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di ricordi - Campo de'fiori

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Qualche tempo ad<strong>di</strong>etro mi sono deciso,per i motivi che <strong>di</strong>rò più avanti, a scriverequalcosa sul Jazz, il risultato è stato unlavoro dal titolo “il mondo del Jazz - breverivisitazione attraverso ricerche, foto, vecchiricor<strong>di</strong>”, parzialmente qui riproposto.Avendone fatto omaggio <strong>di</strong> una copia aSandro Anselmi, non potevo <strong>di</strong> certo fare<strong>di</strong>versamente, leggo sull’ultimo numero <strong>di</strong><strong>Campo</strong> de’ Fiori un articolo a firma dellostesso Direttore da me molto apprezzato,non già per i complimenti che egli ha volutoriservarmi, quanto per il riferimento aquella che è stata, molti anni or sono, unadelle mie giovanili passioni.Apprezzo molto l’idea dello stessoDirettore <strong>di</strong> aprire una rubrica su questoparticolare genere musicale, apprezzo eringrazio per l’ospitalità che mi sarà ancorauna volta offerta e, prima ancora <strong>di</strong> darcorso a questo nuovo impegno, che speropossa interessare i lettori, desidero ringraziareoltre che Sandro Anselmi, la redazionetutta e in, particolare, Cristina,Ermelinda e Sonia per il loro costante,importante e sempre apprezzato impegno.Ancora poche righe per precisare che questanuova rubrica da me curata tratteràinizialmente della “Storia del Jazz” completatada pochi cenni storici riguardanti alcunitra i più prestigiosi musicisti e le lorobands; in un secondo momento, allorquandosi parlerà dei musicisti <strong>di</strong> ultimagenerazione, la rubrica sarà curata daFilippo Maria Fortuna, un giovane moltovalido musicista, anche piuttosto simpatico,che ho avuto occasione <strong>di</strong> conoscere eapprezzare da non molto tempo.Il Jazz nasce negli Stati Uniti d’America,del resto soltanto quì ciò poteva succedere,è in America infatti che arrivarono iprimi neri provenienti dalla costa occidentaledell’Africa sulla navi negriere con i lororitmi complessi ed eccitanti, è in Americache arrivarono gli europei con i loro cantipopolari, le loro danze e le loro marce; ineri americani non fecero altro che metabolizzarequelle per loro nuove melo<strong>di</strong>eaggiungendovi il proprio ritmo, oltre che ilsentimento profondo degli Spirituals e laforza dei loro canti <strong>di</strong> lavoro, è da questadel tutto particolare miscela che nasce ilJazz.Per ricordare quelle che sono state le sueprobabili origini, va subito detto che il Jazzpotrebbe avere avuto inizio nel lontano1639, con lo sbarco <strong>di</strong> uno sparuto gruppo<strong>di</strong> pochi schiavi comperati in Guinea e trasportatisulle coste della Virginia, masarebbe obiettivamente troppo se pensassi<strong>di</strong> cominciare da così lontano, del resto,già molti autorevoli autori hanno provvedutoin tal senso, penso quin<strong>di</strong> che saràsufficiente iniziare da New Orleans e dagliavvenimenti dei primi anni del XIX secolocollegati a questa città posta sul Delta delMississippi.Di Jazz si parla da circa ottanta anni, maappare obiettivamente <strong>di</strong>fficile attribuireuna precisa data <strong>di</strong> nascita a questa musicapoichè è impossibile stabilire, con datacerta, quando il folklore degli afro-americaniacquistò quelle peculiarità tipiche delJazz; si può però ragionevolmente affermareche il Jazz cominciò a prendereforma in una vasta zona della valle delMississippi con al centro New Orleans.Quella musica così formatasi, ebbe unrapido processo evolutivo in alcune gran<strong>di</strong>città del Middle West e dell’Est comeChicago e New York in primis e, fin dalleprime fasi, il Jazz perdette molti dei suoicaratteri folkloristici per <strong>di</strong>ventare musicad’arte e d’intrattenimento; allo stessotempo va detto che agli inizi la parola Jazznon era usata per in<strong>di</strong>viduare un generemusicale, tanto è vero che il c.d. rag-time,che già furoreggiava negli anni a cavallodei due secoli e, che pure aveva con il Jazzuna comune origine afro-americana, nonveniva in<strong>di</strong>viduata con questo nome.In pratica il Jazz si identifica con la figuradel creatore e dell’esecutore che si fondononella persona del solista il qualeimprovvisa o, quanto meno tende a<strong>di</strong>mprovvisare, sulla base <strong>di</strong> un canovacciocostituente una traccia per lui e per chicon lui collabora nelle esecuzioni musicali;il Jazz è, non poteva essere <strong>di</strong>versamente,espressione dei suoi solisti, ossia <strong>di</strong> queimusicisti che via via acquisteranno fama eonore in tutto il mondo tanto che, ad uncerto punto, solo per citarne alcuni, LouisArmstrong sarà“l’imperatore del Jazz” eBessie Smith “l’imperatrice del Blues”.continua sul prossimo numero......

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