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Università degli Studi di Padova Effetti di livelli estremi di interazione ...

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caratteristiche positive dei cani (Taylor e Mills, 2006). Diviene quin<strong>di</strong> evidente come ogni canile<br />

dovrebbe sviluppare dei programmi <strong>di</strong> valutazione del comportamento <strong>degli</strong> animali, allo scopo <strong>di</strong><br />

riconoscere le eventuali patologie presenti, provvedere ad un arricchimento ambientale e a un<br />

programma riabilitativo quando possibile, e stabilire quali animali siano effettivamente adottabili<br />

(Zawistowski e Miller, 2004). Tuttavia, lo svantaggio <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> questi test è che sono troppo<br />

lunghi perché siano utilizzati in un canile: ad esempio quello sviluppato da van der Borg e<br />

collaboratori (1991) fornisce dei risultati molto apprezzati per accuratezza, ma il tempo richiesto per<br />

sottoporre ciascun cane al test è <strong>di</strong> circa un’ora e mezza, e questo lo rende inutilizzabile per la<br />

maggior parte dei canili (come riportato da Martson e Bennett, 2003). Un altro problema dei test<br />

eseguiti presso i canili è che il comportamento è testato in un ambiente nuovo e stressante, in<br />

maniera rapida, quin<strong>di</strong> alcuni problemi possono non emergere nel momento della valutazione e<br />

risultare evidenti solo quando il cane si è abituato alla nuova famiglia (Ledger e Baxter, 1997). In<br />

ogni caso, i test comportamentali sono un valido mezzo, specialmente se abbinati al parere dei<br />

me<strong>di</strong>ci veterinari, del personale del canile e ai commenti <strong>degli</strong> ex-proprietari (nel caso in cui ve ne<br />

sia la possibilità) per la valutazione del repertorio comportamentale dei cani.<br />

b. Interventi assistiti dagli animali<br />

I test comportamentali sono un valido supporto per indagare anche gli aspetti del comportamento<br />

sociale interspecifico richiesto nei cani selezionati per lo svolgimento <strong>di</strong> attività assistite dagli<br />

animali, al fine <strong>di</strong> valutare se un soggetto possa essere idoneo o meno allo svolgimento delle attività<br />

previste (Weiss e Greenberg, 1997). Infatti, i problemi <strong>di</strong> comportamento o <strong>di</strong> temperamento<br />

rappresentano una delle ragioni più comuni per non ammettere un cane alla partecipazione del<br />

protocollo terapeutico. A tal fine sono utilizzati dei test che permettono <strong>di</strong> valutare <strong>di</strong>versi aspetti<br />

del comportamento del cane, come ad esempio l’<strong>interazione</strong> con le persone, la stabilità a contesti<br />

rumorosi e l’approccio al gioco; per pre<strong>di</strong>rre il comportamento in cuccioli al fine <strong>di</strong> selezionare<br />

quelli che potrebbero avere successo nell’impiego <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> IAA e per valutare la risposta del<br />

cane a delle situazioni analoghe a quelle in cui si troverà durante l’attività <strong>di</strong> terapia (ovvero si testa<br />

la sua risposta all’<strong>interazione</strong> interspecifica) (Willson e Sundgreen, 1998). Nel caso <strong>di</strong> Weiss e<br />

Greenberg, i test comportamentali sono applicati anche nei confronti <strong>di</strong> cani del canile, al fine <strong>di</strong><br />

valutare quali <strong>di</strong> questi abbiano le caratteristiche richieste per poter essere reintrodotti come cani<br />

impiegati in IAA (Luci<strong>di</strong> et al., 2005).<br />

c. Cani <strong>di</strong> proprietà<br />

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