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INTERVISTA<br />
/Se dovessi scegliere un ricordo da fotografare?<br />
“La festa in Piazza San Marco per la promozione del<br />
Venezia in Serie A”<br />
/Quando hai capito che saresti diventato un preparatore<br />
di portieri?<br />
“Mentre ancora giocavo capivo che c’era la necessità di un<br />
allenatore specifico che seguisse esclusivamente gli estremi<br />
difensori. Allora non erano molti e soprattutto mancava una<br />
metodologia del lavoro. Poiché questo ruolo mi affascinava,<br />
ogni volta che mi era possibile seguivo il lavoro dei colleghi:<br />
Castellini, Vecchi, Persico, Negrisola…Volevo carpire i segreti<br />
del mestiere, poi arrivò la chiamata di Delneri da Ravenna e<br />
non ci pensai un minuto”.<br />
/Non solo campo e palestra. Di Iorio infatti in breve<br />
tempo ha cominciato a pubblicare le proprie idee sulla<br />
rivista “Il nuovo calcio”.<br />
“Stava nascendo una generazione che avrebbe cambiato il modo di preparare i<br />
portieri. Cominciava a prendere piede l’idea dell’allenamento situazionale, con lavori<br />
di resistenza specifici che simulassero le diverse circostanze in cui un portiere era<br />
chiamato all’intervento durante la partita. Si trattava di creare un vissuto, un’<br />
esperienza attraverso l’allenamento”.<br />
/Come si svolge la tua settimana di lavoro tipo?<br />
“Solitamente i portieri riprendono la preparazione il martedì, insieme al resto della<br />
squadra, curando molto gli aspetti tecnici: svolgiamo allenamenti a tema sul campo<br />
e lavoro di forza in palestra. Il mercoledì ci concentriamo sulla resistenza specifica,<br />
mentre dal giovedì cominciamo a preparare i ragazzi alla partita con azioni ravvicinate,<br />
uscite alte e basse, rilancio coi piedi, gioco d’attacco, situazioni di uno contro uno. Il<br />
sabato stimoliamo la velocità delle esecuzioni”.<br />
/Quattro portieri e tutti di fama internazionale. Come riesci a gestirli?<br />
“Prima di essere grandi atleti sono tutti ragazzi intelligenti. Non ce la farei senza Adriano<br />
Bonaiuti con cui lavoro fianco a fianco tutti i giorni. Lui segue principalmente i portieri<br />
del settore giovanile e Romo. Credo che Samir sia un vero numero uno, forse il più forte<br />
di quelli che ho allenato. Belardi è un ragazzo di gran carisma e personalità. Koprivec ha<br />
tutti i requisiti per farsi strada e far parlare di sé. E’ un bel cocktail, sono molto contento<br />
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