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14 gazzetta blocco 23-30 - La Gazzetta del Medio Campidano

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2810 giugno 2010RubricheL’INTERVENTO<strong>La</strong> tumultuosa crisi internazionaleha messo a nudo lafragilità <strong>del</strong>l’economia italianae, nello stesso tempo,l’attendibilità dei dati tranquillizzantiemanati a piùriprese dal governo. <strong>La</strong> veritàè che ora subiamo lebacchettate <strong>del</strong>l’Ue che, annoverandocitra i Paesimeno virtuosi, quasi allastregua <strong>del</strong>la Grecia, ha obbligatoil governo ad assumeremisure di lacrime esangue. Senza una politicaunitaria Bruxelles difendecome può l’euro dagli speculatorifinanziari, ben sapendoche così facendo rimangonointatte le differenzeeconomiche e socialifra i singoli Stati. L’Italia,che ha un deficit/Pil <strong>del</strong>117%, è costretta a rientrarein tempi brevi nei parametridi stabilità e per farloil ministro <strong>del</strong>l’EconomiaTremonti ha sco<strong>del</strong>lato lamanovra dei 24 miliardi dieuro. Nella ferrea logica<strong>del</strong>l’Ue, con calcolo piùmatematico che politico,egli ci impone misure cheappaiono certe nei tagli maimprobabili nelle entrate.Ma anche per il ministrol’importante è far quadrarei conti. In sostanza agendoAMBIENTE E SICUREZZALe norme nazionali e quelleregionali prevedono chetutti i comuni raggiungano,gradualmente, determinatiobiettivi in materia di raccoltadifferenziata dei rifiuti.<strong>La</strong> Regione alcuni anniorsono ha istituito un sistemadi premialità e penalitàche prevede il rimborso dicerte quote ai comuni virtuosie una penalità a quelliche, per i più svaraitimotivi, non differenziano,per quanto concerne i rifiutiurbani, adeguate percentualidi plastica, vetro, latta,lattine, umido organico,carta e cartone. Le percentualida raggiungere possonoanche superare il 60 percentoe sono riferite allatotalità dei rifiuti urbani(indifferenziati e differenziati)prodotti annualmenteda una comunità; gli unie gli altri sono misurati inpeso, in tonnellate, per laprecisione. In realtà il meccanismo<strong>del</strong>le premialità èun falso ideologico, nelsenso che la percentuale diraccolta differenziata non ècalcolata rispetto al peso ditutti i rifiuti davvero differenziatiin un Comune, masolo di quelli “scelti” nelladi Sergio PibiriCONTESTUALIZZARE LA MANOVRADEI 24 MILIARDI COL FEDERALISMOcon tagli sicuri sui redditi deipubblici dipendenti, lasciandoalla buona sorte i recuperi<strong>del</strong>le tasse evase e l’emersione<strong>del</strong>le ricchezze occulte.E’ dunque una manovrainiqua che sospende dirittiacquisiti di cittadini onesti esi mostra indulgente con ifurbi e gli imbroglioni. Questaoperazione, sebbene apprezzatadal Fondo monetariointernazionale e dal governatore<strong>del</strong>la Banca d’ItaliaDraghi, tuttavia sottolineandol’assenza <strong>del</strong>le misureper la crescita, è comunquecedevole sui meccanismi chegenerano la complessa spesa<strong>del</strong>la pubblica amministrazione.Certo, se il Parlamentodovesse dare via libera altesto integrale varato da PalazzoChigi, la spesa andrebbea ridursi, ma il conseguenteimpoverimento di milionidi persone colpite avrebbeconseguenze disastrose suiconsumi, contribuendo allastagnazione economica e adaumentare il conflitto sociale.Manca dunque la contestualità<strong>del</strong>la manovra, siamodi nuovo alla politica dei duetempi: prima il risanamentopoi la crescita. Fa specie cheun governo che gode diun’invidiabile maggioranzain Parlamento, non certostrattonato dalla forza <strong>del</strong>l’opposizionedi un Pd semprepiù in difficoltà, non portiavanti con determinazione ilprogetto <strong>del</strong>le riforme promesse!A Berlusconi sonoben note le cause <strong>del</strong> paurosodeficit <strong>del</strong> Paese, non certodovuto solo dal costo deicontratti di lavoro, quantopiuttosto dalle mancate riforme,a partire da quella <strong>del</strong>lapubblica amministrazione edal federalismo fiscale. E’dall’attenta attuazione diquest’ultima fondamentaleriforma che si potrebbero snidarele inefficienze, gli sprechi,gli intrecci fra affari epolitica, sopprimere l’inutilediffuso in mille rivoli; nonchérimodulare la distribuzionedei poteri fra Stato,Regioni e Comuni e, dunque,le funzioni e le risorse necessarie,compresa la finanzaimpositiva locale. Penso cheun sano federalismo (nonquello punitivo <strong>del</strong> fondamentalismoleghista contro ilSud) sia l’unico modo per facilitarela crescita <strong>del</strong> Mezzogiorno,liberandolo dalleimpalcature clientelari espartitorie che durano fin daitempi <strong>del</strong>l’intervento straordinario<strong>del</strong>la Cassa. Bossi,di Andrea Alessandro Muntoni*che è l’alfiere <strong>del</strong> federalismo,sa benissimo che neiprossimi tre anni deve perforza portare a termine la riforma,pena il crollo di credibilità<strong>del</strong>la Lega. Ma eglisa anche che non può esserequel federalismo falso e demagogicoche urla brandendola bolla d’acqua alla fonte<strong>del</strong> Po, perché andrebbe a generarela guerra civile. L’ipotesi<strong>del</strong>la ricca Italia <strong>del</strong> Nordfederata con quella povera <strong>del</strong>Sud è un disegno velleitariodi alcuni dirigenti <strong>del</strong>la “Padania”,non programma <strong>del</strong>governo. I lumbard, insiemeal resto <strong>del</strong>la maggioranza, eperché no anche <strong>del</strong> Pd, sonochiamati a compiere il miracolo,ovvero fare <strong>del</strong> triennioche ci separa dal voto politicoun periodo virtuoso di lottacostante contro le organizzazionimafiose <strong>del</strong> Sud; diincentivi alle imprese che investononel Mezzogiornopiuttosto che nei paesi coldumping sociale; bonificarela pubblica amministrazioneda politici e funzionari corrotti;attuare puntualmente i decreti<strong>del</strong> federalismo fiscale.Sarebbe un gesto di politicaresponsabile, perché se nonora, quando?spibiri@la<strong>gazzetta</strong>.netRACCOLTA DIFFERENZIATA:IL MECCANISMO DELLE PREMIALITÀ<strong>del</strong>iberazione regionale cheistituiva il sistema <strong>del</strong>le premialitàe penalità. Paradossalmenteil comune più “riciclone”potrebbe non esserequello che per esempio haaperto un centro di raccoltaed ivi ha separato anche rifiutiassimilabili agli urbani,anche pericolosi, ma quelloche, secondo la ratio <strong>del</strong> meccanismoregionale per l’ottenimentodei benefit, ha raccoltoil maggior peso di rifiutifra quelli indicati per ilcalcolo <strong>del</strong>la percentuale diraccolta differenziata.Un comune che raccolga solocarta, vetro e umido potrebbeessere premiato più d’unoche raccoglie, profondendonella raccolta differenziatadei rifiuti urbani un grandesforzo, carta, cartone, umido,latta, lattine, plastica, batterieesauste, lampadine, olivegetali e animali, rifiuti dapiccole demolizioni, infiammabili,metalli, farmaci scaduti.Carta, vetro e rifiuti putrescibilisono, infatti, piuttostopesanti, cosicché conun minimo sforzo alcuni comunipotrebbero riuscire adapparire più virtuosi di altriche si prodigano per raggiungerelivelli di raccolta differenziataaltissimi raccogliendotante diverse frazioni merceologichedi rifiuti. Il meccanismo<strong>del</strong>le premialità, insomma,è per così dire ingiustoe a tratti ingeneroso oltreche concettualmente inadeguatoperché considera soloi pesi dei rifiuti differenziatiraccolti e pone sullo stessopiano rifiuti pericolosi e nonpericolosi. Inoltre, il criterio<strong>del</strong> peso falsa i termini <strong>del</strong>l’annosoproblema <strong>del</strong>le discariche,che chiudono nontanto per il raggiungimentodi un limite di peso da nonsuperare bensì per l’esaurimento<strong>del</strong>la loro capacità diaccogliere altri rifiuti - per lopiù indifferenziati - ovverosiaper il raggiungimento <strong>del</strong>loro massimo volume di raccolta,sia in termini di sicurezzaambientale sia rispettoall’autorizzazione, che si riferiscea metri cubi di stoccaggiopiuttosto che a tonnellate.Infine, si fa rilevare cheil criterio <strong>del</strong>la premialitànon tiene in alcun conto ledimensioni <strong>del</strong> comune, cosicchéla percentuale di raccoltadifferenziata che deveraggiungere un comune di1000 abitanti è la stessa cheper un comune di oltre100000 abitanti, pur dovendosiriconoscere che le problematichein gioco nel secondocaso per l’organizzazione<strong>del</strong> servizio di raccoltasono decisamente maggiori etalora difficilmente risovibili.A Cagliari, per esempio, lapercentuale di raccolta differenziataè solo <strong>del</strong> 34%.Dovrebbe, in fin dei conti,essere premiata la raccoltadifferenziata che intercetti ilmaggior numero di materiali,che avvii a recupero ancherifiuti pericolosi, che sibasi sia sul peso che sui voluminonché sul potere calorifico(nel caso di recuperopresso termovalorizzatori),che risulti davvero efficace,efficiente, ambientalmenteed economicamente sostenibile.*Ingegnere ambientaleL’OPINIONE di Dino DemontisPOVERI ITALIANIE POVERI SARDIIn che mani siamo caduti! Una volta c’erano i mariuoli cherubavano per sè e il partito. Oggi si è evoluto in un’organizzazionesistemica con un indotto obbediente e strettamentelegato al capo che affonda le radici in tutti i gangli vitali<strong>del</strong>lo stato protetto e confortato da una pletora di leggi elaborateper garantirsi l’immunità. Scardinare l’autonomia el’indipendenza <strong>del</strong>la magistratura, cardine fondamentale <strong>del</strong>laconvivenza civile, e dei rapporti tra gli operatori d’unacomunità sembra sia il compito fondamentale dei nostri politici.Non chiediamo ad essi di essere dei soloni, ma solo unpo’ di buon senso. Esercitano il potere quasi fossimo ancorain regime feudale riducendoci ad un vassallaggio vergognoso;vero è che ignorano le lezioni che ci vengono dalla societàromana e pensano di essere ancora ai tempi di Trimalcionee di Petronius che servivano i commensali con piatti etazze d’oro o come Carlo V, nel cui regno non tramontavamai il sole, che per festeggiare se stesso dopo i lucullianibanchetti gettava al popolo, per sfamarlo, gli avanzi. MarcoAurelio, di cui ci resta il bel monumento a cavallo, giustificava,come Seneca, l’ostentazione <strong>del</strong>la ricchezza: ieri comeoggi.Attualmente siamo alla distribuzione dei buoni pasto, all’assistenzialismo,all’istituto <strong>del</strong>la raccomandazione, allo spiritocaritatevole, violando lo stato di diritto e <strong>del</strong>la solidarietàignorando che in epoca romana tale parola era sconosciuta,si pagavano i debiti in solido spesso alienando la famigliariducendola allo stato di schiavitù. Debito pubblico incontrollatoed incontrollabile in notevole aumento con i nostripolitici che sperperano come prima e più di prima a tuttii livelli tra macchine blu, Falcon, protetti da privilegi vergognosi,scannandosi in lotte fratricide, quasi cannibalesche,per una elezione nelle istituzioni perché vivono di politica enon per la politica pensando che i cittadini dovrebbero essereun fine e non un mezzo, asserviti ai meschini interessipersonali. Cosa possiamo aspettarci da politici <strong>del</strong> genere?Che varino un aggiornamento <strong>del</strong>la Costituzione? Che prendacorpo il Senato <strong>del</strong>le Regioni? Che vengano dimezzati dinumero riducendosi gli emolumenti <strong>del</strong> 40%? Torna alla mentequanto ci hanno tramandato gli storici su Nerone che sembrasi rotolasse in una stanza piena di sesterzi. Continueremoad avere carrozzoni, Enti inutili dove sistemare amici eparenti, si dichiareranno federalisti, continueranno a centralizzareil potere sia centrale che regionale, dimenticando cheuna società progredisce con la partecipazione, cioè con undecentralismo diffuso dando piena autonomia ai comuni nelrispetto <strong>del</strong>le leggi <strong>del</strong>lo Stato. Da buoni cristiani e cattolicihanno messo da parte anche i dieci comandamenti, preoccupatisolo di mobilitare un esercito idoneo a soddisfare i lorovizi e la loro religione rivolta al dio dollaro. Hanno seminatobene durante l’esercizio <strong>del</strong> potere sia di destra che disinistra garantendosi un futuro roseo ottenuto sia con unalegge elettorale vergognosa sia con le assunzioni senza concorsosia con le risorse finanziarie a fondo perduto. Aspettano,come gli ebrei, un salvatore che vari la riforma <strong>del</strong>laburocrazia.<strong>La</strong> ricchezza <strong>del</strong>le nazioni è nata dal lavoro, ma le risorsefinanziarie vengono sperperate per tenere in vita regioni con100 mila abitanti, province inutili, comuni con 159 abitantie purtroppo la burocrazia continuerà a governare unitamenteai furbi, furbastri e corrotti. Il futuro non è roseo. Nessunaprospettiva per la riforma <strong>del</strong>lo stato. I sindacati sono ridottiall’angolo, i partiti sono quasi scomparsi. <strong>La</strong> stessa proposta<strong>del</strong>l’alternanza sembra non più idonea per cambiare. L’autistaha una macchina vecchia. Non è risolto il problema <strong>del</strong>lafrantumazione <strong>del</strong>la sinistra con la prospettiva di far emergereuna nuova classe dirigente per governare il paese. Si èancora al patto <strong>del</strong>la crostata di D’Alema e Berlusconi. Evitiamodi parlare di turismo: che Dio ce la mandi buona, ilcampanilismo impera.Ci auguriamo che il rinnovo <strong>del</strong>le amministrazioni comunaliselezioni una classe dirigente di sindaci, assessori e consigliericomunali sì da fare <strong>del</strong> Comune il perno <strong>del</strong> rinnovopolitico-economico e sociale <strong>del</strong>la nostra comunità.

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