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SHoP Aktuell tHemA<br />
the Story of unstoring<br />
Globetrotter è uno dei retailer più esperti nel mix fra shopping reale e virtuale. Nella foto uno scorcio del nuovo negozio di Dresda.<br />
e trasformato. se il commercio on line punta a diventare una<br />
“presenza“ nel mondo reale, se i format tradizionali abbandonano<br />
le vie dello shopping a favore del ciberspazio, se le forme<br />
di vendita classiche si mescolano agli scambi commerciali<br />
mediati da mezzi elettronici (hyperlocal) a che servono oggi i<br />
negozi? E a che serviranno domani? una cosa è chiara: il mondo<br />
reale e quello virtuale si avvicinano sempre più completandosi<br />
e irretendosi a vicenda. ma l’umano rimarrà sempre dotato<br />
di senso tattile, schiavo di sollecitazioni olfattive e uditive e<br />
comunque sempre un animale da branco. allo stesso tempo<br />
però è attratto dalle novità, non vuole perdersi quello che la<br />
tecnologia basata sul web gli offre: poter fare un raffronto dei<br />
prezzi stando a casa, visualizzare i prodotti, adattarli alle sue<br />
preferenze, calcolare eventuali costi aggiuntivi, verificare la<br />
disponibilità dell’assistenza, scambiarsi esperienze e informazioni<br />
con altri utenti.<br />
per i commercianti tradizionali alle prese con parcheggi, costi<br />
dell’affitto, orari di apertura e diritti dei collaboratori, questo<br />
può significare solo una cosa: imparare a distinguere fra hype<br />
e evoluzione. L’esperienza insegna che considerate nel breve<br />
periodo, le innovazioni tecnologiche vengono sopravvalutate.<br />
si sa anche però che nel medio e lungo periodo vengono sottovalutate.<br />
E se dietro le quinte ci sono giganti come apple,<br />
google e amazon a rimescolare le carte, il commercio non può<br />
permettersi di abbassare la guardia.<br />
Bricks o clicks? Entrambi!<br />
dal negozio nostalgico di dischi in vinile all’hightech store personalizzato,<br />
dal mercato rionale allo shopping center virtuale,<br />
in futuro esisterà una moltitudine infinita di concept. E rispondere<br />
alla domanda “che cos’è un negozio?” non sarà mai stato<br />
così difficile.<br />
La sfida che accomuna tutti è ricordare che il negozio ha dei<br />
punti di forza. perchè la gente continua ad andare al cinema<br />
se a casa ha il televisore a schermo piatto ad alta definizione?<br />
perchè andare a vedere le partite allo stadio o nei bar (public<br />
viewing) quando si può stare comodamente a casa senza<br />
spendere seguendo tutto nei minimi dettagli? il negozio deve<br />
riscoprire il suo punto di forza: essere un luogo di aggregazione,<br />
di socializzazione, un punto di riferimento locale, un’oasi in<br />
un mondo sempre più virtuale agli occhi del consumatore. fra<br />
dieci o vent’anni ci accontenteremo ancora di fare acquisti solo<br />
on line? oggi sembra un’ipotesi irreale.<br />
Questo non significa che dobbiamo rifiutare lo sviluppo tecnologico<br />
e il mondo on line in toto. Bisogna piuttosto elaborare<br />
una strategia capace di integrare “Bricks e clicks“. passivamente<br />
ciò significa stare all’erta. se in futuro passeggiando<br />
per la strada saremo in grado di fotografare col cellulare un<br />
qualsiasi articolo (magari scarpe, una giacca o un’acconciatura<br />
vista addosso a un altro passante) e di procuracelo per via telematica,<br />
allora il percorso per raggiungere il negozio diventerà il<br />
peggior nemico dello stesso. per il punto vendita convenzionale<br />
significa non potersi sottrarre a queste tecnologie. il negozio<br />
all’angolo, il supermercato, l’emporio specializzato devono trasformare<br />
il loro più grande nemico in una opportunità. perché<br />
escludere che lungo la strada il potenziale cliente non clicchi su<br />
un articolo che poi potrà visionare e acquistare in negozio? il<br />
filo diretto col cliente, virtuale e personale, acquista importanza<br />
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