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Università degli Studi di Padova Effetti di livelli estremi di interazione ...

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� Coerenza: la misurazione ripetuta della stessa variabile produce gli stessi risultati?<br />

Pertanto, considerando che chi valuta il comportamento può essere paragonato a uno strumento <strong>di</strong><br />

misura, anch’esso può risultare “<strong>di</strong>storto o impreciso”, apportando errori nella misurazione del<br />

comportamento. Ai fini <strong>di</strong> valutare quest’aspetto, in genere si conducono delle prove cosiddette<br />

intra- e/o inter- observer, a seconda che lo stu<strong>di</strong>o sia condotto da una o più persone. Nel primo caso<br />

la persona misura lo stesso campione <strong>di</strong> comportamento in due o più occasioni <strong>di</strong>stinte, mentre nel<br />

secondo caso un campione dello stesso comportamento è valutato contemporaneamente da tutti gli<br />

osservatori impegnati nell’indagine.<br />

La vali<strong>di</strong>tà, invece, riguarda non solo fino a che punto una misurazione quantifichi effettivamente<br />

quegli aspetti che si vogliono misurare, ma anche quanto fornisca risposte pertinenti agli<br />

interrogativi che ci si pone. La vali<strong>di</strong>tà concerne il rapporto tra una variabile, come una misura<br />

comportamentale, e l’aspetto della realtà che dovrebbe misurare. Le misure valide sono quelle che,<br />

<strong>di</strong> fatto, danno delle risposte agli interrogativi e a tal fine bisogna prendere in considerazione<br />

almeno tre elementi:<br />

5.2.<br />

� Esattezza: cioè assenza <strong>di</strong> errori sistematici (una misurazione precisa è invece priva <strong>di</strong> errori<br />

casuali)<br />

� Specificità: ovvero fino a che punto è rappresentato un determinato aspetto<br />

� Vali<strong>di</strong>tà scientifica: giu<strong>di</strong>zio scientifico della misurazione (Martin e Bateson, 2010).<br />

M ETODI DI OSSE R VA ZIONE DE L CO MPORTA M ENTO<br />

Oltre alle osservazioni comportamentali propriamente dette, i meto<strong>di</strong> che vengono più<br />

frequentemente utilizzati nello stu<strong>di</strong>o del comportamento sono i test comportamentali, i questionari<br />

e le interviste (Martin e Bateson, 2010).<br />

Pertanto, è relativamente facile ideare questi meto<strong>di</strong> come strumenti della misurazione del<br />

comportamento, ma bisogna che ci sia una conferma esterna (convalida) che <strong>di</strong>mostri la loro<br />

capacità <strong>di</strong> misurare esattamente il comportamento per cui sono stati approntati, e che così siano<br />

considerati meto<strong>di</strong> scientificamente vali<strong>di</strong>. Affinché questo si realizzi devono essere standar<strong>di</strong>zzati,<br />

ovvero la loro esecuzione deve avvenire con procedure uniformi, con le stesse modalità e setting<br />

operativo, per tutti i cani sottoposti allo stu<strong>di</strong>o (Martin e Bateson, 2010). Peraltro, il loro utilizzo è<br />

in genere correlato a quelle situazioni che il cane può incontrare vivendo presso una famiglia (per i<br />

cani <strong>di</strong> proprietà) o interagendo con l’uomo (nel caso <strong>di</strong> cani impiegati per terapie assistite dagli<br />

animali o in canile).<br />

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