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B.3 L'approssimazione quasi stazionaria - Consorzio Elettra 2000

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<strong>B.3</strong> L’approssimazione <strong>quasi</strong> <strong>stazionaria</strong>Si parla di campi <strong>quasi</strong> stazionari per indicare campi che non sono strettamente stazionari, ma per iquali le variazioni nel tempo non giocano un ruolo primario. Si tratta di un’approssimazione, perciòè necessario capire quando e per quali sistemi sia lecito procedere in questo modo e come studiare isistemi che lavorano in condizioni <strong>quasi</strong> stazionarie.Consideriamo le equazioni fondamentali:• equazioni di Maxwell∂B∇ × E = −∂t∂D∂D∇ × H = + J = + Jc+∂t∂t∇ ⋅ D = ρ∇ ⋅ B = 0Ji• equazione di continuità∂ρ∇ ⋅ J = -∂t• relazioni costitutiveD = εEB = μHJc =σEE’ ovvio che i campi strettamente stazionari sono governati dalle equazioni che si ottengonoeliminando le derivate temporali nelle relazioni sopra citate. Per i campi <strong>quasi</strong> stazionari si procedeinvece eliminando solamente alcune delle derivate temporali, resta da specificare quali.Tutte le volte che il sistema che si considera può essere separato in due parti di tipo diverso, tali chein una delle due parti si possa annullare (trascurare) la derivata temporale dell’induzione magneticaB, e nell’altra si possa invece annullare (trascurare) la derivata temporale dell’induzione elettrica D,il sistema può essere considerato <strong>quasi</strong> stazionario. L’elettrodinamica <strong>quasi</strong> <strong>stazionaria</strong> ècaratterizzata dalla possibilità di individuare, a priori, le regioni ove è importante tener conto delladerivata di una grandezza e le regioni ove non si commette errore grave a trascurarla.


Nelle regioni del sistema in cui non sono significative le variazioni temporali di B il campo elettricorisulta governato dalle relazioni:∇ × E = 0∇ ⋅ D = ρ(P, t)D = εEE = −∇ΦIl tempo compare ancora (ρ(P,t)), ma gioca un ruolo di semplice parametro; in ciascun istanterisolvendo le equazioni si otterranno un potenziale e un campo elettrico proprio come nel casostazionario; in un diverso istante, partendo da una distribuzione di carica diversa si otterrannoancora potenziale e campo elettrico di tipo stazionario, ma diversi da quelli relativi all’istanteprecedente. In altre parole il campo elettrico è dato da una successione temporale di campi diversiciascuno però di tipo stazionario, non c’è influenza reciproca tra ciò che accade in istanti diversi.Analogamente,nelle regioni del sistema in cui è lecito trascurare la variazione temporaledell’induzione elettrica D, il campo magnetico è governato dalle relazioni:∇ × H = J∇ ⋅ B = 0B = μHB = ∇ × AIn questo caso, dualmente a quanto detto per il campo elettrico E, il campo magnetico H è costituitoda una successione temporale di campi diversi, ciascuno di tipo stazionario e mutuamente noninfluenzati tra loro.Resta da vedere in quali circostanze è possibile trascurare le variazioni temporali; è quindinecessario stabilire rispetto a cosa esse siano trascurabili.La derivata temporale di D compare nella seconda equazione di Maxwell:∂D∇ × H = + J∂tperciò la relazione di trascurabilità diventae in tal caso∂D


Per il vettore induzione magnetica B il discorso è diverso perché nella prima equazione di Maxwellfigurano solo due termini:∂B∇ × E = −∂tE’ allora utile sfruttare la relazione ricavata per i potenziali nel caso non stazionario. In particolareessendoB = ∇ × Acon A potenziale vettore magnetico, è già stato ricavato che il vettore campo elettrico può esserescritto come:∂AE = −∇Φ −∂tpertanto il campo elettrico non dipende dal campo magnetico quando risulta valida la relazionee ciò vuol dire che vale∂A∂t


Trascurare il tempo di ritardo significa, come detto, supporre che le cause che originano il camponon varino nell’intervallo temporale in esame, cioè:(a)(b)ρ( P, t − tmax) ≈ ρ( P, t) ⇒ ρ( P, t − tmax) − ρ( P, t)


Come conseguenza dell’ipotesi di <strong>quasi</strong> stazionarietà si ha che per ogni coppia di punti del sistemaP e P 0 , risultano vere le relazioni:2π1. P − P0

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