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Ambiente. Futuro nero - Museo del Piave

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Licio Gelli e “L’abito <strong>del</strong> dolore”Una raccolta di sessanta poesie inedite dal profondo contenuto umanoL’abito <strong>del</strong> dolore è,secondo le intenzioni<strong>del</strong>l’Autore, “l’ultimae definitiva raccoltadi poesie” <strong>del</strong>la lunga e intensaproduzione letteraria<strong>del</strong> poeta Licio Gelli. Conl’essenzialità e la perspicaciache caratterizzano l’uomo-Gelli,giunto a sera nelpieno <strong>del</strong>le facoltà mentalied in fervente attività produttiva,egli crede ancora nellapoesia ed ad essa si affidaper fare un resoconto <strong>del</strong>lapropria vita e mettere a nudose stesso, il proprio mondointeriore, i propri affanni e lapropria ricerca di assoluto.Lo fa con il coraggio di chiguarda al passato con occhidistaccati che vedono leluci e le ombre con la stessapassione, tesa ancoraa “fantasmi e geometrie dascoprire”.Lo fa col cuore “di una rondineche svolazza nell’etere incerca di pace”.Ne scaturisce una creaturasquisitamente manzoniana,divisa tra le aspirazioni <strong>del</strong>cuore e la forza implacabiledegli eventi. Una figura dieroe romantico, tormentatoe dolente, combattuto tral’ideale ed il reale. Una figurache “inventa” una propria spiritualità,così come vorrebbeche fosse. Quella di un personaggio“nuovo” che esuladalla propria storia reale edesprime il mondo morale <strong>del</strong>particolare momento <strong>del</strong>lastoria intima da lui vissuta alpresente.Tutta la raccolta è un’altissimameditazione su cuicampeggia tutto il dramma<strong>del</strong>l’uomo pervenuto ad altezzevertiginose, quasi unsuperuomo, e poi tornato aproporzioni umane. Senteche la realtà è amara, tantoamara da imprigionarlo, anchese in una gabbia doratae si chiede chi veramente siao sia stato quando sul palcoscenico<strong>del</strong>la vita ha calcatole scene come un istrione.Di tutto il passato non sonorimaste che tracce perdute, ilricordo di una vita “inzuppatain un sogno”. Quel sogno oragli “palpa il cuore con pressantefrenesia” che scomparenel buio <strong>del</strong>la casa, divoratadalla solitudine.Si sente debole e indifeso,soverchiato dal peso dei ricorditumultuosi e abbaglianti,ma non si arrende. Sa cheè arrivato il tempo “di ritrovarela dignità perduta”e nonchiede elemosine per il propriocorpo sfibrato, ma cercadi sopravvivere nel tempoprima che la sera annulli ilricordo <strong>del</strong>le ore passate conil loro far<strong>del</strong>lo di angosce.L’autunno è carente di promessee le parole sono comele foglie: una poltiglia che sispegne nel nulla. Forse nonvale la pena di parlare <strong>del</strong>lapropria storia. A che servirebbevantarsi <strong>del</strong>le glorieconquistate e <strong>del</strong>le “ricchezzeche traboccano dal palmo<strong>del</strong>le mani / ormai stanche evecchie in cui pesante somaè il / loro peso?”Le parole di “dopo”, non lointeressano. Le ha sentitetutte. Quelle <strong>del</strong>l’encomio equelle <strong>del</strong> dileggio. Lo hannoconfortato e lo hanno ferito.Ma ora non contano più.Sono soltanto chiacchiericcioinsignificante e inutile.La sua storia “è vitto per glisciacalli che hanno divoratoanche il cuore lasciandomimorire solo”. Ciò che c’è dadire di sé, vuole dirlo eglistesso.La raccolta è unaaltissima meditazionesu cui campeggiatutto il dramma<strong>del</strong>l’uomopervenuto ad altezzevertiginose......e si chiede chiveramente sia o siastato quando sulpalcoscenico <strong>del</strong>lavita ha calcatole scene come unistrione. . .Wanda divental’anello di congiunzioneche riportal’animo stancoverso Dio per farlosmarrire nella scia<strong>del</strong> Suo amore.In attesa <strong>del</strong>l’ultimoappello che glifarà attraversarela grande parete<strong>del</strong>l’oscurità. . .La certezza che Dionon è soltanto unsogno, placa tuttele ansie e lo portaa non opporsial destino perchésarebbe come chiederealle foglie diresistere al vento.. . .Non è un vinto, maun vincitore perchéha tra le mani ilproprio destino cheliberamentee consapevolmenteindirizza verso laFede.Rivisita le convinzioni moraliche danno un senso ed unoscopo all’esistenza e le assapora,proprio mentre sfoglia ipetali “dal fiore <strong>del</strong> dolore”.Le riconosce nel ripercorrerela propria storia, una storiache oggi rifarebbe “senzaafflizioni e senza più rancori”perché essa “manifestaamore per chiunque / ancheper quelli che non mi hannoamato”.Al ricordo di Wanda, che nonriesce a dimenticare, si vestedi sostanza la parola amoreche accende la speranza edallontana dal cuore la solitudine.Con lei idealmenteaccanto si mette sulla sciadi quel tenue filo che conducealla Verità, a quella veritàche ha sempre inseguito eche non ha ancora trovato.L’uomo che tanto ha amatola propria donna e che dopola sua scomparsa ha fermatoil tempo e si è “incarceratonella prigione <strong>del</strong>la vita”, siarrampica sulle felicità vissutee, annaspando alla ricercadi ricordi, trova “quellatenerezza / che riempiva disperanza la sera”. Non sentepiù la sinistra e triste melodia<strong>del</strong>l’ignoto.Non è più “come una barcaalla deriva” ma sa che nelcielo c’è una stella accesanell’ultimo tratto <strong>del</strong> suocammino: “Se non è troppotardi, amore, accetta di venirmi/ ancora una volta insogno per invecchiare serenoinsieme a te…”.Consapevole che la propriastagione è esaurita, sa chec’è un solo modo per renderemeno triste il suo invecchiare:attendere la propria orasperando di poterla rivedere:“E quando a capo basso appariròdinanzi a Dio, / io pregheròsoltanto di poterti vederedi nuovo, amore / cheabiti da troppo tempo a melontano”.Wanda diventa l’anello dicongiunzione che riportal’animo stanco verso Dio perfarlo smarrire nella scia <strong>del</strong>Suo amore. In attesa <strong>del</strong>l’ultimoappello che gli farà attraversarela grande parete<strong>del</strong>l’oscurità e gli farà respirarel’attimo in cui la notte eil giorno si confondono nell’“infinito che senza volere cifa da cornice”, l’uomo trovala pace.Il pensiero di Dio dissipa ildramma <strong>del</strong>la sua solitudineed è la risposta più convincentealle parole “allegorichee contorte” che è costrettoad ascoltare e che lo fannosentire come un cervo cheva verso la morte senza alcunasperanza, inseguito daicacciatori.La certezza che Dio non èsoltanto un sogno, placa tuttele ansie e lo porta a nonopporsi al destino perchésarebbe come chiedere allefoglie di resistere al vento.In lui matura una nuova consapevolezzadi esistere chelo mette in attesa di una Vocee di un segno che gli indichidove andare.Convinto che la vita “è soloun viaggio e che la morte èsolo un cambio di residenza”non si sente più “come unpupazzo di neve che dondolaal sole / per dissolversitra i sentieri <strong>del</strong> tempo, né unciottolo levigato dalla risacca,/ abbandonato sulla rivacome materia morta”. Masi percepisce come anima,“covo di amore e perdono”,voce capace di rivolgersi alCielo. Rinchiude il propriopassato nella scatola dei ricordie lo avvolge nell’ “abito<strong>del</strong> dolore”, quello più idoneoper proporsi alla presenza diDio e chiedere la Sua comprensionee il Suo perdono.Si rivolge a Lui con l’imbarazzodi “un giovane innamoratoal suo primo appuntamento”.Lo fa contimida voce <strong>del</strong>lapoesia che diventapreghiera. Col pudore<strong>del</strong>l’uomo chepiange “come ruscellolento e monotono”,felice di sciogliersie di perdersinel Suo abbracciod’amore.La poesia gli fa travalicareil sogno e lofa approdare in Dio,come unico porto<strong>del</strong>la sua tormentataricerca. Diventaessa stessa verità,capace di evocarela misteriosa genesi deglistati interiori, <strong>del</strong>le sensazionie <strong>del</strong>le vibrazioni <strong>del</strong>l’anima.È per Gelli come l’ultimoapprodo <strong>del</strong>la ragione, l’unicaforza capace di esprimereil grido di angoscia e disolitudine <strong>del</strong>l’uomo, l’unicomezzo attraverso il qualeegli riesce ad esprimere lapropria liberazione.A differenza di Napoleoneche più volte invano tentòdi raccontare ai posteri leproprie imprese ed il propriotormento esistenziale, LicioGelli, con il tocco leggeroed impalpabile <strong>del</strong>la poesia,narra tutta la sua lunga vita.La poesia gli è compagna edamica, è la sintesi <strong>del</strong>la suafilosofia esistenziale. “La vitavissuta con l’entusiasmo <strong>del</strong>lafede e <strong>del</strong>la gioia di donareè poesia”.Con la poesia egli campeggiasugli eventi, li vivifica allaluce <strong>del</strong>lo spirito e riesce adessere protagonista ancorauna volta, impegnato a vincerela sua ultima battagliacontro la morte ed a rimanerevivo per sempre.L’eroe manzoniano perde lapropria identità, non è più unacreatura uscita dalla mente<strong>del</strong> Manzoni ed improntataalla spiritualità <strong>del</strong>l’Autore, alsuo mondo morale, figlio <strong>del</strong>lasua ispirazione, ma è eglistesso autore e protagonista,artefice <strong>del</strong> proprio destino.In “L’abito <strong>del</strong> dolore”, LicioGelli è l’eroe che cantase stesso. Un personaggio“vivo” che esprime un particolaremomento <strong>del</strong>la propriastoria intima.Non è come Napoleone uno“strumento” <strong>del</strong>la Provvidenza,oggetto di pietà da partedi Dio che scende in suosoccorso per trarlo dalla disperazioneed avviarlo suisentieri sempre fiorenti<strong>del</strong>la Speranza,ai beni eterni, alpremio che superaogni desiderio.Ma è egli stessoautore <strong>del</strong> propriocammino verso Dio.In lui non c’è la minimatraccia <strong>del</strong>ladisperazione, mauna caparbia volontàdi uscire dallasofferenza e dallasolitudine, da dubbioe dall’incertezzae di scovare nel mistero<strong>del</strong>la vita unaLuce che illumini ilsuo ultimo tratto distrada, dissipi i suoi dubbi elo conduca verso la certezza.È egli stesso artefice <strong>del</strong>lapropria “conversione”.Non è un vinto, ma un vincitoreperché ha tra le maniil proprio destino che liberamentee consapevolmenteindirizza verso la Fede.È in essa che si rifugia ilGrande Vecchio, come l’unicoapprodo <strong>del</strong>la propria lunga,esaltante e tormentatastoria.Esterina Basilone


Giugno 2010 • politicaDALLA PRIMAFesta di una Repubblica da riformare(...) note <strong>del</strong> Silenzio suonate dallabanda dei carabinieri a villa Recalcati,e non l’inno di Mameli chel’Italia… “Schiava di Roma Iddiola creò”. Certola scelta <strong>del</strong>laRepubblica èstato un passaggiostorico,cruciale, per lademocrazia nelnostro Paese.Giusto onorarlo.Ma nondimentichiamoche la primaparte <strong>del</strong>la nostrastoria repubblicanasiidentifica conla Prima Repubblica.Natada uno spiritodi entusiasmo e morta annegata nellacorruzione. In un mare di debitiche ci pesano ancora sulla gobba,e fanno camminare a stento questovecchio stivale. E se la Prima Repubblicae defunta, la Seconda potràdirsi matura e compiuta solo quandole vere riforme andranno in porto.Mai come adesso il Nord <strong>del</strong> Paeseha avuto una classe politica cosìrappresentativa,mai comeoggi la Legaha avuto il potereanche nelleregioni doveraccoglie maggiorconsenso,in primisin Veneto. Unpatrimonio politicoche devetradursi in fortiriforme federali,per sopravvivereai danni<strong>del</strong> passatoad adeguarsialle istanze<strong>del</strong> futuro. Quando il percorso saràcompiuto festeggeremo tutti con piùentusiasmo la nostra Repubblica Italiana.Alessandro BizDALLA PRIMAL’Europa che vogliamoAl Complesso <strong>del</strong> Vittoriano,la sera <strong>del</strong> 9 maggio, abbiamocelebrato il 60esimo anniversario<strong>del</strong>la Dichiarazione di Schuman,considerato l’atto di nascita<strong>del</strong>l’Unione Europea.Una data fondamentale, quella<strong>del</strong> 9 maggio 1950, per unainiziativa politica che l’Italiacon Alcide De Gasperisposò immediatamente eche accese il fuoco <strong>del</strong>l’integrazionecontinentale.Sette anni dopo, a pochipassi dal Vittoriano, nellaSala degli Orazi e dei Curiazi,i rappresentanti di seiPaesi, Francia, Germania,Belgio, Olanda, Lussemburgoe Italia, firmarono,con il sottofondo <strong>del</strong>la“Patarina”, la campana <strong>del</strong>Campidoglio, i Trattati diRoma, istituendo così laComunità Economica Europea.Da allora sono stati compiutipassi importantissimi. Libertà,pace e democrazia sono penetratecosì profondamente nell’animoeuropeo da essere datequasi per scontate. Il compitomorale e storico <strong>del</strong>la riunificazioneè stato realizzato. E oggipossiamo salutare una Unionein cui 27 popoli hanno liberamentescelto di rinunciare aporzioni sempre più ampie <strong>del</strong>laloro sovranità a favore di ungrande progetto comune.Lo straordinario cammino cheè stato compiuto non deve,però, farci chiudere gli occhi difronte alle sfide e alle incogniteche si profilano all’orizzonte.Abbiamo abbattuto le frontiere,creato un mercato comune,coniato una moneta unica mamanca ancora una politica economicadavvero coordinata tra iPaesi europei, anche se, con ilpacchetto a sostegno <strong>del</strong>la zonaEuro varato dall’Ecofin, l’UnioneEuropea ha probabilmenteconsumato un passo fondamentaleverso una vera politica economicacomune. Proprio la crisidi oggi dimostra quanto sia necessariapiù Europa, non menoEuropa e quanto tutti dobbiamosforzarci di individuare ognistrumento e opportunità per rafforzarnel’azione. Ecco perchèla Dichiarazione Schuman restanello spirito ancora oggi attualissima.Il ministro francese immaginavae desideravaun’Europa basata suprogetti concreti, capacidi creare innanzituttouna solidarietà di fatto.Credo che oggi questasolidarietà debba essereriportata al centro <strong>del</strong>lamissione politica <strong>del</strong>l’Unione.Un compitocomplesso ma anche stimolante,fondamentaleper restituire all’Europaquell’entusiasmo, quellacredibilità e quella forzapropulsiva contenuta nellaDichiarazione che i cittadinieuropei oggi fanno fatica a riconosceree individuare nelleistituzioni di Bruxelles. Unascintilla di cui l’Europa, e i suoipopoli, non possono permettersidi fare a meno.Viva l’Italia e viva l’EuropaAndrea RonchiMinistro per le politicheeuropeeDOVE TROVARE IL PIAVETreviso in tutte le edicoleVENETO<strong>del</strong>la provinciaBelluno edicole <strong>del</strong> FeltrinoVenezia edicole <strong>del</strong> Basso <strong>Piave</strong>Padova distributore via Umberto, 101nel nostro sitowww.ilpiave.it trovi il pdf ultima ediz.ABBONAMENTOabbonamento Italia € 12 - estero € 38abbonamento pdf € 0chiama la redaz. +39 0438 1791484Fondato nel 1974dal Comm. Redo Cescon (1929 - 2007)Reg. Tribunale Treviso n.412Iscritto all’USPIDirettoreResponsabileAlessandro BizSupervisionegiornalisticaGianluca VersaceDirezioneAlessandro Biz Roberto MomoAndrea Catra Mattia PerencinFabio Celant Valentino VenturelliGiovanni Cescon Fabiano ZuccoRedazioneVia Monticano, 12/D31015 Conegliano / TVTel. 0438 1791484 - 349 4081615Fax 0438 6945889e-mail: redazione.ilpiave@libero.itEditoreAss. Culturale Il <strong>Piave</strong>Via Friuli 731020 San Vendemiano / TVStampaCentro Stampa EditorialeGrisignano di Zocco / VIAbbonanamentiItalia € 12,00 - Estero € 38,00IBAN: IT12 U089 0461 6300 1900 0003 895BIC: ICRAITRRP40 (per bonifici esteri)I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamentivengono utilizzati esclusivamente perl’invio <strong>del</strong>la pubblicazione e non vengonoceduti a terzi per alcun motivo.


DALLA PRIMAl’intervistaIncontriamo A<strong>del</strong>ino Bolzonello,il re in Italia <strong>del</strong>ladistribuzione di prodotti abase di Aloe Vera, una piantaconosciuta fin dall’antichità perle strardinarie proprietà beneficheche trova impiego oggi insvariati settori, in particolare inbevande, integratori e cosmetici.A<strong>del</strong>ino Bolzonello in questaintervista al <strong>Piave</strong> racconta lasua storia umana ed imprenditoriale.Mi vuole spiegare le carichepiù importanti che ricopre?Sono Sapphire Manager di ForeverLiving Products, Coordinatoree formatore marketing eprodotti per il Products CenterTreviso e membro <strong>del</strong> Club Presidentedi Forever Living.Quante persone sono coinvoltenella sua attività?Sono circa 6.000 agenti conun indotto di circa 1 milione diclienti.Quali sono le filiali di riferimentodove opera?Le filiali di Treviso, Vicenza, Veronae Roma.Qual è stata la base <strong>del</strong>suo successo?L’apertura mentale verso glialtri e la perseveranza verso gliobbiettivi e i sogni.Vorrebbe descrivere la suastoria?Sono nato a Nervesa il 09 Novembre<strong>del</strong> 1958, padre di 3 figli,quarto di nove fratelli in unafamiglia borghese molto stimatanel territorio. Il nonno, era ilfondatore <strong>del</strong>le aziende Bolzonello,gli undici figli che seguonole sue stesse orme, e io coni miei fratelli, che continuandosu questo percorso portiamo almassimo dei successi l’attivitàfamiliare, creando, nell’arcodi dieci anni, dieci aziende nelcampo alimentare con fatturatiimportanti e parecchi dipendenti.Un percorso non facileperché ho dovuto gestire istitutibancari, la crisi <strong>del</strong> 1990 e tuttele situazioni che si incontranonell’amministrare più aziende.Nello stesso periodo sono statorappresentante nel vicariato,per la mia parrocchia di SS. Angelisul Montello, mi sono candidatoalle elezioni comunali diGiavera Del Montello e sonostato consigliere comunale peruna legislatura.Un Uomo, Una StoriaIncontro con A<strong>del</strong>ino BolzonelloLa storia di un successo imprenditorialeCreare lavoro anche in tempi di crisiCome è iniziatal’avventura conAloe Vera?Il 16 Aprile <strong>del</strong> 1999a una fiera <strong>del</strong> naturaledi Milano, unascuola di naturopatia,insieme alla propostadei loro corsi,esponevano un flaconcinoche attiròla mia attenzione,scoprii che contenevaAloe Vera. Io bevevogià da diversianni il preparato diquesta pianta, maoltre al benessereche avevo ricevuto,non avevo ulterioriinteressi verso essa,tuttavia in questocontesto la signorache si avvicinò miparlò con un’enfasidiversa e cominciaia vedere il prodottosotto un altro aspetto.Chiesi di acquistarlo e midisse che non ne aveva e che selo volevo ordinare mi sarebbearrivato dalla Spagna, mi fecefirmare dei documenti e ordinaicirca un milione di lire diprodotto. Ricordo il lunedì chearrivò questo pacco a casa, lasera quando velocemente, primadi andare a fare le provedi canto, l’ho aperto e ho cominciatoa bere questo Aloe ea provare i vari campioni cheavevo a disposizione. Non sodirvi perché ma questo prodottomi ha subito conquistato e consigliandoloa tutti nell’arco di45 giorni ho venduto 60 milionidi lire di Aloe. Molte personecercavano questo prodotto enessuno conosceva questa marca,da allora non mi sono piùfermato, sono entrato nel ClubPresidente (consiglio di amministrazione)di FLP, mi sonooccupato di formazione in tuttele regioni d’Italia creando postidi lavoro con fatturati impensabili.Il 5 Giugno <strong>del</strong> 1999 firmoil contratto che regolarizza ilmio rapporto con FLP secondoquello che prevede la legge173/2005. In questa Aziendaamericana leader nel campomondiale in Aloe Vera e derivatila mia figura da subito hasuccesso nelle vendite e nellaformazione, nel creare la retedi vendita. Vengo inserito nelClub <strong>del</strong> Presidente (Consigliodi Amministrazione) e il mioruolo diventa di immagine nonsolo per l’Italia, vengo infattiinvitato anche all’estero.Nel frattempo ho dovuto fareuna scelta: nel 1993 cedo lemie attività ai miei fratelli e decidodi lavorare solo con FLP.Da subito ricevo l’incarico dicoordinare il Products Centerdi Treviso, sito in Viale <strong>del</strong>laRepubblica 247/g, un centro diformazione autonomo, con saleconferenze e sale di formazioneper addetti <strong>del</strong> settore, con distribuzioneprodotti. Con miamoglie organizziamo corsi diformazione anche per l’estetica,i parrucchieri, diamo consulenzedei nostri prodotti al settoresportivo, veterinario e diamoanche un servizio a domicilioal cliente finale. Giro l’Italiaaprendo nuove strutture di rappresentanza.Sono anche statoinvitato in diverse trasmissioniradiofoniche e alla trasmissionedi Licia Colò “Alle falde <strong>del</strong>Kilimangiaro”. Copie di questatrasmissione vengono usate daimiei rappresentanti per divulgareil nostro prodotto. Ora siamoconcentrati a fare colloquidi lavoro, formazione marketinge prodotti. Diamo lavoro a• Giugno 2010tutti coloro che amano questosettore, anche se provengonoda altre realtà, mettiamo tutti inregola, anche come secondo lavoro,tutti ricevono un tesserinoche poi passa attraverso l’approvazione<strong>del</strong>la questura; ulteriorirequisiti: avere 18 anni enon avere pendenze penali.In questi 11 anni sono statoinvitato dall’azienda in tutto ilmondo, su 10 milioni di distributorisono fra i primi 100, inItalia sono il Top Distributorcon il mio gruppo di lavoro(ADEBOLGROUP) facciamoil fatturato più alto all’internodi FLP Italia, (20.000.000 dieuro) circa 600.000 clienti chemi conoscono e hanno postofiducia in noi. Esco ogni mesecome immagine in una rivistaaziendale con una tiratura di20.000 copie, periodicamenteanche in riviste aziendali di altripaesi nel mondo.Questa è la mia storia in pocherighe, ma non è stata una passeggiatasempre piacevole, inquesto percorso mi sono trovatoa perdere i miei amati genitorinel periodo più difficile <strong>del</strong>lamia vita. Nonostante tutto laperseveranza negli obbiettivi enei sogni mi ha portato ad averesuccesso nella vita.Oreste Steccanellaoffre la possibilità ai giovani che lo desiderano di poter intraprenderel’attività giornalistica, ed entrare nel mondo <strong>del</strong>lacomunicazione.Se sei interessato chiamaci in redazioneal numero 0438 1791484


Giugno 2010 • culturaLA RUBRICA DELL’ ARTE a cura di Mara CampanerIl Naif di Gianni CiullaLA CORRISPONDENZA DEL DR. ROSPONI“POENTA, OSEI, con BETTAREI”Le opere naif di GianniCiulla verranno espostedal 3 di giugno pressogli spazi di Villa Condulmer diMogliano Veneto.Questo artista sa conservareall’interno <strong>del</strong>le sue opere ilfascino <strong>del</strong>l’infanzia. Oramaimaturo, non respinge il piaceredi viaggiare nel paese <strong>del</strong>lemeraviglie, portando con sé ipaesaggi siculi che ricordano lesue origini e i paesaggi friulanidove vive oggi. La sua visioneè soggettiva, penetra oltre glisguardi, scruta un’altra realtà:semplice, fiabesca, ma nontralascia la sua terra anche setrasmutata in maniera quasi irreale.Le sue opere contraddiconol’idea che il fantastico sia ilprodotto di una società estremamentecolta e accesa da intenseemozioni. In lui, come per HenriRousseau, si assiste al fenomenoper cui l’arte e la creativitàcessano di essere dominioesclusivo <strong>del</strong>l’Accademia, madiventano materia <strong>del</strong>la sferaspirituale ed emotiva <strong>del</strong>l’uomo.Propriol’uomo con i baffi ela coppola siciliana è il protagonista,tra i vari personaggi chedipinge, <strong>del</strong>la campagna friulanae sicula. I suoi soggetti sonosemplificati, elementari. Ci faconoscere la sua mano fanciullesca;le immagini acquisisconoessenzialità dove si arriva acogliere la logica iniziale <strong>del</strong>lecose. Gianni fa trasparire inmodo chiaro il suo entusiasmoper l’arte primitiva. Le figuresono attente a dare un’immagineliscia e composta di sicurezza,anche se il pittore cerca difarle dialogare tra loro.I personaggi e i paesaggi sonocomposti con poca o nulla profondità,attraverso il colore chedistribuisce in toni e contro tonicreando <strong>del</strong>le forme nette, antinaturalistiche,ma allo stessotempo semplici e immediate.In Gianni Ciulla è chiara unaforte potenzialità coloristica,tale da rendere accattivante lanarrazione quasi a farlo appartenereai maestri <strong>del</strong>l’antichità.In lui è chiaro il ritorno alla tradizione:la interroga, la studia,la sperimenta su supporti pittoricidiversi (possiamo pensare,ad esempio, alle tavolozze, aicristalli, al cartone telato) peresprimere i suoi punti di vistamutati degli artisti <strong>del</strong> passatoed esplorando nuovi territori.Linea diretta con l’artistaFRANCO CORROCHERda CONEGLIANOQual è la cosa più importante per diventare un’Artistadi successo?Giovanni RinaldiGiovane artistaTrevisoChi desidera può inviare i propri quesiti alla redazioneall’indirizzo e-mail: redazione.ilpiave@libero.itLa trama <strong>del</strong> dipinto è data daforme disposte con cura, che interagisconotra loro e dalle qualiscaturisce quell’effetto di unmodo inverosimile, ma con unasua razionalità, di un universodalla magia inverosimile.L’arte di Ciulla ha la particolarecapacità di far leva sulla sfera<strong>del</strong>le emozioni, sia quelle <strong>del</strong>pittore che quelle <strong>del</strong>lo spettatore,in quanto nei suoi quadri,attraverso la metafora, trovanoespressione le proiezioni inconsce,le rimozioni, i desideri e leaspirazioni. Proprio lo spettatoreviene stimolato con sensazionipositive e piacevoli veicolatedalla bellezza <strong>del</strong> quadro, unprocesso di comprensione <strong>del</strong>l’evento,di interpretazione eapprendimento.Le opere rimarranno in permanenzafino al 30 giugno, visitabilitutti i giorni da mattino finoa tarda sera.Mara CampanerNon esiste una formula. Credo che prima di tutto uno debba sentirsi artista e avere quella sensibilitàinnata insita in coloro che creano.Alla base credo vi sia uno spirito dì osservazione non comune,intendo quella capacità di osservaretrasversalmente cose e aspetti <strong>del</strong>la vita che ci passano davanti agli occhi quotidianamente.Tempo fa un’artista famoso mi disse : “Oggi facciamo una passeggiata culturale.”“ Chissà che vuol dire.” pensai. Camminando lungo il viale poi mi disse : “Guarda quel albero. Cosavedi?”“Un albero! “ dissi.“No,no, che forma ha quel albero, che colore hanno quelle foglie, non vedi i verdi quante gradazionihanno, e la corteccia, che colore ha, guarda il volume <strong>del</strong> tronco, le proporzioni, le luci.”La passeggiata durò a lungo ma alla fine capii che io prima “vedevo” ma non “osservavo”...Così da quella volta ho sempre in testa una tavolozza ideale, un Cerchio Cromatico, una scala colore,con cui posso paragonare ciò che ho osservato e a cui fare riferimento.Cerco per esempio di tradurre il colore percepito: “Blu + <strong>nero</strong> avorio+ bianco un pò di verde cinabro”,ecco questo è ciò che faccio.Cosi ho sempre un deposito in testa, io li chiamo “cassetti <strong>del</strong>la memoria” che poi quando dipingoapro per recuperarne esperienza, colore, forma.....Tutte queste percezioni, esperienze, tempo compreso nelle loro infinite combinazioni mi servono percostruire l’Opera. L’osservazione è basilare per un Artista ma credo anche per l’uomo in generale.Tutto questo per me è diventato a volte una “Deformazione Professionale” tanto che basta una luce,il colore negli occhi di una persona incontrata casualmente, magari al bar , osservarla cosi intensamente,imbarazzarla. Allenandosi così su un tipo di percezione più dettagliata forse non ci sarebbenemmeno il bisogno di schizzare o fermare con una foto ciò che ci ha colpito.L’esperienza porta in se questo e più attenzione si mette più materiale avremmo in seguito per creare.L’esperienza è soggettiva, quindi l’opera d’arte può piacere o non piacere, dare emozioni oppure no,dipende dal bagaglio che ci portiamo dietro.L’opera smuove ciò che abbiamo registrato nel passato, smuove i contenuti personali. Soffermarsisu <strong>del</strong>le opere che non rappresentino “il propio Standard di Piacere” può essere riduttivo ai fine<strong>del</strong>l’Emozione, nel senso che il soffermarvisi o avvicinarsi ad Opere Diverse potrebbe aprire la portaad Emozioni Dimenticate o Nuove. Concludo affermando che la mancanza di osservazione o di unaosservazione più attenta fa la differenza contribuendo al Successo <strong>del</strong>l’artista.Franco CorrocherOrrore! Orrore! Orrore!La Città <strong>del</strong> Cima-Conegliano!-si ciba di“Poenta, Osei con bettarei”!“…Con bettarei, i pettirossigià salvati con legge <strong>del</strong> 1939dal cavaliere Benito Mussolini,1° ministro <strong>del</strong> Regno d’Italia,giacchè uccelletti insettivori,e perciò utili specialmente neivigneti oggi impestati di “impesticidi”che, alcuni dei quali“impesticidi” ti attaccano, se tiva bene, le ghiandole endocrine,altrimenti il tuo futuro è corto!Bastassero questi innocentiuccelletti, che si macchiarono ilpetto rosso nel tentativo di toglierele spine a nostro Signorein Croce, ma la ricetta che infangail Cima da Conegliano ciaggiunge anche i beccafichi, ifanelli ed altri di taglia piccola“interi e ben puliti” da friggerein cipolla, burro, pancettama molto magra, salvia, sale epepe. E “non appena sarannoben rosolati”, come i primi Cristianiaggiungiamo noi!, “alzala fiamma, mettici il vino biancolocale secco (forse il ProseccoDocg, con la “g” di autenticità?)e fallo evaporare completamente”,quindi “adagia gli uccellettisulla bara immacolata di polenta,bagnali con il loro fondodi cottura (che puzza di fornocrematorio!) e servi subito”.Orrore, orrore! È un atto di purocannibalismo medioevale, chegrida vendetta! Altro che semplicefango sul Cima da Conegliano,ciò è di più… è “m.. -censura - da” pura! Il Cima nonse lo meritava proprio, anchese oggi – non pochi villani – loconsiderano un imbianchino alcospetto di Giotto, il toscano.Anche altri <strong>del</strong>itti si consuma-La primaveraRicordo di averla amata,la primaverae un giorno forsela saprò amare ancora,con le sue luci caldeche sciolgono le nevisulle vette dei monti,coi suoi colori nuoviche tolgono tristezzaa quelli <strong>del</strong>l’inverno.La primavera,messaggio d’amore,forse si accende in mee torneranno le rondininel nido <strong>del</strong> mio cuoree le acque freschelaveranno il fangodi tanta cru<strong>del</strong>tàche mi ha sporcato.La primavera ha vocinel rinnovarsi <strong>del</strong>la natura,che chiunque dovrà ascoltare,voci di veritàche mi daranno pace.Si, la saprò amare ancora,la mia primavera.Licio GelliL’ANGOLO DELLA POESIAL’Amor <strong>del</strong> <strong>Piave</strong>Cossa sarà che sbrusegat’ei lavari e t’el cuor,che slumega dai ocipomela le ganasse,che ride t’el parlarcol naso in su.Ma xe solo che lu,sto martorel da incalmoche riva co ghe va,che l’vaco no vien più.Ma co l’se impissa giustoe che l’se slapazea,l’te manda altro che in su.Drento el se intanat’ei tosi grandi e cèi,sensa vardarné ani né cavei,co l’bruseghin se moveno ghe xe canevazche tegna passion nova.Xe l’fogo de l’amorche mai nol more,e fin che l’sangue girael salta e l’core.Tegnemoselo bonde istà e de inverno,sensa de lù la vitasaria freda in eterno.Adriano Gioncono nella “Città <strong>del</strong> Cima”, cheportano disdoro a questo Centroche fu romano, e poi veneto coifasti <strong>del</strong>la Repubblica di SanMarco! Gli è che oggi intornoalla “Città <strong>del</strong> Cima” v’è unmanto di viti ricche, che sonopoi le “prosecche”, coltivate avolte “a modo” come il nuovoDocg comanda, a volte addiritturaalla maniera “biodinamicanaturale” che a nostro parere di“giornalisti d’assalto” sono più<strong>del</strong> Docg!, ma volte, e più volte!,pompate troppo con gli “impesticidi”per mantenere così igrappoli “sani e belli” e poi farbella figura con le autorità diRoma, che amano tuttavia pocoi Veneti. In tema di “impesticidi”,i signori “JoJo&company”hanno confessato ad un giornalistamio nemico giurato,ma che così si è fatto un bello“scoop”!, che loro – i nostrisignori “JoJo&company” – aConegliano hanno lavato l’uva<strong>del</strong>la vite “Glera” col “saponedi Marsiglia”, affinché i suoichicchi si mettessero finalmentea fermentare per poi trasformarsinel gaio, ma caro, “Prosecco”docg! Dovete sapere, - ed io loso perché al tempo io fui laggiùper sbaglio in crociera -, che ilbenedetto “sapone d Marsiglia”veniva usato nel Vietnam per lenirei dolori <strong>del</strong>le piaghe mortaliinferte dall’agente “Orange”:un erbicida <strong>del</strong> granoturco, malaggiù adoperato dagli aerei “alleati”nel vano tentativo di “eradicare”i partigiani Vietcong.Mai dimenticare la Storia, maidimenticarla! Se oggi il vignetoè impestato di “pesticidi”mortiferi, è però tutta colpa diquel disgraziato di ColomboCristoforo, che ci impestò nelritorno a casa con malattie qualila rogna nera, la peronosporae la fillossera, costringendo, amomenti, l’Europa intera allacondanna <strong>del</strong>la sola Birra (cheè comunque oggi più sana <strong>del</strong>vino “chimico”)! Ci fu poi queltal Garibaldi Giuseppe, di natalinon italiano, che nonostantenon fosse invitato!, da maleducatovenne lo stesso in Veneto arompere i “co – censura – ni”!Con la sua malefatta, obbligòpoi alla migrazione nei mari <strong>del</strong>Sud i marina veneti adusi all’Adriaticoe ai Turchi, e le lorodonne a fare le serve agli italiciinvasori. Mai e poi mai in milleanni di Repubblica <strong>del</strong> Leone sividero ‘ste cose!Sfoghi etilici (di “Glera”igt) d’un professoreda vent’anni precario,ma senza il fegato <strong>del</strong>Ribelle, o peggio <strong>del</strong> rivoluzionario, raccoltiper Voi, ma solo per Voi,dal Vostro dottorFelix F. Rosponi.La nonna e il paneNon esiste piùun pane così buonocome quelloche tu sapevi fare.Era forse conditocol tuo sudore?Era cucinatoal fuoco <strong>del</strong> tuo amore?Dal giornoche sei mancata,il forno <strong>del</strong> cortileè rimasto spento.Mai, nessuno,ha saputo riaccenderlo!Quante,quante cose buone e bellesapevi fare!Restae rimarràraccolta nel pensierola tua vitatrascorsasul lavoro sudato e gioioso;col pane prontoper chi arrivava da lontanoe un sorriso sempre fresco.Non tremava la tua voceil giorno che mi hai salutato.Serena come sempre,sentiviche il Signore t’aspettava.Laura Da Re


mondoSLOVENIATrent’anni fa moriva TitoIl 4 maggio 1980, JozipBroz, detto Tito, Presidente<strong>del</strong>la Repubblica federalesocialista jugoslava, si spegnevaa Lubiana, oggi capitale <strong>del</strong>laSlovenia. Dopo di lui la Jugoslaviaha conosciuto un periododi conflitti senza precedenti sulsuolo europeo dalla SecondaGuerra mondiale. A trent’annidalla sua morte è tempo di farebilanci sull’eredità lasciata dalMaresciallo Tito.Josip Broz Tito ha salvaguardatol’unità <strong>del</strong>la Jugoslavia,un Paese creato a tavolino nel1918, all’indomani <strong>del</strong> disgregarsidei grandi imperi, natodapprima come regno poi, dal1945, divenuta Repubblica federale.“Jugoslavia” significa,appunto, “terra degli slavi <strong>del</strong>Sud” e davvero questo Paese harappresentato un mélange etnico,confessionale e linguistico.Alla morte <strong>del</strong> Maresciallo letensioni latenti esplosero nelleguerre balcaniche degli anni’90.Quelle tensioni, dunque, eranoattive già durante la dittaturasocialista, una dittatura cheseppe però evitare il massacroetnico. Oppure lo generò. Lafigura di Tito è oggetto di controverseanalisi storiche, il suoslogan fu “fraternità ed unità”ed effettivamente, in almenodue casi, seppe stemperare letensioni crescenti nel Paese.Nel 1971 le prolungate protestedegli studenti croati, nell’ondalunga <strong>del</strong> ’68, animarono quella“primavera croata” che Tito, invecedi osteggiare, fece propriarinnovando buona parte <strong>del</strong>laclasse dirigente <strong>del</strong>la Repubblica(tranne, ovviamente, sestesso) e garantendo maggiorilibertà civili. Del 1968 fu anchela rivolta dei kosovari che, ritenendoinsufficienti le autonomieconcesse da Belgrado, ne chiedevain misura maggiore ancheper la particolare connotazioneetnico-religiosa <strong>del</strong>la regione. IlKosovo era (ed è) a maggioranzaalbanese e musulmana e laFederazione offriva ampie autonomiealle minoranze.Attraverso la politica <strong>del</strong>le autonomie,il potere centrale jugoslavoriusciva a tenere insiemerealtà eterogenee. Ma insiemealla “carota” <strong>del</strong>l’autonomiac’era il “bastone” <strong>del</strong>la dittatura.Senza la violenza la Jugoslaviadifficilmente sarebbe rimastaunita. Con la violenza, dopola morte di Tito, si è divisa.Eppure Tito è sinonimo di Jugoslavia,ancora oggi vive nelricordo dei nostalgici come illeader che ha saputo garantirela pace nella regione. E non sitratta di una minoranza di persone:la cru<strong>del</strong>tà <strong>del</strong>la guerra haedulcorato la memoria <strong>del</strong> dittatoreportandolo paradossalmentead evere oggi più supportersdi allora. Ai suoi funerali eranopresenti tutti i maggiori uominidi stato, proprio coloro chepoco dopo scateneranno l’inferno<strong>del</strong>la guerra.Raif Dizdarević era uno di quelli.Partigiano socialista e titino<strong>del</strong>la prima ora, fu l’ultimo ministrodegli esteri <strong>del</strong>la Jugoslaviaunita, eppure -nel criticarela riforma costituzionale volutadal Maresciallo nel 1974- indicain Tito il responsabile <strong>del</strong>leguerre balcaniche degli anniNovanta. Quella riforma infatti,oltre a fare <strong>del</strong> Marescialloil Presidente “a vita” <strong>del</strong> Paese,garantiva maggiori autonomieagli stati membri <strong>del</strong>la fedeerazione.Questo perché in Sloveniae Croazia -i due membripiù ricchi- montava un malcontentoche avrebbe potuto ancherisolversi in violenza. Per scongiurarla,la pressione fiscale neiconfronti dei due Paesi diminuìma mancarono -questa l’opinionedi Didzarevic- misure a sostegnodei membri più deboli.Il divario economico presto alimentòil nazionalismo, che portòalla guerra di cui Tito sarebbe,allora, diretto responsabile.Divergenze che oggi non sonosolo materia per accademici. Laguerra ha lasciato il suo segnocreando un nuovo equilibrioetnico, una volta terminata. Unequilibrio che non sappiamoquanto si possa ritenere stabile.La Bosnja, che vedeva convivereall’epoca di Tito, croati, serbie musulmani, oggi è un Paesea maggioranza musulmana. Lemoschee di Sarajevo vengonofinanziate da Teheran, con evidentiricadute (geo)politiche. Iserbi di Bosnja vivono nel loro“stato nello stato”, quella RepubblicaSrpska nata dopo gliaccordi di Dayton <strong>del</strong> 1995.La Bosnja potrebbe dunqueprofilarsi nuovamente come“polveriera dei Balcani”? Mentrei leader di Serbia e Croaziacercano di costruire una memoriacondivisa, capace di superarele barriere dei nazionalismi,facendo <strong>del</strong>l’esperienza <strong>del</strong>laguerra un patrimonio storicocomune, ancora dibattuta restanola figura di Tito e le sueresponsabilità politiche.Matteo ZolaLa casa dei tuoi sogni la trovi da noi, clicca...www.sorgentecasa.itagenzie immobiliari a Sacile (PN) e San Fior (TV) - tel. 348 7275848ARGENTINADal 4 giugno è nelle saleitaliane Il segreto deisuoi occhi (El secretode sus ojos), un film argentinostrepitoso che, vincendo meritatamentel’0scar 2010 per ilmiglior film straniero, riproponeall’attenzione <strong>del</strong>la platea internazionaleil cinema <strong>del</strong> paesesudamericano praticamente sconosciutoal grande pubblico italiano.Qualcuno forse si ricorda“Garage Olimpo” <strong>del</strong> regista italo-argentinoMarco Bechis nontanto per averlo visto al cinemama in TV , e per il tema trattato,quello drammatico dei desaparecisdos,che in Italia ben si è conosciutoattraverso i media.Sommersi dalla massiccia offertadi film di Holliwood i distributoriitaliani sembrano nonaver occhi per altre produzionistraniere che pur meriterebberodi essere viste nel nostro paese,in particolare il cinema argentinoche per i temi trattati e non solo,lo apparenta al cinema italiano.Il film racconta la storia di unex aiutante procuratore <strong>del</strong>la repubblicadi Buenos Aires, che ,all’indomani <strong>del</strong> pensionamento,tormentato (e ossessionato)da un caso di omicidio irrisolto,occorso venti anni prima, decidedi svolgere una nuova indagineper scoprire il colpevole e quindirendere giustizia. L’indaginepiena di momenti di alta drammaticitàlo porterà a dipanareun groviglio di trame e di depistaggiche volevano il caso chiusofino ad un epilogo inatteso :Non mancano parallelalmenteil lato sentimentale e romanticodi un amore riacceso nè i colpidi scena da miglior thriller. Piùdi un thriller americano qui peròc’è l’umanità e l’autenticità deipersonaggi assente nei film americani.Insomma un film che hatutti gli ingredienti per piacere al• Giugno 2010“Il segreto dei suoi occhi”rilancia il cinema argentinopubblico italiano. Assolutamenteda vedere.Pierpaolo De Nardi,corrispondente de“Il <strong>Piave</strong>”da Mar <strong>del</strong> Plata,Argentina


Giugno 2010 • societàUNA STORIA VERA NEL CADOREIntervista con l’uomo che volevasuicidarsi per colpa <strong>del</strong>la bancaMi risulta dalla cronaca deigiornali che Lei sia statobistrattato da una bancama che anche nel Cadoresi sono verificati altri fattisconcertanti e pregiudizievolialla corretta gestione<strong>del</strong>l’economia locale tantoda indurlo a ricorrere adazioni estreme.Effettivamente a seguito <strong>del</strong>lemie intenzioni di finirla, ho avutola piena solidarietà edisponibilità da parte dimolti e noti industriali<strong>del</strong> Cadore i quali sisono riproposti di darmiun aiuto perchè, vede, èpiù facile essere aiutatida chi ha vissuto questatriste situazione, inquanto solo loro sannocapire la sofferenza chesi prova in queste circostanzenon per nientei Latini dicevano “homo sinepecunia imago mortis”Cosa è accaduto con laBanca?E’ accaduto di tutto! Ma quelloche mi ha indisposto di più,oltre al danno subito, è statal’arroganza, l’ingerenza, la villania,l’improntitudine e l’assenza<strong>del</strong> basilare sensodi umanità da parte <strong>del</strong>direttore e <strong>del</strong>la direzioneveneto <strong>del</strong>la banca!Pensi che il direttore èarrivato al punto di costringermia svendere lacasa che avevo ereditatodalla morte di mia madree che era stata messaa garanzia <strong>del</strong> mutuoper l’acquisto <strong>del</strong>l’ immobile<strong>del</strong> mio ristorante.Ha voluto essere presenteall’atto di venditadal notaio per incassare i soldie gestìre l’ammontare come havoluto, comperando titoli, coni quali mi fece pagare la BancaSella, la quale aveva un creditonei ns confronti di € 30.000;io sono riuscito ad ottenere unsaldo stralcio di € 14.000; seavvessi saldato questo debito,la mia banca mi avrebbe messoa disposizione l’importo promessodi € 30.000, garantito daUnionfidi di Belluno, che eraessenziale ed indispensabileper proseguire la normale gestione<strong>del</strong>l’azienda e dal quelmomento si venne a determinareun progressivo stato di illiquiditàpròdromo alla sfasciofinale tanto che recentementevenni consigliato dal mio commercialistadi chiedere l’autofallimento.Gli industriali sono giuntial limite <strong>del</strong>l’esasperazionesopratutto per la prepotenzadi alcuni funzionari <strong>del</strong>lebanche, in particolarequelle di grandidimensioni.Proprio le grandi banchehanno sperperato il denarodei risparmiatoriinvestendo sciaguratamentein titoli spazzatura privandocosì le imprese nazionali<strong>del</strong>la liquidità necessaria.Ma chi o cosa l’ha spintoalla estrema determinazionedi suicidarsi?Un insieme di cose: l’indifferenza,la cattiveria, la malvagitàe soprattutto la mancanzadi umanità oltre allo spettro <strong>del</strong>fallimento e <strong>del</strong>la miseria.Per la verità avevo tentato divendere un mio rene tramite unappello lanciato su facebook,per il quale avevo avuto qualcheriscontro ma non ne potevopiù. Una sera, mi avvicinainella parte più profonda <strong>del</strong>lago di Pieve di Cadore nelladiga a Sottocastello che alloraera oscurato dalla nebbiae mentre stavo per compierel’ultimo atto improvvisamentemi comparve una luce, quasicome si fosse accesa una lampadinanell’oscurità. Pensaialla mia famiglia ed ad un’industriale<strong>del</strong> luogo, una certaSig.ra Del Favero che mi avevaconsigliato di andare a Trevisodal commercialista Steccanellae di leggere su facebook i circa400 articoli di giornali che loriguardavano ed in particolareuno: “L’uomo che fa tremare lebanche”.Desistetti da quella funebre iniziativa,mi tranquillizzai, rientraiin casa, cominciai a navigaresul computer, e tramitefacebook chiesi “amicizia” conSteccanella. Questi non rispose,allora gli telefonai e riusciiad avere un appuntamento.Cosa accade daquesto incontro?Mi dissuase dal propositodi chiedere ilfallimento anche perchénon sussistevanoi presupposti <strong>del</strong>ineatidai parametri giuridicidi fallibilità, midisse che la banca eraautolesionista perchéquesta, per perseguireun profitto e quindii propri interessi,“ dovrebbe– come suo uso- tosare la pecorae non ammazzarla” ciò vuoldire che il funzionario che miha bistrattato non era neanche<strong>del</strong> mestiere oppure era sobillatodalla direzione, che era acorto di liquidità.Poi mi rimproverò perché,di fronte ad un fattoestorsivo così evidente,avvenuto nel momentoin cui si intrattennei soldi <strong>del</strong>la vendita<strong>del</strong>la casa circa100.000 Euro ed allanegazione <strong>del</strong>la praticadi finanziamentoche mi aveva promesso,avrei dovuto chiamarei carabinieri, dimostrareche ero statoderubato e chiedere diredigere un “Verbaledi constatazione”. Con questosistema da lui collaudato felicementepiù volte aveva risoltotantissime situazioni evitandoin tal modo il ricorso a soluzionistriscianti e logorantiperchè la politica <strong>del</strong>la bancain queste circostanze è nellaprima fase di imporre “pace esilenzio!”, se poi le vicende ele voci di discredito aumentanoallora trasferiscono il direttorein altra sede così con questoprovvedimento tombale vienechiuso il caso.Poi mi disse che bisognava fareuna nuova fontana accanto all’anticasorgente, ossia affittarel’azienda ad una nuova dittaperchè, per sopravvivere eranecessario aggrapparsi ad unafonte di reddito.Poi mi disse di convocare icreditori informandoli <strong>del</strong>lasituazione e assicurando che afine di ogni stagionesarà datoloro quanto sarebbeavanzatodall’utile dopoaver tolto l’indispensabilee lespese di impostee tasse, facendoloro presente cheera necessario illoro contributoper far giungerenuova clientela.Ha poi assicuratoche si sarebbe prodigatoper far affluire alla mia attivitànuova clientela.Mi permette di intervistarel’imprenditrice Del Faveroche ha menzionato?Lo faccia pure, avrà modo cosidi accertarsi che quanto è avvenutoa me è un sistema generalizzatoe diffuso.° ° °Signorina Del Favero, leiche è un’industriale cheha vissuto da vicino tuttaquesta martoriata ed infamevicenda mi vuole direcosa pensa di questa banca?Per il momento non voglio svelareil nome <strong>del</strong>la banca ma lofarò nelle opportune sedi anchea mezzo <strong>del</strong>la stampa ancheMa non basta, hanno succhiato laliquidità <strong>del</strong> Veneto perindirizzarla in Piemonteed in Lombardia, proprio làdove ora note aziende parassitariesopravvivono solo se lo Statoelargisce inutili finanziamentiperchè in Cadore gli industrialisono giunti al limite <strong>del</strong>l’esasperazionesopratutto perla prepotenza ed arroganza dialcuni funzionari <strong>del</strong>le banche,in particolare quelle di grandidimensioni.Dovrebbero invece avere l’umiltàdi ammettere che proprio legrandi banche hanno sperperatoil denaro dei risparmiatoriinvestendo sciaguratamente intitoli spazzatura privando cosìle imprese nazionali <strong>del</strong>la liquiditànecessaria. Ma non basta,hanno succhiato la liquidità <strong>del</strong>Veneto per indirizzarla in Piemonteed in Lombardia, propriolà dove ora note aziendeparassitarie sopravvivono solose lo stato elargisce inutili finanziamenti.Se invece i soldi dei risparmiatoriVeneti fossero statiqui, dove regna l’onestà e lalaboriosità, avremmo potutoassistere ad una regione industrialmenteforte che avrebbeapportato benefici diretti ai cittadinied indiretti allo Stato enon sarebbe certamente ricorsaa sollecitare gli aiuti <strong>del</strong>loStato.Siamo inoltre preoccupati perchèle nostre industrie principeanche se stanno assumendo <strong>del</strong>personale, stanno languendo eci stiamo chiedendo cosa avverràin futuro perchè i nostrioperai che si sono specializzatinel settore non hanno la versatilitàe la preparazione per rivestirealtri ruoli: infatti da noimancano gli edili, i meccanici,gli imbianchinii calzolai ecc.ecc. e per creareun mestiereoccorronoanni.Ricordo diaver assistitoil signore davoi intervistatonel mentreera in procintodi gettarsi nellago, di averlopoi dissuaso acompire tale azione.Lo consigliai infatti di andaresubito a Treviso da Steccanellae cercare con lui un’ipotesi disoluzione visto che qui in Cadoreè riuscito a raddrizzaresituazioni ritenute irreversibili.Tornado al caso in esame condividocon Steccanella che sarànecessario incrementare la ricevibilitàe l’attrazione <strong>del</strong> luogoe poi incentivare e sollecitarel’accesso di una maggiorclientela più qualificata.Anche noi industriali <strong>del</strong> luogoci prodigheremo a dare lanostra solidarietà e quel sensodi elementare umanità che labanca avrebbe potuto dare senzaspendere un quattrino, maquesta è una ricchezza d’animoche non tutti hanno.Vorrei ricordare un manoscritto<strong>del</strong> Prof.Vincenzini (docente ditecnica bancaria alla Sapienzadi Roma, consulente Consobe Banca d’Italia) il qualenella sua lettera indirizzata aSteccanella- che ho appeso almuro- ha scritto: Per sistemarele banche occorrerebbe metterein ogni sportello bancario unProcuratore <strong>del</strong>la Repubblica edue carabinieri!Roberto Momo


trevisoA piedi da Jesolo al Monte Peralbalungo il corso <strong>del</strong> fiume <strong>Piave</strong>L’AVVOCATORISPONDE• Giugno 2010Edoardo Frassetto, FurioNave e Antonio Stevanato.Tre ragazzi conun obiettivo: percorrere a pieditutto il corso <strong>del</strong> fiume <strong>Piave</strong>,per un totale di circa 230 chilometri.L’iniziativa ha ricevuto il supportodei Comuni dove i giovanisi sono fermati e <strong>del</strong>le Provincedi Treviso, Venezia e Bellunounite dal progetto <strong>Piave</strong> TVB.La partenza dalla foce a Cortellazzoil 30 maggio e arrivo allasorgente il 7 giugno. Era presentealla partenza anche il sindacodi Jesolo, Francesco Calzavara.“Il <strong>Piave</strong> è un fiume che uniscetre territori e rappresenta la storiae la cultura <strong>del</strong>le tre Province– spiega Muraro – non possiamoallora non apprezzare l’iniziativadi questi tre coraggiosiragazzi. Abbiamo quindi volutoapporre il marchio <strong>Piave</strong> TVB,l’iniziativa lanciata da Treviso,Venezia e Belluno per la promozioneunivoca dei territori”.Club di Prodotto Trevisola Provincia <strong>del</strong>lo SportAfine maggio firma <strong>del</strong>protocollo d’intesa traProvincia di Treviso,Consorzio di Promozione TuristicaMarca Treviso, Ciset– Centro Internazionale di Studisull’Economia Turistica e 11strutture ricettive aderenti alClub di Prodotto per l’attivazioneoperativa <strong>del</strong> progetto “Clubdi Prodotto Treviso – la Provincia<strong>del</strong>lo Sport”.Presenti il presidente <strong>del</strong>la Provinciadi Treviso, LeonardoMuraro, il vicepresidente e assessoreal Turismo <strong>del</strong>la Provinciadi Treviso, Floriano Zambon,il presidente <strong>del</strong> Consorziodi Promozione Turistica Marca-Treviso, Gianni Garatti, la direttrice<strong>del</strong> Ciset, Mara Manente,il presidente degli albergatori diTreviso, Federico Capraro. Oltrealle 11 strutture ricettive cheaderiscono da subito al Club diProdotto e che sono state insigniteda un speciale targa oggiin conferenza: Hotel Canova di03 -Seminario sulla occupazione lavoratori inProvincia. Illustrazione dei dati <strong>del</strong> ComitatoTecnico Scientifico <strong>del</strong>l’Osservatorio Economicoe Sociale di Treviso.05 – Presentazione Dati turismo in Provinciadi Treviso.05 – Firma Protocollo d’Intesa tra Provincia eLions Club Internationale per progetto “Cartadi Treviso” riguardante la tutela bambini eadolescenti.05 – Vigilanza ambientale per Parco <strong>del</strong>laStorga e S.Artemio all’associazione Eko-Club.06- Ripresa <strong>del</strong> Turismo in Provincia nel2010.07- Incontro tra Provincia Treviso e Vicenzaper il casello stradale di Loria.11 – Presentazione Reteventi 2010: Metamorfismi-identitàe Alterità.11 – 20° Mostra <strong>del</strong>le Ciliegie di Maser.12-05-2010 – Presentazione <strong>del</strong> Trofeo Provinciadi Treviso di Atletica Leggera.Cavaso <strong>del</strong> Tomba, Hotel Canond’Oro di Conegliano, PostumiaHotel Design di Oderzo,Hotel San Giacomo di Paderno<strong>del</strong> Grappa, Locanda da Lino aPieve di Soligo, BHR TrevisoHotel di Quinto di Treviso, HotelGiulia ai Ca<strong>del</strong>ach di RevineLago, Hotel Titian Inn Trevisodi Silea, Hotel Al Foghet BestWestern di Treviso, HolidayHotel di Villorba, Hotel Termedi Vittorio Veneto.“I dati sul turismo mostranocome la Provincia sia cresciuta<strong>del</strong> 4,6% nelle presenze nel2010 – ha detto Muraro – Questodato sulle presenze turisticheè stimolante e ci spinge a continuarea pensare positivo. Il turismonella Marca non è più solodi business ma è legato all’enogastronomiae ai grandi eventi.Treviso, poi, è il territorio deigrandi eventi sportivi. Abbiamoappena ospitato il Giro d’Italia,arriveranno gli Europei diMountain Bike e la SettimanaTricolore <strong>del</strong> Ciclismo. Creareun sistema che valorizza l’offertaturistica legata allo sport èper la Marca un valore aggiunto.Il club di prodotto è un formatche funziona perché fa lavorarein rete il territorio, vogliamo riprenderloanche a breve in altriambiti, come ad esempio l’enogastronomia”.“Il turismo sportivo è consideratodi nicchia ma è una grandeopportunità – ha detto Zambon– le targhe che andiamo a consegnareoggi sono un segnodistintivo per la struttura ricettiva.Una certificazione, una garanziaper chi visiterà il nostroterritorio. Il club di prodottotrevigiano è il primo club strutturatoche si attiva in veneto.Partiamo oggi con 11 strutture,siamo certi che altri arriverannoin corso d’opera.Il nostro obiettivo è attrarre esoddisfare il cliente perché diventiambasciatore <strong>del</strong> territorio”.Le iniziative <strong>del</strong>la Provincia a maggio13 – L’insegnamento <strong>del</strong>la Sicurezza sui luoghidi Lavoro, che deve partire dalla scuola.14--15 e 16: Festa <strong>del</strong>la Famiglia aS.Artemio.14-Olimpiadi 2020. No a decisioni romanocentriche<strong>del</strong> Presidente.15-Unione Regionale <strong>del</strong>le Province Veneteper il Federalismo con stand nella prossimaedizione <strong>del</strong> Forum-PA di Roma dal 17 al 20maggio.18-Richiesta alla Regione di Interventi sulterritorio dopo le piogge abbondanti.18- Vertenza “Lavoro & Lavoro” Collaborazioneper la soluzione.21- Presentazione “Concerto per mio Figlio”.21- Giro d’Italia a Treviso.21 -Il <strong>Piave</strong> primo fiume federalista. Comunicato<strong>del</strong> Presidente.21– Asolo Docg festeggiato il 5 e 6 giugno.21 – Richiesto supporto a Berlusconi e Zaiaper la Venezia Monaco.Valentino VenturelliAvv. Barbara LenisaConeglianoI prodotti a marchi made in Italy devono essere prodotti interamente in Italia ?Numerosi negli anni gli interventi <strong>del</strong> legislatore italiano a sostegno <strong>del</strong> prodotto nazionale. Ilcammino ha avuto inizio nel 2003 con la legge 24/12/2003 n. 350 che ha offerto una serie didisposizioni in tema di indicazioni di provenienza. L’ultimo passo nella tutela <strong>del</strong> prodotto nazionaleè costituito dalla disciplina offerta dalla legge 08/04/ 2010 n. 55 sull’etichettatura deiprodotti tessili, <strong>del</strong>la pelletteria e calzaturieri, con cui viene adottata una disciplina specificadedicata al “made in italy” (che entrerà in vigore l’ 1/10/10). L’etichettatura di prodotti concernentil’indicazione di origine ha la funzione di tutelare i consumatori. Attualmente i prodotti italianipossono essere etichettabili come “ full made in italy” laddove le quattro fasi di lavorazione(disegno, progettazione, lavorazione e confezionamento) siano compiute sul territorio nazionale,diversamente la semplice dicitura “made in italy” è apponibile solo su prodotti finiti per i qualile fasi di lavorazione sono avvenute prevalentemente sul territorio italiano ed in particolare, sealmeno due <strong>del</strong>le fasi di lavorazione per ciascun settore sono state eseguite nel predetto territorioe se per le rimanti fasi è verificabile la tracciabilitàMancato pagamento da parte <strong>del</strong> condomino <strong>del</strong>le spese condominiali <strong>del</strong>iberateIl condomino che non paga le spese condominiali può vedersi notificare dal resto <strong>del</strong> condominioun decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo. Detto decreto ingiuntivo può essere oppostosolo per questioni afferenti gli effetti <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera e non la validità <strong>del</strong>la stessa, essendo quest’ultimacontestabile con l’impugnazione <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera nel termine di giorni trenta dalla comunicazionein caso di assenza <strong>del</strong> condominio all’assemblea o dalla adozione in caso contrario.Il diritto di proprietà può essere acquisito anche con il decorso <strong>del</strong> tempo?Sì, un bene immobile può essere acquistato in proprietà per usucapione con il decorso <strong>del</strong> teminedi vent’anni attraverso l’esercizio pubblico, pacifico continuo e non interrotto <strong>del</strong> possesso sulbene stesso che si esercita mediante l’attività di cura e godimento <strong>del</strong> bene stesso (manutenzioni,pulizie ristrutturazioni uso ecc.)Chi desidera può inviare i propri quesiti alla redazioneall’indirizzo e-mail: redazione.ilpiave@libero.itDALLA PRIMAL’Italia unita(è come una bella donna)L’Italia Unita è comeuna bella donna. Che siconsidera nel suo insieme:come cammina, come siravviva i capelli, come sorride,come parla, cosa pensa. Non mifraintendano le donne, non pensoaffatto a una donna oggetto,tutt’altro. Naturalmente per lorole considerazioni valgono allarovescia.E’ vero che a volte certe notizieche alimentano aspetti negatividi alcune zone <strong>del</strong> Sud non cirallegrano, ma con opportuniaccorgimenti legislativi ed ilcontrollo, si possono rimediare;vedi “federalismo fiscale” e“concorsi più severi” e altro, inpratica correggere un certo diffusomalcostume, specialmentenella gestione <strong>del</strong>la cosa pubblica( per non parlare di mafiae affini) .Però i difetti <strong>del</strong>le persone amatesi correggono ma si perdonano,anche perché spesso ricambiatidalla bontà, dalla bellezzae dall’amore.Il cuore e la ge<strong>nero</strong>sità <strong>del</strong>lagente <strong>del</strong> Sud, le sue coste ineguagliabili,le isole, le vestigia<strong>del</strong>le antiche città, il clima, lamusica, fanno di quelle terre unangolo di paradiso. Hanno datoi natali a filosofi, pittori, narratorifamosi nel mondo.Ricordiamoci che nella primaguerra mondiale, i giovano <strong>del</strong>Sud furono mandati a morireper la “Patria” sul <strong>Piave</strong> e sulleDolomiti, per l’idea di una terrad’Italia quasi sconosciuta, e noi<strong>del</strong> Nord, non possiamo dimenticare.L’Italia unita è un bene comuneinalienabile. Pensare egoisticamentesolo al potere <strong>del</strong>laricchezza sarebbe un errore gravissimo.Certo va riconosciutal’opportunità di verificare ilperché di determinati squilibri ea come rimediare, ma da questoa miopi visioni provincialistichece ne passa.L’armoniosità di una figura sicompleta nell’equilibrio, ciascunaparte <strong>del</strong> suo essere dasola non varrebbe nulla. Manisenza dita, gambe senza piedi,pancia senza testa, cosa sarebbero?Reputiamoci fortunati,perché proprio per le nostrecomplesse differenziazioni formiamoun popolo con carattereartistico e di creatività individualiriconosciute e invidiate,questo anche perché ospiti diuna natura meravigliosa cheha stimolato l’intelligenza el’amore per la bellezza, e ci haresi figli di una storia che mescolandole diversità, ha forgiatouna civiltà di persone liberee pacifiche.Amiamola dunque questa nostrabella Italia, leggera come unapoesia, che, Patria riunita negliultimi centocinquantanni, ha ritrovatouna nuova gioventù.Adriano GioncoLeggi il tuo quotidianoon lineilpiave.it


Giugno 2010 • sportA PROPOSITO DI CALCIO....Giornalista interista. E me ne vantoSfogo semiserio di un tifoso nascosto a lungopa d’autore: io sono interista.Però c’è un però. Non scrivevo,né parlavo pubblicamente - intendoin tv – di pallone, di footballper una specie di bizzarropatto <strong>del</strong> diavolo con me stesso.Io ho iniziato a fare questomestiere occupandomi di calcio.Andavo (mi offrivo, e loro– i redattori che non c’avevanovoglia di fare niente – mi cimandavano entusiasti) nei campettidi periferia <strong>del</strong>l’Isontino.Assistevo in tribune improbabilia incontri combattutissimi dicategorie inferiori, tipo “palla ogamba, ma meglio gamba” e traun rinvio alla viva il parroco, unmoccolo alla Santissima Trinitàin dialetto bisiaco (tra le dueacque, i due fiumi: Isonzo e Timavo),e un goal da cineteca chein serie A si sognavano, io scrivevo.Poi riordinavo gli appuntisu Fontanafredda-Gradisca o suRonchi dei Legionari-Fiumicelloe telefonavo al dimafono. Edettavo trenta righe.Era giornalismo? Credo di sì. Albar sport (c’è sempre, ovunque,un bar sport) leggevano il miopezzo e lo commentavano. Chimi conosceva, mi faceva rilievicritici. “El ga arbitrà come uncan. Ti te ga scrito che l’xe stabravo. Ma che partita te gavisto ti?”. Annuivo: avevocertamente visto male. Laprossima volta il mio articolosarebbe stato assai piùsevero con la “giacchettanera” di turno: l’arbitro hada essere cornuto, suvvia,sennò che arbitro è?Ho nostalgia e tenerezzaper quel tempo pionieristico,in cui facendo questolavoro si poteva sbagliaree imparare, ogni giorno,apprendendo “umanamente”dai propri errori.Quel tempo in cui il miomondo, nell’istante brevee interminabile <strong>del</strong> calciodi rigore <strong>del</strong> centravantidi nome Di Lena, alto unmetro e cinquantacinque(che durante la settimanafaceva il postino in bici),era “il” mondo assoluto,che comprimeva tutti gli universipossibili, e le emozioni,le sfide, le passioni pugnaci, icampanilismi tribali e ruspanti,che sapevano di vino e ciccheNazionali senza filtro, e partite ascopa e ovi duri col sale e pepespruzzati sopra.Di quell’epoca – ahi ahi, mi sache sto invecchiando a vistad’occhio – mi sembra di risentireil sapore, semplice e artigianale,di cose fatte una ad una,belle perché imperfette, madidedi sudore e lucide di sogni, discontri feroci e zoppi, finiti conuna stretta di mano e di amicizieche grazie allo sport si credevanoimmortali.Io stesso, da ragazzo, giocavoal calcio. Ero tesserato per ilMonfalcone: una società gloriosa,che si cimentava nello storicostadio Cosulich, quartieredi Panzano, accanto ai cantierinavali.L’allenatore era una vecchiagloria <strong>del</strong>la Triestina di Grezar:“Gianluca – mi disse un giorno– io cerco di farvi capire chenon è importante diventare calciatoridi successo, ma uominidi valore”.Ci ho rimesso un braccio (frattura<strong>del</strong>l’omero: segue trafila,ortopedia, operazioni, gessi,punti, metti il ferro - togli il ferro),dopo ogni incontro avevo legambe conciate come una cartageografica. Ma mi piaceva. Mifaceva sentire vivo. Mi davagrandi emozioni. Il senso diuna impresa comune, di squadra.La famiglia era contraria:mi vedeva lì gracilino, di esilecostituzione, un fuscello che staper essere stritolato in mezzo amarcantoni di tredici anni grossicome Carnera, e temevano perla mia sorte.Facevo di necessità, virtù: sgusciavo,correvo più veloce, ladavo di prima. Imparavo a sopravviverema senza calare lebraghe. Io credo che l’impoverimentodi questa società siasoprattutto dei riti di iniziazioneche davano ai giovani la convinzionedi entrare - meritandoseloe per gradi - nel mondo degliadulti. Non ci sono più. E’ tuttoasettico, artificiale, fasullo, virtuale.Niente aiuta a crescere,attraverso le botte prese e date.A riconoscere cicatrici e rugheTarcisio Burgnichcome una geografia esistenziale.Un giorno Anna Magnani, lagrande attrice, bloccò il braccio<strong>del</strong>la truccatrice che la stava preparandoa una scena a Cinecittà,le stava nascondendo le rughe:“Signorì! Statti ferma! Che fai?Ho impiegato tutta la vita a farmelevenire!”.Lessi una cosa molto bella diFederico Nietzsche: bisognerebbeavere sempre la serietà deibambini quando giocano. Ecco.E’ tutto lì, il nocciolo <strong>del</strong>la verità<strong>del</strong> vivere.Poi smisi di giocare, lo studiomi prese tutto. E mi restò, appunto,il ruolo di cronista.Anche molti anni dopo, quandosento “La leva calcistica” di DeGregori - ...ma Nino non averpaura, di tirare un calcio di rigore,non è mica da questi particolari,che si giudica un giocatore,un giocatore lo vedi dalcoraggio, dall’altruismo, dallafantasia... -, beh, sento correreun brivido lungo la schiena egli occhi si inumidiscono a prescinderedalla volontà. Era ognivolta come se quel capolavoromusicale mi accusasse: perchéti sei arreso?Provo ogni volta a risponderecon Gozzano: ma io ho amatosempre e solo le rose che noncolsi. A volte funziona, a volteno.Quindi, smisi pure di scriveredi calcio. E riversai la passioneinteramente nella sfera intima,privata. Quasi avessi pudore,iniziando a fare per davvero ilgiornalista, di mostrarmi – occupandomidi calcio – un professionistadi serie B: superficiale,disimpegnato, un po’ cialtrone,parolaio, insomma perfettamenteinutile, dando voce alsuperfluo e al raffazzonato cheè la quintessenza <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>pallone e la tribù parassita chegli gira attorno.Da allora ho vissuto la dimensione<strong>del</strong> tifo unicamente all’internodi me stesso, quasivergognandomene, in modo carbonaro,segreto, con pochi amici,circondato tutt’al più dalle“comprensive e tolleranti” personecare. Più frequentemente epreferibilmente, da solo: ben sapendoche quel essere spettatoredi un evento calcistico tira fuorii miei spiriti animali, la volgarità,l’aggressività repressa,la voglia di vittoria a ognicosto e mi fanno apparirediverso dall’immagineconsueta che ho.Quest’anno è successauna cosa nuova, però. CanaleItalia ha mandato inonda un bel programma,“Lunedì Gol”. E’ statoun successo. Anche peril livello degli ospiti fissi:Ciccio Graziani, AntonioCabrini, Lorenzo Amoruso,Claudio Pea, GianfrancoMonti, GianniRivera, Giancarlo Antognonie molti altri. I dueconduttori, AlessandraChieli e Augusto De Megnicercavano un tifosointerista. Potevo dire dino? Ho accettato. E allafine mi sono divertito unmondo.E’ stato, per me, un rito liberatorio.Mi sono finalmente affrancato,emancipato, liberato dallaschiavitù <strong>del</strong>la seriosità <strong>del</strong> politologoche se parla di calcio sisputtana.Io sono interista, dicevo. Il calcioper me è poesia, fantasia erabbia allegra. So che in chi miascolta, scatta il riflesso condizionato:povero illuso, ma non tiaccorgi che vi prendono tutti peril culo, che si arricchiscono allevostre spalle di creduloni, che èun gioco sporco, artefatto, corrotto,mafioso, falso.Non li voglio sentire. Vogliocontinuare a cullarmi nelle mieillusioni che il gioco sia pulito,sia vero, sia autentico.Lo devo fare perché io penso chela nostra (la mia) vita sarebbe unpo’ più povera e grigia, stinta einsapore, senza la mia domenicadi pallone. Senza l’attesa, latrepidazione, il match, le polemiche,le chiacchiere <strong>del</strong> giornodopo, gli sfottò, le corbellerieannesse e connesse.Ma so che non è unicamente unadimensione soggettiva: raccontarela storia <strong>del</strong> calcio italianosignifica ripercorrere la nostrastoria di popolo. Con annessitrionfi e disgrazie. Vergogne eglorie. Perché il pallone è unapotente metafora <strong>del</strong>la nostravita. Della migliore e peggioregioventù. Del potere economico.Politico. Editoriale. Perfinobancario.Perciò, quando scoppiò “Calciopoli”io ebbi conferma di quantodentro di me avevo – pasolinianamente– sempre “saputo”.Io so. Sì, io sapevo. E non miservivano le prove per averneconferma.Avevano rubato la nostra eternafanciullezza. Avevano contaminatocome narcotrafficanti,come ecomafiosi spietati ilnostro campetto di pallone,truccando la partita, manipolandole regole <strong>del</strong> gioco.Esattamente come altri inpolitica si erano finanziatiillegalmente, alterando lecondizioni di concorrenza.Mi avevano rubato i sogni.Detto così, parrà ingenuoe un po’ ridicolo. Ma noisiamo ciò che amiamo, lenostre passioni, le nostreemozioni. I nostri giochi. Sece li calpestano, mettono sotto ipiedi la nostra libertà di esserenoi stessi.Io sono interista. E’ una fedespeciale e comprensibile solo aquelli come noi. E’ una appartenenzatormentata e – fino a ieri– autolesionistica. Un piacereun po’ perverso.A casa, mi guardavano con pietàe misericordia: “Ma chi te lo fafare?”. Io li guardavo a mia voltacon fierezza e pensavo: le solebattaglie che meritano di esserecombattute sono quelle perse.E poi, vincere facile è sciocco.I soli esami che ricordo sonoquelli difficili, tormentati, pienidi ostacoli e trabocchetti. Maledettaipocrisia degli adulti:lasciatemi almeno l’Inter!Ha ragione Beppe Severgnini(che ho premiato col Tomasellial teatro Aldo Rossi di Borgoriccosabato 29 maggio): siimpara molto dallo sport. Unapartita di calcio è una allegoria<strong>del</strong>la vita. E’ ricca di simbolismi.Di metafore potenti.Il calcio è un gioco apparentementesemplice. Basta avercura <strong>del</strong>la propria salute. Saperstare con gli altri (i compagni).Rispettare gli avversari (mai nemici).Il calcio, in Italia, però è ben altro:colma il vuoto pneumaticodi spazi politici di aggregazione.Tifosi sì, militanti politici nonpiù. Ma il calcio è “politico”anche nel senso di “parte”: Berlusconia lungo si è identificatoadesivamente col “suo” Milan:bastava vederlo scuro in voltoquando i rossoneri perdevano.Identificava le vittorie in Championse in politica.E quante volte ci scandalizziamoquando apprendiamo ciò che giàsappiamo: cioè che un mediocrecalciatore di serie B guadagnaSi impara moltodallo sport.Una partita di calcioè una allegoria<strong>del</strong>la vita. E’ ricca disimbolismi.Di metafore potenti.50 volte di più di un ricercatoreuniversitario che salva viteumane e lavora per il progresso<strong>del</strong>l’umanità?Ho visto, dopo il 2006, dopoMoggiopoli, cambiare tutto:quelli che prendevano in giro- “Non vincete mai!” -, all’improvvisosi erano fatti seri seri.Loro adesso perdevano. Ma nonavevano gli anticorpi per esserebuoni sconfitti abituali, decorosiperdenti. E noi ora maramaldeggiavamo,abituati però sempre esolo a perdere. E quindi senzal’aplomb, lo stile di chi vincesempre.Anche in trasmissione, in modicivilissimi, ho avvertito avversione,antipatia, odio sportivo.Ma l’odio, ho compreso, è laforma più raffinata e pigra <strong>del</strong>lastima. E <strong>del</strong>l’invidia subentrata.Lo so bene: in questa notte madrilena<strong>del</strong> 22 maggio, il mioorgoglio di “essere interista”,e quindi diverso da tutti gli altritifosi “normali”, è solo unpretesto struggente. L’Interè la mia “squadra <strong>del</strong> cuore”- “senza cuore saremmo solomacchine” dice una pubblicità-, perché, senza, le nostre vitesarebbero più tristi e disilluse.E al fischio finale, all’improvvisoil tempo mi si è attorcigliatoattorno, come un cavo spezzato,e ho rivisto in carrellata rapidale figurine Panini, la mia piccolatenuta di gioco, le mie primescarpette coi tacchetti (le chiamavamo“tretter”), i compagni<strong>del</strong>le elementari Duca D’Aostaa Monfalcone, il primo campetto<strong>del</strong>l’oratorio San Micheledove imparai a (non)giocare acalcio, e quel prete energico – ilmio parroco a Sant’Ambrogio -,che si sollevava la tonaca tuttaimpolverata e rincorreva la pallacome un forsennato e forse ciscappava pure qualche parolaccia– “Dio perdonami è iltuo mestiere...”.Ed ecco che - in controluce,c’era un sole accecante quelgiorno -, a bordo campo sistagliava una figura che miparve imponente, dalle spalleenormi. E subito il sacerdote,Don Burgnich, il mioparroco, si fermava, alzavale mani in alto come per arrendersi,il sorriso radiosoche gli illuminava il voltoe quel nome squillato convenerazione nella voce mentregli andava incontro, già prontoall’abbraccio forte da fratello afratello: “Tarcisio!”.Era il leggendario terzino <strong>del</strong>l’Inter,Tarcisio Burgnich.Suo amato e famoso fratello.Mi avvicinai, timido, perché eromolto timido. Poi, osai una cosaper me inusitata. Lo guardaidritto negli occhi. Non era sfida.Era desiderio sfacciato di rubargliun po’ di gloria, di fama, dicapacità, di talento.Lui, ricambiò lo sguardo, e miparve divertito, con quegli occhichiari e puliti degli uomini ecalciatori di una volta. E comericonoscendo un suo simile, solopiù piccolo, mi disse prendendomiper mano: “Vieni, andiamo agiocare assieme. Fammi vederequello che sai fare”.GianlucaVersaceGiornalistatelevisivo


10ambiente• Giugno 2010Conferenza sui problemi <strong>del</strong> fiume <strong>Piave</strong>,sul greto e sul Ponte <strong>del</strong>la PriulaPresentato il film documentario “I colori <strong>del</strong> <strong>Piave</strong>”Si è svolta a Susegana il24 maggio 2010 la conferenza/dibattitopubblicoe proiezione film “ I Colori <strong>del</strong><strong>Piave</strong>”, organizzata dal ComitatoImprenditori Veneti”<strong>Piave</strong>2000” e <strong>Museo</strong> <strong>del</strong> <strong>Piave</strong> “VincenzoColognese”, capitanatidal Presidente Diotisalvi Perin,noto imprenditore trevigiano(attività condotta secondo gliinsegnamenti <strong>del</strong> compiantoIng. Alfredo Dal Secco che hatramandato studi e ricerchestoriche), e con il patrocino el’egida <strong>del</strong> Presidente<strong>del</strong>laRegione Veneto,<strong>del</strong> Presidente<strong>del</strong>la Provinciadi Treviso, <strong>del</strong>Comune di Vase <strong>del</strong> Comune diSusegana, conla presenza <strong>del</strong>sindaco Arch.Gianni Monteselche ha inauguratoi lavori.La prima parte è stata dedicataalla proiezione <strong>del</strong> Film di NicPinton, un suggestivo viaggiodentro il <strong>Piave</strong>, incontrandogenti e paesi, dove un tempoc’erano i porti ed i passi barche.Successivamente si è svoltauna puntuale ed appassionatarelazione a cura <strong>del</strong>l’Ing. FrancoPanto, che ha esposto condovizia di particolari, anchecon il contributo di fotografiesia storiche che recenti e disegnitecnici, lo stato di incuriae di pericolo in cui gravano siail letto <strong>del</strong> fiume <strong>Piave</strong>, che leinfrastrutture quali argini e soprattuttoil Ponte <strong>del</strong>la Priula,.L’ing. panto ha inoltre presentatocon disegni un progetto diconsolidamento per le pile <strong>del</strong>ponte ed una soluzione innovativadi impalcato per il pianostradale con pista pedonalee ciclabile. Il corso <strong>del</strong> fiumeè intasato da una fittissima boscagliafuorilegge, non presentenei decenni precedenti, e da importantidepositi alluvionali, perspessori considerevoli, anche dialcuni metri, che ne riducononotevolmente la portata, e chenon sono più stati rimossi e rimodulatida moltissimi anni.L’Ing. Panto ha evidenziato cheoggi una piena come quella diquel 4 novembre 1966 avrebbeesiti catastrofici sul nostro territorio,proprio per l’impossibilitàdi poter gestire un passaggioA conclusione dei lavori viene evidenziatoche, se arrivasse una pienaimportante, l’acqua potrebbe scardinaregli argini a Susegana e Nervesa<strong>del</strong>la Battaglia e alluvionare avalle fino a Veneziadi acqua di 5500 metri cubi alsecondo. Si rende quindi urgenteuna manutenzione <strong>del</strong> letto<strong>del</strong> fiume.Anche il Ponte <strong>del</strong>la Priula, primariainfrastruttura strategica4 novembre 1966: le acque <strong>del</strong> <strong>Piave</strong> rompono l’argine<strong>del</strong>la spina dorsale Pontebbana,che collega nord e sud <strong>del</strong>laprovincia, è lasciato in uno statodi totale abbandono, incuria edassoluta mancanza di manutenzioneda decenni. RicordaDiotisalvi Perin che, dopo tantelettere di protesta all’ANAS, èriuscito a ricevere una rispostanell’anno 1996, dove si riferivaLa situazione di degrado e incuria <strong>del</strong> Ponte <strong>del</strong>la Priulache serviva intervenire urgentementeper effettuare il consolidamentoe manutenzione peruna cifra di Lire 13 miliardi emezzo, ma nessun lavoro ebbeseguito, poiché mancavano i finanziamenti.L’incontro è stato molto seguitodalla popolazione di Susegana,Ponte <strong>del</strong>la Priula, Nervesa <strong>del</strong>laBattaglia e dei comuni limitrofiche ha riempito la sala finoa tarda ora.Ne è seguito un dibattito moltoanimato in presenza di varieautorità.Il Presidente <strong>del</strong> Consorzio diBonifica <strong>Piave</strong> non essendoun’autorità di riferimento per iproblemi <strong>del</strong> <strong>Piave</strong> ha relazionatosulle cave di Ve<strong>del</strong>ago esul progetto di relizzare dei serbatoiper immagazinare l’acquanei periodi di maggior portatain laghi artificiali e utilizzarlaper l’irrigazione dei campi neiperiodi di siccità.La piena <strong>del</strong> 6 maggio scorso presso la diga di Busche (BL)Il Rappresentante<strong>del</strong>Genio Civiledi Treviso, ingegnerecapo,ha apprezzatol’esposizionedei fatti, ma sirichiama a normativeeuropeedi salvaguardiaambientale che,a suo dire, gliimpediscono qualsiasi azione.Il Presidente <strong>del</strong>l’autorità di bacinonon si è espresso in modotale da proporre interventi manutentivi,quanto a conservarela situazione attuale, ovvero dilasciar stare il fiume come sitrova.Il Vice Presidente <strong>del</strong>la Provinciadi Treviso Zambon inrappresentanza <strong>del</strong> Presidenteha spiegato di non avere possibilitàdi intervento nell’alveo<strong>del</strong> fiume e neppure nel Ponte<strong>del</strong>la Priula in quanto di proprietà<strong>del</strong>l’ANAS, dichiarandodi essere intervenuto sul Pontedi Vidor, unico di competenzaProvinciale, e sul progetto di unnuovo Ponte più a sud.A questo punto, i cittadini presentie Diotisalvi Perin hannopreso atto che la situazione distallo che rischia di diventarepermanente, dichiarandosipreoccupati in quanto rivieraschi.Se nessuna autorità interviene,chi dovrebbe farlodunque, è stata la domanda ricorrente. “Dobbiamo solo forserassegnarci ad attendere insilenzio l’ineluttabile disastro?Altro che centrali nucleari, quila bomba è in casa!” . Il disastro<strong>del</strong> Vajont dovrebbe insegnaree il ricordo va alla combattivaTina Merlin. Bastano due giornidi neve nelle dolomiti e fortipiogge per trovarsi nella situazionedi quel noto 4 novembre,ovvero 5500 mc/sec., un fronteimpressionante di acqua cheavanza a circa 3 metri al sec.per tutta la larghezza <strong>del</strong> letto,da argine ad argine per una altezzadi circa 3 / 4 metri, mabasta anche molto meno. Difattii circa 1000 mc/sec. <strong>del</strong> 6 e 7maggio scorso a valle di Pontedi <strong>Piave</strong> facevano già paura.Si è indicato che il convegnodibattito sarà visibile a brevesu youtube digitando: museo<strong>del</strong>piave/ piena <strong>del</strong> piave/ pericolocave borgomalanotte - dovesono già visibili 290 foto <strong>del</strong><strong>Piave</strong> e <strong>del</strong> ponte moribondo,tanto che alcuni esperti di ingegneriadi ponti ci confidano che,con queste immagini vergognose,si andrà alla resa dei conti.PERTANTO, A CONCLU-SIONE DEI LAVORI, VIENEEVIDENZIATO CHE SE AR-RIVASSE UNA PROSSIMAPIENA IMPORTANTE, ILPIAVE POTREBBE SCAR-DINARE GLI ARGINI NEICOMUNE DI SUSEGANA ENERVESA DELLA BATTA-GLIA ED ALLUVIONARE IPAESI A VALLE ARRIVAN-DO FINO A VENEZIA.E’ stato ricordato che nel 4 novembre1966, quando il <strong>Piave</strong>nella notte scavalcava l’argine aNervesa <strong>del</strong>la Battaglia allagandola piazza, le autorità deciserodi minare l’argine (sinistro)per farlo saltarea Nord di Ponte<strong>del</strong>la Priula in mododi salvare dall’alluvioneTreviso. Poi amezzanotte la portatadiminuì e fu di seguitosminato.Il convegno ha quindiaperto un nuovofronte, quello <strong>del</strong> fattoche nessuno vuoleprendersi la briga diaffrontare i fatti edintervenire.Qualcuno dei presentifra il pubblico volevasollevare il problemacitato nel libro di DalSecco di un lontanoarticolo <strong>del</strong> Gazzettinonel ‘95 sulla Mafia,di quelli che daallora non si sono piùvisti e anche questoper motivi di temponon si è potuto discutere.Gli organizzatori si sono quindiriservati di riproporre il problemaulteriormente e Perin ha giàdichiarato che si attiverà in talsenso per riportare le istituzionicompetenti attorno ad un tavolodi lavoro comune, per discutereed affrontare il rischio <strong>Piave</strong>come detto anche dalla Autoritàdi Bacino. La serata è stata ripresaed il video sarà inviato alPresidente Zaia e Ministro Maroni,a tutte le autorità intervenuteed ai programmi Report,Mi manda Rai 3, Stricia la Notiziaecc..Se le Autorità preposte alla sicurezzadei fiumi non sono ingrado di garantire la sicurezzaai cittadini ed infrastrutture, abbianola cortesia di dimettersi.Vedere a pag. 1 e 17 <strong>del</strong> 25Maggio nel Corriere <strong>del</strong>le Alpidi Belluno un grande articolo afirma di Raffaele Scottini conuna titolazione: SUL PERICO-LO DI ALLUVIONI IERI INUNA CONFERENZA PERINLANCIA L’ALLARME “LASITUAZIONE E’ CRITICA.BISOGNA INTERVENIRE”Su nostra pressione nel 1994 ilMinistro Maroni fece partire unUn momento <strong>del</strong>la conferenza con i relatorigruppo di lavoro, a capo il Prefetto(siamo stati invitati dallaRai a Video Zorro il 21.06.96,conduttore Liniero Beha checi ha voluto per un incontro aRoma con tutte le autorità prepostee via telefono si è collegatoil Prefetto Torda il qualeindicava l’urgenza per il graveproblema alluvione in caso dipiene e di partire con la manutenzionee l’asporto <strong>del</strong> materiale,che impedisce il deflusso<strong>del</strong>le acque) e con 27 interventidi manutenzione e rettifica <strong>del</strong><strong>Piave</strong> (portati a termine circametà, gli altri non sono stati ultimatia causa <strong>del</strong> cambiamentodei Prefetti in questi anni –’94-’96 Prefetto Torda, ‘96 - ’98Spadaccini, ‘98 -’99 Pisani- e lacosa, col cambiamento dei governi,purtroppo si è esaurita)si sono portati nelle casse <strong>del</strong>loStato circa 15.000.000.000 diLlire,quindi non servono soldima con la vendita <strong>del</strong>le riccheghiaie si fanno lauti introiti chesecondo noi dovrebbero servireper opere di difesa di manutenzionee rinforzo argini, penelli,scogliere, spironi e serbatoi dilaminazione!Si deve procedere con urgenzavisto che un prossimotriste anniversariosi avvicina;ricordiamo che il4 novembre 1966portò disastro e alcunimorti nel basso<strong>Piave</strong> quindi ci appelliamoall’esercitoperché ci salvi, a noiinteressa la sicurezza.Se la ghiaia nonvogliono venderla,però va portata fuoridal fiume in quantoostacola il normaledeflusso <strong>del</strong>le piene,portandola fuori dagliargini o creandouna collina (comehanno fatto a Milanocon i rifiuti).Si fa notare che sonostate invitate quasitutte le testate giornalistiche,radio etelevisioni che avevanodato disponibilità (fino adue giorni prima) salvo poi dareforfait (come mai?). Unici presentiIL PIAVE e L’AZIONE.IL governatore Zaia ha inviatouna e-mail per non poter esserepresente per altri impegni, comepure altre autorità invitate; eranopresenti vari cavatori anchese non espressamente invitatitra cui il presidente <strong>del</strong> C.R.I.F:che ha preso la parola (dicendoche attualmente non ci sono inatto interventi di manutenzione)e il RE <strong>del</strong>la ghiaia Mosole.Alessandro Biz


DALLA PRIMAI mali <strong>del</strong>l’Italia hanno origine dall’UnitàSi sente spesso parlare<strong>del</strong>l´Unità d´Italia comedi un bene “insostituibile,irrinunciabile e non negoziabile”,concetti che stanno allabase <strong>del</strong>le manifestazioni previsteper il centocinquantesimoanniversario <strong>del</strong>l´unità d´Italiache, se posso, mi sembranocaratterizzate da una retoricafrancamente eccessiva e ingiustificata.Innanzitutto, l´Unità d´Italianon è un dogma di fede, perchéè questo quello che si sta tentandodi far passare. Niente dipiù sbagliato. Quella che oggi sichiama Italia, e che io preferiscochiamare Stato Italiano, hasubito nel solo novecento unaserie notevole di sconvolgimenti,dall´annessione di una Terrain larghissima maggioranza dicultura e di lingua tedesche (ilSud Tirolo), alla dolorosa perditadi terre come l´Istria e laDalmazia nelle quali la bandiera<strong>del</strong>la Serenissima RepubblicaVeneta aveva sventolato più diqualsiasi altra.Voglio dire che lo Stato Italiano,come tutti gli altri stati, sonoentità dinamiche che come tuttele cose terrene possono esseremesse in discussione, naturalmentein modo democratico epacifico.Alla fine <strong>del</strong>l´Ottocento c´eranonella vecchia Europa una ventinadi stati; oggi sono più <strong>del</strong>doppio.E si badi bene, non c´è solol´esempio drammatico e da condannare,senza se e senza ma,<strong>del</strong>la Jugoslavia, ma ci sonoesempi di grandissima civiltàcome quello <strong>del</strong>la Cecoslovacchia,dove in maniera pacificae democratica hanno pensatobene di costituire due paesi liberie sovrani, la Repubblica Cekada una parte e la Slovacchiadall´altra. Con soddisfazionedi tutti, tra l´altro...eppure finoa vent’anni fa sarebbe stata impensabileuna cosa simile, comesarebbe stata impensabile, fantapoliticala ricostituzione <strong>del</strong>letre Repubbliche baltiche (Lituania,Estonia, Lettonia).E se proprio dobbiamo ripensarea come è stata fatta l´Italia,ripensiamolo in termini critici enon patriottardi.E´ possibile che a nessuno vengain mente che i tanti e tantimali che affliggono l´attualeStato Italiano hanno origineproprio nel come è stata fattal´unificazione? Con una logicaimperialista da parte di casa Savoja,con una serie di annessioniche, vedi il caso <strong>del</strong> nostro Veneto,poggiavano su plebiscititruffa. Con totale spregio <strong>del</strong>lastoria, <strong>del</strong>la identità, <strong>del</strong>le potenzialitàdei singoli popoli cheandavano a comporre il RegnoSabaudo. Con massacri, soprattuttoal sud, di gente che non nevoleva sapere di essere “liberata”da figure come Garibaldi eBixio. È questo che va ripensatoe analizzato in termini moderni.Altro che l’ottocentesca retoricapatriottarda!E per quanto riguarda la nostraTerra veneta, ricordoche l´annessione <strong>del</strong> Venetoall´Italia è datata 21-22 ottobre1866, e che quindi, se la matematicanon è un´opinione, nelVeneto non c´è nessun centocinquantesimoda festeggiare. Pernon parlare <strong>del</strong>le condizioni <strong>del</strong>nostro popolo all’indomani <strong>del</strong>l’arrivodei “liberatori” sabaudi.Fame e disperazione come mainella nostra storia e l´inizio diuna emigrazione biblica cheportò milioni di veneti soprattuttonell’America <strong>del</strong> Sud.E la rabbia dei veneti vienemirabilmente descritta in unasplendida poesia <strong>del</strong> grandepoeta veronese Berto Barbaraniche descrive in maniera mirabilela drammatica situazione<strong>del</strong>le nostre campagne facendoesclamare ai suoi contadini:“Porca Italia -i bastiema- andremovia!”Concludo citando il sociologoprof. Sabino Acquaviva che conla solita disarmante franchezzaesclama:“Cosa dovremmo festeggiare?L´unità di un paese mai nato?”Ettore BeggiatoCrolla il mito <strong>del</strong>lafrugalità garibaldinaATorino, nel convegno su “La liberazione <strong>del</strong>l’Italia nell’opera<strong>del</strong>la Massoneria” organizzato dal GrandeOriente d’Italia, è stato rivelato e documentato, tra lealtre cose, che Giuseppe Garibaldi, anche lui un “fratello”,poco prima di partire per la conquista <strong>del</strong> regno <strong>del</strong>le dueSicilie ricevette, per i canali <strong>del</strong>la Massoneria britannica, tremilioni di franchi francesi <strong>del</strong>l’epoca, pagati in piastre turched’oro. Una somma equivalente a parecchi miliardi di oggi. Ladocumentazione è conservata a Londra, nell’archivio dei documentistorici mondiali <strong>del</strong>la Massoneria custodito presso laLoggia “Quator Coronati” dal “fratello” professor Ed Stolper.La rivelazione ha fatto crollare il mito <strong>del</strong>la frugalità garibaldina;ma anche permesso di capire come mai certi socialisti sirichiamano sempre a Garibaldi.


12Gran parte <strong>del</strong> petrolioche ha disastrosamenteinvaso il Golfo <strong>del</strong>Messico in seguito al recenteincendio ed all’affondamento<strong>del</strong>la piattaforma estrattiva“Deepwater Horizon” potevaessere recuperato se fosserostate operative alcune grandicisterne da recupero idrocarburida me proposte circa trentaanni orsono e <strong>del</strong>la portata dialmeno 150 mila tonnellate ciascuna.I relativi progetti sono stati pubblicaticirca 25 anni orsono dalsettimanale genovese“La Borsa deiNOLI” e, successivamente,sulnumero di gennaio1993 <strong>del</strong>larivista internazionale“TecnologieTrasporti eMare” e sul mioscienza e tecnicaDisastro ecologico <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong> MessicoServono grandi navi “Rec-Oil Multiruolo Veloci”libro “INVITOAL MARE“ editonel 2002 dalla Società C.A.M.Idrografica <strong>del</strong> Lido di Venezia.Erano i tempi <strong>del</strong>la navigazioneastronomica e stimata e deisoli radiogoniometri o dei rilevamentia vista che provocavanodiversi incidenti, collisionie incagli per prevalenti erroriumani.contro l’inquinamento da idrocarburiQuelle petroliere, anche di notevolidimensioni, erano a scafosingolo e non disponevano ancoradei moderni RADAR confunzioni automatiche anticollisione.Le onde emotive dei grandidisastri ecologici tipo quelloche devastò l’Alaska, spinserodiversi cantieri navali allaprogettazione e costruzione dibattelli antinquinamento, ma dimodeste dimensioni per ragionidi difficoltà operative e di contenimentodei costi.Dette spinte emotive si spenserogradualmente e non ebberoGran parte <strong>del</strong> petrolio che ha invasoil Golfo <strong>del</strong> Messico potevaessere recuperato se fossero stateoperative alcune grandi cisterne darecupero idrocarburi da me propostecirca trenta anni orsono.L’interessamento <strong>del</strong> ComitatoImprenditori Veneti <strong>Piave</strong> 2000Il giornale Il <strong>Piave</strong> ha saputo cogliere con saggezza leproposte <strong>del</strong> Capitano Falconi, grande uomo di maree di terra, capace di affrontare qualsiasi situazionedifficile si possa presentare. E fornendo, dopo il disastroambientale nelle coste <strong>del</strong> Messico, una risposta alle problematichedei possibili e immani disastri per incidenti dirottura dei serbatoi <strong>del</strong>le navi cisterna ed oleodotti neimari di tutto il mondo.Il Comitato Imprenditori Veneti <strong>Piave</strong> 2000 invierà subitooltre che al governo italiano ai governanti d’Europa eal presidente degli Stati Uniti Obama questa pagina <strong>del</strong><strong>Piave</strong> tradotta nelle rispettive lingue perché riflettano e siaffettino ad adottare navi in grado di aspirare gli idrocarburi,qualora servisse.Si tratta di attrezzature indispensabili per la salvaguardia<strong>del</strong>l’ambiente marino mondiale.Diotisalvi PerinPresidenteComitato Imprenditori Veneti <strong>Piave</strong> 2000seguito perché l’avvento <strong>del</strong>lenavi cisterna inertizzate e adoppio scafo ed i meravigliosisistemi di navigazione satellitaree di cartografia elettronica,hanno effettivamente ridotto imaggiori pericoli da errori siadi carattere tecnico che umano.Per chi non lo sapesse, dico rapidamenteche la citata “inertizzazione”consiste nel prelevarei gas combusti <strong>del</strong>le ciminieredi scarico dei motori, di raffreddarlie di portarli a riempire tuttigli spazi vuoti <strong>del</strong>le cisterne <strong>del</strong>carico. In tal modo, gli incendi<strong>del</strong> carico o scoppi nelle cisternevuote non possono avvenireper mancanza di ossigeno.Inquinamento daOLEODOTTIIl maggior pericolo di inquinamentodei mari avviene ora dapossibili rotture <strong>del</strong>la fitta retedi oleodotti o da incendied affondamentidi piattaforme cheoperano anche in fondalidi ben 1500 metricome la citata “DeepWaterHorizon”.A questo propositobisogna ricordareche, in oltre 120 annidi traffici petroliferinella <strong>del</strong>icata lagunadi Venezia, il più grave inquinamentoda crude oil si ebbe perl’accidentale perforazione di unoleodotto da parte <strong>del</strong> chiodo diormeggio di un pontone. Gli altriincidenti furono tutti di scarsarilevanza.Appare dunque inopportunoestromettere le petroliere dallalaguna come recita una vecchiadisposizione per portarle adun terminal foraneo collegatoalla zona industriale di portoMarghera mediante oleodotto.Infatti in caso di grande spandimentoforaneo la corrente dimarea di tipo semidiurno porterebbei prodotti galleggiantiall’interno <strong>del</strong>le tre bocchedi porto di Lido, Alberoni eChioggia.Sarebbe un vero disastro forsearginabile mediante il ritmicosollevamento, ogni 6 ore, <strong>del</strong>leparatoie <strong>del</strong> MOSE.Armare al piùpresto alcunenavi REC-OILVisto il crescente consumomondiale di idrocarburi, l’esistenzadi un gran numero dipiattaforme di estrazione e lafitta rete di oleodotti, ritengoche le navi REC OIL MULTI-RUOLO VELOCI siano i solimezzi di rapido intervento ognitempo con reali capacità di recupero.Disponendo almeno di quattronavi di questo tipo dislocate unanel Mediterraneo e le altre trein punti nevralgici a notevoleconcentrazionedi traffico, latutela globaledei mari sarebbemeglio assicurata.Per logica lespese di progetto,costruzionee gestionedi dette navi,dovrebbero esserea carico<strong>del</strong>l’ONU, <strong>del</strong>leCompagniePetrolifere, degliArmatori edegli Istituti diAssicurazione.Le Grandi NaviREC- OIL avranno ampia potenzialitàdi autofinanziamentopotendo ospitare a bordo:1° scuole professionali di varioindirizzo per la formazionedi equipaggi internazionali chealmeno si intendano tra loro; 2°gruppi di ricerche oceanografichee di osservazioni meteo condiffusione di appositi bollettini;3° osservazioni, studi e vaschedi carattere ittiologico; 4° centrimedici di primo intervento perle marine mercantili e militari;5° ospedali per ricovero e curadei marittimi; 5° ospiti pagantie gru, imbarcazioni veloci disalvataggio e dotazioni e materialidiversi per intervenire conurgenza in porti o ambiti litoraneicolpiti da eventi sismici oalluvioni o tempeste.Per chi si intende di mare o perchi come me ha navigato sullepetroliere e pilotato migliaiadi altre navi di diverso generenell’ambito <strong>del</strong>la laguna veneta,queste proposte appaiononaturali.Credo tuttavia che l’onda emotiva<strong>del</strong>le devastazioni <strong>del</strong>le coste<strong>del</strong>la Luisiana ed il possibilecoinvolgimento di altre stupendezone, faccia capire anche aqualsiasi persona l’opportunitàdi realizzare questi importantipresidi di tutela ambientale.Il Capitano Falconi è persona dinamica,cordiale, affabile e rispettosa contutti.Marinaio di lunga e molteplice esperienzavanta 10 anni di navigazioneeffettiva, ben 32 anni di pilota e CapoPilota <strong>del</strong> Porto di Venezia ed altri ventiin qualità di ambientalista con l’aziendaecologica C.A.M. idrografica che hafondato assieme ai suoi figli.Medaglia d’Oro <strong>del</strong>l’importante gruppodei Naviganti <strong>del</strong>l’Istituto Nautico di LaSpezia, Osella <strong>del</strong>la Sensa 1997 - Targad’argento <strong>del</strong>l’ “Associazione Parlamentariamici <strong>del</strong> mare “ per il suo belvolume di Didattica Marittima “ INVITOAL MARE “ . Giornalista pubblicista findal 1978 - Redattore <strong>del</strong>la Rivista Internazionale“ Tecnologie Trasporti e Maredi Genova “ per oltre venti anni, Falconi,gratuitamente, ha tenuto diverse Conferenzepresso Istituzioni, lezioni pratichein diverse scuole a classi riunite, e haideato e avviato il lodevole progetto ditrasformare le mense aziendali in galleried’arte allo scopo di implementarela cultura degli operai sfruttando le pausedei pasti ed un esperto nel ruolo di“inquisitore artistico”. Una cosa socialmentelodevole. Molti altri sono i meriti<strong>del</strong> Capitano Falconi specialmente nelladiffusione <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong> Mare.I poeti e scrittori Veneziani: Attilio Carminatie Giacomo Bernasconi e BrunoBianco, non per nulla, gli hanno dedicatoben 14 poesie ! Cosa si può diredi più?Di Lui, lo Scrittore - editore Decio Lucanoha scritto testualmente: Quest’uomoha precorso i tempi e fa parte di quelgruppo ristretto di Italiani di genio <strong>del</strong>quale dovremo parlare sempre.• Giugno 2010Del resto costerebbero anchepoco se rapportati all’immensocosto dei disastri che le variemaree nere hanno causato in diverseparti <strong>del</strong> Mondo.Gli ingegneri <strong>del</strong>la FINCAN-TIERI, come <strong>del</strong> resto quelli ditanti altri primari cantieri <strong>del</strong>mondo, sono in grado di concretizzarequeste idee a seguitodi auspicabili decisioni politiche<strong>del</strong> nostro mondo globalizzatoe desideroso di accordi, diarmonia e di collaborazioni.Nel Luglio <strong>del</strong> 1991, convocatodal famoso Cantiere NavaleINTERMARINE di Sarzana,nel ruolo di consulente tecnico,ho partecipato alla progettazionedi “navi recoil multiruoloveloci” in configurazione“CA-TAMARANO”e con scafi invetroresina lunghi57 metri e<strong>del</strong>la portata di300 tonnellate.Il bacino nonconsentiva dimensionimaggiori.Siccome, per unbel po’ di temponon si verificaronograndispandimenti diprodotti, ven<strong>nero</strong>meno i deboli accordi politicinazionali e internazionali ed ilprogetto ebbe termine alla realizzazione<strong>del</strong>la prima unitàche fu positivamente adattata anave idrografica.Cap. Ferruccio FalconiLido di VeneziaIl Capitano Falconi, breve biografiaII professor Giorgio Pecorai, ha scritto eripetuto che bisogna considerare la validità<strong>del</strong>le sue proposte per l’istituzionedi un “servizio di pilotaggio d’altura” intutto l’Adriatico per tutelarne la sicurezzacontro i possibili incidenti alle grossepetroliere cariche.Ecco allora che “ IL PIAVE “ visti i disastriambientali <strong>del</strong> Golfo <strong>del</strong> Messico edi pericoli che il nostro Adriatico corre perl’intensità di traffici petroliferi che vi sisvolgono e per le numerose piattaformeche vi operano, ha chiesto al noto Cap.Falconi, anche Console Generale Onorario<strong>del</strong> Regno <strong>del</strong> Lesotho, fattivo collaboratore<strong>del</strong> “Comitato Campane diLepanto e Marco d’Aviano” e Cavalieredi San Marco di esprimersi in materia.Alessandro Bizdirettore responsabileIl <strong>Piave</strong>


13Giugno 2010 • mercatiKurdistan, nuove prospettiveper l’economiaIncontriamo la dottoressa RosannaSpolaore, che si occupa di internazionalizzazione<strong>del</strong>le aziendetrevigiane, la quale ci illustra le grandipotenzialità che il Kurdistan oggi puòoffrire.Dove si trova esattamente questaregione?Il Kurdistan-iracheno è una regioneautonoma <strong>del</strong>l’Iraq federale.Confina con la Syria, l’Iran e la Turchia.Si trova nell’area fertile attraversatadai fiumi Tigri ed Eufrate.Quali sono le città più importanti?Erbil, capitale <strong>del</strong> Governo Regionale<strong>del</strong> Kurdistan, Kirkuk considerata lacittà più importante <strong>del</strong> mondo per ilpetrolio e Sulamania.Quando si sente parlare di Iraquna domanda sorge spontanea.Non è rischioso andare in quellezone?Il Kurdistan in generale gode di stabilitàe sicurezza. E per questo è diventatouna porta commerciale importanteaperta su tutto l’Iraq, un punto di incontroper imprenditori curdi ed irachenicon imprenditori occidentali.I Paesi a maggioranza mussulmanapossono incutere <strong>del</strong>leperplessità per le loro marcatetradizioni religiose. Come è lì lasituazione?E’ un’area con una polozione dall’etàmedia molto giovane e aperta alle innovazioni,anche grazie alla libertà diinformazione che consente loro di accederea tutti i canali televisivi mondiali,Italia compresa. Pur essendo amaggioranza mussulmana non integralista,ci sono anche cristiani chepossono professare la loro fede in alcuneparrocchie.Qual è il ruolo <strong>del</strong>le donne?Sono molto presenti nella vita sociale,politica e amministrativa e vestonoalla moda europea. Ne ho conosciuteanche laureate in ingegneria.La lingua?La lingua principale è il curdo, che sipuò scrivere anche con lettere latine,ed è una lingua indoeuropea. Recentementeho iniziato a studiarla. Oltrealla lingua principale si parlano correntementeanche l’arabo, il turco el’inglese.Questa sicurezza di cui parlaagevola quindi l’economia…Esatto. La sicurezza necessaria cheoffre il Kurdistan in quell’area haportato ad un quasi inaspettato boomeconomico, tanto che l’intera area somigliaad un enorme cantiere.Com’è la capitale?Erbil è considerata una tra le più antichecittà <strong>del</strong> mondo ed è stata permolti secoli un’importante centro dicomunicazione, era la principale fermatasulla Via <strong>del</strong>la Seta. Una fortetraccia <strong>del</strong> suo imponente passato è rimastanella citta<strong>del</strong>la, il centro storicoricco di importanti restiarcheologici.Come sono i collegamentiaerei?L’Erbil International Airportè oggi meta di volidiretti provenienti dalleprincipali città europee emediorientali, ma ancoranon esiste un collegamentodiretto con l’Italia.dal 2006 l’AustrianAir Line ha collegamentidiretti con la capitale,con quattro voli settimanali,e la Lufthansa dopo20 anni, il 24 maggioscorso, ha ripristinato ilvolo diretto FrancoforteErbil. Di recente è statoripristinato anche il voloLondra Erbil.Come ci si muove nelKurdistan?Il trasporto pubblico interno, può contaresu una rete di autobus e di un benorganizzato servizio di taxi.Erbil, capitale e sede <strong>del</strong> Parlamento<strong>del</strong> Governo Regionale <strong>del</strong> Kurdistan(KRG) è, anche geograficamente, laporta d’accesso più immediata all’Iraqe offre di per sé grandi opportunità diaffari senza la pregiudiziale degli enormiproblemi connessi alla mancanza disicurezza <strong>del</strong> resto <strong>del</strong> Paese.Quali prospettive in concretopotrebbero esserci per i nostriimprenditori?Il programma governativo <strong>del</strong>l’Iraqprevede la costruzione di 1 milionedi unità abitative all’anno per cinqueanni, oltre a scuole, ospedali, reti ferroviarie,centrali, strade e autostrade.I settori d’investimento sono praticamenteillimitati, visti i bisogni prioritari<strong>del</strong> Paese, che spaziano da sanità,scuole, acqua, elettricità, telecomunicazioni,servizi igienici, agricoltura,infrastrutture e trasporti, alle attivitàproduttive in genere. Oggi il Kurdistanè diventato la porta principale perqualsiasi business in Iraq. Infatti comeregione hanno un ufficio a Bruxellesproprio di fronte a Berlaimont, il palazzo<strong>del</strong>la comissione europea.Che tipo di sevizio offrite agliimprenditori interessati al Kurdistan?Dalla sede di Conegliano offriamoun servizio di informazioni precise suappalti nei settori agricolo, <strong>del</strong>le energierinnovabili e <strong>del</strong>le costruzioni. DaErbil, dove disponiamo di una sedecon la consulenza <strong>del</strong> dott.Taha Salih,rappresentiamo il punto di riferimentoper le aziende italiane e trevigiane inparticolare.Alessandro Biz


14marca trevigiana• Giugno 2010<strong>Piave</strong>, il primo fiume federalistagrazie al federalismo demanialeVogliamo laVenezia-MonacoMuraro chiede il supporto diZaia e BerlusconiIl <strong>Piave</strong> diventerà il primo vero fiume federalista.Il passaggio alla Regione <strong>del</strong>corso d’acqua che attraversa le Provincedi Treviso, Belluno e Venezia diventeràun’importante fonte di introiti anche per lestesse Amministrazioni Provinciali. Il testoapprovato dalla Commissione e dal Governoinfatti, stabilisce che le Province hannodiritto ad una compartecipazione dei canoniidrici in base ad un’intesa con la Regionestessa. La misura di tale introito sarà definitain base all’entità <strong>del</strong>le risorse idricheche attraversano i vari territori, oltre chealle <strong>del</strong>eghe di funzioni amministrative perla gestione <strong>del</strong> demanio stesso.L’attuale normativa regionale <strong>del</strong> 2001 assegnagià per il demanio idrico regionalealle Province una quota dei canoni riscossipari al 10% da utilizzare per interventi di difesa<strong>del</strong> suolo e che la Provincia di Trevisoè pari a circa 500.000 Euro annui. Recentementela Regione ha deciso di attribuire il100% dei canoni alla Provincia di Bellunotrasferendo per intero le competenze.L’URPV, con un documento inviato a tutti icandidati Governatori e condiviso dal presidenteZaia, ha richiesto di generalizzare pertutte le Province venete quanto la legislazioneregionale ha conferito alla Provincia diBelluno, riconoscendo alla stessa Provinciail trasferimento <strong>del</strong>le risorse equivalenti aiproventi dei canoni introitati. Questa estensione<strong>del</strong> trasferimento <strong>del</strong>le competenzeamministrative a tutte le Province venetenon costituisce un obbligo, come è stato perla provincia di Belluno, ma una scelta che laRegione può compiere nella sua autonomia.Si tratta di un passaggio che diventa ancorapiù opportuno anche in attuazione <strong>del</strong>federalismo demaniale: l’unificazione, incapo alle Province venete, <strong>del</strong>le competenzeamministrative nella gestione <strong>del</strong>l’interodemanio idrico permetterebbe di realizzareun compiuto processo di federalismo sulnostro territorio.Gli introiti per la Provincia, che sarebberopari a circa 5.000.000 di Euro per il demaniogià regionale oltre alle quote che dovrannoessere concordate con la Regione derivantidal trasferimento <strong>del</strong> <strong>Piave</strong> e degli altri corsid’acqua oggi nazionali, permetterebberodi intervenire efficacemente con interventidi messa in sicurezza <strong>del</strong> territorio e di difesa<strong>del</strong> suolo, oggi più che mai urgenti comedimostrato nelle ultime settimane a seguito<strong>del</strong>le abbondanti precipitazioni.Lo stesso decreto legislativo sul federalismodemaniale attribuisce alle Provincela proprietà <strong>del</strong>le miniere e <strong>del</strong>le relativepertinenze. Oggi in Provincia di Treviso viè una miniera attiva di marna da cemento,denominata “Possagno” che interessa il territorio<strong>del</strong> Comuni di Possagno e Paderno<strong>del</strong> Grappa aperta nel 1957 e con chiusuraprevista nel 2023, di estensione pari a 92ettari.La concessione attuale prevede un residuoda scavare pari a 9.493.000 metri cubi. Iconcessionari al momento versano Euro36,84 per ettaro l’anno alla Regione comeconcessione demaniale oltre a 0,36 Europer metro cubo scavato.Sono altresì presenti due miniere, non piùattive, sempre di marna da cemento, la primain Comune di Fregona e la seconda neiComuni di Pederobba e Cavaso <strong>del</strong> Tomba.Infine, attenderemo di conoscere la listadei restanti beni demaniali, quelli destinatiai Comuni, i quali potrebbero anche nonmanifestare interesse per alcune strutture,lasciando quindi la possibilità alle Provincedi subentrare nella gestione. Questo potrebbeavvenire, ad esempio, per alcune grandicaserme o terreni.Leonardo MuraroPresidente <strong>del</strong>la Provinciadi TrevisoSi è svolta a Belluno nell’auditorium <strong>del</strong> Comune l’assemblea<strong>del</strong>la società autostradale Alemagna Spa, il cui presidente èLeonardo Muraro. Nell’ambito <strong>del</strong>l’incontro è stato approvatoil bilancio di esercizio 2009 e soprattutto è stato avviato ilconfronto sulla proroga <strong>del</strong>la durata <strong>del</strong>la società, in scadenza al 31dicembre 2010.“La Provincia di Treviso ha sempre creduto nel rilancio <strong>del</strong>la società,composta da un azionariato fatto di istituzioni e enti locali trevigiani,bellunesi e veneziani – spiega il presidente <strong>del</strong>la Provincia diTreviso, Leonardo Muraro – Intendo prossimamente, in qualità dipresidente di questa società, scrivere al presidente <strong>del</strong> Veneto, LucaZaia, e al presidente <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi,affinchè sostengano l’avanzamento <strong>del</strong> progetto e ci aiutino, a livellonazionale come internazionale, a superare tutte le questioni,anche finanziarie, per dare così il via libera alla Venezia-Monaco.La Regione, in particolare, potrebbe finanziare la progettazione <strong>del</strong>l’operainfrastrutturale, dando così poi il via al passo successivo. Inquesto momento di crisi, le nostre aziende e i nostri cittadini meritanoun sistema di infrastrutture adeguato che riduca le distanzesoprattutto a livello europeo, a cominciare dalla Germania”.Tutti i soci convenuti hanno manifestato il proprio vivo interesse,nell’accogliere la proposta formulata dal presidente Muraro e dalCda, di mantenere in vita la società, considerato che grazie all’attivitàdi rilancio intrapresa, si è rivitalizzato l’interesse strategico <strong>del</strong>collegamento autostradale Venezia-Monaco.Claudia CarraroFederalismo demanialeUn’ottima opportunità percomuni, province e regioniE’ una grandissima vittoria e il Veneto ne trarrà enorme vantaggioanche perché, stando ai numeri, la nostra è la secondaregione in Italia per beni demaniali che ci saranno ceduti.L’approvazione in Consiglio dei Ministri al decreto legislativo sulfederalismo demaniale costituisce un’ottima opportunità per comuni,province e regioni, ma soprattutto rappresenta il primo passo inattesa di decreti più consistenti relativi al trasferimento <strong>del</strong>le risorseagli Enti locali. Per il momento si tratta di una prova generale chepuò consentire ad alcune amministrazioni territoriali di sfruttareal meglio, a favore dei cittadini, le proprietà importanti di cui dispongono.Penso, nel nostro caso, ai canoni per le acque dei fiumi,Adige, Sile e <strong>Piave</strong> ad esempio, ma anche alle nostre spiagge evia via alle caserme, ai boschi, alle cime dolomitiche. L’importanteora è che i Comuni, e comunque gli Enti locali, ne facciano unagestione oculata, senza sprechi, controllandoli a favore dei cittadinie recuperando tutti quei beni immobili oggi fatiscenti, magari condestinazione ad uso pubblico.Federico Canercapogruppo <strong>del</strong>la Lega Nordin Consiglio regionale


15Giugno 2010 •marca trevigianaSimone Moreira:si apre il processodi primo gradoSUSEGANACalcio a cinque, uno sport incostante ascesaODERZO. Quasi nove mesi d’Assise, i tempi processuali Il calcio a 5 è probabilmente lo sport sto e poi quest’ anno, grazie al primo posto D <strong>del</strong>la serie C2 a conquistare la finale perdopo la morte, si parla ancora potrebbero essere allungati, oltreche per il numero di testimo-che ha avuto la maggior espansione in nel girone, la promozione diretta alla categoriasuperiore, la serie C2 regionale. La finale giocata il 7 maggio in casa <strong>del</strong> Sotela promozione in C1.<strong>del</strong>la piccola Giuliana Faveroquesti ultimi dieci anni. Da sport per lodi Oderzo, morta annegata nel ni, anche per le ulteriori periziepiù amatoriale o relegato nell’immaginario L’obiettivo <strong>del</strong> salto di categoria è stato raggiuntocon alcuni fiori all’occhiello: il ca-da mister Bon Devis, sconfitti per 6 a 3.di Jesolo a visto uscire i giocatori, guidatifiume Monticano il 2 settembre tecniche che, con tutta probabilità,verranno richieste da ambe-collettivo a partite dal sapore condominialescorso: si è, infatti, riaperto, intra scapoli e ammogliati, a sport sempre più pocannoniere <strong>del</strong> girone Simone Corazzin La partecipazione di pubblico nelle partiteCorte d’Assise, il processo alla due le parti.competitivo sia a livellomadre, Simone Moreira, unica La vicenda è diventata un veroagonistico che finanziario.indagata per la misteriosa morte e proprio caso mediatico: se n’è<strong>del</strong>la figlia.parlato in tutte le emittenti localie nazionali, senza risparmiareA suffragare questa affermazionebasti pensareL’iter giudiziario non sarà deipiù brevi: sono stati chiamati tesi accusatorie o difensive, ancheprive di fondamento.al grandissimo numero di228 testimoni, dei quali soltantosquadre presenti nel Venetoe in particolar modo12 periti e consulenti tecnici, i Il processo a Simone Moreiracui resocontisarannoto da moltoè già inizia-nella provincia di Treviso.dibattuti edtempo, fuoriNel comune di Suseganae s a m i n a t idalle aule dil’esempio <strong>del</strong>le due squadre,Susegana calcio a 5 eapprofonditamentepersalotti buonitribunale, neiOld Beton Colfosco, costituisceuna buona dimo-far luce sulla<strong>del</strong>la tv italiana:l’opi-tragedia che,strazione <strong>del</strong>lo sviluppoad oggi, è irrisoltanionepubblicaè divisa tradi questo sport nel nostroterritorio.L’avvocato diinnocentisti eEntrambe le compaginiparte civile,colpevolisti earrivano da un campionatocon grosse soddisfazio-Luigi Fadalti,parla <strong>del</strong> processo come ditutti attendonouna sentenza che appare finni: il Susegana calcio a 5 ha raggiunto la con 51 reti e la miglior difesa con soltanto casalinghe che entrambe le squadre giocanoun “tipico processo indiziario”,da ora molto lontana.promozione C2, mentre soltanto nella finale 71 gol subiti.presso gli impianti sportivi di Colfosco, èed ammette che la parte più difficilesarà dimostrare la respon-Il nostro giornale ha già parlatodei playoff di C2 si è fermata la corsa <strong>del</strong> Per certi versi analoga anche se di un anno piuttosto soddisfacente se si pensa che per<strong>del</strong> caso, mantenendo sempreOld Beton Colfosco.precedente è la storia <strong>del</strong> Old Beton Colfosco.persone.le sfide di cartello l’affluenza è di 100/150toni discreti, con la tristezza esabilità <strong>del</strong>l’imputata.Il Susegana calcio a 5, dopo un anno dal’empatia verso chi ha perso,L’intenzione è di poter fare trerealtà amatoriale, viene costituito e fondato La società viene fondata dall’attuale presidenteFelice Zago nel 2003 e dopo 3 anni società è resa difficile dalla crisi economi-In un periodo storico in cui la vita di questeinaspettatamente, un proprioudienze entro luglio: circostanza,questa, molto improbabile,ricopre la carica di vice presidente e di ca-di militanza nella serie D avviene il salto di ca che diminuisce le sponsorizzazioni, inel 2004 da Massimo Zardetto che tutt’oracaro, e con l’amarezza di chiconstata che i giornalisti che,visto che la Corte d’Assise èpitano <strong>del</strong>la squadra.categoria nella serie C2.giocatori, gli allenatori e lo staff dirigenteal comodo, vanno sbandierandodeontologia e morale, sonocontestualmente impegnata inLa squadra, agli ordini di mister Riccardo Dopo due salvezze consecutive ed un riescono a portare avanti con la passioneun altro processo per omicidio,Zanatta e presieduta da Lauro Comello, campionato tranquillo, chiuso con il 5° questi progetti che, come abbiamo descritto,portano risultati e prestigio non soltantoquello ad Angela Gallina dispesso alla ricerca <strong>del</strong>lo scoop adopo qualche anno di assestamento con posto finale lo scorso anno, nella stagioneMotta di Livenza. Tuttavia, anchefosse possibile un impegnotutti i costi senza rispetto versopiazzamenti da metà classifica nel campionatodi serie D girone Belluno, negli ultimi mente oltre le aspettative di inizio stagione, rio che le ospita.2009/2010 la squadra, andando probabil-per le società stesse ma anche per il territo-le tragedie e verso il dolore.così importante dei magistratiGiovanni L. Giustodue anni ha raggiunto prima il secondo po-è riuscita dopo il secondo posto nel gironeAndrea BortoluzziAltamarca, un estate di eventiAltamarcaBenessere,buongusto,buonvivereUn giardino <strong>del</strong> Veneto, terra dimezzo fra Venezia e le DolomitiNel ‘500 la Marca Alta è descrittacome luogo salutistico dove “...nasconoottimi frutti, olio perfetto, vini preziosiche sono fatti degni <strong>del</strong>le mensedei maggioriprincipi diGermania”.I dispensieriIl Pres. di AltamarcaGianpietro Possamai<strong>del</strong>le mensedei dogidi Venezia eAntonio Bacci,il primo“gastronauta”e medicodi Papa SistoV, scrivononel ‘600 chele colline <strong>del</strong>laAltamarca Trevigiana sono amateda tutti i Pontefici. Nel Rinascimentodiventa un territorio frequentato danobili e ricchi commercianti che vicostruiscono le “case di campagna”disegnate dal Palladio e dalla suascuola di architetti, diventa luogo divilleggiatura per l’aria salubre e l’ambientesalutistico, l’Altamarca è descrittapatria <strong>del</strong> buon vivere e vieneindicato sulle mappe come “il giardinodi Venezia”.Concerti in ville, abbazie e castellidall’11 giugno al 10 luglioSusegana, Follina, Cison Valmarino, Farradi Soligo, Pieve di Soligo, Coneglianoe Sernaglia ospitano il programmadei concerti in Altamarca promosso e curatocon Associazione Quadrivium di Conegliano,sostenuto dalla Regione Veneto, ideato e sottola direzione artistica di Francesco De Zan. Il 19° Festival “Concerti d’Altamarca 2010- Weekend musicali in abbazie, ville e castelli<strong>del</strong> Veneto” propone 15 appuntamenti conprotagonisti grandi musicisti, maestri d’orchestra,orchestre da camera e artisti in spettacolie opere di altissimo livello. Dal 11 giugno al10 luglio.Agenda calendarioeventi <strong>del</strong>l’Altamarca- 20 giugno, chiusura mostra opere Cima da Conegliano,Poeta <strong>del</strong> paesaggio e itinerari <strong>del</strong> gusto in Altamarca- 2-20 giugno, in Ristoratori Altamarca ricette tipiche con prodottidi stagione e km zero- 11 giugno-10 luglio, Concerti in Altamarca, weekend in ville,abbazie e castelli in Altamarca- 12-19-21-26 giugno, Primavera <strong>del</strong> Gusto in Altamarca conTrekking&Bike&Cantine&Osterie – itinerari e percorsi conguide e soste- 19 giugno, Municipio Cison Valmarino ore 9, EscursioneBike Castelbrando Passo di San Boldo- 25 giugno, consegna Premio Giornalistico Primavera ProseccoDOCG Conegliano Valdobbiadene e proclamazionedei Campioni Selezione Primavera Prosecco.- 26-27 giugno, Montebelluna, Sapori e Ciclogusto Altamarcaagli Europei di Mountainbike.- 26-27 luglio, Cortina Incontra i Gusti&Sapori <strong>del</strong>l’AltamarcaTrevigiana- 2 agosto, rievocazione religiosa di Papa Pio X che sale apiedi alla Madonnina <strong>del</strong> Grappa-AltamarcaTrekking & bikein AltamarcaAlla scoperta di luoghi naturalistici storici ,di arte e di itinerari di fede e religiosiL’Altamarca annualmente registra 600.000 presenze turistiche,amanti <strong>del</strong> gusto e <strong>del</strong>lo sport, in particolare <strong>del</strong>labicicletta. Con ViviBike, To See, Pinarello Cicli è stato realizzatoun cartellone-tour di itinerari con guide abilitate. Partenza earrivo sono sempre presso una cantina o un ristorante o un albergo<strong>del</strong>l’Altamarca. Il calendario aggiornato mensilmente si trova sulsu www.altamarca.it, www.vivibike.net. Iscrizione-prenotazione a€ 15 a persona con diversi servizi.


16marca trevigiana• Giugno 2010A Vallonto di Fontanelle presentato padre Marco d’AvianoIn preparazione il monumento ed il filmsul cappuccino salvatore d’EuropaSi è tenuto a fine maggio a Vallonto di Fontanelle un incontropubblico per presentare la figura <strong>del</strong> Beato PadreMarco d’Aviano, il frate cappuccino riconosciuto come ilsalvatore d’Europa dalle invasioni turche nel XVII secolo. Unafigura oggi più che mai attuale. Proprio a Vallonto domenica 12settembre di pomeriggio sarà inaugurato il monumento in onoredi Padre Marco d’Aviano. La stessa data che ricorda la battagliadi Vienna che tra l’11 e il 12 settembre 1683 vide il casatodegli Asburgo respingere definitivamente l’esercito Ottomano.September eleven 1683 (11 settembre 1683) è anche il titolo <strong>del</strong>film kolossal sempre su Marco d’Aviano da 12 milioni di euroche la Rai e altri partners europei ha messo a disposizione. Ilfilm nasce dall’idea e dalla proposta di Diotisalvi Perin al registaMartinelli. Alcune scene saranno girate ad Oderzo in quelloche fu il convento dei cappuccini a villa Wiel, oggi <strong>del</strong>la famigliaStefanel. Proprio la dott.ssa Tiziana Preve<strong>del</strong>lo Stefanel,presente alla serata, si è detta entusiasta. “L’esempio e la vita diPadre Marco possono insegnarci molto. Metteremo con piacerea disposizione la chiesa <strong>del</strong>l’antico convento”. In attesa <strong>del</strong> filmdi Martinelli che uscirà ad inizio 2013 si può vedere un documentariodi Erich Feigl in sei puntate su Padre Marco d’Avianonel sito www.museo<strong>del</strong>piave.it, dove nel filmato numero tre sinota la chiesa dei cappuccini all’interno di villa Stefanel.Per quanto riguarda il monumento in bronzo, è in fase di preparazionedalle sapienti mani <strong>del</strong>lo scultore di Collalto di SuseganaPietro Steffan, su comissione di Diotisalvi Perin, presidente<strong>del</strong> Comitato Imprenditori Veneti <strong>Piave</strong> 2000. Perin ha saputoraccogliere e concretizzare l’idea <strong>del</strong> monumento proposta daGiovanni Cescon, fratello <strong>del</strong> fondatore <strong>del</strong> nostro giornale, eda Francesco Andreetta che ha donato il terreno per la posa <strong>del</strong>l’opera.Alla serata di fronte ad una sala gremita, erano presentidon Brunone De Toffol, attuale parroco di Trichiana e già parrocodi Fontanelle, coordinatore <strong>del</strong> Comitato Marco d’Aviano,il parroco di Vallonto e Fontanelle don Stefano Taffarel, ilsindaco Antonio D’Amico e il dott.Franco Andreetta, uomo dicultura. Era presente anche don Floriano Abrahamowicz, notoesponente dei cattolici tradizionalisti, originario di Vienna eprofondo conoscitore ed estimatore di Marco d’Aviano.la presentazione di padre marco di Don Brunone de ToffolRingrazio innanzitutto il signorDiotisalvi Perin <strong>del</strong> ComitatoImprenditori veneti “<strong>Piave</strong>2000” e presidente <strong>del</strong> <strong>Museo</strong> <strong>del</strong> <strong>Piave</strong>“Vincenzo Colognese” di Caoreradi Vas che mi ha invitato assieme aisignori Francesco Andreetta e GianniCescon promotori <strong>del</strong> monumento aPadre Marco d’Aviano qui a Vallontodove sono stato parroco per 9 anni. Salutoil signor sindaco Antonio d’Amicocol quale ho avuto modo di collaborarequand’ero qui, il parroco di Vallontodon Stefano Taffarel e le altre autoritàpresenti. Assieme al Comitato PadreMarco d’Aviano di Pordenone guidatoda Padre Venanzio Renier da Chioggiadi venerata memoria che fu il vice-postulatore<strong>del</strong>la causa di beatificazionee al Comitato Imprenditori <strong>Piave</strong> 2000ci siamo attivati in diocesi di VittorioVeneto, dopo la Beatificazione <strong>del</strong> 27aprile 2003 a far nascere tante iniziativeper far conoscere il cappuccinoAvianese, per tanti anni dimenticatodalla storia europea e locale, ma che ilvenerabile Giovanni Paolo II in Piazzasan Pietro ha voluto proclamare beato,sia per i nostri tempi inquieti, siacome mo<strong>del</strong>lo di identità cristiana esegno di intrepida e coraggiosa difesa<strong>del</strong>le radici cristiane <strong>del</strong>l’Europa. E’stato chiamato infatti anche “Salvatored’Europa”. Tra le varie iniziativeche abbiamo promosso, il Concorsodi 32 artisti con 36 opere voluto puredal vescovo mons.Alfredo Magarottoconclusosi con la premiazione aPalazzo Sarcinelli di Conegliano allapresenza <strong>del</strong>l’allora sindaco FlorianoZambon, che a portato qui a Vallontoin Chiesa il bel quadro “Padre Marcod’Aviano che benedice col crocifisso inmano” <strong>del</strong> pittore amico Elio Poloni diPonte <strong>del</strong>la Priula. Positive poi le iniziativedi animazione che il Comitatoha messo in atto in tante parrocchie<strong>del</strong>la nostra diocesi che ha conosciutoripetutamente il passaggio di questouomo provvidenziale per il 1600 inparticolare l’intitolazione di nuove viea Basalghelle dove nel 2003 gli è statocostruito e dedicato il primo capitelloal mondo che vi invito a visitare, poiConegliano, Susegana, Caneva, Marenodi <strong>Piave</strong>, Sacile, Trichiana, Revine,<strong>del</strong>le piazze a Piavon, san Polo di <strong>Piave</strong>,e di un monumento e dei giardinidi Treviso al bastione san Marco <strong>del</strong>laCittà e poi una via a Trichiana dovesono parroco e una piazza a Sedico inprovincia di Belluno. Il beato Marcod’Aviano ha camminato sulle strade<strong>del</strong>l’Europa, ma anche tra noi e vi diròcome…Qualcuno ha chiamato “Padre Marcod’Aviano” un giubileo itinerante perchédopo le sue commoventi ed intensepredicazioni donava la BenedizionePapale che il beato papa Innocenzo XI°gli aveva affidato chiamandolo “il taumaturgo<strong>del</strong> secolo” e suo messaggerodi Pace tra i popoli e i potenti <strong>del</strong>l’Europa<strong>del</strong> tempo. Numerosissimi infattii miracoli compiuti. Predicò in tuttele città <strong>del</strong> Veneto. Lo accompagnavaPadre Cosma da Castelfranco fe<strong>del</strong>ecompagno di viaggio.Dove lui arrivava accorreva in piazzatantissima gente per vedere un uomodi Dio con un umile saio francescanoe un paio di sandali consunti. Memorabileresta il quaresimale di Oderzo <strong>del</strong>1685 cioè le ripetute prediche sulla necessità<strong>del</strong>la conversione e <strong>del</strong>pentimento che si concludevanocon la recita <strong>del</strong>l’Atto di doloreperfetto” che vi leggo, predicazionia cui hanno partecipatoalmeno 50 mila persone nellapiazza <strong>del</strong> Duomo Opitergino,con file interminabili di genteai confessionali improvvisati etantissime comunioni di uomini,donne e bambini, sicuramentetanti provenienti anche dalleterre <strong>del</strong>la nostra Sinistra <strong>Piave</strong>.Cattarina Bresciana di Mansuèad esempio, colpita da animal bovinoe sofferente da parecchi mesi, portatasu un carro di buoi, lasciò le stampellee tornò a casa completamente guaritae così Bartolomeo Acquisti di Oderzoda tempo in coma si riebbe e AntoniaBozzetti di Oderzo, sorda, riebbe l’udito.La gente usciva dalle case e processionalmente,cantando e pregando raggiungevaOderzo per le vie polverosedi allora per poter udire le parole <strong>del</strong>cappuccino diventato famoso per aversostenuto con la preghiera la liberazionedi Vienna e <strong>del</strong>l’Europa dall’esercitoturco che voleva conquistare eislamizzare l’Europa la notte tra l’11e il 12 settembre <strong>del</strong> 1683. Nel 1684Padre Marco regalerà ad Oderzo peruna grande manifestazione marianacon una processione dal duomo fino alconvento dei cappuccini di san Roccoora <strong>del</strong>la famiglia <strong>del</strong>la signora TizianaStefanel, una immagine di MariaL’augurio è che questonuovo monumento portidialogo e comunicazionedi quei sani valori umanie cristiani di cui il nostroeroe fu paladino.Hilf (Maria Aiuto dei Cristiani) moltovenerata in Austria. La pianeta con laquale Padre Marco celebrò la Messaal mattino prestissimo prima <strong>del</strong>labattaglia si trova a Rizzios di Calalzodi Cadore in provincia di Belluno. ABelluno infatti Padre Marco era statoguardiano <strong>del</strong> Convento di san Roccodal 1672 al 1674.Non possiamo escludere che PadreMarco sia passato anche per le antichestrade Vallonto essendo molto anticala Chiesa precedente a questa e purequella di Fontanelle, nei suoi ripetutispostamenti da Conegliano dove viera giunto da giovane col nome di CarloDomenico Cristofori e aveva fatto ilnoviziato. Al convento dei cappuccinidi Oderzo fu anche guardiano dal 1674al 1675, poi vi si ritirò in convalescenzaper una grave malattia da cui guarìe in questo convento dei cappucciniscrisse molte <strong>del</strong>le sue lettere all’ImperatoreLeopoldo I, lettere decisiveper salvare l’Europa Cristiana.Quanta paura allora, nel passato, deiturchi che mietevano ripetute stragi evittime innocenti tra la povera gentefriulana e veneta. Tutti conoscevano ilgrido “mamma li turchi” e non si sapevacome fare per salvarsi e salvarel’Europa dagli ottomani che forti di unesercito ben organizzato fin dal 1499avevano tentato di invadere ripetutamentel’Europa entrando facilmentenella pianura friulano-veneta seminandostragi e orrori fino a Cordignano ealle porte di Vittorio Veneto.Padre Marco diventa l’Uomo <strong>del</strong>laProvvidenza per salvare l’Europa eglinon ha mai usato le armi, ma usa lapreghiera <strong>del</strong> Rosario alla Madonna aMaria Hilf (Maria Aiuto dei Cristiani)come già avevano fatto i veneziani ei veneti nel 1571 per allontanare quelpericolo pregando con il Rosario MariaRegina <strong>del</strong>le Vittorie: a questo propositoproprio a Conegliano trovereteun piccolo edificio sacro “così scrivela guida di Conegliano perla <strong>del</strong> Veneto”testimonianza <strong>del</strong>la tenace e filialedevozione a Maria, è la Chiesetta intitolataalla Beata vergine <strong>del</strong>le Vittorieche si trova nell’antico Borgo Allocco:fuori dalla porta <strong>del</strong> Monticano, lungol’attuale via Cavallotti. Di garbataarchitettura settecentesca, l’oratorio èstato svuotato <strong>del</strong>l’arredo originario,ma iscrizioni e documenti ci permettonodi collegarlo alla vittoria <strong>del</strong> 1683sui Turchi, giunti ad assediare Vienna.Nella Chiesa sembra vi fosse uno stendardoe la coda di un cavallo sottrattiai Turchi e qui fatti arrivare da un certoCalvagier Givan Domenico Scarpelini,probabilmente partecipante alla Battagliaa fianco <strong>del</strong> principe Amedeo disavoia che aveva assoldato un foltogruppo di volontari provenienti da varieregioni italiane. E poi Padre Marcod’Aviano in quegli anni chiamatutti alla Penitenza, alla confessionee alla recita <strong>del</strong>l’Atto diDolore Perfetto nelle piazzed’Europa e riesce a coalizzarelavorando diplomaticamente,attorno a Leopoldo I° imperatore,il consenso per la liberazionedi Vienna, dei capi e deiregnanti sapendo che non potevacontare sulla Francia amica<strong>del</strong>l’Impero Ottomano. La suafama si diffonde oltre le Alpi isuoi viaggi missionari sono inFrancia, Belgio, Olanda, Lussemburgo,Germania, Svizzera, Austria, Boemia,Ungheria, Slovenia: enormi follesi convertono capeggiate da vescovi eautorità civili. Padre Marco farà il suoultimo Quaresimale a Ceneda ora VittorioVeneto, in piazza Cattedrale nel1699 chiamato dal vescovo MarcantonioAgazzi.Anche qui tantissima gente, conversioni,miracoli. Morirà a Vienna il 13agosto <strong>del</strong> 1699 e viene sepolto allaKapuzinerKirke (Chiesa dei Cappuccinia Vienna davanti alla quale c’èuna grande statua in bronzo e la via alui dedicata) tra gli Asburgo dei qualiera stato consigliere spirituale e stratega:quante lettere, come vi ho giàdetto, scritte alla famiglia ImperialeAsburgica e ai potenti <strong>del</strong> tempo. Il suoruolo però è sempre stato quello spirituale,sempre si firmava “Padre Marcod’Aviano, predicatore cappuccino, poveropeccatore”. Vale la pena andare inpellegrinaggio anche oggi sul Kalhemberg(la Montagna Calva) sopra Viennadove c’è la bella chiesa ricca di cimelistorici, tenuta dai polacchi, visitata daGiovanni Paolo II nel 1983 (a trecentoanni dalla storica Battaglia di Viennacapeggiata da Giovanni III Subieski,polacco). Non possiamo dimenticarel’ambasceria all’Imperatore:Aspettaminel tuo palazzo, ti taglierò la testae prenderò il tuo posto ! E il tremendoattacco al papa di allora Innocenzo XI,ora beato:”Caro papocchio, conquistataVienna, scenderò a Roma aspettamiin Vaticano, ti taglierò la testa abbevereròi miei cavalli alle fontane di piazzasan Pietro e sarò io il primo papamussulmano”. Nella chiesa <strong>del</strong> Kahlenbergc’è una cappella tutta dedicataa padre Marco e a quanti con Lui salvaronol’Europa Cristiana ed è dipinta lascena <strong>del</strong>la celebrazione <strong>del</strong>la Messa almattino presto dove il re polacco e suofiglio fecero da chierichetti. Quel mattinopoi Padre Marco fece ripetere piùvolte a tutto l’esercito “Gesù ! Maria!” e con il crocifisso in mano pregava:“Fugite Partes adversas cioè Andateindietro voi che siete contrari alla nostrafede…stendo le mani come Mosèperché tutti conoscano che non c’è Diopotente come Te…Donaci la vittoria”.Per questo fu istituita la festa <strong>del</strong> Nomedi Maria il 12 settembre. Il Re polaccoSobieski scrisse al papa Innocenzo XIle storiche parole:”Venimus, vidimuset Deus vicit (siamo venuti, abbiamovisto e Dio ha vinto).Un vero miracolo se con 70.000 uominise ne respinsero in poco tempopiù di 150.000 ! La piazza o le vie pernoi veneti sono il luogo d’incontro<strong>del</strong>la gente, <strong>del</strong>l’incontro spicciolo esorprendente tra persone, <strong>del</strong> dialogosereno, civile e religioso, sono luogodi pace e fraternità condivisa. PadreMarco diceva spesso pregando “Signorenoi non vogliamo che la pace, pacecon Te o Dio, pace con noi e con il nostroprossimo. L’augurio è che questonuovo monumento al “Beato Marcod’Aviano” porti davvero dialogo e comunicazionedi quei sani valori umanie cristiani di cui il nostro eroe fu paladinodi santità con la sua predicazionemissionaria. Ecco questa è la vicenda<strong>del</strong> Beato Marco D’Aviano che vi invitoa pregare perché noi come cristianiitaliani ed europei non perdiamo, maravviviamo le nostre radici cristiane.don Brunone De Toffol


17Giugno 2010 • veneziaRedazione di Venezia - Direttore dott. Alessio Conforti - Tel 340 7064851Atletica: Bellingardo battetutti i record nei 5000L’atleta jesolano superail record italiano di tre minutiJesolo. Il leone torna a ruggire. Lo avevamolasciato circa un anno fa, quandoprimeggiava nei 1500 indoor realizzandoil record assoluto per la categoria disabili: Roberto Bellingardo non si è fermatoe Domenica 23 Maggio, a Terni,ha realizzato il record italiano suscitandol’ovazionedegli appassionatiaccomodatiin tribuna,che al termine<strong>del</strong>la corsahanno accompagnatol’atletajesolano con unlungo e concitatoapplauso.Il week endera già cominciatobene perRoberto, dalmomento cheaveva stracciatoil propriorecord ottenutol’anno scorsonei 1500 (7,45min.) portandoloa 6,16 minuti.L’impresaarriva tuttavia il giorno successivo,dal momento che strappa il record italianonei 5000 <strong>del</strong> 1996 che appartenevaa Bartolini, migliorandolo di ben3 minuti: ai 26, 37 minuti Bellingardorisponde con una prestazione di 23,51minuti, aggiudicandosi il miglior risultatotecnico dei campionati italiani societari.La soddisfazione sale alle stelleper l’atleta titolare <strong>del</strong>la palestra “Newbody center” di Jesolo, che commenta:“ L’ottimo risultato è stato frutto di unaperfetta preparazione alla gara, fatta ditanto sudore e fatica.Alla fine il lavoro paga sempre e questogara ne è stata l’esempio lampante.”Le motivazioni personali sono le componentideterminanti nell’attuale percorsosportivo di Bellingardo, che nelcorso <strong>del</strong>la sua vita ha dovuto superaremomenti difficili come la perdita <strong>del</strong>lagamba a seguito di un tragico incidentestradale.Ma lui nonha mollato eha continuatoa lottare perun sogno chesembra ormaiin fase direalizzazione,visti i risultatispettacolariottenuti nellerecenti prestazionisportive.Insiemea lui il grandecampione RobertoLa Barbera,legato aBellingardoda una grandeamicizia :i due hannoottenuto per illoro team, la “Scanavino”, ben quattroori. “La vittoria la dedico ovviamentealla mia famiglia – conclude l’atleta jesolano-ma un ringraziamento particolarelo devo all’Assessore allo Sport diJesolo Andrea Boccato, che si è sempredimostrato sensibile e cortese nei mieiconfronti”.Prossimo appuntamento saranno i campionatiitaliani assoluti ad Imola dal 18al 20 Giugno : quella data, sussurranoalcuni amici vicini a Bellingardo, potrebbeessere l’icona di nuovi e importantirecord.Alessio ConfortiAbusivismo, sulle spiaggerimedi insufficienti?E’ guerra dichiarata ai venditori ambulanti eagli acquirenti. Ma tutto ciò non basta.Jesolo. E’ divenuto il male oscuro chelede la tranquillità dei turisti e il cancrovitale per l’economia legale : l’abusivismocommerciale soffoca le spiagge<strong>del</strong> Veneto Orientale e si riproponeanche per quest’anno come l’attrazioneprincipale per chi decide di passarequalche settimana di relax al mare. Bastapassare qualche ora in spiaggia perrendersi conto di come la situazionesia progressivamente degenerata nelcorso degli anni, arrivando a superareogni limite di decenza pubblica. Gliextracomunitari che vendono illegalmentemerce contraffatta, di qualsiasitipologia, si scorgono già all’iniziodegli accessi al mare, intenti ad organizzarela propria giornata di lavoro.A dir la verità sembrano trovarsi in uncerchio <strong>del</strong> paradiso dantesco a loroben congeniato, dal momento che giranoliberamente per l’arenile con unatranquillità primordiale. Se ne contanoanche quattordici o quindici nell’ampiezzadi dieci ombrelloni : ognunoha il suo da farsi. C’è il giovane provenientedal Bangladesh che vendeocchiali di ogni tipo, il marocchinocon la borsa griffata, il senegalese conbraccialetti di ogni tipologia e la cineseintenta a massaggiare, o forse torturare,una donna tedesca che si concedeun quarto d’ora di finto relax muscolare.E in mezzo al trambusto di etnieintente a sviluppare business vi sono ituristi, forse alcuni rimasti sbigottiti,che pagano le vacanze al mare e devonoassorbirsi il passaggio continuo deivenditori ambulanti. A dire la veritànon si può certo dire che il Comune, inquesto caso Jesolo, sia rimasto a guardare: si è sempre contraddistinto perla tolleranza zero, con tanto di multesalatissime per tutti coloro che compranola merce contraffatta, oltre ad unnumero di agenti <strong>del</strong>la Polizia Localeche controllano l’arenile con quoad ebiciclette, con la garanzia <strong>del</strong> serviziodi controllo Interforze effettuato dalleforze <strong>del</strong>l’ordine. Ma tutto ciò nonsembra bastare, dal momento che all’arrivo<strong>del</strong>la Polizia Locale i venditoricomunicano tra loro anche a distanzadi diversi metri, riuscendo a dileguarsitra gli ombrelloni e facendo perdere leloro tracce. Sono organizzati sistematicamentee collaborano tra loro a distanza: sembrano una sorta di classe socialeperfettamente integrata, nonostantele più disparate nazionalità, in un contestoche giorno dopo giorno assume lasfumatura <strong>del</strong>la quotidianità. La maggiorparte dei venditori parla discretamentela lingua italiana e qualcuno neha imparato perfino qualche accezionedialettale. Facendo due parole con loroci hanno confidato che vengono inItalia da una decina di anni : un buonnumero degli stessi ha anche regolarepermesso di soggiorno ed è dominatada un sentimento di grande ostilitànei confronti degli “ultimi arrivati”,una sorta di concorrenza sleale in uncontesto illegale. Nonostante gli sforzimessi in campo dall’AmministrazioneComunale, ci si rende conto che la situazioneè sconcertante agli occhi deituristi ed anche degli addetti ai lavori: numerosi venditori non risultano spaventatidai controlli e qualcuno di loroabbandona tranquillamente la mercefuggendo a gambe levate, raggiungendopersino il pontile e gettandosi in acquase necessario. Ciò che colpisce èil numero esponenziale <strong>del</strong>le presenzesull’arenile : un vero e proprio esercitoche in questo periodo di bassa stagionesembra superare perfino quello deituristi presenti in spiaggia. La lotta all’abusivismo commerciale, messa comepriorità anche dal pacchetto Sicurezza<strong>del</strong> ministro Maroni, rileva anno dopoanno un’innumerevole quantità di insidie,soprattutto se considerato nellasua completa accezione di vera e propriafiliera <strong>del</strong>la criminalità organizzatache sfocia solo in ultima istanza conle vendite in spiaggia.Alessio ConfortiDALLA PRIMAPer amore si uccide. Il triste primato italianoDifficile comprendere l’involuzione dei rapportidi coppia quando siconcludono nel modo più penoso:laseparazione,in un rapporto,iniziato con il massimo entusiasmoe spirito di collaborazione.Quasi sempre c’è qualcuno nonriesce ad accettare la separazioneimposta dal partner e non riescea staccarsi e accettare l’ideadi vivere da solo. Dopo vani eassurdi tentativi di convincerel’altro a non attuare la decisionedi rottura, entra nell’ordine diidee che il miglior rimedio allasua sofferenza sia quello di darela morte al partner che improvvisamenteè diventato un nemico.Strana la logica degli affetti:da un legame totalizzante e idealizzato,da follia a due, l’amoresi muta in odio e in morte. Nonimporta chi soccomba, ossia sesi tratti di omicidio o suicidio.L’esito tragico di una storia iniziatasotto le migliori stelle ciconvince che non siamo ancoratutti maturi al divorzio.Ma prima di approfondire ladinamica omicida o suicida,dobbiamo fornire alcuni dati.Anzitutto, quello poco lusinghieroper l’Italia di avere il tristeprimato in Europa dei <strong>del</strong>ittipassionali. I <strong>del</strong>itti avvengonospesso all’interno <strong>del</strong>la famigliae coinvolgono, ultima perversione,partner, figli e, in qualchecaso, anche l’attore <strong>del</strong>lo sterminioche attua il proprio suicidio.C’è prevalenza di vittime femminiliin certe tipologie di <strong>del</strong>ittipassionali; in altre tipologie,sono gli uomini le vittime <strong>del</strong>leloro donne. Ma la situazione èimprevedibile, in quanto l’irrazionalità<strong>del</strong>la compulsioneviolenta può avere dinamichesempre diverse. In Italia le statisticheci dicono che ogni 48 oreavviene un <strong>del</strong>itto passionale.La depressione, in genere, è lamadre di molti gesti compulsiviomicidi o suicidi. La personalasciata e che ha “subito” la separazioneè quella che si risvegliain un inferno. La abitudinistabilizzate in tanti anni, la casacomune ospitale, i figli, i vicini,le possibilità di una vita socialepiù ampia e tante altre bellecose, la separazione porta viacon sé. Sembra che le risorse divita siano finite e che sia senzasenso ricominciare un qualchecammino. Allora,il partner checi vuol lasciare diventa l’unicopunto di riferimento e ci si sentesicuri solo se si può continuarela precedente relazione ormaisenza senso. Riemerge tutto unmondo represso in questi frangenti,fatto di gelosie, prepotenze,insoddisfazioni comunicative,diversità di punti di vista,ai quali in passato non si è dataimportanza. Si dimentica che èquesto accumulodi messaggi nonverbali e di insoddisfazionipsicologichemal tollerateche alla fine portanoalla richiesta diseparazione che è l’anticamera <strong>del</strong> divorzio.Molte voltesono state espressi idisagi <strong>del</strong> rapporto,anche per anni: mal’altro non ha presoatto di questa tipodi comunicazioneche, dopo le contumelieverbali,generalmente si esprime, in unsilenzio molto più rumoroso edevastante, dei messaggi sensoriali<strong>del</strong> corpo o attraversol’espressione mimica. Stranamente,queste comunicazioninon dichiarate o queste insoddisfazionirepresse conduconodi colpo ad una decisione drammatica:”Basta!”. Da questomomento, tutto precipita versola fine. Anche se unilaterale,basta la decisione di uno perinterrompere un rapporto insoddisfacente.La nuova legge sul diritto di famiglia,indubbiamente un puntoavanzato di civiltà giuridica, hainterrotto la supremazia <strong>del</strong>l’uomoin casa e stabilito la paritàdei diritti e dei doveri educatividei figli. La legge era attesa. Haposto fine a quella tradizione diassoluzione parziale per la uccisionedi un coniuge infe<strong>del</strong>e,nota come “<strong>del</strong>itto d’onore”. Lalegge sul diritto di famiglia preve<strong>del</strong>o scioglimento <strong>del</strong>la convivenzacon l’allontanamento diun coniuge dalla casa e dai figli.Quello che la legge non prevedee determina sono le ripercussionipsicologiche di una tale rivoluzione<strong>del</strong>le abitudini in unodei due, il più debole psicologicamentee affettivamente piùdipendente. La separazione <strong>del</strong>lacoppia doveva contemplare lapresenza di mediazioniconiugali daeffettuare prima chenascesse la decisionedi separarsi. Iconsultori familiarinon riescono a modificarele crisi <strong>del</strong>lesituazioni di coppia;in genere, uno deidue non pensa maialla gravità <strong>del</strong>ladecisione che l’altrosta per prendere eipotizza che sia soloun gesto terroristiconei suoi confronti.Ma una volta entratinello studio di un legale, le decisionisono senza ritorno.Se dobbiamo annoverare, tra ipochi non lusinghieri primati, i<strong>del</strong>itti passionali, dobbiamo anchedire che scarsa è la preparazionealla vita di coppia sia tra igiovani che tra persone mature.Sembra che basti amarsi per unarelazione duratura. Invece, bisognerebbeabituare tutti a prevederela possibilità che ci si possaritrovare soli e che forse la causadi questa drammatica condizioneè nel non avere badato alsignificato di certi avvisi.Dopo, i tentativi di riparazionenon servono o cadono nel ridicolo.Sembra che almeno negliuomini sia dura a morire latendenza ad essere depositari diuna padronanza assoluta versola donna.Ma anche la donna, una voltache l’amore si è mutato in odio,trova mezzi di provocazionesottili e incisivi sul partner,magari evidenziando troppo lasua totale autonomia. Il risultatoalla disperante frattura è cheuno dei due ricorra al coltello oalla pistola eliminando partner espesso figli(ultima moda), nellaillusione che l’eliminazione <strong>del</strong>partner che ha voluto la separazionelo libererà dai sensi dicolpa e dalla depressione chel’affliggono. E’ un gesto magico,una lucida follia.Gesto inutile, compiuto dopouna ruminazione mentale patologicache aggrava la sua situazionepersonale. In molti casi,l’ aumento dei sensi di colpa,conduce al suicidio per chiuderetutta questa condizione drammatica.Suicidio che nessuno compiangee giustifica, dopo lo sterminioperpetuato <strong>del</strong>la famiglia.Valentino Venturelli


18veneto• Giugno 2010Redazione di Verona - Direttore dott. Federico Maccadanza - Tel 349 8345014 Redazione di Padova - Direttore dott. Alberto Franceschi - Tel 333 2893662Un giorno a VeronafiereEd a giugno il Vinitaly in RussiaEccoci qui cari lettori <strong>del</strong><strong>Piave</strong> a raccontarvi il Vinitaly“tra le righe” . Misi potrebbe obiettare il ritardogiornalistico di circa un mese emezzo rispetto l’avvenimento,tuttavia, vorrei subito aggiungereche si tratta di un sempliceracconto che ha nulla a che farecon “l’orizzonte temporale <strong>del</strong>lanotizia” perchè Vinitaly nonsignifica solo numeri, contratti,vino e pubblicità. Vinitaly èsolo una parte <strong>del</strong>l’importantissimocommercio <strong>del</strong> vino, unasintesi di un duro lavoro che siprotrae per tutti i mesi <strong>del</strong>l’anno(tra l’altro si svolgerà “VinitalyRussia” il 15 giugno a SanPietroburgo e il 16-17 giugnoa Mosca). Per molti piccolicoltivatori partecipare al Vinitalysignifica sacrificio, annidi sudore e rischio economico.Il servizio che la redazione diVerona ha svolto alla famosissimafiera internazionale <strong>del</strong> vinovuole essere una telecamera nascosta,un occhio, un orecchio,una bocca che racconta la storianascosta, quella che non apparesui giornali perchè genuina ediretta. Si tratta semplicemente<strong>del</strong>la nostra esperienza, <strong>del</strong>racconto <strong>del</strong>la nostra giornatatrascorsa tra gli stands nei padiglionidi Veronafiere.La nostra giornata inizia conl’arrivo a Veronafiere. Scongiuratoil temuto serpentone di automobili,riusciamo a malapenaa trovare parcheggio. 100.000posti auto terminati in poche oree chi arriva in ritardo parcheggiadove può accendendo qualchepolemica tra residenti e Comune.Dopo l’accredito all’ufficiostampa e l’ingresso attraversoun buio corridoio che ricordaun po’ il tunnel sotterraneo checollegava Berlino est a BerlinoOvest, ci dirigiamo verso la salastampa per ritirare la nostra cartellacon tutti gli appuntamentiriservati ai giornalisti (trannequello inerente alle prospettive<strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> vino con ilPresidente Napolitano riservatoai soli giornalisti invitati dallaprefettura, ufficiali, questori,vice questori, vice questori aggiunti,ai prefetti, ai viceprefetti,onorevoli ed a tutte le autoritàparticolarmente interessateall’argomento <strong>del</strong> convegno).Finalmente possiamo iniziareil nostro servizio. Restiamopiacevolmente sorpresi dallavarietà di visitatori; la maggiorparte, rigorosamente in giaccae cravatta, fanno da contorno aquei pochi che hanno preferitoil comodo anche se poco eleganteabbinamento magliettapantaloncinocorto. Il Vinitalyè un avvenimento prettamentecommerciale (è una fiera durantela quale si stipulano contrattidi fornitura e si conoscono nuovivini per la vendita alle attivitàcommerciali) tuttavia, nonostantel’eleganza e le apparentipose da veri “buyers”, è facilericonoscere chi è venuto perlavoro e chi per passare un’allegragiornata. Personalmentecredo di aver reso quest’ultimaidea allo stand <strong>del</strong>la Cantina diSoave dove, dopo essermi presentatocome inviato <strong>del</strong> “<strong>Piave</strong>”e aver chiesto una cartellastampa per il mio servizio, miè stato risposto un secco “solooperatori”. Per nulla scoraggiatidal nostro <strong>del</strong>udente inizio,proseguiamo la nostra visita; ciha fatto particolarmente piacerela disponibilità <strong>del</strong>l’aziendaagricola F.lli. “Tedeschi” di Pedemontedi Valpolicella e <strong>del</strong>laresponsabile marketing MariaGARBELLOTTO spaI-31015 CONEGLIANO (TV)Viale Italia, 200 Tel 0438 366411BOTTI E BARILI (BARRIQUES)per affinamento vini e liquori, di qualsiasi legname, capacità e formatiSabrina Tedeschi che, nonostantenon fossimo giornalisti disettore, ci ha aiutato a capire ilfunzionamento <strong>del</strong> marketing,<strong>del</strong>la produzione e <strong>del</strong>la maturazione<strong>del</strong> vino. Vinitaly nonsignifica solo singole aziende;la Camera di Commercio diMessina in collaborazione conla Provincia di Messina, l’OnavMaddalena Corvaglia ed Elisabeta Canalis allo stand<strong>del</strong>la regione Veneto con Franco Manzato, nella edizione<strong>del</strong>lo scorso anno.(Organizzazione nazionale Assaggiatoridi Vino), il progettoStrade <strong>del</strong> Vino <strong>del</strong>la Provinciadi Messina e il consorzio <strong>del</strong>vino Faro hanno organizzato, inseno alla Fiera, uno stand condivisoper tutte quelle aziendeche, per motivi economici, nonhanno avuto la possibilità di partecipareaffittando un singolo ecostoso stand per produttore.L’interessante iniziativa è moltosimile alle “joint venture” localicon le quali più produttori siuniscono e dividono tra loro lespese per il marketing a dimostrazione<strong>del</strong> fatto che, comericordava un piccolo produttorepiemontese con il quale abbiamofamiliarizzato, “il vino puòessere buono… ma se non losai pubblicizzare non sarà maiottimo”.Ma quanto pesa il marketing sulconsumo <strong>del</strong> vino? Con questadomanda lasciamo il Vinitalytra la gente che affolla i cancelliin uscita.Federico MaccadanzaEUGENIO BENETAZZOInvestimenti: che fare?In un periodo di profonda incertezza economicaa livello internazionale e parimenti a livellonazionale, Padova ha voluto essere spuntodi riflessione, per una Tavola rotonda dal titolo- Investimenti: che fare? - con l’autore <strong>del</strong> libro“Padrone <strong>del</strong> Tuo Denaro” di Eugenio Benetazzo“il primo ed unico predicatore finanziario inItalia”.Eugenio Benetazzo laureato in Economia Aziendalee operatore di borsa indipendente come suoledefinirsi in tutti gli svariati incontri e seminari chelo vedono coinvolto nelle maggiori città italiane,offre una lettura attenta alle tante pagine <strong>del</strong>l’altafinanza anticipando scenari anche epocali, ultimoesempio in ordine, la crisi <strong>del</strong> 2008/2009 con unsaggio economico scritto nel 2006 (Duri e Puri,edito da Macro Edizioni).Per orientarci nel progressivo spostamento temporaledi una economia al ribasso, l’autore hacercato di proiettare e rendere pubblico ai piùrisparmiatori il potere di gestire in autonomia ipropri soldi mettendo in guardia dagli sbagli piùcomuni, dall’orientare a giudicare l’operato <strong>del</strong>lapropria banca per smettere di <strong>del</strong>egare in modoincondizionato agli altri.Fiore all’occhiello di Eugenio Benetazzo, il touritinerante con spettacoli di informazione finanziariache attraversa tutta l’Italia, rivolto ad una pluralitàdi interlocutori: Confindustria, UnionApi,Confartigianato, Ordini Professionali, Assessoratialla Cultura, Università pubbliche, Movimentie Forze Politiche, Associazioni di ImprenditoriIndipendenti, Associazioni Culturali, Scuole Superiori...Per un approfondimento <strong>del</strong>la materia si rinviaRedazione di Vicenza - Direttore dott. Matteo Venturini - Tel 349 7850527Primati vicentini.Ce n’è per tutti i gusti!LEGNAMI E SEMILAVORATI:Rovere, Castagno, Faggio Nat Ev, Frassino, Ciliegio eur/amerTiglio, Olivo, Acero, Ontano, Pero, Betulla, Acacia, Noce eur/amerToulipier, Carpino, Pioppo, Noce boliviana, Cedro, Lenga.ELEMENTI PER SERRAMENTIPANNELLI IN CASTAGNO FINGER/JOINT 19 mmTRAVATURE IN CASTAGNO E ROVEREad alcuni testi: “Bancarotta, se conosci puoi scegliere”,“L’Economia allo sbando. Quello che glialtri non dicono…”, “Come investire e salvare ipropri risparmi”, “Banca rotta”, “Scie chimiche-Signoraggio”, “Duri e puri. Aspettando un nuovo1929”.L’incontro si è svolto venerdì 28 maggio a Monselice,(Padova) ore 21.00, presso l’AuditoriumIstituto J.F. Kennedy.Claudia CarraroIl ponte che collega Foza ed EnegoPoche persone sono a conoscenza degli interessantiprimati che la provincia di Vicenzaha l’onore di possedere.Il Ponte Valgàrdena ne è un esempio “mastodontico”!Con una altezza luce di media 175 metri(300 metri per il punto più basso) e con una lunghezzadi bel 282 metri, attualmente è il ponte piùalto d’Italia.Costruito nel 1990, si trova nell’omonima zonadalla quale prende il nome (più precisamentesull’Altopiano dei Sette Comuni) e collega i duepaesi Foza ed Enego. La “Calà <strong>del</strong> Sasso” in fattodi mastodonticità non ne è da meno. Formata daben 4444 gradini, collega il paese Valstagna allafrazione Sasso di Asiago ed è la scalinata più alta<strong>del</strong> mondo.Proseguendo con i record a livello nazionale,sempre sull’Altopiano, troviamo ad Asiago l’osservatorioastronomico contenente lo strumentoottico più grande d’Italia; poco distante, a PioveneRocchette, è stata immatricolata nel 1892 laprima automobile in Italia.Passando ai record legati alla tradizione veneta,la campana più antica <strong>del</strong> Veneto si trova a Lusiana,il campanile Breganze è il terzo campanilepiù alto <strong>del</strong> Veneto (dopo quello <strong>del</strong> Duomo diLendinara e di Piazza San Marco a Venezia) edinfine tutte le malghe vicentine sono le più estesedi tutto il territorio <strong>del</strong>l’arco alpino. Infine laprovincia può esser fiera di aver ospitato il primoFestivalbar (ad Asiago), la prima adunata alpina(nel 1920 sul Monte Ortigara) e di avere un record“al contrario”: il fiume Oliero, uno dei piùcorti fiumi d’Europa!Matteo VenturiniPARCHETTI, LISTONI ED ASSITIDI LEGNI EUROPEI (i più sicuri)Rovere, Castagno, Frassino, Ciliegio, Olmo, Acero, Acacia, ecc.PREZZI IMBATTIBILIsvendesi anche al minutoLEGNA DA BRUCIOsecca e scorzi (ottimi prezzi)


19Giugno 2010 • pordenone - alto livenzabelluno e primierodirettore dott. Fabiano Zucco - tel. 330 611530Tazio Nuvolari eDon Agostino MagarottoIl ricordo di Don Magarotto(fratello <strong>del</strong>l’ex vescovo diVittorio Veneto) è come rievocareun mito, una leggendache equivale ad una medagliad’oro con mille pregevoli motivazionida allibrare ed appuntarealla “bandiera” <strong>del</strong>mondo Salesiano!Anche il suo cuore si è fermato,rimane solo il ricordodi un umile prete che comeDon Bosco ha lasciato unsegno in<strong>del</strong>ebile di ognielementare opera di benecomune e sociale.Voglio parlare poco di Lui,ma parlerò attraverso un suosimile e che era il suo “idolo”e che nominava spesso:Tazio Nuvolari.Fermo nella sua fede, riccodi amabilità, allegro, sensibile,dinamico, irrequieto,talora anche spericolatocome era il suo idolo.Don Agostino ricordavaspesso la sua ultima “MilleMiglia”, quella <strong>del</strong> 1953che al traguardo di Romaera passato per primo, peròera mai scontato il detto che“chi arriva primo a Roma nonsarebbe poi giunto primo al traguardodi Brescia”.E fu così anche per Nuvolariche continuò, spericolato comesempre, la sua corsa pazza, risalendoda Roma al Nord, semprein primissima posizione.Ad un dato punto viaggiava amotore scoperto, il cofano eravolato via, ma lui sempre avanti,forzando il motore. Temevasolo che cominciasse a piovere.Aveva vinto tante gare e bramavadi vincere anche quella: lasua tenacia era più forte <strong>del</strong> motorescoperto. Del resto avevavinto un’altra corsa con il volantespezzato e da lui sostituitocon una chiave inglese.Purtroppo questa volta, ad uncerto punto il motore <strong>del</strong> suocuore cominciò a perdere giri,che più non resse allo sforzo<strong>del</strong>la volontà.Si fermò di schianto ai lati <strong>del</strong>lastrada, sulla quale vedeva sfrecciareveloci i bolidi rombantidei suoi inseguitori.Fu portato in clinica doveebbe modo di sostare e prepararsiper l’ultima corsa:la più importante <strong>del</strong>la suacarriera, quella che l’avrebbeportato poi “in più spirabilaere”: Riconciliato conDio, si avviò verso un trapassosereno.A ragione all’ingresso <strong>del</strong>lachiesa, che accolse la suasalma a Mantova, c’era unostriscione con scritto:“ E adesso correrai più veloceper le vie <strong>del</strong> cielo.”Non voglio parlare <strong>del</strong> mioprofessore (Magarotto) perchèlo vedo ancora qui accantoa me, quando piangevaperchè doveva mettermi5 in latino, quando giocavaa calcio, quando si salivasull’Aiarnola, quando siimitava Tarzan nel fiumeNoncello e tanti tanti ricordiche mi riconducono a scuolacome uno scolaretto e dove siapprendeva anche questo:“Il carro oltrepasso d’erbe ripienoe ne odora la silvestre via,sappi fare anche tu come quelfieno, lascia buone memorie oanima mia”Oreste SteccanellaEquipe Feltre 2007. Judo alla ribaltaFELTRE. Si è svolto nei giorniscorsi presso la palestra <strong>del</strong>lascuola primaria <strong>del</strong> Boscariz diFeltre, la rappresentazione-saggio<strong>del</strong>l’attività svolta dai giovaniatleti <strong>del</strong>la società di judo“Equipe Feltre 2007” ritrattanella foto di Lorenzo Turchet.Le competizioni che hanno vistola partecipazione di atleti agare nazionali dislocate da Brunicoa Messina sono state oltrecinquanta.In sintesi un riassunto<strong>del</strong>le attività-under 23. La partecipazionealla fase di qualificazione per icampionati italiani era inseritanel gruppo triveneto. Finale <strong>del</strong>Campionato Italiano a Cataniacon le atlete Elena Samaria eSasso Laura (7^ classificata conaggiudicazione <strong>del</strong>la cinturanera).-JUNIOR. Qualificazione allafinale <strong>del</strong> Campionato italianodi categoria a Follonica conl’atleta Sasso Laura 9^ classificata.-CADETTI.1^ classificata nellaqualificazione per il Trivenetocon l’atleta Arel Zanella, il 2^posto alla finale <strong>del</strong> campionatoitaliano a Terni, il 9^ postodi Zanella con la nazionale italianadi categoria alla ZagabriaCup in Croazia, il 1^ posto altorneo internazionale “Città diColombo” di Genova, il 1^ postonella classifica <strong>del</strong> Gran Prixa Messina con annessa possibilitàdi disputa <strong>del</strong> campionatoeuropeo Cadetti a Praga con laNazionale Italiana.-“LOTTA ITALIANA” STILELIBERO. Esordio <strong>del</strong>l’atletaGiovanni Pertile ai campionatiitaliani juniores di Bergamo.-ESORDIENTI “A” e “B”. 7^posto nella classifica per societàal campionato regionale per leclassi giovanili raggiungendo iltraguardo per il terzo anno consecutivodi essere tra le miglioridieci società <strong>del</strong> Veneto e prima<strong>del</strong> bellunese laureando campioniregionali nella categoria finoa cintura verde gli atleti NataliManuela, Bolzonello Silvia,Fent Silvia, Bertelle Marco e DeBoni Vettorel Lorenzo; 3° postocome società in rappresentanza<strong>del</strong> Veneto al campionato italiano<strong>del</strong> Centro Sportivo Italianoa Salsomaggiore Terme; 2° postoper l’atleta Giacomo Pertileal torneo internazionale di Tomezzo;partecipazione al GranPrix <strong>del</strong> Veneto.-PRE-AGONISMO. Partecipazionea diversi “criterium”organizzati nelle province diBelluno, Treviso e Trento; stagevacanza insieme ad altri gruppio palestre a scopo aggregativo edi educazione all’accettazione<strong>del</strong>le regoli comuni.Questo il resoconto <strong>del</strong>l’attività<strong>del</strong>la maestra Maria ElenaTurchet impegnata anche nellapromozione e divulgazione <strong>del</strong>lojudo nelle scuole <strong>del</strong> feltrinoe <strong>del</strong> maestro Andrea Bersellini,collaboratore tecnico regionale.Fabiano ZuccoDALLA PRIMANoi e l’economia. Un po’ italiani e un po’ europei,con tutti i difetti <strong>del</strong> caso....Gli Italiani hanno tredifetti: o son troppopessimisti o troppo ottimisti.E, secondo l’ “Economist”,ne hanno un altro ancorapiù grave: “gli italiani hannouna grande fame e una pessimadentatura!” Insomma si riassumeil tutto nella mancanza diequilibrio.In proposito mi viene in menteun amico ebreo, di professionearmatore. Abitava a Londra inun tugurio, una soffitta mal arredatadi un lussuoso condominiocentrale.Il locale conteneva una semplicescrivania con sopra una coperta,a fianco <strong>del</strong>la quale sporgeva unbidone malandato ma sopra ilquale sporgevano sei telefoni amezzo dei quali comandava ladestinazione <strong>del</strong>le sue navi.Ma quello che mi ha colpitodi più, e che ne ho poi chiestospiegazione, erano due scrittestampate in grande, una sullasua destra, l’altra sulla sua sinistrache contenevano questeparole;“NON SEMPRE LA VA’COSI’, ...NON SEMPRE LAVA’ COLA’ ”.Quando gli affari andavanobene guardava la prima stampa,quando andavano male, la seconda.Insomma aveva trovatoun mezzo per crearsii equilibrioe serenità operativa.Non era certo un ammiratore<strong>del</strong>lo Steinbek, conosciutocome lo scrittore <strong>del</strong> doloreuniversale, nè l’uomo <strong>del</strong> libro“Cuore” <strong>del</strong> De Amicis, ma unuomo di alto equilibrio tantoda portarlo a diventare in pochianni uno tra i più affermati armatorie finanzieri.Tornando a noi italiani dobbiamoprendere esempio da questoepisodio perchè abbiamo, piùdegli altri il dono <strong>del</strong>la reazionee <strong>del</strong>l’invenzione e sopratutto<strong>del</strong>l’ innovazione.Noi purtroppo siamo succubi diuna influenza mediatica che ciattanaglia, ci toglie il buonumoree che talora ci toglie la volontàdi reagire.Viene segnalato che la disoccupazioneè giunta ai massimilivelli da otto anni a questa parte(il 12 % in più rispetto ad unanno fa); questi sono i dati provenientida fonti sindacali ma inrealtà è necessaio porci alcunedomande. Quanti sono effettivamentedisoccupati e senzalavoro? Tanti lavorano in <strong>nero</strong>,altri sono andati a coprire gliantichi mestieri: calzolai, arrotini,giardinieri, idraulici, panettieried altri lavori occasionali ecomplementari.Accanto a questi dati Steinbekttianile Camere di Commercio<strong>del</strong> Nord Est (dove si suda e silavora e non si lasciano imputridirele immondizie per mesie mesi con il fetore ed alla vistadei turisti che portano ricchezza)porgono dati che dimostranoche l’azienda Italia cominciaa carburare. Infatti tra gennaioe marzo sono state iscritte ben123.000 unità contro le 4.700rispetto alo stesso periodo <strong>del</strong>l’anno2009. Le aziende piùcolpite sono le manifatturiere difascia bassa perchè essendo noiun Paese importatore, hannopossibilità di crescita solo quelleaziende che hanno il maggiorvalore aggiunto.Da una ricerca svolta tra il 15febbraio e 5 marzo 2010 fattodalla Cassa di Risparmio <strong>del</strong>Veneto fra le aziende di oltre 10dipendenti risulta in netto caloil numero degli imprenditoripessimisti, caratterizzato da unnetto clima di fiducia <strong>del</strong> sistemaproduttivo.Ora, proprio quando si percepivaun vento favorevole sopraggiungononuovi “monsoni”determinati dall’instabilità finanziariaglobale che minacciala reale economia.E qui ce n’è per tutti anche se èormai inutile parlarne in quantosiamo entrati in un clima nebulosoe paludoso in una Europada rifondare dove regna sovranala burocrazia, le lungaggini giudiziarie,la lieviazione dei costie dove si trova però, per ragionidi imperio, il tempo di negareil crocefisso da appendere sulleaule <strong>del</strong>le scuole d’Italia e silascia il libero ed incontrastatoapprodo degli stranieri nelle costed’Italia.Cominciando da Prodi che nonha saputo gestire per il meglio ilconcambio Lira/Euro tanto chenel trenino Europa si stavanoper sganciare i vagoni più fragilidi Grecia, Irlanda e Spagnae forse altri che tengono datiocculti.Nel contesto abbiamo assistitoalla fragilità <strong>del</strong>l’Europa e perpoco il trenino che da temposbuffava finiva per deragliare.E’ risaputo che nell’attività digoverno è necessario: primaprevenire, poi disporre ed infinereprimere. Cosa che la locomotivanon ha fatto e si è limitatasolo ad intervenire, per interessidi alcuni paesi che erano espostifinanziariamente, per evitare losfascio finale.Nel contesto il presidente <strong>del</strong>laBanca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, ha gravissimeresponsabilità perchè anzichèprevenire e disporre come faanche il buon padre di famiglia,si è limitato solo a reprimere,allo stesso modo in cui faceva ilcontadino ignorante di una voltache chiudeva le porte quandole mucche erano scappate!Questo è il personaggio vigilee responsabile <strong>del</strong>l’equilibriofinanziario <strong>del</strong>le banche Europee,una specie <strong>del</strong> “ cancelliere<strong>del</strong>lo scacchiere” inglese .La verità innegabile è che ilgiorno 10 maggio l’Europa harischiato lo sfascio in quantonon si riusciva a stabilire un validocriterio di salvataggio per Ipaesi in crisi…Alla fine, nella notte <strong>del</strong> giornodopo ecco uscire dal cilindromagico <strong>del</strong>la Germania un pianodi salvataggio; non potevaessere diversamente in quantoquesta era la nazione più espostaverso la Grecia, trascinandocosì gli altri paesi Europeiche erano molto meno esposti,come l’Italia, la quale è purechiamata a contribire per 81 miliardidi Euro.Ma gli esperti veri, quelli autenticie non i maghi o fattucchieri<strong>del</strong>la pseudo-finanza, che sonoaccreditati dai quartieri <strong>del</strong>l’altafinanza, insegnano che questofenomeno ha solo il paradigmadi una situazione destinata apeggiorare nel tempo.Intanto i paesi Europei hanno<strong>del</strong>iberato il versamento di unpiano d’aiuti di 750 miliardidi euro compresi gli 81 miliardi<strong>del</strong>l’Italia, hanno costituitouna Commissione dotandole unfondo di 60 miliardi euro per interveniresui paesi in difficoltà.Ma quello che è peggio ha pure<strong>del</strong>iberato l’emissione di bonddi 440 miliardi di euro che andrannoad impoverire le casse,già all’asciutto <strong>del</strong>le bancheeuropee!Così la locomotiva Europasbuffando riprende la corsa versol’incognito in una situazionericca di incertezze e minacciatadall’aggressione <strong>del</strong>le altre moneteextra-Euro, perchè è notoche la debolezza di una monetaprovoca il rafforzamento <strong>del</strong>lealtre monete!La svalutazione <strong>del</strong>l’Euro potrebbeessere un’ancora disalvezza per l’Europa perchècreerebbe degli incentivi all’esportazionesempre che regnasseun clima di stabilità,diversamente, cosa molto probabile,creerebbe degli incentivialla speculazione che regnain modo spietato e selvaggio.L’Italia è indirizzata a fare unnuovo salasso alle casse dei cittadinima i politici devono stareattenti, smettere di litigare per ilpotere e qualcosa d’altroche tutti ormai sanno, leggersiinvece i libri di storia che èmaestra di vita! In essa c’è unfatto che potrebbe essere presoin esame dai governanti chenarra la storia di un Re il qualesi serviva di un suo fidatoscudiero per fare dei sondaggi(alla Belusconi) per poi riferireal Sovrano gli umori <strong>del</strong>popolo in occasione <strong>del</strong> nuovoaumento <strong>del</strong>le tasse. Quando loscudiero riferiva che la gentesi lamentava per la pressionefiscale, continuava imperterritoad aumentare le tasse, quandoinvece veniva informato che ilpopolo non si lamentava più....allora provvedeva subito e senzaalcun indugio a diminuire lapressione fiscale.“Intelligenti pauca” mentre glistorici insegnano che le rivoluzionisorgono e provengonosempre dal sud.Oreste Steccanella


20quartier <strong>del</strong> piave - vallataconegliano• Giugno 2010Partita di calcio fra giornalistiveneti e nazionale artisti televisiviPieve di Soligo. Oltre1500 persone hanno fatto dadegna cornice alla partita tenutasia scopo benefico venerdìsera, allo stadio comunale diPieve di Soligo, conclusasi conun imparziale 3 a 3, tra la squadra<strong>del</strong>la Nazionale Calcio TV,nella quale giocavano molti trai nomi più famosi <strong>del</strong>la televisioneitaliana e la squadra compostadai giornalisti veneti “TVPressing”. Il calcio d’inizio èstato dato dal sindaco di Pievedi Soligo Fabio Sforza, il qualeha portato anche i saluti di tuttala cittadinanza. L’incontro dasubito è stato molto movimentatoe la squadra dei giornalistiè passata dopo pochi minuti invantaggio, segnando a brevedistanza di tempo ben tre retimolto spettacolari, due ad operadi Marco Bonet ed una conRoberto Laurentini. Durante ilsecondo tempo, i giocatori <strong>del</strong>laNazionale Calcio Tv, sonoriusciti a riscattarsi e segnareanche loro tre reti, due ad opera<strong>del</strong> popolarissimo Giancarlo Fabrizio-il famoso “Vespone” diStriscia la Notizia- ed una Mar-Due nuovi bandi per lecolline e VallataPieve di Soligo. Nellaseduta di lunedì 24 maggio ilConsiglio di Amministrazione<strong>del</strong> Gal ha approvato i bandi perl’assegnazione dei contributiprevisti dalla Regione Venetoper la tutela <strong>del</strong>l’architettura e<strong>del</strong> paesaggio rurale. I bandi riguardanorispettivamente:a) la Viabilità storica <strong>del</strong>la Valsana.“Strada Maestra”, cheinteressa i cinque Comuni <strong>del</strong>lavallata da Miane a VittorioVeneto per interventi idonei atutelare e valorizzare il tracciato<strong>del</strong>la “strada maestra”;b) il Sistema <strong>del</strong>le colline a cordonate<strong>del</strong>l’Alta Marca trevigiana,che interessa 12 Comuni<strong>del</strong>l’area <strong>del</strong> Prosecco Docg perINCREDIBILE MA VEROSuccedono cose strane sulMontello.Mi trovavo a pranzo all’Agriturismo“La busa <strong>del</strong>la messa”conDario, il simpaticissimo gestore, ealtri ospiti, quando arriva trafelatoun apicoltore vicino di casa che sisiede con noi per un caffè.Dice che è stufo marcio e vuolevendere le api, arnie e tutto.Perchè? - gli domandiamo. “In pochigiorni mi sono scappati cinquesciami e non sono riuscito a recuperarneneanche uno, sembra cheabbiano fatto le valige!”Il motivo è presto detto: “Dopotutta questa pioggia e tempo bruttosono impazzite, sciamando tutteinsieme prima <strong>del</strong> tempo!”Già, le api, chiuse al freddo nelle loro arnie troppoa lungo, hanno pensato bene di prendersi unavacanza, cambiando luogo, nella illusione di trovarealtrove condizioni migliori.Conclusione mia: l’uomo devasta la natura, la terracambia il clima, il clima fa impazzire la naturaLa nazionale calcio artisti televisivico Anelli, <strong>del</strong> duo Gemini, chiudendocosì l’incontro in parità.La manifestazione organizzatasu iniziativa <strong>del</strong>l’assessore allosport di Pieve Salvatore Cauchi,con l’appoggio di tutta l’amministrazionecomunale e di tuttele società sportive <strong>del</strong>la zona,ha avuto un’organizzazione veramenteimpeccabile, sotto ognipunto di vista, grazie anche allapartecipazione degli sbandieratorie tamburini <strong>del</strong>la DamaCastellana, dei carabinieri <strong>del</strong>lalocale stazione, vigili urbani,protezione civile, gruppo alpini,interventi di tutela e valorizzazione<strong>del</strong>l’unicità <strong>del</strong> paesaggio<strong>del</strong>le colline con particolareattenzione al peculiare sistemadi coltivazione <strong>del</strong>la vite sviluppatoe alle testimonianze diedilizia minore caratteristici <strong>del</strong>paesaggio rurale.I Bandi possono contare su unfinanziamento certo <strong>del</strong>la RegioneVeneto di 750.000 € perciascun ambito per il triennio2010-2012 che potranno essereintegrati dalle risorse eventualmenteassegnate dal Ministerodei Beni Culturali. Possonopresentare domanda di contributoi proprietari degli edifici ofabbricati rurali situati nei Comuniinteressati realizzati fracarabinieri in congedo e di moltivolontari.Il Gabibbo e Moreno Morello,con la loro straordinaria simpatiaed incomparabile professionalità,hanno saputo intrattenereil pubblico -formato non solo daadulti ma anche da tanti bambini-.Tutto il ricavato <strong>del</strong>la manifestazione(oltre cinquemila euro)sarà interamente devoluto all’associazione“Fabrizio Viezzer”Onlus di Soligo ed all’associazioneAIL Onlus di Pievedi Soligo.il secolo XIII° e XIX° che costituisconotestimonianza <strong>del</strong>l’economiarurale tradizionale.Le domande vanno presentate aiComuni competenti entro il 28giugno 2010 e saranno valutateda una commissione di espertiche definirà, secondo i criteridi merito indicati nel bando,la graduatoria degli interventiammessi a contributo. Il GALintende assicurare una gestionetrasparente ed efficiente di questainteressante opportunità chepuò dare un valido contributo amigliorare la qualità <strong>del</strong>l’ambientee <strong>del</strong> paesaggio e renderepiù attraente il nostro territorioper una sua fruizione turistica.Mattia PerencinApi con la valigiae i suoi inquilini, api incluse...Sembra un circolo vizioso senza fine, o meglioalla fine l’uomo dovrà cedere. “Non bastava lavarroa” dice l’apicoltore <strong>del</strong>uso.Intanto restiamo anche senza miele.Enrico LancellottiGarbellotto dona unaambulanzaCONEGLIANO - La Garbellottospa non si dimentica maidi Conegliano e di recentel’ha dimostrato consegnandoun’ambulanza all’AssociazioneItaliana Soccorritori diConegliano.Il presidente dottor CosimoColtraro e il vicepresidenteSantino Tonon insieme alledivise hanno spiegato l’importanzadi questo gesto,in quanto l’associazione èformata da volontari. Allacerimonia erano presenti ifratelli Piero, Piergrergorio ePieremilio, che oggi guidanoun’azienda la cui storia inziatanel 1775 arriva ai giorninostri attraverso otto generazioni,memorabili commessee clienti regali come gliAsburgo.All’Osteria alla Sortele opere di Giorgia SartiDal 6 al 27 giugno presso l’Osteria AllaSorte avremo modo di ammirare le opere<strong>del</strong>l’artista bolognese Giorgia Sarti.Giorgia Sarti è un’artista che compone lusinghiereforme <strong>del</strong> mondo vegetale e animale, strutturatesecondo temi contemporanei e corposamenteantirealistiche; è chiara nella composizione latraccia di un disegno sapiente, di uno studio prospetticoal di fuori dai canoni classici <strong>del</strong>la storia<strong>del</strong>l’arte, ma con un’esecuzione in punta dipennello. Dall’altra parte, come se avvenisse unosdoppiamento, applica una pittura che contemplala rappresentazione estremamente realistica <strong>del</strong>fiore, colto nella sua piena vitalità: Calle, Fiorerosa, Rosa in <strong>nero</strong>.Le sue immagini scaturisconoda una culturainteriorizzata e ricollegabileall’iconografiasurrealista, da cui Giorgiasi differenzia inserendonelle opere oggettireali, veri, esistentiche hanno <strong>del</strong>le relazioniin comune (l’erba conla lumaca, i papaveri eil grano, gli uccelli e ilvolo), inoltre in alcunerappresentazioni iluoghi non compaionocompletamente estraneial soggetto raffigurato;le situazioni che vi sicreano generano all’osservatoreun’inattesa visioneche sorprende perla sua assurdità e perchécontraddice le nostrecertezze.L’artista imprime ai suoilavori una leggerezza suadente che si attua in scenografieproposte come un’esperienza di viaggionel tempo e nello spazio, portando in superficie esulla tela i contenuti più profondi <strong>del</strong>l’inconscio.L’inconscio non è soltanto una dimensione psichicache l’arte esplora più facilmente a causa <strong>del</strong>lasua famigliarità con l’immagine, ma è la dimensione<strong>del</strong>l’esistenza estetica quindi la dimensionestessa <strong>del</strong>l’arte. L’inconscio è la regione <strong>del</strong>l’indistinto:quella regione in cui l’essere umano nonoggettiva la realtà, ma è tutt’uno con essa. L’arte,quindi per Giorgia, non è solo rappresentazione,ma comunicazione vitale, che la porta ad annoverarsitra i prosecutori <strong>del</strong>l’arte surrealista. ProprioBreton, il precursore <strong>del</strong> movimento all’interno<strong>del</strong> Manifesto, inserirà:“Surrealismo: automatismo psichico puro col qualeci si propone di esprimere, sia verbalmente, siaper iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamentoreale <strong>del</strong> pensiero. Dettato dal pensiero,in assenza di qualsiasi altro controllo esercitatodalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazioneestetica o morale”.I suoi lavori sono avvincenti, in quanto propongonosituazioni antinaturalistiche nel naturalistico,tenendo lontano dal pericolo tutti i soggetti chevengono rappresentati, librandoli nello spaziocon assoluta leggerezza. La sua natura è lontanadai fenomeni geologici e meteorologici <strong>del</strong>laTerra dall’intervento modificatore <strong>del</strong>l’uomo, maarriva ad essere soprannaturale, dimostrando ilpieno inconscio che prova l’artista nel momento<strong>del</strong>l’atto pittorico. Il suo è un processo speculareadatto ad indagare sulla natura che non si dimostrasolo auto significante, ma sviluppa sensazionie riflessioni diverse per stimolare la curiosità<strong>del</strong>lo spettatore. L’intenzione<strong>del</strong>l’artista è diportare lo spettatore aldilàdei binari <strong>del</strong>la logicacorrente, in un territoriomagico, dove l’evidenza<strong>del</strong>le cose viene sconvoltae desta interrogativianche nel fruitore menoaccorto.Inoltre non va dimenticatoche la sua pittura è caricadi significati simbolicie nulla è posto a caso;nell’opera “Good Luck”l’uovo protagonista <strong>del</strong>larappresentazione, chenelle rappresentazionicristiane rappresentail ritorno alla vita, quiassume il ruolo di montagnache la povera coccinelladeve percorrereper raggiungere la meta;l’ordine classico deglielementi con i loro significativiene completamente scardinato. Merita lanostra attenzione il titolo e su questo argomentotrovo un parallelismo con Magritte che scriveva:“I titoli dei quadri non sono esplicativi e i quadrinon sono illustrazioni dei titoli. La relazione fra iltitolo e il quadro è poetica”. Anche in Giorgia iltitolo non deve descrivere ciò che il quadro contiene,ma essere compatibile con l’emozione cheproviamo osservandolo.Il suo dipingere è ben levigato, meticoloso, senzapalpiti di pennello, senza sorprese di tocchi,di gesti improvvisi, di incidenti di percorso. Tuttoè ben calibrato, dosando e mescolando il colorein maniera precisa da renderli ancora più antinaturalistici.Un pittura coscienziosamente curata eraffinata.Attraverso le sue opere credo si possa essere realistie nello stesso tempo surrealisti, naturalisti eantinaturalisti sconvolgendone le tranquille aspettativeteoriche e visive.Mara Campaner


21Giugno 2010 • coneglianoINTERVISTA AL SINDACO DI CONEGLIANOALBERTO MANIEROA Conegliano incrementodi sviluppo e turismoLa città di Conegliano èsempre più luogo di riferimentonel territorio trevigiano.È una perla di grandebellezza sia dal punto di vistastorico, che paesaggistico, ma èanche una ricercata meta turistica,grazie alla costante organizzazionedi eventi, di portatanazionale ed internazionale. Il<strong>Piave</strong> ha così colto l’occasionedi intervistare il primo cittadino,Alberto Maniero, percapire come l’amministrazioneha lavorato sinora e come proseguirànel corso <strong>del</strong> propriomandato.Dal giorno <strong>del</strong> suo insediamento,sig. Sindaco, sonogià passati tre anni. Moltoè stato fatto, ma molteancora saranno le cose inprogramma. Qual è dunqueil progetto che più lesta a cuore e che assolutamenteintende realizzareprima di giungere al termine<strong>del</strong> suo incarico?La cosa che mi sta maggiormentea cuore è il piano <strong>del</strong>leopere pubbliche. Credo che lacittà di Conegliano si aspettimolto su questo fronte. Dovrannoessere eseguiti tutti quegliinterventi in materia di lavoripubblici, che abbiamo messo inprogramma. Tra le opere, duesono certamente prioritarie:la pedonalizzazione di PiazzaCarducci e la grande viabilità.Il primo intervento cambieràsicuramente volto al centro <strong>del</strong>lacittà, rendendola più vivibilesia per i residenti, sia per le migliaiadi persone che passanoper Conegliano. Il secondo interventoinvece riguarda la bretelladi Parè, con il primo tratto<strong>del</strong>la tangenziale sud, un’arteriaimportante che favorirà laviabilità.Come in tutto il mondo,ovviamente anche a Conegliano,si risentirà <strong>del</strong>laforte crisi economica inatto. Quali sono le misureattuate dalla giunta per favorireuna ripresa locale,vista la numerosa presenzadi attività commercialisituate nel centro <strong>del</strong> paese?Sarebbe molto bello poter avere<strong>del</strong>le soluzioni a tali problematiche,ma purtroppo così non è.Comunque l’amministrazione diConegliano ha contribuito indirettamenteal miglioramento<strong>del</strong>la situazione locale con alcuneazioni. La principale è sicuramentela mostra <strong>del</strong> Cima.Per la realizzazione di questoimportante evento c’è stato unlavoro di preparazione duratodue anni. Oggi se ne possonovedere i risultati: sono oltreottanta mila i visitatori che sinorasi sono recati alla mostra,con una media di oltre mille algiorno. I dati <strong>del</strong>la provincia cidicono che c’è stato un incremento<strong>del</strong> turismo nel mese dimarzo <strong>del</strong> 10% rispetto al 2009.Il turismo culturale non puòche giovare alle attività commercialipresenti sul territorio,anche perché porta in loco unturista corretto, non invadente.Il riscontro <strong>del</strong>la città è statomolto positivo. Molti anche gliapprezzamenti scritti sul libropresente alla mostra. Sono convintoche investire sulla culturasia molto importante per tuttol’indotto economico.Conegliano non ha solo unricco e florido centro storico,ma ha anche la fortunadi avere splendide areeverdi, in parte già valorizzate.Qual è il suo impegnoin merito?Conegliano gode di una posizionedi cerniera: a sud c’è lapianura e a nord l’arco collinare,con i vigneti <strong>del</strong> prosecco ela zona Docg. Per valorizzare ilgià splendido ambiente naturale,sono stati realizzati diversipercorsi turistici pedonali e ciclabili,che comprendono anchela zona <strong>del</strong> Monticano. Inoltrecon l’intesa programmaticad’area stiamo lavorando moltosu questo fronte, sempre nell’intentodi valorizzare appienol’ambiente circostante, con numeroseiniziative mirate.Per quanto concerne l’ambitoculturale e sportivoConegliano ha diversi fioriall’occhiello, tra eventi, manifestazionie competizionidi forte richiamo. Qual èl’ambizione più grandeche lei ha per la sua cittàsu questo fronte?Conegliano è prima di tutto città<strong>del</strong>l’arte e <strong>del</strong> vino, ma si staaffermando sempre più anchenell’ambito sportivo. La nostracittà ospiterà infatti a breve lasettimana tricolore con i campionatinazionali professionistidi ciclismo, dove proprio quisarà assegnata la maglia tricolore.Non solo, nella ZoppasArena si disputano con frequenzacompetizioni di rilievo:dai grandi eventi sportivi <strong>del</strong>laSpes, al basket, al calcio a cinque,al pattinaggio e molti altri.La struttura ospita anche concertimusicali di star internazionalie spettacoli musical dirilievo, riuscendo a conteneresino a cinque mila persone adogni evento. Conegliano è la secondacittà <strong>del</strong>la provincia, concirca trentasei mila abitanti. Ilnostro impegno sarà quello difarla crescere sempre più anchesotto l’aspetto culturale e sportivo,perché possa rivestire unruolo importante e di riferimentonel territorio trevigiano.Dal giorno <strong>del</strong> suo insediamentolei, insieme al suogruppo di maggioranza,vi siete dati molto da fareper realizzare strutture eservizi sul territorio. Sedovesse oggi riguardare alpercorso fatto con occhiocritico e oggettivo, percosa si farebbe un plausoe cosa invece crede debbaessere migliorato?Senza dubbio la mostra <strong>del</strong>Cima è la più bella iniziativache ho realizzato e sono sicuroche questo evento rimarrà nellastoria <strong>del</strong>la città di Conegliano.Se invece dovessi farmi un’autocritica,credo che questa sarebberelativa alle opere pubbliche.Come gran parte <strong>del</strong>leamministrazioni comunali, cosìanche la nostra città si trova indifficoltà a causa <strong>del</strong> patto distabilità, che rallenta la costruzionedi tutte quelle strutture,che avremmo voluto fare piùrapidamente nel corso <strong>del</strong> nostromandato.Per vivere e gustare appieno lacittà di Conegliano il prossimoappuntamento da non perdere– così come ricordato dal SindacoAlberto Maniero - saràil campionato italiano ciclistiprofessionisti, in programma il26 giugno all’interno <strong>del</strong>la settimanatricolore.Conegliano diventerà per ungiorno capitale <strong>del</strong> grande ciclismoe grazie alla lunga direttaRai, sarà ambasciatrice <strong>del</strong>lebellezze di questo splendidoterritorio.Il circuito si svolgerà su 23,6km e sarà ripetuto per ben undicivolte, per un totale di 260km. Partenza ed arrivo sono fissatisu Corso Mazzini, il primoostacolo da affrontare dopo ilprimo km e mezzo di gara saràil Gran Premio <strong>del</strong>la Montagna,posto dopo la salita <strong>del</strong>le Costecon pendenza <strong>del</strong> 7%: un lungotratto in falso piano che porterài corridori a S. Pietro di Feletto.Gli atleti scenderanno poi lemire e proseguiranno per ritornarea Conegliano non prima diaver scalato “il muro di Cà <strong>del</strong>Poggio”.La difficoltà <strong>del</strong> tracciato renderàancor più spettacolare questatappa e la città che l’accoglie.Ylenia Dal Bianco


specialeVittorio VenetoGrandi preparativi per la Fiera diSant’Osvaldo dall’1 al 15 agostoQuest’anno raddoppia sia in superficie che in espositoriVittorio Veneto. L’AssociazioneZheneda è impegnatanell’organizzazione <strong>del</strong>l’AnticaFiera di Sant’Osvaldo chesi svolgerà domenica 1 agostonel secolare parco di Papadopolia Ceneda di Vittorio VenetoLa fiera è antichissima e risalecon documentazione certa almenoai primi <strong>del</strong> Settecento.Era conosciuta soprattutto comefiera bovina e degli uccelli. Acavallo fra gli anni Cinquantae Sessanta andò in disuso. Daqualche anno è stata riesumatadall’Associazione Zheneda.Questa è l’unica fiera completa<strong>del</strong> territorio vittoriese. Con unaserie di iniziative che spazianotrasversalmente attraverso varisettori accumunati dalla valorizzazione<strong>del</strong>la storia, <strong>del</strong>lacultura, <strong>del</strong>l’arte, <strong>del</strong>l’artigianatoe <strong>del</strong>le tradizioni locali.Nello specifico ci sarà un convegnosull’olio prodotto nellenostre colline accompagnato daun’ampia esposizione agrolimentarecon degustazione. C’èpoi il concorso Miss & MisterCeneda <strong>del</strong> bastardino ed il concorsocanoro denominato Laloggia degli uccelli conl’esposizione didatticadi cinquecento volatiliin aree di ascolto.Curiosa poi l’esibizionedidattica <strong>del</strong> Chioccolo,ovvero degli imitatori<strong>del</strong> canto degli uccelliche dal palco coinvolgonoil pubblico nell’indovinarela specie.Coinvolgente si presentaanche la gara a premidi tiro al piattello con illaser.L’area Rossi adiacentealla villa Papadopoliospiterà esibizioni di cavallial salto e al trotto.È inoltre previstaun’ampia esposizione di muli,cavalli e poni per i bambini.Ci sarà inoltre il CampionatoPentathlon per boscaioli, gararegionale.Ampia esposizione di attrezziantichi, di auto e moto d’epocae, per fare un salto ancor più indietronel tempo, l’allestimentodi un accampamento medioevale.Collegate ai festeggiamenti<strong>del</strong>l’Assunta, partendo gia dalmese di luglio, giovedì 22 èprevista una serata di teatro conuna commedia allegra.Sabato 24 teatro con la compagniaLa Contrada che presentala commedia brillante “Nienteda dichiarare”.Mercoledì 28 luglio serata intitolata“Lorenzo Da Ponte elprimo zarlatan de Zheneda” diGianpaolo Zagonel con GiacomoCaldart, Carlo Piasentin,regia di Guglielmo Scarabel.Sabato 31 luglio il PiccoloTeatro Città di Sacile presentale Baruffe chiozzotte di CarloGoldoniSabato 14 e domenica 15 agostogrande gnoccolata col gnoccocenedese, con l’elezione diMiss Ceneda, sabato, e il gioco<strong>del</strong>la tombola, musica & ballo ilgiorno seguente come conclusione.Alessandro BizIl Brolo di S.GiacomoQuale futuro perun luogo <strong>del</strong> cuore?Lo scorso settembre si èsvolto a Vittorio Veneto ilWorkshop Internazionalepromosso dal FAI, Fondo perl’<strong>Ambiente</strong> Italiano, in collaborazionecon Intesa Sanpaolo, comeoccasione di riflessione sul futuro<strong>del</strong> Brolo <strong>del</strong> Monastero cistercensedi San Giacomo di Veglia.L’area di proprietà comunale èstata in anni recenti oggetto divarianti urbanistiche e di progetti.Con oltre 13.000 segnalazioni,il Brolo ha conquistatonel 2006 il primo posto nellaclassifica <strong>del</strong> terzo censimentonazionale, meglio noto come “Iluoghi <strong>del</strong> cuore”, indetto ognidue anni dal FAI in collaborazionecon Intesa Sanpaolo.L’evento di risonanza nazionaleha fornito al FAI l’occasione perassumere il ruolo di interlocutorequalificato e di mediare fra i diversiattori coinvolti (Amministrazionecomunale, Soprintendenza, Regione,Comitati spontanei) per arrivaread una sintesi costruttiva.Lo strumento usato è stato proprioil workshop internazionale che si èavvalso <strong>del</strong> coordinamento scientifico<strong>del</strong>lo IUAV, Istituto Universitariodi Venezia, e <strong>del</strong>la collaborazione<strong>del</strong>le più prestigiose scuolepaesaggistiche d’Europa.Il workshop è stato pensato come“intensivo laboratorio progettualein loco”. Gli studenti, circa ventitra laureandi e dottorandi, hannolavorato sui concetti di parcoagricolo urbano, rispetto <strong>del</strong>lospazio sacro <strong>del</strong> monastero e nuoveesigenze, funzione storica econtemporaneità. Ne sono uscitisei progetti, presentati al pubblicocon una mostra a carattere itinerante.Una giuria di esperti guidata daPaolo Burgi, architetto paesaggistaticinese e visiting professor alloIUAV, ha premiato il 27 gennaioa Venezia, il progetto che megliorisponde all’intento di coniugare lavocazione agricola e naturalistica<strong>del</strong>l’area con le esigenze dei diversiportatori di interesse. Inauguratacon la premiazione lo scorso 27gennaio 2010 a Venezia e proseguitaa Monaco di Baviera e Parigi,l’esposizione troverà compimentoa Vittorio Veneto dal prossimo 4giugno.M. P.


23Giugno 2010 • rubriche e lettereredazione.ilpiave@libero.it1° maggio: commemorazionea ricordo di quei giovani ufficialiEgregio Direttore,il Primo Maggio scorso, comeAssociazione che raggruppai combattenti superstiti <strong>del</strong>laRSI, abbiamo ricordato al cimiterodi Susegana i 128 soldatirepubblicani fucilati a Oderzo ein località la Priula. Una commemorazioneordinata, con lacelebrazione <strong>del</strong>la Santa Messa,e senza alcun significato strumentaledi carattere politico, nelsolco di una memoria e di unapietas che appartiene di dirittoa chi si è sacrificato col nomed’Italia sulle labbra per un idealeliberamente abbracciato.Non sono mancate, purtroppo,le voci che hanno stigmatizzatocon toni accesi un evento chedopo oltre mezzo secolo dallafine <strong>del</strong>la guerra avrebbe dovutoessere collocato, anche dagliavversari, nella dolente sfera<strong>del</strong>la rimembranza. Onorarei Caduti in guerra (nel nostrocaso a guerra finita) credo debbaappartenere alla coscienzapiù profonda di ogni popolo edi ogni Nazione degni di questonome.A Susegana - e il chiarimento siimpone - non abbiamo ricordatodei volgari grassatori di stradabensì gli appartenenti ad unEsercito, quello <strong>del</strong>la RSI, riconosciutocome tale dalle leggiinternazionali, dagli Alleati e,all’epoca, dallo stesso Governo<strong>del</strong> Sud. E i cui soldati, di conseguenza,dovevano essere trattaticome prigionieri di guerra,con tutte le guarentige <strong>del</strong> caso.Così non è stato e le indiscriminateuccisioni, singole e digruppo, hanno preso il posto dieventuali responsabilità personali.In proposito e a confermadi quanto sopra espresso, mipermetto aggiungere che neldopoguerra, nella sentenza dirinvio a giudizio dei responsabili<strong>del</strong>le uccisioni di Oderzo ela Priula, il giudice istruttorestabilì alcuni punti fermi cosìsintetizzabili: 1) Tra il CLN eil Comando RSI era intervenutoun regolare patto di resa.2) I soldati <strong>del</strong>la RSI erano daconsiderarsi belligeranti e quindiprigionieri di guerra, con leprotezioni dovute al loro status.«Il loro omicidio - si legge insentenza - fu una patente violazione<strong>del</strong> diritto <strong>del</strong>le genti oltreche un atto di barbarie». Paroladi Magistrato <strong>del</strong>la Repubblicaitaliana fondata sulla Resistenza.Su questo versante non sipossono avere dubbi a menoche non si intendano stravolgereleggi e consuetudini accettatein sede internazionale.Non è certo opera di fantasia serammento che i Caduti <strong>del</strong>la RSIappartenevano ad un Esercito -e per questo degni <strong>del</strong> massimorispetto - che impedì ai francoamericani,nelle ultime battute<strong>del</strong> conflitto, di occupare la Valled’Aosta e parte <strong>del</strong> Piemonte,e alle bande di Tito, quelle <strong>del</strong>lefoibe, di dilagare fino al Tagliamento.Voglio aggiungere, conun sacrificio di sangue offertosino all’ultimo giorno in difesadi confini ritenuti sacri. Senzaricompensa alcuna, se non ilnostro riverente ricordo, quelricordo che, appunto, abbiamocelebrato a Susegana, in nomedi tutti loro.Come auspicio, voglio chiuderecon un verso di Terenzio:“Homo sum: humani nihil a mealienum puto”. Per chi non conoscesseil latino: “Sono uomo:nulla di ciò che è umano mi èestraneo”.Con osservanzaGianni RebaudengoPresidente NazionaleRNCR-RSIIL DIRETTORERISPONDEEgregio direttore,sento dire da più parti che in un prossimo futuro la lettura deigiornali sarà soppiantata dai quotidiani on line. In poche parole,meno carta stampata e più internet. Sarà proprio così?Piercarlo Giacomini - Oderzo (TV)il direttore Alessandro BizGentile lettore, ricordo una decina di anni fa che un collega scommise con me che nel giro diun decennio, cioè oggi, la carta stampata sarebbe addirittura sparita dalla circolazione. Non èandata proprio così. E mi viene in mente che dovrei rintracciarlo per incassare la scommessa…La carta stampata infatti, come dissi allora, resiste. Anche se nel panorama dei media internetè e sarà sempre più presente e indispensabile, anche se i bambini che rappresentano il futurooggi si può dire che nascono già con la tastiera <strong>del</strong> computer in mano. Televisione, radio, cartastampata e internet sono mezzi diversi di comunicazione. Per tutti c’è e ci sarà una propria“fascia di mercato”, per quanto le situazioni siano sempre in evoluzione. Per ora internet nonpuò sostituire il giornale cartaceo nella facilità di lettura, nella praticità di utilizzo e neppure incerti valori subliminali come l’odore <strong>del</strong>la stampa e la sua tangibilità.DENTRO E FUORI IL BANALE QUOTIDIANOPecunia non oletIl titolo che riflette un anticodetto latino secondo il qualeil denaro non puzza, è benaccetto da tutti, ricchi e poveri,colti e ignoranti, commerciantie poeti. Senza distinzione disorta i soldi farebbero gola achiunque. Il detto di cui sopra,anzi, è valido più che mai, alpunto che in un futuro prossimoo lontano, se ancora l’umanitàmetterà piede su questo o un altropianeta, molto probabilmentesi continuerà a dire: “pecunianon olet”.Forse fa parte <strong>del</strong> nostro codicegenetico una componentenumerica su base economicofinanziariadi cui non ci sarebbeda stupirsi da come vanno lecose a questo mondo. Perché,per quanto siano sempre più glieventi che non si comprendono,che non riusciamo a tenere sottocontrollo, che sia diffusa la sensazioneche non si sa dove si vaa parare, che siamo in balia dichissà che cosa, che oggi nonsiamo e domani non si sa. Ebbenemalgrado tutto, …pecunianon olet!Eugenio Morelli

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