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paghi nel gennaio - Udinese

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INTERVISTA<br />

/Se dovessi scegliere un ricordo da fotografare?<br />

“La festa in Piazza San Marco per la promozione del<br />

Venezia in Serie A”<br />

/Quando hai capito che saresti diventato un preparatore<br />

di portieri?<br />

“Mentre ancora giocavo capivo che c’era la necessità di un<br />

allenatore specifico che seguisse esclusivamente gli estremi<br />

difensori. Allora non erano molti e soprattutto mancava una<br />

metodologia del lavoro. Poiché questo ruolo mi affascinava,<br />

ogni volta che mi era possibile seguivo il lavoro dei colleghi:<br />

Castellini, Vecchi, Persico, Negrisola…Volevo carpire i segreti<br />

del mestiere, poi arrivò la chiamata di Delneri da Ravenna e<br />

non ci pensai un minuto”.<br />

/Non solo campo e palestra. Di Iorio infatti in breve<br />

tempo ha cominciato a pubblicare le proprie idee sulla<br />

rivista “Il nuovo calcio”.<br />

“Stava nascendo una generazione che avrebbe cambiato il modo di preparare i<br />

portieri. Cominciava a prendere piede l’idea dell’allenamento situazionale, con lavori<br />

di resistenza specifici che simulassero le diverse circostanze in cui un portiere era<br />

chiamato all’intervento durante la partita. Si trattava di creare un vissuto, un’<br />

esperienza attraverso l’allenamento”.<br />

/Come si svolge la tua settimana di lavoro tipo?<br />

“Solitamente i portieri riprendono la preparazione il martedì, insieme al resto della<br />

squadra, curando molto gli aspetti tecnici: svolgiamo allenamenti a tema sul campo<br />

e lavoro di forza in palestra. Il mercoledì ci concentriamo sulla resistenza specifica,<br />

mentre dal giovedì cominciamo a preparare i ragazzi alla partita con azioni ravvicinate,<br />

uscite alte e basse, rilancio coi piedi, gioco d’attacco, situazioni di uno contro uno. Il<br />

sabato stimoliamo la velocità delle esecuzioni”.<br />

/Quattro portieri e tutti di fama internazionale. Come riesci a gestirli?<br />

“Prima di essere grandi atleti sono tutti ragazzi intelligenti. Non ce la farei senza Adriano<br />

Bonaiuti con cui lavoro fianco a fianco tutti i giorni. Lui segue principalmente i portieri<br />

del settore giovanile e Romo. Credo che Samir sia un vero numero uno, forse il più forte<br />

di quelli che ho allenato. Belardi è un ragazzo di gran carisma e personalità. Koprivec ha<br />

tutti i requisiti per farsi strada e far parlare di sé. E’ un bel cocktail, sono molto contento<br />

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