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Notiziario dei Frati Cappuccini (aprile 2013) - go to site

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Popolo di Dio e accogliere con affet<strong>to</strong> e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli,i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chiè straniero, nudo, mala<strong>to</strong>, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa cus<strong>to</strong>dire!Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale«credette, saldo nella speranzacontro ogni speranza»(Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davantia tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessila speranza. Cus<strong>to</strong>dire il crea<strong>to</strong>, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza eamore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, èportare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come sanGiuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è sta<strong>to</strong> aper<strong>to</strong> in Cris<strong>to</strong>, è fondatasulla roccia che è Dio.Cus<strong>to</strong>dire Gesù con Maria, cus<strong>to</strong>dire l’intera creazione, cus<strong>to</strong>dire ogni persona, specie la piùpovera, cus<strong>to</strong>dire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiama<strong>to</strong> a compiere, maa cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Cus<strong>to</strong>diamo con amore ciòche Dio ci ha dona<strong>to</strong>!Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, <strong>dei</strong> santi Pietro e Paolo, di sanFrancesco, affinché lo Spiri<strong>to</strong> San<strong>to</strong> accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate perme! Amen. (Santa Sede, Sala Stampa Vaticana, Bollettino, 19 marzo <strong>2013</strong>, www.vatican.va).Dalla CeI1. Intervista a Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CeIIl mondo è arriva<strong>to</strong> a casa nostraIl segretario generale della Cei: “L’elezione di Papa Francesco ci ricorda che ques<strong>to</strong>nostro Occidente e questa nostra Italia rischiano di perdere vitalità”. E ancora: “C’è una perifericitàspirituale, una perifericità morale, una perifericità esistenziale”. Sulla fase politica:“Attraverso di noi, giunga alle classi dirigenti e al Paese tut<strong>to</strong> l’esigenza di smetterla con i giuochidi ruolo. Ognuno si sforzi di cercare il bene di tutti”VINCENzO CORRADO“Con ques<strong>to</strong> Papa tut<strong>to</strong> il mondo è arriva<strong>to</strong> a casa nostra; il mondo intero, con le sue periferie,irrompe nella nostra esistenza e ci dice che non è più tempo di tardare, di crogiolarsi. Ètempo di svegliarsi”. Monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopaleitaliana, legge con il Sir l’invi<strong>to</strong> del Papa a raggiungere le “periferie”, non solo quellegeografiche ma anche quelle esistenziali. Italia compresa. Con l’auspicio, fra l’altro, di trovareuna soluzione, “provvisoria per quan<strong>to</strong> si voglia”, allo stallo politico e sociale, per “far uscire ilPaese dalle secche e dai pericoli che stiamo vivendo”.Monsignor Crociata, ci sono due parole - povertà e periferie - che, forse più di altre,stanno caratterizzando l’inizio del Pontifica<strong>to</strong> di Papa Francesco. Ieri nell’omelia dellaMessa Crismale, rivolgendosi ai sacerdoti, ha det<strong>to</strong> tra l’altro: “l’olio prezioso che unge ilcapo di aronne non si limita a profumare la sua persona, ma si sparge e raggiunge ‘le periferie’”.In che modo c’interpellano queste parole?“I due termini sono strettamente collegati e hanno una precisa valenza sociale. Ma la lororadice, il loro significa<strong>to</strong> più profondo, va cerca<strong>to</strong> oltre, per porre le questioni nel loro gius<strong>to</strong> ordine.Intan<strong>to</strong> i due termini c’interpellano perché risvegliano un interesse che la Chiesa in Italia coltivada tempo. Penso all’insistente richiamo alla conversione missionaria presente, sin dagli anni39

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