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Università degli Studi di Padova Effetti di livelli estremi di interazione ...

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grandezza naturale, manichini o foto <strong>di</strong> persone. La necessità <strong>di</strong> utilizzare questi modelli<br />

“inanimati” deriva dal fatto che talora le risposte dell’animale possono manifestarsi con<br />

comportamenti aggressivi, mettendo a rischio la sicurezza della persona. Nel caso invece <strong>di</strong> uno<br />

stimolo sociale animato, la persona può rimanere in silenzio, in pie<strong>di</strong>, seduta o <strong>di</strong>stendersi <strong>di</strong> fronte<br />

all’animale; oppure le è consentito muoversi, camminare verso il cane, o allontanarsi rapidamente<br />

per poi ritornare. La persona può interagirvi toccandolo in <strong>di</strong>fferenti mo<strong>di</strong>: può sollevarlo o<br />

posizionarlo/girarlo sulla schiena, punirlo colpendogli la testa con un rotolo <strong>di</strong> carta, o provocargli<br />

dolore stringendogli un orecchio, la cute tra le <strong>di</strong>ta dell’arto (per valutare eccessiva sottomissione o<br />

aggressività) o dell’inguine (per valutare il comportamento aggressivo). Infine, l’uomo può<br />

interagire verbalmente, impartendo dei coman<strong>di</strong> al cane al fine <strong>di</strong> valutare l’obbe<strong>di</strong>enza. Attraverso<br />

tali approcci è valutata quin<strong>di</strong> la risposta comportamentale all’<strong>interazione</strong> interspecifica da parte<br />

dell’animale (Diederich e Giffroy, 2006).<br />

Lo stimolo animato può anche essere rappresentato da una persona conosciuta, piuttosto che<br />

sconosciuta, al fine <strong>di</strong> valutare la possibile <strong>di</strong>fferente reazione da parte del cane. Si è visto che cani<br />

aventi normalmente un livello adeguato d’<strong>interazione</strong> con l’uomo reagirebbero amichevolmente<br />

all’approccio <strong>di</strong> entrambe le persone, sia che queste si propongano in maniera cor<strong>di</strong>ale, che<br />

minacciosa. Al contrario, cani aventi un’<strong>interazione</strong> interspecifica con l’uomo non adeguata<br />

manifesterebbero tale comportamento solamente nei confronti della persona conosciuta (sia che si<br />

proponga cor<strong>di</strong>almente che in modo minaccioso), mentre manterrebbero un aspetto <strong>di</strong> tipo neutrale<br />

all’approccio amichevole manifestato dall’estraneo. Peraltro, nel caso in cui quest’ultimo si ponga<br />

<strong>di</strong> fronte all’animale, in stazione e guardandolo fisso negli occhi, potrebbe suscitare delle risposte<br />

aggressive da parte dello stesso. Tali risposte comportamentali sarebbero influenzate da vari fattori:<br />

la socializzazione, l’esperienza e il temperamento del cane. Per questo motivo, cani aventi<br />

un’adeguata <strong>interazione</strong> interspecifica, avrebbero meno paura e più confidenza nei confronti delle<br />

persone estranee, anche nel caso in cui queste si presentino in modo non amichevole (Vas et al.,<br />

2008).<br />

Da questa <strong>di</strong>samina dei lavori prodotti, si capisce che non esiste un test <strong>di</strong> riferimento per la<br />

valutazione della relazione sociale interspecifica del cane, ma la scelta è ampia e va correlata alla<br />

situazione in cui ci si trova a operare.<br />

5.2.2.<br />

I QUESTIONARI E LE INTERVISTE<br />

35

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