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Numero Speciale - DF Sport Specialist

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COLLE DELL’INNOMINATA – ANNO 1961:LA TRAGEDIA CHE DÀ LUCEA UNA VITAAndrea Bonatti Oggioni e Oggioni (foto (foto Sterna) Gallieni)La via (foto Epoca)tagne, e nemmeno per la sua grande amicizia verso tanti nostriconcittadini, ma perché dalla sua conoscenza l’alpinismo e ilsenso stesso del vivere possono ricevere spunti di rara vitalità.Cinquant’anni segnano nella nostra epoca postmoderna unabisso nel confronto delle generazioni: al giorno d’oggi AndreaOggioni non lo comprenderemmo più. Come può essere del restoconcepibile da chi vive nella civiltà dei consumi che un robustogiovanotto di diciotto anni che lavora duramente in fabbricasei giorni la settimana, si alzi di buon’ora anche la domenica perprendere il treno che da Villasanta lo porta a Lecco e da qui poiraggiunga i Piani Resinelli: ma non con la corriera – che costa!– e nemmeno calzando gli scarponi – che si consumano! – mamettendosi ai piedi dei poveri zoccoli per salire i dieci chilometriche coprono i mille metri di dislivello, attraverso il sentiero dellaVal Calolden!.Ma arrivato ai Resinelli, per Andrea è come essere entrato nelpaese delle fiabe, ai piedi di quelle vette dalle forme più varieche ogni mattina sulla strada del lavoro, quando l’aria è tersa,può vedere ed ammirare con gioia segreta. Ed ora su quellevette può finalmente salire, affrontando pareti sempre più difficili,anche se il suo abbigliamento richiama più l’operaio metalmeccanicoche l’alpinista.Ma le bellissime guglie della Grignetta sono un brevissimo trampolinodi lancio, perché nello stesso anno della sua prima salitasu roccia, il Fungo, Andrea passa ad affrontare le più impegnativeDolomiti, nel gruppo del Vajolet: con Josve Aiazzi, che diventeràsubito il suo inseparabile compagno di cordata, conquistala Torre Delago. Da questo momento il suo è un bruciare di tappe,un emergere rapido in un ambiente dove i grossi nomi nonmancano certo e farsi luce è tutto merito della propria classe evolontà. Entra a far parte del prestigioso gruppo Pell e Oss dellaU.O.E.I. sezione di Monza e si lega ben presto con gli esponentipiù rappresentativi di quella generazione di alpinisti: Walter Bonatti,Josve Aiazzi, Bruno Ferrario, Giancarlo Frigeri, Carlo Mauri,Luigi Castagna, Cesare Giudici, Arnaldo Tizzoni, Dino Piazza,Pierluigi Airoldi, Romano Merendi, Nando Nusdeo, Angelo Pizzocolo,Gianni Arcari, Gianluigi Sterna, Luciano Tenderini, CamilloZamboni. A soli 24 anni è ammesso al Club Alpino AccademicoItaliano: è il più giovane tra i membri, e questo la dice lunga sulsuo conto. Ha esordito infatti strabiliando tutti, per essere riuscitoa soli 19 anni a ripetere di seguito le tre grandi prime, famosissime,di Riccardo Cassin, laNordest del Pizzo Badile, la Nord della Punta Walker alle GrandesJorasses e la Nord della Cima Ovest di Lavaredo, e poi laOvest dell’Aiguille Noire de Peutèrey dei lecchesi Ratti e Vitali,seconda ripetizione. Compie sulle Dolomiti prime ripetizioni di viedi grande prestigio, come la via Livanos-Gabriel (o dei Francesi)alla parete Nordest della Cima Su Alto in Civetta e la prima invernaledella via Costantini-Apollonio al Pilastro Sudovest dellaTofana di Rozes. Sempre sulle Dolomiti traccia tre vie di altissimolivello tecnico: la parete Sud della Cima di Campiglio, il GrandeDiedro sulla parete Est della Brenta Alta e la via della Concordiasulla parete Sudest della Cima d’Ambiez. Le vittorie si susseguonocon un crescendo incredibile: ma difficilmente si può trovareuna sua fotografia che ne evidenzi il giusto orgoglio. Andrea ciappare sempre con un volto intenso ma modesto, e quando sorridesi scorge immancabilmente in lui un velo di tristezza chenasconde una profonda nostalgia.I suoi orizzonti alpinistici si allargano nelle due spedizioni alleAnde, che effettua nel 1958 alla Cordigliera Apolobamba, sulconfine peruviano-boliviano, e nel 1961 al Cerro Rondoy Nord, di5821 m, nella Cordigliera di Huayhuash, che conquista insieme aWalter Bonatti. Con Bonatti intanto, dopo che Josve Aiazzi ha abbandonatoil campo per sposarsi, e con Roberto Gallieni formala più splendida cordata degli anni ’50. Il loro obiettivo è il MonteBianco, proprio la vetta massima, per tracciarvi vie suggestive digrandi difficoltà alle quote più alte. Se i pilastri del versante Suddel Monte Bianco, dal Pilastro Rosso del Brouillard alla Sudestdel Mont Maudit, alla “Chandelle” del Pilone Centrale del Freneyrappresenteranno il punto di massima affermazione della cordata,qui parimenti Andrea vedrà stroncarsi la sua giovane vita. La32

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