secolo d.C. (Parisi, 1973).Il corso attuale <strong>del</strong> T.te Mela dovrebbecorrispondere a quello riportato da Ovidio (Fasti,IV, 476) come “luogo da pascolo per le vacchesacre” (sacrarumque Mylas pascua laeta boum).In epoca romana quest’area doveva avereun’importanza strategica, testimoniata dal fattoche nelle vicinanze sorgeva <strong>il</strong> famoso Tempio diDiana Facellina (Phacelinus Sic<strong>il</strong>iae iuxtaPeloridem, confinis Templo Dianae), citato dadiverse fonti storiche ed ancora oggi oggetto distudi e ricerche geo-archeologiche.L’insediamento più importante <strong>del</strong> <strong>bacino</strong><strong>idrografico</strong> <strong>del</strong> T.te Mela è rappresentato dal borgomedievale di Santa Lucia <strong>del</strong> Mela. L’attualecentro storico sembra essere <strong>il</strong> risultato<strong>del</strong>l’occupazione araba, normanna, sveva edaragonese. Diversi sono i toponimi ai quali sonostati associati i nuclei originari <strong>del</strong>l’odiernoimpianto urbano, tra i quali Makarun o Mankarru(periodo arabo) e Casale Sanctae Luciae (epocanormanna).Il Castello a tre torri, rispettivamente triangolare,c<strong>il</strong>indrica e quadrangolare, fu ricostruito, conlaterizi, vulcaniti eoliane, arenarie <strong>del</strong> Flysch diCapo d’Orlando (Oligocene sup.-Burdigaliano inf.)e metamorfiti varie tipiche <strong>del</strong>la Valle, sotto ladominazione di Federico II d’Aragona, nel 1322,su un Palatium già esistente. Secondoricostruzioni storiche quest’ultimo fu edificato dagliArabi, a partire dall’anno 837, sulla vetta <strong>del</strong> ColleMakkarruna (dall’arabo Makrun, luogo “arroccato,sicuro”). Nel 1673, la parte quadrangolare <strong>del</strong>Castello, ricostruita, costituì <strong>il</strong> Santuario <strong>del</strong>laMadonna <strong>del</strong>la Neve, che custodisce, tra l’altro, labellissima statua marmorea di Antonello Gagini(1529).La Cattedrale, di epoca normanna, fu edificata nel1094 per volere <strong>del</strong> Gran Conte Ruggero Id’Altav<strong>il</strong>la e dedicata alla martire Santa Lucia.117


L’attuale struttura architettonica risale al periodo1607-1642.Il borgo deve a Federico II di Svevia l’appellativo di“città <strong>del</strong>iziosa” (Urbs <strong>del</strong>ictiosa) e l’istituzione<strong>del</strong>la Cappellania Maggiore <strong>del</strong> Regno di Sic<strong>il</strong>ia.Durante la reggenza <strong>del</strong> suo Impero a Santa Luciafu anche fondata, nel 1206, la prima Prelatura <strong>del</strong>mondo cattolico (la Prelatura Nullius).Santa Lucia fece parte <strong>del</strong>le 42 Città demaniali<strong>del</strong>la Sic<strong>il</strong>ia che ebbero <strong>il</strong> priv<strong>il</strong>egio di essererappresentate nel Parlamento sic<strong>il</strong>iano (riunitosiper la prima volta a Mazara nel 1097).La cinta muraria medievale voluta da Federico IId’Aragona è ancor oggi rintracciab<strong>il</strong>e nei pressi<strong>del</strong>la Chiesa di San Nicola.Nel 1400 Santa Lucia fu interessata da una forteimmigrazione di Ebrei, comunità insediata nelquartiere <strong>del</strong>la Giudecca, nel centro storico. Inquesto periodo si ebbe <strong>il</strong> massimo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>lacoltivazione <strong>del</strong> gelso, introdotta dagli Arabi, e<strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong>la seta.Degne di nota, per l’enorme patrimonio storicoartisticopresente sono: la Tela di S. Biagio di P.Novelli, la Tela <strong>del</strong>l’Assunzione di Fra Felice daPalermo, la Tavola di S. Marco di D. Guinaccia, lastatua marmorea di S. Lucia di F. Laurana, lastatua in alabastro roseo <strong>del</strong>l’Ecce Homo di I.Marabitti, <strong>il</strong> gruppo marmoreo <strong>del</strong>l’Ultima Cena diV. V<strong>il</strong>lareale, <strong>il</strong> fonte battesimale e <strong>il</strong> portalemarmoreo di G. de Baptista nella Cattedrale;l’antica Tavola <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong>le Grazie diAutore Ignoto, la Tavola <strong>del</strong>la Circoncisione <strong>del</strong>laScuola di Polidoro da Caravaggio nella Chiesa diS. Maria Annunziata (secolo XV), famosa ancheper <strong>il</strong> suo imperioso campan<strong>il</strong>e di 32 m; <strong>il</strong>maestoso Altare marmoreo e la statua di S. Nicoladi Scuola Gaginesca nella Chiesa di San Nicola(secolo XV); <strong>il</strong> Tabernacolo ligneo di Fra Isidoro daMessina, la Cripta con i corpi mummificati di moltinotab<strong>il</strong>i luciesi nella Chiesa dei Padri Cappuccini(secolo XVII); la Statua marmorea <strong>del</strong>la Madonnadi Trapani nel Palazzo Vescov<strong>il</strong>e (secolo XVII); iresti <strong>del</strong>la Chiesa di San Michele Arcangelo(secolo XV), sede nel passato di un Lazzaretto diimportanza comprensoriale e <strong>del</strong> Monte di Pietà.A testimonianza <strong>del</strong> fatto che <strong>il</strong> territorio montano<strong>del</strong> <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong> <strong>del</strong> T.te Mela è stato abitatoin passato, rimangono: i resti di una grandestruttura ipogea (forse un’antica torre diavvistamento); due neviere; i resti di alcunipagghiari e di un cubburo (abitazioni e ricoveri percontadini e pastori); numerosi mulini ad acqua; iresti di alcune calcare (antiche fornaci per laproduzione <strong>del</strong>la calce).La posizione strategica <strong>del</strong> borgo, che domina laValle <strong>del</strong> T.te Mela ad W, <strong>il</strong> T.te Floripotema ad E,la Penisola e <strong>il</strong> Golfo di M<strong>il</strong>azzo sul Mar Tirreno aN e, infine, <strong>il</strong> Golfo di Patti e l’arcipelago Eoliano aNW-WNW, rese possib<strong>il</strong>e a Garibaldi, comestoricamente documentato, lo studio di una <strong>del</strong>lebattaglie più decisive per <strong>il</strong> raggiungimento<strong>del</strong>l’Unità d’Italia: la Battaglia di Corriolo,conosciuta come Battaglia di M<strong>il</strong>azzo, <strong>del</strong> 20 luglio1860.CONCLUSIONILa ricostruzione dei caratteri abiotici, biotici estorico-culturali <strong>del</strong> <strong>bacino</strong> <strong>idrografico</strong> <strong>del</strong> T.teMela ha permesso anche di enucleare specificipercorsi geoculturali finalizzati alla fruizione e algodimento <strong>del</strong>le bellezze naturali, artistiche,architettoniche e paesaggistiche <strong>del</strong> Territorio.BIBLIOGRAFIABONARDI G., GIUNTA G., LIGUORI V., PERRONE V.,RUSSO M. & ZUPPETTA A., Schema geologico deiMonti Peloritani. Bollettino <strong>del</strong>la Società GeologicaItaliana, 1976, 95, pp. 49-74.BONARDI G., CAGGIANELLI A., CRITELLI S.,MESSINA A., PERRONE V., ACQUAFREDDA P.,CARBONE, G., CARERI G., CIRRINCIONE R.,D’ERRICO M., DOMINICI R., FESTA V., IANNACEA., MACAIONE, E., MAZZOLI S., NOTARO P.,PARENTE M., PERRI E., PILUSO E., SOMMA R.,SONNINO M. & VITALE S., Geotraverse across theCalabria-Peloritani Terrane (Southern Italy). Field TripGuide Book - P66, 32nd International GeologicalCongress IUGS, Florence, August 20-28-2004. APAT,pp. 1-60.CARBONE S., MESSINA A. & LENTINI F., NoteIllustrative <strong>del</strong>la Carta Geologica d’Italia alla Scala1:50.000. Foglio 601 Messina-Reggio di Calabria.Servizio Geologico d'Italia, APAT, 1, 3-179. S.EL.CA.,Firenze, 2008.CARBONE S., MESSINA A. & LENTINI F., NoteIllustrative <strong>del</strong>la Carta Geologica d’Italia alla scala1:50.000. Fogli 587 M<strong>il</strong>azzo e 600 Barcellona Pozzodi Gotto, Servizio Geologico d’Italia, ISPRA.S.EL.CA., Firenze, 2010, in corso di stampa.MESSINA A., PERRONE V., GIACOBBE A. & DEFRANCESCO A.M., The Mela Unit: a medium grademetamorphic unit in the Peloritani Mountains(Calabria-Peloritani Arc, Italy). Boll. Soc. Geol. It.,1997, 116, pp. 237-252.MESSINA A., SOMMA R., LIMA A.M., MACAIONE E.,CARBONE G. & CARERI G., The abundance of 55elements and petrovolumetric mo<strong>del</strong>s of the Crust inthe Peloritani Mountains. In: Sassi F.P. (Ed.), “Theabundance of 55 elements and petrovolumetricmo<strong>del</strong>s of the crust in 9 types areas from thecrystalline basements of Italy, with some geophysicaland petrophysical data”. Rome, Accademia Nazionale<strong>del</strong>le Scienze detta dei XL. F. P., 2004, 13, pp. 411-450.PARISI G., Alla ricerca di Diana Facellina. S. Lucia e <strong>il</strong>“Melan” nel Mito e nella Storia, S. Lucia <strong>del</strong> Mela,Tipografia “Sacro Cuore”, 1973, pp. 413.REGIONE SICILIANA, ASSESSORATO TERRITORIOE AMBIENTE, Piano Stralcio di Bacino per l’AssettoIdrogeologico <strong>del</strong>la Regione Sic<strong>il</strong>iana (P.A.I.), 2004,aggiornamento 2006.118

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