ganieri appreso che il mezzo del<strong>la</strong>CRI è impegnato in una missione disolidarietà ci salutano sugli attenti eci ringraziano per l’iniziativa. Si effettual’operazione di cambio valuta,rifornimento carburante e si riparteper raggiungere a 50 km <strong>la</strong> città diArad dove abbiamo prenotato le camerepresso Hotel Arad. È l’una delmattino quando spengo le luci del<strong>la</strong>camera dopo 11 ore di viaggio. Svegliaalle ore 8, co<strong>la</strong>zione e secondaemozione: al<strong>la</strong> reception, al momentodel saldo delle camere, <strong>la</strong> signoraMic, tito<strong>la</strong>re dell’Hotel Arad, appresolo scopo del<strong>la</strong> trasferta ci offregratuitamente il pernottamento comegesto di riconoscimento da partedei suoi connazionali destinatari delmateriale, pur non conoscendoli; sonorimasto molto colpito dal gestoinaspettato del<strong>la</strong> signora Mic, non ciresta che salutarci con una calorosastretta di mano e proseguire per <strong>la</strong>seconda parte del viaggio con destinazioneBucarest. Sorin e Juliancontinuano ad alternarsi ogni quattroore al<strong>la</strong> guida e divorano con ipneumatici dell’autoambu<strong>la</strong>nza itornanti di asfalto del<strong>la</strong> Transilvania.Il più dei chilometri sono stati percorsie nessuno dei tre risente del<strong>la</strong>stanchezza alimentati dall’entusiasmodi consegnare il carico. Giuntial<strong>la</strong> città di Pitesti mancano ormai100 km per Bucarest, stabiliamo icontatti telefonici con Isabel<strong>la</strong> e Cristianper incontrarci al termine dell’autostradaalle porte del<strong>la</strong> capitale,sono le ore 17 di domenica 13 novembregiungiamo al punto di incontro.È fatta, è andato tutto bene,nessun problema. Dopo qualche minutoci raggiunge Cristian come stabilito.Ci fa da staffetta per accompagnarciin albergo e porre l’autoambu<strong>la</strong>nzacon il prezioso carico in garage,stanchi ma soddisfatti saliamoin camera per stenderci un po’ e rinfrescarciprima di cena, dopo averpercorso 1.600 km in solo 21 ore dimarcia: un’ottima media, un bravo aSorin e Julian, sono stati degli ottimie instancabili compagni di viaggio.Alle ore 20,30 ci ritroviamo tuttial ristorante dell’hotel. Si cena incompagnia di Cristian e di un giovanecol<strong>la</strong>boratore dell’Associazione,alle 23 le nostre batterie mostranocenni di esaurimento, ci avviamoverso <strong>la</strong> riserva delle nostre energie,si decide di battere in ritirata: è oradi nanna. Il mattino seguente lunedìFoto di gruppo con i dirigenti delle Associazioni Rumena e Serba, nel<strong>la</strong> sede Rumena.1214, dopo <strong>la</strong> co<strong>la</strong>zione, vengono aprenderci per condurci in sede doveconsegneremo ai legittimi destinatariil nostro carico.Ad accoglierci c’è tutto lo stato maggioredel<strong>la</strong> APSCR: il Presidente sig.Grigore Boboc, Isabel<strong>la</strong> Grosu, CristianDobre, <strong>la</strong> tesoriera e un nutritonumero di associati. Dopo il cerimonialedei saluti di benvenuto, le fotocon l’autoambu<strong>la</strong>nza come sfondocon ben in vista i nostri loghi sul<strong>la</strong>fiancata; si inizia a scaricare, in unniente si riempie un locale dell’associazione,di scatole. “È sorprendente”- confidano i nostri amici, nonimmaginavano di ricevere tutto quelmateriale. Quando li re<strong>la</strong>ziono sul<strong>la</strong>quantità di materiale consegnato el’informo che quello è solo <strong>la</strong> metàdi quello che siamo riusciti a stivarenel mezzo e di ciò che è rimasto aModena, ci ringraziano con energichestrette di mano. È ormai ora dipranzo, siamo loro ospiti, ci portanoin un ristorante con tipica cucinaRumena. Durante tutta <strong>la</strong> mattinataavrei voluto possedere un registratoreper non perdere neanche una virgo<strong>la</strong>di quello che ci confidavano ecosì riascoltare una, dieci, cento,mille volte tutti gli argomenti diconversazione trattati.L’indomani martedì 15 novembre alleore 11 si riparte per il rientro inItalia, si decide di viaggiare ininterrottamente.I miei amici di viaggiomi ringraziano perché mi confidanoche non avevano mai provato similiemozioni sebbene volontari del<strong>la</strong>più vecchia associazione di volontariato,che sono stati onorati di avercol<strong>la</strong>borato a tale iniziativa. Si percorronochilometri su chilometri maè un continuo rep<strong>la</strong>y di sfoghi diemozioni mai vissute sino a quelmomento.È vero non riesco a trovare le parolegiuste per descrivere le emozioni ele gioie vissute in tutto questo viaggioo meglio è come un tatuaggio indelebileimpresso nel mio cuore. Diparo<strong>la</strong> in paro<strong>la</strong>, di confidenza inconfidenza alle ore 20 si giunge inprossimità del confine con l’Ungheria,ci si ferma a cena, pieno di carburantee via. Dopo pochi chilometrici avvolge <strong>la</strong> nebbia in una morsainfernale, che ci abbandona il mattinosuccessivo. Alle ore 6 di mercoledì16 novembre rientriamo in Italia,<strong>la</strong> prima cosa, un buon caffèespresso al motel. Alle ore 11 siamoa Modena.Sintetizzo: in quattro giorni abbiamopercorso poco meno di 4.000 kmin 45 ore, indubbiamente siamostanchi ma pronti a ripartire per rivivereuna emozione mai vissuta prima.Grazie Sorin, grazie Julian, graziea tutti coloro che hanno col<strong>la</strong>boratoal<strong>la</strong> realizzazione di questo pontedi solidarietà battezzato “PROROMANIA”.Trascorso l’inverno, in primavera siriparte per un secondo viaggio.Stefano Piazza
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