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soprintendenza per i beni architettonici - Ufficio Studi MiBAC ...

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Soprintendenza <strong>per</strong> i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artisticied Etnoantropologici <strong>per</strong> le province di Caserta e Beneventoproblemi motori.Principali risultati attesiAttualmente la Reggia è meta di migliaia di visitatori l’anno: l’alto numero di visitatoriha posto e pone numerosi problemi soprattutto sulle modalità di “uso” e “godimento”del Parco e Giardino Inglese, in considerazione della “fragilità” del patrimonio culturale,in genere, e soprattutto dei parchi e giardini, sintesi unica di natura ed arte.Lo scopo evidente di tale iniziativa è di incentivare l’accesso e la fruizione responsabilee generalizzata della Reggia, del Parco e del Giardino Inglese a fini culturali e turistici,favorendo anche la socializzazione e l’integrazione tra i diversi tipi di pubblico e favorirela diffusione delle buone prassi nella fruizione dei siti storici incentivando le relazionitra gli uomini, cercando di fornire pari opportunità a tutti i cittadini(Progettisti: Francesco Canestrini; Maria Rosaria Iacono; collaborazione:Vincenzo Carbone,Francesca Furia; Accordo di Programma Quadro 2000-2006 - Ministero <strong>per</strong> i Beni e le AttivitàCulturali-Regione Campania - Fondi Strutturali Comunitari obiettivo 1 POR Campania2000-2006- Asse II Misura 2.1, Grande Attrattore Culturale Reggia di Caserta Attointegrativo del 18/11/2004)Sant’Angelo d’Alife (CE) - “Palazzo Windish- Graetz” - Riconoscimento di interesse culturaleL’esempio più eclatante di immobile che aspettava da tempo il giusto riconoscimentoè il “PALAZZO WINDISCH - GRAETZ”, una sorta di “Castello”, nel centro storico del paese.La presenza dell’uomo nel territorio di Sant’ Angelo, che si estende dalla pianura fino aoltre 1300 metri di altitudine, risale all’epoca neolitica. Nel corso dei secoli si sono avvicendatii Sanniti, i Romani, che qui costruirono numerose ville rustiche, i cui resti sonoancora visibili nelle località Grotte e Melopiano. A partire dal XII secolo si hanno le primenotizie del castello, citato come Castrum Sancti Angeli de Rave Canina.Nella seconda metà del XVI secolo la popolazione abbandonò l’area fortificata alla sommitàdella collina <strong>per</strong> stabilirsi sui due versanti opposti di essa, dando vita agli abitatidi Sant’ Angelo e del suo casale Raviscanina. Dopo l’Unità d’Italia, Sant’ Angelo aggiunseal proprio nome la specificazione “d’ Alife”, <strong>per</strong> sottolineare lo stretto rapporto con la vicinacittà sannita e romana.Qui la nobilissima famiglia Carafa volle edificare nel tardo-medioevo il Palazzo, oggiproprietà del principe di Windisch-Graetz. Esso fu completamente ristrutturato verso lametà del XVIII secolo da Giovan Battista Grimaldi con la realizzazione del giardino, di unmulino e locali terranei. L’edificio, che si presenta nelle attuali forme settecentesche, ècaratterizzato da una facciata distribuita su due ordini, con nicchie <strong>per</strong> statue e decorazionia stucco neoclassiche.Il fabbricato che ospita la“collezione d’arte”vincolata con D.D.R. n. 196 del 14.12.2006, dalMinistero <strong>per</strong> i Beni e le Attività Culturali ha una stratificazione plurisecolare di eccezionalerilevanza essendo costituito da più corpi di fabbrica di varie epoche, aggregatisiintorno ad una corte interna. La porzione che è orientata verso sud-sud est, è costituitada una struttura fortificata di origine medievale a base scarpata, sulla quale si ergonodue piani, di cui il primo - quello nobile – caratterizzato da ritmiche a<strong>per</strong>ture e da co<strong>per</strong>turea volta, ospita attualmente la maggior parte della Collezione. La parte più antica,di ispirazione tardo rinascimentale di modeste dimensioni edilizie ha struttura inmuratura di tufo squadrato di media dimensioni ma di discreta regolarità; la distribuzionedegli ambienti è rimasta inalterata nella ristrutturazione tardobarocca. Al pianoterraneo, sopravvivono a testimonianza della fase più antica, vasti ambienti voltati inmuratura a crociera ribassata. La datazione è ascrivibile agli anni trenta-quaranta delsecolo quindicesimo.La facciata è stata oggetto di successivi interventi atti a dare solenne uniformità al palazzo.Il portale dona ritmo originale alla compagine architettonica organizzata su baseurbanistica. I moduli regolari che compongono la facciata si distribuiscono in modo regolareai lati della corte principale.La corte interna a forma rettangolare è interamente lastricata in blocchi di calcare. Daessa si colgono altri elementi utili ad ipotizzare l’evoluzione del complesso edilizio.Gi interni sono di straordinario interesse, sia <strong>per</strong> le finiture degli ambienti, sia <strong>per</strong> la pre-87

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