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Acli Trentine MAGGIO 2004

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RUBRICHEIl picchioOcchio alla stella polare e all’autonomiaRiflessioni a margine del Congresso nazionale delle <strong>Acli</strong>Da quanto ho letto sui documentiufficiali e sui commenti,il congresso delle <strong>Acli</strong>, celebratorecentemente a Torino, non èdi quelli che si possono archiviare comepacifici e scontati. Ed era da aspettarselo.Non fosse altro perché di questitempi, con una guerra in atto e ilterrorismo incombente, nemmeno gliincontri conviviali riescono ad esserepacifici, a meno che non ci si bendigli occhi per non vedere e ci si turinogli orecchi per non sentire.Si aggiunga che siamo alla vigilia diun periodo elettorale che si preannuncialungo di tre anni e che le riformegià avviate o promesse rimettonoin discussione assetto dello Stato ewelfare. E non basta ancora, perchéla nuova Europa in gestazione e i rapportiinternazionali impregnati di neoliberismo,suscitano nei credenti nonseduti una sete di alternative che giàle <strong>Acli</strong>, inserite nel grande movimentomondiale per la pace e la partecipazionesociale, hanno teorizzato conmanifestazioni e marce.Il tutto fa dire che siamo in fase progettualee costituente nella quale ribollonole opinioni diverse ed è beneche possano confrontarsi per addiveniread un progetto condiviso, sul qualepoi fare formazione e impegnarsi inmaniera solidaristica e non in ordinesparso. Per quanto riguarda l’azioneecclesiale italiana siamo in alto mare,ma non perché si è preso il largo comeinvitava il Papa all’inizio del millennio,ma perché si è ancora in balia deimarosi di un progetto culturale che nonvede luce e qualcuno considera giàmorto.Un appunto che fatto al Congresso diTorino, è che non c’è stato tempo espazio per la discussione, cosicché levarie proposte sono state percepitecome calate dall’alto. Cosa che noncredo rientri nella strategia del gruppodirigente e men che meno nello stiledel presidente Luigi Bobba.Bisognerà che i dirigenti provinciali e icircoli riprendano in mano la matassaper dipanarla e discuterla e farne oggettodi informazione e presa di coscienzacritica. Del resto, è questa lasorte che viene auspicata da ogni congressoprogrammatico.Ma vediamo alcuni punti nodali. Ogniconvegno delle <strong>Acli</strong> parte sempre dall’ispirazionecristiana, non asseritaastrattamente come purtroppo si usaspesso da parti che la vantano, ma calatanella realtà cangiante e ribollentedella storia. Il compito di questo aggancioispiratore è stato affidato a Torino aquel campione di impegno nella societàdi chi fa fatica, che è don LuigiCiotti. “Non è vero che il Vangelo nonfa politica - ha detto don Ciotti - non èvero che come cristiani non dobbiamofare politica. Gesù ha fatto politica.”Ma come? “Ha riproposto la logica delservizio e della giustizia contro la tentazionedel potere vissuto come dominio,controllo e ricerca del consenso.”Applicando all’oggi, ha esortato allaradicalità “nella politica per criticareuna visione ed una gestione del potereche ha perso la sua trasparenza ela sua passione per la giustizia ed ilVangelo”.Qualcuno già dentro il Congresso hafatto il pompiere nei confronti dellaradicalità, “che nella politica sarebbesterile, mentre serve a raggiungere risultati”.Ed è vero: la politica è mediazione,concretezza che talvolta devepur accettare il compromesso. Ma attenzionea non erigere a sistema lamoderazione, che diventa poi “afasiadei cattolici” come denunciava anni fail card. Martini, o la contrattazione purdi garantirsi porzioni di potere.L’utopia della radicalità, il sogno dellaliberazione come la chiamava MartinLuther King, deve rimanere come stellapolare che indica la direzione e farecamminare.Altro nodo ha costituito nel Congressoil cambiamento dell’art. 4 dello Statutodelle <strong>Acli</strong>. Nella nuova stesurasono previsti i sacerdoti come“accompagnatori spirituali” con il compitodi “alimentare la crescita formativadei soci e di orientare l’associazionenell’appartenenza alla chiesa, alla suavita e alla sua missione”.Tutto bene, purché non significhi faremarcia indietro rispetto all’autonomiadei laici, sancita dal Concilio.Il fatto che qualcuno abbia sentito ilbisogno di inserire questa specificazioneinsospettisce.Ma a pensare male si fa peccato.<strong>Acli</strong> trentine - Maggio <strong>2004</strong>9

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