DALLA PRIMAl’intervistaIncontriamo A<strong>del</strong>ino Bolzonello,il re in Italia <strong>del</strong>ladistribuzione di prodotti abase di Aloe Vera, una piantaconosciuta fin dall’antichità perle strardinarie proprietà beneficheche trova impiego oggi insvariati settori, in particolare inbevande, integratori e cosmetici.A<strong>del</strong>ino Bolzonello in questaintervista al <strong>Piave</strong> racconta lasua storia umana ed imprenditoriale.Mi vuole spiegare le carichepiù importanti che ricopre?Sono Sapphire Manager di ForeverLiving Products, Coordinatoree formatore marketing eprodotti per il Products CenterTreviso e membro <strong>del</strong> Club Presidentedi Forever Living.Quante persone sono coinvoltenella sua attività?Sono circa 6.000 agenti conun indotto di circa 1 milione diclienti.Quali sono le filiali di riferimentodove opera?Le filiali di Treviso, Vicenza, Veronae Roma.Qual è stata la base <strong>del</strong>suo successo?L’apertura mentale verso glialtri e la perseveranza verso gliobbiettivi e i sogni.Vorrebbe descrivere la suastoria?Sono nato a Nervesa il 09 Novembre<strong>del</strong> 1958, padre di 3 figli,quarto di nove fratelli in unafamiglia borghese molto stimatanel territorio. Il nonno, era ilfondatore <strong>del</strong>le aziende Bolzonello,gli undici figli che seguonole sue stesse orme, e io coni miei fratelli, che continuandosu questo percorso portiamo almassimo dei successi l’attivitàfamiliare, creando, nell’arcodi dieci anni, dieci aziende nelcampo alimentare con fatturatiimportanti e parecchi dipendenti.Un percorso non facileperché ho dovuto gestire istitutibancari, la crisi <strong>del</strong> 1990 e tuttele situazioni che si incontranonell’amministrare più aziende.Nello stesso periodo sono statorappresentante nel vicariato,per la mia parrocchia di SS. Angelisul Montello, mi sono candidatoalle elezioni comunali diGiavera Del Montello e sonostato consigliere comunale peruna legislatura.Un Uomo, Una StoriaIncontro con A<strong>del</strong>ino BolzonelloLa storia di un successo imprenditorialeCreare lavoro anche in tempi di crisiCome è iniziatal’avventura conAloe Vera?Il 16 Aprile <strong>del</strong> 1999a una fiera <strong>del</strong> naturaledi Milano, unascuola di naturopatia,insieme alla propostadei loro corsi,esponevano un flaconcinoche attiròla mia attenzione,scoprii che contenevaAloe Vera. Io bevevogià da diversianni il preparato diquesta pianta, maoltre al benessereche avevo ricevuto,non avevo ulterioriinteressi verso essa,tuttavia in questocontesto la signorache si avvicinò miparlò con un’enfasidiversa e cominciaia vedere il prodottosotto un altro aspetto.Chiesi di acquistarlo e midisse che non ne aveva e che selo volevo ordinare mi sarebbearrivato dalla Spagna, mi fecefirmare dei documenti e ordinaicirca un milione di lire diprodotto. Ricordo il lunedì chearrivò questo pacco a casa, lasera quando velocemente, primadi andare a fare le provedi canto, l’ho aperto e ho cominciatoa bere questo Aloe ea provare i vari campioni cheavevo a disposizione. Non sodirvi perché ma questo prodottomi ha subito conquistato e consigliandoloa tutti nell’arco di45 giorni ho venduto 60 milionidi lire di Aloe. Molte personecercavano questo prodotto enessuno conosceva questa marca,da allora non mi sono piùfermato, sono entrato nel ClubPresidente (consiglio di amministrazione)di FLP, mi sonooccupato di formazione in tuttele regioni d’Italia creando postidi lavoro con fatturati impensabili.Il 5 Giugno <strong>del</strong> 1999 firmoil contratto che regolarizza ilmio rapporto con FLP secondoquello che prevede la legge173/2005. In questa Aziendaamericana leader nel campomondiale in Aloe Vera e derivatila mia figura da subito hasuccesso nelle vendite e nellaformazione, nel creare la retedi vendita. Vengo inserito nelClub <strong>del</strong> Presidente (Consigliodi Amministrazione) e il mioruolo diventa di immagine nonsolo per l’Italia, vengo infattiinvitato anche all’estero.Nel frattempo ho dovuto fareuna scelta: nel 1993 cedo lemie attività ai miei fratelli e decidodi lavorare solo con FLP.Da subito ricevo l’incarico dicoordinare il Products Centerdi Treviso, sito in Viale <strong>del</strong>laRepubblica 247/g, un centro diformazione autonomo, con saleconferenze e sale di formazioneper addetti <strong>del</strong> settore, con distribuzioneprodotti. Con miamoglie organizziamo corsi diformazione anche per l’estetica,i parrucchieri, diamo consulenzedei nostri prodotti al settoresportivo, veterinario e diamoanche un servizio a domicilioal cliente finale. Giro l’Italiaaprendo nuove strutture di rappresentanza.Sono anche statoinvitato in diverse trasmissioniradiofoniche e alla trasmissionedi Licia Colò “Alle falde <strong>del</strong>Kilimangiaro”. Copie di questatrasmissione vengono usate daimiei rappresentanti per divulgareil nostro prodotto. Ora siamoconcentrati a fare colloquidi lavoro, formazione marketinge prodotti. Diamo lavoro a• Giugno 2010tutti coloro che amano questosettore, anche se provengonoda altre realtà, mettiamo tutti inregola, anche come secondo lavoro,tutti ricevono un tesserinoche poi passa attraverso l’approvazione<strong>del</strong>la questura; ulteriorirequisiti: avere 18 anni enon avere pendenze penali.In questi 11 anni sono statoinvitato dall’azienda in tutto ilmondo, su 10 milioni di distributorisono fra i primi 100, inItalia sono il Top Distributorcon il mio gruppo di lavoro(ADEBOLGROUP) facciamoil fatturato più alto all’internodi FLP Italia, (20.000.000 dieuro) circa 600.000 clienti chemi conoscono e hanno postofiducia in noi. Esco ogni mesecome immagine in una rivistaaziendale con una tiratura di20.000 copie, periodicamenteanche in riviste aziendali di altripaesi nel mondo.Questa è la mia storia in pocherighe, ma non è stata una passeggiatasempre piacevole, inquesto percorso mi sono trovatoa perdere i miei amati genitorinel periodo più difficile <strong>del</strong>lamia vita. Nonostante tutto laperseveranza negli obbiettivi enei sogni mi ha portato ad averesuccesso nella vita.Oreste Steccanellaoffre la possibilità ai giovani che lo desiderano di poter intraprenderel’attività giornalistica, ed entrare nel mondo <strong>del</strong>lacomunicazione.Se sei interessato chiamaci in redazioneal numero 0438 1791484
Giugno 2010 • culturaLA RUBRICA DELL’ ARTE a cura di Mara CampanerIl Naif di Gianni CiullaLA CORRISPONDENZA DEL DR. ROSPONI“POENTA, OSEI, con BETTAREI”Le opere naif di GianniCiulla verranno espostedal 3 di giugno pressogli spazi di Villa Condulmer diMogliano Veneto.Questo artista sa conservareall’interno <strong>del</strong>le sue opere ilfascino <strong>del</strong>l’infanzia. Oramaimaturo, non respinge il piaceredi viaggiare nel paese <strong>del</strong>lemeraviglie, portando con sé ipaesaggi siculi che ricordano lesue origini e i paesaggi friulanidove vive oggi. La sua visioneè soggettiva, penetra oltre glisguardi, scruta un’altra realtà:semplice, fiabesca, ma nontralascia la sua terra anche setrasmutata in maniera quasi irreale.Le sue opere contraddiconol’idea che il fantastico sia ilprodotto di una società estremamentecolta e accesa da intenseemozioni. In lui, come per HenriRousseau, si assiste al fenomenoper cui l’arte e la creativitàcessano di essere dominioesclusivo <strong>del</strong>l’Accademia, madiventano materia <strong>del</strong>la sferaspirituale ed emotiva <strong>del</strong>l’uomo.Propriol’uomo con i baffi ela coppola siciliana è il protagonista,tra i vari personaggi chedipinge, <strong>del</strong>la campagna friulanae sicula. I suoi soggetti sonosemplificati, elementari. Ci faconoscere la sua mano fanciullesca;le immagini acquisisconoessenzialità dove si arriva acogliere la logica iniziale <strong>del</strong>lecose. Gianni fa trasparire inmodo chiaro il suo entusiasmoper l’arte primitiva. Le figuresono attente a dare un’immagineliscia e composta di sicurezza,anche se il pittore cerca difarle dialogare tra loro.I personaggi e i paesaggi sonocomposti con poca o nulla profondità,attraverso il colore chedistribuisce in toni e contro tonicreando <strong>del</strong>le forme nette, antinaturalistiche,ma allo stessotempo semplici e immediate.In Gianni Ciulla è chiara unaforte potenzialità coloristica,tale da rendere accattivante lanarrazione quasi a farlo appartenereai maestri <strong>del</strong>l’antichità.In lui è chiaro il ritorno alla tradizione:la interroga, la studia,la sperimenta su supporti pittoricidiversi (possiamo pensare,ad esempio, alle tavolozze, aicristalli, al cartone telato) peresprimere i suoi punti di vistamutati degli artisti <strong>del</strong> passatoed esplorando nuovi territori.Linea diretta con l’artistaFRANCO CORROCHERda CONEGLIANOQual è la cosa più importante per diventare un’Artistadi successo?Giovanni RinaldiGiovane artistaTrevisoChi desidera può inviare i propri quesiti alla redazioneall’indirizzo e-mail: redazione.ilpiave@libero.itLa trama <strong>del</strong> dipinto è data daforme disposte con cura, che interagisconotra loro e dalle qualiscaturisce quell’effetto di unmodo inverosimile, ma con unasua razionalità, di un universodalla magia inverosimile.L’arte di Ciulla ha la particolarecapacità di far leva sulla sfera<strong>del</strong>le emozioni, sia quelle <strong>del</strong>pittore che quelle <strong>del</strong>lo spettatore,in quanto nei suoi quadri,attraverso la metafora, trovanoespressione le proiezioni inconsce,le rimozioni, i desideri e leaspirazioni. Proprio lo spettatoreviene stimolato con sensazionipositive e piacevoli veicolatedalla bellezza <strong>del</strong> quadro, unprocesso di comprensione <strong>del</strong>l’evento,di interpretazione eapprendimento.Le opere rimarranno in permanenzafino al 30 giugno, visitabilitutti i giorni da mattino finoa tarda sera.Mara CampanerNon esiste una formula. Credo che prima di tutto uno debba sentirsi artista e avere quella sensibilitàinnata insita in coloro che creano.Alla base credo vi sia uno spirito dì osservazione non comune,intendo quella capacità di osservaretrasversalmente cose e aspetti <strong>del</strong>la vita che ci passano davanti agli occhi quotidianamente.Tempo fa un’artista famoso mi disse : “Oggi facciamo una passeggiata culturale.”“ Chissà che vuol dire.” pensai. Camminando lungo il viale poi mi disse : “Guarda quel albero. Cosavedi?”“Un albero! “ dissi.“No,no, che forma ha quel albero, che colore hanno quelle foglie, non vedi i verdi quante gradazionihanno, e la corteccia, che colore ha, guarda il volume <strong>del</strong> tronco, le proporzioni, le luci.”La passeggiata durò a lungo ma alla fine capii che io prima “vedevo” ma non “osservavo”...Così da quella volta ho sempre in testa una tavolozza ideale, un Cerchio Cromatico, una scala colore,con cui posso paragonare ciò che ho osservato e a cui fare riferimento.Cerco per esempio di tradurre il colore percepito: “Blu + <strong>nero</strong> avorio+ bianco un pò di verde cinabro”,ecco questo è ciò che faccio.Cosi ho sempre un deposito in testa, io li chiamo “cassetti <strong>del</strong>la memoria” che poi quando dipingoapro per recuperarne esperienza, colore, forma.....Tutte queste percezioni, esperienze, tempo compreso nelle loro infinite combinazioni mi servono percostruire l’Opera. L’osservazione è basilare per un Artista ma credo anche per l’uomo in generale.Tutto questo per me è diventato a volte una “Deformazione Professionale” tanto che basta una luce,il colore negli occhi di una persona incontrata casualmente, magari al bar , osservarla cosi intensamente,imbarazzarla. Allenandosi così su un tipo di percezione più dettagliata forse non ci sarebbenemmeno il bisogno di schizzare o fermare con una foto ciò che ci ha colpito.L’esperienza porta in se questo e più attenzione si mette più materiale avremmo in seguito per creare.L’esperienza è soggettiva, quindi l’opera d’arte può piacere o non piacere, dare emozioni oppure no,dipende dal bagaglio che ci portiamo dietro.L’opera smuove ciò che abbiamo registrato nel passato, smuove i contenuti personali. Soffermarsisu <strong>del</strong>le opere che non rappresentino “il propio Standard di Piacere” può essere riduttivo ai fine<strong>del</strong>l’Emozione, nel senso che il soffermarvisi o avvicinarsi ad Opere Diverse potrebbe aprire la portaad Emozioni Dimenticate o Nuove. Concludo affermando che la mancanza di osservazione o di unaosservazione più attenta fa la differenza contribuendo al Successo <strong>del</strong>l’artista.Franco CorrocherOrrore! Orrore! Orrore!La Città <strong>del</strong> Cima-Conegliano!-si ciba di“Poenta, Osei con bettarei”!“…Con bettarei, i pettirossigià salvati con legge <strong>del</strong> 1939dal cavaliere Benito Mussolini,1° ministro <strong>del</strong> Regno d’Italia,giacchè uccelletti insettivori,e perciò utili specialmente neivigneti oggi impestati di “impesticidi”che, alcuni dei quali“impesticidi” ti attaccano, se tiva bene, le ghiandole endocrine,altrimenti il tuo futuro è corto!Bastassero questi innocentiuccelletti, che si macchiarono ilpetto rosso nel tentativo di toglierele spine a nostro Signorein Croce, ma la ricetta che infangail Cima da Conegliano ciaggiunge anche i beccafichi, ifanelli ed altri di taglia piccola“interi e ben puliti” da friggerein cipolla, burro, pancettama molto magra, salvia, sale epepe. E “non appena sarannoben rosolati”, come i primi Cristianiaggiungiamo noi!, “alzala fiamma, mettici il vino biancolocale secco (forse il ProseccoDocg, con la “g” di autenticità?)e fallo evaporare completamente”,quindi “adagia gli uccellettisulla bara immacolata di polenta,bagnali con il loro fondodi cottura (che puzza di fornocrematorio!) e servi subito”.Orrore, orrore! È un atto di purocannibalismo medioevale, chegrida vendetta! Altro che semplicefango sul Cima da Conegliano,ciò è di più… è “m.. -censura - da” pura! Il Cima nonse lo meritava proprio, anchese oggi – non pochi villani – loconsiderano un imbianchino alcospetto di Giotto, il toscano.Anche altri <strong>del</strong>itti si consuma-La primaveraRicordo di averla amata,la primaverae un giorno forsela saprò amare ancora,con le sue luci caldeche sciolgono le nevisulle vette dei monti,coi suoi colori nuoviche tolgono tristezzaa quelli <strong>del</strong>l’inverno.La primavera,messaggio d’amore,forse si accende in mee torneranno le rondininel nido <strong>del</strong> mio cuoree le acque freschelaveranno il fangodi tanta cru<strong>del</strong>tàche mi ha sporcato.La primavera ha vocinel rinnovarsi <strong>del</strong>la natura,che chiunque dovrà ascoltare,voci di veritàche mi daranno pace.Si, la saprò amare ancora,la mia primavera.Licio GelliL’ANGOLO DELLA POESIAL’Amor <strong>del</strong> <strong>Piave</strong>Cossa sarà che sbrusegat’ei lavari e t’el cuor,che slumega dai ocipomela le ganasse,che ride t’el parlarcol naso in su.Ma xe solo che lu,sto martorel da incalmoche riva co ghe va,che l’vaco no vien più.Ma co l’se impissa giustoe che l’se slapazea,l’te manda altro che in su.Drento el se intanat’ei tosi grandi e cèi,sensa vardarné ani né cavei,co l’bruseghin se moveno ghe xe canevazche tegna passion nova.Xe l’fogo de l’amorche mai nol more,e fin che l’sangue girael salta e l’core.Tegnemoselo bonde istà e de inverno,sensa de lù la vitasaria freda in eterno.Adriano Gioncono nella “Città <strong>del</strong> Cima”, cheportano disdoro a questo Centroche fu romano, e poi veneto coifasti <strong>del</strong>la Repubblica di SanMarco! Gli è che oggi intornoalla “Città <strong>del</strong> Cima” v’è unmanto di viti ricche, che sonopoi le “prosecche”, coltivate avolte “a modo” come il nuovoDocg comanda, a volte addiritturaalla maniera “biodinamicanaturale” che a nostro parere di“giornalisti d’assalto” sono più<strong>del</strong> Docg!, ma volte, e più volte!,pompate troppo con gli “impesticidi”per mantenere così igrappoli “sani e belli” e poi farbella figura con le autorità diRoma, che amano tuttavia pocoi Veneti. In tema di “impesticidi”,i signori “JoJo&company”hanno confessato ad un giornalistamio nemico giurato,ma che così si è fatto un bello“scoop”!, che loro – i nostrisignori “JoJo&company” – aConegliano hanno lavato l’uva<strong>del</strong>la vite “Glera” col “saponedi Marsiglia”, affinché i suoichicchi si mettessero finalmentea fermentare per poi trasformarsinel gaio, ma caro, “Prosecco”docg! Dovete sapere, - ed io loso perché al tempo io fui laggiùper sbaglio in crociera -, che ilbenedetto “sapone d Marsiglia”veniva usato nel Vietnam per lenirei dolori <strong>del</strong>le piaghe mortaliinferte dall’agente “Orange”:un erbicida <strong>del</strong> granoturco, malaggiù adoperato dagli aerei “alleati”nel vano tentativo di “eradicare”i partigiani Vietcong.Mai dimenticare la Storia, maidimenticarla! Se oggi il vignetoè impestato di “pesticidi”mortiferi, è però tutta colpa diquel disgraziato di ColomboCristoforo, che ci impestò nelritorno a casa con malattie qualila rogna nera, la peronosporae la fillossera, costringendo, amomenti, l’Europa intera allacondanna <strong>del</strong>la sola Birra (cheè comunque oggi più sana <strong>del</strong>vino “chimico”)! Ci fu poi queltal Garibaldi Giuseppe, di natalinon italiano, che nonostantenon fosse invitato!, da maleducatovenne lo stesso in Veneto arompere i “co – censura – ni”!Con la sua malefatta, obbligòpoi alla migrazione nei mari <strong>del</strong>Sud i marina veneti adusi all’Adriaticoe ai Turchi, e le lorodonne a fare le serve agli italiciinvasori. Mai e poi mai in milleanni di Repubblica <strong>del</strong> Leone sividero ‘ste cose!Sfoghi etilici (di “Glera”igt) d’un professoreda vent’anni precario,ma senza il fegato <strong>del</strong>Ribelle, o peggio <strong>del</strong> rivoluzionario, raccoltiper Voi, ma solo per Voi,dal Vostro dottorFelix F. Rosponi.La nonna e il paneNon esiste piùun pane così buonocome quelloche tu sapevi fare.Era forse conditocol tuo sudore?Era cucinatoal fuoco <strong>del</strong> tuo amore?Dal giornoche sei mancata,il forno <strong>del</strong> cortileè rimasto spento.Mai, nessuno,ha saputo riaccenderlo!Quante,quante cose buone e bellesapevi fare!Restae rimarràraccolta nel pensierola tua vitatrascorsasul lavoro sudato e gioioso;col pane prontoper chi arrivava da lontanoe un sorriso sempre fresco.Non tremava la tua voceil giorno che mi hai salutato.Serena come sempre,sentiviche il Signore t’aspettava.Laura Da Re