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torino. passeggiata geoturistica da piazza carlo felice a ... - Crestsnc.it

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La Piazza San Carlo (lunga 168 m, larga 76 m: ben oltre un ettaro di superficie) è una delle piùimportanti piazze di Torino (s<strong>it</strong>o 4), il cuore pulsante del capoluogo piemontese, dove spiccano, sullato Sud, le due chiese gemelle barocche di S. Cristina (1639) e di S. Carlo (1619) rispettivamente adestra e a sinistra arrivando lungo la via Roma <strong>da</strong> Porta Nuova.Piazza San Carlo era un tempo denominata P.za Reale, quindi P.za d’Armi e poi, nel periodo napoleonico,Place Napoléon. Dal 1618, è dedicata a S. Carlo Borromeo, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe unaparticolare devozione per la Sindone.L’aspetto attuale risale al XVII secolo su progetto di Carlo CASTELLAMONTE, poi arricch<strong>it</strong>o con BenedettoALFIERI un secolo dopo. Al centro è il monumento equestre ad Emanuele Filiberto (di Carlo MAROCHETTIdel 1838) detto <strong>da</strong>i torinesi “Caval ëd Brons”.Nel breve tratto, privo di portici, di via Roma tra la <strong>piazza</strong>CLN e la <strong>piazza</strong> San Carlo, tra le fiancate delle due chiesegemelle (4a), si osservano, alla base, lastre in gran<strong>it</strong>o rosa diBaveno (4b), con evidenti cristalli di quarzo (grigio), difeldspati bianchi (plagioclasio) e rosa (ortoclasio) e di biot<strong>it</strong>e(nera). È un materiale cavato nel terr<strong>it</strong>orio del comune diBaveno, presso la foce del fiume Toce nel lago Maggiore(Verbano-Cusio-Ossola). È un gran<strong>it</strong>o a grana fine ed omogenea,formatosi 300 milioni di anni fa, senza subire metamorfismi,assai elegante e molto apprezzato come pietra <strong>da</strong>costruzione ed ornamentale. Sopra il gran<strong>it</strong>o, oltre un metro<strong>da</strong>lla pavimentazione stra<strong>da</strong>le, sono disposte lastre di gneissdi Antigorio (4b), materiale estratto <strong>da</strong> alcune famose cavenella valle d’Ossola (Verbano-Cusio-Ossola). Trattandosi diuno gneiss presenta caratteri simili a quelli di alcune pietregià viste (2c e 2g); in questo caso la scistos<strong>it</strong>à (tipica dellerocce metamorfiche) è ben evidente ed orientata quasi verticalmente.12

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