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IL PROTAGONISTA<br />
/Come tanti ragazzi argentini la<br />
passione per il calcio è innnata:<br />
“Ho cominciato a giocare da<br />
piccolissimo per strada come tanti<br />
bambini – ricorda Denis – ho sempre<br />
giocato <strong>nel</strong> ruolo di attaccante. Il salto<br />
di qualità l’ho fatto quando ho vestito<br />
la maglia del Talleres de Remedios De<br />
Escalada, compagine per cui tifavo,<br />
avevo 16 anni e giocai <strong>nel</strong>la Primera B<br />
Metropolitana, divisione regionale<br />
della terza serie argentina”. La carriera<br />
di Denis prosegue in Argentina al<br />
Quilmes e al Club Atlético Los Andes.<br />
La prima esperienza italiana è <strong>nel</strong><br />
Cesena, poi il ritorno in patria<br />
<strong>nel</strong>l’Arsenal de Sarandí che lo riscatta<br />
dal Cesena e poi lo cede al Colon.<br />
Viene poi chiamato all’Independiente,<br />
infine, ancora l’Italia <strong>nel</strong> suo destino<br />
con il Napoli.<br />
/Ora l’inizio di una nuova avventura <strong>nel</strong> nord est, un ambiente, quello friulano<br />
che lo ha già conquistato:<br />
“Ho avuto un bellissimo impatto con questa terra, ho già assaggiato il frico e mi è<br />
piaciuto un sacco – dice il Tanque – all’inizio, sul lato calcistico, è stato durissima.<br />
Volevo giocare, ma dovevo superare l’infortunio. L’ambiente dell’<strong>Udinese</strong> è tranquillo<br />
e molto piacevole con uno spogliatoio sereno dove il gruppo unito”.<br />
/Sicuramente un ambiente diverso da Napoli:<br />
“Le due realtà e il modo – conferma l’argentino - di vivere sono totalmente<br />
diverse”.<br />
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