INTERVISTANuoto in rosa:DIANA BETTINintervista di Stefano MichelinLa storia sportiva di Diana Bettin nel nuoto inizia circa tre anni fa quando, dopo aver praticato per un certo periodoginnastica artistica, decide di cimentarsi in una differente disciplina. In breve arriva all’agonismo e, grazie ad unamaturità anomala per una ragazza così giovane (classe 1997) e tanta dedizione, già dal 2010 inizia a raccogliere significativirisultati in campo provinciale e regionale che fanno ben sperare per gli anni futuri.Nata a Siena per volontà materna ma da sempre residente a Monza dove studia e si allena, dopo qualche capibileimbarazzo iniziale, è seguita un’intervista che ha messo in luce una giovane fortemente consapevole di sé e determinata,che ha ben in mente quello che vuole, non solo nel nuoto…Diana, come ti sei avvicinata al nuoto?Ho iniziato circa tre anni fa perché, dopo aver fatto ginnasticaartistica, volevo fare qualcosa di diverso e ho pensato a questosport. Dopo poco mi hanno chiesto se volevo entrare nell’agonismoe ho detto di sì, così ho iniziato a fare gare anche seall’inizio a queste non ci pensavo; avevo iniziato così, tanto perfare qualcosa.Quanto tempo devi dedicare all’allenamento?Ho 5 giorni alla settimana di allenamenti per 2 ore, alla Triante diMonza; è una delle sedi della GIS-Milano, la mia società. Sonoallenamenti molto duri anche se il mio allenatore, Diego, è il più42
avo che ho avuto finora perché non fa come tanti altri che puntanosolo ai kilometri che fai in vasca; lui lavora sulla qualità piùche sulla quantità. Sa cosa pensa un’atleta quando si allena equando gareggia e questo ci aiuta tanto.Senti molto lo stress prima delle gare?Si, abbastanza! Davanti al blocco continuo a sistemarmi gli occhialinioppure il costume per evitare che mi si sfili qualcosa;è una sorta di rituale che faccio ogni volta. Quando faccio unagara, so che ho un mio tempo da migliorare e questo un po’ miagita, poi però penso “o la va, o la spacca”.mio zio Giorgio, che nuota anche lui, mi porta spesso in giro conil suo cavallo; è uno di quelli da corsa…è bellissimo!E con la scuola come va? Hai avuto gli esami di terza mediaquest’anno giusto?Si, studiare mi piace, abbastanza insomma. Ho appena finitole medie alll’Istituto Frank a Monza; gli scritti sono andati bene:ho portato una tesina dal titolo “Acqua e <strong>Sport</strong> per la Vita” doveho portato l’acqua nello sport, nella scienza, nella pittura, nellaletteratura, ecc.Agli orali invece ero un po’ nervosa, come sempre.Va bene, ma oltre ai tuoi tempi devi anche vedere di arrivaredavanti alle tue avversarie no?Si, è vero, ma io nuoto per me e per i miei tempi. So quandovinco o sono sul podio ma se non ci sono, migliorando lo stessoun mio tempo, sono contenta uguale. Diciamo che faccio le gareil base ai risultati degli allenamenti.Eppure podi e altri piazzamenti di rilievo ne hai collezionati nonpochi (vediamo insieme un po’ di risultati dei quali Diana ignoravapersino l’esistenza! Tutto il materiale è reperibile su internet).Ah davvero! Beh, non lo sapevo (ride); mi fa piacere ma come hodetto, do più importanza al mio tempo che non al piazzamento,anche se so che è importante.Eppure col nuoto dovresti saper affrontare le situazioni di ansiae stress…Infatti prima degli orali mi sentivo come davanti al blocco; facevogli esercizi per respirare poi ho dato il meglio che potevo.Dedichi tanto tempo allo studio?No, non mi serve…provo a fare come negli allenamenti cioèpuntando sulla qualità, stando attenta in classe e studiandomibene gli appunti, piuttosto che passare tante ore sui libri. Pocotempo ma di qualità insomma.(Mamma Elena aggiunge: “E’ molto severa con sé stessa, sianel nuoto che nello studio. Vuole sempre ottenere il massimo dasé e, se non ci riesce, se la prende davvero tanto”).INTERVISTACi sono anche articoli che parlano di te, lo sai? Tipo sul Giornaledi Monza ad aprile…Si, questo lo so. Ce ne sono anche altri. Ogni tanto fermano miamamma per la strada e le dicono:”Ma lo sa che c’è sua figlia sulgiornale?” Ci fa piacere ovviamente…Ci sono nuotatori o nuotatrici che ti sono da esempio?Si, ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Rosolino; è unapersona fantastica! Ho parlato con lui e con i suoi amici e ho lettodelle cose che ha scritto ed è veramente un grande. Nuota ancoraperché gli piace e si diverte, non solo per vincere e questo èda esempio, e lo fa anche se dicono che è vecchio ormai.Ti piace leggere?Tantissimo! Se un libro non mi piace lo mollo a metà e non ciperdo tempo ma se mi prende, sono capace di non fare altro.Come per la serie di Herry Potter, che l’ho letta tutta in un mesee mezzo!E cos’altro ti piace fare?Beh, ascoltare musica, roba moderna ma anche AC/DC peresempio. Li ascolto spesso prima di una gara con l’iPod per caricarmi;e poi stare con gli amici. Ci sono quelli della piscina equelli extra-piscina ma sono importanti tutti.E poi mi piacciono tantissimo i cavalli. Quando vado a trovareE dopo cosa farai?Voglio fare il classico perché ti fa conoscere tutto. Puoi fare tuttodopo, dal dottore all’insegnante a quello che ti pare. Dà unacultura di base l’insegnamento classico, un ampio spazio perscelte diverse.Anche la nuotatrice professionista?Non so se farò la nuotatrice professionista. Ho davanti tantecose ed il nuoto è una di queste ma non l’unica. Ogni tanto misembra di voler smettere; una volta sentivo che quello che stavofacendo era l’ultimo allenamento, mi sono messa a piangere…poi il giorno dopo ero li, ancora.Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto il nuoto?Tolto sicuramente il tempo; come dicevo prima, ci si deve allenaretanto e a lungo, e hai meno tempo per esempio per stare congli amici, ma mi dato tantissimo. Quando smetti, senti comunqueche ti manca qualcosa. Il nuoto ti lascia qualcosa dentro; sarà ilcontatto con l’acqua, la concentrazione che devi trovare…(“Basta che non nuoti per tre giorni” specifica mamma Elena“che diventa nervosa, irascibile; vedo che le manca l’acqua, lostare con gli altri in piscina”).Cosa vedi nel tuo futuro?Non so…però credo che con quello che faccio qualcosa mi tor-43