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Notiziario dei Frati Cappuccini (aprile 2013) - go to site

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Che differenza c’è tra la pratica dell’umiltà e della carità tra Gesuiti e Francescani?Padre Messa: Gesuiti e Francescani sono termini talmente generici che possono andare beneper motivi scolastici: infatti tra gli stessi membri di ciascun ordine vi sono differenze a seconda<strong>dei</strong> tempi e <strong>dei</strong> terri<strong>to</strong>ri! Si può dire che attualmente entrambi, dopo aver vissu<strong>to</strong> l’invi<strong>to</strong> del concilioVaticano II a riscoprire il carisma <strong>dei</strong> fonda<strong>to</strong>ri, hanno approfondi<strong>to</strong> la vicenda delle rispettiveorigini cogliendone la forte connotazione evangelica e di conseguenza non meraviglia vederefrati Minori frequentare ritiri ignaziani oppure Gesuiti affascinati da Francesco d’Assisi.Sembra che la conversione di Sant’Ignazio sia nata leggendo la s<strong>to</strong>ria <strong>dei</strong> santi. IlFonda<strong>to</strong>re <strong>dei</strong> Gesuiti sembra che rimase particolarmente colpi<strong>to</strong> dalla s<strong>to</strong>ria di SanFrancesco. Che affinità ci sono tra Sant’Ignazio e San Francesco?Padre Messa: Ogni san<strong>to</strong> è una sintesi tra il Vangelo e il contes<strong>to</strong> s<strong>to</strong>rico in cui si è trova<strong>to</strong>;così i tempi in cui vissero Francesco d’Assisi e Ignazio di Loyola sono diversi e hanno di conseguenzatenta<strong>to</strong> sintesi differenti. Certamente in entrambi vi è l’aneli<strong>to</strong> a guardare all’essenza dellafede cristiana, ossia l’affezione a Gesù. Così si comprende come entrambi si diressero versol’Oriente, la Terra di Gesù, cercarono di sollecitare la meditazione dell’umanità di Gesù, di trovaremezzi per fare memoria della sua presenza nella s<strong>to</strong>ria.non è paradossale che fu un Papa <strong>dei</strong> <strong>Frati</strong> Minori conventuali Clemente XIV adecidere lo scioglimen<strong>to</strong> dell’Ordine <strong>dei</strong> Gesuiti? Cosa si può dire a proposi<strong>to</strong>?Padre Messa: La s<strong>to</strong>ria è complessa e anche contraddit<strong>to</strong>ria, tan<strong>to</strong> che a volte risulta assurda.Si comprende il bisogno umano di semplificazione, ma se ques<strong>to</strong> significa una menomazionedella realtà non è proprio un gran risulta<strong>to</strong>! I tempi di Clemente XIV videro un confron<strong>to</strong>/scontrocontinuo tra la Chiesa e poteri civili con esiti diversi tra cui anche lo scioglimen<strong>to</strong> <strong>dei</strong> Gesuiti.Il popolo è entusiasta del nuovo Papa, mentre in alcuni ambienti ecclesiastici si notanotimori circa un’attenzione esagerata all’aspet<strong>to</strong> umano che andrebbe a scapi<strong>to</strong> della partesacrale. Qual è il suo parere in meri<strong>to</strong>?Padre Messa: Che esistano timori è comprensibile; la tentazione di assolutizzare un aspet<strong>to</strong>della realtà è sempre presente, e non solo ora. Dei gesti o parole di una determinata persona <strong>site</strong>nde sempre a prendere ciò che più aggrada: molti ricordano le beatitudini evangeliche, ma visono anche le esortazioni a non peccare più e una serie di “guai a voi”! Similmente vi sono inpapa Francesco le sue parole cordiali, ma anche il richiamo rivol<strong>to</strong> al corpo diplomatico al pericolodella “dittatura del relativismo” e l’affermazione secondo cui non vi è vera pace senzaverità! Spesso avviene che ad un estremo per reazione si risponde enfatizzando l’aspet<strong>to</strong> oppos<strong>to</strong>!‘tali assolutizzazioni del particolare conducono all’integralismo e il migliore antido<strong>to</strong>ad esso è una fede integrale’ in cui veramente in Gesù umanità e divinità, terra e cielo, preghierae carità, si incontrano.Perché finora nessun Pontefice aveva scel<strong>to</strong> di chiamarsi Francesco? e quali sono itratti francescani che lei coglie nel nuovo Pontefice?Padre Messa: Realmente Francesco è un nome pontificale nuovo: lo stesso Giovanni Paolo,usa<strong>to</strong> per la prima volta dal cardinal Albino Luciani nel 1978, è in realtà la somma <strong>dei</strong> nomi <strong>dei</strong>pontefici precedenti, Giovanni XXIII e Paolo VI. Era dal 913, con papa Landone, che nessunoassumeva un nome nuovo e ques<strong>to</strong> non meraviglia perché la consuetudine è quella di riprenderenomi precedenti indicando un modello di esercizio del ministero petrino. Circa papa Francescoc’è un richiamo alla solidarietà, sobrietà, letizia ma aggiungerei la capacità di coniugare, perusare le parole di san Francesco, “fede diritta, speranza certa e carità perfetta”. Ma sarà la s<strong>to</strong>riaa parlare. Ora è da augurarsi che il comprensibile grande coinvolgimen<strong>to</strong> emotivo diventi desideriodi una maggior conoscenza di Francesco d’Assisi: sarebbe proprio un cattivo servizio se ilsan<strong>to</strong> d’Assisi diventasse un secondo Santa Claus/Babbo Natale! A ques<strong>to</strong> proposi<strong>to</strong> per unapprofondimen<strong>to</strong>, prima di affrontare direttamente la raccolta di testi delle Fonti Francescane edelle Fonti Clariane, è consigliabile la lettura di una introduzione quale: Paolo Martinelli,43

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